Nel mondo oltre 600 milioni di donne subiscono violenze sono 6 milioni le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subìto almeno una

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2 Nel mondo oltre 600 milioni di donne subiscono violenze sono 6 milioni le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subìto almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita 3 milioni donne sono state vittime di violenze fisiche (pugni, schiaffi ecc.) 5 milioni (il 23,7%) hanno subìto violenze sessuali le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti 2

3 In Italia ogni giorno ogni 12 secondi una donna viene colpita da atti di violenza di genere (fisica, verbale e psicologica). Nell ultimo anno con dati disponibili (il 2010) si sono contati oltre 105mila reati di genere, pari ad oltre 290 al giorno. Più in dettaglio, ogni giorno 95 donne denunciano di aver subito minacce e 87 di aver subito ingiurie; 64 donne al giorno sono vittime di lesioni dolose, 19 di percosse, 14 di stalking, 10 di violenze sessuali. 3

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5 Il caso estremo Femminicidio E una recente categoria di analisi socio-criminologica delle violenze perpetrate nei confronti delle donne entro un rapporto di coppia. E un neologismo per indicare ogni forma di violenza posta in essere contro la donna in quanto donna. Inventare nuove parole serve Dare un nome a un problema è essenziale sia per far sorgere consapevolezza della sua esistenza, sia per agire. Iniziare a chiamare gli omicidi misogini con il termine femminicidio serve a rimuovere la generalizzazione che deriva dall uso di parole quali omicidio e uccisione e comprendere invece i fattori di rischio specifici, la loro diffusione, le modalità per effettuare le indagini. 5

6 2013: una ogni due giorni 6

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8 Su dieci uccisioni di donne, 7,5 sono precedute da maltrattamenti, violenza fisica o psicologica In Italia sono 250 al giorno le donne che vengono aggredite e picchiate dal loro partner o dal loro ex partner. Nel tempo che avete impiegato a leggere questa diapositiva, è successo, da qualche parte, almeno una volta. 8

9 Una mattanza sotto traccia E difficile conoscere il fenomeno della violenza dai dati delle statistiche amministrative, essendo le denunce scarsissime. Solo circa il 7% delle violenze, sia fisiche che sessuali da partner o ex-partner sono state denunciate, nel 33% dei casi le vittime non hanno parlato con nessuno della violenza subìta, e soltanto nel 2,8% si sono rivolte ad un Centro antiviolenza. Ricerche nazionali e internazionali hanno evidenziato che 7-8 donne su 10 prima di essere uccise dal loro partner o ex partner avevano subìto maltrattamenti o erano state perseguitate. 9

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11 Identikit della violenza Le tipologie principali della violenza - sessuale (stupro, tentato stupro, molestie, rapporto imposto, sfruttamento) - fisica (percosse, ferite, mutilazioni, uccisioni) - economica ( privazione di fondi e risorse) - psicologica e verbale (minacce, ricatti, umiliazioni, denigrazioni, insulti). La violenza ha come autori uomini molto diversi Nessuna ricerca ha rilevato specifici fattori come indicatori di rischio: né la razza, né l età, né le condizioni socio-economiche e culturali, né una specifica condizione psico-patologica. 11

12 Ti amo, perciò ti uccido L analisi storica e sociologica aiuta a comprendere. Non è perché gli uomini sono malvagi che alcuni di loro umiliano o uccidono le loro compagne, ma perché la società nel corso dei secoli ha creato in loro la convinzione di essere i legittimi proprietari del corpo femminile e che il loro desiderio fosse il solo a contare. Questa convinzione, costruita socialmente e culturalmente e radicata nella legge, nella letteratura e nei media, crea quello squilibrio di genere che è all origine della violenza e che deve cambiare. 12

13 La violenza si può fermare Brutali e fragili: non c è mix più micidiale. Se scartiamo l infondata ipotesi di una connaturata malvagità del sesso maschile, possiamo pensare, più ragionevolmente, che un cambiamento - nel senso di relazioni più umane tra uomini e donne - venga dalla cultura, dall educazione, dalle leggi, da una conoscenza di sé e dell altra più consapevole della barbarie che ci portiamo dentro, nostro malgrado. Non è una questione per sole donne, ma la condizione fondamentale per dar vita a una società libera dall oppressione. 13

14 Nessuna donna dovrebbe accettare un rapporto in cui è sempre il compagno a dettare le regole. Uno dei segnali da allarme rosso, ad esempio, è se l uomo cerca progressivamente di isolare la compagna dal mondo esterno, quindi le impedisce di vedere gli amici, di avere attività di vario genere che la portino a trascorrere del tempo senza di lui. L uomo manipolatore e lo psicopatico tentano con tutti i mezzi di costruire un rapporto fusionale con la donna e non perché siano realmente innamorati di lei, ma solo perché vogliono mantenerla sotto controllo. 14

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16 Viviamo in una società che insegna alle donne come fare a non essere violentate anziché insegnare agli uomini a non violentare 16

17 Possesso Il rapporto con la donna è fortemente segnato dal verbo avere: farò di tutto per riaverti, sei mia, l ho posseduta sono forme linguistiche che chiariscono molto più di tante analisi a quale tipo di rapporto siamo stati/e educati/e. La donna si ha, e se è negata è legittimo toglierle la vita, romperla come un oggetto. 17

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20 Il giudizio degli altri In molti casi, una donna in condizione di fragilità psicologica subisce l ulteriore carico del giudizio dei familiari, che sminuiscono la sua condizione di sofferenza con frasi come "Te lo sei sposato e te lo tieni", e delle forze dell ordine, che spesso scoraggiano quelle che vanno a denunciare: "Signora, è il padre dei suoi figli: ci pensi bene". Per aiutarle a uscire dall isolamento è dunque importante avvicinarsi loro con cautela e istruire in modo adeguato forze dell ordine e operatori sociali. 20

21 La violenza assistita Secondo i dati del 2006 sono state 690mila in Italia le donne che hanno subìto violenze ripetute dal partner e avevano figli al momento della violenza. Il 62,4% ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più episodi di violenza. Le piccole vittime di violenza assistita apprendono che l uso della violenza è normale nelle relazioni affettive. L aver subìto e/o assistito a maltrattamenti intrafamiliari è tra i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di comportamenti violenti nella vita adulta. 21

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23 Se si prova a cercare la parola femminicidio negli archivi dei giornali si scopre che essa fa la sua prima comparsa intorno al , per poi diffondersi sensibilmente solo negli ultimi anni. Non che prima, ovviamente, non si consumassero femminicidi: semplicemente non c era una parola per indicare il fenomeno e i singoli episodi venivano raccontati slegati l uno dall altro. Da qualche tempo, molto lentamente e con grandi lacune, alcuni mezzi di comunicazione hanno deciso di tirar fuori dal flusso indistinto degli avvenimenti i casi di donne uccise per aver osato mettere in discussione il loro ruolo e hanno iniziato a dare a questi fenomeni il nome di femminicidio (anche se qualcuno ancora storce il naso di fronte a questa parola). 23

24 Alla luce del crescente risalto dato dai media e dalla politica ai femminicidi e, più in generale, alla violenza contro le donne, è importante valutare la qualità dei messaggi che riceviamo sul tema. 24

25 Un amore criminale è un ossimoro, un omicidio passionale è una giustificazione, un raptus di follia è una menzogna. 25

26 Il contrasto alla violenza 26

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28 I centri antiviolenza sono luoghi in cui vengono accolte le donne che hanno subìto violenza. Grazie all accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all ospitalità in case rifugio e ai numerosi altri servizi offerti, le donne sono coadiuvate nel loro percorso di uscita dalla violenza. Le Case rifugio, spesso ad indirizzo segreto, ospitano le donne e i loro figli minorenni per un periodo di emergenza. Per maggiori informazioni D.i.Re: donne in rete contro la violenza 28

29 Un ritardo colpevole Il Consiglio d'europa raccomanda un centro antiviolenza ogni persone e un centro d accoglienza ogni abitanti: in Italia dovrebbero esserci dunque 5700 posti letto ma ce ne sono solo 500, contro i 1100 della Francia, i 7000 della Germania, i 4500 della Spagna e i 3890 dell'inghilterra. Anche la Turchia è più avanti di noi, con 1478 posti a disposizione. Gli studi dell associazione Women Against Violence (www. womenagainstviolence. org) dicono che al 30 giugno 2011 il nostro Paese aveva 54 case rifugio per donne in pericolo. In Inghilterra sono 685, in Germania 346, in Spagna 148, in Svezia 180, nel Paesi Bassi

30 Nella manovra finanziaria sono previste spese per la costruzione di nuove navi da guerra per 340 milioni l'anno x 15 anni. Totale 5 miliardi e 100. Per le case rifugio e i centri antiviolenza 10 milioni l anno (7 per il 2014). 30

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32 Nel 2012 ha preso piede una nuova campagna contro la violenza sulle donne che vede protagonisti gli uomini. Qualcosa sta cambiando poiché non tutti vogliono essere identificati come i carnefici dei quali troppo spesso si sente parlare in tv; esiste una grandissima fetta che vuole schierarsi apertamente dalla parte delle donne. Ci fa capire la consapevolezza che sta nascendo: l opera di sensibilizzazione sta avendo, anche se lentamente e con qualche difficoltà, i suoi frutti. Riconoscere la violenza è un passo avanti molto importante affinché si ottengano risultati positivi. 32

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34 Azioni necessarie per contrastare la violenza sulle donne nel nostro Paese 1) Formazione e sensibilizzazione delle forze dell ordine. Devono stabilire protocolli chiari riguardo ai passi da seguire nei casi di violenza domestica, affinché le vittime siano immediatamente incamminate verso i centri d accoglimento e le cliniche specializzate per appoggio psicologico e medico (inclusa la pillola del giorno, nei casi di violenza sessuale). 2) Media e dignità femminile. E necessario che i media assumano la responsabilità che risulta dal loro ruolo di creatori di opinioni. C è bisogno di un organo che garantisca il rispetto della dignità degli uomini e delle donne nelle loro rappresentazioni nei media, in particolare la televisione, il medium di riferimento per la maggior parte degli italiani. 3) Educazione di genere nelle scuole. Come in Francia, bisogna varare una legge per l insegnamento obbligatorio dei temi di genere. Il valore di questo lavoro di sensibilizzazione di maestri e alunni al tema di violenza di genere non può più essere lasciato alla buona volontà di qualche regione, scuola o città, come lo è stato fino ad adesso, ma va promosso a livello nazionale, senza ulteriori indugi, a prescindere dai tagli di bilancio. 34

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