OGGETTO TRASFERIMENTO D UFFICIO AD ALTRA AZIENDA DEL SSR
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1 1 OGGETTO TRASFERIMENTO D UFFICIO AD ALTRA AZIENDA DEL SSR QUESITO (posti in data 2 luglio 2012) Il Presidio Ospedaliero Santissima Annunziata, Ospedale pediatrico dell'asl Napoli1 dotato di Nido, ovvero "punto nascita", nell'ambito del piano regionale di rientro dal deficit sanitario è stato da pochi mesi accorpato all'azienda Ospedaliera Santobono, Azienda a vocazione anch'essa pediatrica ma senza punto nascita. Intanto, per consentire l'esecuzione di importanti lavori di manutenzione straordinaria il Nido del Presidio Ospedaliero Santissima Annunziata è stato chiuso nel corso di questo mese di Giugno. Dal momento che l'azienda Ospedaliera Santobono non dispone, come specificato, di punto nascita, si è posto il problema della destinazione utilizzazione del personale afferente all'unità operativa chiusa. La direzione generale dell'azienda ospedaliera Santobono ha stipulato un accordo con la direzione generale dell'asl Napoli 1 affinché il personale afferente al Nido dell'ospedale Annunziata sia trasferito al Nido dell'ospedale San Gennaro (Presidio Ospedaliero dell'asl Napoli 1 dotato di punto nascita, in tal modo disponendo il trasferimento di unità lavorative della struttura di una Azienda in una struttura di altra Azienda. È legittimo disporre il trasferimento "coatto" di un dipendente da una azienda ad un'altra senza consultare il dipendente stesso e senza che l'accettazione al trasferimento da parte dello stesso risulti vincolante? L'organico del Presidio Ospedaliero Santissima Annunziata è destinato a vivere con estremo disagio la "riallocazione" del personale medico del proprio Nido (momentaneamente chiuso) dal momento che tale personale partecipa alla turnazione delle guardie di pediatria generale dell'intero Presidio, turnazione già difficile a causa delle carenze d'organico che inevitabilmente il blocco del turn-over col passar dei mesi va inasprendo.
2 2 RISPOSTA (inviata in data 3 luglio 2012) Gli eventi che costituiscono lo scenario nel quale si colloca il trasferimento coatto oggetto del quesito attengono ad un processo di trasformazione dell assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario della Regione Campania, oggetto come noto di un ridisegno globale sia per quanto concerne la rete delle aziende sanitarie sia per quanto concerne l articolazione interna a ciascuna di esse dei diversi presidi ospedalieri e territoriali che ad esse afferiscono. In questo scenario si colloca la chiusura temporanea del punto nascita del presidio ospedaliero Santissima Annunziata, accorpato all Azienda Ospedaliera Santobono. Si tratta, come viene precisato nella formulazione stessa del quesito, di importanti lavori di manutenzione straordinaria, anch essi finalizzati al recupero di funzionalità della rete di servizi che complessivamente vengono offerti al cittadino, e che devono essere considerati come sistema integrato, al quale concorrono aziende sanitarie diverse chiamate, come in questo caso, ad adottare decisioni che travalicano l ambito delle singole realtà aziendali. Nella formulazione del quesito si esprimono considerazioni in merito alla razionalità della decisione adottata di trasferire il personale operante nel nido del presidio ospedaliero santissima Annunziata al nido del presidio ospedaliero San Gennaro, ponendo in particolare evidenza il fatto che la copertura dei turni di guardia è resa più difficile per il venir meno di risorse che contribuivano ad assicurare questo servizio. La questione che si ritiene qui centrale non attiene alla razionalità delle decisioni adottate, razionalità che non è possibile valutare senza disporre di una serie di informazioni che consentano di entrare nel merito di tali decisioni, ma alla legittimità del trasferimento. A questo riguardo per certi versi dirimente è la lettura di quanto disposto dal comma 2 dell articolo 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel testo modificato dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
3 3 Interessante tra l altro porre a confronto la formulazione attuale 1. Nell'ambito delle leggi, e degli atti organizzativi che le singole amministrazioni devono adottare per disciplinare il proprio assetto organizzativo, le determinazioni per l'organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatta salva la sola informazione ai sindacati, ove prevista nei contratti collettivi nazionali. Rientrano, in particolare, nell'esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la direzione, l'organizzazione del lavoro nell'ambito degli uffici. con la formulazione precedente 2. Nell'ambito delle leggi. e degli atti organizzativi che le singole amministrazioni devono adottare per disciplinare il proprio assetto organizzativo, le determinazioni per l'organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro. Il confronto tra i due testi pone in evidenza tre elementi 1) la precisazione in via esclusiva che rafforza quanto già sancito nel testo precedente per quanto concerne il conferimento agli organi di gestione dei poteri del privato datore di lavoro ; 2) la precisazione fatta salva la sola informazione ai sindacati precisazione che esclude spazi di concertazione rispetto a decisioni che competono appunto in via esclusiva agli organi di gestione; 3) la precisazione del fatto che rientrano, in particolare, nell'esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane. Il contesto descritto nella formulazione del quesito induce a ritenere che il provvedimento sia stato adottato inserendo in esso la formula per oggettive esigenze di servizio, formula che consente all Azienda che lo adotta non solo di far valere prerogative che ad essa vengono conferite dalle normativa in materia di poteri di organizzazione, ma anche di esercitare, laddove fossero opposte resistenze, il potere
4 4 disciplinare che ad essa viene conferito dalle norme contenute nel decreto legislativo 165, come riformulate, ancora una volta in termini repressivi, dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n In particolare l articolo 55-quater, avente ad oggetto il licenziamento disciplinare, dispone che 1. Ferma la disciplina in tema di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo, e salve ulteriori ipotesi previste dal contratto collettivo, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento nei seguenti casi: c) ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall'amministrazione per motivate esigenze di servizio; Le norme relative alla responsabilità disciplinare sono state pressoché integralmente recepite dal CCNL 6 maggio 2010, integrativo del CCNL 2006_2009, che al comma 11 dell articolo 8 (codice disciplinare) precisa che 11. Ferma la disciplina del licenziamento per giusta causa o giustificato motivo la sanzione del licenziamento con preavviso si applica per le ipotesi considerate dall articolo 55-quater lettere b) e c) del decreto legislativo 165/2001 La risposta al quesito posto non può pertanto che essere negativa, avendo l azienda facoltà di disporre del personale che ad essa afferisce nel modo ritenuto più razionale e rispondente ad esigenze oggettive. Non appare rilevante il fatto che il trasferimento sia presso altra Azienda perché l accordo stipulato tra l Azienda Ospedaliera Santobono, alla quale afferisce il presidio ospedaliero Santissima Annunziata, e l Azienda Sanitaria Locale Napoli 1, alla quale afferisce il presidio ospedaliero San Gennaro, crea una continuità sostanziale che supera la discontinuità formale.
5 5 INDICAZIONI OPERATIVE L evento che costituisce oggetto del quesito posto deve essere letto ed interpretato nel contesto di una evoluzione normativa caratterizzata dal progressivo venir meno di una serie di garanzie e di tutele di cui godevano i pubblici dipendenti, di spazi di informazione consultazione e concertazione che costituivano prerogativa delle organizzazioni sindacali, per tendere ad un sistema autoritario, nel quale sempre meno tutelati sono i diritti, e sempre più rigoroso è il rispetto dei doveri. Questa evoluzione, che ha visto strenuo artefice il Ministro Brunetta, nella sua profonda convinzione che i pubblici dipendenti fossero una delle aree meno produttive e più parassitarie del Paese, appare accentuata dall attuale congiuntura economica, che determina un ulteriore arretramento delle posizioni che i dipendenti pubblici avevano consolidato, in tutte le dimensioni in cui si articola il loro rapporto di lavoro (giuridica, economica, previdenziale). In questo contesto nell evento che costituisce oggetto del quesito difficile ravvedere profili di illegittimità, considerato anche il fatto che comunque si tratta di un provvedimento temporaneo, la cui efficacia sarà limitata al tempo necessario per completare i lavori previsti. Tutto ciò applicando norme e riferimenti di carattere generale. Eventuali maggiori garanzie e tutele che in tema di mobilità fossero stabilite nel contratto integrativo aziendale appaiono deboli, avendo comunque la direzione aziendale facoltà di invocare un principio giuridico di carattere generale, quello della gerarchia delle fonti, secondo il quale norme del contratto integrativo aziendale che siano in contrasto con i contratti collettivi nazionali o con le leggi sono nulle di diritto e pertanto non applicabili.
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