Clorosi ferrica, disponibilità di altri elementi nutritivi e necessità di acqua irrigua sono alcuni dei maggior punti dolenti della coltura.

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1 home >> schede tecniche colturali di sintesi >> Actinidia Actinidia Premessa Strana coltura quella del kiwi, poiché, per vantaggiose condizioni di mercato e per le potenzialità produttive, ha trovato collocazione in tutta la penisola italica, pur essendo la sua produzione notevolmente condizionata dalle condizioni pedo-climatiche. E' "stata" ben adattata anche alle condizioni più sfavorevoli, attraverso un'ottimale gestione agronomica ma anche per l'ausilio di diversi mezzi tecnici. Clorosi ferrica, disponibilità di altri elementi nutritivi e necessità di acqua irrigua sono alcuni dei maggior punti dolenti della coltura. Le gelate primaverili, in certe aree produttive, hanno condizionato le tecniche di impianto e soprattutto hanno promosso gli strumenti mirati a modificare, innalzandolo, il microclima della coltura; materiali vari: polistirolo e tela di iuta a protezione delle piante, ventilazione e irrigazione a protezione della produzione. Mentre, per ora, dato il limitato numero dei parasiti, la difesa risulta essere alquanto semplice ed efficace, tanto che è considerata una delle colture maggiormente vocate per coltivazione con i metodi dell'agricoltura biologica; che, continuiamo a ripetere, non è una semplice sostituzione di mezzi tecnici "chimici di sintesi" con quelli naturali. Superficie e produzioni "bio" La superficie nazionale di actinidia coltivata con i metodi dell'agricoltura biologica, con le dovute approssimazioni, è di ettari di cui circa la metà in conversione, per l'anno in corso. Per tanto è possibile indicare una produzione da agricoltura biologica di circa ton ed altrettanta in fase di conversione. LA COLTIVAZIONE BIOLOGICA E LE PRINCIPALI ESIGENZE DELLA COLTURA Il terreno

2 La pianta ben si adatta a terreni sciolti e profondi, ricchi sostanza organica neutri o tendenzialmente acidi con calcare attivo inferiore al 4-5 %. La gestione della fertilità gioca un ruolo determinante per la coltivazione biologica della coltura. Esigenze Idriche Rispetto ad altre specie arboree da frut to, l'actinidia presenta alcune peculiarità delle quali bisogna tener conto nel la gestione dell'irrigazione: - elevata sensibilità alla carenza idrica del suolo a causa del limitato volume di suolo esplorato dalle radici nei pri mi dieci anni dall'impianto, del basso gradiente di potenziale esistente tra apparato fogliare e radicale, della scar sa capacità dei tessuti a cedere acqua alla traspirazione e dal basso rap porto riserva idrica facilmente utilizzabile ed area fogliare; Tenendo conto di quanto detto, una corretta gestione dell'irrigazione deve prevedere: - inizio della stagione irrigua anticipata, soprattutto dove sono utilizzati im pianti irrigui localizzati, in modo da non intaccare le riserve idriche contenute nel volume di terreno esplorato dalle radici ma non interessato dall'irrigazione; - intervenire frequentemente, nel peri odo di punta della richiesta idrica, an che ogni giorno. Esigenze Nutrizionali Anche per le esigenze nutrizionali l'actinidia presenta alcune sostanziali diversità rispetto alle altre colture frutticole: - inizio dell'assorbimento e della traslo cazione dell'azoto e di altri elementi nutritivi in corrispondenza della fase di germogliamento "pianto"; - accumulo di elementi minerali, conti nuo durante la stagione vegetativa, ma con un massimo nel periodo che va dall'apertura gemme all'allegagione. In questo periodo l'actinidia accumula nei diversi organi della pianta mediamente dal 60 all'80%, della quantità di elementi mi nerali presenti a fine stagione. Per questi due aspetti ruolo importante e determinante in agricoltura biologica è la fertilità, la sostanza organica presente nel terreno. Numerosi sono i vantaggi che possiamo ottenere da un buon tenore di humus nel terreno di coltivazione dell'actinidia:

3 dalla maggior e miglior riserva di acqua, da una migliore disponibilità di elementi nutritivi ad una naturale chelazione del ferro. L'inerbimento permanente già dai primi anni dall'impianto e una sua corretta gestione, favorisce il rispetto ed un apporto continuo di sostanza organica. Resta alle volte indispensabile, per soddisfare le esigenze nutrizionali della pianta, l'integrazione ed il ricorso alla concimazione che richiede, per quelli autorizzati in agricoltura biologica di origine organica, una conoscenza della velocità di rilascio degli elementi nutritivi ed in particolare della velocità di mineralizzazione (vedi Tab. 1); Va ricordato che l'utilizzo dei concimi previsti dal regolamento CE 2092/91 all'allegato 2-A, deve essere preventivamente autorizzato, solo se ritenuto necessario, dall'organismo o dall'autorità di controllo. Tab. 1 VELOCITA' DI RILASCIO DEGLI ELEMENTI NUTRITIVI DI ALCUNI CONCIMI ORGANICI ad elevata velocità di mineralizzazione Sangue essiccato Borlanda Farina di pesce Guano Pollina a media velocità di mineralizzazione Panelli Farina di carne Cuoio torrefatto a lenta velocità di mineralizzazione Pellicino Cuoiattoli Cascami di lana Farina d'ossa a lentissima velocità di mineralizzazione

4 Pennone Cornunghia (Fonte: Graziano, 1991) Impollinazione Per ottenere frutti di grossa pezzatura, uno degli aspetti più importanti è rappresentato dalla qualità e quantità dell'impollinazione. Studi sulla biologia del fiore del kiwi e sui fattori della impollinazione hanno permesso di individuare la densità ottimale dei maschi in rapporto alle piante femminili: questo rapporto deve essere tra 1:5 e 1:7; Altro aspetto importante per favorire l'impollinazione è quello di allevare i maschi con la stessa forma di allevamento della femmina, evitando il posizionamento sovracchioma e la posizione fuori sesto. Potatura e diradamento Le operazioni di potatura e diradamento sono determinanti sulla pezzatura dei frutti, e conseguentemente determinanti sulle potenzialità economiche dell'impianto. La potatura secca dovrà essere finalizzata al rinnovo dei rami produttivi, al contenimento delle gemme ( gemme/ha) ed alla distribuzione dei frutti sulla pianta; una buona intercettazione della luce influenza positivamente le caratteristiche qualitative e di conservazione della produzione che potrà e dovrà essere successivamente mantenuta da opportuni e ripetuti interventi di potatura verde. Pertanto è indispensabile anche in agricoltura biologica contenere il numero di gemme e sfruttare il diradamento (fiori e frutti) al fine di raggiungere produzioni sane, uniformi e commercializzabili. Conclusioni L'applicazione delle basi produttive indicate dal Regolamento CE dell'agricoltura biologica ed in particolare l'applicazione in primis: delle pratiche agronomiche, della fertilizzazione finalizzata all'aumento del humus del terreno (e non alla nutrizione diretta della pianta) e dal minor utilizzo a risorse esterne all'azienda agricola, fanno della coltivazione dell'actinidia, non più una delle colture maggiormente idonee alle metodologie biologiche solo perché non ha fatto registrare, fino ad oggi, importanti e limitanti problemi fitosanitari. Bibliografia:

5 - AA.VV. Atti del convegno nazionale La coltura dell'actinidia -ERSO- Faenza 1996; - Frutticoltura e orticoltura biologica -Schede Tecniche -Cedas -Regione Emilia- Romagna; - CRPV - Linee guida per l'agricoltura biologica - Edagricole 1998; - Schede redatte dal Dr. Alberto Aldini Si ringraziano per i dati forniti i seguenti Enti: - Associazione per l'agricoltura biologica - AIAB; - Consorzio per il Controllo delle Produzioni Biologiche (CCPB); - Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC); - QC&I Service; indietro HOME avanti