[LA MAGNUM, IL DOPOGUERRA E NON SOLO]
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- Cipriano Marino
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1 [LA MAGNUM, IL DOPOGUERRA E NON SOLO] di Mosé Franchi L appetito vien mangiando: dopo tanto spazio dedicato al reportage, il desiderio è quello di continuare. Ci piacerebbe, a proposito, ripercorrere il dopoguerra fotografico, ma prolungare l analisi fino a tutti gli anni sessanta. Il periodo è fertile, intenso, ricco di aggregazioni e momenti di confronto: vitale in senso estetico e culturale. La fotografia in quegli anni ha toccato livelli d eccellenza, per più motivi: c erano le firme, i contenuti, i modelli di fruizione, una bella editoria. Giusto quindi dar ragione all istinto dell appetito. Chim e Robert Capa che discutono della Magnum. Parigi, Fotografia di Henri Cartier-Bresson. 1947: Nasce la MAGNUM La fondazione della Magnum, nella Parigi del 1947, rappresenta sicuramente l evento fotografico più importante del dopoguerra. La si deve a Robert Capa ed Henri Cartier- Bresson, insieme a David Seymour (detto Chim), George Rodger, Maria Eisner e Rita Vandivert. Chim, Napoli A casa di Sofia Loren Lo scopo di quell agenzia era (ed è) quello di proteggere il diritto d autore dei fotografi che ne facevano parte, lasciandoli liberi di lavorare sui temi più vicini a loro, permettendo anche reportage più approfonditi rispetto a quelli sotto commissione.
2 H. Cartier-Bresson ( ), Behind the Gare Saint-Lazare, 1932 Nel corso degli anni la Magnum diventerà la foto-agenzia più importante al mondo, per via soprattutto delle personalità che sarebbero vissute al suo interno; parliamo di: René Burri, Antoine D Agata, Elliot Erwitt, Jim Goldberg, Alex Majoli, Steve McCurry, Martin Parr, Lise Sarfati, Ferdinando Scianna, Alex Webb, l israeliano Micha Bar-Am, il cileno Sergio Larrain, l iraniano Abbas. F. Scianna, il reportage guarda la moda. La modella è Marpessa. La Magnum fu una grande scuola di fotogiornalismo, frequentata da persone che avrebbero rischiato la propria vita per lo scatto voluto: in grado comunque di cogliere gli attimi di una vita di tutti i giorni, con professionalità, dedizione, perfino ironia.
3 Negli USA W. Klein Anche negli Usa nacque una grande scuola di reportage, che aveva Weegee come capostipite. Di questa faranno parte William Klein e Diane Arbus. Diane Arbus Il conflitto mondiale aveva comunque lasciato dei segni tangibili nella coscienza della cultura. Nessuno avrebbe potuto esistere senza tenere conto di quanto era successo e per questo nasceva una nuova epoca, nella quale i fotografi volevano cimentarsi. Nasce il Fotoforum Nel 1949 nasce il Fotoforum, in Germania (sempre lì i vagiti della fotografia!) ad opera di Steinert, Windstober e Keeteman. Là in quegli anni diventarono molto famose alcune composizioni fotografiche a tema astratto. Fotoforum si proponeva di far riscoprire le possibilità creative e le forme espressive dell avanguardia fotografica d anteguerra, che la politica culturale nazionalsocialista aveva completamente occultate.
4 Un ped-one 1950, Steinert Otto Steinert, figura dominante della fotografia tedesca del dopoguerra, era in origine orientato a prendere la carriera medica. Iniziati gli studi di medicina nel 1934, si laurea nel Conclusasi la guerra, dal 1945 al 1947 lavora come assistente medico a Kiel. Già fotografo amatoriale convinto, finisce per rinunciare alla professione medica per questa sua passione. Maschera di ballerina 1952
5 Strette inquadrature, contrasti netti, strutture astratte, situazioni che riproducessero effetti surrealisti, stampe in negativo, solarizzazioni, sono i mezzi espressivi di Steinert e dei suoi allievi. Queste tecniche si rifacevano dichiaratamente ad alcuni grandi fotografi come Man Ray e soprattutto Moholy-Nagy. Edward Steichen, Black: La modella Margaret Horan, The Family of Man Con questo titolo si intende il nome dell evento fotografico più importante di quegli anni (siamo nel 1955). Si tratta di una mostra fotografica itinerante in 37 paesi, con più di 500 immagini. Il pubblico fu da record e al centro del contenuto c era la figura dell uomo, con tutti i suoi valori, drammi, gioie e aspirazioni. Organizzatore della mostra fu Edward Steichen, allora curatore del Dipartimento di Fotografia del Museum of Modern art di New York. Edward Steichen, Brooklyn Bridge, 1903 Una mentalità nuova C è una mentalità nuova nella fotografia, questo in tutto il mondo. Gli interpreti non erano impegnati a raccogliere l attimo fuggente, bensì a crearlo dal nulla; in quel momento l immagine acquistava il proprio significato. Si creavano nuovi canoni e l immagine viveva in ambiti meno angusti. Nasceva quindi quell autonomia tipica della fotografia diretta, espressa da autori del calibro di E. Weston e W. Evans.
6 Foto di E. Weston Su Weston ci soffermiamo un attimo, questo perché il suo lavoro incarna quanto abbiamo detto fino ad adesso. Margrethe Mather e Edward Weston, Ansel Adams diceva di lui: "Weston è uno dei pochi artisti creativi del nostro tempo... I suoi lavori illuminano il viaggio spirituale dell'uomo verso la perfezione. Weston è, in effetti, l'incarnazione della poesia applicata alla fotografia. Lui sosteneva che il compito del fotografo non fosse solamente imparare a maneggiare l'apparecchio o a sviluppare o a stampare, ma imparare a vedere fotograficamente, addestrarsi a guardare il soggetto, tenendo conto delle possibilità della sua attrezzatura e dei relativi procedimenti tecnici, in modo da poter istantaneamente tradurre gli elementi ed i valori della scena, nell'immagine che si propone di realizzare. Praticamente i fotografi secondo Weston dovevano possedere la capacità di previsualizzare (visualizzare prima) la fotografia dentro se stessi, e poi scattarla. Creare l attimo, insomma. Una storia particolare
7 Molti sono i fotografi che dovrebbero essere citati in relazione al periodo. Il reportage splende, ma anche la moda ed il ritratto. A noi interessa comunque una storia particolare, quella di Stanley Kubrik: figlia comunque del momento storico e dell espressività vigente. Il regista dal 45 al 50 si interessò di fotografia. La passione la ereditò dal padre (assieme a quella per gli scacchi), un medico; e all età di 17 anni venne assunto da Look come reporter. Dopo passò al cinema, ma già le prime immagini fisse testimoniavano l amore per il movie: vere e proprie storie, nelle quali venivano indagati volti e sentimenti. Dobbiamo finire qui Non possiamo dilungarci molto, perché la rubrica risulterebbe troppo lunga. Il dopoguerra (e fino agli anni 60) è stato un periodo importante per la fotografia, ricco di maestri ed episodi. Il mezzo aveva una sua potenza mediatica e la diffusione (del pensiero abilitante, innanzitutto) risultava globale. Ci torneremo sopra, già dalla prossima puntata. I nomi da citare potrebbero essere molti, tanti anche italiani. Per concludere fateci parlare di un vietnamita, Nick Ut. Questi si è dedicato alla fotografia dopo la morte del fratello, avvenuta sul campo (un altro!). La sua foto più celebre è quella della bambina vietnamita, diventata simbolo della guerra del Vietnam. Nick si trasferirà negli USA, ma poi tornerà sui luoghi della guerra, dove
8 incontrerà la medesima fanciulla; lo scatto che ne seguirà (il secondo, quindi) gli varrà il Pulitzer. Chi cerca l uomo, lo fa anche tornando sui propri passi. Lo scatto di Nick Ut Una precisazione: la foto di Nick sconfina dal periodo storico che stiamo analizzando, la sua carriera, però, è da anni 50. L immagine è stata scattata nel 1972, a Giugno. Crediamo però che in essa si assista ad un cambiamento epocale: i bambini, da qui in poi, non saranno più spettatori, ma veri interpreti degli eventi bellici. Qui sopra i veri protagonisti sono loro: l urlo del bambino a sinistra è quasi sonoro, e la bambina, nuda per giunta, racconta tutta la guerra con la propria disperazione. La coscienza del mondo intero si commosse di fronte a quella fotografia. Nick Ut Ci scusiamo se nelle varie puntate torniamo spesso sugli stessi argomenti, citando magari più volte i medesimi autori; non siamo noi a sbagliare, ma è la fotografia a indurci nell errore. Lei entra ed esce nelle nostre vite, tra passato e futuro: alimentando le nostra coscienze. Mosé Franchi
9 Note: Chim, come Capa, morirà da fotografo il Novembre del 1956 sul Canale di Suez. Renè Burri. La sua fotografia più famosa è rappresentata dal ritratto di Che Guevara. Una foto di Renè Burri William Klein fu il fotografo preferito di Federico Fellini, che lo invitò nel 1956 a Roma per un reportage fotografico. Il regista riminese disse: Se Roma era un film William Klein ne sarebbe stato il regista. Edward Steichen ( ) è stato un fotografo e pittore lussemburghese naturalizzato statunitense. Diventò cittadino americano nel 1900, dopo che la sua famiglia si era trasferita negli Stati Uniti dal Lussemburgo nel Avendo esordito come pittore, è del tutto conseguente che Steichen abbia assunto, all'inizio della sua attività di fotografo, l'approccio del pittorialismo, ben presto diventandone un maestro - la prima macchina fotografica gli era stata regalata dal padre nel Nel 1901 è a Parigi, dove fotografa artisti e scrittori. Nel 1902 ritorna a New York; affitta uno studio con Alfred Stieglitz - che ha acquistato per primo le sue fotografie e di cui è diventato amico - e altri, e fonda "The Photo Succession", collaborando alla rivista trimestrale Camera Work.
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