LA POLITICA SEO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

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1 Carlo Bonora 12 LA POLITICA SEO DELLA COMMISSIONE EUROPEA Novembre 2003

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3 Indice OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE DELL UNIONE EUROPEA. POSTI DI LAVORO, COESIONE, PRODUTTIVITÀ... 5 ALCUNI FATTI E CIFRE... 7 IL RUOLO DEL FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE)... 9 L INTERAZIONE TRA POLITICA ECONOMICA, POLITICA SOCIALE E POLITICA PER L OCCUPAZIONE PRODUCE COESIONE SOCIALE L AGENDA EUROPEA PER LA POLITICA SOCIALE MIGLIOR ACCESSO AL MERCATO DEL LAVORO DEI GRUPPI SVANTAGGIATI E/O MARGINALIZZATI GLI ORIENTAMENTI EUROPEI PER LE POLITICHE OCCUPAZIONALI EQUAL Discriminazione e accesso al lavoro L impegno della Commissione per la parità di genere nel campo dell occupazione e nella cittadinanza DISCRIMINAZIONE ED ESCLUSIONE SOCIALE Essere contro le discriminazioni Adattamento delle Imprese e del lavoro a migliori condizioni di lavoro e ambiente lavorativo 20 Adattabilità e flessibilità: l impresa e il lavoro di fronte alla mobilità e ai nuovi mercati del Lavoro europei Adattabilità all innovazione tecnologica. Occupazione e lavoro nella Società dell Informazione LE BUONE PRASSI DEL DIALOGO SOCIALE E DELLA REGOLAZIONE DEL LAVORO ALLA BASE DEI PROGRAMMI EUROPEI PER L OCCUPAZIONE E LA LOTTA ALLA MARGINALIZZAZIONE E ALL ESCLUSIONE SOCIALE L AMMODERNAMENTO DEI RAPPORTI DI LAVORO DIALOGO SOCIALE SETTORIALE INFORMAZIONE, CONSULTAZIONE E COINVOLGIMENTO DEI LAVORATORI RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE E RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE AZIENDE PARAMETRI ORGANIZZATIVI DI RIFERIMENTO PER L ADATTABILITÀ DELL IMPRESA E DEL LAVORO AL CAMBIAMENTO OCCUPAZIONE, LAVORO, SVILUPPO SOCIALE ED ECONOMICO IN UNA PROSPETTIVA DI PROTEZIONE SOCIALE MODERNA E SOSTENIBILE LA SFIDA DELLO STATO SOCIALE LOTTA ALLA MARGINALIZZAZIONE, ALL ESCLUSIONE E, QUINDI, ALLA POVERTÀ

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5 Occupazione e politica sociale dell Unione Europea. Posti di lavoro, coesione, produttività 1 Nel 1997 in Europa si contavano 17 milioni di disoccupati: uno spreco di risorse umane intollerabile per un economia orientata alla competitività sul mercato mondiale. Il paragone, ovviamente, deve essere fatto con gli Stati Uniti. In quel periodo negli USA si beneficiava di un boom prolungato: basso tasso di inflazione, tasso di occupazione record; in gran parte dell Unione Europea si registrava un alto tasso di disoccupazione, un ritmo lento di creazione di nuovi posti di lavoro e livelli bassi di partecipazione. I leader dell Unione Europea, nel vertice di Lussemburgo, considerando la disoccupazione e quel livello di disoccupazione come un grave danno al tessuto sociale ed economico e all individuo, hanno convenuto sulla comunanza del danno e si sono impegnati per elaborare strategie di politica sociale ed economica condivise 2 e coordinate e un quadro di azione comune di orientamenti per l occupazione. Da quel momento in poi il Consiglio europeo avrebbe monitorato gli orientamenti, nella loro qualità di presupposti d azione, attraverso una revisione annuale dei Piani di Azione Nazionali per l Occupazione. 3 Sono passati quattro anni dal vertice di Lussemburgo e, al suo quarto anno di attuazione, la strategia europea si è arricchita. La strategia europea per l occupazione (SEO) ha ora identificato tre nuovi modi per l elaborazione delle politiche socio-economiche legate alla occupazione e allo sviluppo. La strategia identifica idealmente e metodologicamente, in un quadro di responsabilità e di approccio etico all economia del sistema, un approccio integrato per ridurre la disoccupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro: a differenza della tradizionale politica per il Mercato del Lavoro, la SEO persegue un approccio olistico coerente con una solida politica macroeconomica e strutturale che, a supporto dell occupazione, chiama in causa anche altre politiche (istruzione, tassazione, politica industriale, sociale e regionale). La visione olistica dell approccio integrato, nella proposta e nell attivazione delle politiche del lavoro e dello sviluppo, si riflette e richiama i cosiddetti quattro pilastri degli orientamenti per l occupazione che si ritrovano ovunque si individuino approcci e strategie per lo sviluppo sociale ed economico degli Stati membri dell Unione Europea. Abbiamo ora la possibilità di sviluppare ulteriormente la tabella 1, inserendo in essa una nuova 1 Le argomentazioni che seguono, in questo paragrafo, fanno riferimento al documento: Occupazione e politica sociale dell UE posti di lavoro, coesione, produttività, della Direzione Occupazione e affari sociali della Commissione Europea, pubblicato nel Il titolo Occupazione del Trattato di Amsterdam 3 Processo di Lussemburgo: meccanismo di coordinamento dell Art Il Consiglio Europeo concorda ogni anno gli orientamenti per l occupazione da trasmettere agli Stati membri. - Ogni Stato membro elabora annualmente un Piano di Azione Nazionale (PAN) che descrive come tali orientamenti vengono recepiti in pratica a livello nazionale. - La Commissione e il Consiglio esaminano congiuntamente i PAN e sottopongono una relazione comune sull Occupazione al consiglio europeo. La Commissione presenta anche una nuova proposta di revisione degli orientamenti per l occupazione dell anno successivo. - Il Consiglio, in base alle conclusioni dei Capi di Stato o di Governo, formalmente approva gli orientamenti per l occupazione rivisti dell anno successivo. - Il Consiglio può anche decidere, a maggioranza qualificata, di formulare, su proposta della Commissione, raccomandazioni specifiche per il Paese. 5

6 colonna, quella relativa agli orientamenti generali per l occupazione, orientanti anche per le azioni dei Programmi europei e trasversali ad essi, descritte nella tabella 1. Tab. 1 I quattro pilastri della strategia europea per l occupazione. Orientamenti e obiettivi Pilastri della strategia europea per l occupazione Orientamenti e obiettivi Occupabilità Imprenditorialità Adattabilità Pari opportunità Le principali finalità sono quelle di garantire che i disoccupati abbiano le giuste competenze e i giusti incentivi per reinserirsi nel mondo del lavoro e di promuovere un mercato del lavoro aperto a tutti. Questo pilastro lancia due messaggi fondamentali per l intera strategia, e segnatamente l approccio preventivo per combattere la disoccupazione cronica e l attivazione, vale a dire l introduzione di politiche atte a sostenere una partecipazione attiva. L obiettivo è quello di rendere più semplice l avvio e la gestione di un attività, oltreché l assunzione di persone che vi lavorino. Gli obiettivi contenuti in questo pilastro sono volti ad incoraggiare una maggiore consapevolezza imprenditoriale, sfruttare nuove opportunità per la creazione di posti di lavoro e rendere il sistema fiscale più favorevole al lavoro Tenuto conto della globalizzazione e dei rapidi sviluppi tecnologici, i dipendenti e l organizzazione del lavoro devono essere abbastanza flessibili da rispondere al continuo cambiamento strutturale. Gli orientamenti di questo pilastro promuovono l ammodernamento dell organizzazione del lavoro e sostengono l adattabilità nelle aziende, sottolineando anche la responsabilità delle parti sociali nel contribuire alla strategia. Se i tassi di occupazione dell Unione Europea sono inferiori a quelli degli Stati Uniti, ciò in parte è dovuto al fatto che sul mercato del lavoro ci sono meno donne. Questo pilastro è inteso a trovare modi per consentire a donne e uomini di lavorare in un contesto di pari opportunità e uguali responsabilità. Gli orientamenti sollecitano un approccio volto all integrazione della parità tra i sessi e la riconciliazione tra vita lavorativa e familiare, oltre a prevedere misure per semplificare il reinserimento nel mercato del lavoro. Viene inoltre seguito un approccio che si ispira alla gestione per obiettivo. È da considerare che la revisione annuale consente un controllo multilaterale e la costane revisione delle priorità. Questa è una metodologia che può portare con successo alla identificazione e alla quantificazione degli obiettivi 4. La SEO persegue infine la convergenza attraverso un coordinamento aperto. È da considerare con somma attenzione che il processo di Lussemburgo non stabilisce norme vincolanti per gli Stati membri. Questi restano ancora i responsabili primi delle loro politiche del lavoro e dello sviluppo. Tuttavia si promuove la convergenza attraverso l impegno dei singoli a perseguire gli obiettivi comunemente concertati (la stessa revisione annuale da un contributo alla convergenza). Altri organismo istituzionali si esprimo in merito alla adozione degli orientamenti (Parlamento Europeo, 4 Il documento della Direzione Occupazione e Affari sociali, citato, fa, al proposito un esempio: A titolo esemplificativo, potremmo citare quei disoccupati che entro il 2002 dovrebbero ricevere una nuova offerta di lavoro al più tardi nell arco di 12 mesi (6 mesi per i giovani) oppure di coloro che beneficiano di misure attive come la formazione. Gli esiti delle politiche sono descritti in dettaglio nei piani di azione nazionali e nella relazione annuale sull occupazione della Commissione, tutti documenti liberamente consultabili dal pubblico. 6

7 Comitato Economico e Sociale e Comitato delle Regioni, così come sono sempre più partecipi altri interlocutori che hanno interessi legittimi (parti sociali, rappresentanti locali e regionali, società civile) Alcuni fatti e cifre 5 Grazie anche all azione di concertazione, a tutti i livelli (Unione Europea, Livelli nazionali, Regioni, territori), coinvolgendo tutti gli attori e le parti sociali impegnate nel perseguire politiche per uno sviluppo sostenibile socialmente, economicamente e in relazione all ambiente (da considerare come uno dei vincoli dell adattabilità), la situazione dell occupazione nell Unione Europea è costantemente migliorata, particolarmente negli ultimi due anni, rispecchiando il clima economico complessivamente positivo ed i progressi compiuti nella riforma del Mercato del Lavoro. Sembra, insomma, che i problemi persistenti legati alla disoccupazione e alla scarsa partecipazione al Mercato del Lavoro, si stiano affrontando con una certa efficacia 6. Nell Unione Europea il tasso di disoccupazione è sceso ad una media del 9, 2%, nel 1999 e, nel Maggio 2001, per i 15 Stati dell Unione era rimasto al 7,6%. La disoccupazione giovanile, nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, nel 2000 era pari all 8,5% e ora ha raggiunto il minimo storico. Tuttavia, anche se il calo è iniziato nel 1997, nel 1999 la disoccupazione cronica restava un problema per il 4,2% della forza lavoro. Nel triennio sono stati creati di posti di lavoro, soprattutto nel terziario (servizi). Nel 2000, il tasso di occupazione, in Europa è passato al 63,3% dal 61,3% registrato nel Il mercato del lavoro europeo presenta la caratteristica della femminilizzazione, essendo le donne le principali beneficiarie della crescita occupazionale. Tuttavia il loro tasso di occupazione del 52,5% rimane ostinatamente inferiore a quello degli uomini del 18,5%. Infine la partecipazione al mercato del lavoro dei lavoratori anziani (aventi più di 55 anni) registra un dato molto basso ( 37%) considerata la crescente solidità del Mercato del Lavoro in alcuni Stati membri. Alcune tabelle riassuntive e comparative: Tabella n. 2 Tasso di disoccupazione (%) ,2 9,1 9, ,8 10,7 11,1 10,7 9,2 Tabella n. 3 Tasso di disoccupazione giovanile (%) ,3 17,9 19,6 21,1 21,9 21, ,3 18,1 5 Le cifre che seguiranno sono tratte dalla Relazione comune sull occupazione, Due parti: europa.eu.int/comm/employment_social/empl&esf/empl2000/jer2000_1_en.pdf e europa.eu.int/comm/employment_social/empl&esf/empl2000/jer2000_2_en.pdf t Gli ultimi dati sono disponibili nella Relazione comune sull occupazione, Occorre considerare che il documento della Commissione, illustra la situazione europea fino al Maggio

8 Tabella n. 4 Tasso di disoccupazione cronica (%) ,7 4,2 4,7 5,2 5,3 5,2 5,3 4,7 3,8 Il consolidamento delle politiche nell itinerario di sviluppo da Lisbona a Stoccolma Nel 2000 il monitoraggio sui risultati delle politiche SEO ha messo in luce, insieme alle positività anche alcuni punti di criticità da affrontare per non regredire. Il Consiglio Europeo di Lisbona ha creduto opportuno e necessario riorientare la strategia verso sfide di più ampio respiro, rispetto alle precedenti come, per esempio, la carenza di manodopera e le lacune di specializzazione. Quindi dal Marzo del 2000 (Il Consiglio di Lisbona ha questa data) si identificano alcuni punti focali per l occupazione che si riorientano. In particolare: 1. Piena occupazione. Poiché la partecipazione al mercato del lavoro è troppo bassa per garantire la sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale e della crescita economica, i tassi di occupazione andrebbero incrementati, soprattutto con una maggiore partecipazione delle donne e dei lavoratori anziani. Per questo obiettivo si indicano proiezioni al 2005, su cui concentrare l impegno dell Europa e degli Stati membri, per migliorare la partecipazione al MdL, soprattutto delle categorie sopra indicate. Tabella n. 5 Obiettivi per i tassi di occupazione 7 Anno Totale Uomini Donne Lavoratori anziani % 71% 52% 37% % 57% % 60% 50% 2. Lacune di specializzazione. Sui Mercati del Lavoro degli Stati Membri stanno emergendo sempre più lacune di specializzazione e carenza di manodopera 8. Ciò richiede strategie in materia di apprendimento (formazione lungo tutto l arco della vita lavorativa, formazione continua e permanente) e potenziamento della mobilità del Lavoro in Europa, sviluppando nuovi mercati del lavoro europei La qualità del Lavoro. In linea con l obiettivo dichiarato a Lisbona di generare più posti di lavoro di migliore qualità, la qualità del lavoro sta diventando una priorità. Con l introduzione di uno specifico processo di coinvolgimento delle parti sociali nella strategia di Lussemburgo si sono schiuse nuove possibilità per una partecipazione di alto profilo delle parti sociali, in Europa (UNICE e CES) e negli Stati membri. 7 Gli obiettivi per il 2005 e per i Lavoratori anziani sono stati fissati a Stoccolma; gli obiettivi per il 2010 e per la partecipazione delle donne al MdL sono stati fissati a Lisbona. 8 In Italia ciò è dimostrato dalle Ricerche Nazionali sul Fabbisogno Professionale e Formativo condotte dagli Enti bilaterali nazionali dell Industria (OBN Confindustria/CGIL,CISL,UIL) e dell Artigianato ( EBNA Confederazioni dell Artigianato/CGIL, CISL, UIL). Su queste ricerche si ritornerà più avanti, nel Rapporto. 9 Si pensi alle potenzialità di questo orientamento in relazione alle politiche europee di allargamento, con l ingresso di nuovi Stati membri. Tali potenzialità riguardano sia il lavoro che le imprese. 8

9 Il ruolo del Fondo Sociale Europeo (FSE) 10 Da oltre quarant anni il Fondo Sociale Europeo (FSE) investe, in collaborazione con gli Stati membri, in programmi operativi di alto spessore, volti a sviluppare le competenze dei lavoratori e il loro potenziale lavorativo. Del Fondo Sociale Europeo è di grande interesse, soprattutto quale riferimento ad azioni mirate specificamente all occupazione e al dialogo sociale, prestare attenzione all art.6 dell FSE 11. Articolo 6. L articolo 6 del regolamento del FSE consente alla Commissione europea di promuovere e finanziare progetti pilota per sperimentare nuove idee e nuovi approcci in merito ad aspetti specifici della politica per l occupazione. L idea è quella di sviluppare idee e approcci innovativi che possano influenzare e migliorare il finanziamento del tradizionale FSE, il principale strumento finanziario di sostegno alla strategia europea per l occupazione. Nel 2001 e nel 2002, la Commissione ha promosso progetti rientranti nell articolo 6 sui temi: Adattamento alla nuova economia nel quadro del dialogo sociale e Strategie locali di occupazione e innovazione. Il secondo tema rispecchia la crescente importanza che rivestono gli approcci strategici territoriali o locali nei confronti dell occupazione come modo per accostare la strategia europea per l occupazione e i piani di azione nazionali agli attori locali. Infatti gli orientamenti per l occupazione del 2001e del 2002, affermano che tutti gli attori a livello regionale e locale, incluse le parti sociali, devono essere mobilitati per attuare la strategia europea per l occupazione. A tal fine, gli Stati membri, nella loro politica generale per l occupazione, dovrebbero tener conto, ove del caso, della dimensione dello sviluppo regionale ed incoraggiare le autorità locali e regionali a sviluppare strategie per l occupazione. In questi quarant anni il FSE si è evoluto in risposta all innovazione organizzativa del lavoro, alle nuove relazioni industriali, alle necessità di sviluppo delle risorse umane, in un ambito in cui scienza e tecnologia 12 hanno indotto nelle organizzazioni profondi mutamenti. Attualmente FSE costituisce il principale strumento finanziario dell Unione attraverso il quale essa traduce in azioni le finalità della sua politica strategica per l occupazione. A dimostrazione dell impegno della Commissione: nell ambito dell attuale serie di programmi del fondo strutturale, valida fino al 2006, il FSE ha destinato 60 miliardi di Euro di fondi comunitari al sostegno delle politiche di sviluppo e per la lotta alla disoccupazione. Ben il 60% dei fondi è stanziato per promuovere l occupabilità, includendo in essi un investimento di circa 11 miliardi di euro per l inserimento sociale. Altri 11 miliardi di Euro finanziano investimenti nel campo dell adattabilità del lavoro europeo ed il bilancio per operazioni specifiche di supporto alla parità tra uomini e donne è stato elevato di circa 4 miliardi di euro. Inoltre, l impegno assunto nei confronti dell integrazione alla parità dei sessi in tutti i campi della programmazione del FSE innalza notevolmente il livello di sostegno alle pari opportunità. I negoziati in merito agli attuali programmi del Fondo Sociale Europeo dimostrano la volontà degli Stati membri di investire le risorse dei fondi comunitari nelle politiche per la lotta alla disoccupazione e per il lavoro di qualità. È sulle risorse umane che si incentra il massimo dello sforzo. Da questo punto di vista beneficiari del grande sforzo in atto sono anche le imprese (particolarmente la PMI) per le quali sono finanziate azioni di sistema (per esempio, attraverso la partecipazione alle opportunità offerte dall ob. 2 del FSE o altri programmi facenti riferimento comunque ai fondi strutturali). 10 Informazioni esaustive sul FSE sono consultabili visitando il sito internet: europa.eu.int/comm/employment_social/esf2000/index.htm 11 http.//europa.eu.int/comm/employment_social/empl&esf/com894/com894_en.pdf 12 Sulla ricerca tecnologica, alle luce delle Nuove Tecnologie dell Informazione e della Comunicazione e del ruolo che essa ha per lo sviluppo (che, in Europa, si vorrebbe sostenibile), la Commissione Europea ha appena promosso il VI Programma Quadro. Per avere informazioni dettagliate sul programma, si veda sul sito internet: 9

10 Il FSE vuole dunque migliorare l efficacia e la capacità e la capacità di risposta delle politiche per il Mercato del Lavoro e pone grande enfasi sulla necessità di favorire la crescita dell occupazione, attraverso la creazione di posti di lavoro (non solo dipendenti ma anche autonomi ). Molte azioni del FSE sono indirizzate alla creazione di impresa (autoimprenditorialità) sia attraverso l acquisizione di competenze che attraverso aiuti che possono essere compresi nella azione di avvio dell Impresa stessa. Grande attenzione viene posta sugli aspetti innovativi del MdL (nuovi lavori, innovazione dell avviamento al lavoro, competenze, certificazioni e capitalizzazione di competenze, ecc.). Comunque, l esempio più eloquente del sostegno di FSE a SEO è la priorità attribuita, in tutti i programmi del fondo, all azione preventiva. Si tratta quindi di impegni verso lo sviluppo di politiche attive del lavoro, attraverso azioni di cui le più visibili e da rendere ancora più incidenti nei processi di sviluppo socio-economico, sono relative all acquisizione di competenze e conoscenze (la formazione ) ed azioni di sistema. L impegno degli Stati membri, pur non privo di qualche contraddizione, nell utilizzo del FSE, ha prodotto buone pratiche che hanno contribuito a migliorare la qualità delle risorse umane, adeguandola ai processi innovativi in atto. Ciò ha a sua volta implementato la qualità del lavoro e la sua competitività, sia nel mercato del lavoro esterno all azienda che quello interno. I processi di adattabilità dell Impresa e del lavoro sono, quindi, da tempo avviati; purtuttavia occorre un forte impegno di government e di governance affinché essi stessi si adattino alle dinamiche innovative che percorrono i mercati, le attività produttive e di servizio, gli scambi transnazionali, la società e l economia. Da questo punto di vista, assai complesso e riferito a dinamiche sociali ed economiche non sempre sotto controllo, vengono sollecitate ( e per alcuni versi, esigite) le responsabilità che, oggi più che mai, vanno viste nelle logiche della coesione sociale e del dialogo). 10

11 L interazione tra politica economica, politica sociale e politica per l occupazione produce coesione sociale Nell ambito dell Unione Europea, e quindi nell ambito degli Stati ad Essa aderenti e che la costituiscono, il Lavoro, generalmente ben formato (grazie anche e soprattutto al generoso sforzo del FSE) ed i sistemi di protezione sociale offrono un contesto di stabilità necessario per gestire l innovazione in atto; si può cioè fare affidamento su punti di forza ben precisi per trarre benefici da quelle che vengono definite dalla stessa Commissione nuove opportunità di crescita e di sviluppo sia per il Lavoro che per l Impresa. Purtuttavia vi è la sensazione diffusa, anche nell ambito degli organismi di governo, tra la cittadinanza, tra le Imprese e le parti sociali, ecc. che i punti di forza dell Europa, se per esempio (come d altra parte si fa sempre più frequentemente, quando si discute di economia) si paragonano i risultati europei di crescita e creazione di posti di lavoro a quelli degli Stati Uniti, non siano pienamente sfruttati Un fattore importante che spiega questa situazione è il ritardo, che si riscontra in molti Stati membri dell Unione Europea, nella transizione alla società della conoscenza e nella corrispondente creazione di posti di lavoro nei settori dei servizi (di ciò ci occuperemo più avanti, in questa sezione del rapporto, quando affronteremo la questione dei Posti di lavoro nella Società dell Informazione). Tale sfida cruciale, fortemente legata allo sviluppo delle nuove Tecnologie dell Informazione e della Comunicazione (ntic) e stata raccolta in modo disomogeneo, in Europa. Alcuni Stati sono più avanti di altri; in particolare l Italia occupa posizione di retroguardia. Eppure l incitamento e l impegno a raccogliere la sfida hanno animato e sono alla base della strategia di Lisbona 15. Capacità di lavoro,competenze e specializzazioni sono fattori produttivi fondamentali per lo sviluppo economico, sostenibile socialmente e dal punto di vista ambientale; su questi fattori la Commissione europea ha investito politiche attive per il lavoro e la Direzione Occupazione e Affari Sociali azioni concrete e programmi, finanziati nell ambito dei fondi strutturali. Il FSE, i programmi ADAPT, OCCUPAZIONE, NOW, ecc, e ora EQUAL ne sono testimonianza. Se i fattori succitati sono alla base delle politiche per l occupazione, allora essi influiscono positivamente sull interrelazione tra lo sviluppo economico e i risultati del mercato del lavoro, correggendo le lacune del mercato del lavoro, sia sul versante dell offerta che su quello della domanda. La Commissione, riguardo all offerta, ha più volte sottolineato che i principali punti deboli, su cui progettare azioni efficaci e su cui attivare politiche del lavoro (attive e passive) sono: scarsa partecipazione dei lavoratori anziani; 13 Se tutti gli Stati membri dovessero replicare le prestazioni americane (2001), si potrebbero creare ben 30 milioni di posti di lavoro ex novo. In Europa la popolazione lavorativa è pari a 245 milioni di persone, negli USA essa è pari a 175 milioni di persone. Negli USA vi sono di persone occupate, pari al 74%; in Europa gli occupati sono , pari al 60%. Per raggiungere lo standard americano (il 74%) potenzialmente sono individuabili di lavoratori. 14 Un ragionamento critico sull occupazione e la gestione del Mercato del Lavoro, negli Stati Uniti e quindi sulla tendenza che molto spesso traspare nei ragionamenti socio economici ad imitare gli americani, si trova in Luciano Gallino, Se tre milioni vi sembran pochi.- Sui modi di combattere la disoccupazione. Ed. Einaudi, n. 62 Einaudi Contemporanea, pp Sui siti europei: europa.eu.int e è interessante e di incitamento visitare le pagine del V e VI Programma Quadro delle Ricerca tecnologica. 11

12 scarsa partecipazione delle donne; disuguaglianze, nel lavoro, di genere; elevati livelli di disoccupazione cronica; elevati livelli di disoccupazione regionale; crescente carenza di manodopera, in certe regioni; lacune di specializzazione in determinati settori; sfasature nella conoscenza delle ntic 16 ; scarsa disponibilità della manodopera alla mobilità geografica; ecc Per quel che riguarda la domanda, i punti deboli possono essere così individuati: alti livelli di tassazione applicati al lavoro; effetti negativi di una eccessiva burocratizzazione per l avvio di nuove PMI. Questi punti di criticità individuati sul fronte dell offerta e della domanda sono ritenuti ragioni ovvie per le quali la crescita economica può aver prodotto risultati inferiori alle aspettative nella creazione di nuovi posti di lavoro, insieme ai cicli recessivi che, per loro conto, possono avere prodotto una notevole distruzione dei posti di lavoro. Per dare impulso positivo alle politiche per l occupazione, il processo di Lussemburgo coordina le necessarie riforme che coinvolgono anche le parti sociali 17 e tengono conto dell integrazione della parità dei sessi, lottando anche contro le marginalità in cui ampi spazi sociali e le persone sono tenute. Ciò in linea con gli orientamenti generali adottati dall Unione Europea, in riferimento alla politica economica in senso ampio. L agenda europea per la politica sociale Per affrontare in termini pragmatici il problema occupazionale e la lotta alle marginalità e per dare impulsi positivi alle azioni di adattabilità all innovazione e alla flessibilità delle Imprese (con particolare riferimento alla PMI) e del Lavoro, nel quadro impegnativo sudescritto, è necessaria una forte integrazione tra le politiche economiche e le politiche per l occupazione che, insieme ad una cura particolare da destinare a politiche sociali che definiscano standard sociali elevati e una solida rete di sicurezza, costituiscono le pietre angolari di un sistema che, nei prossimi anni e in un ambito di Allargamento dell Unione Europea, possa guidare il progresso del Modello Sociale Europeo. È cioè necessario, per far crescere l occupazione e rafforzare la coesione, considerare l obiettivo del consolidamento della crescita economica sostenibile, accompagnata da una inflazione contenuta e finanze pubbliche solide. Un livello elevato di protezione sociale e una politica sociale ben mirata sono essenziali per adeguare l economia al cambiamento e ottenere una forza lavoro efficiente e ben formata. Un Istruzione accessibile e di qualità rafforza l inserimento sociale e la competitività. Inoltre, l aumento del tasso di occupazione può consentire di finanziare i sistemi di protezione sociale 18. Il Vertice di Nizza dicembre 2000 stabilisce un obbiettivo ambizioso, quello di portare l Unione Europea ad essere l economia basata sulla conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, in grado di generare una crescita economica sostenibile con più posti di lavoro di 16 Un esempio di buona prassi: la Finlandia, dopo aver vissuto una grave recessione all inizio degli anni 90, ha migliorato la creazione di posti di lavoro,orientandosi verso i settori ad alto contenuto tecnologico, e introducendo, nel contempo, una politica attiva per il mercato del lavoro. Di conseguenza, i tassi di occupazione sono costantemente aumentati, passando dal 60%, registrato a metà degli anni 90, al 68% nel Agenda per l adattabilità nell ambito degli orientamenti per l occupazione. 18 Commissione Europea Direzione Occupazione e Affari Sociali: Occupazione e politica sociale dell UEposti di lavoro, coesione, produttività. 12

13 migliore qualità e una maggiore coesione sociale. Tale obiettivo è il nucleo delle nuova Agenda di Politica Sociale adattata dal Vertice. Essa dà chiare indicazioni per raccogliere la sfida di Lisbona 19. L impegno dell Unione è quello di ammodernare il modello sociale europeo investendo sulle persone e costruendo uno stato sociale attivo, fondamentale per preservare i valori tradizionali (L Europa del Valori) di solidarietà e giustizia, migliorando contemporaneamente i risultati economici; quindi investendo molto anche sulla Impresa (particolare attenzione è rivolta alla PMI), sulla ricerca tecnologica, sull implementazione dei sistemi di conoscenza, sulla competitività dei prodotti europei nei mercati internazionali e, quindi, in ultima analisi sulla qualità e competitività del lavoro. In relazione all obiettivo di ammodernamento del modello sociale europeo l agenda ripropone iniziative esistenti e ne suggerisce di nuove che possono essere comprese in tre categorie principali: alcune iniziative sono volte a realizzare il potenziale di piena occupazione dell Europa, creando più posti di lavoro di migliore qualità, anticipando e gestendo il cambiamento, incoraggiando l adattamento al nuovo ambiente di lavoro, sfruttando il potenziale dell economia basata sulla conoscenza e promuovendo la mobilità 20 ; altre azioni sono intese ad ammodernare e migliorare la protezione sociale, a combattere l esclusione sociale, la disparità dei sessi e la discriminazione arbitraria; una terza categoria è destinata ai preparativi per l ampliamento e a fare in modo che il dialogo sociale contribuisca a rispondere alle varie sfide. In sintesi grafica l integrazione delle politiche sociali ed economiche e le azioni che da essa derivano può essere rappresentata dalla fig.1. Miglior accesso al mercato del lavoro dei gruppi svantaggiati e/o marginalizzati Le politiche europee, adottate dagli Stati membri, per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sociale ed economico dell Unione, pensate anche nella prospettiva dell allargamento, hanno, nell ambito della loro mission complessiva (derivata dal mix di politiche sociali ed economiche, illustrato nella fig.1), un obiettivo specifico: quello di migliorare l accesso al Mercato del Lavoro a beneficio dei gruppi svantaggiati della Comunità. Affinché ciò avvenga è necessario garantire al maggior numero possibile di cittadini europei l opportunità di sfruttare le proprie competenze in modo produttivo a proprio beneficio e a vantaggio della Comunità, intesa in senso ampio (quindi anche in prospettiva dell Allargamento). L attenzione e le volontà politiche dell Unione, espresse in tutti i suoi programmi per l occupazione e lo sviluppo economico sostenibile, è rivolta ad alcuni gruppi sociali verso cui, prioritariamente, bisogna attivare azioni positive: donne, lavoratori anziani e persone svantaggiate. Il loro inserimento nel mercato del lavoro può dare un grande contributo al miglioramento del deficit del tasso di occupazione dell Unione, consentendo un avvicinamento all obiettivo, terzo pilastro dell agenda per la politica sociale, di assicurare una maggiore coesione sociale. Tale 19 Fare dell Unione la prima economia mondiale in termini di prosperità e benessere entro un arco di tempo pari a metà generazione. 20 La mobilità da incentivare è quella relativa al lavoro, in Europa. Molti programmi del FSE propongono azioni di implementazione del fattore mobilità. Per esempio il Programma Leonardo da Vinci sostiene progetti transnazionali di tirocini rivolti a coloro che seguono una formazione professionale iniziale, agli studenti universitari, ai laureati recenti, ai lavoratori e ai giovani disponibili sul mercato del lavoro. Il Programma sostiene inoltre scambi di responsabili della formazione e visite di studio. 13

14 obiettivo è fondamentale in quanto il numero di persone nell Unione, minacciate dalla povertà (sia per essa espressione di nuove povertà) e dall esclusione è ancora troppo alto 21. Fig. 1 Mix di politiche sociali ed economico per creare un circolo virtuoso di progresso economico e sociale. Interdipendenza tra le politiche per un loro rafforzamento reciproco. Politica sociale Qualità sociale/coesione sociale Politica economica Competitività/dinamismo Politica per Piena occupazione/qualità del lavoro 21 Sono di grande interesse le tabelle che seguono e che possono rappresentare il disagio sociale derivato dalla marginalità e dalla disoccupazione. Percentuale di persone che vivono in nuclei Popolazione totale di disoccupati cronici famigliari disoccupati Stati Stati membri membri B ,9 15,2 B 5,4 5,7 5,2 3,7 D 14,3 15,9 15,3 DK 1,5 1,3 1,0 0,9 EL 11,2 18,8 10,7 D 4,9 5,0 4,5 4,0 E 16,3 15,1 11,3 EL 5,3 5,9 6,5 6,2 F 11,4 12,0 11,2 E 10,8 9,4 7,3 5,9 IRL 16,1 15,0. F 5,0 5,0 4,7 4,1 I 12,2 12,4 11,3 IRL 5,7.. 2,8 L 10,3 10,2 9,7 I 8,1 7,1 7,1 6,6 NL 14,3 12,6 11,5 L 0,9 0,9 0,8 0,5 A 8,0 9,0 9,9 NL 2,5 1,9 1,4 0,7 P 8,1 8,4 6,3 A 1,5 1,6 1,5 1,3 UK 17,7 16,8 15,4 P 3,5 2,1 1,9 1,6 EU-15 15,2 15,0 13,6 FIN 4,4 3,6 2,6 2,7 S 3,5 3,3 2,2 1,7 UK 2,7 2,0 1,8 1,6 EU-15 5,2 4,3 Fonte: Eurostat, Indagine sulla forza lavoro. Non sono Fonte: Relazione comune sull inserimento (adattata) disponibili i dati per DK, FIN e SV In particolare dalla seconda tabella si può vedere la situazione di sofferenza in cui si dibatte l Italia che, se pure i dati evidenziano un miglioramento, purtuttavia rimane ultima tra gli Stati membri, sopravanzata anche dalla Spagna e dalla Grecia che, pure, dal 1997 al 1999 ha visto peggiorare le condizioni di marginalità del disoccupato (cronicizzazione della disoccupazione) 14

15 Prendendo atto di questa situazione sociale, determinata dall esclusione e dalla marginalità e quindi da alcuni aspetti iniqui ravvisabili nella divisione/distribuzione del lavoro e della ricchezza, i Consigli Europei di Lisbona e Feira nel 2000, hanno fatto della coesione sociale una delle pietre angolari della nuova strategia dell Unione ( e di conseguenza degli Stati che ad essa aderiscono) per il prossimo decennio. Ciò che occorre promuovere e, quindi, fare, è un azione coordinata con tre obiettivi indipendenti coerenti con il modello europeo: posti di lavoro di qualità e stabili (SEO); strutture economiche ammodernate ed in sintonia con l innovazione; maggiore coesione sociale. Il fare di qualità, inscritto in un idea di sviluppo sostenibile, soprattutto dal punto di vista sociale, deve essere supportato e accompagnato da politiche settoriali rivolte a specifici gruppi di riferimento. Gli orientamenti europei per le politiche occupazionali Un orientamento di grande interesse per la lotta alle discriminazioni e la promozione dell inserimento sociale, attraverso l accesso al lavoro, chiede agli Stati membri dell Unione europea di sviluppare politiche sulla base di azioni indotte da misure attive e preventive. Tali misure devono promuovere l inserimento nel Mercato del Lavoro delle persone a rischio e/o svantaggiate, combattendo, quindi quelle discriminazioni nell accesso al Mercato del Lavoro e nell Istruzione/formazione operate in base al sesso, alla razza, alla religione, al credo politico, alla disabilità, all età, all orientamento sessuale. Da questo punto di vista si fa quindi un severo confronto con i diritti fondamentali dell uomo (in generale) e del Lavoratore (in particolare). Un altro orientamento di sicuro interesse e impegno conseguente invita a sviluppare politiche attive del lavoro per il lavoratori anziani e, più in generale, per l invecchiamento. Se davvero si vuole uscire dalle buone intenzioni e si vogliono affrontare con determinazione i problemi del lavoro e del diritto al lavoro per la persona che invecchia e si intende realizzare l obiettivo delle piena occupazione, l atteggiamento nei confronti dei lavoratori anziani deve cambiare, come è necessario garantire l equità e la sostenibilità a lungo termine dei sistemi di sicurezza sociale. Gli Stati membri sono dunque impegnati a prendere provvedimenti per preservare la capacità lavorativa e le competenze dei lavoratori anziani, consentendo loro di accedere alla formazione e introducendo soluzioni di lavoro più flessibili. Altri orientamenti insistono sulla necessità di rafforzare le politiche degli Stati membri in materia di pari opportunità, riducendo quindi fino a rimuoverle del tutto le disparità di genere sul Mercato del Lavoro; occorre cioè garantire che tutte le politiche attuate attraverso la SEO rispecchino perfettamente i principi di integrazione della parità dei sessi. Gli Stati membri sono quindi impegnati ad elaborare, attuare e promuovere politiche attive rispettose della famiglia anche nel campo dell assistenza all infanzia, che deve avere costi accessibili, e del congedo parentale, temi sui quali esiste già una direttiva comunitaria. Attraverso queste politiche, che richiamano azioni finalizzate (progetti formativi, azioni di sistema, ecc.) alla conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita familiare e sociale, si intende promuovere flessibilità nel lavoro, una sua più equa distribuzione e la rimozione, anche culturale, di pregiudizi e di barriere radicati nel sociale: si tratta quindi di entrare nel merito di una nuova cultura antropologica. 15

16 Equal 22 In questo quadro complessivo si evidenzia l iniziativa comunitaria EQUAL, che fa parte del più ampio spazio del Fondo Sociale Europeo. Il programma rappresenta l ambito privilegiato per sperimentare approcci innovativi alla risoluzione dei problemi del mercato del lavoro, attuando azioni innovative (buone pratiche) per migliorare, in un ambito di coesione sociale e di dialogo sociale, il clima politico e di relazione per la creazione di nuovi posti di lavoro (aggiuntivi e non sostitutivi), garantendo pari opportunità a chiunque, persone occupate o in cerca di lavoro. L iniziativa EQUAL validerà nuovi modi per affrontare la discriminazione 23 e l ineguaglianza. DISCRIMINAZIONE E ACCESSO AL LAVORO L Unione europea riconosce il fatto che la partecipazione alla vita economica è un diritto fondamentale del cittadino europeo; la partecipazione è vista come una condizione preliminare per un migliore inserimento sociale ed è la base su cui appoggia la Coesione sociale ed il dialogo, quando essa si richiama al principio di cittadinanza. In conseguenza di questo principio che fa esplicito riferimento ai diritti fondamentali, la Comunità ha adottato due importanti direttive che vietano la discriminazione per gli stessi motivi affrontati nell ambito di EQUAL e a cui i progetti del Programma fanno bene a farvi riferimento, anche nelle azioni e nelle buone prassi infra e sovrastrutturali individuate e praticate. Se si ragiona in virtù della promozione di una società produttiva, aperta a tutti, il problema della parità tra uomini e donne nel lavoro e nell ambito dei diritti di cittadinanza assume grande rilievo. Il Trattato di Amsterdam del 1999 rafforza, con le proprie decisioni, l impegno per promuovere la parità di genere e per lanciare la strategia comunitaria in una prospettiva che tenga conto della parità dei sessi in tutte le politiche e i programmi dell Unione, e ha pervaso soprattutto i settori fondamentali come occupazione, ricerca, istruzione, diritti umani, cooperazione allo sviluppo, lotta alla violenza e ampliamento dell Unione. Si sono avviate, attraverso le strade aperte dal trattato stesso, specifiche azioni in favore delle donne. Peraltro, l adozione di nuovi regolamenti 24 per i Fondi Strutturali ( ), con specifiche disposizioni in materia di parità dei sessi, sta facendo fare, finalmente, passi in avanti, pur su un cammino irto di difficoltà. Infatti, nonostante i progressi compiuti, la strada da percorrere per sradicare le disparità e rimuovere le barriere che si oppongono alla parità, perpetrando ingiustizie che le donne devono affrontare nella vita quotidiana e di lavoro, è ancora lunga ed impervia. Basti pensare che il tasso di occupazione delle donne è ancora inferiore del 18% a quello degli uomini, e questo è un dato medio europeo che non evidenzia le differenze tra diversi stati e diverse culture di approccio al problema. Lisbona ha stabilito più ambiziosi obiettivi per le donne; il più importante di questi è quello di aumentare il tasso di occupazione femminile dal 53% al 60% entro il Gennaio Successivamente il Consiglio Europeo di Stoccolma ha deciso di fissare obiettivi intermedi per i tassi di occupazione complessivi e per le donne ha previsto il 57% entro il gennaio Questi obiettivi sono essenziali da raggiungere se si intende portare il tasso di occupazione europeo 22 L iniziativa EQUAL verrà integrata da altre azioni nella lotta alla discriminazione e all esclusione sociale che vanno al di là dell area socioeconomica del Mercato del Lavoro. In particolare si fa riferimento alla normativa e ai programmi di azione specifici di cui alla varie disposizioni sociali del Trattato contenute negli articoli 13 e Discriminazioni operate soprattutto in base a sesso, origine etnica o razziale, religione o credo politico, disabilità, età od orientamento sessuale. 24 I nuovi regolamenti propongono una strategia di parità integrata, la cui attuazione da parte degli Stati membri incaricati della gestione dei fondi strutturali sarà attentamente seguita dalla Commissione. 16

17 complessivo al 70%. In termini assoluti ciò significa che 10 milioni di donne in più dovranno essere associate alla forza lavoro. La strategia che ci si è posti dovrebbe aiutare a conseguire questo risultato; nell ambito di ciò che si è costruito intorno al pilastro relativo alla parità dei sessi, con l obiettivo di aiutare i lavoratori a conciliare vita professionale e familiare, ciò che finora si è fatto può definirsi incoraggiante, sebbene siano necessari ulteriori sforzi per introdurre, nel lavoro e nella sua organizzazione, buone pratiche, non più basate sulle intenzioni ma sul fare organizzativo e all interno di regolazioni contrattuali che rendano più semplice, per uomini e donne, trovare un equilibrio tra i due aspetti (lavoro e vita familiare). Attraverso gli orientamenti europei per l occupazione, la Commissione sta incoraggiando le parti sociali a sviluppare soluzioni di lavoro più flessibili e sfruttare appieno le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. La disparità di trattamento economico tra donne e uomini resta superiore al 20% 25 e, come ha sottolineato, a NorrkÖping, una riunione di ministri per le pari opportunità e la sicurezza sociale, gli sforzi volti ad aumentare e migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, garantendo un pari trattamento retributivo, sono importanti per la sostenibilità ed equità dei sistemi di protezione sociale. Occorre mettere in evidenza che le disparità di trattamento economico si riflettono sulla sicurezza sociale. Il dato preoccupante, comunque è questo: le donne, attualmente, rappresentano il 77% dei lavoratori a basso reddito. Tab. n. 6- Disparità tra uomini e donne nel mondo del lavoro - Il tasso di occupazione delle donne, nell Unione è ancora inferiore di 18,2 punti percentuali a quello degli uomini. - In media la disoccupazione delle donne è superiore al 3% a quella degli uomini. - la disparità tra i sessi in termini retributivi vede le donne svantaggiate: è ancora pari al 20% e quasi al 25% nel settore privato di alcuni paesi. - Il mercato del lavoro opera una segregazione basata sul sesso: le donne sono concentrate in alcune occupazioni e settori, gli uomini in altri. - Le donne occupate guadagnano meno degli uomini. Esse rappresentano infatti il 77% dei dipendenti a basso reddito. L IMPEGNO DELLA COMMISSIONE PER LA PARITÀ DI GENERE NEL CAMPO DELL OCCUPAZIONE E NELLA CITTADINANZA Tenendo conto del fatto che le donne sono ancora notevolmente sottorappresentate nelle Aziende e nei Centri decisionali politici, la Commissione ha espresso la ferma intenzione di essere proattiva in questo campo e, pertanto, nel giugno 2000 ha adottato una decisione in cui ha stabilito che nessuno dei due sessi debba rappresentare meno del 40% della composizione dei suoi comitati e gruppi di esperti. La Commisione, di conseguenza, ha chiesto agli Stati membri, alle parti sociali e ad altri organismi responsabili della nomina dei membri di verificare che nella nomina dei membri venga veramente raggiunto l equilibrio ipotizzato e proposto. Non esistono ancora dati di verifica rispetto all obbiettivo di parità; la Commissione, comunque, desidera cooperare con le parti sociali e le organizzazioni non governative per definire e aggiornare una serie completa statistica sulla partecipazione delle donne ai processi decisionali, a tutti i livelli (nelle aziende, nel lavoro, nella politica, ecc.). 25 Le retribuzioni delle donne sono ancora inferiori di oltre il 20% a quelle degli uomini. Per combattere questa e altre forme di disuguaglianza fra i sessi, la Commissione ha varato una strategia quadro mediante un programma di sostegno finanziario per di ( ). 17

18 È pienamente espressa la necessità di assicurare che, nella vita economica come nella politica, le capacità e le potenzialità delle donne siano pienamente riconosciute, utilizzate ed equamente e senza discriminazioni di genere, ricompensate. La strategia quadro sulla parità dei sessi ( ), adottata nel giugno 2000, abbraccia tutti gli strumenti e le politiche comunitarie per raggiungere l obiettivo della parità e della partecipazione delle donne alla vita economica e politica. I programmi e le iniziative in essere all interno della Commissione sono articolati attorno a chiari criteri di valutazione e strumenti di verifica, valutazione, monitoraggio e benchmarking. La strategia quadro è accompagnata da un nuovo programma di parità dei sessi, adottato con una decisione del Consiglio del 20 Dicembre 2000 e per il quale è stato stanziato un bilancio di 50 milioni di euro per il prossimo quinquennio. Il suo compito è quello di coordinare, sostenere e finanziare attività orizzontali nell ambito della strategia stessa, e cioè: vita economica; uguale partecipazione e rappresentanza; diritti sociali; ruoli dei sessi e stereotipi. Il programma cofinanzierà attività che rafforzino la consapevolezza, l analisi e la valutazione, le attività di cooperazione transnazionali e gli scambi di buone pratiche. La commissione intende valorizzare e far conoscere a tutti i livelli ciò che si è fatto, si fa e si farà, in merito ai diritti e alle opportunità. Esiste infatti un ampia e coerente legislazione in materia di parità tra uomini e donne. Il trattato di Amsterdam e il costante sviluppo della giurisprudenza europea hanno dotato l Unione di un articolato quadro giuridico in materia di parità di genere. La Corte di giustizia ha pronunciato una serie di sentenze che riguardano il corrispondente lavoro legislativo. Si sta dunque lavorando alacremente, anche dal punto di vista del diritto, per garantire alle donne e agli uomini parità d accesso al mercato del lavoro; la Commissione è fortemente impegnata, a livello di direttiva, per un pari trattamento di donne e uomini nell accesso al mondo del lavoro, la formazione e la promozione professionale e le condizioni di lavoro. Inoltre una nuova direttiva sulla parità dei sessi basata sull articolo 13 del trattato, porterebbe ad estenderla oltre le questioni prettamente relative al Mercato del Lavoro. Discriminazione ed esclusione sociale La normativa intesa a combattere la discriminazione e la conseguente marginalizzazione ha tre vantaggi essenziali: essa contribuisce ad evitare l esclusione sociale garantendo alle persone la possibilità di realizzare il proprio potenziale economico, il che non solo va a loro beneficio e a vantaggio dei loro famigliari, ma riduce la loro dipendenza dallo Stato (sussidi, politiche passive del lavoro); essa garantisce che le aziende possano contare sulla migliore manodopera, il che rende le Aziende stesse, e l Economia in senso più ampio, più forti e competitive 26 ; impone ai datori di lavoro l obbligo di giustificare le proprie decisioni in materie quali l assunzione, la promozione, l accesso alla formazione e altre condizioni di lavoro. 26 Questo risultato, orientato alla competitività delle Aziende europee, dipende, in gran parte anche e soprattutto da che via intende percorrere l Azienda stessa nel suo processo innovativo. La Fondazione di Dublino indica una via alta e una via bassa dell innovazione, l una basata su investimenti in risorse umane e qualità di prodotto, l altra, su investimenti di pura produttività innovazione di processo, su base tecnologica. Più avanti, nel rapporto, si interverrà in modo specifico su questo argomento, assai delicato anche rispetto alla gestione delle dinamiche del Mercato del Lavoro interno/esterno. 18

19 I dati forniti alla Commissione dagli Stati membri sono una dimostrazione di come la disoccupazione che interessa comunità di diversa origine razziale ed etnica è maggiore di due o tre volte della media registrata dal Mercato del lavoro, nel suo complesso. È fonte di ulteriore grave preoccupazione che effetti analoghi si osservano nella partecipazione al Mercato del Lavoro per i lavoratori anziani ed i disabili. È noto, e purtroppo sperimentato, che nella nostra società, definita da alcuni del benessere, la discriminazione specialmente quando è cumulativa - nell accesso al lavoro e nel lavoro stesso (la precarietà e la marginalità può essere dimostrata anche nel lavoro 27 ) può portare ad un circolo vizioso che spesso trasmette le condizioni di svantaggio di generazione in generazione. Se strutture scolastiche, alloggi, servizi sanitari, condizioni ambientali e opportunità di lavoro, per un gruppo sociale specifico, sono tutti scarsi, insufficienti, la generazione successiva crescerà con minori opportunità e nella mediocrità. La normativa contro la discriminazione di cui all articolo 13 del trattato CE contribuirà a spezzare questo circolo socialmente iniquo. ESSERE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI L Unione europea, con Amsterdam, ha intrapreso un cammino per rafforzare il suo impegno a sostegno e a tutela dei diritti fondamentali dei suoi cittadini. È di grande interesse, per esempio, constatare che si sono definite disposizioni e nuovi poteri per sospendere i diritti di uno Stato membro che violi i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dello Stato di diritto. Inoltre, il trattato consente alla Comunità di combattere discriminazioni di origine razziale ed etnica, religione e credo, disabilità, età e orientamento sessuale in ambito occupazionale e del diritto al lavoro, ma anche in aree sociali ed economiche che vanno al di là del lavoro. La Commissione ha avviato una vasta consultazione degli Stati membri, della società civile, delle Parti Sociali e del Parlamento europeo sui modi di mettere in pratica questi poteri. Nel Novembre 1999 la Commissione ha formulato un pacchetto di proposte due direttive e un programma di azione per consentire alla Comunità di combattere la discriminazione e promuovere l uguaglianza. Le proposte hanno goduto di un ampio sostegno ed hanno seguito rapidamente l iter delle discussioni in seno al Consiglio e al Parlamento europeo, con il confortante risultato che tutti gli elementi sono stati adottati all unanimità, in tempi record. L acquis comunitario ora include una direttiva che vieta la discriminazione razziale ed etnica nel campo dell occupazione, dell istruzione, della sicurezza sociale e della sanità, dell accesso a prodotti e servizi e degli alloggi 28. Una seconda direttiva vieta la discriminazione operata sul mercato del lavoro per motivi legati alla religione e al credo, alla disabilità, all età e all orientamento sessuale 29. È stato inoltre promosso un programma di azione comunitaria 30, per il quale sono stati stanziati 100 milioni di euro, per promuovere lo studio della discriminazione e gli scambi di esperienze e buone prassi tra gli Stati membri. Le due direttive contengono norme che assicurano, nell ambito dell Unione europea, e quindi tra e negli Stati membri, un livello condiviso di tutela dalla discriminazione. L attuazione delle direttive richiede modifiche del quadro normativo esistente in tutti gli stati membri, che hanno tempo sino al 2003 per recepire le due direttive in legge nazionale e sono liberi di prevedere livelli di tutela superiori a quelli imposti dal diritto comunitario. 27 Al proposito è di interesse considerare il dibattito in atto sulla Responsabilità sociale ed etica dell impresa. Il riferimento minimale è la certificazione volontaria SA In Europa il problema è affrontato attraverso il Libro verde sulla responsabilità e l etica economica. Nella Regione Emilia-Romagna è di grande interesse il Documento della Regione:Per un lavoro chiaro, sicuro e regolare ed il lavoro di ricerca-intervento (coordinato dall Istituto per il Lavoro) per la definizione del marchio sociale della Regione. Vedi: 28 Direttiva 2000/43/CE del Consiglio. 29 Direttiva 2000/78/CE del Consiglio. 30 Decisione 2000/750/CE del Consiglio 19

20 La Comunità sosterrà il processo di recepimento promuovendo scambi di esperienze tra Governi, Organizzazioni non governative e altri attori nei diversi Stati membri in maniera da incoraggiare il massimo livello di tutela possibile in ogni Paese. Contemporaneamente, però, riconoscendo che da sola la legislazione non sarà mai in grado di assicurare l uguaglianza e la parità nei diritti nella pratica, il Programma di Azione consentirà alla Comunità di esplorare ed individuare buone pratiche per superare gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di un ambiente europeo diffuso e partecipato che, con azioni concrete, promuova la parità e l uguaglianza di fronte ai diritti/doveri di cittadinanza, negli ambiti della vita quotidiana. In tal modo si crea un valore aggiunto europeo attraverso il confronto e, anche, la contrapposizione delle esperienze maturate nelle varie realtà dell Unione. È importante sottolineare l impegno dell Unione ad attuare il principio di pari trattamento 31, puntando ad eliminare le disparità e promuovere l uguaglianza tra uomini e donne, visto che soprattutto le donne sono spesso vittime di forme molteplici di discriminazione. Tutto ciò fa parte di misure che costituiscono una strategia integrata che, dal lavoro all inserimento sociale senza barriere discriminatorie, promuove una migliore qualità della vita dei cittadini europei e contribuisce, in modo determinante, alla salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali, oltreché a ridurre i costi umani e finanziari dell esclusione 32. ADATTAMENTO DELLE IMPRESE E DEL LAVORO A MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO E AMBIENTE LAVORATIVO In Europa esistono oltre 30 direttive in materia di salute e sicurezza. Gli Stati membri stanno recependo questa regolazione nelle normative nazionali. Sin dalla metà degli anni 90 è in corso un lavoro legislativo per consolidare alcune direttive esistenti e per semplificare l approccio generale alle condizioni di vita e di benessere nei luoghi di lavoro. Ulteriori iniziative riguardano i lavoratori autonomi e, più in generale l impresa individuale. Tali lavoratori, portati alla realizzazione di una autoimpresa, non sono coperti dalla direttive comunitarie riguardante la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Nella realtà del lavoro e nella sua organizzazione, i lavoratori autonomi sono altrettanto esposti agli stessi rischi per la salute e la sicurezza individuati per i lavoratori subordinati. Lo stesso discorso vale anche per le piccole e piccolissime imprese. Inoltre è incontestabile il fatto che gli infortuni sul lavoro siano più numerosi proprio nei settori in cui la percentuale di lavoratori autonomi è tradizionalmente la più elevata, vale a dire agricoltura, pesca, edilizia e trasporti. 31 In nodo conforme all articolo 3, paragrafo 2, del trattati CE. 32 Negli ultimi anni, la politica europea ha assunto il problema dell esclusione e della marginalità dei disabili. In questo periodo vi sono state molte modificazione delle politiche attive per l inserimento nel lavoro del disabile. Si è passati dall idea di agevolare i disabili ad un approccio più basato sui diritti. Ora l accento viene posto sull eliminazione degli ostacoli al pieno inserimento del disabile e questo è stato il pilastro della Comunicazione della Commissione europea: Verso un Europa senza barriere, pubblicata nel La Commissione si è interrogata e interpella la società e l economia europea, sui modi per garantire un miglior accesso e inserimento in un ampia gamma di settori, dalla politica contro la discriminazione all occupazione, ai trasporti, all informazione e alla tecnologia. Il sostegno ai disabili è stato integrato nelle altre politiche dell Unione per l occupazione. I Piani di Azione Nazionali degli Stati membri contengono idonee misure - formazione, consulenza o collocamenti per sostenere i disabili sul mercato del lavoro. Nel 2001, gli Stati membri hanno cominciato a stabilire specifici obiettivi nazionali per i disabili. Tale processo di coordinamento, benchmarking e monitoraggio delle politiche si è dimostrato talmente riuscito nel campo dell occupazione che ora è stato esteso alle politiche in materia di inserimento sociale. Per trasformare in realtà questi obiettivi, l Unione eroga sostegno finanziario attraversi il FSE e, in particolare, l iniziativa EQUAL. Di conseguenza, l Unione è meglio attrezzata e più impegnata che mai per promuovere l inserimento dei disabili. Inoltre la Commissione ha annunciato che il 2003 sarà l Anno Europeo dei disabili. Con un bilancio di di euro, la Commissione farà la sua parte per innalzare ulteriormente il profilo delle questioni legate alla disabilità. 20

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