L INFANZIA E GLI STUDI: Padre Lino Castagna, nato a Civate il 27 ottobre 1927, da Andrea Castagna, originario di Civate e Giovanna Angela Colombo, di

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1 L INFANZIA E GLI STUDI: Padre Lino Castagna, nato a Civate il 27 ottobre 1927, da Andrea Castagna, originario di Civate e Giovanna Angela Colombo, di Cesana Brianza, era il secondo di 4 figli, per la precisione l unico maschio di famiglia. Aveva infatti 3 sorelle, una maggiore, nata nel 1926, e due minori nate rispettivamente nel 1929 e Nei primi anni 30 la famiglia di P. Lino, i Ruson (questo il soprannome attribuito a Civate), si trasferì ad Eupilio, prima nella frazione Penzano, dove nel 1934 il padre morì di polmonite, poi in quella di Corneno. Padre Lino manifestò precocemente il desiderio di entrare a far parte della vita missionaria, già durante gli studi presso le scuole elementari di Eupilio infatti, espresse ai famigliari la volontà di entrare in seminario. Tuttavia, la difficoltose condizioni economiche in cui versava la propria famiglia non gli permisero di realizzare immediatamente questo sogno.

2 Padre Lino iniziò quindi a rimboccarsi le maniche e svolgere svariati lavori, come il garzone, per guadagnare la somma necessaria all ingresso in seminario. Finalmente nel 1940, all età di 13 anni, riuscì a iniziare gli studi presso il seminario di Cremona che proseguirono poi in quelli dei Padri Barnabiti di Firenze, Genova e Roma, dove il 5 aprile 1953 celebrò la sua Prima Santa Messa. Dopo un anno trascorso a Bruxelles per imparare la lingua francese, Padre Lino lasciò l Italia il 6 dicembre 1954, per raggiungere l Africa centrale nella regione dei Grandi Laghi e dare così inizio alla sua opera di missionario. LA PRIMA MISSIONE BUKAVU (1954) Nel Congo Belga, un tempo chiamato Zaire, Padre Lino

3 iniziò la prima missione nella città di Bukavu, situata sulla riva ovest del lago Kivu, a confine con il Rwanda, come professore presso il collegio Saint Paul, dedicato all istruzione dei congolesi dalle elementari fino alle superiori. Padre Lino si avvicinò ben presto alla lingua, lo Swahili, ed alle usanze locali conoscendo purtroppo altrettanto presto l orrore delle guerre civili. Nel 1960, infatti, iniziarono i tumulti per l indipendenza del Congo dal Belgio, creando inequivocabilmente una forte intolleranza nei confronti dei bianchi così che anche Padre Lino rischiò la fucilazione, scongiurata grazie all intervento di un ex allievo del collegio Saint Paul. Solo con l ottenimento dell indipendenza e l arrivo delle forze ONU, nel corso dello stesso anno, le guerriglie del Congo si placarono. BIRAVA: Nel 1970 Padre Lino si spostò a Birava, una parrocchia territorialmente immensa situata su una collina che si affaccia sul lago Kivu. Birava fu la prima parrocchia interamente affidata ai Padri Barnabiti che vi crearono un centro non soltanto

4 religioso, ma anche economico e sociale. Questa fu la missione dove Padre Lino, con l aiuto dei volontari, riuscì a realizzare il maggior numero di strutture e impianti: una chiesa in muratura e delle cappelle, in due comunità staccate, locali per la catechesi, case ed uffici parrocchiali, scuole elementari, a Birava ed in altre quattro frazioni, case per gli insegnanti, un piccolo ospedale con il reparto maternità e diversi dispensari farmaceutici, un forno per la cottura dei cibi locali, falegnamerie, garage, fabbriche in mattoni, un gruppo elettrogeno ed un importantissimo impianto per

5 l acqua potabile, collegato dal lago Kivu a Birava e ad una frazione più lontana. Fu organizzato anche un servizio di trasporto per i malati all ospedale di Bukavu, con automobile e autista, finanziando il costo del personale attraverso le donazioni provenienti dall Italia. MUHURA (1980): Dieci anni più tardi, nel 1980, Padre Lino venne trasferito nella parrocchia di Muhura, la più vasta sulle alture del nord Rwanda, nata nel 1977 ad opera di altri Padri Barnabiti. Anche qui vennero realizzate reti idriche, risolvendo così il problema dell acqua nei villaggi, e nacquero nuove realtà religiose, sanitarie, culturali e scolastiche.

6 KIGALI (1990): Nel corso dei primi anni 90, venne di nuovo chiesto a Padre Lino di trasferirsi in un altra comunità: Kigali, la capitale del Rwanda, sede di gran parte degli Organismi Umanitari, delle ONG e delle congregazioni missionarie che cooperano tra loro al fine di offrire aiuto alle popolazioni locali. Il 6 aprile 1994 scoppiò la terribile guerra tra Tutsi e Hutu, le etnie più numerose del centro Africa, che portò al massacro, a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni chiodati, di circa un milione di persone in 100 giorni. Il genocidio cessò infatti, ufficialmente, 100 giorni più tardi grazie alla missione umanitaria intrapresa dalla Francia, sotto autorizzazione dell ONU. Durante la guerra Padre Lino, come tutti i bianchi, fu costretto a scappare e si unì all etnia perdente, quella degli Hutu. In Italia la famiglia e i Barnabiti chiesero aiuto alla Farnesina dopo mesi di silenzio sulla sua sorte,

7 scoprendo con grande gioia che era vivo e aveva trovato rifugio in Tanzania, insieme a molti altri fuggiaschi, dopo essere stato salvato dai parà francesi, che lo avevano strappato dal suo rifugio allontanandolo dalla condanna a morte, emessa nei suoi confronti dal governo di maggioranza. La zona raggiunta in Tanzania, Kyabalisa, era un area isolata e priva di qualsiasi insediamento umano ma ben presto vi nacque un immenso campo profughi, con più di persone, dove Padre Lino ricominciò da zero, come nelle altre missioni, per costruire capanne, cercare acqua e creare una chiesa. Tornò così in Italia, per pochi mesi, al fine di raccogliere fondi ed aiuti da destinare a quell area così bisognosa di qualsiasi cosa. Nel settembre del 1995 fu spedito, via mare, il primo dei 5 containers di aiuti umanitari raccolti in Italia per la Tanzania.

8 Il container stesso, una volta giunto a destinazione e svuotato, divenne l ufficio di Padre Lino che grazie all aiuto economico ricevuto dagli italiani, riuscì a comprare un pezzo di terra da intestare alla comunità del posto, rese possibile la realizzazione di una casa in muratura, di un magazzino per i materiali ricevuti, di un pollaio, di un frutteto e anche l acquisto di una radio trasmittente per comunicare con le parrocchie vicine. Al termine della guerra, vinta dai Tutsi, Padre Lino fu però considerato dai vincitori troppo

9 amico degli Hutu e quindi costretto a tornare definitivamente in Italia dopo l espulsione ufficiale emessa dalle autorità tanzaniane che lo definirono persona non gradita in qualità di sobillatore politico. ITALIA: Il 19 dicembre 1996 abbandonò così la sua amata Africa, continuando però ad inviarvi sempre tutti gli aiuti possibili. Rientrato in Italia fu spostato presso le parrocchie dei Padri Barnabiti di Genova, Lodi, Voghera e da ultimo Torino, dove si spense, a causa della leucemia. Il 24 giugno 2011, all età di 84 anni.

10 Padre Lino è ora sepolto presso il cimitero di Eupilio della casa barnabitica. LE MISSIONI OGGI: Ad oggi le parrocchie di Birava e Muhura sono due comunità attivissime, in continuo miglioramento e dirette quasi esclusivamente da sacerdoti e laici del posto così come l insediamento in Tanzania, dove la casa fatta costruire da Padre Lino è diventata un seminario per i futuri sacerdoti del posto. PADRE LINO, UN UOMO DI FEDE E AZIONE: Devo andare, devo fare, mi aspettano! questa è la frase che Padre Lino Castagna ha ripetuto fino all ultimo. Nonostante sia nato e cresciuto in Italia, e si sentisse un civatese, l Africa era la sua terra, un terra a cui si legò così tanto da rischiare più volte al vita per lei. La fede, la forza, l entusiasmo, la tenacia e il coraggio che lo hanno sempre contraddistinto, gli hanno permesso di realizzare tanti progetti all interno di tutte le missioni in cui ha operato. Padre Lino presentava il cristianesimo avvicinandosi molto alle persone, per questo in molti si convertirono, proprio

11 perché il suo era un apostolato tutt altro che impositivo. Cercava di far comprendere la fede entrando in diretto contatto con i problemi delle persone, mettendosi nei loro panni e mostrando loro il fine del proprio operato in quei luoghi, ovvero offrire un aiuto, una speranza. Il suo scopo non era soltanto quello di convertire al Cristianesimo le popolazioni locali, Padre Lino mirava infatti più all istruzione che all evangelizzazione perché eliminare l ignoranza era il primo passa per liberare questi popoli dall oppressione dei governi e permettere loro di condurre una vita dignitosa. L opera di scolarizzazione, e tutti gli interventi volti a fornire strumenti e possibilità di sfruttamento delle risorse locali, diedero sempre molto fastidio alle forze politiche del posto, da qui i continui e necessari spostamenti di Padre Lino da una comunità all altra, fino all espulsione definitiva dalla Tanzania nel 96. Ma nonostante gli ostacoli, le minacce e i pericoli, Padre Lino era sempre pronto a rialzarsi, sempre in prima linea pieno di entusiasmo e disposto a sfruttare ogni possibilità. La sua grande forza, oltre alla fede naturalmente, era l ottimismo e l essere in grado di accettare sempre con grande realismo e consapevolezza tutto quello che accadeva. Padre Lino era perennemente al primo posto

12 quando si trattava di intervenire per aiutare la sua Africa, ma passava immediatamente nel retro scena al momento degli applausi per i successi ottenuti. L umiltà era, infatti, un altra dote di questo grande uomo capace di portare serenità, conforto, pace e amore anche dove erano il dolore e la sofferenza a regnare.

13 SENTITEMI VICINO E PARLATEMI ANCORA; VI AMERO DAL CIELO COME VI HO AMATO IN TERRA. 27 ottobre giugno 2011 Ringraziamo la gentile concessione del comune di Civate per la presente biografia.