HOME-CARE PER LA DEMENZA di COMETA 99. Paolo Giuseppe dr. d Angelo
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1 HOME-CARE PER LA DEMENZA di COMETA 99 Paolo Giuseppe dr. d Angelo Presidente di COMETA 99 Cooperativa sociale ONLUS sanitaria e socio-sanitaria Iscritta Elenco regionale ONLUS con atto n del
2 La Regione Emilia-Romagna ha sottolineato quanto sia importante, di fronte ad una malattia che dura in media 10 anni e più e che mette a nudo in modo terribile la perdita di identità del malato, cercare forme di assistenza e di cure che da un lato migliorino la qualità della vita e dall altro permettano il permanere del malato nel proprio domicilio.
3 Nel solco di questi principi opera la cooperativa COMETA 99, favorendo il più possibile la domiciliarità. Gestisce un centro diurno specialistico Sta realizzando sul territorio del Comune di Modena un progetto socioassistenziale e riabilitativo per i pazienti affetti da demenza ai primi stadi
4 Il Centro Diurno (CD) Dr. R. Mingucci Servizio intermedio per favorire la domiciliarità. Assistenza, tutela, sollievo della famiglia, ma soprattutto cure.
5 Il principale fattore terapeutico riabilitativo è la creazione di condizioni che permettano la possibilità di realizzare un identificazione L anziano demente è un testo da decifrare e ciò è possibile solo se nell incontro medico-paziente, operatore-paziente si verifica un attivazione reciproca; è nell attivazione reciproca che può apparire l anziano nel sé degli operatori
6 LA COMPRENSIONE SCENICA DEL PAZIENTE Senza l identificazione e la comprensione delle dinamiche del paziente si rischia che gli interventi terapeutici o assistenziali o risocializzanti siano come una rappresentazione teatrale in cui si continuano a portare sul palco pezzi di scene senza che attori si presentino per recitare il copione. Quel palcoscenico si trasforma in un magazzino dove tante cose vengono fatte e messe alla rinfusa.
7 Il recupero degli eventi della vita e la comprensione dei significati dei sintomi. Principi utili nella gestione psicodinamicamente orientata della demenza: 1) avere cura dei problemi di autostima; 2) valutare i meccanismi di difesa caratteristici e aiutare il paziente a usarli in maniera costruttiva; 3 ) trovare dei modi per sostituire le funzioni difettose dell'io; 4) assistere i membri della famiglia nello sviluppare nuovi modi di rapportarsi che possano sostenere l'autostima del paziente. Glen O. Gabbard, docente di Psichiatria all University of Kansas School of Medicine, Wichita; professore di psicoanalisi alla Karl Menninger School of psichiatry.
8 Si opera utilizzando interventi farmacologici e non farmacologici integrati Da anni negli USA solo le strutture sanitarie, che utilizzano in prima istanza trattamenti non farmacologici, ricevono finanziamenti pubblici. La regione Emilia Romagna già in un documento del 2000 ha indicato, prima di procedere con la prescrizione farmacologia per i disturbi comportamentali e/o altra sintomatologia, di intervenire attraverso i trattamenti non farmacologici
9 LO SCOPO DELLE ATTIVITA Non è tanto quello occupazionale, ma è rappresentato dal fatto che il fare insieme può diventare il veicolo per favorire relazioni, che permettano al paziente di uscire dall isolamento e così condividere emozioni.
10 I Famigliari nel Centro Diurno I familiari rimangono il punto di riferimento affettivo del paziente e l equipe di lavoro ha tra i suoi compiti prioritari l attenzione e l ascolto dei bisogni dell intero nucleo familiare. Anche per i famigliari si svolge un attività mensile di incontri di gruppo. Nella giornata dell incontro possono portare l anziano al CD in modo da essere sereni e non avere la preoccupazione di chi si occupa del paziente congiunto.
11 IL PERCHÉ DELLA FORMAZIONE Così come gli operatori aiutano i pazienti ad affrontare e superare le difficoltà che incontrano, gli operatori sono a loro volta aiutati dai formatori ad individuare gli ostacoli che incontrano nel portare avanti il proprio compito.
12 TRATTAMENTO SOCIO-ASSISTENZIALE E RIABILITATIVO PER PAZIENTI AFFETTI DA DEMENZA AI PRIMI STADI Il progetto è intitolato: Con il Cuore apri la Mente Un piano di cura deve considerare le tre entità coinvolte dalla malattia: b. la persona ammalata, c. la persona che si prende cura (caregiver naturale o professionale) c. l ambiente domestico. L approccio valutativo e operativo ha come paradigma scientifico l olismo (inteso come unità biopsico-sociale della persona)
13 I trattamenti psicosociali sono quegli interventi che, in modo integrato, si occupano delle tre polarità della cura, integrandosi a loro volta con le terapie farmacologiche.
14 Il progetto prevede interventi: 1) Teleassistenza dalle ore 8.00 alle ore in tutti i giorni feriali 2) gruppi coordinati secondo metodica psicodinamica con supporto di musicoterapia a frequenza quindicinale 3) interventi domiciliari mensili per impostare terapia cognitiva e attivazione funzionale; 4) per anziani con demenza lieve attività di riabilitazione cognitiva giornaliera di 1 ora presso il Centro Diurno Mingucci 5) incontro mensile per i famigliari e/o care-givers 6) interventi domiciliari in urgenza, per stati di agitazione, insonnia marcata, etc. previa comunicazione al MMG
15 E fondamentale intervenire nei primi stadi della demenza, perché la presenza quasi totale delle capacità cognitive favorisce il trasfert e consente al paziente il fidarsi (attaccamento). Questo attaccamento porta ad una dipendenza, che rappresenta l unico strumento terapeutico capace di contrapporsi alla chiusura autistica o ai disturbi comportamentali.
16 Queste persone hanno delle isole di memoria che, se utilizzate, possono avere un effetto attivante e favorire ulteriori ricordi. L'introduzione di stimolazioni significative nelle attività quotidiane dei pazienti con demenza, può aiutare a rallentare la perdita della memoria e a mantenere un legame affettivo con le persone che si prendono cura di loro.
17 Un altro principio chiave nel trattamento a orientamento psicodinamico della demenza è quello di fare il possibile per preservare l'autostima del paziente e rinforzare le sue difese adattive.
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