Scaricato da:

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Scaricato da: www.formazione.forumcommunity.net"

Transcript

1 L ALUNNO PREPOTENTE CONOSCERE E CONTRASTARE IL BULLISMO NELLA SCUOLA Di Simona carovita. CAPITOLO 1 AGGRESSIVITà E AGGRESSIONE. L aggressività in classe si manifesta in modi diversi o contro i compagni o contro i docenti e spesso rende difficili le lezioni in classe. Di fronte a questi scoppi d ira l insegnante può sentirsi demotivata. Il primo passo è comprendere le dinamiche aggressive. AGGRESSIVITà=motivazione e tendenza al comportamento ostile. AGGRESSIONE=risposta,azione. DISTINGUERE LE FORME DI AGGRESSIVITà -Feshbach :divide l aggressione in accidentale e intenzionale e quest ultima in ostile in cui il fine è offendere l altro e strumentale usata per raggiungere uno scopo. -Coie divide in aggressività proattiva in assenza di una provocazione e retroattiva dopo una provocazione. -Tani divide aggressività diretta orientata al danno del bersaglio, specifica per raggiungere uno scopo e ludica per l esplorazione e la competizione. Possiamo riassumere in TIPI DI AGGRESSIVITà: -OSTILE:attacco fisico,verbale e psicologico motivato dal desiderio di provocare danno al bersaglio. -STRUMENTALE:attacco più fisico volto a raggiungere 1 scopo -REATTIVA:aggressione di reazione ad un attacco precedente -LUDICA(giochi turbolenti):spinte,rincorse e giochi a terra valutate come giochi normali. TIPI DI AGGRESSIONE: -FISICA:attacco corporeo volto a ledere l incolumità fisica del bersaglio. -VERBALE:attacco a parole. -SOCIALE-PSICOLOGICA:manipolazione delle reti amicali -NON VERBALE:sguardo,postura,espressione del volto. AGGRESSIVITà ED EMPATIA L empatia è la capacità di comprendere e condividere le emozioni di un altra persona. Queste abilità si sviluppano nel tempo durante il periodo di crescita. Carenze nello sviluppo delle abilità empatiche. Carenze nello svilupo di queste abilità possono favorire la messa in atto di comportamenti aggressivi. ALCUNE TEORIE 1963 konrad Lorenz propone una teoria dell aggressività come istinto innato e con carattere spontaneo. L istinto aggressivo appartiene al patrimonio genetico dell uomo. Le stimolazioni esterne offrono l occasione per la condotta aggressiva. La vista della preda per esempio è lo stimolo che attiva lo stimolo di condotta predatoria,motivata dalla spinta a nutrirsi e a procurarsi il cibo. L aggressività quindi nn è negativa,ma è una forza vitale,utile alla conservazione della specie,è pulsione alla lotta non forza distruttiva. L istinto aggressivo presenta quindi un valore adattivo,ma in alcune circostanze l impulso ostile

2 può diventare distruttivo,danneggiando l organizzazione sociale e la vita del branco. Ma la convivenza pacifica è possibile grazie a meccanismi innati: -principio gerarchico ordinatore,che spinge a strutturare la società gerarchicamente. -ritualizzazioni,comportamenti di difesa e di attacco simbolici che consentono di limitare i danni della lotta ( ad esempio attività sportive che permettono di dissipare l energia aggressiva in un comportamento antagonistico non dannoso,come pugilato,calcio o rugby). Secondo Freud invece si cono tre stadi dell aggressività: -aggressività come tendenza distruttiva rivolta agli altri. -aggressività come strumento per reagire alla frustrazione. -aggressività come uscita dall autodistruzione alla morte. Freud parla di tendenze crudeli proprie della natura umana e non ancora frenate nell infanzia. Per quanto riguarda la reazione alla frustrazione, l io prova odio per gli oggetti che impediscono la soddisfazione del bisogno e si sviluppa così la tendenza all ostile. L aggressività è quindi il mezzo privilegiato dell Io per reagire alle frustrazioni! Se il rapporto con l esterno è positivo,più gratificante che frustrante saranno le pulsioni vitali a prevalere nel bambino che imparerà ad amare la vita,se è al contrario gli impulsi di morte prevarranno. Freud attribuisce un ruolo importante al rapporto con l ambiente. Il concetto di pulsione supera quello di istinto,l oggetto della pulsione che consente il soddisfacimento del bisogno,non è definito genericamente,come avviene per l istinto. L IPOTESI FRUSTRAZIONE-AGGRESSIVITà(ricercatori di yale) Nel 1939 e ricercatori dell università di Yale hanno proposto questo modello: -ogni aggressione segue sempre una frustrazione -ogni frustrazione precede sempre un aggressione Solo attraverso l atto aggressivo si può scaricare la spinta ad agire che si origina dalla frustrazione. Ci sono però quattro principi che regolano la relazione frustrazione-aggressioni: -esiste una relazione diretta tra intensità dell istigazione e entità della frustrazione. -una punizione inibisce la risposta aggressiva,maggiore è la punizione che si prospetta e maggiore è il blocco dell azione aggressiva. -la modalità di azione dell aggressione e il bersaglio a cui si rivolge possono essere diversi. -un attacco portato a termine attraverso la fantasia e non attraverso la realtà può ridurre l istigazione ad aggredire. COME SI ACQUISISCE IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO A SEGUITO DI UN APPRENDIMENTO CASUALE Feshbach afferma che è possibile che di fronte ad una situazione di disagio o privazione un bambino provi un emozione di rabbia che si esprime con manifestazioni motorie non organizzate. Nella misura in cui gli adulti reagiscono a simili reazioni soddisfacendo le reazioni dei bambini rinforzano tale comportamento dandogli un valore strumentale(cioè sanno che mettendo in atto quel comportamento motivato arrivano a quel fine). IL CONTRIBUTO DEL SOCIAL LEARNING La teoria del sociale learning ammette un apprendimento per osservazione ed imitazione. Questa teoria ritiene che la scelta e l attuazione di una condotta non dipende tanto dagli stimoli ambientali ma dai significati che si attribuiscono a quella e ad altre condotte. Il significato che il soggetto attribuisce sta nell utilità strumentale che il soggetto gli riconosce,sia per averla provata direttamente sia per averla appresa nell interazione con il sistema sociale. Bandura è il ricercatore del social learning che più si è

3 occupato delle condotta aggressiva. Bandura considera l aggressione un comportamento non innato ma appreso in un preciso contesto sociale e afferma che queste condotte sono acquisite con l osservazione di un modello. Grazie all osservazione il modello riconosce anche gli effetti del suo comportamento qualora lo mettesse in atto. L osservazione e l imitazione secondo Bandura consentono l acquisizione di azioni aggressive fin dalla prima infanzia. AGGRESSIVITà E PROBLEM SOLVING Il comportamento può ricondursi a carenze di problem solving. La vita ripropone costantemente situazioni problematiche che dobbiamo risolvere applicando le nostre abilità di individuazione e risoluzione. ad ogni età cerchiamo di trovare strategie per gestirle. L utilizzo delle capacità di problem solving è legato al contesto scolastico. A scuola l alunno deve risolvere molte situazioni problematiche,contrasti con i compagni,organizzazione del lavoro,,norme e opinioni diverse. A causa dell insufficiente sviluppo di queste capacità alcuni alunni possono essere incapaci di elaborare e quindi reagire solo con condotte aggressive. L aggressione diventa l unica risposta possibile. LA SOCIAL COGNITION Essa pone in rilievo i fattori cognitivi ed i processi autoregolativi. Bandura sempre il maggior esponente afferma che c è una relazione tra persona-ambiente-condotta. Ognuno di questi 3 termini determina l altro. Nella relazione con la società il bambino apprende i contenuti delle sanzioni e dei principi(cosa è permesso e cosa no),i criteri morali (osservare le leggi) e il modo in cui applicarli. Ma la persona non acquisisce solo passivamente gli insegnamenti della società, ma costruisce condotte autonome e standard. Anche la famiglia è la fonte principale di apprendimento di regole di condotta,ma al suo interno i modelli non sono spesso coerenti tra loro(giulia fa cadere un bicchiere mentre sta mettendo la tavola e la mamma capendo che non è niente di grave non le dice niente ma solo di fare più attenzione. Qualche giorno dopo Giulia fa cadere un bicchiere di un servizio buono,dono di nozze e la mamma sgrida Giulia che piange e fugge nella stanza). Ciascun modello influisce sulla persona in misura all autorità che esprime su di esso.

4 CAPITOLO 2 L ALUNNO PREPOTENTE O VITTIMA:IL BULLISMO Il bullismo è una manifestazione aggressiva. Anche nel libro cuore si parla di bullismo. Il bullismo contrasta le finalità educative. Essere coinvolto in episodi di bullismo ed essere sottoposto alla costante provocazione di un o più pari rappresenta per il bambino un episodio abbastanza grave. Il bullismo è un problema internazionale e presente in parecchi paesi e assume diverse forme. Dan Olweus definisce così il fenomeno: uno studente è oggetto di azioni di bullismo quando viene esposto ripetutamente e nel corso del tempo ad azioni negative messe in atto da parte di uno o più compagni. Il bullismo è un fenomeno dinamico. Possiamo distinguere in: -bullismo diretto:costituito da attacchi aperti al bersaglio e aggressioni sia fisiche che verbali. -bullismo indiretto:caratterizzato dall isolamento sociale,dall esclusione dal gruppo e dalla maldicenza. Il secondo tipo è molto doloroso per la vittima. BULLISMO E DIFFERENZA DI GENERE Il bullismo diretto è per lo più messo in atto dai maschi mentre quello indiretto dalle femmine. Le femmine imparano a ricorrere a mezzi d attacco efficaci e meno visibili:raccontare una bugia su una compagna e rovinarne l immagine in classe. Anche perché la condotta aggressiva per le donne viene considerata un comportamento inappropriato. BULLISMO E FATTORE TEMPO La vittimizzazione va scemando nel tempo e con l età. Nel passaggio dalle scuole elementari a quelle medie i soggetti che denunciano questi episodi calano del 50%. Man mano che si cresce si tollerano sempre di meno questi comportam aggressivi. Il decremento può essere anche dovuto allo sviluppo delle abilità empatiche nei bambini,infatti lo sviluppo delle capacità di condivisione delle emozioni inibisce il comportam violento e spinge a desistere a prevaricare,comprendendo il dolore della vittima e percependolo come proprio. Nei bulli queste abilità sono carenti. Diminuisce con la crescita il ricorso a mezzi fisici ma resta il ricorso a mezzi verbali. BULLISMO E ISTITUZIONE SCOLASTICA Il bullismo si realizza all interno dell istituzione scolastica. Le classi di solito sono organizzate in sezioni con diversi livelli di età che fanno si che si crei una gerarchia di potere tra ragazzi BULLISMO INDIVIDUALE E BULLISMO DI GRUPPO

5 La modalità di attuazione è quella operata da un solo ragazzo ai danni di un altro per lo più maschio. Ma c è anche la molestia attuata da un gruppo di ragazzi più maschi che femmine. Questi due tipi di bullismo sono tra loro collegati e spesso si è soggetti a violenze prima del singolo e poi del gruppo. Con l apprendimento imitativo si favorisce il diffondersi di questo comportamento. Il gruppo classe si dimostra cmq incapace di dare aiuto alla vittima. IL BULLISMO E GLI ADULTI La vittima spesso non riceve aiuto nemmeno dagli adulti,infatti tutto viene nascosto a genitori e insegnanti. I bulli soprattutto hanno più interesse a tener nascoste le cose. Le vittime non rivelano niente sia per vergogna che per timore di violenze maggiori. Il silenzio è dovuto alla sfiducia nei confronti delle capacità degli adulti di affrontare seriamente il problema. Molti studenti infatti ritengono che gli insegnanti a conoscenza del problema non intervengano. Questo fa si che la vittima si trovi da sola davanti ai suoi aggressori. Spesso ci sono differenze nella comprensione del bullismo,i docenti infatti indicano il bullismo solo come atti di violenza fisica. IL PREVARICATORE Possiamo distinguere diverse categorie di bullo: - BULLO DOMINANTE:prevaricatore principale che può agire o da solo o con altri -BULLO PASSIVO: quelli presenti nel gruppo -BULLI GREGARI:che ricoprono spesso il ruolo di aiutanti del bullo,non partecipando direttamente alle violenze ma sostenendo durante la sopraffazione. Il prevaricatore non mostra ansia o insicurezza,ne hanno livelli bassi infatti e non hanno problemi di autostima. Essi hanno un forte desiderio di dominio e di solito rivelano un atteggiamento positivo nei confronti della violenza e di strumenti violenti. Questi elementi formano la cosiddetta personalità aggressiva del bullo. LA VITTIMA -VITTIME PASSIVE: sono caratterizzate da una maggiore timidezza rispetto ai loro pari e hanno un basso livello di autostima,sono carenti nei segnali emotivi,come il riconoscimento della rabbia. Queste vittime utilizzano tecniche inefficaci di opposizione che le costringono a cedere al prevaricatore e permettono al bullo di ottenere una vittoria. Inoltre la vittima è spesso minore fisicamente del bullo. -VITTIME PROVOCATRICI:è contraddistinta da maggiore irritabilità e irrequietezza e presenta un comportamento aggressivo(una bambina che viene esclusa in palestra dal gioco e viene presa in giro e quando qualcuno le si avvicina per consolarla lei sfotte tutti esempio dal libro). Queste vittime spesso sono anche iperattive,spesso cercano di vendicarsi delle sopraffazioni ricevute. IL BULLO-VITTIMA È un ruolo intermedio tra bullo e vittima ed è la cosiddetta vittima provocatrice. Questi sono quei giovani che pur subendo una situazione di vittimizzazione presentano anche stati ansiosi e aggressivi che possono giungere anche a sopraffare i compagni. Questi spesso sono anche definiti bulli ansiosi contraddistinti da bassa autostima ansia e instabilità emotiva. BULLI,VITTIME E POPOLARITà

6 Il bullo spesso non è mal visto dai compagni,mentre la vittima gode di bassa popolarità. Il bullo riscuote ammirazione e simpatia dai compagni EFFETTI DEL BULLISMO La condizione di vittimizzazione una volta stabilitasi aumenta i vissuti di ansia e insicurezza e danneggia l autostima della vittima. Possono nascere anche alcuni sintomi che sono da considerarsi campanelli di allarme,come:mal di testa,mal di pancia,incubi,svenimenti. Le vittime sono a volte anche più depresse degli altri compagni. LA FAMIGLIA La qualità e il clima dei rapporti familiari influisce sicuramente sul comportamento di prevaricazione del figlio a scuola. Le famiglie degli alunni giudicati bulli sono caratterizzate da uno stile educativo che favorisce l acquisizione di condotte violente. Questo avviene anche quando il piccolo nella sua infanzia è stato accudito con poco calore dai genitori che al presente non hanno s di lui un adeguato controllo. IL GRUPPO DEI PARI Il bullismo è anche un fenomeno di classe che interessa anche i compagni all inizio estranei alle violenze. Nel gruppo classe infatti può verificarsi anche un progressivo coinvolgimento dei compagni nella molestia della vittima. Questo è il processo di contagio sociale. Il comportam aggressivo verso il bersaglio può essere facilmente appreso e imitato. La prepotenza operata insieme ad altri non è più una propria scelta ma una responsabilità comune,non individuale. I LUOGHI DEL BULLISMOLa maggior parte delle prevaricazione si verifica nell edificio scolastico e nelle aule di classe,nei corridoi,nei bagni,nel cortile CAPITOLO 3 BULLI,VITTIME,SPETTATORI:COME SI Può RICONOSCERE E RILEVARE IL BULLISMO IN CLASSE? QUESTIONARI ANONIMI E SCALE SELF-REPORT Gli strumenti di più facile utilizzazione sono i questionari compilati dagli studenti in forma anonima a cui viene detto di dire quanto osservato fatto o subito a scuola. Il più famoso elaborato da Olweus nei paesi scandinavi presenta all inizio una definizione di bullismo che viene discussa in classe prima del questionario. 28 domande che raccolgono info per esempio sui luoghi o sui tipi di prepotenze subite. Il questionario indica se ci sono bulli,vittime o bulli vittime solo rispondendo a 2 delle 28 domande. Le SCALE SELF REPORT invece individuano con maggiore accuratezza il numero di prepotenti e vittime nella classe e nella scuola. Queste descrivono una serie di domande in cui può essersi trovato l alunno o propongono un inventario di azioni chiedendo con quale frequenza ha vissuto in queste situazioni o si è comportato così. Un esempio è La mia vita a scuola,oppure Io e i miei compagni che comprende domande sia sullo stato di vittima che di prevaricatore. Alle scale self report appartengono anche la Bullying behaviour scale che individua gli alunni con comportamento prevaricante e la Peer victimisation Scale,che misura la vittimizzazione. Esse sono scale complementari perche sono presentate le stesse situazioni ma nella 1 in forma attiva come prepotenze messa in atto e la seconda in forma passiva come prepotenza ricevuta. QUESTIONARI NOMINE DEI PARI

7 Sono valutazioni dei comportamenti individuali effettuate,in forma anonima,dai suoi compagni. I compilatori dei questionari a nomina dei pari devono indicare i nomi dei compagni che più spesso si comportano in modo uguale alle descrizioni fornite o vivono tali situazioni. LE NOMINE DEGLI INSEGNANTI Le nomine degli insegnanti da un lato hanno il vantaggio di ricorrere al giudizio degli adulti senza dover chiedere ai ragazzi chi sono i compagni prevaricatori,ma dall altro lo svantaggio di chiedere ai docenti di valutare gli alunni sulla base di comportamenti che la maggior parte delle volte sono nascosti a loro. E quindi non sono strumenti molto attendibili. INTERVISTE E COLLOQUI Le interviste vengono fatte prendendo un gruppo si studenti a caso. Da 4 a 6 alunni scelti a caso nella classe e valutano la condotta di tutti gli allievi in classe per decidere quanto spesso agissero nel modo indicato. Gli alunni avevano i cartellini con i nomi di tutti i compagni e li dovevano inserire in una scala fatta di 7 livelli(da assai di rado a molto spesso). Attraverso il colloquio si ha la possibilità di avere informazioni più dettagliate con gli alunni. OSSERVAZIONI Le osservazioni richiedono un accurata preparazione per stabilire tempi e modi. Si dovrebbero usare griglie osservative ben precise. STRUTTURARE IL QUESTIONARIO Bisogna definire con i ragazzi la definizione di prepotenza,scegliere se le risposte multiple oppure quelle aperte che danno più libertà;tenere in conto le varie variabili come l età,il sesso,la classe frequentata;stabilire un numero di domande non elevato;fare riferimento nelle domande a situazioni concrete;dare un tempo di riferimento. Fare anche uno STUDIO PILOTA per verificare che il questionario funzioni bene. Bisogna poi farlo compilare in un luogo tranquillo,dare delle istruzioni,farlo somministrare da una persona diversa dal docente ed inseriti in una busta bianca davanti all alunno per far capire che nessuno lo leggerà. CAPITOLO 4 COME SI Può INTERVENIRE SUL BULLISMOATTRAVERSO L AZIONE DIDATTICA? I PROGRAMMI DI INTERVENTO STRUTTURATI Questo programma è messo a punto da Olweus: -creare un contesto scolastico positivo -adulti e genitori devono avere un atteggiamento autorevole -chiarire le norme -attuare sanzioni per punire Si deve vigilare sul comportamento degli alunni e intervenire tempestivamente. La famiglia e la scuola devono mostrarsi autorevoli e punire in tempo le sopraffazioni. Infatti Olweus dimostra che le punizioni tempestive degli insegnanti sono in grado di far diminuire il fenomeno. Il programma formulato da Olweus prevede: -negativamente la riduzione del fenomeno -positivamente creare condizioni che consentano a vittime e bulli di funzionare meglio fuori e dentro la scuola.

8 C è bisogno però che vi siano 2 condizioni generali: -coinvolgere tutti gli alunni -consapevolezza del problema da parte di tutti L interevento si struttura a 3 livelli: -Livello di istituto:conferenze scolastiche sul tema. -livello di classe:incontri di classe e norme -livello individuale:colloqui con prevaricatori e vittime INDIVIDUARE SITUZIONI DI RISCHIO Alcuni indicatori possono segnalare la presenza di prepotenza in classe. Ci sono indicatori primari (come il fatto che un alunno sia oggetto di derisioni); indicatori secondari (un alunno può apparire abbattuto). INCONTRI DI ISTITUTO Possono essere organizzati a scuola incontri pubblici sul problema, i cui si possono presentare i risultati della rilevazione anonima. FORMAZIONE DEL PERSONALE SCOLASTICO C è bisogno di un training di formazione rivolto al personale docente e non per fare accrescere le conoscenze sul bullismo e le capacità di conoscere le diverse aggressioni. Inoltre bisogna coinvolgere gli enti del territorio come comune, ASL, oratori e centri di aggregazione giovanile. DISCUSSIONI IN CLASSE Bisogna discutere sul fenomeno e sulle sofferenze che si infliggono alle vittime in modo che gli studenti facciano di tutto x contrastarlo. Bisogno quindi rendere consapevoli ragazzi sulla gravità del problema e responsabilizzarli x intervenire. RAPPRESENTAZIONI TEATRALI E ROLEPLAY Si possono utilizzare rappresentazioni teatrali ma non devono costituire momenti isolati, ma accompagnarsi a momenti di riflessione e discussione. Anche la letteratura propone numerosi testi che fanno accostare il bambino al problema. CARTELLONI E MANIFESTI Le regole devono essere negoziate con gli studenti e non imposte dagli adulti, dovranno essere scritte su un cartellone e dovranno prevedere ricompense x chi si comporta bene e sanzioni x le condotte aggressive. Devono essere svolte anche ricerche sull argomento consultando giornali, facendo lavorare gli studenti in gruppo, aiutandosi, favorendo la collaborazione, e valutando il gruppo. CAPITOLO 5 COME SI PUò GESTIRE LO SPAZIO X PREVENIRE IL BULLISMO SORVEGLIANZA DELLE AREE A RISCHIO Bisogna dividere gli spazi comuni in anni di corso differenti. Molte scuole stabiliscono turni di vigilanza gestiti dagli insegnanti, come nel caso dei bagni in cui c è bisogno della presenza fisica dei non docenti (personale ATA). Lo stesso deve parere x laboratori di lingua, aule video, palestre e spogliatoi.

9 DISPORRE LE AULE Bisogna collocare vicine le classi dello stesso anno, nello stesso corridoio, ed evitare di accostare x esempio seconda e quinta elementare. Durante le lezioni bisogna controllare gli studenti. Un momento critico è l entrata in classe la mattina quando gli studenti aspettando il docente si trovano da soli. C è bisogno che i docenti siano presenti in classe prima del suono della campanella e siano loro ad aspettare gli alunni. Così come al termine delle lezioni bisogna accompagnare gli alunni ed essere gli ultimi a lasciare la scuola. Ogni tanto poi l insegnante deve lasciare la cattedra e camminare tra i banchi vigilando sui ragazzi, evitando di dare loro le spalle. Anche all intervallo l insegnante dovrebbe rimanere sulla porta o vicino l aula. Per la disposizione dei banchi il ferro di cavallo facilita la comunicazione, ma la disposizione a più file è più comoda x la didattica. Spesso si affianca alla cattedra il banco dell alunno più turbolento così si è più in grado di controllarlo. Ma in questo modo xò l alunno si trova al centro dell attenzione dei compagni. Agli alunni iperattivi bisogna assegnare i banchi ai primi posti delle file più laterali, separando se ci sono soggetti più problematici. Gli scaffali devono avere una propria collocazione, non devono costituire intralcio e deve essere riposto lì il materiale che non viene più usato. Gli atti di vandalismo devono essere condannati subito, facendo riparare gli arredi rovinati (pulire il banco, riparare piccoli danni, ripulire i luoghi comuni).

IL BULLISMO. Dott.ssa Maria Giuseppina Bartolo

IL BULLISMO. Dott.ssa Maria Giuseppina Bartolo IL BULLISMO Dott.ssa Maria Giuseppina Bartolo Bullying Bullismo Prepotenze Bullying Dan Olweus 1978 Bullo = persona arrogante, violenta o anche colui che ostenta la sua vanità maschile mediante atteggiamenti

Dettagli

MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo

MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo - L individualità - Lo sviluppo dell identità di genere - La costruzione e lo sviluppo del sé - Continuità e discontinuità nello sviluppo - Traiettorie

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari Cosa è il BULLISMO Il termine bullismo è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno

Dettagli

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) 1) Pensi alla sua istituzione scolastica, comprensiva delle diverse sedi e dei diversi gradi di scuola. Quanto è d accordo con le seguenti affermazioni?

Dettagli

CONSIDERAZIONI SUL BULLISMO

CONSIDERAZIONI SUL BULLISMO CONSIDERAZIONI SUL BULLISMO Caratteristiche generali Bullismo = azioni di aggressione o di manipolazione sociale da parte di singoli o gruppi di pari perpetrati in maniera intenzionale e sistematica Diffuso

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire

Dettagli

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? Il Lavoro di cura fisica e psichica necessaria al benessere e alla crescita del bambino è parte integrante del Progetto Educativo

Dettagli

I libri di testo. Carlo Tarsitani

I libri di testo. Carlo Tarsitani I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti

Dettagli

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino Insegnare le abilità sociali con la carta a T ins. Fabrizia Monfrino Scuola: I circolo di Giaveno (To) Classe: trasversale Anno scolastico: 2003/2004 Insegnare le abilità sociali con l uso della carta

Dettagli

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella In una scuola che ormai è concepita come luogo non solo deputato alla trasmissione del sapere, ma anche connesso

Dettagli

Autovalutazione di istituto

Autovalutazione di istituto I.C. "Dante Alighieri" - Aulla Autovalutazione di istituto Nel mese di aprile 2015 sono stati somministrati dei questionari in forma anonima per verificare il livello di gradimento del servizio offerto.

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Questionario insegnante

Questionario insegnante Questionario insegnante Anno Scolastico 2014/15 INVALSI Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione Via Borromini, 5 Villa Falconieri 00044 Frascati (Roma)

Dettagli

Comune di Lugo REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE

Comune di Lugo REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE Comune di Lugo REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE Anno 2004-2005 REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

Elaborazione questionari somministrati nel Liceo Pitagora di ISILI

Elaborazione questionari somministrati nel Liceo Pitagora di ISILI SERVIZIO DI MEDIAZIONE SCOLASTICA PLUS SARCIDANO E BARBAGIA DI SEULO Elaborazione questionari somministrati nel Liceo Pitagora di ISILI Classe 2 A Area supporto sociale e familismo Comprende gli item da

Dettagli

PROMECO SERT- AUSL FERRARA

PROMECO SERT- AUSL FERRARA PROMECO Promeco è un servizio pubblico gestito congiuntamente da Comune e Azienda Usl di Ferrara in un rapporto di convenzione con la Provincia di Ferrara. Progetta e svolge interventi educativi con tutte

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM Località Villaggio 84047 CAPACCIO (SA) - C.M. SAIC8AZ00C Tel. 0828725413/0828724471 Fax. 0828720747/0828724771 e-mail SAIC8AZ00C@istruzione.it Ascolta i bambini

Dettagli

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 Questionari per: - docenti dell istituto - alunni classi terze secondaria - genitori classi terze secondaria Composti da tre punti di analisi con 8 domande

Dettagli

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica Individuazione precoce della difficoltà Riduzione della difficoltà specifica Maturazione dei livelli di autostima Riduce l impotenza

Dettagli

Il metodo comportamentale 1

Il metodo comportamentale 1 Il metodo comportamentale 1 Il comportamentismo pone come oggetto di studio l interazione tra il comportamento e gli eventi dell ambiente. Queste interazioni si basano sull associazione tra stimolo, risposta

Dettagli

FARE O ESSERE VOLONTARI?

FARE O ESSERE VOLONTARI? Corso di formazione FARE O ESSERE VOLONTARI? Il volontariato come manifestazione dell essere e dell operare a favore dell altro Caritas Ambrosiana Salone Mons. Bicchierai via San Bernardino 4 20122 Milano

Dettagli

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI I I figli crescono Primo incontro 25.11.06 La scuola superiore: l adolescente l tra scuola e famiglia Secondo incontro17.02.07 La relazione tra genitori e figli adolescenti:

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

Bambine e Bambini costruttori di pace

Bambine e Bambini costruttori di pace Istituto Comprensivo V. Tortoreto SCUOLA PRIMARIA Delia e Filippo Costantini Passo San Ginesio Bambine e Bambini costruttori di pace anno scolastico 2004-05 DATI IDENTIFICATIVI DELL ISTITUZIONE SCOLASTICA

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO GRAZIANO DA CHIUSI PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA. Che cosa è il protocollo di accoglienza?

ISTITUTO COMPRENSIVO GRAZIANO DA CHIUSI PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA. Che cosa è il protocollo di accoglienza? ISTITUTO COMPRENSIVO GRAZIANO DA CHIUSI PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA Che cosa è il protocollo di accoglienza? E un documento deliberato dal Collegio dei Docenti, quale strumento per l attuazione del D.P.R.

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA

PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA La nostra Associazione Mariposa si pone come obiettivo quello di approfondire la percezione ed il grado di conoscenza del tema della violenza assistita dai minori

Dettagli

Gestione del conflitto o della negoziazione

Gestione del conflitto o della negoziazione 1. Gestione del conflitto o della negoziazione Per ognuna delle 30 coppie di alternative scegli quella che è più vera per te. A volte lascio che siano gli altri a prendersi la responsabilità di risolvere

Dettagli

LA TERAPIA DELLA RICONCILIAZIONE

LA TERAPIA DELLA RICONCILIAZIONE Premise 1 LA TERAPIA DELLA RICONCILIAZIONE Ci sono varie forme di riconciliazione, così come ci sono varie forme di terapia e varie forme di mediazione. Noi qui ci riferiamo alla riconciliazione con una

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

Accoglienza CHI BEN COMINCIA...

Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Anno scolastico 2010/2011 Osservazioni della Commissione L accoglienza è un percorso che ha come finalità: La formazione di un gruppo di lavoro (clima idoneo all apprendimento)

Dettagli

Disciplina: Tecniche di comunicazione Classe: 4 B IPSC A.S. 2014/ 2015 Docente: Vittorio Bassan (Todaro Elena, fino al 7/11/2014)

Disciplina: Tecniche di comunicazione Classe: 4 B IPSC A.S. 2014/ 2015 Docente: Vittorio Bassan (Todaro Elena, fino al 7/11/2014) Disciplina: Tecniche di comunicazione Classe: 4 B IPSC A.S. 2014/ 2015 Docente: Vittorio Bassan (Todaro Elena, fino al 7/11/2014) ANALISI DI SITUAZIONE di partenza - LIVELLO COGNITIVO La classe 4 sezione

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare

PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare Sottogruppo coordinato da Fortunata Capparo (verbale 2 incontro - 18 /11 2002) L ispettore Gandelli ha iniziato l incontro

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio. Distretto Scolastico N 53 Nocera Inferiore (SA) Prot. n. 1676 C/2 Nocera Superiore,18/10/2012 A tutti i docenti All attenzione della prof. Sergio FS di riferimento All attenzione di tutti i genitori Tramite

Dettagli

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI ISTITUTO COMPRENSIVO DI BREMBATE SOPRA - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO FERRUCCIO DELL ORTO OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI CLASSI PRIME SOCIALIZZAZIONE - PARTECIPAZIONE Primo quadrimestre Si pone nella

Dettagli

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro)

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) Abdelkrim Boussetta Ispettorato Regionale - Rabat 1 Corso di formazione Accademia di Rabat, giovedi 21 ottobre 2010 Docente Studente Materia 2 Insegnamento

Dettagli

PAROLEdelcuore. Attività di gruppo per Bambini e Ragazzi. La VALIGIA per la SCUOLA MEDIA CONFLITTO, SCONTRO, INCONTRO! AttentaMENTE!

PAROLEdelcuore. Attività di gruppo per Bambini e Ragazzi. La VALIGIA per la SCUOLA MEDIA CONFLITTO, SCONTRO, INCONTRO! AttentaMENTE! PAROLEdelcuore Attività di gruppo per Bambini e Ragazzi GIOCHIAMO con le PAROLE AttentaMENTE! BULLI e PUPE CONFLITTO, SCONTRO, INCONTRO! La VALIGIA per la SCUOLA MEDIA Il progetto propone un training fonologico,

Dettagli

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Edizioni Erickson La mia autostima Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Deborah Plummer Introduzione L immaginazione come strumento per il cambiamento Imagework: un

Dettagli

Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI

Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI Le difficoltà emotivo-relazionali in ambito evolutivo Tutti quei segnali di disagio e di sofferenza, che coinvolgono la dimensione emotiva e

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

Partecipazione delle Famiglie ed Educazione familiare

Partecipazione delle Famiglie ed Educazione familiare Partecipazione delle Famiglie ed Educazione familiare di Enzo Catarsi La partecipazione dei genitori La consapevolezza dell importanza della presenza dei genitori nel nido nasce sulla base di importanti

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado

Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado Premessa Percorsi di Educazione alla legalità per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado Giovanna Baldini e Cristiana Vettori Libera Scuola Pisa Creare comunità consapevoli,

Dettagli

POLO EDUCATIVO CITTADINO Analisi degli ostacoli AREA RELAZIONE (problem setting)

POLO EDUCATIVO CITTADINO Analisi degli ostacoli AREA RELAZIONE (problem setting) POLO EDUCATIVO CITTADINO Analisi degli ostacoli AREA RELAZIONE (problem setting) 1 Quali sono le dimensioni rilevanti di questo ostacolo: LA RELAZIONE EDUCATIVA è SALTATA? 1. Unico preside con molti insegnanti

Dettagli

Orientamento in uscita - Università

Orientamento in uscita - Università ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE G. FALCONE - ASOLA (MN) Orientamento in uscita - Università prof. Ruggero Remaforte A.S.. 2012/2013 Premettendo che per orientare bisogna attivare non solo strumenti ma anche

Dettagli

Doposcuola popolare nel Quartiere S.Fereolo di Lodi Educare alla cultura della non violenza in un contesto multiculturale.

Doposcuola popolare nel Quartiere S.Fereolo di Lodi Educare alla cultura della non violenza in un contesto multiculturale. Master in Social pedagogy and fight against youth violence Doposcuola popolare nel Quartiere Educare alla cultura della non violenza in un contesto multiculturale di SILVIA BOSI S.Fereolo di Lodi Piano

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Che cosa può rendere felice la società? Quale lavoro può migliorare la società? Guida per l insegnante

Che cosa può rendere felice la società? Quale lavoro può migliorare la società? Guida per l insegnante Che cosa può rendere felice la società? Guida per l insegnante Obiettivi educativi generali Compito di esplorazione - Immaginare diverse modalità di risoluzione dei problemi. - Dare risposte originali.

Dettagli

RELAZIONE DESCRITTIVA DEL PROGETTO

RELAZIONE DESCRITTIVA DEL PROGETTO C I R C O L O D I D A T T I C O D I S A N T A G A T A L I B A T T I A T I PROGETTO NO AL BULLISMO Percorso di prevenzione dei fenomeni di bullismo A.S. 2011-2012 RELAZIONE DESCRITTIVA DEL PROGETTO PREMESSA

Dettagli

A.Bagni Alla cortese Attenzione ANNO SCOLASTICO 2012/2013 STAR BENE A SCUOLA SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO (SAP)

A.Bagni Alla cortese Attenzione ANNO SCOLASTICO 2012/2013 STAR BENE A SCUOLA SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO (SAP) Non c'è intelligenza senza emozioni, Non c'è apprendimento senza desiderio. Non c'è scuola senza un po' di volonta' e vita. A.Bagni Alla cortese Attenzione Del Dirigente Scolastico Del Collegio docenti

Dettagli

Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze. PISA 3 dicembre 2008

Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze. PISA 3 dicembre 2008 Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze PISA 3 dicembre 2008 SOMMARIO Il documento ufficiale Esempio di test I punti del documento ufficiale della Conferenza delle Facoltà di Scienze Necessità di

Dettagli

Programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2007/2013

Programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2007/2013 Programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2007/2013 LE(g)ALI AL SUD: UN PROGETTO PER LA LEGALITÀ IN OGNI SCUOLA" Obiettivo Convergenza - Progetto nell'ambito dell'obiettivo C: "Migliorare i livelli

Dettagli

Viale Trastevere, 251 Roma

Viale Trastevere, 251 Roma PROGETTO SPORTELLO DI ASCOLTO ATTIVITA DI COUNSELING PSICOLOGICO RIVOLTO AGLI STUDENTI, INSEGNANTI E FAMIGLIE ISTITUTO SAN GAETANO Viale Trastevere, 251 Roma ANNO SCOLASTICO 2014-2015 Una proposta a cura

Dettagli

NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING

NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING gno Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING COSA

Dettagli

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROGETTO: TEATRO FORUM 24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per

Dettagli

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

L'esperienza scolastica è fondamentale per la crescita di ogni bambino.

L'esperienza scolastica è fondamentale per la crescita di ogni bambino. L'esperienza scolastica è fondamentale per la crescita di ogni bambino. La scuola rappresenta un luogo ricco di potenzialità (nuove esperienze, competenze, autonomia, relazioni ecc.). Per i bambini adottati

Dettagli

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

Nozioni generali. Principali forme di trattamento tano essere di vitale importanza per il benessere psicofisico del paziente, pertanto vale sempre la pena impegnarsi, anche quando la sindrome non venga diagnosticata subito dopo la nascita. Principali

Dettagli

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Mirella Pezzin - Marinella Roviglione LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, alla sezione Centralità della persona

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO DI MANZANO PROVA DI ITALIANO. Scuola Primaria. Anno Scolastico. Classe quinta. Alunno/a Scuola Sez.

ISTITUTO COMPRENSIVO DI MANZANO PROVA DI ITALIANO. Scuola Primaria. Anno Scolastico. Classe quinta. Alunno/a Scuola Sez. ISTITUTO COMPRENSIVO DI MANZANO PROVA DI ITALIANO Scuola Primaria Anno Scolastico Classe quinta Alunno/a Scuola Sez. PRIMO COMPITO Ogni anno, nella tua scuola, si organizza la Giornata della lettura e

Dettagli

Numero Verde per l ascolto ascolto, la consulenza e la prevenzione del bullismo: primi risultati

Numero Verde per l ascolto ascolto, la consulenza e la prevenzione del bullismo: primi risultati Numero Verde per l ascolto ascolto, la consulenza e la prevenzione del bullismo: primi risultati Laura Volpini 28 Marzo 2007 Università di Roma La Sapienza Il perché del numero verde: Richiesta da parte

Dettagli

L intelligenza numerica

L intelligenza numerica L intelligenza numerica Consiste nel pensare il mondo in termini di quantità. Ha una forte base biologica, sia gli animali che i bambini molto piccoli sanno distinguere poco e molto. È potentissima e può

Dettagli

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO 1. Il bambino sviluppa il senso dell identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato

Dettagli

3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI ANNO SCOLASTICO 2005/2006

3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI ANNO SCOLASTICO 2005/2006 Scheda allegato A) 3 CIRCOLO DIDATTICO DI CARPI PROGETTO PER L INTEGRAZIONE DI ALUNNI STRANIERI NELLA SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2005/2006 Premessa La scuola si fa portavoce dei valori fondamentali

Dettagli

Relazione sullo svolgimento della Funzione Strumentale stranieri A.S. 2014-2015

Relazione sullo svolgimento della Funzione Strumentale stranieri A.S. 2014-2015 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI VIA MANIAGO Via Maniago, 30 20134 Milano - cod. mecc. MIIC8D4005 Relazione sullo svolgimento della Funzione Strumentale stranieri A.S. 2014-2015 Affidata dal Collegio Docenti

Dettagli

PROGETTO VALUTAZIONE & MIGLIORAMENTO (V&M) RAPPORTO DAI QUESTIONARI a.s. 2012/13 A cura dell INVALSI

PROGETTO VALUTAZIONE & MIGLIORAMENTO (V&M) RAPPORTO DAI QUESTIONARI a.s. 2012/13 A cura dell INVALSI PROGETTO VALUTAZIONE & MIGLIORAMENTO (V&M) RAPPORTO DAI QUESTIONARI a.s. 2012/13 A cura dell INVALSI Il Progetto Valutazione e Miglioramento si propone di: monitorare le capacità progettuali e gestionali

Dettagli

Formazione docenti/ autovalutazione

Formazione docenti/ autovalutazione Formazione docenti/ autovalutazione Il nostro istituto è chiamato a valutare la significatività Il significato da attribuire al processo di autovalutazione è di migliorare la qualità del servizio come

Dettagli

Insegnare con il blog. Materiale tratto da:

Insegnare con il blog. Materiale tratto da: Insegnare con il blog Materiale tratto da: Weblog La parola "blog" nasce dalla contrazione del termine anglosassone "weblog" che, letteralmente, significa "traccia nella rete". Il blog infatti rappresenta

Dettagli

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente).

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente). QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO Gentile genitore, le sottoponiamo il presente questionario anonimo al termine dell incontro a cui ha partecipato. La valutazione da lei espressa ci aiuterà a capire

Dettagli

Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul metodo di studio.

Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul metodo di studio. QUARTA PARTE Percorso unico Il successo scolastico e il metodo di studio 1. RISPOSTA APERTA Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul

Dettagli

Benessere Organizzativo

Benessere Organizzativo Benessere Organizzativo Grazie per aver scelto di partecipare a questa indagine sul benessere organizzativo. Rispondere alle domande dovrebbe richiedere non più di 15-20 minuti. Attraverso il questionario

Dettagli

Centro Studi Politici, culturali, Economici, Sociali e Giuridici FUTURA

Centro Studi Politici, culturali, Economici, Sociali e Giuridici FUTURA Centro Studi Politici, culturali, Economici, Sociali e Giuridici FUTURA Lamezia Terme 88046 via Coschi 72/b interno 1 telefono e fax 0968/201908 Codice Fiscale 92003410799 FORMAZIONE SPECIFICA STRUMENTI

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

A.D.H.D. DISTURBO DA DEFICIT DELL ATTENZIONE E DELL IPERATTIVITA Negli ultimi anni, con una frequenza superiore rispetto al passato, si sente parlare di bambini e adolescenti iperattivi o con problemi

Dettagli

REGOLAMENTO ALLIEVI MANCANZE E SANZIONI

REGOLAMENTO ALLIEVI MANCANZE E SANZIONI REGOLAMENTO ALLIEVI MANCANZE E SANZIONI Premessa: nelle situazioni in cui un allievo manca di rispetto ai docenti, al personale e ai compagni, vengono richieste scuse immediate e contemporaneamente viene

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

I DISTURBI COMPORTAMENTALI

I DISTURBI COMPORTAMENTALI IC1 PESCANTINA A.S. 2013-2014 I DISTURBI COMPORTAMENTALI Ins. Francesca Bonafini Ins. Gisella Di Marco Associazione Nuovi Talenti Speciali BES: BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE MACROCATEGORIA CHE COMPRENDE MOLTE

Dettagli

Nonni si nasce o si diventa?

Nonni si nasce o si diventa? Nonni si nasce o si diventa? Riflessioni perché la Nonnitudine sia uno status di vita occasione di Vita! I nonni Ci sono delle cose che solo i nonni sanno, son storie più lontane di quelle di quest anno.

Dettagli

ANNO SCOLASTICO 2014-2015

ANNO SCOLASTICO 2014-2015 ATTIVITÀ DI SPERIMENTAZIONE IN CLASSE PREVISTA NELL AMBITO DEL PROGETTO M2014 PROMOSSO DALL ACCADEMIA DEI LINCEI PER LE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2014-2015 Il Centro matematita,

Dettagli

Prima parte: LA COSTRUZIONE DEGLI SCENARI. La visione comune: SCUOLA SOSTENIBILE NEL 2014

Prima parte: LA COSTRUZIONE DEGLI SCENARI. La visione comune: SCUOLA SOSTENIBILE NEL 2014 Prima parte: LA COSTRUZIONE DEGLI SCENARI La visione comune: SCUOLA SOSTENIBILE NEL 2014 Dalle visioni espresse nel corso della prima parte del seminario spiccano i seguenti temi: Tema della trasparenza

Dettagli

MASTER IN LIFE COACHING

MASTER IN LIFE COACHING MASTER IN LIFE COACHING Master in life coaching abilities ABILITIES 2016 Brain Fitness SRL Via Abbagnano 2 Senigallia, AN +39 392 33 22 000 www.progettocrescere.it/coaching www.brain.fitness coaching@brain.fitness

Dettagli

Questionario di gradimento rivolto a Genitori e Studenti. a. s. 2014/15

Questionario di gradimento rivolto a Genitori e Studenti. a. s. 2014/15 Questionario di gradimento rivolto a Genitori e Studenti a. s. 2014/15 Il questionario genitori è stato somministrato durante il secondo colloquio quadrimestrale. Pertanto il campione esaminato è costituito

Dettagli

PROGETTO PORCOSPINI PREMESSA

PROGETTO PORCOSPINI PREMESSA PROGETTO PORCOSPINI COORDINATE PSICO-PEDAGOGICHE- ORGANIZZATIVE PER L EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITA E ALL ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA COME PREVENZIONE AL DISAGIO E AL MALTRATTAMENTO PREMESSA Il Lions Club, associazione

Dettagli

Progetto accoglienza Scuola dell infanzia

Progetto accoglienza Scuola dell infanzia Progetto accoglienza Le docenti di scuola dell infanzia del IV istituto comp. G. Verga di Siracusa hanno stilato il progetto accoglienza per i bambini iscritti all anno scolastico 2011/2012 Motivazioni

Dettagli

Scuola elementare Dante Alighieri - Isola PIANO EDUCATIVO

Scuola elementare Dante Alighieri - Isola PIANO EDUCATIVO Scuola elementare Dante Alighieri - Isola PIANO EDUCATIVO Anno scolastico 2008/2009 INTRODUZIONE Il piano educativo fa parte del Piano dell offerta formativa dell Istituto ed è stato elaborato seguendo

Dettagli

Autoefficacia e apprendimento

Autoefficacia e apprendimento Autoefficacia e apprendimento Definizione di autoefficacia Convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente

Dettagli

-Dipartimento Scuole-

-Dipartimento Scuole- CONSULTORIO AUGUSTA PINI -Dipartimento Scuole- 1 SERVIZI e PROGETTI ATTIVATI NELL ANNO 2012/2013 NELLE SCUOLE D INFANZIA DI BOLOGNA. RELAZIONE PER L ISTRUTTORIA PUBBLICA SUL TEMA I servizi educativi e

Dettagli

PREMESSA FINALITA' OBIETTIVI PER GLI ALUNNI. Trovare un ambiente accogliente.

PREMESSA FINALITA' OBIETTIVI PER GLI ALUNNI. Trovare un ambiente accogliente. PREMESSA L inserimento degli studenti in un contesto scolastico nuovo rappresenta sicuramente un momento di preoccupazione. L intervento degli insegnanti è volto a limitare quanto più possibile le incertezze

Dettagli

CHI SEI TU? CHI SONO IO?

CHI SEI TU? CHI SONO IO? L associazione Don Lorenzo Milani e l ICS Lorenzo Bartolini Vaiano in partenariato con il Comune di Cantagallo e l ICS Sandro Pertini di Vernio Con il contributo dell Assessorato alle Politiche Sociali

Dettagli

L uso e il significato delle regole (gruppo A)

L uso e il significato delle regole (gruppo A) L uso e il significato delle regole (gruppo A) Regole organizzative: devono essere rispettare per far sì che la struttura possa funzionare e che si possa vivere in un contesto di rispetto reciproco; Regole

Dettagli

EU-StORe Indagine sulla qualità delle risorse didattiche aperte

EU-StORe Indagine sulla qualità delle risorse didattiche aperte EU-StORe Indagine sulla qualità delle risorse didattiche aperte Versione 1.0 Gentile Rispondente, Siamo molto lieti che abbia deciso di dedicare il suo tempo alla compilazione di questo questionario, relativo

Dettagli

Fallimenti in psicoterapia psicodinamica J. Gold G. Stricker

Fallimenti in psicoterapia psicodinamica J. Gold G. Stricker Fallimenti in psicoterapia psicodinamica J. Gold G. Stricker Criteri per il successo e per il fallimento di un trattamento. Fattori: 1) del Paziente 2) del terapeuta 3) tecnici 4) relazionali 5) ambientali

Dettagli

DA NORD A SUD.DA EST A OVEST UNA SOLA EDUCAZIONE

DA NORD A SUD.DA EST A OVEST UNA SOLA EDUCAZIONE RELAZIONE PROGETTO ORIENTEERING STRADALE A.S. 2010/2011 DA NORD A SUD.DA EST A OVEST UNA SOLA EDUCAZIONE L educazione stradale sta assumendo un importanza sempre più rilevante al fine di raggiungere un

Dettagli

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI GIORNATE DI SUPPORTO ALLA FORMAZIONE DEI REFERENTI PER LA DISLESSIA DELLA LOMBARDIA 22 Aprile 2008 DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI Rosy Tavazzani Montani PERCHE L INSEGNANTE DOVREBBE

Dettagli