Organizzazione e funzionamento di un azienda industriale

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1 23/33 1. Costo di produzione Organizzazione e funzionamento di un azienda industriale La contabilità industriale, che si occupa esclusivamente della funzione economica e produttiva delle Officine, ha il compito di fare l analisi e la registrazione di tutti i fattori economici inerenti all andamento delle Officine stesse. Questa analisi e questa registrazione vanno dal momento in cui i materiali entrano nei magazzini al momento in cui esce il prodotto finito dalle Officine. Lo scopo di questa contabilità è duplice: sintetico e critico. E sintetico in quanto determina il costo di produzione degli oggetti lavorati; è critico in quanto valuta la convenienza economica della qualità e quantità di produzione, dei metodi di lavoro, dell efficienza lavorativa dei singoli Reparti, ecc. Si è finora parlato con terminologia generica di costo di produzione. Si è detto che si chiama costo di produzione di un dato oggetto la somma effettiva di tutte le spese fatte dall Azienda per ottenerlo. Ma, per comodità ed opportunità di analisi, il costo di produzione viene esaminato al progredire del processo produttivo sotto gli aspetti di costo di fabbricazione, costo di gestione, costo tecnico-economico (detto comunemente costo aziendale). Il raggruppamento sintetico dei vari componenti del costo di produzione è riportato nel seguente prospetto. Per evitare equivoci, si tenga fin d ora presente che si è usato e si userà la parola costo per indicare la spesa per ogni unità (di valore, di peso, il costo di un ora di mano d opera, ecc.) mentre con la parola spesa si intende indicare il totale di lire spese per una data «voce» (ad esempio la spesa per l acquisto di una «partita» di materiale, la spesa per l illuminazione dell officina per un dato periodo, la spesa per la bolletta trimestrale del telefono, ecc.). E evidente che in seguito si dovrà determinare quale aliquota di queste spese debba essere incorporata nel costo delle materie prime e della mano d opera alfine di determinare il costo di fabbricazione di ciascun prodotto.

2 24/ Costo di fabbricazione Dal precedente prospetto si rileva che i componenti del costo di fabbricazione sono: - materie prime; - mano d opera produttiva diretta; - spese generali di fabbricazione. I componenti del costo di fabbricazione possono essere, rispetto alla produzione: - fissi, se rimangono costanti anche per sensibili variazioni del volume globale di produzione (stipendi degli impiegati, affitti, ammortamenti, canoni di leasing, interessi passivi di mutui, luce, telefoni, salari dei magazzinieri, dei portieri, degli addetti alla vigilanza, ecc., alcuni materiali ausiliari, ecc.). Qualora invece vengano espressi in termini unitari i costi fissi risultano variabili essendo costante il numeratore (costi fissi) e variabile il denominatore (unità prodotte); - variabili, se variano in proporzione diretta al volume di produzione realizzato [materie prime, mano d opera diretta, energia elettrica per l azionamento delle macchine (esclusa la quota fissa), ecc.]. Materie prime Si dicono materie prime tutte le sostanze naturali o artificiali che vengono trasformate in officina. La determinazione del loro costo deve essere comprensiva non solo del blocchetto del materiale occorrente per ricavare un dato pezzo, ma anche del materiale che va perduto per eventuali scarti, nel taglio delle billette, dei profilati, delle lamiere, nonché delle spuntature rimaste che non trovano più utilizzazione. Il costo delle materie prime impiegate è quindi uguale al prodotto della quantità impiegata per il prezzo unitario attuale di mercato, calcolato in modo da comprendere non solo il valore di dette materie, ma anche la spesa sostenuta per il trasporto fino al Magazzino generale dell Azienda e del relativo periodo di sosta. Naturalmente occorre tenere conto del materiale che, dopo essere stato lavorato e trasformato in trucioli si può recuperare; il valore del recupero deve essere sottratto dal valore del materiale inizialmente occorrente. Si tenga presente che il recupero può assumere in certi casi valori notevoli. Mano d opera In questa determinazione si tiene conto solo della mano d opera produttiva diretta, cioè di quella che è necessaria per trasformare il materiale dallo stato in cui entra nel magazzino dall esterno (barre, lamiere, getti, ecc.) in prodotto finito, e che risulta quindi direttamente impiegata nella lavorazione delle materie prime a caldo o a freddo, con o senza asportazione di trucioli, a mano o a macchina. Sommando i tempi per le successive operazioni, si ha il tempo di lavoro totale in ore e in centesimi di ora per trasformare la materia prima nel pezzo finito. Conoscendo la paga oraria lorda dell operaio (la paga lorda equivale al salario effettivo maggiorato dei contributi per l assistenza, la mutua, la cassa pensioni, ecc. e maggiorato inoltre dell importo delle ferie e della tredicesima mensilità), si moltiplicano le ore totali per la paga lorda ricavando così il costo della mano d opera diretta. Spese generali di fabbricazione Comprendono tutte le spese che si sostengono in officina che, non potendo essere imputate direttamente al singolo prodotto, sono distribuite sull intera fabbricazione relativa ad un determinato periodo: 1. stipendio del capo officina, dei capi reparto e dei collaudatori; paghe dei manovali addetti ai trasporti, alle pulizie, alle dispense, ai magazzini, ecc., cioè qualsiasi mano d opera indiretta impiegata per funzioni accessorie della lavorazione; 2. spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle macchine, attrezzature, impianti, fabbricati, ecc.; 3. spese di forza motrice, luce, acqua, gas, ecc.; 4. spese per materiali di consumo, come stracci, vernici, lubrificanti, materiali per saldatura, ecc., spese per cancelleria inerenti all officina (bolle, cartellini, schede di lavorazione, ecc.), spese per trasporti interni, ecc.; 5. assegni vari, premi, gratifiche, ecc. da calcolare sulla mano d opera diretta e indiretta; 6. quote d ammortamento per macchine, impianti, attrezzature. Riguardo al punto 6, è evidente che la spesa per macchine, impianti ed attrezzature già esistenti nell Azienda o da acquistarsi appositamente deve essere computata sui pezzi lavorati.

3 25/33 Nel caso delle macchine il costo di funzionamento dipende da fattori fissi e da fattori variabili: i primi sono costanti, cioè non dipendenti dal volume di produzione (spesa d acquisto, trasporto, sistemazione) mentre i secondi variano proporzionalmente al tempo di utilizzazione della macchina (forza motrice, manutenzione, lubrificanti, ecc.). Nel caso degli impianti ogni Azienda ha evidentemente un capitale d impianto costituito dal danaro speso per iniziare l attività. Queste spese d impostazione dovute alla compera del terreno, all erezione dei fabbricati, agli impianti di forza motrice, luce, acqua, gas, riscaldamento, all acquisto di mobili per uffici, di mezzi di trasporto, ecc. devono essere tempestivamente reintegrate in un prefissato numero di anni, accantonando ogni anno una somma che si chiama quota d ammortamento destinata, a tempo debito, a sostituire quei mezzi di produzione che hanno perduto la loro capacità di produzione se non tecnica per lo meno economica. Infatti, se non si procedesse all ammortamento, quando gli impianti non fossero più in grado di produrre a condizioni economicamente vantaggiose a causa dell obsolescenza (invecchiamento tecnologico dovuto alla comparsa sul mercato di nuove macchine tecnicamente più perfezionate e quindi più efficienti), si sarebbe distrutto, durante quel periodo, il capitale investito all inizio nel loro acquisto. Nel caso delle attrezzature usuali (calibri differenziali, frese, punte da trapano, ecc.) si preferisce, per la complessità ed il tempo del calcolo dell onere relativo, conteggiarne l incidenza sulla produzione con quote fisse. Nel caso delle attrezzature speciali costruite o acquistate appositamente per una prefissata lavorazione (maschere di foratura, modelli, conchiglie, stampi, ecc.) la spesa sostenuta si ammortizza sul numero di pezzi da produrre. Come si nota, si tratta di spese eterogenee e pertanto non è sempre di agevole determinazione la loro singola influenza per ciascuna commessa, oppure la loro determinazione accurata per singola voce richiederebbe un tempo (e quindi un costo) eccessivo. La maggior parte delle Aziende procede così: sapendo qual è l ammontare complessivo di queste spese nel periodo precedente (anno, semestre o trimestre), per confronto con l importo complessivo della mano d opera diretta nello stesso periodo, si stabilisce che le suddette spese rappresentano il tot% di ciò che è costata la mano d opera diretta. Si calcola così la quota per spese di fabbricazione che incide su ciascun prodotto finito, moltiplicando per questa percentuale il suo costo di mano d opera diretta. Di una rettificatrice sono noti i seguenti dati: - costo della macchina: L ; - vita della macchina: 8 anni; - valore di recupero della macchina dopo 8 anni: L ; - quota annua di manutenzione: 4% del costo della macchina; - ore di lavoro annue della macchina: 2 500; - potenza del motore: 10 kw; - costo «forza motrice»: 60 L kwh; - consumo annuo lubrificanti e liquidi refrigeranti: L Calcolare la spesa oraria di macchina (esclusa la spesa per il consumo della mola). La spesa oraria di macchina è data da: A = A e + A m + A dove: A = spesa oraria di macchina; A e = spesa oraria per «forza motrice»; A m = spesa annuale di manutenzione; A a = spesa annuale di ammortamento; A l = spesa annuale per lubrificanti e refrigeranti; n 1 = numero di ore di lavoro della rettificatrice in un anno. n 1 a + A l Calcolo della spesa orario Ae : dove: N = potenza del motore in kw; C e = costo energia elettrica in L/kWh; η = rendimento (mediamente 0,8). A e N Ce = η A e = 0.80 Si ha quindi: = 750[ / ] L h

4 26/33 Cr i Calcolo della spesa annuale Am : Am = dove: C = costo di acquisto della rettificatrice; i m = quota per la manutenzione Si ha quindi: A e = = [ L / h] m Calcolo della spesa annuale Aa : L ammortamento costante è quello più usato dall industria italiana ed è ammesso dal fisco, il quale prescrive mediante pubblicazione di apposite tabelle, le quote annuali da accantonare. La quota reintegro capitale nel caso in esame si determina con la formula: 7 7 Cr Rr Aa = = = [ L / anno] n 8 La somma di L rappresenta la quota da accantonare annualmente affinché, alla fine del periodo di 8 anni, con l aggiunta del valore di recupero della rettificatricee, si possa teoricamente rientrare in possesso del capitale investito (esborso iniziale) Calcolo della spesa orario di macchina A : A = = 4710[ L / h] La barra da cui si ricava il pezzo finito ha la massa di 2,6 kg e costa 4000 [L/kg] Il tempo di lavorazione per ricavare un pezzo richiede ad un operaio, il cui costo lordo è di L/h, 90/ di ora. Eseguiti i primi pezzi si constata che date le difficoltà che il lavoro presenta lo scarto è del 6%. Assegnato il lavoro ad un operaio di categoria superiore il cui costo lordo è di L/h, ciascun pezzo viene prodotto in 85/ di ora con uno scarto del 2%. Eseguire il «bilancio economico» per decidere a quale dei due operai deve essere assegnato il resto del lotto, tenendo conto che le spese di fabbricazione sono il 130% della mano d opera diretta. La massa di materiale consumata dal 1 operaio per ricavare un pezzo è data dalla massa della barra maggiorata del 6% per gli scarti (e quindi moltiplicata per 1,06): 2,6 x 1,06 = 2,756 kg. Costo del materiale per ciascun pezzo: 2,756 x 4000 = lire. Costo della mano d opera comprensivo del 6% di scarto: 0,9 x 00 x 1,06 X 9540 lire. Costo del materiale e della mano d opera diretta: = lire. Massa di materiale consumata dal 2 operaio per ricavare un pezzo: 2,6 x 1,02 = 2,652 kg. Costo del materiale per ciascun pezzo: 2,652 x 4000 = lire.

5 27/33 Costo della mano d opera comprensivo del 2% di scarto: 0,85 x x 1,02 = lire. Costo del materiale e della mano d opera diretta: = lire. È evidente che, facendo eseguire i pezzi al 1 operaio, si ha un risparmio per ciascun pezzo sul costo del materiale + mano d opera diretta di: = 448 lire. Nel caso in esame il vantaggio è ancora maggiore poiché il costo della mano d opera è salito da a lire passando dal 1 al 2 operaio con una differenza di: = 864 lire. Pertanto, se le spese di fabbricazione sono il 130% della mano d opera diretta, l aumento di 864 lire determina un incremento di spesa di: 864 x 1,3 = 1123,2 lire. e quindi la perdita per ciascun pezzo è di: ,2 =1571,2 lire. Come si nota, il cambio di operaio per ridurre gli scarti questa volta non è stato conveniente, e quindi una valutazione affrettata basata unicamente sulla considerazione che il 2 operaio permette di ridurre in modo considerevole lo scarto di lavorazione non è economicamente accettabile. Come utile esercitazione l allievo esegua il calcolo variando unicamente il tempo impiegato dal 2 operaio: 80/ anziché 85/ di ora per ciascun pezzo Costo di gestione Si ricava aggiungendo al costo di fabbricazione le spese generali di gestione non direttamente addebitabili alla vera e propria produzione. Queste ultime comprendono tutte le spese finanziarie ed economiche che si sostengono per acquistare e per mantenere in efficienza, mediante un adatta manutenzione, tutti i beni patrimoniali dell Azienda. Riguardano pertanto: 1. assicurazioni varie (incendi, furti, trasporti, ecc.); 2. indennità di licenziamento del personale di ogni ordine e grado; 3. ammortamenti macchine, impianti, attrezzature. Riguardo alla voce 3, si noti che il suddetto ammortamento compare anche alla voce 6. delle spese generali di fabbricazione. Naturalmente dovrà essere conteggiato una sola volta. Le Aziende bene organizzate preferiscono eliminare la voce 6. dalle spese generali di fabbricazione al fine di lasciare i relativi calcoli all Ufficio contabilità industriale ritenuto più idoneo a seguire da vicino eventuali variazioni della suddetta spesa. 1.3 Costo aziendale Si ricava aggiungendo al costo di gestione le spese generali amministrative e commerciali: 1. stipendi e salari di tutti i dipendenti dei due settori (compreso il personale addetto alla Direzione generale); 2. spese legali, perdite per fatture non pagate, fallimenti, penalità, ecc.; 3. oneri fiscali (tasse, imposte, ecc.), interessi passivi verso banche, ecc.; 4. spese di distribuzione e di vendita (pubblicità, trasporti esterni, rappresentanti, depositi, ecc.).

6 28/33 2. Analisi della retribuzione della mano d opera La mano d opera è retribuita mediante il salario. Il metodo di retribuzione varia secondo la quantità del lavoro eseguito e secondo l organizzazione dell Azienda. Si hanno così quattro tipi di retribuzione: a) salario a termine o ad economia; b) salario a peso o a misura; c) salario a cottimo; d) salario a premio. 2.1 Salario a termine o ad economia È la più antica forma di retribuzione della mano d opera: al lavoratore viene corrisposta per ogni unità di tempo in cui egli è presente al lavoro (ora, giornata, quindicina), una paga fissa non mai inferiore al minimo contrattuale stabilito per la categoria alla quale appartiene. L industria ha ormai quasi completamente abbandonato questo tipo di salario, in quanto non stimola l incremento della produzione, non essendo la retribuzione commisurata alla produttività del singolo operaio. Indicando con: S il salario totale percepito; s la paga oraria; t il tempo espresso in ore; il sistema di retribuzione a termine è rappresentato dalla formula: S = st Il salario a termine è ancora in uso per i lavori che non si prestano ad altri tipi di retribuzione, oppure per quelli in cui non interessa tanto il tempo quanto la precisione (portieri, fattorini, manovali, motoristi, attrezzisti, aggiustatori, ecc.). 2.2 Salario a peso o a misura L operaio percepisce una retribuzione proporzionata alla quantità, in peso o in misura, di lavoro prodotto indipendentemente dal tempo impiegato. Indicando con: S il salario totale percepito; s il salario unitario; q la quantità in unità di peso o di misura; il sistema di retribuzione a peso o a misura è rappresentato dalla relazione: S=sq Si retribuiscono in questo modo i lavori di sterro, di trasporto, l estrazione di minerali, ecc. 2.3 Salario a cottimo Con il nome di cottimo si definiscono i sistemi di retribuzione ad incentivo individuale che permettono all operaio di guadagnare di più della paga base, in funzione del tempo risparmiato per ogni unità prodotta o in funzione del superamento di un determinato volume di produzione prestabilito. Sono sistemi che si prestano particolarmente per le lavorazioni di serie, in quanto si utilizza lo stimolo di un maggior guadagno, sia per incrementare la produzione, sia per promuovere da parte del lavoratore stesso la sorveglianza automatica delle proprie attività, onde il rendimento non scenda al di sotto della propria possibilità. Il cottimo può assumere diverse forme: vi sono attualmente molti metodi per calcolare il premio (o beneficio) da corrispondere all operaio in relazione al tempo da lui risparmiato su quello prefissato per eseguire una data lavorazione. Ci limiteremo ad illustrare i metodi più comunemente impiegati Salario a cottimo semplice Con questo sistema di retribuzione l operaio realizza un beneficio B 0 qualora riesca a produrre, nel tempo assegnato T, un numero di pezzi N maggiore di quello fissato n. Qualora per un qualsiasi motivo l operaio producesse nel tempo T un numero di pezzi N minore di quello fissato n, applicando la formula del salario a cottimo semplice si verrebbe a causargli un sensibile danno, in quanto il salario reale percepito diverrebbe minore della retribuzione normale. Ad evitare questo inconveniente i contratti collettivi stabiliscono che, qualsiasi specie di salario a cottimo venga applicato, al lavoratore sia garantito il conseguimento di una retribuzione non inferiore a quella che si avrebbe applicando il salario ad economia. La formula che permette di calcolare il salario a cottimo semplice è data da :

7 29/33 dove: Sr è il salario reale percepito dall operaio; s è la paga base oraria; T è il tempo assegnato per eseguire n pezzi; N è il numero di pezzi prodotti nel tempo T; n è il numero di pezzi assegnati nel tempo T. A un fresatore che ha una paga base di 8000 L/h è assegnato un lavoro a cottimo semplice. Esso deve eseguire 30 pezzi per ogni giornata lavorativa di 8 ore, ed è riuscito a produrne 33. Calcolare: 1. il salario reale giornaliero Sr; 2. il beneficio B 0 realizzato dall operaio; 3. il beneficio B 0 conseguito dall Azienda. N n 1. S r = s T + s T = = 70400[ L] n Per il tempo T= 8 ore, con il salario ad economia, l operaio avrebbe percepito una retribuzione normale S, data da: S n = s T = = 64000[ L] Il beneficio realizzato dall operaio risulta quindi: B 0 = Sr - Sn = = 6400 lire 3. L Azienda aveva preventivato un costo normale C, per ciascun pezzo dato da: S n Cn = = = [ L] n 30 Il costo reale Cr per ciascun pezzo sostenuto dall Azienda è evidentemente: S r Cr = = = [ L] N 33 Il beneficio aziendale B 0 è quindi zero. Infatti: B 0 = Cn - Cr = 2133, ,33 = 0. Come si vede, col cottimo semplice l Azienda non realizza alcun beneficio sul costo della mano d opera in quanto l intero utile che si consegue va a vantaggio dell operaio. L Azienda non realizza neppure alcun beneficio sulle spese d acquisto delle materie prime, in quanto queste si possono considerare direttamente proporzionali al numero dei pezzi fabbricati. E però evidente che l Azienda realizza un notevole risparmio sulla quota di spese generali che gravano su ciascun pezzo, perché queste spese, ripartendosi su un maggiore numero di pezzi, fanno abbassare il costo unitario di produzione. Questo sistema di retribuzione è applicabile convenientemente solo in Aziende bene organizzate e che dispongono di tecnici in grado di calcolare i cottimi con molta precisione. Per costruire una certa serie di pezzi si impiegano attualmente 20 minuti per pezzo. Si supponga che l incentivo del cottimo o una modifica ad una attrezzatura ci con- senta di ridurre tale tempo a 15 minuti. Calcolare: 1. la riduzione percentuale del tempo; 2. l aumento percentuale della produzione

8 30/ Nel caso in esame si ha: Ta = 20 minuti Pa = = = 3 pezzi/ora Ta Tr=15 minuti Pr = = = 4 pezzi/ora Tr 15 Tr Ta Tr % = = = 25% Ta 20 Pr Pa 4 3 Pr % = = = 33.33% Pa 3 Nel caso in esame ad una diminuzione del 25% del tempo corrisponde un aumento della produzione del 33,33%. Questi risultati possono sembrare strani poiché a prima vista si è indotti a ritenere che ad una diminuzione del 25% del tempo debba corrispondere lo stesso aumento della produzione. Ma se il tempo si riduce del 25%, cioè è stato portato al 75%, è evidente che la produzione diviene i /75 di quella di prima: = 4 pezzi/ora e non il 25% in più di quella di prima, cioè: + 3 = pezzi/ora Salario a premio Con i salari a premio l Azienda intende conseguire un beneficio Ba positivo, e quindi maggiore di zero. Per ottenere ciò, occorre concedere all operaio un beneficio B0 inferiore a quello che realizzerebbe qualora venisse retribuito a cottimo semplice. Coi salari a premio l operaio consegue una retribuzione proporzionale alle ore lavorate, più una frazione del risparmio di tempo realizzato. Questo metodo si presta particolarmente ad essere impiegato dalle Aziende modeste, dove il cottimo viene calcolato valutando empiricamente, con sufficiente approssimazione, i tempi di macchina, ed a «stima» i tempi per la preparazione del lavoro, per i controlli, i tempi passivi, ecc. Vi sono parecchi «tipi» di salari a premio, non molto dissimili tra loro. Prendiamo in esame solamente i due tipi più noti. Salario a premio proporzionale Halsej La formula che permette di calcolare questa retribuzione è semplice e facilmente compresa dall operaio, mentre il suo computo è abbastanza rapido. Si presta particolarmente per tutti i lavori di piccola e grande serie ed anche per lavori non di serie. La formula è data da: ( T t) ) p Sr = s t + s dove: Sr è il salario reale percepito dall operaio; s è il salario base orario; T è il tempo assegnato per eseguire il lavoro; t è il tempo impiegato per eseguire il lavoro; p è il premio sul tempo risparmiato (normalmente il premio è uguale al 50% del tempo risparmiato T).

9 31/33 Un operaio retribuito col salario a premio proporzionale Halsej ha una paga base di L/h e deve eseguire un lavoro per il quale gli è stato assegnato un tempo di 8 ore. Se ha compiuto il lavoro nel tempo di 7 ore, calcolare: 1. il salario Sr liquidato all operaio (con p = 50%); 2. il beneficio B 0 realizzato dall operaio; 3. il beneficio Ba conseguito dall Azienda. ( T t) ) p ( 8 7) x50 1. Sr = s t + s = 8000x = lire. 2. Per il tempo t = 7 ore, con il salario ad economia, l operaio avrebbe percepito la retribuzione normale Sn data da: Sn = s t = 8000 x7 = Avremo perciò per l operaio il beneficio: B 0 = Sr - Sn = = 4000 lire. 3. L Azienda aveva preventivato di spendere per questo lavoro l importo S dato da: S = s x T= 8000 x 8 = lire. Il beneficio conseguito dall Azienda risulta: Ba = S S r = =4000 lire Come si era precedentemente accennato, il premio sul tempo risparmiato (S Sn = = 8 000) è risultato diviso in parti uguali tra l operaio e l Azienda. Salario a premio variabile Rowan La formula che permette di calcolare questa retribuzione, semplice ma poco compresa dall operaio, è data da: T t Sr = s t + s t T dove i simboli conservano gli stessi significati della retribuzione precedente. Un operaio retribuito col salario a premio Rowan ha una paga base di 8000 L/h e deve eseguire un lavoro per il quale gli è stato assegnato un tempo di 8 ore. Se ha effettuato il lavoro nel tempo di 7 ore, calcolare: 1. il salario Sr liquidato all operaio; 2. il beneficio B 0 realizzato dall operaio; 3. il beneficio Ba conseguito dall Azienda. T t Sr = s t + s t = 8000 x x7 = lire T 8 2. Sn = s x t =8000 x 7 =56000 lire B 0 = Sr - S = = 7000 lire 3. S = s x T = 8000 x 8= lire Ba = S - Sr = = lire. Per avere un idea più completa dell andamento dei due salari a premio precedentemente descritti, si osservi il grafico di facile attuazione e di semplice comprensione riportato nella figura

10 32/33 Il premio sul tempo risparmiato (S Sn), secondo le ore impiegate per eseguire il lavoro, è rappresentato, in entrambi i casi, dai tratti di ordinate comprese tra le rette 1 e AB. Se si applica la formula Halsej, l utile conseguito dall operaio è rappresentato dai tratti di ordinate compresi tra le rette i e 3. L utile dell Azienda è rappresentato evidentemente dai tratti di ordinate compresi tra le rette 3 ed AB. Se si applica la formula Rowan, l utile conseguito dall operaio è rappresentato dai tratti di ordinate compresi tra la retta i e la linea 2. La parte residua di utile compresa fra la linea 2 e la retta AB rimane all Azienda. Si osservi che in questo caso la percentuale di utile dell operaio diminuisce di una porzione sempre maggiore man mano che diminuisce il tempo impiegato per eseguire il lavoro, mentre aumenta la percentuale di utile riservata all Azienda. 2.5 Premio di produzione La recente introduzione di nuovi procedimenti tecnologici nella produzione industriale, quali il sistema di assicurazione della qualità e l automatizzazione e la sempre più perfetta organizzazione del lavoro, hanno obbligato l operaio a «sincronizzarsi» col ciclo di produzione. Infatti in una lavorazione automatizzata l operaio deve adattarsi ad un ciclo produttivo scrupolosamente studiato, sia per quel che riguarda i movimenti che deve compiere, sia per i tempi che deve assolutamente rispettare, cosicché inutile, anzi dannosa, sarà ogni sua tendenza ad aumentare la velocità di lavoro (importanza assunta dal ritmo e dalla regolarità del flusso rispetto alla consueta incentivazione individuale del cottimo che hanno sconvolto i tradizionali moduli tayloristici). Poiché in queste Aziende non è possibile ovviamente applicare alcuna forma di incentivazione individuale, utile si è dimostrata l adozione del premio sulla produzione (incentivo collettivo esteso a tutti i dipendenti in ragione direttamente proporzionale alla retribuzione percepita da ciascuno di essi) in base al raggiungimento dei programmi di produzione prefissati dalla Direzione tecnica dell Azienda. In Italia questo sistema è il più diffuso e previsto ufficialmente da diversi contratti collettivi di categoria. Tale «premio>) viene corrisposto quando la produzione complessiva dell Azienda supera un prestabilito livello standard. Tale livello produttivo di riferimento fissato dalla Direzione d accordo con i rappresentanti della Commissione interna (ad esempio come media dei risultati di un determinato numero di esercizi precedenti) diviene il traguardo che ci si propone di raggiungere e di superare nell anno successivo. Qualora si superi lo standard prefissato alcuni contratti prevedono che il premio da corrispondere non debba mai superare il 10% delle retribuzioni normali e che l eventuale parte eccedente venga accantonata per gli esercizi successivi o investita in opere assistenziali a favore del personale od accreditata alla Cassa malattie o al fondo pensioni, ecc. Il premio di produzione presenta però il grave inconveniente che l incasso da parte dei dipendenti dell Azienda avviene alla chiusura dell esercizio al quale ci si riferisce. Per ovvie ragioni di carattere finanziario tutto ciò è poco gradito dai dipendenti, ma risulta poco producente anche per l Azienda poiché il premio perde in parte la sua forza incentivante.

11 33/33 Si stanno tentando anche in Italia altre forme di incentivazione non direttamente monetarie: assegnazione di periodi supplementari di ferie, avanzamento di categoria, abbandono prima del termine dell orario del posto di lavoro al raggiungimento dello standard giornaliero prefissato, ecc. Inoltre si va diffondendo il lavoro intermittente che interessa molte categorie di lavoratori quali il personale femminile con impegni familiari, gli studenti, i pensionati, ecc., articolato come lavoro ad orario ridotto (il cosidetto lavoro part-time), il lavoro ad orario flessibile, suddivisione fra due lavoratori di un compito specifico e dell orario di lavoro normale (job sharing), lavoro a domicilio (teleworking), ecc. In Italia il lavoro intermittente non è ancora regolamentato, mentre opportune disposizioni di legge in proposito sono già state emanate nella maggior parte dei paesi della CEE. Da parte dei sindacati e delle direzioni aziendali vi è l impegno alla ricerca e alla realizzazione di nuove forme organizzative del lavoro. Oggetto precipuo della ricerca è l unità di montaggio integrata (definita anche isola di montaggio) in sostituzione della monotona catena di montaggio tradizionale A ciascuna unità di montaggio partecipano un certo numero di operai che costituiscono un gruppo autonomo di lavoro destinato a realizzare un intero processo produttivo di montaggio nei previsti livelli qualitativi e quantitativi intervenendo sui problemi della qualità con apporto determinante. Nella catena di montaggio tradizionale la macchina prendeva forma per aggiunte successive di pezzi da un operaio all altro, con tempi abbastanza stretti e senza una visione complessiva del prodotto (parcellizzazione del lavoro). Nell unità di montaggio integrata ogni operaio si amministra una serie di fasi di lavoro (di almeno 15 minuti in quanto la macchina è stata decomposta in tanti elementi o gruppi di per sé completi) ed ha la responsabilità di verificare il buon funzionamento di quello che produce provvedendo, se necessario, ad eventuali regolazioni. Viene inoltre stabilito un programma di rotazione del lavoro per i membri di ciascun gruppo di lavoro. Ne conseguono i seguenti vantaggi: la parcellizzazione è abolita, le mansioni si ricompongono, cessa la dannosa ripetitività con tempi brevi senza responsabilità, la logica produttiva riacquista senso per chi la compie in quanto il lavoro non solo si è «allargato», ma anche e soprattutto «arricchito» assommando assemblaggi, controlli, regolazioni, cosicché ogni addetto deve, in pratica, entro limiti ben definiti di libertà di azione, assumersi personalmente la responsabilità per la qualità del proprio lavoro.

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