VIA CRUCIS Passione secondo Luca
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- Arrigo Durante
- 8 anni fa
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1 VIA CRUCIS Passione secondo Luca Cari fratelli e sorelle, ci troviamo insieme oggi, all inizio della settimana Santa, per ricordare la passione, la morte e la resurrezione del Signore Gesù. Sono i giorni più importanti per tutti i cristiani del mondo. Vogliamo vivere questo momento come discepoli in comunione profonda con tutta la Chiesa e con Papa Francesco. Gesù Figlio di Dio si fece uomo per salvare tutti noi senza guardare alle nostre miserie e alle nostre colpe. Non vogliamo abbandonare il Signore Gesù che è condotto alla croce. Nel cammino doloroso della croce sarà tradito e abbandonato. Noi vogliamo seguirlo, restare con lui in silenzio, vogliamo ascoltare le parole del Vangelo senza distrarci. Vogliamo essere personalmente accanto a lui, come si sta accanto ad un amico che sta male. Vogliamo seguire personalmente la sua croce per non dimenticare le tante croci di questo mondo. Lui non le ha dimenticate. Cammineremo insieme, senza distrarci con i soliti pensieri sulla nostra vita, restando attenti alle parole e ai sentimenti di Gesù. Impariamo da lui. Riceviamo il suo testamento di amore e di pace. Ne abbiamo bisogno e il mondo ne ha bisogno. Porteremo la croce che rappresenta l amore più grande, i rami di ulivo che sono i sentimenti di pace, ascolteremo le parole, canteremo insieme. Prepariamoci a fare memoria della passione e morte di Gesù. I stazione - L ultima cena Lc 22, [14]Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». Gesù nel momento in cui si avvicina la sua morte vuole stare con i suoi amici. Li guarda uno per uno e dice una cosa molto bella: Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione. Questo desiderio di Gesù è arrivato fino a noi. Anche noi siamo invitati alla sua tavola. Ogni domenica facciamo memoria dell ultima cena, come Gesù ci ha detto. E nella messa ricordiamo quello che Gesù ha fatto per noi. Gesù offrendo il pane e il vino ha offerto la sua vita per noi. La liturgia è un invito fatto a noi, non perché ce lo siamo meritato, ma perché il Signore ci ha tanto amato. Fare parte della comunità cristiana vuol dire questo: essere riuniti intorno alla tavola, su cui sono il pane e il vino, il corpo e il sangue del Signore, essere in intimità con Lui, ed essere fratelli e sorelle tra noi. Preghiamo: Ti ringraziamo, Signore, per il tuo amore per noi. Ti preghiamo di proteggere quelli che amiamo, e in particolare le nostre famiglie. Amen.
2 2 Canto: Salmo 50 fino a quello che è male ai tuoi occhi io l ho fatto II stazione - La Lavanda dei piedi Gv 13, Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù 4 [ ] si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. 6 Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". 7 Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo". Mentre stanno cenando, Gesù si alza, depone le vesti si mette un asciugamano in vita, versa l acqua in un catino e comincia a lavare i piedi ai discepoli. Gesù come un servo, in ginocchio, si mette a lavare i piedi ai discepoli, fa un gesto molto umile. Pietro non capisce questo gesto di Gesù, non capisce questa amicizia di Gesù che si piega anche sulla parte debole della sua vita, forse Pietro si vergogna, come noi a volte, non vuole che il Signore tocchi i suoi piedi, stanchi, che forse si sono sporcati camminando, ma Gesù gli spiega che per essere discepolo bisogna lasciarsi amare e imparare ad amare: Se io ho lavato i piedi a voi anche voi dovete lavarveli l un l altro. Vi ho dato infatti l esempio perché anche voi facciate come faccio io. Come lui ha lavato i piedi ai discepoli, vuole che anche noi ce li laviamo gli uni gli altri. Ma che vuol dire lavarci i piedi gli uni gli altri? Vuol dire che i discepoli di Gesù, i suoi amici, devono amarsi e aiutarsi tra loro, devono amare e aiutare gli altri, i poveri e tutti coloro che hanno bisogno. Ogni Pasqua facciamo memoria di questo gesto umile, di amore grande di Gesù. Giovedì Papa Francesco farà questo gesto nel carcere di Rebibbia. Preghiamo: Signore Gesù, che hai lavato i piedi ai tuoi discepoli, insegnaci ad amarci e ad aiutarci come fratelli; insegnaci ad essere amici dei poveri e di tutti coloro che hanno bisogno. Amen Canto: Salmo 50 fino a cancella tutte le mie colpe III stazione - Gesù sul monte degli Ulivi i discepoli dormivano Lc 22, [39]Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. [46]E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». Dopo la cena, Gesù insieme ai suoi discepoli va sul monte degli Ulivi: è il luogo in cui Gesù si
3 3 ritirava spesso a pregare. Pieno di tristezza e angoscia, come uno che sa che deve morire, Gesù si rivolge al Padre nella preghiera. Prende con sé i suoi amici più cari e si allontana un po dagli altri per pregare. Gesù prega il Padre perché lo allontani dalla morte. È la preghiera di un condannato a morte, di un uomo che aspetta la sua ora e sa che l ora della sua morte è vicina. Gesù è solo e prega: non ha armi, e neppure compagnia. Sembra abbandonato da tutti, anche da quelli che gli sono vicini, i suoi discepoli: preoccupati solo per loro stessi, capiscono tanto poco di lui, e si addormentano, non sanno stare vicino a un uomo che sta per morire. Ma gli appare un angelo dal cielo a confortarlo. È il segno che quell uomo che prega e soffre non è abbandonato. È la risposta di Dio alla sua preghiera. Solo Dio non lo ha abbandonato, lungo la sua via dolorosa. I discepoli, i suoi amici più cari si sono addormentati, sono preoccupati di loro stessi e del loro sonno, non capiscono, sembrano insensibili al dolore. Anche noi tante volte siamo così davanti al dolore degli altri. Preghiamo: Ti preghiamo, Signore, per tutti coloro che soffrono da soli. Ti preghiamo per i condannati a morte. Insegnaci a pregare e a non abbandonare nessuno. Insieme a papa Francesco ti preghiamo per l abolizione della pena di morte. Amen Canto: Cristo ha sofferto per noi (le prime due strofe) IV stazione - L arresto di Gesù i discepoli e la spada Lc 22, Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48 Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?". 49 Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?". 50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. 51 Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate! Basta così!". E, toccandogli l'orecchio, lo guarì. 52 Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53 Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre". La violenza si scatena contro Gesù. Arrivano i soldati con le spade e i bastoni, arriva una grande folla. È la forza della violenza: gli mettono le mani addosso e lo arrestano. Di fronte alla violenza dei soldati, anche i discepoli rispondono con la violenza. Uno di loro prende la spada e taglia l orecchio a uno di quelli che venivano ad arrestare Gesù. Gesù interviene e dice: Lasciate, basta così e guarisce l orecchio di quell uomo. Gesù dice Basta! : basta alla violenza, all offesa, al male. Gesù non vuole la violenza. E un uomo mite, ha scelto la via dell amore per tutti, non ha nemici e rifiuta la logica del nemico e della guerra. Ha scelto la via della parola infatti ogni giorno stava nel tempio a insegnare la Parola di Dio. Non si difende dalla violenza. Sembra una follia ma non è forse una vera follia quella del nostro mondo che sceglie la violenza e la guerra? In fondo anche i discepoli pensano così, pensano che Gesù è esagerato, per questo alla fine lo abbandonano e fuggono tutti.
4 4 Preghiamo: Signore, insegnaci a non avere nemici. Vinci con l amore l odio, la violenza e la guerra. Ti preghiamo per la pace in Siria, in Iraq, in tutto il Medio Oriente, in Terrasanta, in America Latina, in Nord Africa, in Nigeria, in Italia, nelle nostre città e in tutto il mondo, pacifica i cuori di tutti. Amen Canto: Ecco è l ora della morte del Signore V stazione - Il rinnegamento di Pietro Lc 22, Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55 Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56 Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: "Anche questi era con lui". 57 Ma egli negò dicendo: "O donna, non lo conosco!". 58 Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei uno di loro!". Ma Pietro rispose: "O uomo, non lo sono!". 59 Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo". 60 Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61 Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte". 62 E, uscito fuori, pianse amaramente. Gesù dopo l arresto viene portato nel palazzo del sommo sacerdote. Gesù è solo. Tutti i discepoli sono scappati. Pietro, che lo ha seguito da lontano, si ferma nel cortile seduto vicino al fuoco. Davanti alla sofferenza di Gesù, Pietro ha paura. Una serva del sommo sacerdote lo riconosce come discepolo di Gesù, ma Pietro si arrabbia, nega, giura che non lo conosce: No, non lo sono!. Pietro ha paura, è preoccupato per sé, ha paura di finire come Gesù. La paura, la preoccupazione per se stessi fanno diventare cattivi, fanno dimenticare un amico. Proprio lui che aveva detto Signore con te verro dovunque! Con te sono pronto ad andare fino alla prigione e fino alla morte!. Proprio lui per tre volte dice di non conoscere Gesù. Lo rinnega. Proprio Pietro, il più fedele, colui al quale Gesù affiderà le chiavi della Chiesa, la responsabilità di guidare la chiesa degli inizi, il primo Papa. Ma Gesù si volta e lo guarda. E Pietro si ricorda. E allora vince le sue paure e si mette a piangere. Sì, lo sguardo di Gesù lo fa scoprire peccatore: capisce di avere abbandonato Gesù. E si pente. Pietro piange amaramente perché si rende conto di quanto è lontano dal Signore. Pietro è debole, si scopre peccatore. Ma diventa forte quando si lascia toccare dallo sguardo del Signore, e si ricorda delle sue parole. Fermiamoci ogni tanto nella nostra vita a ricordare le parole del vangelo, quelle che più ci hanno toccato, quelle che abbiamo sentito rivolte a noi, e come Pietro riscopriamo che Gesù ci vuole bene e che anche noi vogliamo bene a Gesù. Preghiamo: Perdonaci, Signore, per quando diciamo di non conoscerti e ci dimentichiamo di te. Ti ringraziamo perché sempre ci guardi quando siamo lontani e ci fai tornare a te. Amen Canto: Signore con te verrò dovunque VI stazione - Gesù deriso Lc 22, 63-65
5 5 63 E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, 64 gli bendavano gli occhi e gli dicevano: "Fa il profeta! Chi è che ti ha colpito?". 65 E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo. Nella notte, Gesù viene torturato e picchiato. Viene bendato, e non sa nemmeno chi lo percuote. E lo prendono anche in giro: Fa il profeta!, Indovina chi ti ha colpito!. Quella notte, bendato, in un carcere, è per Gesù come le notti di tanti condannati. È come la notte lunga e buia di tanti ammalati, di tanti abbandonati, di tanti prigionieri. Gesù aveva predicato nei giorni della sua vita per liberare i prigionieri e guarire i malati. Gesù, in quella notte, vive nella sua carne la notte buia dei prigionieri, degli abbandonati e degli ammalati. La sua vita sembra non valere niente così come è per tanti disprezzati e maltrattati. Ma Gesù muore come tutti e per tutti per mostrarci che ogni vita, anche quella del più disprezzato, è un valore grande. Perché ognuno di noi è fatto a immagine e somiglianza di Dio. La vita del più piccolo e insignificante uomo è un grande valore davanti a Dio. Per questo oggi Gesù ci chiede di stare vicino a chi è maltrattato, a chi viene torturato, a chi soffre. Preghiamo: Signore Gesù, ti preghiamo per quanti sono maltrattati, torturati, insultati. Ti preghiamo per gli anziani soli e abbandonati in istituto, perché siano visitati e confortati. Per i bambini che muoiono di fame in Africa, perché siano sfamati, per tutti i bambini e per i nostri figli, perché crescano alla scuola della pace e ritrovino presto gli affetti più vari, per i malati che soffrono e non sono amati, perché trovino amicizia e guarigione, per gli zingari che sono disprezzati, perché siano rispettati, per chi è in carcere perché sia presto liberato. Per chi è condannato a morte perché sia salva la loro vita e perché tutti i prigionieri possano presto trovare l abbraccio dei propri cari e la liberazione. Amen Canto: De la cruel morte del Cristo le prime due strofe VII stazione - CROCIFIGGILO Lc 23, [13]Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. E il processo a Gesù, un uomo innocente. stretto tra il potere politico di Erode, la ferocia della folla, l astuzia degli uomini di religione, e Pilato, un romano, estraneo agli odi e alle passioni di quella gente. Non è un fanatico. È un uomo civile, cerca un modo per mandarlo via libero.
6 6 Pilato fa un processo in piena regola, chiede a Gesù di rispondere. E ha la possibilità di concedere una grazia. Ma in realtà sarebbe bastato un senso minimo di giustizia, o guardarlo in faccia, per capire che non andava condannato. Ma ora ci sono due parti: Pilato e la folla. Gesù non risponde alle domande, il suo silenzio è una risposta non violenta alla violenza delle domande. Pilato prova a concedergli la grazia, ma chiede alla folla di scegliere fra Gesù e Barabba. La folla chiede di salvare Barabba e di crocifiggere Gesù. Questo estraneo, Pilato, si lascia andare alla volontà della folla, diventa impotente. Ma non era un romano? Un uomo importante? Fallisce la giustizia e Pilato diventa responsabile di quel sangue, complice della congiura. Non basta lavarsi le mani per restare puliti, al contrario occorre sporcarsi le mani, come Gesù aveva fatto con gli uomini e le donne, i lebbrosi, i malati, le prostitute e i pubblicani. Invece in questa vicenda dell ingiusto processo a Gesù la folla esulta per la liberazione di Barabba mentre si calpesta il debole e il solo. Gente che non conta niente, nascosta in mezzo alla folla, riesce a ottenere la morte di Gesù. Perché preferiscono Barabba? Che fascino ha? È un violento. Anche la folla si mette dalla parte del male. Ognuno può scegliere di schierarsi dalla parte del male ed esserne complice, ma anche ognuno può scegliere il bene. Preghiamo: Ti preghiamo Signore di perdonare il nostro mondo perché tanti calpestano la vita dei deboli, tanti prendono decisioni da lontano, senza curarsi delle conseguenze. Proprio come è stato Pilato con te Signore Gesù. Così è chi decide la guerra e la persecuzione, chi affama i popoli e lascia i poveri senza casa. Anche oggi tante porte restano chiuse, come restò chiusa quella del cuore dei sommi sacerdoti e dei farisei. Ti preghiamo Signore sciogli i cuori di ghiaccio, aiuta anche noi a cambiare, frantuma la pietra dei nostri cuori e insegnaci ad amare. Amen Canto De la cruel (la terza e la quarta) VIII stazione - Simone di Cirene Lc 23, 26 [26]Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Mentre ridevano di lui Gesù camminava sotto il peso della croce. Cadeva a terra e si rialzava. Ma possibile che quel piccolo uomo che portava un peso così grande sulle spalle facesse tanta paura? A un certo punto costringono un tale che passava, uno che veniva dalla campagna, si chiamava Simone e veniva da Cirene, lo costrinsero a portare per un tratto di strada la croce di Gesù. Almeno quell uomo ha fatto qualcosa, ha sollevato dal dolore almeno per un tratto le spalle di Gesù lungo la via dolorosa. Anche noi possiamo portare un poco del peso e aiutare Gesù. Preghiamo. O Signore concedici di portare un poco del peso di cui ti sei caricato, di tutti i dolori e i mali del mondo. Signore concedici di essere almeno per un poco le tue braccia e le tue mani, tu che sei reso impotente appeso all albero della croce. Amen Canto De la cruel morte del Cristo 5 e 6 IX stazione - La Crocifissione
7 7 - Lc 23, Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34 Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 35 Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto". 36 Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto 37 e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". 38 Sopra di lui c'era anche una scritta: "Costui è il re dei Giudei". Mentre lo crocifiggono Gesù dice: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.: davvero quella gente non sapeva quello che faceva. Distruggevano la speranza del mondo, uccidevano colui che era venuto a salvare, a parlare del Vangelo, colui che era venuto ad aiutare gli uomini, a liberare i prigionieri, a rispondere alla preghiera di tanti, a curare i malati. Il popolo gli diceva: Salva te stesso!. (e ti crederemo) Ma il Vangelo di Gesù è il contrario di queste parole. Gesù non salva se stesso. È venuto a salvare gli altri. Oggi vogliamo ricordare anche tutti i cristiani che, come Gesù, hanno dato la loro vita per gli altri, i martiri antichi e anche per quelli più vicini a noi vogliamo ricordare i cristiani perseguitati in medio Oriente, in Siria e in Iraq, coloro che sono stati rapiti come i vescovi Mar Gregorios Ibrahim e Paul Yazigy sequestrati da due anni ormai e di cui non si hanno notizie. Padre Paolo dall Oglio, sequestrato in Siria di cui non si hanno notizie. Vogliamo ricordare i cristiani morti nelle due chiese a Lahore in Pakistan proprio due settimane fa e tra loro un bambino di 10 anni, che frequentava la scuola della pace della Comunità di Sant Egidio a Lahore, non aveva nessuna colpa, solo quella di essere cristiano. E vogliamo ricordare il terribile genocidio dei cristiani armeni perché è avvenuto proprio 100 anni fa in Siria e Turchia. Morirono più di un milione di persone per la colpa di essere cristiani. Preghiamo: O Signore Gesù, che sei morto in croce per salvare tutti gli uomini, ti ringraziamo per i martiri che hanno dato la loro vita per Te e per il Vangelo, e che sono stati uccisi dalla violenza degli uomini, per i cristiani perseguitati. Ti ringraziamo per la testimonianza di Martin Luther King, di Monsignor Romero che sarò presto beato in Salvador, di Padre Pino Puglisi, di don Giuseppe Diana e dei tanti santi martiri per la fede. Amen. Canto: Ecco l albero della croce 1 X stazione Il "buon ladrone" Lc 23, [39]Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». [43]Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». Papa Francesco ha definito il buon ladrone il primo santo, canonizzato direttamente da Gesù, era un ladro, carcerato, condannato a morte, ma Gesù l'ha accolto in paradiso. Lo ha detto a Napoli, al carcere di Poggioreale per spiegare il perdono. Il perdono di Gesù è diverso da quello degli uomini.
8 8 Gesù perdona e dimentica, quell uomo dice Ricordati di me e Gesù dimentica il passato, ma ricorda il presente. Ecco perché lo porta subito con sé in Paradiso. Preghiamo: O Signore Gesù non conosciamo ancora la tua grande misericordia. Ne abbiamo dubitato, noi stessi abbiamo avuto paura di non poter essere perdonati da te, ma tu malgrado quello che siamo, ci prometti di farci stare accanto a te per un nostro piccolo gesto di fede. Amen Canto : Ecco l albero della croce 2 XI stazione - La Morte di Gesù Lc 23, Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45 perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo, spirò. Pausa di silenzio. 47 Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: "Veramente quest'uomo era giusto". Silenzio Gesù è morto, inchiodato sulla croce. La sua fine è una fine tragica, triste e dolorosa, una fine da povero, da condannato, da perseguitato, come quella dei martiri. La croce sembra la sconfitta di Gesù di fronte al male, la fine della buona notizia del Vangelo e della speranza per il mondo. Ma Gesù prima di morire dice: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Gesù grida perché, anche se sta per morire, è sicuro che chi consegna la propria vita nelle mani del Padre non la perde. Questo è il segreto della forza dell amore. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Gesù ha fiducia che l amore del Padre non lo abbandonerà nemmeno nella morte. Dalla croce Gesù ci insegna la fede. Sotto la croce c è la prima conversione: il centurione, che svolgeva quel lavoro e che forse aveva avuto parte negli insulti e nelle percosse a Gesù, il centurione, un uomo pagano e totalmente estraneo alla tradizione ebraica, ascolta le parole di Gesù e intuisce che c è un Dio che non abbandona alla paura e alla disperazione. Gesù dalla croce ci insegna ad amare, ci insegna un amore che abbraccia tutti gli uomini in tutto il mondo. Questa è la vittoria dell amore, del bene sul male. XII stazione - La Deposizione - Giuseppe d Arimatea Lc 23, Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51 Egli non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52 Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53 Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54 Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55 Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato
9 9 posto il corpo di Gesù, 56 poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto. Sotto la croce di Gesù non c è molta gente, erano tutti fuggiti. Ma davanti al dolore, davanti alla morte, davanti alla tortura, alla violenza, all assassinio, davanti all insulto e alla forza del male, nasce la pietà. Giuseppe di Arimatea un uomo ricco chiede a Pilato il corpo di Gesù: lo cala dalla croce, lo avvolge in un lenzuolo, lo depone in una tomba nuova, scavata nella roccia e fa rotolare una pietra pesante davanti al sepolcro. È il giorno prima del sabato: è buio, è venuta la notte. Noi, che vogliamo essere amici di Gesù, ci facciamo vicini a lui, al suo corpo, alla sua tomba: sappiamo di non doverci più allontanare da lui. Non sappiamo e non capiamo tante cose ma sappiamo che possiamo aspettare il suo giorno, la sua resurrezione, aspettare che quella tomba si spalanchi, che quella pietra rotoli via dal sepolcro, perché la vita risorga per ogni uomo e per ogni donna ovunque nel mondo. Che possiamo aspettare un giorno nuovo, una vita nuova, un mondo nuovo. Quella pietra è pesante come un cuore chiuso che non crede a niente. Ma si può sperare nella vita davanti a una pietra pesante, davanti alla morte? Eppure davanti a quella tomba c è la speranza anche per chi era fuggito e ritorna, per chi chiede perdono, per chi inizia a sperare in una vita diversa, una vita dove il bene è più forte del male, una vita senza guerra, una vita migliore. Davanti alla morte di Gesù nasce la pietà. Gesù ci insegna a credere che la morte non è l ultima parola, ci insegna a non scappare via, ci dice che anche se siamo tristi e addolorati possiamo pregare, sperare, credere. Come Dio non abbandona Gesù nella tomba, ma lo richiama alla vita, così può essere anche per noi. È questo il significato della resurrezione di Gesù. Restiamo anche noi accanto al Signore Gesù, attendiamo la sua resurrezione, attendiamo un ora nuova e un giorno nuovo. Preghiamo: O Signore aiutaci a credere che è possibile vivere, amare, credere che non si muoia più così. Che possa esistere l amore, la pace, che la misericordia di Dio possa coprire le nostre mancanze. Che noi possiamo cambiare. Amen Canto: Ecco è l ora della morte del Signore (la seconda e la terza) XIII stazione - Le donne al sepolcro Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». [8]Ed esse si ricordarono delle sue parole. La pietra pesante è stata rotolata via, ma Gesù non c è? E c è un incontro con due uomini che chiedono perché cercate tra i morto colui che è vivo? Si il Signore che è sceso negli inferi ha vinto la morte, l ha vinta per noi. A noi credere nel tempo che viene che questo lo ha fatto per noi, che lo ha fatto per tutti, nessuno escluso. Canto: Sotto la protezione o un canto a Maria
10 10 Preghiamo: Gesù mite, liberaci dall'odio e dal rancore. Gesù abbandonato, dona compagnia a chi è nell'angoscia. Gesù uomo dei dolori, guarisci chi è malato. Gesù tradito, perdona il nostro peccato. Gesù lasciato solo, insegnaci la via dell'amicizia. Gesù condannato, libera e consola i prigionieri. Gesù indifeso, vinci la violenza e la guerra. Gesù flagellato, salva chi subisce tortura. Gesù incoronato di spine, accresci la carità. Gesù crocifisso, insegnaci a stare vicino a chi soffre. Gesù avvolto in un lenzuolo, rivestici con la tua forza. Gesù sepolto nella tomba, vinci ogni male e la morte. Gesù, ricordati di noi nel tuo regno. Amen. Signore, noi abbiamo visto la tua croce e le croci di quelli che tu ami, vogliamo vivere non più solo per noi stessi, ti chiediamo di perdonare i nostri peccati, aiutaci ad aprirci all amore. Amen Ora, ci alziamo in piedi e, prendendoci per mano, diciamo insieme la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato: Padre Nostro Ci scambiamo l abbraccio della pace
A cura di Chiesacattolica.it e LaChiesa.it
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