CAMBIARE STRADA. è POSSIBILE?

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1 CAMBIARE STRADA è POSSIBILE?

2 CAMBIARE STRADA sembra ragionevole? che il modello di sviluppo attuale dei paesi industrializzati basato sul consumo sempre crescente di risorse energetiche possa mantenersi nel futuro?

3 CAMBIARE STRADA sembra ragionevole? che questo modello possa estendersi ai paesi in via di sviluppo e consentire una vita in sicurezza salute e benessere a quella grande parte dell umanità che ancora non ne beneficia?

4 CAMBIARE STRADA sembra ragionevole?

5 CAMBIARE STRADA sembra possibile?? ragionevole che questo modello che compromette su scala globale gli elementi fondamentali della natura - aria, acqua, suolo - possa garantire la sopravvivenza degli ambienti naturali e delle infinite risorse di vita che contengono?

6 CAMBIARE STRADA sembra possibile? che questo modello che compromette su scala globale gli elementi fondamentali della natura - aria, acqua, suolo - possa garantire la sopravvivenza degli ambienti naturali e delle infinite risorse di vita che contengono?

7 CAMBIARE STRADA sembra possibile? che questo modello di crescita possa assicurare il domani delle future generazioni?

8 CAMBIARE STRADA se non pare ragionevole e possibile bisogna pensare a cambiamenti

9 o SVILUPPO SOSTENIBILE per la nostra TERRA

10 SVILUPPO SOSTENIBILE bisogna pensare uno sviluppo che risponde alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di Report soddisfare of the World Commission on Environment and Development: Our Common Future i propri bisogni G.H.Brundland 1987

11 La carta dei diritti delle generazioni future Le generazioni future hanno diritto ad una Terra indenne e incontaminata, e a goderne quale luogo della storia dell'umanità, della cultura e dei legami sociali che assicurano l'appartenenza alla grande famiglia umana di ogni generazione e di ogni individuo. Ogni generazione, nel condividere in parte l'eredità della Terra, ha il dovere di amministrarla per le generazioni future, di impedire danni irreversibili alla vita sulla Terra nonché alla libertà ed alla dignità umana. E' pertanto responsabilità essenziale di ogni generazione, allo scopo di proteggere i diritti delle generazioni future, attuare una sorveglianza costante ed attenta sulle conseguenze del processo tecnico che potrebbe nuocere alla vita sulla Terra, agli equilibri naturali e all'evoluzione dell'umanità. Tutte le misure adeguate, ivi compresa l'educazione, la ricerca e la legislazione, saranno prese per garantire tali diritti ed accertare che essi non vengano sacrificati ad imperativi di vantaggi o convenienze immediate. I governi, le organizzazioni non governative e le singole persone sono chiamate a mettere in opera detti principi, dando prova in immaginazione come se fossero presenti quelle generazioni future i cui diritti vogliamo fondare e difendere. Jacques-Yves Cousteau approvata dall Unesco nel 1991 aderiscono 100 paesi

12 La future carta dei diritti delle Le generazioni hanno diritto generazioni future Ogni generazione nel ad una Terra indenne e condividere in parte incontaminata e a goderne quale luogo l'eredità della Terra della storia ha il dovere di dell'umanità, amministrarla della cultura e dei per le generazioni future e legami sociali che assicurano di impedire danni l'appartenenza irreversibili alla grande famiglia alla vita sulla Terra umana nonché alla libertà di ogni generazione e ed alla dignità umana. di ogni individuo. Jacques-Yves Cousteau approvata dall Unesco nel 1991 aderiscono 100 paesi

13 SVILUPPO SOSTENIBILE bisogna pensare uno sviluppo nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l orientamento dello sviluppo tecnologico e il cambiamento istituzionale siano tutti in armonia e accrescano le potenzialità presenti e future per il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni umani Report of the World Commission on Environment and Development: Our Common Future G.H.Brundland 1987

14 SVILUPPO SOSTENIBILE ad uno bisogna pensare sviluppo sostenibile capace di migliorare la qualità della vita umana nel rispetto della capacità portante degli ecosistemi che la supportano Caring for the Earth: a Strategy for Sustainable Living - IUCN/UNEP/WWF

15 SVILUPPO SOSTENIBILE ad uno bisogna pensare sviluppo sostenibile che miri a ridurre e razionalizzare i consumi delle risorse naturali aumentare l efficienza della loro utilizzazione raggiungere un equa distribuzione delle risorse eliminare e Caring forla thepovertà Earth: a Strategy for Sustainable Living - IUCN/UNEP/WWF

16 COSA si sta FACENDO

17 COSA STIAMO FACENDO CONFERENZA di RIO de JANEIRO il concetto di sviluppo sostenibile viene riconosciuto da 170 paesi del mondo viene adottata l Agenda 21 programma d azione planetario per trasferire il concetto di sviluppo sostenibile in ogni ambito decisionale

18 COSA STIAMO FACENDO Conferenza di Rio de Janeiro viene stipulata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici UNFCCC United Nations Framework Convention on Climate Change ne fanno oggi parte 188 paesi nel 1988 nasce l IPCC nel 1989 I Rapporto di Valutazione

19 COSA STIAMO FACENDO le Conferenze UNFCCC United Nations Framework Convention on Climate Change è un trattato ambientale internazionale ha promosso negli ultimi 17 anni incontri annuali tra i 188 paesi partecipanti noti come COP - Conference Of Parties 1995 COP-1, il Mandato di Berlino 1996 COP-2, Ginevra, Svizzera 1997 COP-3 KYOTO 1998 COP-4, Buenos Aires 1999 COP-5, Bonn, Germania 2000 COP-6, L Aia, Olanda 2001 COP-6 "bis," Bonn, Germania 2003 COP-7, Marrakesh, Marocco 2004 COP-8, Nuova Delhi, India 2003 COP-9, Milano, Italia 2004 COP-10, Buenos Aires, Argentina 2005 COP-11, Montreal, Canada 2006 COP-12, Nairobi, Kenia 2007 COP-13, Bali, Indonesia 2008 COP-14, Poznan, Polonia COP-15, Copenaghen, Danimarca 2010 COP 16, Cancun, Messico 2011 COP-17 Durban, Sudafrica 2012 COP-18 QATAR

20 COSA STIAMO FACENDO Protocollo di Kyöto impegna i Paesi industrializzati e quelli dell est europeo a ridurre le emissioni di gas-serra nella misura del 5,2% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012 secondo un criterio di responsabilità comune, ma differenziata UE 8% USA 7% Giappone 6% Italia 6,5% e altri 35 paesi in misure differenziate - 5,2 % i Paesi in via di sviluppo - Cina, India, altri - hanno firmato, ma non sono tenuti a ridurre le emissioni

21 COSA STIAMO FACENDO validità la validità del protocollo è stata a lungo in sospeso per la mancata ratifica di USA, Russia, Australia è in vigore dal 2005 da quando con la ratifica della Russia è stato raggiunta la richiesta soglia dei 55 paesi e superato il limite del 55% delle emissioni l Australia ha firmato nel 2007 Italia = 8 t procapite 2008

22 COSA STIAMO FACENDO validità firmato ma con ratificazione declinata nessuna posizione

23 COSA STIAMO FACENDO MECCANISMI di FLESSIBILITA per contenere i costi complessivi della riduzione dei gas-serra a Kyoto sono stati creati degli strumenti economici per dare maggiore flessibilità alla sua applicazione Emission Trading ET -permette agli stati e alle aziende di acquistare /vendere crediti di emissione - ad esempio un paese che abbia ottenuto una diminuzione delle proprie emissioni superiori all'obiettivo, può cedere i suoi crediti ad un paese che non è stato in grado di raggiungere gli obiettivi di abbassamento delle emissioni inquinanti - l UE dal 2003 ha in vigore il Emission Trading System Clean Development Mechanism CDM - meccanismo di sviluppo pulito permette alle imprese dei paesi industrializzati con vincoli di emissione di realizzare progetti che mirano alla riduzione delle emissioni di gas serra nei paesi in via di sviluppo senza vincoli di emissione Joint Implementation JI - Implementazione Congiunta permette alle imprese dei paesi con vincoli di emissioni di realizzare progetti in altri paesi con vincoli di emissioni; i progetti sono "operazioni a somma

24 COSA STIAMO FACENDO l UNIONE EUROPEA dopo il Protocollo di Kyöto l Unione Europea ha assunto un ruolo di leadership nel contrasto dei cambiamenti climatici

25 COSA STIAMO FACENDO Emission Trading System il Sistema per lo Scambio di quote di Emissioni dell UE (EU ETS) varato all inizio del 2005 l EU - ETS è il primo sistema internazionale cap and trade fissa un tetto massimo al livello totale delle emissioni ma consente ai partecipanti di acquistare e vendere quote secondo le loro necessità all interno di tale limite

26 COSA STIAMO FACENDO la Commissione Europea ha approvato una serie di misure denominato in cui si impegna unilateralmente entro il 2020 ridurre del 20% le emissioni 1990 soddisfare il 20% dei fabbisogni energetici da fonti rinnovabili ridurre i consumi energetici del 20% con misure di risparmio ed efficienza

27 gli STATI UNITI American Clean Energy and Security Act pur essendo i responsabili di 1/5 delle emissioni totali di CO2 ed essendo in cima alla graduatoria procapite gli USA sono l unico stato a non aver ancora ratificato il Protocollo di Kyoto il Congresso USA ha approvato un importante provvedimento di legge l American Clean Energy and Security Act

28 gli STATI UNITI American Clean Energy and Security Act la nuova legge - che deve ancora passare l esame del Senato istituisce un mercato delle emissioni simile a quello europeo stabilisce la riduzione delle emissioni -17% (sul 2005) al 2020 impone di produrre il 20% del fabbisogno elettrico con fonti rinnovabili e con incrementi di efficienza energetica entro il 2020 sovvenziona nuove tecnologie pulite e l efficienza energetica con 90 miliardi dollari per le energie rinnovabili, $ 60 miliardi la cattura e sequestro di carbonio, $ 20 miliardi per veicoli elettrici e altri di tecnologia avanzata e $ 20 miliardi per la ricerca scientifica di base e lo sviluppo

29 i COP più recenti la CONFERENZA di CANCUN nessun nuovo accordo formale raccolta la raccomandazione dell IPCC di contenere l'innalzamento della temperature nel limite di 2 C in questo secolo impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dal 25 al 40% al 2020

30 COSA STIAMO FACENDO le emissioni di CO2 attualmente una delle controversie più importanti riguarda i tagli alle emissione da imporre ai paesi emergenti I paesi ricchi li voglionono consistenti alcuni di essi infatti Brasile, India, Cina, e altri dell estremo oriente hanno emissioni già elevate

31 COSA STIAMO FACENDO le emissioni di CO2

32 COSA STIAMO FACENDO le emissioni di CO2 ma i paesi emergenti sono riluttanti e temono condizionamenti al loro sviluppo e osservano che le loro emissioni pro-capite sono ancora molto basse

33 COSA STIAMO FACENDO le emissioni di CO2 procapite

34 quali COSTI per FARE le PREVISIONI dell IEA / OCSE

35 OCSE Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico associazione intergovernativa che raduna 34 paesi industriali svilppati e a libera economia di mercato IEA Agenzia Internazionale per l Energia creata dall OCSE nel 1974 con lo scopo di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche dei paesi membri e per assicurarne la stabilità degli approvvigionamenti energetici

36 quali COSTI DOMANDA di ENERGIA PRIMARIA le previsioni della IEA/OCSE se non si prendono provvedimenti la domanda mondiale crescerà del 45% da ora al dal carbone dipenderà più di un terzo dell incremento totale questo trend non è sostenibile 2007

37 quali COSTI EMISSIONI di CO2- gli scenari 450 e 550 le previsioni della IEA/OCSE le necessarie riduzioni di emissioni previste dagli scenari IEA saranno ottenute soprattutto grazie a EFFICENZA ENERGETICA ENERGIE RINNOVABILI

38 quali COSTI EMISSIONI di CO2 le previsioni della IEA/OCSE le necessarie riduzioni di emissioni previste dagli scenari IEA saranno ottenute soprattutto grazie a EFFICENZA ENERGETICA ENERGIE RINNOVABILI

39 quali COSTI PIL mondiale 2008 totale miliardi $ a Parità di Potere d Acquisto $ miliardi/anno in 21 anni 2010/ miliardi pari a 576 miliardi$ circa 0,8% $/anno del PIL

40 il PREZZO di NON FARE

41 il PREZZO del NON FARE L azione della UE contro il cambiamento climatico per rendere nota la sua posizione l UNIONE EUROPEA ha pubblicato il documento L azione dell Ue contro il cambiamento climatico in esso si fa riferimento allo studio Stern Review on the economics of climate change che prende nome dell economista inglese che lo ha redatto su incarico del

42 il PREZZO del NON FARE L azione della UE contro il cambiamento climatico lo Stern Review e altri studi l UNIONE EUROPEA ribadiscono che dice: i costi dell inazione sarebbero enormi tali costi non soltanto economici ma anche sociali e ambientali ricadranno soprattutto sulle spalle dei ceti poveri sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo VENETO 2010

43 il PREZZO del NON FARE L azione della UE contro il cambiamento climatico l UNIONE EUROPEA dice: lo Stern Review prevede che nel lungo periodo il cambiamento climatico potrebbe decurtare il PIL globale tra il 5 % e il 20 % o più all anno se non verrà contenuto tagliando le emissioni di gas a effetto serra.

44 il PREZZO del NON FARE L azione della UE contro il cambiamento climatico l analisi l UNIONE della EUROPEA Commissione dice: europea dimostra che l investimento necessario per conseguire un economia a basso tenore di carbonio costerebbe circa lo 0,5 % del PIL mondiale tra il 2013 e il 2030.

45 il PREZZO del NON FARE L azione della UE contro il cambiamento climatico l UNIONE EUROPEA dice: secondo le stime del rapporto IPCC, i tagli delle emissioni necessari per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 C ridurrebbero la crescita media del

46 il PREZZO del NON FARE L azione della UE contro il cambiamento climatico Josè Manuel Barroso presidente della Commissione Europea, ha detto: Il clima sta cambiando più velocemente di quanto si prevedesse anche solo due anni fa. Continuare a comportarci come se niente fosse equivale a rendere inevitabile una trasformazione pericolosa, forse catastrofica del clima nel corso di questo secolo

47 VENETO - novembre 2010

48 VERNAZZA - ottobre 2011

49 MESSINA - novembre 2011

50 GENOVA - novembre 2011

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