Crediti in sofferenza e regole fiscali. Possibili interferenze della normativa tributaria sulle scelte aziendali
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1 Crediti in sofferenza e regole fiscali Possibili interferenze della normativa tributaria sulle scelte aziendali
2 Indice Presentazione del documento e sintesi 5 1. Introduzione 9 2. La rappresentazione in bilancio del fenomeno del deterioramento di valore dei crediti 11 2.a La normativa contabile: quadro normativo di riferimento b La normativa contabile: il trattamento contabile dei crediti per le imprese bancarie 13 2.b.1 Classificazione nel bilancio bancario 13 2.b.2 Valutazione nel bilancio 15 2.b.3 Cessione/riacquisto dei crediti 18 2.b.4 Divieto di effettuare accantonamenti ai fondi per rischi su crediti e per rischi bancari generali Il riconoscimento agli effetti dell imposizione societaria delle riduzioni di valore dei crediti 19 3.a Panoramica generale 19 3.b La normativa fiscale italiana 23 3.a.1 Svalutazioni dei crediti e accantonamenti per rischi su crediti 24 3.a.1.1 Regime ordinario 27 3.a.1.2 Regime speciale per i nuovi crediti eccedenti 32 3.a.1.3 Criticità della normativa delle svalutazioni di cui all art a.2 Perdite su crediti Interrelazioni tra normativa fiscale e solidità patrimoniale del sistema bancario 39 4.a Svalutazioni dei crediti e pro-ciclicità 39 4.b Le imposte anticipate nette nel patrimonio di vigilanza 40 APPENDICE 1 - Andamento delle svalutazioni crediti 43 APPENDICE 2 - Deferred Tax Assets 45 ALLEGATO: Schede Paese in tema di Deterioramento del valore dei crediti e conseguenze impositive 47 3
3 PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO E SINTESI Mai come in questi tempi di crisi finanziaria è apparsa evidente la doppia funzione affidata al sistema bancario nelle aspettative delle Autorità di governo e dei policy makers a livello anche internazionale: da un lato, le banche sono considerate motore dell economia delle imprese, alle quali occorre assicurare un flusso costante di finanziamento; dall altro, allo stesso tempo le banche rimangono il settore al quale più facilmente può essere fatto ricorso per sopperire alle esigenze erariali. Nelle fasi di ciclo negativo, esse sono l ancora di salvataggio per il fisco; quando, invece, il ciclo economico è positivo, un ben rifornito serbatoio sul quale fare affidamento. L attivazione di margini di manovra per il fisco, laddove necessari, dovrebbe, pertanto, evitare di assumere connotazioni che rischiano di penalizzare, direttamente o indirettamente, l attività di finanziamento delle banche, o, peggio ancora, possono essere di detrimento alla stessa solidità patrimoniale degli istituti creditizi. Un siffatto principio non appare però recepito dal nostro ordinamento, che si caratterizza per la presenza di disposizioni storicamente utilizzate in via privilegiata per assicurare stabilità di gettito, ma che per converso vanno ad incidere negativamente proprio e in particolare sull attività di finanziamento, colpendo, oltretutto, l attività creditizia nel passaggio più delicato, vale a dire quando si manifesta il rischio di insolvenza. La mancanza di neutralità della normativa può avere effetti che non si esauriscono nell economia della sola banca, ben potendo questa essere indotta ad adottare scelte non necessariamente in linea con gli interessi dell impresa finanziata. L analisi condotta dall Associazione, muovendo da questa considerazione di base, risponde prima di tutto alla necessità di fornire agli interessati - banche, autorità, legislatore, studiosi della materia, imprese e consumatori una chiave di lettura completa ed al tempo stesso sintetica di una così complessa problematica. Sono anni che il sistema bancario si confronta sul tema con il legislatore fiscale, dimostrando, numeri alla mano, come la normativa vigente presenti aspetti di penalizzazione e sia causa di ingenti oneri, diretti ed indiretti. Ciò che però è cambiato ora è il clima economico finanziario. La crisi dalla quale dobbiamo riemergere, infatti, ha posto nuovamente in risalto la centralità della qualità del credito per assicurare redditività e stabilità al sistema bancario e, quindi, ad imprese e consumatori. Il sistema bancario non ha come unico interlocutore il legislatore fiscale, che è pienamente consapevole della portata della normativa e delle sue interrelazioni con i vari aspetti dell economia bancaria. Le controparti sono numerose: alcune di esse chiedono che le banche siano tassate di più, e più di altre imprese, in quanto responsabili della crisi. Il legislatore, poi, non è solo quello fiscale: ormai la regolamentazione di bilancio e di vigilanza non può non tenere conto del fisco, e viceversa. Si è, quindi, giudicato utile per tutti coloro che non sono tecnici delle specifiche materia interessate riepilogare i punti critici della normativa che regola agli effetti IRES la materia dei crediti, partendo dagli aspetti più elementari, ma forse per questo a volte trascurati. 5
4 PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO E SINTESI Il documento procede, pertanto, a verificare innanzitutto che cosa debba intendersi per svalutazione e per perdita su crediti in sede di rappresentazione in bilancio del fenomeno del deterioramento del valore dei prestiti. Gli aspetti contabili sono il fondamento di ogni ragionamento successivo ed è pertanto essenziale avere presente quale tipo di informativa sia desumibile dal bilancio. Oltretutto, si tratta di una base di partenza comune quanto meno a livello europeo, stante la diffusione degli IAS ed il progressivo allineamento ai principi contabili internazionali anche da parte dei quei paesi che non ne hanno previsto l applicazione anche per i bilanci individuali. Una volta verificati gli aspetti contabili, è stato possibile andare alla ricerca della ratio sottostante alla stessa deducibilità, in senso generale, delle svalutazioni dei crediti. In altri termini, ci si è chiesti se per le banche la rilevanza fiscale di tali poste trovasse fondamento in un principio (di inerenza) di comune accettazione anche a livello internazionale. Gli studi svolti sul punto dalle istituzioni maggiormente titolate ad intervenire in tale dibattito (OCSE, FMI, World Bank, ecc.) consentono di dare risposta positiva a questo interrogativo. La possibilità di dedurre svalutazioni e perdite su crediti bancari rappresenta un tratto costante degli ordinamenti dei Paesi industrializzati, anche se le tecniche utilizzate possono non coincidere. Il ricorso a metodologie non facilmente confrontabili (creazione di fondi rischi generici o solo possibilità di effettuare svalutazioni di carattere specifico, previsione o meno di cautele nella ammissione delle perdite presunte e non ancora realizzate, ecc.), unitamente alla divergenze di carattere meramente terminologico (impairment, specific provisions, generic provisions, write off, losses, ecc.) non agevolano il confronto internazionale. L esame condotto su alcuni Paesi concorrenti conferma che la normativa italiana si dimostra scarsamente competitiva, e pone limitazioni sconosciute in altri contesti. L illustrazione fatta delle specifiche norme contenute nel Testo Unico delle imposte dirette permette, infatti, di evidenziare il disallineamento della disciplina fiscale italiana rispetto a quella di altri Paesi, che non solo si traduce in oneri di carattere finanziario, corrispondenti al rinvio nel tempo (diciotto esercizi) della quota di svalutazioni non ammesse, ma che genera, oltretutto, un coacervo di adempimenti di carattere amministrativo, che appesantiscono la gestione. A quest ultimo aspetto si è scelto di dedicare particolare attenzione, procedendo ad una descrizione particolareggiata ancorché non esaustiva dei numerosi passaggi procedimentali richiesti dalla normativa. Il risultato potrà forse essere misurabile sul piano dei maggiori costi amministrativi richiesti, ma vi è sicuramente anche un costo non misurabile in termini di poca trasparenza del dato fiscale, che perde il collegamento con quello originale di bilancio. Anche l alterazione del principio di competenza, derivante dal pagamento di imposte riferibili a redditi maturandi in futuri esercizi introduce un elemento di non neutralità della norma fiscale i cui riflessi restano da esplorare. L esame tecnico delle disposizioni vigenti è stato condotto sia con riferimento alla disposizione concernente il processo valutativo dei crediti sia con riguardo a quelle che regolano la rilevazione delle perdite definitivamente accertate. Delicati e complessi sono gli equilibri tra fiscalità e strategie imprenditoriali quando la banca si trova di fron- 6
5 PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO E SINTESI te ad imprese che chiedono un intervento di assistenza nel superamento di difficoltà che potrebbero condurre al fallimento. L analisi procede poi, e si conclude, con la ricostruzione delle interrelazioni che sussistono tra la normativa fiscale (e gli effetti della sua applicazione) e specifici comparti regolamentari della cui revisione si sta in questi mesi dibattendo anche a livello internazionale. Un primo aspetto è quello connesso alla prospettata adozione di regole contabili dirette ad introdurre connotazioni anti-cicliche nell ambito degli IAS, in modo da consentire negli esercizi positivi la costituzione di riserve tampone a fronte di perdite attese, mediante accantonamenti di tipo generico da utilizzare nel caso di crisi (c.d. dynamic o statistic provisioning). Una tale riforma accentuerebbe le inadeguatezze della norma fiscale nazionale. Un secondo punto si ricollega alle proposte del Comitato di Basilea, che potrebbero portare alla eliminazione dal computo del patrimonio di vigilanza delle imposte anticipate. L anomalia del caso Italia, dove proprio il trattamento fiscale dei crediti ha portato alla contabilizzazione di imposte anticipate maggiori rispetto alla media degli altri Paesi UE, si tramuterebbe, a seguito di una riforma in tal senso, in ulteriore svantaggio concorrenziale, costringendo la banche italiane a nuovi impegni per la ricostituzione del patrimonio di base, a danno della capacità di credito delle stesse. L obiettivo dell analisi, come detto in premessa, è stato quello di riportare a sistema le variabili che ruotano attorno ai crediti e, più in generale, alla funzione creditizia delle banche. Dall analisi compiuta potranno, quindi, essere tratte le linee guida per definire proposte di miglioramento dell attuale sistema fiscale attraverso il confronto con tutti gli stakeholder interessati, primo fra tutti il legislatore fiscale. 7
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