Concetti di ecologia applicata. Concetti di base. Concetti di base 19/06/2013
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- Floriana Carlini
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1 Concetti di ecologia applicata Un esempio di rete alimentare Concetti di base Un esempio di rete alimentare Concetti di base Alcune definizioni: ecologia, biocenosi, biotopo, etc.. Ecosistema Habitat e nicchia ecologica Catene alimentari Reti alimentari Piramidi alimentari 1
2 Ecologia Ecologia (dal greco: οίκος, oikos, "casa" o anche"ambiente"; e λόγος, logos,"discorso" o studio ) Disciplina che studia l'ecosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la vita in aggregati detti "ecosistemi", (interazione degli organismi tra loro e con l ambiente circostante) Ecologia Una porzione dibiosfera delimitata naturalmente può contenere unecosistema. Ifattori ambientali che determinano un ecosistema sono classificati in fattori biotici fattori abiotici Fattori limitanti. Più ecosistemi, aggregandosi, formano un paesaggioe più paesaggi compongono l'ecosfera, (massimo livello di aggregazione della materia vivente). Ecologia Differenza tra il termine ecologia portato alla ribalta dal movimento ambientalista negli anni 60 e 70, ed il corretto significato scientifico. Per gli ambientalisti l ecologia è la disciplina in grado di fornire una guida per le relazioni dell uomo con il proprio ambiente e, con la diffusione del movimento, divenne un termine utilizzato quotidianamente e spesso impropriamente (p. esempio: ecologia = studio dell'inquinamento). Tale tendenza si manifesta ancora oggi, confondendo spesso erroneamente l ecologia con l'ambiente, con la conservazione della natura o con altri concetti e studi simili. 2
3 Biocenosi Alcune definizioni Biotopo Gruppo di popolazioni, appartenenti a diverse specie, che vivono in un determinato territorio Popolazione Unità fondamentale dell ambiente topograficamente individuabile e caratterizzata dalla biocenosi che lo popola Gruppo di individui della stessa specie che vivono in un determinato territorio e sono tra loro legati da rapporti riproduttivi e sociali Specie Insieme di organismi interfecondi Biocenosi Ecosistema Biotopo Componente vivente Componente non vivente Ecosistema Insieme di biotopo, biocenosi e di tutte le loro relazioni Habitat e nicchia ecologica Habitat Nicchia ecologica Tipo di ambiente (fisico e biologico) in cui un organismo vive Posizione funzionale di un organismo nell ecosistema 3
4 Habitat L'habitat(terminelatinoche significaabita) è illuogole cui caratteristiche fisiche o abiotiche, possono permettere ad una data speciedi vivere e svilupparsi. È essenzialmente l'ambiente che può circondare una popolazione di una specie. Specie caratteristica delle fasce ecotonali (zone di transizione tra ecosistemi differenti) Predilige le situazioni in cui le aree boschive e/o fittamente cespugliate si alternano ad aree aperte (prati/coltivi) Es: Habitat capriolo Range altitudinale Dal livello del mare all alta montagna 4
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9 Catene alimentari Un ecosistema viene mantenuto in vita da un flusso di energia che attraversa i diversi livelli trofici Consumatori terziari Sono carnivori predatori sia di erbivori che di altri carnivori Consumatori secondari Sono carnivori predatori di erbivori Consumatori primari Sono gli erbivori, che si nutrono a spese della materia organica sintetizzata dalle piante Detritivori Decompositori Demoliscono e decompongo la sostanza organica restituendo ai produttori il materiale inorganico con cui viene fatto ripartire il ciclo Produttori Sono le piante, organismi autotrofi (in grado di sintetizzare sostanza organica a partire da materiale inorganico) Catene alimentari Le catene alimentari sono le vie di trasferimento dell energia attraverso l ecosistema Un esempio di catena alimentare 9
10 Reti alimentari Le catene alimentari si combinano a formare delle reti più o meno complesse Un esempio di rete alimentare Catene alimentari Flussi di energia tra gli individui Piramidi alimentari Nel passaggio da un livello trofico a quello successivo una grande quantità di energia viene dispersa CONSUMATORI TERZIARI CONSUMATORI SECONDARI La biomassasi riduce progressivamente salendo di livello CONSUMATORI PRIMARI PRODUTTORI 10
11 Struttura e dinamica di popolazione Un esempio di rete alimentare Struttura di popolazione La struttura di popolazione è la composizione percentuale di una popolazione in classi di età e classi di sesso Proporzione tra i sessi (PS) Nelle popolazioni naturali di ungulati femmine e maschi sono in numero circa eguale, spesso con una leggera prevalenza di femmine PS = 1 : 1,3 Proporzione tra classi d età La classi giovanili sono, di norma, quelle più rappresentate e con mortalità più alta Esempio Numero capi Età Struttura per età di una popolazione di cervo Struttura di popolazione La struttura di popolazione può essere rappresentata da un grafico a piramide Età MASCHI FEMMINE 50% 40% 30% 20% 10% 0 10% 20% 30% 40% 50% Esempio di struttura di un popolazione di cervo 11
12 Struttura di popolazione Struttura di popolazione Ogni popolazione tende naturalmente a mantenere in maniera dinamica una struttura ottimale, in equilibrio con le condizioni dell ecosistema Popolazioni lontane dall equilibrio si dicono destrutturate Popolazioni destrutturate Esempi legati a scorretti prelievi venatori Popolazioni di cinghiali con giovani troppo numerosi che, senza il controllo di adulti capobranco, si trovano allo sbaraglio Conseguenze: utilizzo non ottimale delle risorse ambientali e quindi: - elevato nomadismo - danni all agricoltura Popolazioni di cervi con pochi maschi di buona prestanza fisica Conseguenze: opportunità riproduttive per maschi geneticamente scadenti Struttura di popolazione percentuale popolazione per sesso Popolazione in forte crescita Categorie di età Maschi Femmine % -30% -20% -10% 0% 10% 20% 30% 40% percentuale popolazione per sesso Popolazione in equilibrio Categorie di età percentuale popolazione per sesso Popolazione in decremento Categorie di età Maschi Femmine 3 Maschi Femmine % -15% -10% -5% 0% 5% 10% 15% 20% -15% -10% -5% 0% 5% 10% 15% 20% 12
13 Dinamica di popolazione Equazione della Le popolazioni si modificano nel dinamica di popolazione tempo in seguito ad aumenti e diminuzioni della propria consistenza N t+1 = N t + (B + I - D - E) N t = consistenza della popolazione all instante t N t+1 = consistenza della popolazione all instante t+1 (es. un anno dopo) CONSISTENZA DELLA POPOLAZIONE B = numero dei nati I = numero degli immigrati D = numero dei morti E = numero degli emigrati CAUSE DI MORTALITA 13
14 Dinamica di popolazione Accrescimento senza regolazione In assenza di fattori limitanti la popolazione si accresce unicamente in base al proprio tasso intrinseco di accrescimento (numero massimo di discendenti generati da ogni individuo) Crescita esponenziale dn = rn dt N la crescita è esponenziale t r = tasso intrinseco di accrescimento Dinamica di popolazione Accrescimento con regolazione In presenza di fattori limitanti la crescita viene rallentata, fino a quando la popolazione si stabilizza intorno alla capacità portante (massimo carico di individui di una certa specie che un determinato ambiente può sostenere) Crescita logistica dn N = rn 1 dt K N K la crescita si dice logistica t K = capacità portante 14
15 Dinamica di popolazione Tasso di accrescimento Il tasso di accrescimento di una popolazione è: massimo quando N = K / 2 cioè un istante prima che intervengano i fattori limitanti densità-dipendenti densità nullo quando N è prossimo a K situazione di equilibrio in cui le nascite bilanciano le morti K / 2 t Dinamica di popolazione Incremento Utile Annuo L accrescimento di una popolazione da un anno all altro prende il nome di incremento utile annuo (I.U.A.) e rappresenta il risultato delle nascite al netto delle perdite annuali Si esprime come percentuale di piccoli sopravvissuti rispetto alla popolazione iniziale (o rispetto al numero delle femmine) I.U.A. nelle popolazioni di ungulati Valori teorici di riferimento I.U.A. CINGHIALE % CAPRIOLO % CERVO % DAINO % MUFLONE % Incremento utile annuo Saldo utile della popolazione animale Se il saldo è positivo determina una crescita della popolazione Se negativo determina una riduzione Se uguale a zero la popolazione è in equilibrio con l ambiente 15
16 Dinamica di popolazione Specie a selezione r Le specie in grado di sfruttare situazioni favorevoli anche di breve durata (es. annate di eccezionale offerta di cibo) hanno un elevato r elevata prolificità brevi cure parentali elevata mortalità giovanile tendenza al nomadismo (colonizzazione di nuovi ambienti) Selezione r Localmente, sono normali fluttuazioni anche consistenti della dimensione della popolazione N.B. Tra gli ungulati, la strategia r si può ritrovare nel cinghiale Dinamica di popolazione Specie a selezione K Le specie adattate ad ambienti duraturi (specie stabili), hanno caratteristiche che consentono di mantenersi alla massima densità possibile K scarsa prolificità buone cure parentali ridotta mortalità giovanile legame con il territorio specializzazione e buona capacità di competizione Selezione K N.B. La maggior parte degli ungulati ha una strategia di tipo K Fattori limitanti Definizione e classificazione I fattori ambientali che, agendo sul successo riproduttivo (fitness) degli individui, influenzano il tasso di accrescimento di una popolazione prendono il nome di fattori limitanti: spazio cibo predazione epidemie e parassitosi competizione interspecifica fattori climatici 16
17 Fattori limitanti Spazio Esempio Lo spazio vitale è un esigenza primaria per ogni organismo con l aumento della densità e la diminuzione dello spazio vitale di ogni individuo si verifica un calo nella produzione di biomassa diminuzione del vigore fisico diminuzione del tasso di accrescimento (calo natalità/aumento mortalità) Il cervo Specie che necessita, per le proprie esigenze vitali, di ampi spazi e di comprensori ben strutturati in cui poter ricavare: quartieri di svernamento quartieri estivi aree di bramito La popolazione autoctona di cervo del Bosco della Mesola, confinata in un ambiente recintato di circa 1 km 2, è caratterizzata da: piccole dimensioni corporee scarso sviluppo del trofeo dei maschi basso tasso di natalità Fattori limitanti Cibo Esempio Esigenza primaria per qualunque organismo influenza direttamente le condizioni fisiche, il potenziale riproduttivo degli individui ed il tasso di accrescimento delle popolazioni Il cinghiale Per le popolazioni di cinghiale l offerta trofica dell ambiente ha effetti consistenti sul tasso di natalità: nelle annate con abbondante produzione di ghiande o faggiole il potenziale riproduttivo risulta pressoché raddoppiato N.B. L aumento della densità di popolazione diminuisce la disponibilità di cibo per i singoli individui Fattori limitanti Predazione In ecosistemi integri prede e predatori si mantengono in un rapporto equilibrato attraverso cicli di diminuzione / aumento delle rispettive densità Aumento prede Aumento predatori Diminuzione predatori Diminuzione prede Anomalie In ecosistemi alterati (es. dall introduzione di una specie estranea) possono verificarsi anomalie nel rapporto predatori - prede Esempio Il muflone e il lupo Poiché il lupo è assente dalla Sardegna, il muflone, specie originaria dell isola, non ha evoluto adeguate strategie antipredatorie nei suoi confronti Localmente, il lupo può avere un impatto elevato, soprattutto in presenza di altri fattori limitanti (es. prolungato innevamento, assenza di pareti scoscese) 17
18 Fattori limitanti Predazione Fattori limitanti Epidemie e parassitosi Parassiti e agenti patogeni determinano un degrado fisico dell individuo (in casi estremi la morte) diminuzione del potenziale riproduttivo diminuzione del tasso di accrescimento della popolazione N.B. L aumento della densità facilita la diffusione di parassiti e patogeni in quanto diminuisce la distanza tra i singoli individui e quindi aumenta la probabilità di contagio 18
19 Fattori limitanti Competizione interspecifica In ecosistemi equilibrati le comunità animali sono adattate per sfruttare al meglio le risorse ambientali e le diverse specie non si danneggiano a vicenda in modo sensibile In ecosistemi lontani dall equilibrio o alterati (es. dallo sfruttamento agricolo e forestale, dall introduzione di specie alloctone ecc.) la competizione fra due specie può risolversi a sfavore di una delle due Competizione tra ungulati Tra le diverse specie di ungulati la competizione si svolge di norma* sul piano alimentare È condizionata da: offerta trofica dell ambiente grado di plasticità (adattabilità) delle specie * Un eccezione è rappresentata dall introduzione del muflone in ambiente alpino, che ha generato problemi di competizione di tipo spaziale con il camoscio, per l accesso alle aree di svernamento 19
20 Dove arrivano i cervi i caprioli diminuiscono!!??? densità (capi/100 ha) capriolo cervo Relazione tra densità del capriolo e cervo nelle Foreste Casentinesi (Mazzarone et al., 2000) Fattori limitanti Altri fattori limitanti indipendenti dalla densità Fattori climatici Fattori imprevedibili Siccità Incendi Piovosità Temperature estreme... Si manifestano con regolarità Eruzioni vulcaniche Uragani... Non esercitano un controllo costante sulla popolazione ma provocano per lo più estinzioni di massa, non selettive agiscono come un fattore di controllo (selezione naturale) sulla popolazione colpendo in particolare soggetti deboli (piccoli, anziani, malati) Fattori limitanti Fattori antropici L impatto dell uomo sulle popolazioni animali può essere, secondo i casi, ascritto a varie tipologie di fattori limitanti Esempi Costanti Variabili Imprevedibili Dipendenti dalla densità Indipendenti dalla densità INVESTIMENTI STRADALI ATTIVITÀ AGRICOLE PRESENZA DI BRACCONAGGIO RANDAGISMO CANINO MECCANIZZAZIONE AGRICOLA COSTRUZIONE DI INFRASTRUTTURE ECC. INQUINAMENTO INSEDIAMENTI 20
21 Investimenti stradali 61 Densità di popolazione Densità biotica La densità biotica (d.b.) è la massima densità raggiungibile da una popolazione in un certo ambiente (coincide con la capacità portante) densità K d.b. N.B. La d.b. è legata ai meccanismi di autoregolazione propri dalla specie. Infatti, oltrepassata la d.b., nella popolazione insorgono segni di decadimento (magrezza, malattie, scarsa prolificità) N.B. Le densità di popolazione si esprimono convenzionalmente in capi / 100 ha t Densità di popolazione Densità agro-forestale La densità agro-forestale (d.a.f.) è la densità oltre la quale i danni alle coltivazioni e alle piantagioni risultano intollerabili densità K d.b. d.a.f. N.B. La d.a.f. viene stabilita con un criterio economico definito sulla base delle esigenze dell uomo. Non può essere superiore alla d.b. N.B. Le densità di popolazione si esprimono convenzionalmente in capi / 100 ha t 21
22 Vocazionalità Carta delle Vocazioni Faunistiche N.B. Fornisce un analisi su grande scala dell idoneità ambientale per le diverse specie di ungulati, sia sotto il profilo biotico (potenziale) che sotto l aspetto agro forestale (tollerabile) La valutazione della recettività permette di pianificare le consistenze densità ammissibili I valori di densità biotica e agroforestale variano notevolmente in base alle caratteristiche ambientali e sono: massimi in ambienti ottimali minimi in ambienti non idonei Vocazionalità (capi/100 ettari) Specie* nulla bassa media alta CAPRIOLO CERVO 0 1 1, CINGHIALE 0 1-1, * Dall analisi della vocazionalità sono escluse le specie alloctone per il territorio regionale La carta delle Vocazioni Faunistiche on-line Vocazionalità Stambecco 22
23 Concetti di ecologia applicata Fine 23
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