Tutti al mare! Tutti al mare!... in barca a vela (un corso per disabili della Lega Navale Sezione di Firenze)
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1 Tutti al mare! Tutti al mare!... in barca a vela (un corso per disabili della Lega Navale Sezione di Firenze) La Lega Navale Italiana - Sezione di Firenze, in collaborazione con il Comune di Firenze, ha realizzato il progetto TAM TAM (Tutti Al Mare! Tutti Al Mare!), per adulti portatori di handicap sensoriali (sordi e ciechi) e psico-fisici (persone affette da sindrome di Down), per insegnare ad "andar per mare in barca a vela" e per favorire lo sviluppo dell autonomia personale. La Lega Navale, per le sue finalità statutarie, la tradizione marinaresca e le competenze acquisite nella gestione dei diversi corsi (patente nautica, meteorologia, ecc.) era sicuramente un soggetto qualificato per organizzare questo progetto e trasmettere ai partecipanti le cognizioni tecniche necessarie. Gli operatori del Comune di Firenze hanno fornito un'ampia esperienza nella formazione degli adulti e nella gestione delle attività formative per disabili. Gli scopi del progetto - Andare per mare, ovvero la possibilità di poter godere dell ambiente marino da una prospettiva interna all ambiente stesso, anche da parte di chi, per storia personale, ambiente, patologia, ecc. non ha mai avuto l'opportunità di sperimentare queste emozioni. Magari ha potuto fare altro nella vita, anche andare al mare", ma non aveva nemmeno mai pensato di poter andare "per mare" e gustarlo dal di dentro ; - Imparare a riconoscere e gestire le proprie risorse, aiutando i disabili ad assumere un atteggiamento mentale positivo di fronte a un ambiente naturale e sociale per lo più percepito come estraneo, quando non ostile. - Il benessere psicologico: l incontro con il mare è un incontro con le proprie profondità, così come l esperienza di conduzione di una barca è una metafora dell esperienza di condurre se stessi attraverso la navigazione della vita. I contenuti del progetto aiutano la persona che è, o pensa di essere, in una condizione di disagio a riconoscere, mobilitare e utilizzare le proprie risorse e a trovarne di nuove: per questo l incontro con il mare può rappresentare una forte spinta a superare le paure, a rinforzare la propria autostima e a sviluppare la capacità di lavorare in gruppo, assumendo anche posizioni di comando e di responsabilità così che, incrementando l autonomia, vengono facilitati i processi di integrazione sociale. - L apprendimento specifico: condurre una barca a vela può essere un operazione semplice, ma richiede la messa in gioco di competenze e conoscenze specifiche, prima fra tutte quella di conoscere e usare forze che non sono tue, ma che devi far diventare tue come il vento, le onde, le correnti, ecc. Per quanto riguarda la metodologia didattica è stato utilizzato un approccio induttivo a partire dall esperienza, tenendo conto dei particolari stili cognitivi propri dei tre gruppi di partecipanti. - La barca come acceleratore sociale: l estraneità dell uomo rispetto all ambiente marino rende nuova e diversa la presenza delle altre persone con cui si è in contatto; gli spazi in barca sono compressi, la terminologia è particolare, la cooperazione è condizione essenziale per raggiungere lo scopo: in un ambiente naturale estraneo e in uno spazio ristretto si verificano e si amplificano tutte le dinamiche possibili nei gruppi. L architettura e i contenuti del progetto Tutto questo si è concretizzato in un progetto formativo la cui architettura viene di seguito descritta. Il progetto si è sviluppato attraverso lo svolgimento di tre attività parallele, destinate ai tre gruppi di allievi (ciechi, sordi e down), da svolgere in contemporanea per una durata totale di circa 100 ore ciascuna, strutturate in una parte teorica e in una parte pratica di navigazione in barca a vela, con uscite in mare su cabinati presso le strutture associative della Lega Navale collocate sulla costa toscana. 1
2 I contenuti previsti e realizzati per tutte le tre attività sono stati sostanzialmente quelli previsti nei corsi di patente nautica entro le 12 mgl, cioè: 1. La barca a vela: che cosa è e come si governa 2. Il vento, le vele, le andature e la stabilità della barca 3. La navigazione piana e il carteggio 4. Elementi di metereologia marina 5. La sicurezza in mare 6. La vita a bordo 7. Pratica di navigazione in barca a vela I partecipanti ciechi e sordi hanno effettuato 52 ore di lezioni teoriche ciascuno, nel periodo compreso tra la fine di gennaio e la fine di maggio 2008, e 50 ore di uscite in barca come pratica in mare nel periodo compreso tra la metà di aprile e la fine di giugno. Le lezioni teoriche per questi due gruppi di partecipanti sono state svolte presso la sede della Lega Navale di Firenze, con 4 ore settimanali di lavoro; le uscite in mare sono state effettuate sulle barche messe a disposizione dai Soci armatori della Lega Navale nelle acque di Marina di Pisa, Viareggio e Rosignano Solvay. In ogni giornata di lezione una parte delle attività è stata dedicata al divertente apprendimento dei nodi marinari. Nelle uscite in mare ogni barca, con a bordo un docente (istruttore senior) coadiuvato da un co-docente (istruttore junior) e dal tutor/interprete, portava quattro allievi. Per quanto riguarda le attività dei ragazzi down, dopo aver studiato varie possibilità, è stato deciso di delegare l attività formativa all Associazione AIPD (Associazione Italiana Persone Down) e all Associazione Otto Venti di Livorno, in virtù della loro provata esperienza nell avviamento di ragazzi down alla vela. Essenziale è stata la convinta collaborazione dei tutor/interpreti degli allievi (ciechi, sordi e down) nel supportare gli istruttori perché molti vocaboli del linguaggio marinaresco, esclusivi della nautica, non sono immediatamente traducibili nel linguaggio dei segni per i sordi, nella traduzione in Braille per i ciechi e nella relazione specifica con i ragazzi down. La Lega Navale di Firenze, i suoi istruttori e gli strumenti didattici All inizio è stato necessario affrontare alcuni legittimi timori da parte dei soci, chiamati a gestire problematiche didattiche del tutto inconsuete: dopo qualche comprensibile titubanza iniziale, gli istruttori della sezione di Firenze sono rapidamente entrati nel clima didattico giusto. La questione decisiva è stata quella di trovare le modalità adatte per far passare termini e concetti con un linguaggio corretto, ma coerente con le caratteristiche degli allievi, inventando strumenti ed esemplificazioni utili, e creando un clima relazionale favorevole per facilitare la trasmissione di nozioni complesse sia in aula che in mare. La disponibilità dei soci ha fatto si che in ogni lezione non solo era presente l istruttore con il tutor/interprete, ma il Presidente della sezione e diversi soci hanno supportato la didattica affiancando i singoli allievi in un rapporto quasi uno a uno: la voglia di condividere la passione per il mare ha creato un forte spirito di gruppo, che ha reso molto produttiva l attività formativa teorica in aula e pratica sulle barche. Per le persone non vedenti è stato necessario sostenere il loro sforzo per riuscire a concettualizzare oggetti, disegni e immagini solo attraverso il tatto e la descrizione verbale, inventando e realizzando una serie di ausili didattici integrativi: accanto ai modellini tradizionali di imbarcazione, sono stati realizzati simulatori tattili di andature, modelli per valutare l effetto dell altezza dell onda in rapporto 2
3 allo sbandamento, modelli galleggianti per apprezzare la stabilità di forma e di peso, carte nautiche in rilievo con meridiani e paralleli in braille, squadrette, goniometro e riga tattili per il carteggio, ecc. Per i sordi è stato inventato un glossario LIS (Lingua Italiana Segni) per i termini marinareschi; per i ragazzi down gli istruttori hanno dovuto tradurre le proprie competenze in uno stile relazionale, in un linguaggio e in modalità adatti alle caratteristiche del loro stile cognitivo. Le uscite in mare e la regata finale Le uscite in mare sono state la parte più divertente, anche se molto, molto impegnativa. Le caratteristiche della disabilità di tutti i tre gruppi di allievi hanno reso necessario un grande e continuo sforzo di concentrazione: l esigenza di rimanere concentrati per lunghi periodi di tempo comportava un elevato dispendio di energie, così da imporre pause periodiche di rilassamento e recupero. Solo l entusiasmo e la grande volontà di divertirsi e imparare hanno permesso di mantenere i ritmi di lavoro previsti. Le attività formative hanno avuto la loro conclusione con una regata su bastone in due match race, svolta nel braccio di mare antistante il porto di Rosignano Solvay. La prova è stata realizzata con la collaborazione dell organizzazione Sailing Project di Dario Treves che, gratuitamente, ha messo a disposizione due imbarcazioni Solaris 36 sia per gli allenamenti che per la regata. Si sono sfidati due equipaggi: uno formato da ciechi (con un istruttore vedente a bordo) e uno formato da sordi, che si sono aggiudicati ciascuno una delle gare, dando prova di un forte agonismo e di una buona capacità di essere equipaggio, oltre che di discrete capacità tecniche. L agonismo è stato ben presente anche durante le uscite in mare dei ragazzi down, nel rapporto competitivo tra le due barche con a bordo maschi e femmine, queste ultime quasi sempre vincenti. 3
4 La realizzazione del documentario Sia le attività teoriche che le uscite in mare sono state documentate da riprese filmate effettuate da un documentarista che, essendo anche un esperto skipper, è riuscito a coglierne i momenti più significativi. Conclusione Il progetto è pienamente riuscito. Va sottolineato il carattere innovativo del progetto: gli allievi ciechi e sordi hanno imparato non solo a condurre una barca su un percorso di regata segnalato e protetto (esistono diverse esperienze in questo senso per i ciechi), ma hanno imparato a navigare, vale a dire a tracciare una rotta ed a seguirla in mare aperto, confermando il fatto che il corso è stato improntato allo sviluppo di capacità nautiche reali, oltre che all aspetto ricreativo. Con un problema: se i ciechi possono imparare a tracciare una rotta e definire la posizione dell imbarcazione con le moderne tecnologie (es. GPS), come possono seguire una rotta definita non potendo vedere la bussola? Da qui l esigenza di una bussola sonora in grado di supportare un cieco al timone, segnalando con suoni codificati il mantenimento o meno della rotta. Finito il corso, l esigenza è diventata progetto operativo: dopo essere state definite le caratteristiche di una bussola siffatta, è in corso una collaborazione con un esperto di strumentazione elettronica per disabili per realizzare questo strumento. Al termine di questo progetto sono emerse quattro possibili indicazioni di lavoro successivo: 1) la formazione di istruttori specializzati nell avviamento alla vela dei disabili, con la predisposizione di specifici ausili didattici e la riflessione sui diversi stili cognitivi; 2) lo sviluppo di tecnologie specifiche che rendano più agevole la navigazione per portatori di handicap (es. la bussola sonora); 3) la sistematizzazione delle parole LIS inventate per rendere possibile questo percorso. 4
5 Questo progetto è stato l inizio di un avventura umana e conoscitiva; in questo corso sono state poste le premesse: adesso gli allievi continuano la pratica in mare, perché solo l esperienza darà loro la padronanza necessaria e la capacità di affrontare le situazioni complesse che si incontrano nell andar per mare. Con il sostegno della Lega Navale di Firenze e dei suoi Soci. 5
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