Il settore calzaturiero italiano: quadro di sintesi, potenziali nuovi 3 mercati e strategie ANCI

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2 Sommario Il settore calzaturiero italiano: quadro di sintesi, potenziali nuovi 3 mercati e strategie ANCI BANCA MPS Area Rischi di Gruppo e Ristrutturazioni Performance di bilancio e prospettive economiche dei distretti calzaturieri 17 NOMISMA S.p.A. Il credito alle imprese nelle provincie di riferimento dei distretti calzaturieri 51 Banca MPS Area Pianificazione Strategica, Research& IR 2

3 Il settore calzaturiero italiano: quadro di sintesi, potenziali nuovi mercati e strategie ANCI Associazione nazionale calzaturifici italiani BANCA MPS Area Rischi di Gruppo e Ristrutturazioni 3

4 Indice Il settore calzaturiero italiano 5 La congiuntura nel Export e bilancia commerciale del settore calzaturiero italiano 7 L export del settore calzaturiero italiano- trend nei mercati emergenti 12 L export del settore calzaturiero italiano: nuovi mercati di sbocco 14 Il settore calzaturiero italiano: quali strategie per i distretti? 15 4

5 Il settore calzaturiero italiano Il calzaturiero è uno dei pilastri del Sistema Moda e rappresenta da sempre una delle realtà di maggior rilievo all interno del quadro economico nazionale. Spiccata è la vocazione all export: l 80% delle calzature prodotte viene venduto sui mercati esteri. L'Italia è il primo produttore di calzature nella Unione Europea, davanti a Spagna e Portogallo, con una quota attorno al 40% sul totale quantità. E l unico Paese UE nella top ten dei produttori mondiali in volume, dove si colloca all ottavo posto. E però da sempre leader indiscusso tra i produttori di calzature di fascia alta e lusso, ad elevato contenuto moda. E il terzo nella graduatoria dei Paesi esportatori in volume, dopo la Cina e il Vietnam. In Italia si individuano sette regioni calzaturiere a forte specializzazione e integrazione: Marche, Toscana, Veneto, Lombardia, Campania, Puglia ed Emilia Romagna (in ordine di numero di aziende), che interessano oltre 20 province. Queste regioni concentrano il grosso dell attività calzaturiera, dato che rappresentano il 95% circa in termini di valore della produzione, numero di addetti e fatturato esportato. La struttura organizzativa settoriale vede privilegiare piccole e medie aziende: un totale di calzaturifici, con addetti diretti. Seppur la frammentazione (13,7 addetti per azienda) sia una delle peculiarità del settore è utile sottolineare che la dimensione media dell impresa calzaturiera risulta essere superiore alla media delle imprese del Made in Italy (7 addetti per azienda). 5 5

6 La congiuntura nel 2009 I dati descrivono un 2009 insoddisfacente per il calzaturiero, quadro comune, peraltro, a tutti gli altri comparti produttivi nazionali. Nel corso dell anno si sono accentuati in maniera netta i segnali di peggioramento del ciclo già emersi nell ultimo trimestre del Gli ordinativi, le quantità prodotte e quelle esportate (come pure le importazioni) hanno subìto una caduta significativa, con inevitabili conseguenze su mortalità aziendale e mercato del lavoro. Le richieste di cassa integrazione guadagni sono cresciute in tutti i poli calzaturieri. I consumi interni, dopo la flessione del 2008, hanno tenuto, malgrado l andamento degli ultimi mesi dell anno sia risultato inferiore alle attese. Il ciclo incassi-pagamenti ha registrato l ennesimo allungamento. Il forte calo della domanda - che ha colpito senza eccezioni i diversi comparti merceologici e tutti i mercati - ha interessato tutte le aree distrettuali del Paese, coinvolgendo l indotto e le aziende terziste. Pur ancora in assenza di tangibili segni di inversione di tendenza e con la certezza che il ritorno ai livelli pre-crisi richiederà comunque tempi lunghi diversi indicatori convergono nel registrare un forte rallentamento della caduta negli ultimi mesi del 2009 e nei primi mesi Come per molti settori industriali, anche per il calzaturiero la fase recessiva più acuta pare dunque alle spalle. 6 6

7 Export, Import, saldo commerciale del settore calzaturiero italiano (in milioni di euro) ANNI * Il gruppo CB152 della nuova classificazione "Ateco2007" comprende sia le calzature finite (eccetto quelle da sci e per il surf da neve) che le parti di calzature (con la sola eccezione di: suole e tacchi in gomma o plastica e parti in legno). Fonte: elaborazioni ANCI su dati COEWEB ISTAT; Dati anno 2009 provvisori. Dopo i segni positivi registrati nel biennio (+6,8% e +3,2% rispettivamente), e una contrazione contenuta nel 2008 (-2,4%), le vendite estere hanno subito nel 2009, a seguito della crisi, una pesante flessione: -16,8%. In calo anche l import. Il saldo del settore, pur riducendosi del 29,2%, ha fatto segnare un attivo di quasi 2,5 miliardi di euro. 7 7

8 Saldo del settore calzaturiero in milioni di euro, Anni Raffronto con la bilancia commerciale italiana (tutti i settori) Anno 2000 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Saldo settore calzaturiero * , , , , , ,67 Bilancia commerciale italiana (tutti i settori) , , , , , ,18 * Il gruppo CB152 della nuova classificazione "Ateco2007" comprende sia le calzature finite (eccetto quelle da sci e per il surf da neve) che le parti di calzature (con la sola eccezione di: suole e tacchi in gomma o plastica e parti in legno). Fonte: elaborazioni ANCI su dati COEWEB ISTAT; Dati anno 2009 provvisori. Rilevante è da sempre il contributo del settore alla bilancia dei pagamenti italiana. Il saldo attivo è stato negli scorsi anni superiore ai 3 miliardi di euro (a fronte di un deficit complessivo non trascurabile negli scambi nazionali). E anche nell annus horribilis 2009 si è realizzato un attivo importante. 8 8

9 Export del settore calzaturiero in milioni di euro, Anni Raffronto con il Totale export Italia (tutti i settori) Anno 2000 Anno 2005 Anno 2006 Var.% Anno 2007 Var.% Anno 2008 Var.% Anno 2009 Var.% Export settore calzaturiero * ,8% ,2% ,4% ,8% Totale Export Italia (tutti i settori) ,7% ,9% ,2% ,4% * Il gruppo CB152 della nuova classificazione "Ateco2007" comprende sia le calzature finite (eccetto quelle da sci e per il surf da neve) che le parti di calzature (con la sola eccezione di: suole e tacchi in gomma o plastica e parti in legno). Fonte: elaborazioni ANCI su dati COEWEB ISTAT; Dati anno 2009 provvisori. Sebbene negli anni precedenti le performance del calzaturiero fossero inferiori alla media nazionale, nel 2009 il settore ha perso in misura minore (-16,8% contro -21,4%). 9 9

10 Export del settore calzaturiero e degli altri comparti della filiera Tessile-abbigliamento-calzature (in milioni di euro) Anni Anno 2008 Anno 2009 Var.% CB13-Prodotti tessili , ,17-23,2% CB14-Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) , ,23-18,2% CB15-Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili , ,71-18,7% di cui: CB1511-Cuoio conciato e ulteriormente lavorato; pellicce preparate e tinte 3.422, ,79-22,8% CB1512-Articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria 3.046, ,79-18,7% CB152-Calzature e parti di calzature 7.299, ,13-16,8% Fonte: elaborazioni ANCI su dati COEWEB ISTAT; Dati anno 2009 provvisori. Tutti i comparti della filiera Tessile-Abbigliamento e Area Pelle hanno evidenziato sensibili arretramenti: il calzaturiero, con un -16,8%, registra il risultato meno penalizzante

11 Export del settore calzaturiero per mercato/area in milioni di euro e incidenza sul totale, Anni Anno 2000 Inc.% Anno 2008 Inc.% Anno 2009 Inc.% Germania 1.235,36 17,2 854,95 11,7 733,61 12,1-14,2% -40,6% -30,8% Francia 721,91 10,1 947,42 13,0 907,71 15,0-4,2% +25,7% +31,2% Altri UE ,19 31, ,76 32, ,03 32,8-16,5% -10,3% +7,4% Europa occid. non UE * 382,42 5,3 561,11 7,7 477,39 7,9-14,9% +24,8% +46,7% Russia 216,73 3,0 590,67 8,1 382,97 6,3-35,2% +76,7% +172,5% Altri Est Europa e CSI 197,15 2,8 432,67 5,9 327,18 5,4-24,4% +66,0% +119,5% Africa settentrionale ** 84,56 1,2 66,60 0,9 61,66 1,0-7,4% -27,1% -21,2% Altri Africa no-nord 34,67 0,5 50,97 0,7 46,29 0,8-9,2% +33,5% +47,0% America del Nord 1.427,38 19,9 721,90 9,9 530,24 8,7-26,5% -62,9% -49,4% America Centro Sud 41,36 0,6 48,08 0,7 40,43 0,7-15,9% -2,3% +16,2% Medio Oriente 151,60 2,1 165,83 2,3 155,94 2,6-6,0% +2,9% +9,4% Giappone 198,55 2,8 160,84 2,2 149,38 2,5-7,1% -24,8% -19,0% Altri Far East 190,56 2,7 259,68 3,6 222,74 3,7-14,2% +16,9% +36,3% Oceania e diverse 63,14 0,9 53,37 0,7 41,55 0,7-22,1% -34,2% -15,5% TOTALE MONDO 7.166,58 100, ,84 100, ,13 100,0-16,8% -15,3% +1,9% Malgrado nel 2009 tutte le aree abbiano registrato una battuta d arresto, diversi sono i mercati in forte espansione nell ultimo decennio: Francia, Spagna e alcuni Paesi emergenti, per i quali si rimanda allo specifico focus. * Europa occid. non UE = Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia. ** Africa settentrionale = Ceuta, Melilla, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto. Var% 09/08 Var% 09/00 Var% 08/

12 L export del settore calzaturiero italiano trend nei mercati emergenti (1/2) A fronte di una domanda stagnante nelle principali aree storicamente destinatarie dell export del settore, il significativo aumento dei consumi privati nelle economie emergenti (EE) si è riflesso in una importante crescita delle esportazioni (espresse in termini reali, ovvero deflazionate) nel periodo nella maggior parte delle 31 EE analizzate. In 10 di esse, infatti, il tasso medio annuo di crescita (reale) dell export fra il 2001 e il 2008 è stato addirittura superiore al 5%, anche se, in termini dimensionali, il peso dei mercati considerati sui flussi complessivi è ancora molto modesto (poco meno di un quarto del totale export 2008), con l esclusione della Russia (8,1%) e, in misura minore, dell Ucraina (1,5%). Si nota tuttavia che, fra il 2008 e il 2009, a fronte di una riduzione del 16,5% ca. del totale export, le esportazioni del calzaturiero abbiano registrato performance positive in alcuni paesi emergenti come Cina (+4,2% a/a), Nigeria (+18,3%), Iran (+33,3%), Vietnam (+5%), Libano (+34,3%), Colombia (+73,1%) e Marocco (+22,6%), evidenziando il contributo positivo che la diversificazione geografica dei mercati di sbocco potrebbe fornire alla performance del settore. Tasso medio annuo di crescita dell'export, (reale,%) % su totale export (2008) Andamento dell'export PAESE 2009 vs (reale, %) Export 2008 ( ) Kazakistan 21,6-30, ,5% Cina 21,1 4, ,5% Iran 18,4 33, ,0% Messico 15,2-13, ,3% Ucraina 10,6-43, ,5% Indonesia 7,9-67, ,1% Sudafrica 7,2-2, ,3% India 7,0-8, ,2% Russia 6,4-33, ,1% Tailandia 5,2-29, ,1% Bosnia-Erzegovina 3,9-11, ,7% Malesia 3,4-9, ,0% Corea del Sud 3,3-24, ,7% Emirati Arabi Uniti 2,2-13, ,0% Brasile 1,4-32, ,1% Macedonia 1,3-5, ,3% Vietnam 0,2 5, ,0% Turchia -1,1-34, ,8% Polonia -1,2-14, ,1% Nigeria -1,5 18, ,2% Repubblica Ceca -2,1-19, ,8% Bulgaria -2,9-22, ,5% Romania -3,8-29, ,8% Hong Kong -5,2-4, ,4% Libano -6,2 34, ,2% Kuwait -7,2 0, ,1% Ungheria -7,9-20, ,6% Arabia Saudita -9,0-3, ,3% Colombia -9,3 73, ,0% Egitto -11,3-14, ,1% Marocco -15,5 22, ,1% 12

13 L export del settore calzaturiero italiano trend nei mercati emergenti (2/2) Negli ultimi 10 anni, alla maggiore dinamicità delle economie emergenti si è associata anche un alta volatilità del flusso delle loro importazioni di calzature dall Italia. In particolare (cfr. tabella a destra), si nota come ad una maggiore volatilità (= coefficiente di variazione più elevato) del tasso di crescita delle esportazioni (in termini reali) del settore nel periodo , sia corrisposta una maggiore contrazione delle relative importazioni nel Viceversa, laddove l andamento del tasso di crescita dell export è stato più costante nel , si è registrata in genere una migliore tenuta delle esportazioni anche nel 2009; fanno eccezione alcuni paesi (per lo più dell Europa Centro- Orientale e dell Area CSI) per i quali la fase recessiva è stata particolarmente acuta. Paesi in cui a una ridotta volatilità del tasso di crescita dell export ha corrisposto una tenuta delle esportazioni nel 2009 Cina, Iran, Hong Kong, Libano, Kuwait, Arabia Saudita, Colombia, Marocco Paesi in cui, nonostante una ridotta volatilità del tasso di crescita dell export, nel 2009 si è registrata una maggiore riduzione delle esportazioni Kazakistan, Ucraina, Russia, Indonesia, Bosnia, Ungheria, Egitto Paesi in cui a una elevata volatilità del tasso di crescita dell export ha corrisposto una maggiore riduzione delle esportazioni nel 2009 Messico, India, Tailandia, Malesia, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Turchia, Polonia, Rep. Ceca, Bulgaria, Romania, Macedonia Paesi in cui, nonostante una elevata volatilità del tasso di crescita dell export, nel 2009 si è registrata una tenuta delle esportazioni Sud Africa, Vietnam, Nigeria La summenzionata volatilità non sembra spiegata (quantomeno soltanto) dall andamento del PIL e dei consumi privati, che nelle diverse EE hanno registrato un trend relativamente stabile di crescita. I legami export/pil ed export/consumi (nel periodo ) non sono infatti risultati statisticamente significativi. Questo perché la domanda di calzature italiane dipende anche da altri fattori, fra cui soprattutto le abitudini di consumo degli individui, la presenza o meno di barriere tariffarie ed altri ostacoli all ingresso in nuovi mercati, nonché l accessibilità a canali distributivi adeguati alla tipologia di clientela dei diversi paesi. Non ultimo, più che dai consumi privati complessivi, la domanda di questa tipologia di prodotti dipende soprattutto dalla presenza, nelle EE, di una fascia di popolazione con redditi pro-capite relativamente elevati. 13

14 L export del settore calzaturiero italiano: nuovi mercati di sbocco Vi sono infatti economie emergenti che, in ottica prospettica, potrebbero diventare importanti mercati di sbocco, anche alla luce del fatto che la crescita attesa del numero di persone benestanti (intese come soggetti con un PIL pro capite > $ ), e quindi con una capacità di acquisto tale da poter comprare beni di consumo di qualità medio-alta, è superiore nelle EE rispetto a quella dei paesi sviluppati. Economie emergenti : incremento di individui con un PIL pro capite > $ a prezzi del 2005 Paesi milioni di persone milioni di persone Graduatoria per incremento medio di popolazione Stima del n individui con PIL pro capite > $ nel 2009 (prezzi Incremento atteso del PIL pro capite (2015 vs. 2009) Incremento medio di popolazione "benestante" "benestante" del 2005) Cina 67,2 56% 40,7 India 22,6 41% 12,1 Brasile 21,0 17% 5,3 Russia 14,4 28% 3,6 Messico 14,4 16% 3,4 Indonesia 5,8 27% 2,0 Corea del Sud 8,1 22% 1,9 Turchia 7,5 18% 1,8 Iran 5,7 18% 1,5 Sudafrica 5,3 24% 1,2 Egitto 2,7 27% 1,1 Tailandia 3,8 21% 1,0 Colombia 4,2 13% 0,9 Malesia 3,2 16% 0,9 La tabella a fianco riporta i primi quindici paesi, fra le EE in esame, in termini di incremento medio atteso di popolazione benestante. Le stime effettuate indicano in particolare che, oltre a Russia e Cina, il maggiore incremento della popolazione benestante da qui al 2015 si avrà in India, Brasile e Messico, paesi che già oggi hanno un numero di individui potenziali acquirenti superiore ai 14 milioni. Altri paesi presentano interessanti potenzialità da questo punto di vista (Indonesia, Corea e la vicina Turchia), mercati che per il momento detengono quote molto marginali dell export complessivo del settore (soprattutto l Indonesia). Fonte: elaborazione del Servizio Credito Controparti Estere e Ist. Finanziarie su dati e previsioni Economist Intelligence Unit e Banca Mondiale. La metodologia di stima della popolazione benestante nelle EE è stata ripresa dal Centro Studi Confindustria (cfr. Nuova classe media e nuovi mercati per le imprese italiane, CSC 10 luglio 2009). In assenza delle relative previsioni, si è ipotizzata costante la distribuzione dei redditi nei diversi paesi. 14

15 Il settore calzaturiero italiano: quali strategie per i distretti? Consolidare i mercati tradizionali (in calo la domanda di prodotto di fascia alta/medio-alta) Aggredire i nuovi mercati di sbocco, Brasile, Cina, India, Russia e Area C.S.I. Comunicare i punti di forza del prodottomadeinitaly Costruzione della sensibilità del consumatore ovvero Trasferire l idea del patrimonio dei distretti (disegno, qualità dei materiali, manifattura) Aggredire i nuovi mercati di sbocco significa anche: affrontare barriere tariffarie e non tariffarie trovare limiti e ostacoli nella distribuzione e nella rete retail ovvero investire ingenti risorse economiche ed umane per le PMI distrettuali 15 15

16 Il settore calzaturiero italiano: quali strategie per i distretti? Nuove alleanze d imprese e partnership commerciali Nuova organizzazione dei poli industriali Collaborazioni distrettuali di filiera Alleanze intra-distrettuali Reti d impresa che attraversano i territori possono rappresentare: una valorizzazione dei patrimoni manifatturieri del distretto il potenziamento delle eccellenze produttive e delle specificità gli strumenti per attrarre capitali di rischio e porre in essere programmi d espansione sui mercati (sviluppo del marchio, canali retail, show-room, etc. ) 16 16

17 Performance di bilancio e prospettive economiche dei distretti calzaturieri NOMISMA S.p.A. 17

18 Indice Distretto Veronese 19 Distretto Riviera del Brenta 22 Distretto San Mauro Pascoli 25 Distretto Valdarno Superiore 28 Distretto Valdinievole 31 Distretto Lucca 34 Distretto Fermo e Macerata 37 Distretto Aversa 40 Distretto Casarano 43 Distretto Barletta 46 Note metodologiche- Analisi di bilancio 49 Note metodologiche- Costruzione delle proiezioni 50 18

19 DISTRETTO VERONESE: performance di bilancio Redditività Efficienza Equilibrio finanziariopatrimoniale "Struttura" INDICE ROI (%) 6,39 8,09 5,71 2,97 ROE (%) 4,94 6,79 4,73 3,46 ROS (%) 3,35 3,73 2,97-1,40 ROA (%) 4,20 4,55 3,71-1,54 GRED-Garanzie Reddituali 2,47 2,13 1,40-0,52 AT -Asset 1,25 1,22 1,25 1,10 Turnover allargato Produttività del fattore lavoro 1,46 1,52 1,42 1,04 IT- Inventory Turnover 4,45 3,99 3,71 3,97 INCON-Incidenza degli oneri 1,70 2,14 2,64 2,97 finanziari (%) Indice di indebit. a breve 0,86 0,84 0,78 0,86 Indice di indebit. a lungo 0,14 0,16 0,22 0,14 GPAT Grado patrimonializz. (%) Rapporto corrente Indice del margine di struttura allargato GDV-Grado di disintegrazione verticale 30,95 28,33 27,36 25,61 1,44 1,45 1,59 1,28 1,89 2,13 2,51 1,57 6,08 6,11 6,23 8,15 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau Van Dijk : progressivo peggioramento dei risultati della gestione caratteristica e più in generale del risultato d'esercizio (ROS, ROA, ROE ); 2008: il risultato negativo della gestione caratteristica è controbilanciato da un saldo positivo della gestione straordinaria che ha permesso di mantenere la positività del risultato complessivo di impresa (ROE ma rimane positivo); Dinamica negativa anche per l efficienza delle imprese, in diminuzione nel quadriennio in relazione sia alla rotazione del capitale (AT ), sia alla produttività del fattore lavoro; Crescenti criticità finanziarie: aumenta costantemente il peso degli oneri finanziari e contestualmente si ha una riduzione del grado di patrimonializzazione delle imprese; Deterioramento delle condizioni di liquidità a breve (RAPPORTO CORRENTE ) e di solvibilità a lungo (INDICE DEL MARGINE DI STRUTTURA ), che tuttavia si mantengono più che discreti. 19

20 DISTRETTO VERONESE: prospettive di ricavi delle vendite ed addetti Evoluzione dei ricavi delle vendite (Anno Base 2005=100) Addetti: variazioni percentuali sull anno precedente PROSPETTIVE Fonte: Elaborazioni su dati Aida Bureau Van Dijk e stime Nomisma Il distretto calzaturiero veronese ha mostrato nel triennio progressive perdite del giro di affari a fronte di risultati migliori del calzaturiero non distrettuale del Nord; nel 2009, anno in cui è stato più forte il decremento dei ricavi delle vendite, il distretto veronese ha evidenziato una maggiore capacità di tenuta rispetto al calzaturiero ripartizionale; Ad una crescita pre-crisi ridotta corrispondono tassi di incremento prospettici mediamente migliori: nel 2010 Verona farà leggermente meglio della ripartizione Nord e nel 2011 si prevede un inversione di tendenza a fronte di una situazione settentrionale ancora negativa; A livello occupazionale, le difficoltà del distretto si manifesteranno sia nel 2010 che nel 2011, con una lieve contrazione degli addetti, rispettivamente, del -0,8% e del -0,6%

21 DISTRETTO VERONESE: prospettive di esportazioni ed investimenti Esportazioni: variazioni percentuali sull anno precedente Barometro Investimenti nel biennio Fonte: Elaborazioni su dati Aida Bureau Van Dijk e stime Nomisma Le migliori performance nel biennio rispetto al Nord trovano parziale coerenza nei risultati relativi all export: nel 2010 la variazione delle esportazioni sarà pari al -6,0% ovvero vi sarà un decremento minore rispetto al -8,9% della ripartizione Nord; Nel 2011 si prevede un recupero di capacità esportativa del calzaturiero veronese pari allo 0,4%, in un quadro di crescita ripartizionale non distrettuale del 1,5%

22 DISTRETTO RIVIERA del BRENTA: performance di bilancio Redditività Efficienza Equilibrio finanziariopatrimoniale "Struttura" INDICE ROI (%) 3,77 4,14 8,72 4,66 ROE (%) 6,49 10,93 16,04 5,17 ROS (%) 3,36 4,32 5,85 3,47 ROA (%) 5,35 7,08 9,83 5,44 GRED-Garanzie Reddituali 3,91 5,02 6,06 3,12 AT -Asset 1,59 1,64 1,68 1,57 Turnover allargato Produttività del fattore lavoro 1,35 1,41 1,48 1,33 IT- Inventory Turnover 9,00 8,29 8,06 8,15 INCON-Incidenza degli oneri 1,37 1,41 1,62 1,75 finanziari (%) Indice di indebit. a breve 0,93 0,95 0,94 0,95 Indice di indebit. a lungo 0,07 0,05 0,06 0,05 GPAT Grado patrimonializz. (%) Rapporto corrente Indice del margine di struttura allargato GDV-Grado di disintegrazione verticale 22,89 23,78 27,21 30,09 1,16 1,14 1,18 1,11 1,10 1,09 1,21 1,03 4,56 4,58 4,24 4,58 Nel periodo si rileva una crescente positività nelle performance economiche delle imprese del distretto: si registrano miglioramenti nei risultati della gestione tipica (ROS e ROA ), che corrispondono ad un significativo e costante aumento dell'economicità complessiva delle aziende (ROE ); La capacità di sostenere i costi associati ai debiti finanziari si riduce drasticamente nel 2008, in corrispondenza del brusco deterioramento dei risultati della gestione caratteristica e, soprattutto, del più generale risultato d'esercizio; Nel 2008 si segnala una perdita di efficienza delle imprese (AT e produttività del fattore lavoro ); In peggioramento, pur attestandosi su valori ancora discreti, l'equilibrio fra attività e passività correnti e il livello di solvibilità di medio-lungo termine e, quindi, di solidità delle aziende del distretto. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau Van Dijk 22 22

23 DISTRETTO RIVIERA del BRENTA: prospettive di ricavi ed addetti Evoluzione dei ricavi delle vendite (Anno Base 2005=100) Addetti: variazioni percentuali sull anno precedente PROSPETTIVE Fonte: Elaborazioni su dati Aida Bureau Van Dijk e stime Nomisma Il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta ha evidenziato nel quadriennio una sostanziale crescita del proprio fatturato (+37%); La flessione del 2009 si prevede si interromperà nel 2010 con una lenta ripresa che proseguirà in maniera più vigorosa nel 2011, evidenziando una dinamicità decisamente più robusta rispetto alla componente di settore extra-distretto che, invece, continuerà a decrescere sino al 2011; L occupazione distrettuale riprenderà a crescere nel 2011, quando si stima un incremento del 1,1% rispetto al

24 DISTRETTO RIVIERA del BRENTA: prospettive di esportazioni ed investimenti Esportazioni: variazioni percentuali sull anno precedente Fonte: Elaborazioni su dati Aida Bureau Van Dijk e stime Nomisma Relativamente alle performance esportative, per il 2010 è attesa una stabilità dei livelli di export rispetto al 2009, in un contesto ripartizionale non distrettuale che evidenzia invece decise difficoltà (- 8,9%); Per il 2011 è prevista una contrazione dei livelli di export pari al -6,3%, laddove invece è prevista una crescita pari all 1,5% delle imprese settentrionali non distrettuali

25 DISTRETTO SAN MAURO PASCOLI: performance di bilancio Redditività Efficienza Equilibrio finanziariopatrimoniale "Struttura" INDICE ROI (%) n.d. n.d. n.d. n.d. ROE (%) -18,35-11,38-1,86 16,95 ROS (%) -6,04-0,64 3,00 6,55 ROA (%) -5,05-0,66 3,56 8,67 GRED-Garanzie -3,16-0,41 2,02 4,33 Reddituali AT -Asset 0,84 1,03 1,19 1,32 Turnover allargato Produttività del fattore lavoro 1,07 1,27 1,52 1,84 IT- Inventory Turnover 5,57 5,56 7,93 9,34 INCON-Incidenza degli oneri 1,60 1,58 1,76 2,00 finanziari (%) Indice di indebit. a breve 0,72 0,74 0,75 0,55 Indice di indebit. a lungo 0,28 0,26 0,25 0,45 GPAT Grado patrimonializz. (%) Rapporto corrente Indice del margine di struttura allargato GDV-Grado di disintegrazione verticale 36,67 27,16 23,50 29,11 1,17 1,13 1,14 1,68 1,05 1,03 1,11 1,59 3,92 4,10 4,49 4,38 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau Van Dijk : Netto miglioramento dei risultati della gestione caratteristica (ROS e ROA ), a cui si è affiancato un rientro dalle perdite di esercizio e una crescita della generale redditività delle imprese (ROE, conquista nel 2008 il segno positivo); Andamenti probabilmente da ricondurre a processi di riorganizzazione intrapresi all'interno delle imprese del distretto, che hanno portato ad un costante aumento dell'efficienza di gestione (AT, IT, produttività del fattore lavoro ); Continua espansione delle garanzie offerte dalle aziende in relazione al costo del debito finanziario (GRED ), cui si è accompagnato un aumento del peso degli stessi oneri sul totale delle fonti di finanziamento; Crescita della propensione all indebitamento nei primi tre anni. Politica che sembra esser stata rivista nel corso del 2008, caratterizzato da un valore del grado di patrimonializzazione più elevato rispetto al

26 DISTRETTO SAN MAURO PASCOLI: prospettive di ricavi ed addetti Evoluzione dei ricavi delle vendite (Anno Base 2005=100) Addetti: variazioni percentuali sull anno precedente PROSPETTIVE Fonte: Elaborazioni su dati Aida Bureau Van Dijk e stime Nomisma Il distretto di San Mauro Pascoli ha registrato dinamiche virtuose a partire dal Nel 2008 il giro di affari generato dal distretto era di quasi il 70% maggiore di quello del 2005; La flessione prevista per il 2009, seppur importante, non porta il fatturato al di sotto del livello del 2005; Si prevede una ripresa a partire dal 2010; L occupazione distrettuale sembra non risentirà delle dinamiche contenitive che il settore nel suo complesso avrà tra il 2010 e il In particolare si stima un incremento occupazionale di 3 punti percentuali nel

27 DISTRETTO SAN MAURO PASCOLI: prospettive di esportazioni ed investimenti Esportazioni: variazioni percentuali sull anno precedente Fonte: Elaborazioni su dati Aida Bureau Van Dijk e stime Nomisma In controtendenza rispetto ai dati ripartizionali non distrettuali, che mostrano un calo dei livelli esportativi pari al -8,9%, le aspettative per il distretto di S. Mauro Pascoli evidenziano una lieve crescita per il 2010, pari al +1,0%; In linea con l evoluzione dei ricavi delle vendite, anche le performance esportative attese per il 2011 sono improntate alla crescita (+5,9%), in un contesto di aumento più moderato (+1,5%) delle imprese della ripartizione settentrionale localizzate in territori non distrettuali

28 DISTRETTO VALDARNO SUPERIORE: performance di bilancio Redditività Efficienza Equilibrio finanziariopatrimoniale "Struttura" INDICE ROI (%) 6,17 4,39 4,33-1,64 ROE (%) 4,44 3,42-1,22-18,84 ROS (%) 2,53 4,04 2,63 0,44 ROA (%) 2,81 4,58 3,36 0,48 GRED-Garanzie Reddituali 1,38 2,16 1,42 0,22 AT -Asset 1,11 1,13 1,28 1,10 Turnover allargato Produttività del fattore lavoro 1,22 1,33 1,24 1,12 IT- Inventory Turnover 4,75 4,62 5,69 6,45 INCON-Incidenza degli oneri 2,03 2,12 2,37 2,20 finanziari (%) Indice di indebit. a breve 0,85 0,84 0,85 0,86 Indice di indebit. a lungo 0,15 0,16 0,15 0,14 GPAT Grado patrimonializz. (%) Rapporto corrente Indice del margine di struttura allargato GDV-Grado di disintegrazione verticale 19,57 19,15 19,05 23,99 1,16 1,19 1,17 1,06 1,10 1,15 1,12 0,92 3,88 4,02 4,13 4,06 I risultati della gestione caratteristica, dopo il biennio di miglioramento , subiscono una flessione a partire dal 2007 (ROS e ROA ), anno in cui si assiste anche ad un peggioramento della più generale economicità delle imprese (ROE negativo); Nel 2008 vi è un peggioramento della capacità di fronteggiare i costi associati agli impegni finanziari (GRED ), in un contesto di sostanziale stazionarietà del peso degli oneri sull'equilibrio finanziario delle imprese; Nello stesso anno si assiste ad una riduzione del volume dei debiti contratti dalle imprese che, dopo un triennio di ascesa della loro esposizione debitoria, incrementano l'immissione di capitale proprio di rischio (grado di patrimonializzazione ); Sempre nel 2008 si registra una riduzione degli indici di solidità e liquidità delle imprese del distretto, che continuano tuttavia a garantire un sostanziale equilibrio tra fonti di finanziamento e impieghi. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau Van Dijk 28 28

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