Studio di fattibilità: Report sulle soluzioni di gestione dei rifiuti e proposta di impianto per l area del Parco della Sila

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1 PROGRAMMA LIFE + Environment Policy and Governance 2008 LIFE 08 ENV/IT/ Studio di fattibilità: Report sulle soluzioni di gestione dei rifiuti e proposta di impianto Committente: Provincia di Cosenza Data:31 marzo 2011 ALESSCO_agenzia per l energia e lo sviluppo sostenibile della provincia di Cosenza via Brenta Cosenza tel. 0984/ staff@alessco.it P.Iva

2 INDICE 0. Premessa Il contesto legislativo Premessa Le direttive europee La Normativa Nazionale Normativa Regionale La gestione sostenibile dei rifiuti Premessa La gestione integrata dei rifiuti Prevenzione della produzione dei rifiuti La raccolta differenziata dei rifiuti urbani La raccolta della frazione organica e del verde La raccolta della frazione residua La raccolta della carta e del cartone La raccolta del vetro La raccolta della frazione multi materiale leggera Raccolta ingombranti e RAEE La raccolta dei rifiuti urbani in Italia Produzione dei rifiuti urbani in Italia Committente: Provincia di Cosenza 1

3 2.5 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia Analisi dello stato dell arte dei sistemi di raccolta dei rifiuti urbani nel territorio della Provincia di Cosenza Premessa Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani nella provincia di Cosenza La gestione dei rifiuti nelle aree del Parco Nazionale della Sila I sistemi di trattamento e smaltimento dei rifiuti in Italia Premessa La tecnologia e lo sviluppo dei sistemi di trattamento Trattamenti di tipo meccanico biologico Trattamenti in condizioni aerobiche Compostaggio Biostabilizzazione dei rifiuti Bioessicazione dei rifiuti Trattamenti in condizioni anaerobiche Produzione di combustibili derivati Il CDR Trattamento di tipo termico Combustione diretta Gassificazione/pirolisi Essiccazione Pirolisi Ossidazione Committente: Provincia di Cosenza 2

4 Riduzione I vantaggi della gassificazione Generazione di energia dalla gassificazione Torcia al plasma Proposta di gestione dei rifiuti nel parco della Sila e ipotesi di un sistema di trattamento finalizzato alla produzione di energia Premessa Analisi dell attuale sistema di gestione di rifiuti nel Parco Ipotesi di un sistema di trattamento finalizzato alla produzione di energia Indicazioni sui criteri di dimensionamento dell impianto Indicazioni sui criteri di localizzazione Committente: Provincia di Cosenza 3

5 0. Premessa Il presente studio si inquadra nelle attività del progetto RELS, obiettivo del progetto è, tra gli altri, lo studio e il dimensionamento di un impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti a fini energetici per le aree afferenti al Parco Nazionale della Sila. Obiettivo di RELS è quello di realizzare la progettazione definitiva dell impianto e concludere con simulazioni virtuali di funzionamento. Verrà di seguito analizzato il contesto legislativo partendo dalla normativa europea e concludendo con quella della Regione Calabria e verranno classificati i rifiuti secondo le legge vigente. Una parte dello studio sarà focalizzato sul concetto di gestione sostenibile dei rifiuti con particolare attenzione alla prevenzione e alle tecniche di raccolta differenziata. Di seguito, utilizzando i dati dei Rapporti Provinciali sui Rifiuti, si fornirà un quadro dell attuale situazione della Provincia di Cosenza, focalizzando l attenzione sulle aree del Parco Nazionale della Sila. E stato inoltre prodotto un report sui sistemi di stoccaggio, smaltimento e trattamento dei rifiuti ponendo l attenzione su quelli tecnologicamente più avanzati e che stanno portando notevoli risultati in Europa e in Italia. Il lavoro si conclude con una proposta di impianto, evidenziando i criteri di dimensionamento e localizzazione necessari per una gestione ottimale. Committente: Provincia di Cosenza 4

6 1. Il contesto legislativo 1.1 Premessa La gestione dei rifiuti riveste un importante ruolo nella definizione di una strategia ambientale sostenibile. I modelli di gestione integrata dei rifiuti si pongono come obiettivo non solo la prevenzione e la riduzione dell impatto ambientale connesso al ciclo di gestione, ma anche il miglioramento complessivo del sistema uomo-ambiente ed un uso più sostenibile delle risorse. La riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità costituisce un elemento fondamentale di una politica di produzione e consumo sostenibili, ma urgono in ogni caso azioni che incoraggino il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti. In ambito europeo le linee guida per una gestione sostenibile dei rifiuti, tracciate dalla direttiva-quadro 75/442/CEE (come modificata dalla 91/156/CEE e riscritta dalla 2006/12/CE) e, da ultimo, sostanzialmente confermate dalla recente direttiva-quadro 2008/98/CE, sono tese ad assicurare un elevato livello di protezione dell ambiente attraverso l adozione di una gerarchia di azioni che assegna massima priorità alla prevenzione e si pone come finalità l attuazione di una strategia di gestione volta ad incoraggiare il riuso, il riciclaggio dei rifiuti come materie prime secondarie ed il loro recupero come fonti di energia. Lo smaltimento, e quindi tipicamente la discarica, si configura come opzione residuale, da adottarsi per i flussi di rifiuti che non sono suscettibili di recupero. Committente: Provincia di Cosenza 5

7 1.2 Le direttive europee La nuova direttiva quadro 2008/98/CE si propone di favorire l avvicinamento dell Unione Europea a quella che viene definita la società del riciclaggio, caratterizzata dalla limitazione della produzione di rifiuti e dall utilizzazione dei rifiuti come risorse. Rispetto alla direttiva sui rifiuti 2006/12/CE, si accentua quindi un approccio basato sulla tracciabilità dell intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, anziché incentrato unicamente sulla fase in cui essi diventano rifiuti. La nuova direttiva pone l obiettivo dell incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti per aumentare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio; infatti, entro il 2015 gli Stati dovranno istituire regimi di raccolta differenziata almeno per la carta, il metallo, la plastica e il vetro. Inoltre, dovranno adottare le misure necessarie affinché, entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti domestici di carta, metallo, plastica e vetro (e, possibilmente, di altra origine) si accresca complessivamente almeno del cinquanta per cento in termini di peso. Più in generale, gli Stati membri assumono l obbligo di adottare un piano nazionale per l intero sistema dei rifiuti, con la facoltà di emanare misure normative di accompagnamento per definire una responsabilità estesa dei produttori e dei commercianti, compresa l accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che residuano dall utilizzo dei prodotti. In tale contesto, la direttiva 2008/98/CE introduce alcune rilevanti novità. Essa stabilisce, anzitutto, che la politica ambientale in materia di rifiuti deve mirare alla riduzione dell uso delle risorse e alla promozione dell applicazione concreta della gerarchia dei rifiuti: a) Prevenzione b) Preparazione per il riutilizzo c) Riciclaggio d) Recupero e) Smaltimento Secondo l art. 4 della nuova direttiva, la gerarchia dei rifiuti applicabile alla normativa e alla politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti, pone al primo posto la prevenzione, allo scopo di ridurre la quantità dei rifiuti prodotti. Segue poi la preparazione per il riutilizzo, ovvero il Committente: Provincia di Cosenza 6

8 complesso delle operazioni di controllo, pulizia e riparazione, attraverso cui i prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono predisposti in modo da poter essere reimpiegati senza ulteriore trattamento. Al terzo posto è il riciclaggio, che comprende le operazioni di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria, o per altri fini; ciò comprende il ritrattamento di materiale organico, ma non il recupero di energia, né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento. Al quarto posto l art. 4 della direttiva contempla il recupero di altro tipo, ossia diverso dal riciclaggio, come il recupero di energia o altre operazioni che abbiano come principale risultato di attribuire ai rifiuti un ruolo utile, in sostituzione di altri materiali. Gli impianti di incenerimento dei rifiuti solidi urbani possono essere intesi come attività di recupero unicamente se rispondono a determinati requisiti di efficienza energetica, stabiliti dalla direttiva stessa. Lo smaltimento è indicato come ultimo nella gerarchia dei rifiuti, in quanto consiste in qualsiasi operazione diversa dal recupero, tra cui il deposito in discarica, la biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli, l iniezione dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o in faglie geologiche naturali, l incenerimento, il deposito permanente. Figura 1 Gerarchia di gestione dei rifiuti Fonte: Enea La nuova direttiva conferma il tradizionale principio «chi inquina paga». Si tratta, del resto, di un principio costituzionale del diritto dell Unione Europea essendo sancito, insieme ai principi Committente: Provincia di Cosenza 7

9 di precauzione, prevenzione e correzione del danno ambientale in via prioritaria alla fonte, nell art. 174, par. 2, del Trattato della Comunità Europea. Il produttore di rifiuti e il detentore di rifiuti devono quindi gestire i rifiuti, secondo il diritto comunitario, in modo da garantire un livello elevato di protezione dell ambiente e della salute umana. Conformemente, l art. 14 della direttiva 2008/98/CE statuisce che i costi della gestione dei rifiuti sono sostenuti dal produttore iniziale o dai detentori del momento o dai detentori precedenti dei rifiuti. Un importante capitolo della direttiva riguarda le definizioni, contenute nell art. 3. Tale norma definisce meglio le nozioni di rifiuto, recupero e smaltimento, garantendo in particolare una netta distinzione tra i due ultimi concetti, fondata sulla differenza in termini di impatto ambientale, e riconoscendo i potenziali vantaggi per l ambiente e la salute umana che derivano dall utilizzo dei rifiuti come risorse. Vengono altresì introdotte alcune nuove definizioni, in specifico quelle di prevenzione, riutilizzo, preparazione per il riutilizzo, trattamento e riciclaggio. Anzitutto, con la nozione di rifiuto, si intende qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l intenzione o l obbligo di disfarsi, mentre è rifiuto pericoloso quello che presenta una o più caratteristiche pericolose di cui all allegato III. Quanto ai soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti, la direttiva definisce il produttore di rifiuti come la persona la cui attività produce rifiuti (produttore iniziale di rifiuti) o chiunque effettui operazioni di pretrattamento, miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti. Il detentore di rifiuti è, a sua volta, il produttore dei rifiuti o la persona fisica o giuridica che ne è in possesso. Le altre definizioni si incastrano l una nell altra, come in un gioco di scatole cinesi. La gestione dei rifiuti, nozione generale ed onnicomprensiva, include la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi la supervisione di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commercianti e intermediari. Le altre definizioni riguardano invece operazioni più specifiche, tutte comprese comunque nella nozione generale di gestione. Per raccolta si intende il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita preliminare e il deposito preliminare, ai fini del loro trasporto in un impianto di trattamento; per raccolta differenziata la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo e Committente: Provincia di Cosenza 8

10 alla natura dei rifiuti, al fine di facilitarne il trattamento specifico. Il riutilizzo viene identificato con qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti; mentre rientrano nella nozione di trattamento le operazioni di recupero o smaltimento, inclusa la preparazione prima del recupero o dello smaltimento, e in quella di recupero qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all interno dell impianto o nell economia in generale. Il riciclaggio riguarda invece qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Da notare che il riciclaggio include il ritrattamento di materiale organico ma non il recupero di energia, né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento. Smaltimento, infine, denota qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia. In materia di definizioni, la nuova direttiva si presenta quindi molto più completa rispetto all art. 1 della direttiva 2006/12/CE, che appariva piuttosto basato sulla tecnica del rinvio agli allegati. Queste, in sintesi sono i contenuti della normativa quadro in materia di rifiuti recepita in Italia con il decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive, entrato in vigore il 25 dicembre Le nuove norme modificano le disposizioni, contenute nel D. Lgs n. 152/2006 Norme in materia ambientale, sulla gestione dei rifiuti senza incidere però sulla bonifica dei siti inquinati. Committente: Provincia di Cosenza 9

11 1.3 La Normativa Nazionale Il Decreto 152/2006 rappresentava fino all entrata in vigore del Decreto Lgs n 205/10, la normativa di riferimento a livello nazionale in materia di rifiuti, emanata in attuazione della legge delega ambientale (Legge 308/2004). In parte, questo provvedimento normativo ha riscritto le regole su valutazione di impatto ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali ed ha abrogato una serie di provvedimenti precedenti tra cui il decreto Ronchi, che fino alla data di entrata in vigore del D. Lgs. 152/06 ha rappresentato la legge quadro di riferimento in materia di rifiuti. Il decreto persegue la priorità della prevenzione dei rifiuti e della riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, a cui seguono il recupero di materia e di energia, e, in ultimo come fase residuale dell intera gestione, lo smaltimento in discarica ed incenerimento. Una delle disposizioni specifiche dirette alla prevenzione dei rifiuti e all incentivazione del riciclo è l obbligatorietà della raccolta differenziata in ogni ambito territoriale ottimale con percentuali minime da rispettare: 35% entro il 31/12/2006; 45% entro il 31/12/2008; 65% entro il 31/12/2012. Nel caso in cui gli obiettivi minimi non siano conseguiti è applicata un addizionale del 20% al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell Autorità d ambito, istituito dall art. 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995 n 549 e successive, che ne ripartisce l onere tra quei comuni del proprio territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste dal comma 1 sulla base della quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni. L ultimo decreto in materia di rifiuti, in ordine di tempo, che aggiorna e modifica alcune parti della normativa precedente è il decreto legislativo n 205 del 2010 Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288 del 10 dicembre 2010 entrato in vigore il 25 dicembre 2010, con cui lo stato Italiano ha recepito le novità introdotte dalla Direttiva 2008/98/CE e che di fatto costituisce il quarto correttivo al Codice dell'ambiente. Committente: Provincia di Cosenza 10

12 Il Decreto, composto da 39 articoli e 5 allegati, modifica diversi passaggi della precedente normativa sui rifiuti. Alcuni di queste modifiche interessano gli aspetti di ordine generale sul tema dei rifiuti, altre invece coinvolgono direttamente le modalità di gestione dei rifiuti da parte delle imprese. Uno degli aspetti innovativi di maggior interesse riguarda l'inserimento del SISTRI, il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti nel Codice ambientale e le relative sanzioni. Ulteriori concetti vengono introdotti come quello di responsabilità estesa del produttore, ossia l estensione della responsabilità della corretta gestione dei rifiuti fin dall origine del prodotto da cui si sono generati, con il fine di rafforzare il concetto di prevenzione della produzione di rifiuti e quello di utilizzo efficiente delle risorse durante tutto il loro ciclo di vita. Il produttore del prodotto, definito come qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti, nell'organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, e nell'accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo, viene chiamato quindi a partecipare alla filiera prodotto rifiuto, assumendosi le responsabilità di pubblicizzare informazioni relative alla misura in cui il prodotto è riutilizzabile e riciclabile, progettare prodotti con tecniche volte a ridurre i loro impatti ambientali, nonché a diminuire o eliminare i rifiuti durante la produzione e il successivo utilizzo dei prodotti, sviluppare, produrre e commercializzare prodotti adatti all'uso multiplo, tecnicamente durevoli, e che, dopo essere diventati rifiuti, sono adatti ad un recupero adeguato e sicuro e a uno smaltimento compatibile con l'ambiente, sostenendo parzialmente o interamente i costi della gestione dei rifiuti e, laddove siano sostenuti parzialmente, concorra per la differenza il distributore del prodotto. Le modalità ed i criteri di introduzione di tutte le suddette azioni sono però demandate ad uno o più decreti ministeriali. Un altra modifica sostanziale riguarda la definizione di sottoprodotto che, prima del 2002, era stata una prerogativa tutta italiana. Infatti, mai prima della Direttiva 2008/98, la normativa europea aveva introdotto tale concetto, e solamente nel 2002 il sottoprodotto è stato oggetto di giurisprudenza per la Corte di Giustizia Europea, secondo la quale il riutilizzo di un materiale, anche da parte di soggetti diversi dal produttore, dovesse essere certo, senza necessità di trasformazione preliminare ed eseguito nel corso del processo di produzione o di utilizzazione. Inoltre, nel 2007, la Commissione UE ha redatto la comunicazione interpretativa in materia di rifiuti e sottoprodotti, secondo la quale possono essere considerati sottoprodotti i materiali che Committente: Provincia di Cosenza 11

13 vengono preparati per il loro riutilizzo nel corso del processo di produzione, mentre se, per essere ulteriormente trasformati, essi vengono spostati dal luogo di produzione, essi non possono essere considerati tali. In realtà, né la direttiva europea né la normativa italiana hanno elaborato una definizione che si scosta dai concetti esposti dalla Corte europea e dalla Commissione. Non più cinque (come nella vecchia versione) ma quattro sono oggi le condizioni, nell art. 184-bis del D. Lgs. 152/06, che contemporaneamente deve soddisfare una sostanza o un oggetto, al fine di essere un sottoprodotto e non un rifiuto: a) la sostanza o l'oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto; b) è certo che la sostanza o l'oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi; c) la sostanza o l'oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; d) l'ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l'oggetto soddisfa, per l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell'ambiente e non porterà impatti complessivi negativi sull'ambiente o la salute umana. Sicuramente è ampiamente interpretabile il contenuto della lett. c, dove al riutilizzo diretto si contrappone un possibile ulteriore trattamento previsto dalla normale pratica industriale: il riutilizzo o è fatto sul materiale così come è (direttamente) o si sottopone ad ulteriore trattamento (posto poi che venga spiegato cosa si intende per trattamento e cosa per normale pratica industriale ). Comunque, il decreto prevede la possibilità di adottare decreti ministeriali per definire criteri qualitativi o quantitativi affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati sottoprodotti e non rifiuti. Inoltre, tutte le imprese che effettuano il trasporto dei propri rifiuti non pericolosi dovranno, oltre ad essere iscritte all Albo Nazionale Gestori Ambientali per il trasporto dei propri rifiuti ai sensi dell art. 212 comma 8 e ad accompagnare il trasporto dei rifiuti con il formulario e dotarsi di un registro di carico/scarico dei rifiuti su cui annotare i rifiuti trasportati. Committente: Provincia di Cosenza 12

14 1.4 Normativa Regionale La Legge Regionale n 34 del 2002 Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali attribuisce alle provincie alcune funzioni in materia di rifiuti di seguito elencate (art. 85 comma1): Individuazione, sulla base dei criteri previsti nel piano regionale di gestione dei rifiuti e sentiti i comuni interessati, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti; adozione del programma provinciale per lo smaltimento rifiuti; approvazione dei progetti e rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione, nonché rilascio delle autorizzazioni all esercizio di impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti di cui al D. Lgs. N 22 del 1997; attuazione e gestione dell anagrafe provinciale dei siti contaminati; elaborazione di una relazione annuale, da inviare alla Regione, sullo stato di attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti; raccolta, elaborazione e diffusione dei dati inerenti la produzione e gestione dei rifiuti urbani e assimilati sulla base di rilevamenti effettuati dagli ambiti territoriali. Inoltre, è utile sottolineare per ben analizzare la situazione dei rifiuti nella regione Calabria che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12/9/97 è stato dichiarato lo stato di emergenza in ordine alla situazione di crisi socio-economica e ambientale determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel territorio della regione Calabria, non gestibile con poteri di ordinaria amministrazione e quindi tutte le risorse finanziarie sono state canalizzate nella contabilità dell Ufficio del commissario e da questo ufficio gestite. Questo stato di emergenza dopo numerose proroghe è ancora vigente. I compiti del Commissario delegato sono: la redazione di un piano di gestione dei rifiuti per lo smaltimento degli RSU; la promozione e l organizzazione della raccolta differenziata; l attuazione del sistema tecnologico di trattamento dei rifiuti; la bonifica dei siti inquinanti. Committente: Provincia di Cosenza 13

15 La regione Calabria nel 2002 ha pubblicato il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che è stato sottoposto a revisione e pubblicato nell ottobre del Committente: Provincia di Cosenza 14

16 2. La gestione sostenibile dei rifiuti 2.1 Premessa La prevenzione e la minimizzazione della produzione dei rifiuti sono state definite, sia a livello comunitario sia a livello nazionale, come l intervento prioritario da attuare nell ambito della pianificazione della gestione dei rifiuti. Qualsiasi operazione successiva alla produzione del rifiuto comporta un impatto sull ambiente. Ogni alternativa gestionale di raccolta, trattamento o smaltimento è tuttavia caratterizzata da impatti diversi e la definizione del sistema ottimale di gestione dei rifiuti non può che derivare da un integrazione delle diverse opzioni; opzioni che devono essere valutate dal punto di vista della loro affidabilità tecnica, economica e ambientale in relazione alla specificità locali dell area oggetto della pianificazione. La nuova Direttiva Quadro 2008/98/CE prevede azioni più stringenti nel rendere più moderna e semplice la politica di gestione dei rifiuti, nel ridefinire la gerarchia di intervento, nel rafforzare la prevenzione e soprattutto in un concetto innovativo di progettazione ecologica, un ecodesign, che riduca, al contempo, la produzione di rifiuti e la presenza di sostanze nocive, favorendo tecnologie incentrate sui prodotti sostenibili, riutilizzabili riciclabili. Committente: Provincia di Cosenza 15

17 2.2 La gestione integrata dei rifiuti La gestione dei rifiuti è un argomento complesso e con molte componenti. E facile perdere di vista la visione generale, in quanto, bisogna realizzare la protezione ambientale senza distorsioni per il mercato interno europeo. Esistono delle linee guida ben precise su cui impostare la gestione dei rifiuti che si basano su 4 principi fondamentali: 1. Principio di prevenzione: ridurre al minimo ed evitare per quanto possibile la produzione di rifiuti; 2. Responsabilità del produttore e principio Chi inquina paga : chi produce rifiuti o contamina l ambiente deve pagare interamente il costo di queste operazioni; 3. Principio di precauzione: prevedere i problemi potenziali. 4. Principio di prossimità: smaltire i rifiuti il più vicino possibile al punto di produzione. L obiettivo finale è quello di realizzare un sistema di gestione integrata mirato ad ottenere il duplice risultato di valorizzare economicamente la risorsa rifiuto e di tutelare la qualità dell ambiente, un sistema in cui lo smaltimento viene a costituire una fase residuale, mentre la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio assume un ruolo prioritario, in quanto consente di ridurre significativamente il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento e di valorizzare le componenti merceologiche dei rifiuti sin dalla fase di raccolta. A valle di tali azioni i rifiuti indifferenziati possono essere valorizzati energeticamente, anche attraverso la produzione di combustibili derivati da rifiuti, che possono svolgere un ruolo rilevante all interno del sistema di produzione dell energia ricavata da fonti rinnovabili, in accordo con gli impegni assunti dall Italia per l attuazione del Protocollo di Kyoto. Committente: Provincia di Cosenza 16

18 2.3 Prevenzione della produzione dei rifiuti La normativa nazionale in materia di gestione dei rifiuti, in accordo con i principi definiti a livello comunitario, sancisce che devono essere prioritariamente attuate, da parte delle autorità competenti iniziative dirette a prevenire la produzione di rifiuti e a ridurre la pericolosità degli stessi. Le iniziative attuabili dai diversi soggetti interessati, nell ambito delle proprie attribuzioni possono essere cosi identificate: misure di tipo economico dirette (tasse e tariffe) o indirette (incentivi esenzioni); misure amministrative, mirate a regolamentare il consumo e la distribuzione di determinati tipi di prodotto, l impiego di determinate sostanze o la qualità dei rifiuti generati; accordi di programma stipulati dall amministrazione pubblica con il sistema delle imprese e della distribuzione; politiche di prodotto, che operano attraverso obblighi derivanti dal principio di responsabilità del produttore (obblighi di recupero e gestione del prodotto a fine vita) o misure di promozione e attività di formazione sociale, finalizzate a promuovere stili di vita e prodotti ecologicamente più sostenibili. Alcuni degli strumenti economici o amministrativi individuati rientrano nell ambito di competenze regionali e nazionali. Iniziative mirate possono comunque essere attuate anche a livello locale, da parte dei comuni, ad esempio: sistema tariffario dei servizi di raccolta che incentivi l utenza al riutilizzo e alla minimizzazione del rifiuto; azioni informative di promozione sociale, incentivando il ricorso all autocompostaggio, promuovendo campagne educative e di comunicazione finalizzate a favorire comportamenti e stili di vita e di consumo ecologicamente più sostenibili; azioni informative di promozione tecnologica, con sostegno a interventi innovativi attuati dal settore dell industria e dell artigianato; incentivi alla realizzazione di audit ambientali e allo sviluppo di sistemi di gestione ambientale all interno delle imprese e della stessa pubblica amministrazione. Committente: Provincia di Cosenza 17

19 2.4 La raccolta differenziata dei rifiuti urbani La nuova direttiva europea del 2008/98/CE all art. 3 introduce la definizione di raccolta differenziata come: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo e alla natura dei rifiuti e al fine di facilitarne il trattamento specifico. La presente definizione di RD definisce inequivocabilmente la necessità di tenere separate le diverse tipologie di frazioni merceologiche che costituiscono il rifiuto urbano a monte, ossia al momento stesso che un prodotto diventa rifiuto e decurta definitivamente l erronea pratica di conferire gli stessi in modo indifferenziato. Infatti, applicando una corretta separazione dei rifiuti a monte, che tende a bandire una qualunque pratica che comporta una miscelazione irreversibile dei prodotti (ad esempio frazione organica e carta riciclabile), occorre poi soltanto pianificare i sistemi di incalanamento dei diversi flussi di rifiuti (categorie merceologiche) nelle rispettive filiere di recupero e smaltimento. Esistono diversi modelli di gestione secondo la quale effettuare la raccolta differenziata, ma è un dato consolidato che, soltanto pochi sono i modelli di raccolta che attualmente hanno una probabilità elevata di successo: il modello di raccolta domiciliare, porta a porta ; il modello di raccolta misto che prevede ad esempio la raccolta porta a porta della frazione residua e dell organico, e la raccolta stradale o di prossimità delle frazioni recuperabili, vetro, carta e cartone, imballaggi in plastica, acciaio e alluminio. Ognuno dei due modelli può essere ulteriormente ottimizzato aggiungendo o modificando delle variabili tecniche che possono essere rappresentate dalla scelta di una tipologia di attrezzature anziché un altra; dall applicazione di sistemi informatizzati di monitoraggio e controllo che offrono la possibilità di ridurre ad esempio le percorrenze medie dei mezzi grazie ad un sistema di intercettazione di punti di raccolta dove è realmente presente il rifiuto, dalla riduzione delle frequenze di raccolta di una data tipologia di rifiuto, qualora il sistema vada a regime e risulta superfluo raccogliere del materiale prodotto in bassa quantità in intervalli di tempo troppo brevi, dall applicazione di un sistema tariffario che determina una riduzione dei rifiuti conferiti per una ulteriore contrazione dei costi del servizio(nonché dell impatto ambientale). In ogni caso, il destino a recupero del rifiuto è da ritenersi prioritario rispetto allo smaltimento finale. Committente: Provincia di Cosenza 18

20 Obiettivi della raccolta differenziata Sono pertanto definiti dalla normativa nazionale obiettivi minimi di RD che devono essere conseguiti. 35% entro il 31/12/2006; 45% entro il 31/12/2008; 65% entro il 31/12/2012. Naturalmente il raggiungimento di questo obiettivi presuppone un sistema di gestione integrata dei rifiuti che dipende da molteplici fattori come: La scelta del modello di raccolta; Il rendimento della raccolta; L analisi merceologica; La qualità dell informazione e comunicazione ambientale ai cittadini. La scelta del modello di raccolta, influenza fortemente i valori di raccolta differenziata perseguibili, infatti, numerose esperienze nazionali e studi in materia dimostrano che il sistema di raccolta che consegue di ottenere il valore di raccolta differenziata in assoluto più elevato, è il sistema di raccolta domiciliare spinto. Il rendimento, invece, è funzione del modello di raccolta e del grado di recepimento delle modalità esecutive di conferimento da parte delle utenze, e ne rappresenta l efficienza, ovvero la quantità di una determinata frazione di rifiuto intercettata rapportata a quella prodotta, definita dall analisi merceologica. In sostanza, comparando i risultati delle anili merceologiche condotte in un determinato territorio con la quantità intercettata attraverso un sistema di raccolta differenziata (registri MUD) si può determinare quanto effettivamente viene convogliato verso la filiera del recupero in termini percentuali rispetto ai quantitativi totali che vengono effettivamente prodotti. L efficienza dell intero sistema attualmente tende ad indebolirsi in una fase successiva quanto la bassa qualità delle frazioni merceologiche differenziate non permette un effettivo riciclo di tutto il materiale raccolto. Per arginare tale fenomeno è necessario un potenziamento notevole dei sistemi di informazione sulle modalità di conferimento di ogni singola frazione merceologica. Ai fini del calcolo delle percentuali di RD ottenibili in base al modello di raccolta adottato, si riportano i valori minimi e massimi dei rendimenti corrispondenti ai due casi di raccolta più diffusi, modello stradale e modello domiciliare. Committente: Provincia di Cosenza 19

21 Tabella Rendimenti modelli di sistemi di raccolta Fonte documento di indirizzo per la pianificazione in materia di rifiuti nella provincia di Cosenza I rendimenti sono stati desunti da una analisi comparativa di due set diversi di risultati conseguiti sul territorio nazionale per ambedue le tipologie di modello di raccolta. Per come presentato anche nella tabella si ritiene di poter raggiungere i livelli di raccolta differenziata ipotizzati in precedenza solo con un sistema di domiciliarizzazione spinta presso la maggior parte delle utenze domestiche e commerciali. L obiettivo di questo sistema di raccolta differenziato deve essere quello di ridurre al minimo il quantitativo di materiale indifferenziato da avviare a smaltimento e nello stesso tempo aumentare la quantità e migliorare la qualità delle frazioni differenziate di rifiuto. Il sistema domiciliare porta a porta deve prevedere, nella maggioranza dei casi, la raccolta delle seguenti frazioni: Frazione organica e del verde Frazione residua Multimateriale leggera (plastica e metalli) Carta e cartone RAEE Ingombranti La raccolta della frazione organica e del verde La frazione organica, costituita dall insieme degli scarti della preparazione e del consumo del cibo, sia in ambito domestico che commerciale e gli scarti di manutenzione del verde privato e pubblico costituiscono la principale componente merceologica del rifiuto comprendo una quota Committente: Provincia di Cosenza 20

22 generalmente variabile tra il 25% e il 40% del rifiuto prodotto, in particolare nella provincia di Cosenza è stato calcolato che la frazione organica totale prodotta costituisce circa il 41% della produzione dei rifiuti. L attivazione di servizi di RD dedicati a queste frazioni è ormai riconosciuta come condizione indispensabile per il conseguimento degli obiettivi di recupero di legge, in particolare con il servizio di raccolta porta a porta si possono raggiungere per le frazioni organiche percentuali variabili tra il 20 e il 36%. Per il solo verde sono frequenti ed efficaci sistemi di raccolta a piattaforma o raccolte domiciliari aggiuntive effettuati nei periodi dell anno e in tipologie insediative caratterizzate dalla maggiore produzione. La frazione organica e il verde raccolti sono destinati al recupero tramite trattamenti di compostaggio o di digestione anaerobica: tali trattamenti consentono di ottenere un materiale (compost) utilizzabile in agricoltura. La qualità del compost prodotto è fortemente dipendente dalla qualità del rifiuto raccolto in modo differenziato, naturalmente con raccolte domiciliari si ottiene un rifiuto da sottoporre a trattamento con minor contenuto di materiali estranei rispetto ai servizi di raccolta stradali La raccolta della frazione residua La parte più consistente della frazione residua è costituita da stoviglie di plastica usate, vasetti e imballaggi per alimenti sporchi (confezioni di yogurt, carta oleata per salumi, formaggi, ecc ) stracci, materiali di consumo, pannolini ed assorbenti, oggettistica, vasellame ed altro materiale risultante dalle operazioni di pulizia degli ambienti. Anche in questo caso diffondendo la pratica della raccolta differenziata porta a porta accompagnata da un efficace piano di comunicazione è possibile raggiungere obiettivi di raccolta differenziata compresi nel tra il 47-68%, eliminando però definitivamente la raccolta stradale della frazione residua La raccolta della carta e del cartone Per imballaggi in carta e frazioni affini si intende l insieme degli imballaggi e del materiale di consumo in carta e cartone. Carta e cartone costituiscono la principale frazione secca presente nel rifiuto (dal 20% al 30% del rifiuto prodotto). I maggiori rendimenti fino al 70% del flusso di carta e Committente: Provincia di Cosenza 21

23 cartone presente nel rifiuto sono raggiungibili solo se associati a raccolte domiciliari. In un progetto di ottimizzazione delle raccolte differenziate è evidente la necessità di intercettare in modo separatola carta di provenienza per lo più da attività domestiche, ed il cartone prodotto in grosse quantità prevalentemente da utenze commerciali e grandi utenze La raccolta del vetro Il vetro, costituito in primo luogo da vetro per imballaggio, rappresenta mediamente il 7-10% dei rifiuti urbani. La raccolta differenziata del vetro è generalmente condotta con campane stradali, anche congiuntamente con altri materiali. Rendimenti di intercettazione superiori possono essere conseguiti con sistemi di raccolta domiciliare e presso le grandi utenze, ma già con raccolte a campana sono conseguibili recuperi superiori al 50%- 60% La raccolta della frazione multi materiale leggera La plastica presente nei rifiuti comprende materiali molto diversificati, è costituita da imballaggi in plastica, acciaio e alluminio. Sul complesso dei RU la plastica incide per una quota variabile tra il 10% e il 14%. La raccolta differenziata in Italia della plastica riguarda essenzialmente i contenitori per i liquidi, che costituiscono meno del 2% del totale dei RU e indicativamente il 20% del totale della plastica presente nei rifiuti; negli ultimi anni si è comunque avuta anche una tendenza all estensione della raccolta ad altri materiali di imballaggio Raccolta ingombranti e RAEE I materiali ingombranti comprendono mobili e in generale beni durevoli, mentre i RAEE sono costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. In quest ultimo caso secondo la normativa i responsabili di tali rifiuti sono i produttori che devono perciò provvedere allo smaltimento mentre i responsabili della loro raccolta sono i Comuni. Per la raccolta di queste due tipologie di rifiuto si può prevedere un servizio di raccolta a domicilio su chiamata o il conferimento presso i centri di raccolta. Committente: Provincia di Cosenza 22

24 2.4.7 La raccolta dei rifiuti urbani in Italia A livello nazionale si è ormai largamente diffusa la prassi di gestire i rifiuti urbani puntando alla massimizzazione del recupero dei materiali, mediante elevati livelli di intercettazione differenziata delle varie frazioni merceologiche. Le esperienze condotte soprattutto nelle città del nord Italia, indicano chiaramente che per raggiungere risultati significativi, ossia percentuali RD che superino il 50% è necessario applicare determinate modalità operative come: effettuare la raccolta differenziata della frazione organica ( ad eccezione delle piccole comunità dove si può effettuare il compostaggio domestico), adottare un modello di raccolta differenziata di tipo domiciliare, soprattutto per i materiali di maggiore incidenza sulla produzione totale di rifiuti (imballaggi e frazione organica), escludere ed eliminare la possibilità di libero conferimento di rifiuto non recuperabile nei cassonetti stradali; infatti, la presenza di cassonetti stradali per la frazione cosiddetta residua, o frazione secca non riciclabile, rende meno responsabili gli utenti nei confronti dei propri rifiuti, quindi distoglie facilmente da comportamenti più sensibili alla salvaguardia dell ambiente, di contro i sistemi domiciliari soprattutto se associati ad incentivi economici (sconti sulla TARSU o bonus tariffari), innescano quasi spontaneamente comportamenti virtuosi Produzione dei rifiuti urbani in Italia I rifiuti urbani prodotti in Italia, secondo i dati del Rapporto Rifiuti ISPRA 2009 con dati 2008, per la prima volta registrano un segnale di arresto rispetto all anno precedente: nel 2008 sono stati prodotti poco meno di 32,5 milioni di tonnellate con una leggera contrazione (-0,2%) rispetto al Calano soprattutto nel Mezzogiorno (-2,2% tra il 2007 ed il 2008), molto meno nel Centro (-0,7% circa), mentre al Nord il dato appare in controtendenza, facendo rilevare una crescita di produzione pari all 1,5%. La diminuzione può essere legata a diversi fattori: si è rilevata negli anni una correlazione, più meno evidente, tra produzione di rifiuti urbani e gli indicatori socio economici come il PIL e la spesa delle famiglie. Quest ultima, nel 2008, si è effettivamente ridotta dell 1% a causa della crisi economica. Committente: Provincia di Cosenza 23

25 Tabella Produzioni rifiuti urbani e speciali in Italia Fonte Rapporto rifiuti urbani Edizione 2009 ISPRA Tabella Andamento della produzione di rifiuti urbani, anni Fonte Rapporto rifiuti urbani Edizione 2009 ISPRA Committente: Provincia di Cosenza 24

26 Un ulteriore fattore che può determinare il rallentamento della crescita della produzione dei rifiuti urbani è l attivazione di misure di prevenzione. Al riguardo si può rilevare che diverse amministrazioni ed, in particolar modo, quelle più avanzate in termini di organizzazione del sistema integrato dei rifiuti, da alcuni anni operano al fine di incentivare la prevenzione e la minimizzazione della produzione di rifiuti. Committente: Provincia di Cosenza 25

27 2.5 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia La situazione italiana attuale registra un trend di crescita della raccolta differenziata, che raggiunge il 30,6% della produzione totale dei rifiuti urbani, mentre nel 2007 si assestava al 27,5% circa (dati Rapporto dei rifiuti edizione 2009). Tuttavia, non è stato ancora conseguito l obiettivo fissato dalla normativa che per il 31 dicembre 2008 era del 45%, (i dati del rapporto si riferiscono all anno 2008). La situazione appare notevolmente diversificata nelle tre macroaree geografiche. Mentre il Nord, con una percentuale pari al 45,5%, supera l obiettivo fissato dalla normativa, il Centro, con il 22,9% ed il Sud, con il 14,7%, risultano ancora decisamente lontani da tale target. A livello regionale sono il Trentino Alto Adige ed il Veneto le regioni con le più alte percentuali di raccolta differenziata, pari rispettivamente al 56,8% e 52,9%. Tra le regioni del Nord, quelle che nell ultimo anno fanno registrare i maggiori progressi sono l Emilia Romagna (+5,7 punti) e il Friuli Venezia Giulia (+4,9 punti) che si attestano a percentuali di raccolta pari, rispettivamente, al 42,7% e 42,6%. Per quanto riguarda il Centro, la Toscana fa registrare il miglior tasso di raccolta differenziata, pari al 33,6%, mentre le Marche hanno il primato della miglior performance fra le regioni del centro Italia (+5,3 punti percentuali). Il peggior risultato spetta al Lazio (12,9% di raccolta differenziata). Al Sud la regione Sardegna fa registrare un consistente progresso, toccando nel 2008 la quota del 34,7% e conquistando il primato della regione che ha segnato il miglior progresso in Italia (6,9 punti in più rispetto al 2007). Crescita rilevante anche in Campania (incremento della percentuale di raccolta di 5,5 punti tra 2007 e 2008), dove sono soprattutto le provincie di Avellino (36,9%) e Salerno (33,3%) a tenere alta la media regionale, a fronte delle problematiche connesse alle condizioni emergenziali ancora presenti nelle province di Napoli e Caserta (rispettivamente al 14,8% ed all 11,5%). Mentre la regione Calabria per la prima volta raggiunge la soglia del 10%. Committente: Provincia di Cosenza 26

28 Tabella Percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione, anni Fonte Rapporto rifiuti urbani Edizione 2009 ISPRA Committente: Provincia di Cosenza 27

29 3. Analisi dello stato dell arte dei sistemi di raccolta dei rifiuti urbani nel territorio della Provincia di Cosenza 3.1 Premessa La Provincia di Cosenza, racchiude in se un elevata eterogeneità che si riscontra qualora si voglia intentare una pianificazione del sistema di gestione dei rifiuti. Il territorio della Provincia di Cosenza si sviluppa su una superficie di 6650 Kmq ed è suddiviso in 155 comuni. La popolazione residente, all anno 2008 è di abitanti, con una densità di 110 ab7kmq. Analizzando l organizzazione del sistema attuale di gestione dei rifiuti, evince che la regione Calabria è stata suddivisa in cinque ambiti territoriali ottimali, coincidenti con il territorio provinciale che costituiscono di per sé unità territorialmente omogenee per quanto riguarda la gestione ed il controllo ma non per quanto concerne la distribuzione della popolazione e alla logistica del sistema (distribuzione di impianti di trattamento RSU, discariche, impianti di compostaggio, isole ecologiche, linee di comunicazione). Al fine di predisporre un sistema organizzativo comune relativo alla raccolta ed al trasporto dei rifiuti il territorio di ciascun ambito risulta ulteriormente suddiviso in sub ambiti. In particolare la provincia di Cosenza coincide con l ATO 1 che a sua volta è ulteriormente suddiviso in sei sottoambiti che sono individuate dai territori elencati nella tabella in basso Aree di appartenenza N. Comuni N. abitanti 1 Castrovillari Cosenza Rende Presila Cosentina Sibaritide Alto Tirreno Cosentino Appennino Paolano TOTALE Committente: Provincia di Cosenza 28

30 In particolare, i Comuni facenti parte delle aree del Parco Nazionale della Sila, appartengono quasi tutti al sottoambito 3, quelli della presila cosentina tranne Corigliano Calabro che appartiene al sottoambito 4 della Sibaritide e sono: 1. Acri 2. Aprigliano 3. Bocchigliero 4. Celico 5. Corigliano Calabro 6. Longobucco 7. Pedace 8. San Giovanni in Fiore 9. Serra Pedace 10. Spezzano della Sila 11. Spezzano Piccolo Il Parco Nazionale della Sila in realtà comprende altri sei Comuni della Provincia di Catanzaro, (Albi, Magisano, Petronà, Sersale, Taverna, Zagarise) e altri quattro comuni della Provincia di Crotone (Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro, Savelli), per un totale di ventuno Comuni con un estensione territoriale totale di ettari. Committente: Provincia di Cosenza 29

31 3.2 Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani nella provincia di Cosenza Nel 2008, secondo il Rapporto dei rifiuti 2009 redatto dalla Provincia di Cosenza con dati 2008, la produzione di rifiuti solidi urbani (RSU) è stata di 323 mila tonnellate registrando, rispetto all anno precedente, una diminuzione di circa 10 mila tonnellate (pari a circa il 2,9%). La produzione pro-capite è stata di 444 kg/ab/anno con un decremento di 31 kg rispetto all anno precedente, pari al 6,5%. Relativamente alle modalità di raccolta dei rifiuti, rispetto alla produzione annua totale, circa 42 mila tonnellate, sono state raccolte in modo differenziato (con un decremento di circa 10 mila tonnellate, pari al 20%, mentre sono state raccolte in modo indifferenziato circa 279 mila tonnellate, dato che si discosta poco rispetto all anno precedente ( tonnellate). L andamento della raccolta differenziata, pari al 14,2% registra una riduzione di 1,7 punti percentuali rispetto al In particolare la raccolta delle frazioni umide è diminuita di circa il 38%, mentre la raccolta della frazione secca è diminuita del 13%. Committente: Provincia di Cosenza 30

32 Analisi dati provincia di Cosenza Fonte: Rapporto rifiuti 2009 Provincia di Cosenza Nel recupero totale dei singoli materiali, l incremento maggiore tra il 2007 e il 2008 si registra per gli imballaggi misti con il (+39,4%), la carta e il cartone (+ 5,3%), gli ingombranti Committente: Provincia di Cosenza 31

33 (+158,7%); per le altre frazioni merceologiche si rileva invece una flessione nei dati relativi alla raccolta: frazione organica -5,3% ; imballaggi in vetro -12,50%; imballaggi in plastica -30,4%; imballaggi in legno -43,90%. Tabella Dati RSU, RD e Indefferenziata (t/anno) Fonte: Rapporto rifiuti 2009 Provincia di Cosenza Tabella Percentuale RD Fonte: Rapporto rifiuti 2009 Provincia di Cosenza Committente: Provincia di Cosenza 32

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