QUALI ORIZZONTI ECONOMICI PER L'ITALIA? Le opinioni degli italiani sullo scenario economico
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- Marcella Beretta
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1 QUALI ORIZZONTI ECONOMICI PER L'ITALIA? Le opinioni degli italiani sullo scenario economico Roma, 21 gennaio 2015
2 Poiché nella vita faccio da ormai cinquant anni il ricercatore di mercato, mi viene spontaneo affrontare un tema partendo da un dato demoscopico. Il mio istituto monitora regolarmente, ormai da quindici anni, il sentiment dell opinione pubblica. Adoperando una metodologia internazionale, messa a punto dall Università del Michigan. Questo indice (Index of Consumer Sentiment nella letteratura inglese) è il più antico, sul tema, tra quelli prodotti negli Stati Uniti d America e negli altri paesi economicamente avanzati. La prima edizione risale infatti al L indice monitora l andamento della fiducia dei consumatori sulla situazione economica e finanziaria, e sulle prospettive della stessa, propria e del paese. E importante per gli operatori dei mercati finanziari perché la fiducia incide realmente sui consumi, che contano per il 70% del prodotto interno lordo. Fiducia in crescita può significare maggiori consumi, e una conseguente spinta alla produzione; fiducia in calo, il contrario. Certo, il fenomeno è complesso, e per certi versi anche sfuggente. Sentiment, infatti, è un termine sfumato. Rimanda a qualche cosa che è in parte razionale e in parte no. Il sentiment, o se preferiamo la fiducia (perdendo però qualche cosa della ricchezza di sfumature del termine inglese), è una sorta di valutazione complessa che gli individui fanno della situazione economica e finanziaria personale, e di quella collettiva. Gli economisti ritengono che questo sentiment incida sull andamento dei consumi. Se penso che le cose andranno bene, sono più disposto a spendere. Se penso che andranno male, succederà il contrario. Ognuno di noi proietta sul mondo le proprie aspettative, e la somma di queste aspettative individuale determina il quadro d insieme. E il cosiddetto principio della realtà immaginata. Per questo vengono svolte indagini per capirne l andamento. Quella dell Università del Michigan, come detto, ha avuto la sua prima edizione nell ormai lontano In essa, vengono intervistate 500 persone ogni mese. Il 60% del campione viene rinnovato a ogni nuova indagine. Le domande riguardano la situazione economica e finanziaria dell intervistato, i suoi piani di spesa, le prospettive dell economia del paese, la possibile direzione dei tassi di interesse e dell inflazione, e il mercato del lavoro. Le elaborazioni svolte dall Università del Michigan sui dati grezzi producono tre indici: l indice complessivo e due sotto indici, uno sulla situazione attuale e l altro sulle aspettative. Essi vengono pubblicati due volte al mese. La prima versione dei tre indici esce a metà mese, e comprende circa il 60% delle risposte. La seconda e definitiva versione viene pubblicata l ultimo venerdì del mese. La domanda aggregata è la principale determinante del livello di attività economica di un paese, e negli Stati Uniti i consumi ne rappresentano, come detto, circa il 70%. Il loro andamento è quindi decisivo per l economia americana. A loro volta i consumi dipendono dalla valutazione dei consumatori della loro situazione economica e finanziaria attuale e dalle aspettative rispetto alle condizioni future. E appunto a questo che si riferisce l indice di fiducia dei consumatori. Fiducia alta può voler dire consumi in crescita ed effetti positivi 2
3 sull attività economica complessiva. Da tempo ormai, negli Stati Uniti, il Consumer Sentiment Index è considerato attendibile, soprattutto per la capacità di segnalare l avvicinarsi di fasi di debolezza economica. Istituto Piepoli adotta una metodologia simile, su base settimanale. I nostri sondaggi sono di 500 casi ogni settimana, su campioni casuali rotativi, rappresentativi della popolazione adulta italiana. Li facciamo da venticinque anni a questa parte. Anche noi, quindi, abbiamo registrato e misurato il pessimismo economico italiano, una sorta di cronicizzazione di un sentiment non favorevole. Ancora tre mesi fa, gli italiani si dichiaravano più pessimisti di un anno prima. E quindi più propensi, sempre che ce ne fosse la possibilità concreta, ad accantonare la propria ricchezza in vista di un futuro nebbioso. A scapito persino di spese necessarie, come l istruzione dei figli e il saldo di vecchi debiti. Il desiderio di risparmiare, quindi, era ancora troppo in bilico, solo pochi mesi fa, a causa della paura. Oggi però, proprio in questi giorni, stiamo registrando un cambiamento di direzione. Per la prima volta da molto tempo, gli italiani tornano a essere in maggioranza positivi sul futuro a breve della propria economia familiare. Il 71% circa dei nostri intervistati ritiene infatti che, per l economia familiare, il 2015 sarà migliore del Mentre sull andamento dell economia del paese nel suo complesso il quadro è ambivalente, ma in equilibrio: una quota di opinione pubblica che oscilla fra il 45 e il 60 per cento pensa che, anche per l economia nazionale, il 2015 sarà migliore del Cominciamo dunque a percepire, anche come opinione pubblica, che un futuro migliore è possibile. Che un inizio di ripresa potrà esserci. Anche alcuni parametri oggettivi dell economia inducono a essere moderatamente ottimisti in questo senso: il deprezzamento dell Euro da un lato, e il calo del prezzo del petrolio dall altro, potrebbero combinandosi assieme generare un incremento nel PIL dell ordine di grandezza dell 1% circa. Per cogliere questa finestra di opportunità, questo momento favorevole in cui da un lato migliora il sentimento dell opinione pubblica, dall altro migliorano alcuni parametri macroeconomici, occorrono investimenti. Anche in questo caso, lo stato dell opinione pubblica ci viene in aiuto. Gli italiani chiedono al Governo di attuare investimenti, di stimolare l occupazione, di sostenere le famiglie. Gli italiani cercano la stabilità politica e il rilancio economico, e si aspettano l implementazione di una vera politica di investimenti. Sia pubblici che privati. Nella sua istintiva saggezza inconsapevole, a mio parere l opinione pubblica ha ragione. Qualche dato ci aiuterà a chiarire questo punto. Come è noto, a inizio 2015 il PIL italiano può essere considerato pari al 90% del PIL del 2007, anno di massima espansione del reddito delle famiglie. Questo significa una diminuzione del PIL, dal 2007 al 2015, dell ordine di 170 miliardi di Euro. Diminuzione che potrebbe essere controbilanciata, naturalmente, da un corrispondente aumento di PIL. Ma 3
4 170 miliardi di Euro di incremento nel valore assoluto del PIL significano circa 70 miliardi di Euro immessi nell economia, appunto sotto forma di investimenti. Sull opportunità, o la stessa possibilità, di investire una cifra così grande, e su che cosa concentrarla, la risposta dei decisori istituzionali potrebbe essere ovvia: sulla possibilità, dovremmo tenere conto dei vincoli internazionali ai quali il nostro Paese è sottoposto. E sull allocazione, le priorità apparirebbero abbastanza chiare: garantire un migliore futuro ai nostri giovani potenziando e ammodernando il sistema nazionale di istruzione e garantire una migliore vitalità generale ai cittadini potenziando e ammodernando il Servizio Sanitario Nazionale, comprese le sue componenti di ricerca e sperimentazione. Scuola e sanità, queste potrebbero essere le due priorità nazionali. Mens sana in corpore sano, per dirla in latino. Ipotizziamo allora di essere d accordo su questo: a patto di trovarli, potrebbe essere interesse strategico della nazione investire su due grandi sotto-sistemi del paese: l istruzione e la sanità. Ora proviamo a calarci dal generale al particolare. Ragionando in termini di Province e Comuni (possibilmente medi come dimensioni), il progetto di cui sopra significa pensare a investimenti dell ordine di un centesimo del totale della spesa richiesta per l intero Paese in termini di investimenti. Se ad esempio una città come Catania conta circa 300 mila abitanti, questo significa che per attuare un progetto Catania occorrono investimenti pari a circa mezzo centesimo di quelli che servirebbero per l Italia nel suo complesso. Diciamo 350 milioni di Euro. Ma, come detto, se pensiamo che gli investimenti infrastrutturali siano da concepire in maniera classica, ossia sotto forma di investimenti pubblici, fatti dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province o dai Comuni, ci troviamo in un impasse. Vuol dire di fatto impossibilità a operare, in quanto il sistema di vincoli comunitari oggi non permette l erogazione di questo tipo di investimenti pubblici. Se però gli investimenti fossero fatti da privati e da banche private nulla osterebbe alla loro attuazione. Dal punto di vista finanziario, ciò comporta la creazione dei cosiddetti social bond, ossia obbligazioni sociali garantite da banche private. Prendiamo ad esempio una conurbazione del Sud e immaginiamo che essa sia come detto Catania (*) che, come è noto, oggi rappresenta un territorio piuttosto vasto, una vera e propria provincia metropolitana. Più precisamente, la Provincia di Catania, amministrativamente denominata Libero Consorzio Comunale di Catania,, è una tra le province della Sicilia, con abitanti e una superficie di km² comprendente 58 comuni. (*) La situazione del Comune di Catania è puramente esemplificativa di quello che potrebbe avvenire in un Comune di uguali dimensioni sempre nell area Sud (ad esempio Bari o Salerno). In questo exemplum fictum abbiamo focalizzato la nostra attenzione su un area primaria dell ordine di abitanti e di un area della conurbazione avente una popolazione dell ordine di di abitanti. 4
5 Si tratta di poco meno del 2% della popolazione italiana, quindi per realizzare un progetto Area metropolitana catanese dovrebbero essere fatti investimenti dell ordine del 2% del totale Italia. In ogni caso, un investimento pari al 2% del totale dell investimento programmato per l Italia supererebbe nettamente la soglia del miliardo di Euro. Corrisponderebbe infatti a circa 1,4 miliardi di Euro. E ancora troppo, ma come dice un proverbio cinese, anche il più grande cammino inizia con un semplice passo. Per iniziare, potremmo concentrarci su una frazione di questa cifra. Accontentiamoci allora di questa frazione e vediamo come potremmo operare. Partiamo dalla scuola e prendiamo, delle oltre 900 scuole della conurbazione emblema, un campione di 10 scuole, possibilmente rappresentative delle necessità di rinnovamento strutturale e funzionale, come edifici, aule e dotazioni tecnologiche, per renderle veramente competitive nell era della comunicazione digitale. Ciascuna di queste 10 scuole potrebbe avere necessità di investimenti pari a un milione di Euro, per un totale quindi di 10 milioni di Euro. Passiamo adesso agli ospedali. Nella conurbazione emblema gli ospedali importanti sono una decina, mentre le Aziende Ospedaliere di diversa grandezza sono circa 70. Noi proporremmo di operare su due Aziende Ospedaliere di livello superiore, investendo in uno o più reparti in funzione degli sviluppi prospettici delle nuove tecnologie, pensando in particolare alle nanotecnologie. E ormai chiaro infatti che le nanotecnologie stanno acquistando particolare efficacia nel campo della prevenzione dei tumori non ancora diffusisi nell organismo, con conseguenti maggiori potenzialità di vita attiva per una frazione non indifferente della popolazione complessiva. Investire sulle nanotecnologie significa insomma da un lato presidiare un settore scientifico, tecnico ed economico ad alto tasso di sviluppo, e dall altro puntare ad aumentare realmente la qualità della vita della popolazione. Proponendo investimenti dell ordine di grandezza medio di 5 milioni di Euro per ospedale e considerando due ospedali (aziende ospedaliere), si può agevolmente raggiungere la massa finanziaria giusta per poter cominciare a operare su un numero significativo di pazienti, già subito dopo i primi esperimenti. Ricapitolando: prendendo come test area la conurbazione di Catania, e individuano 10 scuole e 2 ospedali su cui agire, avremmo bisogno di un investimento complessivo di circa 20 milioni di Euro (10 per le scuole, un milione a scuola, dieci per gli ospedali, cinque milioni a ospedale). Di questi 20 milioni, due terzi potrebbero essere raccolti coinvolgendo - con lo strumento del social bonding - la popolazione residente negli hinterland delle scuole e degli ospedali medesimi, e un terzo potrebbe essere 5
6 messo a disposizione, sotto forma di prestito, da una banca no profit come Banca Prossima che potrebbe garantire (attraverso la creazione di social bond) l intera cifra di 20 milioni di Euro per 5 anni (durata ipotizzata per il prestito in questione). Da un punto di vista sociale, l impresa sarebbe altamente redditizia per una parte della popolazione, che ne beneficerebbe in termini di migliori servizi. Da un punto di vista economico, le zone interessate al finanziamento si avvantaggerebbero dell effetto volano degli investimenti in questione. Se 70 miliardi di Euro investiti a livello nazionale possono produrre 170 miliardi di Euro di incremento di PIL, proporzionalmente 20 milioni di Euro investiti su porzioni di uno specifico territorio genererebbero circa 50 milioni di Euro di incremento. Il fattore moltiplicativo è circa 2,5. Vale su scala grande, vale su scala piccola. E possibile fare tutto ciò? Si tenga conto che quello che proponiamo in queste pagine è un vero e proprio esempio pratico di come impostare lo sviluppo futuro di una parte della popolazione abitante nella conurbazione di Catania. Non è un utopia, ma un ipotesi specifica e concreta di test in una porzione sperimentale di territorio italiano. Se c è consenso politico-istituzionale, il progetto può partire. Di fatto, tutto poi sarebbe attuato tramite interventi privati destinati a opere pubbliche di primaria necessità, come appunto sono le scuole e gli ospedali. L intervento del Sindaco del capoluogo di Provincia e dei Sindaci dei restanti Comuni della Provincia dovrebbe limitarsi a un vero e proprio silenzio-assenso. In un certo senso, si chiede all autorità pubblica l accettazione di una donazione sociale fatta da privati. Se l esperimento di Catania è possibile, allora è possibile passare da un singolo esempio all intero territorio nazionale, operando in particolare attraverso le unità elementari che compongono lo Stato, ovvero i Comuni. Nei secoli XII e XIII, l Italia risorse dal crollo dell Impero Romano, e tornò grande, grazie ai Comuni. Nove secoli dopo, potrà ripartire dai Comuni medesimi. Non è un utopia, è una realtà possibile. Se una cosa la possiamo immaginare, la possiamo anche fare. Quello che noi immaginiamo come realtà, diventa realtà. Allegato: risultati del sondaggio di Istituto Piepoli sul sentiment degli italiani 19 gennaio
7 ALLEGATO: Risultati del sondaggio di Istituto Piepoli sul sentiment degli italiani 19 gennaio
8 RISPETTO ALLO SCORSO ANNO L ECONOMIA NAZIONALE ITALIANA È E SECONDO LEI RISPETTO ALLO SCORSO ANNO LA SUA SITUAZIONE ECONOMICA PERSONALE E QUELLA DELLA SUA FAMIGLIA È 8
9 NEL 2015 LEI PREVEDE CHE L ECONOMIA NAZIONALE ITALIANA SARÀ LA SUA SITUAZIONE ECONOMIA PERSONALE E QUELLA DELLA SUA FAMIGLIA NEL 2015 SARÀ 9
10 QUALE DEI SEGUENTI CAMBIAMENTI DEL PAESE LA RASSICUREREBBE DI PIÙ SUL FUTURO DELL ITALIA? Leggi più semplici / meno burocrazia 24% Maggior trasparenza / lotta alla corruzione 20% Meno instabilità politica / Governo stabile 17% Una nuova classe dirigente 17% Certezza dei tempi della giustizia 8% Grandi investimenti in opere pubbliche 6% Politiche a sostegno di nuovi figli 3% Altro 1% Senza opinione 4% IN QUALE DEI SEGUENTI AMBITI CREDE CHE IL GOVERNO ITALIANO DOVREBBE INVESTIRE MAGGIORMENTE? Scuola e istruzione 38% Ospedali e sanità 30% Servizi ai cittadini 15% Trasporti e infrastrutture 12% Altro 2% Senza opinione 2% 10
11 IMMAGINIAMO CHE SI DECIDA DI FARE UNA SERIE DI GRANDI INVESTIMENTI PER RENDERE PIÙ MODERNI, SICURI ED EFFICIENTI OSPEDALI, SCUOLE E INFRASTRUTTURE, FINANZIANDOLE CON UN PRESTITO NAZIONALE APERTO A TUTTI I CITTADINI, CON LA DURATA DI DUE ANNI E UN TASSO DI INTERESSE DI 1 O 2 PUNTI SUPERIORI AI BOT. LEI PERSONALMENTE PENSA CHE ADERIREBBE A UN PRESTITO DI QUESTO TIPO? (se sì a dom. precedente) QUANTO POTREBBE INVESTIRE IN QUESTO PRESTITO DI DUE ANNI INDIRIZZATO ALLO SVILUPPO DI GRANDI INVESTIMENTI PER IL PAESE? 11
12 SE AVESSE EURO DA INVESTIRE PER LA COMUNITÀ, DOVE LI INVESTIREBBE? Incentivi ai giovani 43% Sostegno ai bisognosi 20% Servizi per la sua comunità locale 11% Organizzazioni non a scopo di lucro 11% Chiesa cattolica 9% Altro 3% Senza opinione 4% 12
13 QUANTO HA FIDUCIA NELLE SEGUENTI ISTITUZIONI? Molto Abbastanza INDICATORE DI FIDUCIA (%MOLTO +ABBASTANZA) Forze dell ordine (Esercito, Polizia, Carabinieri) 23% 51% 74% Chiesa Cattolica 20% 42% 62% Magistratura 7% 36% 43% Parlamento Europeo 3% 23% 26% Sindacati 3% 21% 24% Parlamento Italiano 2% 16% 18% 0% 20% 40% 60% 80% 100% E QUANTO HA FIDUCIA NELLE SEGUENTI CATEGORIE? Molto Abbastanza INDICATORE DI FIDUCIA (%MOLTO +ABBASTANZA) Insegnanti 18% 53% 71% Industriali 7% 40% 47% Giornalisti 6% 38% 44% Preti 7% 36% 43% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 13
DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)
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