RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE

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1 RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE al 30 GIUGNO 2015

2 Relazione Finanziaria Semestrale Al 30 Giugno 2015 Banca Carime S.p.A. Sede legale e Direzione di Cosenza - Viale Crati Cosenza - tel Direzione di Bari: viale De Blasio, Bari - tel Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Capitale Sociale euro ,92 Codice Fiscale, Partita I.V.A. e Registro delle Imprese di Cosenza n ABI Albo delle Banche n Albo dei Gruppi Bancari n Soggetta all attività di direzione e coordinamento di Unione di Banche Italiane S.c.p.a. Durata della Società, come prevista da Statuto:

3 Indice Cariche Sociali e Direzione Generale... 4 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca... 5 Il Rating... 6 Principali dati e indicatori... 8 Note di commento sull andamento della gestione... 9 Lo scenario di riferimento... 9 L attività della Banca nel primo semestre Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico riclassificati Altre informazioni Bilancio Semestrale Abbreviato Prospetti Contabili Stato Patrimoniale Conto Economico Prospetto della Redditività Complessiva Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto Rendiconto Finanziario Note illustrative Informativa sul fair value Eventi rilevanti successivi alla data di chiusura del periodo Stagionalità o ciclicità delle operazioni intermedie Note illustrative Operazioni con parti correlate

4 Cariche Sociali e Direzione Generale CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Andrea Pisani Massamormile (*) Vice Presidente Carlo Porcari (*) Consiglieri Marcello Calbiani (*), Alberto Cazzani, Marco Franzini, Giorgio Palasciano (*), Giuseppe Sciarrotta, Mario Scicutella, Alberto Valdembri (*) (*) componenti del Comitato Esecutivo COLLEGIO SINDACALE Presidente Stefano Adamo Sindaci effettivi Alberto Nardi, Nicola Vito Notarnicola Sindaci supplenti Giuseppe Macario, Antonio Cianniello DIREZIONE GENERALE Direttore Generale Raffaele Avantaggiato Vice Direttore Generale Giuseppe Minervino SOCIETÀ DI REVISIONE Deloitte & Touche S.p.A. 4

5 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca 5

6 Il Rating Di seguito si riportano i giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle tre principali agenzie internazionali. A conclusione di un processo di consultazione avviato nel settembre 2014, il 16 marzo 2015 Moody s ha pubblicato la nuova metodologia di rating delle banche. La revisione introduce alcune importanti novità: un macro profilo ed una più ampia gamma di elementi quali/quantitativi di osservazione ai fini della determinazione del BCA, l indicatore che esprime la solidità finanziaria intrinseca della banca (nel contempo è stato eliminato il Bank Financial Strength Rating); una analisi della struttura del passivo delle banche soggette a regimi di risoluzione per valutare gli impatti, in termini di perdita attesa, che l eventuale difficoltà della banca potrebbe avere, in assenza di alcun supporto, sulle varie categorie di strumenti di debito emessi e sui depositi [Loss Given Failure (LGF) analysis]; una valutazione del rischio controparte (Counterparty Risk Assessment), ovvero del rischio di default, relativamente agli impegni operativi e contrattuali assunti dalla banca (Covered Bond, derivati, garanzie, ecc.), generalmente non considerati dai sistemi di risoluzione esistenti. Il 17 marzo l Agenzia ha pertanto posto in revisione i rating di tutte le banche a livello globale. Il 22 giugno 2015, a conclusione della revisione per l Italia, che ha incorporato anche le nuove valutazioni in merito alle diminuite probabilità di supporto governativo, Moody s ha annunciato interventi sui rating di 17 banche/gruppi bancari, tra i quali anche UBI Banca. Il rating sui depositi e sul debito a lungo termine è stato aumentato da Baa3 a Baa2, con Outlook Stabile; il rating a breve termine è anch esso migliorato, da P-3 a P-2, mentre il BCA è rimasto invariato a ba1. Il rating a lungo termine su depositi e debito senior ha beneficiato di due notch di upgrade rispetto al BCA sulla base dei risultati della LGF analysis applicata al Gruppo UBI Banca che, in considerazione dell elevato volume di debito senior e del limitato ammontare di titoli subordinati, ha evidenziato una perdita attesa estremamente contenuta in caso di risoluzione. Nel contempo ad UBI Banca è stata assegnata una valutazione di Baa1 e di P-2 in termini di Counterparty Risk che ha reso possibile un miglioramento da Aa3 ad Aa2 del rating sul primo programma di Covered Bond, ufficializzato il 23 giugno. MOODY'S Long-term debt and deposit rating (I) Short-term debt and deposit rating (II) Baseline Credit Assessment (BCA) (III) Long term Counterparty Risk Assessment (IV) Short-term Counterparty Risk Assessment (IV) Outlook (LT deposit & senior unsecured debt) Baa2 Prime-2 ba1 Baa1(cr) Prime-2(cr) Stabile (I) (II) (III) (IV) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno) (Aaa: miglior rating - C: default) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno) (Prime -1: massima qualità - Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime) Il BCA non è un rating ma un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni (aaa: miglior rating - c: default) Il Counterparty Risk (CR) Assessment non è un rating, ma un giudizio sulla probabilità di default negli impegni operativi e contrattuali assunti dalla banca [Aaa(cr): miglior rating - C (cr): default)] [P-1 (cr): miglior rating - Not Prime (cr): non classificabile fra le categorie Prime] Facendo seguito ad un processo di consultazione avviato nel novembre 2014, il 27 aprile 2015 Standard & Poor s ha pubblicato un evoluzione della propria metodologia di rating delle banche con l introduzione di una nuova componente di analisi, l Additional Loss- Absorbing Capacity (ALAC). Trattasi di una forma di potenziale supporto esterno che potrebbe essere incorporata nell Issuer Credit Rating per tenere conto del minore rischio di default delle obbligazioni senior in presenza di regolamentazioni che richiedono alle banche di detenere passività bail-inable, ovvero passività che possono essere svalutate o convertite in capitale per evitare il default o la liquidazione della banca. 6

7 Il 3 luglio 2015 l Agenzia ha rivisto l Outlook sul rating a lungo termine del Gruppo da Negativo a Stabile. Secondo S&P la stabilizzazione delle condizioni economiche e il rallentamento del deterioramento degli attivi consentiranno ad UBI Banca di continuare a rafforzare gradualmente, attraverso la generazione interna, la propria base di capitale. STANDARD & POOR S Short-term Issuer Credit Rating (i) A-3 Long-term Issuer Credit Rating (i) BBB- Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb- Outlook (rating a lungo termine) Stabile (i) (ii) L Issuer Credit Rating riflette il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca unitamente ad una valutazione del potenziale futuro supporto che la banca potrà ricevere in caso di difficoltà (dal governo o dal gruppo di appartenenza). Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1: miglior rating D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating D: default) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un Anchor SACP che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione, la posizione commerciale, l esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa. Il 1 aprile 2015, nell ambito della revisione annuale dei rating delle quattro maggiori banche italiane, Fitch Ratings ha ridotto a BBB/F3 (da BBB+/F2) con Outlook Stabile i rating di UBI Banca. Pur riconoscendo i miglioramenti intervenuti nella redditività operativa, la solida capitalizzazione, la stabile posizione di liquidità, il contenuto profilo di rischio e la buona rete distributiva, la decisione dell Agenzia riflette un livello al momento ancora significativo di attivi deteriorati generatisi negli ultimi anni di recessione. L 8 aprile 2015 il rating sul primo programma di Covered Bond è stato portato ad A (da A+ ) e posto in Watch Negativo - poi risolto, il 28 aprile, confermando il rating A con Outlook Stabile - mentre il rating sul secondo programma è stato mantenuto invariato a BBB+ con Outlook Stabile. A conclusione di una revisione dei supporti governativi a livello globale annunciata nel marzo 2014, alla luce dell evoluzione in atto nei sistemi di risoluzione delle crisi bancarie, il 19 maggio 2015 Fitch ha reso note le rating action sulle banche italiane. Per nove di esse, tra le quali anche UBI Banca, in considerazione del venir meno delle probabilità di un intervento governativo in caso di difficoltà, il Support Rating è stato portato a 5, il livello più basso, mentre il Support Rating Floor è divenuto NF (No Floor). FITCH RATINGS Short-term Issuer Default Rating (1) F3 Long-term Issuer Default Rating (2) BBB Viability Rating (3) bbb Support Rating (4) 5 Support Rating Floor (5) NF Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Stabile (1) Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1+: miglior rating D: default) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell emittente (AAA: miglior rating D: default) (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default). (4) Giudizio sull eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating 5: peggior rating) (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere l Issuer Default Rating. 7

8 Principali dati e indicatori (in milioni di euro) Banca Carime S.p.A. 30/06/ /06/ /12/2014 DATI PATRIMONIALI, ECONOMICI, OPERATIVI E DI STRUTTURA Crediti verso clientela di cui deteriorati Raccolta diretta da clientela Raccolta indiretta da clientela, compreso il risparmio assicurativo (al valore di mercato) ricchezza finanziaria Patrimonio Netto (escluso utile di esercizio) Utile/perdita della operatività corrente al lordo delle imposte (3) 2 (674) Utile/perdita dell'esercizio (3) (1) (467) Numero dei dipendenti effettivi Numero sportelli bancari operativi INDICI DI STRUTTURA Raccolta da clientela/crediti verso clientela 129,51% 132,54% 131,95% Raccolta gestita (compreso assicurazioni)/raccolta indiretta da clientela ordinaria 54,45% 47,44% 50,05% INDICI DI REDDITIVITA', EFFICIENZA E PRODUTTIVITA' ROE (Utile dell'esercizio/patrimonio netto escluso utile dell'esercizio) n.s n.s n.s ROE al netto delle componenti non ricorrenti n.s n.s n.s COST/INCOME 1 (oneri operativi/proventi operativi) 76,32% 72,05% 80,09% COST/INCOME 1 al netto delle componenti non ricorrenti 76,32% 72,05% 73,34% COST/INCOME 2 (oneri operativi + rettifiche di valore su crediti/proventi operativi) 101,95% 98,57% 107,24% COST/INCOME 2 al netto delle componenti non ricorrenti 101,95% 98,57% 100,56% Tax rate -11,71% n.s 30,75% Tax rate normalizzato -11,71% n.s n.s Margine di interesse/proventi operativi 54,85% 55,90% 56,58% Commissioni nette/proventi operativi 40,21% 38,57% 38,18% Commissioni nette/spese del personale al netto delle componenti non ricorrenti 94,71% 95,82% 94,23% Rettifiche nette su crediti/crediti verso clientela 1,71% 1,88% 1,91% INDICI DI RISCHIOSITA' Sofferenze/crediti verso clientela 6,10% 4,19% 5,20% Crediti deteriorati/crediti verso clientela 11,58% 11,39% 11,26% % copertura sofferenze 42,92% 40,42% 40,43% % copertura sofferenze al lordo delle cancellazioni 50,64% 49,74% 49,41% % copertura totale crediti deteriorati 33,49% 27,37% 30,50% % copertura crediti in bonis 0,63% 0,60% 0,67% COEFFICIENTI PATRIMONIALI (*) Capitale primario di Classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 42,63% 32,81% 38,20% Capitale di Classe1/Attività di rischio ponderate (Tier1 capital ratio) 42,63% 32,81% 38,20% fondi propri/attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 42,63% 32,81% 38,20% (*) Per ulteriori dettagli si rinvia a quanto indicato nelle Note illustrative Adeguatezza patrimoniale. Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo Informazioni sullo Stato Patrimoniale e sul Conto Economico riclassificati. 8

9 Note di commento sull andamento della gestione Lo scenario di riferimento Nella prima parte dell anno lo scenario macroeconomico è risultato ancora condizionato da rischi di instabilità, che hanno nuovamente accentuato, nel secondo trimestre, la volatilità sui mercati finanziari. In primis va segnalata l evoluzione della crisi greca. Il 26 giugno il Governo ha interrotto le trattative in corso per il prolungamento del sostegno finanziario - la cui scadenza era fissata per il 30 giugno 1 decidendo di sottoporre a referendum, il 5 luglio, la proposta presentata da istituzioni e paesi creditori, che subordinava la proroga al rispetto di stringenti obiettivi di bilancio per il periodo e all approvazione di importanti riforme, tra cui quella delle pensioni. Nel referendum hanno prevalso i voti contrari a tale proposta. In tale contesto sono andati accentuandosi i deflussi dei depositi e le tensioni sulla liquidità delle banche greche, che dal 28 giugno sono rimaste chiuse per tre settimane introducendo limiti ai prelievi di contante dai distributori automatici 2. Il 13 luglio i capi di Stato e di governo dell Area euro, dopo un confronto molto difficile, hanno raggiunto un intesa per iniziare le trattative finalizzate ad un terzo programma di sostegno. L avvio dei negoziati è stato condizionato all approvazione in tempi rapidi da parte del Parlamento greco di un ampio pacchetto di misure stringenti e dettagliate, che include tra l altro provvedimenti in tema di tassazione indiretta, pensioni, privatizzazioni e riforma della Pubblica Amministrazione. Nella seduta del 15 luglio il Parlamento greco ha approvato una prima serie di disposizioni. Conseguentemente la BCE ha innalzato il livello massimo per l erogazione di liquidità di emergenza alle banche greche mentre il 17 luglio l Unione europea ha predisposto l erogazione di un prestito ponte di 7,16 miliardi di euro che ha permesso alla Grecia di fronteggiare gli impegni finanziari a breve termine nei confronti della BCE e dell FMI 3. Sempre il 17 luglio, l Eurogruppo ha raggiunto un accordo per negoziare il sostegno dell ESM, mentre il 22 luglio il parlamento ellenico ha ratificato la seconda serie di riforme concordate con i creditori. Negli ultimi giorni la discussione tra i creditori di Atene (FMI, Unione europea e BCE) si sta orientando sulla possibilità di una seconda ristrutturazione dell enorme debito pubblico greco, nel 2014 pari al 177,1% del Pil. Hanno contribuito ad aumentare l incertezza anche: il brusco calo delle borse cinesi, a partire dalla metà di giugno, quale conseguenza dello scoppio di una bolla speculativa con rischi di contagio per l economia; il progressivo aggravamento delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e in Nord Africa, nonostante il raggiungimento in luglio di un accordo sul nucleare tra Stati Uniti ed Iran che potrebbe portare alla revoca delle sanzioni nei confronti della Repubblica islamica. Il dibattito in corso sulla gestione dei flussi migratori, l esito delle elezioni autunnali in Portogallo e Spagna nonché la prospettiva di un referendum nel Regno Unito in merito alla permanenza nell Unione europea, potrebbero rappresentare ulteriori elementi di rischio per la ripresa dell Area euro. I differenziali tra i titoli di Stato dei Paesi periferici e quelli tedeschi hanno subito oscillazioni crescenti nel corso del semestre. Dopo aver raggiunto tra fine febbraio ed inizio marzo livelli minimi dall avvio della crisi, sulla scia dell annuncio del programma di acquisto di titoli pubblici da parte della BCE (Quantitative Easing), gli spread sono tornati a crescere repentinamente da inizio aprile in seguito all aggravarsi della crisi debitoria greca. Il differenziale tra il BTP decennale e l omologo bund tedesco - pari a 153 punti base a fine giugno - ha subito un impennata ad inizio luglio in concomitanza con l esito del referendum Redatto sulla base dei dati disponibili al 28 luglio Il 30 giugno e il successivo 13 luglio la Grecia non ha rimborsato le tranche in scadenza del prestito ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). 2 La BCE ha deciso infatti di mantenere invariato rispetto al 26 giugno il livello massimo stabilito per l erogazione di liquidità di emergenza alle banche del Paese. 3 Non potendo far ricorso all European Stability Mechanism (ESM), in quanto non sottoscritto da tutti i 28 Paesi membri dell Unione, il prestito è stato erogato attingendo alle risorse residue del fondo European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM). 9

10 greco, per poi riportarsi rapidamente intorno ai 120 punti base successivamente al raggiungimento dell intesa. 600 Spread BTP-Bund decennali Punti base G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L Fonte: Thomson Financial Reuters Alla luce della fragile ripresa e degli squilibri presenti a livello mondiale le principali Banche centrali continuano a portare avanti politiche monetarie accomodanti anche se negli ultimi mesi è andato emergendo un disallineamento tra gli Stati Uniti e l Europa. Per quanto attiene alla Banca Centrale Europea: al fine di conseguire un adeguata espansione del bilancio dell Eurosistema e di contrastare i rischi connessi con un periodo eccessivamente prolungato di bassa crescita dei prezzi, il 22 gennaio la BCE ha deciso di ampliare il programma di acquisto di titoli per finalità di politica monetaria, che in precedenza riguardava asset-backed Securities (ABS) e covered bond, includendo i titoli emessi dai Paesi membri e da alcune agenzie pubbliche dell Area (tra le quali anche la Cassa Depositi e Prestiti), nonché da talune istituzioni europee. Il programma di acquisti sul mercato secondario (Public Sector Purchase Program) è stato avviato il 9 marzo, ammonta complessivamente a 60 miliardi di euro al mese e proseguirà almeno sino alla fine di settembre del 2016 e comunque sino a quando l andamento dell inflazione nell Area euro non risulterà coerente con l obiettivo di politica monetaria (circa il 2%) 4 ; il 25 marzo ed il 24 giugno sono state inoltre regolate la terza e la quarta operazione mirata di finanziamento a più lungo termine (TLTRO). Alla prima, in cui l ammontare ottenibile da ciascuna banca era connesso con la quantità di prestiti erogati a famiglie ed imprese tra maggio del 2014 e gennaio del 2015, hanno partecipato 143 intermediari dell Area, che hanno ottenuto fondi per 98 miliardi di euro; alle controparti della Banca d Italia sono stati assegnati 36 miliardi 5. All operazione svoltasi in giugno hanno preso parte 128 intermediari dell Area, che hanno ottenuto fondi per 74 miliardi di euro; alle controparti della Banca d Italia sono stati assegnati 17,5 miliardi (111 miliardi dall inizio del programma); il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è stato mantenuto al minimo storico dello 0,05%. Sull altra sponda dell Atlantico, la Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso di riferimento sui Fed Funds tra 0-0,25%, prefigurando un rialzo graduale a partire dal quarto trimestre - da monitorare alla luce dell effettivo consolidamento dell economia americana, ma anche del più generale impatto sulla ripresa globale. La Bank of Japan in giugno ha ribadito l obiettivo per la base monetaria confermando il programma di acquisto di titoli da 80 mila miliardi di yen l anno. 4 Al 10 luglio erano stati acquistati 216 miliardi di titoli pubblici, 98 miliardi di covered bond e 9 miliardi di ABS. 5 A partire dalla terza operazione è stato eliminato il differenziale di 10 punti base applicato in precedenza al tasso delle operazioni di rifinanziamento principale (0,05%). 10

11 Nei principali Paesi emergenti le banche centrali, ad eccezione di quella brasiliana, hanno progressivamente allentato le condizioni monetarie 6. Sul mercato dei cambi, nel Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime secondo trimestre sembra essersi interrotto il giu-15 mar-15 dic-14 Var. % set-14 A B C A/C D deprezzamento dell euro nei confronti delle principali valute internazionali 7. Dalla tabella emerge anche una progressiva svalutazione dello yen nei confronti del dollaro. Nelle prime settimane di Fonte: Thomson Financial Reuters luglio, in parallelo con l acuirsi della crisi greca, l euro è tornato a indebolirsi nei confronti della moneta USA. L andamento dell indice delle materie prime riflette una debolezza per la componente non energetica, legata anche alla perdita di slancio dell economia cinese e all apprezzamento del dollaro, più che compensata nel secondo trimestre dal recupero delle quotazioni delle risorse energetiche. Tra aprile e giugno, infatti, il prezzo del petrolio di qualità Brent, si è stabilizzato intorno ai 65 dollari al barile, in ripresa rispetto ai minimi raggiunti a metà gennaio (47 dollari al barile). Nel mese di luglio tuttavia, i corsi petroliferi si sono riportati sui livelli di fine marzo, frenati dall elevata produzione negli Stati Uniti e nei paesi OPEC, ma anche dalle attese di una positiva conclusione dei negoziati con l Iran. Le dinamiche precedentemente descritte stanno mantenendo l inflazione su livelli particolarmente contenuti nei Paesi industrializzati; per contro nei principali Paesi emergenti, ad eccezione della Cina, i prezzi continuano a mostrare variazioni molto più accentuate. L andamento dell economia mondiale si conferma trainato dai Paesi emergenti asiatici, seppur con un rallentamento in Cina, ma anche dal crescente contributo dei Paesi avanzati, nonostante la temporanea flessione statunitense 8. Le persistenti condizioni climatiche avverse hanno condizionato il Pil degli Stati Uniti che nel primo trimestre 2015 si è ridotto su base congiunturale dello 0,2% annualizzato (+2,2% nell ultimo periodo del 2014) sintetizzando un apporto negativo degli investimenti fissi e dell interscambio commerciale anche a seguito del progressivo rafforzamento della valuta americana - controbilanciato solo in parte dal contributo positivo dei consumi, più che dimezzato rispetto al trimestre precedente, e delle scorte. Sul mercato del lavoro indicazioni incoraggianti provengono dal tasso di disoccupazione sceso a giugno al 5,3%, il livello più basso dal maggio 2008 (5,6% a fine anno). * * * giu-14 E Euro/Dollaro 1,1135 1,0730 1,2097-8,0% 1,2631 1,3691 Euro/Yen 136,39 128,89 144,78-5,8% 138,49 138,69 Euro/Yuan 6,9037 6,6515 7,5057-8,0% 7,7529 8,4933 Euro/Franco CH 1,0415 1,0435 1, ,4% 1,2063 1,2141 Euro/Sterlina 0,7086 0,7240 0,7766-8,8% 0,7790 0,8003 Dollaro/Yen 122,49 120,12 119,68 2,3% 109,64 101,30 Dollaro/Yuan 6,2000 6,1990 6,2046-0,1% 6,1380 6,2036 Futures - Brent (in $) 63,59 55,11 57,33 10,9% 94,67 112,36 Indice CRB (materie prime) 227,17 211,86 229,96-1,2% 278,55 308,22 6 La People s Bank of China ha progressivamente ridotto sia il coefficiente di riserva obbligatoria, sia il tasso d interesse a un anno sui prestiti bancari (25 punti base a marzo, maggio e giugno), ora pari al 4,85%. In India la Banca centrale ha ridotto tre volte di 25 punti base ciascuna (gennaio, marzo e giugno) il Repo, ora al 7,25%. Anche la Banca centrale russa ha cercato di avviare un percorso di riduzione dei tassi, tagliando quello ufficiale, ora all 11,50%, di 200 punti base in gennaio, 100 punti base in marzo, 150 punti base in aprile e 100 punti base in giugno; per contro la Banca centrale del Brasile ha accentuato la restrizione monetaria alzando quattro volte (gennaio, marzo, aprile e giugno) il tasso di riferimento di 50 punti base ciascuna al 13,75% per riportare l inflazione all interno dell intervallo di riferimento. 7 Per quanto riguarda la significativa variazione del cambio euro/franco svizzero intervenuta rispetto a dicembre, si ricorda che la stessa è da porre in relazione con l abbandono del regime di cambio minimo deciso in gennaio dalla Banca Nazionale Svizzera. 8 Secondo la revisione delle stime del Fondo Monetario Internazionale (luglio 2015), il Pil mondiale crescerà del 3,3% nel 2015 (+3,4% nel 2014), sempre trainato dai Paesi emergenti (+4,2%; +4,6% nel 2014), ma con un recupero delle economie avanzate (+2,1%; +1,8% nel 2014). 11

12 Nel primo semestre l inflazione sembra essersi stabilizzata su valori pressoché nulli (0,1% a giugno), dopo il brusco calo intervenuto tra ottobre e gennaio (0,8% a dicembre). L indice core (al netto dei prodotti alimentari ed energetici) è risultato più stabile (1,8% a giugno; 1,6% a dicembre). Tra gennaio e maggio il saldo negativo della bilancia commerciale è aumentato a 212,8 miliardi di dollari (+0,5% rispetto al corrispondente periodo del 2014), risentendo di un accresciuto deficit nei confronti di Cina, Giappone e delle altre economie emergenti asiatiche, che ha più che compensato il miglioramento del saldo, ora positivo, nei confronti dei Paesi Opec. Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Disavanzo (+) Avanzo (-) Settore Pubblico (% del PIL) Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2016 (1) 2014 (2) giu-15 (3) 2015 (1) (2) 2014 (2) giu-15 (3) 2015 (1) (2) (1) 2016 (1) dic-14 lug-15 Stati Uniti 2,4 2,2 2,4 1,6 0,1 0,5 6,2 5,3 5,3 5,0 4,3 3,1 0-0,25 0-0,25 Giappone -0,1 1,0 1,2 2,8 0,5 0,2 3,5 3,3 3,4 8,4 7,6 7,0 0-0,10 0-0,10 Area Euro 0,8 1,4 1,6 0,4 0,2 0,3 11,6 11,1 10,8 2,4 2,2 1,7 0,05 0,05 Italia -0,4 0,7 1,3 0,2 0,2 0,2 12,7 12,4 12,3 3,0 3,0 2,8 - - Germania 1,6 1,5 1,8 0,8 0,1 0,5 5,0 4,7 4,7-0,7-0,6-0,8 - - Francia 0,2 1,3 1,4 0,6 0,3 0,3 10,2 10,3 10,4 4,0 3,7 3,0 - - Portogallo 0,9 1,2 2,0-0,2 0,8 0,7 14,1 13,2 13,2 4,5 3,2 3,1 - - Irlanda 4,8 3,1 3,0 0,3 0,4 0,0 11,3 9,8 9,6 4,1 3,9 3,4 - - Grecia 0,7-2,9-1,6-1,4-1,1-1,5 26,5 25,6 27,0 3,5 5,5 4,7 - - Spagna 1,4 3,2 2,6-0,2 0,0-0,1 24,5 22,5 22,8 5,8 4,3 3,2 - - Regno Unito 3,0 2,6 1,9 1,5 0,0 0,4 6,2 5,4 5,0 5,7 5,0 4,6 0,50 0,50 (1) Previsioni Fonte: Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2015, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili Nella prima parte del 2015 la crescita su base annua del Pil cinese è risultata stabile al 7%, il livello più basso degli ultimi sei anni, risentendo di una persistente debolezza degli investimenti nel comparto immobiliare e nel suo indotto oltre che di una riduzione dell attività commerciale. Tutti i principali indicatori della domanda interna hanno continuato a registrare sviluppi significativi in termini tendenziali sebbene in graduale rallentamento rispetto agli anni precedenti: +11,4% gli investimenti fissi; +4,6% gli investimenti nel settore immobiliare (+10,5% nel 2014); +10,4% le vendite al dettaglio di beni di consumo; +6,3% la produzione industriale (+7,1% per il comparto manifatturiero). Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti Valori percentuali (1) 2016 (1) 2014 (2) giu-15 (3) dic-14 lug-15 Cina 7,4 6,3 6,0 2,0 1,4 5,60 4,85 India 7,0 8,0 6,9 7,2 5,4 8,00 7,25 Brasile 0,1 0,1-1,5 6,3 8,9 11,75 13,75 Russia 0,6-3,4 0,2 7,8 15,3 17,00 11,50 (1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Tassi di riferimento (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2015, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili Con riferimento agli scambi commerciali, nel primo semestre le contrapposte dinamiche tendenziali di esportazioni (+1%) ed importazioni (-15,5%) hanno determinato un surplus di 263,2 miliardi di dollari che ha contribuito a sostenere le riserve valutarie, a fine giugno pari a miliardi di dollari, per circa un terzo stabilmente investite in titoli pubblici statunitensi. Dopo una rapida discesa allo 0,8% nel mese di gennaio, l inflazione si è riportata su valori prossimi a quelli di dicembre (1,5%), attestandosi a giugno all 1,4%, sostenuta dai comparti dell abbigliamento (2,9%) e del tabacco/alcolici (3,5%). Nei primi tre mesi dell anno l economia giapponese ha registrato segnali positivi, con il Pil in crescita congiunturale dell 1% (+0,3% nell ultimo periodo del 2014). A fronte della stabilità della domanda interna per consumi, tale dinamica ha beneficiato di un accresciuto apporto delle scorte e degli investimenti non residenziali, solo in parte compensato dalla flessione dell interscambio commerciale. I primi dati riferibili al secondo trimestre esprimono indicazioni contrastanti: a maggio la produzione industriale si è ridotta del 2,1% su base congiunturale (terza flessione negli 12

13 ultimi quattro mesi); per contro l indagine Tankan di giugno ha evidenziato un miglioramento del livello di fiducia in particolare per le imprese di grandi dimensioni, manifatturiere e non. A maggio il tasso di disoccupazione si è confermato al 3,3%, in linea con il mese precedente (3,4% a dicembre), mentre l inflazione si è attestata allo 0,5% (2,4% a dicembre), in sensibile calo dal mese di aprile per il venir meno dell effetto base dell aumento dell imposta sui consumi introdotta nell aprile Tra gennaio e marzo nell Area euro la ripresa economica sembra essersi stabilizzata, con il Pil in crescita dello 0,4% rispetto al periodo precedente (+0,4% anche nell ultimo trimestre del 2014), grazie al contributo dei consumi, degli investimenti fissi questi ultimi in progressivo miglioramento - e delle scorte, a fronte di un generalizzato peggioramento delle esportazioni nette. Nonostante i difficili negoziati sul debito greco continuino ad essere motivo di preoccupazione, permane uno scenario favorevole ad un progressivo consolidamento della crescita nell Area considerati gli attuali livelli del petrolio e del cambio, nonché le condizioni finanziarie espansive. Per quanto attiene al secondo trimestre, in giugno l indicatore -coin calcolato dalla Banca d Italia che fornisce una stima della dinamica di fondo del Pil europeo - ha registrato il settimo lieve aumento consecutivo dal minimo di novembre 2014, sostenuto anche dall andamento dell interscambio con l estero, i cui effetti sono stati in parte compensati dalla debole dinamica dell attività industriale. A conferma di un trend non ben definito, l indice della produzione industriale a maggio si è ridotto dello 0,4% su base congiunturale (invariato ad aprile; -0,4% a marzo), riflettendo anche l andamento del dato tedesco, pur in presenza di un miglioramento per le altre economie principali (+0,9% in Italia; +0,4% in Spagna; +0,3% in Francia). Per contro, il dato tendenziale risulta in crescita dell 1,6% (+0,9% ad aprile; +2,1% a marzo). A maggio, il tasso di disoccupazione si attestava all 11,1%, in marginale riduzione rispetto all 11,3% di dicembre, incorporando ancora situazioni di particolare criticità in Grecia (25,6% a marzo), Spagna (22,5%) e Portogallo (13,2%). Dopo un progressivo recupero tra gennaio (-0,6%, livello minimo) e maggio (0,3%), a giugno l inflazione è risultata pari allo 0,2%. L indice core, al netto dei prodotti alimentari ed energetici, è risultato pari allo 0,8%, sostanzialmente stabile rispetto a dicembre (0,7%). All interno dell Area euro, l economia italiana sembra manifestare i primi segni di un inversione di tendenza rispetto al passato. Dopo cinque periodi di variazioni negative e nulle, nel primo trimestre 2015 la dinamica congiunturale del Pil è tornata ad essere positiva (+0,3%), sostenuta dalle scorte e dagli investimenti fissi (in particolare mezzi di trasporto e costruzioni in vista dell apertura dell EXPO), a fronte di un apporto negativo dell interscambio commerciale e, marginalmente, dei consumi. Dai primi dati relativi al secondo trimestre, pare emergere un consolidamento della ripresa. A maggio l indice della produzione industriale corretto per gli effetti del calendario si presentava in deciso miglioramento al 3%, dopo le variazioni negative dei primi mesi dell anno (-2,2% a gennaio), sintetizzando variazioni tendenziali positive per quasi tutti i settori, fra i quali la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (+16,2%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,4%), e la produzione di prodotti farmaceutici (+10,5%). Solo i settori estrattivo (-12,1%), tessile (-1,4%) e alimentare (-0,5%) mostravano una dinamica negativa. Sul mercato del lavoro, dopo il massimo raggiunto a marzo (12,6%), il tasso di disoccupazione si è riportato ad aprile e maggio al 12,4% (12,4% anche a dicembre). Il tasso relativo alla fascia anni ha presentato un trend analogo (41,5% a maggio; 41% a dicembre) 9. Le aspettative delle imprese indicano un lieve miglioramento delle prospettive occupazionali anche per effetto delle misure di decontribuzione per i nuovi assunti introdotte dalla legge di stabilità 2015 nonché delle innovazioni previste dal Jobs Act Il dato esprime l incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in corso di occupazione. 10 Il 7 marzo e il 25 giugno sono entrati in vigore quattro decreti attuativi del Jobs Act (Decreti Legislativi 4 marzo 2015, n. 22 e n. 23; Decreti Legislativi 15 giugno 2015, n. 80 e n. 81). 13

14 Il dato generale continua peraltro ad essere mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che tra gennaio e giugno hanno evidenziato una significativa riduzione tendenziale della Cassa Integrazione Guadagni: 365,5 milioni di ore autorizzate a fronte dei 524,1 milioni di un anno prima (-30,3%), quale sintesi di una generalizzata flessione delle diverse componenti (-21,9% l ordinaria; -22,4% la straordinaria; -61,7% la cassa in deroga). L inflazione, misurata dall Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, è tornata positiva da maggio, registrando a giugno, per il secondo mese consecutivo, una lieve accelerazione su base annua pari allo 0,2% (-0,1% a dicembre). L andamento dei mesi primaverili è riconducibile anche al settore dei servizi. Nei primi cinque mesi dell anno il saldo della bilancia commerciale è migliorato a 15,7 miliardi di euro (+13,9 miliardi nello stesso periodo del 2014) in virtù di un rilevante avanzo dell interscambio dei prodotti non energetici, del quale circa due terzi stabilmente riferibile ai beni strumentali, che ha più che compensato il deficit energetico (-14,4 miliardi). Il surplus complessivo è stato alimentato da un volume di scambi più sostenuto, con le esportazioni in aumento nei cinque mesi del 4,1% su base tendenziale - spiegato per oltre un terzo dall incremento delle vendite di autoveicoli verso gli Stati Uniti - e le importazioni in crescita del 3,2%. Si segnala che in data 2 luglio il Parlamento ha definitivamente approvato la legge di delegazione europea 2014, provvedimento che contiene i criteri di delega per la trasposizione nell ordinamento nazionale di numerose importanti direttive europee. Tra queste figura la Direttiva sul Risanamento e la Risoluzione delle Banche (BRRD), da completare con l emanazione dei relativi decreti legislativi. La Banca d Italia è stata designata quale Autorità italiana di risoluzione delle crisi. L andamento dei mercati azionari, particolarmente favorevole per la borsa nipponica e le borse europee, ha subito per quest ultime un ritracciamento nel corso del secondo trimestre a seguito dell incalzare di possibili timori di contagio dei Paesi periferici, derivanti dalla delicata questione greca. Come si evince dalla tabella, nonostante questa inversione di tendenza, le migliori performance del semestre hanno interessato i listini italiani, con variazioni rispetto a dicembre di poco inferiori al 20%. Per contro si è riscontrata una maggiore stabilità per Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale le borse americane, già su livelli ampiamente superiori a quelli pre-crisi. L indice MSCI - che rappresenta l andamento dei mercati dei Paesi emergenti - in lieve crescita nei sei mesi, risulta stabile rispetto a marzo nonostante il brusco calo che ha interessato il mercato azionario cinese dalla metà di giugno. Su tale mercato, le quotazioni sono bruscamente diminuite del 30% in meno di un mese, a fronte dei consistenti rialzi registrati a partire da novembre (+150%), alimentati da un massiccio accesso al mercato borsistico da parte dei piccoli risparmiatori, il cui basso grado di conoscenza finanziaria può aver amplificato le fluttuazioni. Ciò ha riflesso l allentamento delle condizioni monetarie e l esortazione esplicita delle autorità a sostenere lo sviluppo del mercato azionario. All inizio di luglio le autorità finanziarie sono intervenute per cercare di arrestare la caduta dei corsi, stimolando l acquisto di azioni da parte delle agenzie e delle società pubbliche; al contempo sono state sospese le contrattazioni di quasi la metà delle aziende quotate e bloccati i nuovi collocamenti. Con riferimento al risparmio gestito, il settore dei fondi comuni di investimento sta continuando a trainare l aggregato complessivo grazie ad una raccolta netta che a fine giugno si presentava positiva per 68,7 miliardi di euro, riconducibili per oltre due terzi ai fondi di diritto estero (+50,5 miliardi) ed in via residuale a quelli di diritto italiano (+18,2 14 * * * giu-15 A mar-15 B dic-14 C Var. % A/C set-14 D giu-14 E Ftse Mib (Milano) ,1% Ftse Italia All Share (Milano) ,1% Xetra Dax (Francoforte) ,6% Cac 40 (Parigi) ,1% Ftse 100 (Londra) ,7% S&P 500 (New York) ,2% DJ Industrial (New York) ,1% Nasdaq Composite (New York) ,3% Nikkei 225 (Tokyo) ,0% Topix (Tokyo) ,8% MSCI emerging markets ,7% Fonte: Thomson Financial Reuters

15 miliardi). In termini di tipologie, alla favorevole evoluzione hanno concorso principalmente i fondi flessibili (+32,4 miliardi), gli obbligazionari (+18,7 miliardi) e i bilanciati (+10 miliardi), mentre variazioni più modeste hanno interessato gli azionari (+6,1 miliardi) e i prodotti di liquidità (+1,8 miliardi), a fronte di una sostanziale stabilità per gli hedge (-0,3 miliardi). A fine giugno il patrimonio gestito aveva pertanto raggiunto i 780 miliardi di euro, dai 683,3 miliardi di dicembre (+14,2%), sintetizzando nel periodo una ricomposizione in termini percentuali a favore dei fondi flessibili (dal 22% al 23,7%), degli azionari (dal 20,7% al 21,3%) e dei bilanciati (dal 6,4% al 7,2%), mentre si segnala una riduzione per la quota dei prodotti obbligazionari (dal 46,1% al 43,2%) e di liquidità (dal 3,9% al 3,7%). La fragilità del contesto di riferimento continua a condizionare il sistema bancario, nell ambito del quale la dinamica della raccolta permane negativa - riflesso anche della perdurante, seppur più moderata, flessione dei prestiti - a fronte di un marginale, ma progressivo rallentamento dei crediti deteriorati. * * * Per risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito da parte delle aziende il 27 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un decreto legge (D.L. 83/2015) recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell amministrazione giudiziaria. Tra le misure contenute figurano: la deducibilità integrale delle svalutazioni e perdite su crediti verso clientela degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di assicurazione nell esercizio in cui sono rilevate in bilancio, anziché in cinque anni, allineando in tal modo la normativa a quella di altri principali Paesi europei; una revisione della Legge fallimentare che ha interessato sia le procedure concorsuali sia quelle esecutive. Rispetto alle prime sono stati rafforzati gli strumenti negoziali tesi a favorire una ristrutturazione dell esposizione; sono stati introdotti termini stringenti per la conclusione della fase di liquidazione, disponendo sanzioni per il mancato rispetto. Riguardo ai procedimenti esecutivi, sono stati elaborati nuovi criteri di aggiudicazione dei beni, semplificate le fasi di vendita e accorciati alcuni termini procedurali. Sulla base delle prime stime pubblicate dall ABI 11, a fine giugno il tasso di variazione tendenziale della raccolta diretta (depositi di residenti e obbligazioni) si presentava pari al -1,4%, confermandosi negativo da dicembre 2013 (-1,2% a dicembre 2014). All interno dell aggregato permane la netta contrapposizione tra la raccolta obbligazionaria (-14,8% dal -13,6% di fine ) e l insieme delle altre forme tecniche (+3,9% dal +4% di dicembre 13 ). Come evidenziato dai dettagli di Banca d Italia relativi al mese di maggio 14, in quest ultimo caso il trend riflette sia l incremento dei depositi in conto corrente (+9,3%), sia la ripresa dei pronti contro termine (+57,2%), ascrivibile per oltre due terzi ai primi cinque mesi del Per contro i depositi con durata prestabilita fino a due anni stanno continuando a ridursi (-19,4%). Sempre secondo le anticipazioni dell ABI, gli impieghi a residenti appartenenti al settore privato a giugno evidenziavano ancora una flessione annua dell 1,1% 15, ancorché meno accentuata rispetto a dicembre (-2,1%). In termini di destinatari, i dettagli relativi al mese di maggio pubblicati da Banca d Italia 16 - che tengono conto dei prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e sono al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni) - 11 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, 14 luglio Le variazioni sono state calcolate escludendo dalla raccolta obbligazionaria la quota che figura tra gli investimenti del portafoglio titoli. La dinamica dell aggregato risente dei significativi volumi di titoli in scadenza oltre che dell abbondante e competitiva liquidità immessa nel sistema bancario dalla BCE attraverso le TLTRO e le linee di finanziamento a breve termine. 13 Le variazioni sono state calcolate escludendo dai depositi gli importi connessi con operazioni di cessioni di crediti e con controparti centrali. 14 Supplemento al Bollettino Statistico Moneta e Banche, 8 luglio In termini di stock a fine giugno i prestiti a residenti appartenenti al settore privato ammontavano a 1.557,7 miliardi di euro a fronte dei miliardi in essere a fine 2007, prima dell inizio della crisi. 16 Comunicato stampa Principali voci dei bilanci bancari, 8 luglio

16 segnalavano una progressiva stabilizzazione per le famiglie, dopo due anni e mezzo di caduta, e una perdurante debolezza per le imprese, nonostante condizioni di offerta sempre più accomodanti. Per le prime il trend (-0,1%; -0,5% a dicembre) sta beneficiando anche del favorevole andamento delle nuove erogazioni per l acquisto di immobili e del flusso di nuove operazioni di credito al consumo, mentre nel caso delle società non finanziarie la dinamica (-1,9%; -2,3% a dicembre) continua ad essere condizionata dalla debolezza della domanda 17, in particolare dal lato degli investimenti, pur in presenza di un recupero tendenziale delle nuove erogazioni. Sotto il profilo della rischiosità i segnali di miglioramento, benché presenti, sono ancora modesti. A maggio le sofferenze del settore privato al lordo delle svalutazioni 18 si presentavano in aumento a 193,3 miliardi di euro, ma con una dinamica annua in progressiva decelerazione (+14,9% dal +17,8% del 2014; +5,5% da inizio anno). Lo stock delle sofferenze lorde risultava costituito per 52,2 miliardi dalle famiglie (+10,1% su base annua; +4,8% rispetto a dicembre) e per 138,1 miliardi dalle imprese (+15,6% su base annua; +5,7% rispetto a dicembre) 19. Il rapporto sofferenze lorde del settore privato/impieghi al settore privato si era così portato all 11,77% (11,11% a fine dicembre). Le sofferenze nette, pari a 83,4 miliardi, sono cresciute del 9,3% nei dodici mesi (+5,6% nel 2014), ma risultano in flessione dell 1,3% rispetto a dicembre avendo beneficiato anche di operazioni di cessione. In considerazione della dinamica degli impieghi, a fine maggio il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si attestava al 4,62%, in linea con il valore registrato a dicembre (4,64%). I titoli emessi da residenti in Italia nel portafoglio delle banche italiane a maggio ammontavano a 776,9 miliardi di euro, in riduzione sia nei dodici mesi (-79,1 miliardi; -9,2%), sia nel semestre (-25,5 miliardi; -3,2%). Il trend riflette integralmente la dinamica degli Altri titoli (361,5 miliardi), in significativo calo rispetto ad un anno prima (-91,7 miliardi), principalmente nella componente obbligazioni bancarie (-75,3 miliardi) la cui incidenza si è ulteriormente ridotta al 64,6%. Per contro gli investimenti in titoli di Stato italiani (415,4 miliardi) hanno evidenziato un incremento su base annua di 12,5 miliardi, totalmente ascrivibile ai primi cinque mesi del 2015, che si è accompagnato ad una parziale ricomposizione dai titoli a più breve scadenza (BOT e CTZ; -17 miliardi) ai titoli a medio lungo-termine (CCT e BTP; +26 miliardi). A giugno, il tasso medio della raccolta bancaria da clientela calcolato dall ABI 20 (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro per le famiglie e le società non finanziarie) si presentava in lieve flessione all 1,35% (1,50% a fine 2014). Il tasso medio ponderato sui prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie si era invece portato al minimo storico del 3,42% (3,65% a dicembre 2014). 17 I pagamenti dei debiti arretrati della Pubblica Amministrazione potrebbero continuare ad influenzare la dinamica dei prestiti alle imprese, in particolare sul breve periodo. Si segnala inoltre che l entrata in vigore del Regolamento BCE/2013/33, per effetto del recepimento del Sistema Europeo dei Conti (SEC2010), ha comportato già a valere su dicembre 2014 la riclassificazione statistica delle società di partecipazione (holding) dal settore società non finanziarie al settore altre istituzioni finanziarie quantificabile in circa 9 miliardi. 18 Supplemento al Bollettino Statistico Moneta e Banche, 8 luglio Anche per le sofferenze lorde l entrata in vigore del Regolamento BCE/2013/33 ha determinato la riclassifica di circa 1 miliardo dal settore società non finanziarie al settore altre istituzioni finanziarie. 20 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, 14 luglio

17 L attività della Banca nel primo semestre 2015 Il primo semestre 2015 si è chiuso con una perdita di 3,2 milioni, in aumento rispetto a quanto registrato nel primo semestre dell anno precedente (-1,4 milioni). L aggregato dei proventi operativi ha raggiunto i 140,6 milioni, in riduzione dell 11% rispetto allo stesso periodo del In particolare, il margine di interesse ha chiuso il semestre a 77,1 milioni, in calo di 11,2 milioni anno su anno (-12,7%). Questa variazione è ascrivibile sia all ulteriore contrazione dei tassi di mercato (tasso euribor ad un mese 0,22% nel primo semestre 2014 vs/ - 0,02% nel 2015) sia alla riduzione degli impieghi a clientela da un lato e degli impieghi infragruppo dall altro, determinando la contabilizzazione di minori interessi attivi per circa 22,1 milioni. Il fenomeno è stato parzialmente compensato dalla politica di contenimento del costo del funding a breve termine (4 milioni in meno gli interessi passivi corrisposti alla clientela) nonché dal progressivo decalage dei prestiti obbligazionari Carime (7 milioni in meno rispetto al 2014). Le commissioni nette si sono attestate a 56,5 milioni, segnando un arretramento sull esercizio 2014 (-4,4 milioni; -7,2%). In particolare, hanno registrato una riduzione le commissioni sui servizi (-1,4 milioni), a causa del processo di razionalizzazione delle spese da parte dei clienti (chiusura dei secondi conti, trasformazione dei conti ordinari in conti base ) e per il rallentamento dell attività economica (commissioni da sistemi di pagamento e su finanziamenti). Per quanto riguarda invece le commissioni sulla raccolta indiretta (-3,0 milioni), l andamento dell aggregato ha risentito delle minori retrocessioni percepite sui collocamenti di prestiti obbligazionari della Capogruppo (-7,4 milioni), effetto combinato delle minori scadenze rispetto al primo semestre 2014 e del dimezzamento, a partire da gennaio 2015, dell up front unitario (da 0,40% a 0,20% per anno di durata del titolo). In aumento, invece, le commissioni relative ai comparti del risparmio gestito (+2,7 milioni) e della raccolta assicurativa (+2,3 milioni). In miglioramento l aggregato degli oneri operativi, che ha registrato una riduzione del 5,7% attestandosi a 107,3 milioni. I risparmi sono stati ottenuti sia nel comparto delle spese del personale (-3,9 milioni), grazie alla riduzione di organico conseguente al piano di esodi incentivato realizzato all inizio del 2015, sia in quello delle altre spese amministrative (-2,5 milioni), sulle quali ha influito la chiusura di 26 Sportelli perfezionata nel mese di gennaio. Il risultato della gestione operativa, pari a 33,3 milioni (-24,6% anno su anno), è stato completamente assorbito dalle rettifiche di valore su crediti che, ancorché in riduzione rispetto al 2014 (36,0 vs 41,9 milioni), hanno inciso in modo determinante sul risultato economico del primo semestre. La politica commerciale nel Mercato Retail Nel primo semestre del 2015 la rete delle filiali ha orientato la sua azione allo sviluppo degli impieghi ed al miglioramento del margine commissionale sia attraverso un approccio di consulenza e di gestione proattiva dei risparmi dei clienti, sia mediante una più determinata focalizzazione sui bisogni scoperti per aumentarne cross selling e fidelizzazione. In particolare, l intensificarsi dell attività di consulenza ed il collocamento di fondi e sicav a finestra ha prodotto incrementi importanti sia del risparmio gestito sia delle polizze ramo vita migliorando nettamente l apporto commissionale dei due comparti. In uno scenario di ulteriore contrazione dei tassi di mercato sono state colte opportunità di crescita sul fronte dei mutui e prestiti a medio lungo termine, nonché sui prestiti al consumo, raggiungendo livelli di erogazione in deciso incremento rispetto al Tale 17

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