QUALE FINANZA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E LA LOTTA ALLA POVERTA?

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1 QUALE FINANZA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E LA LOTTA ALLA POVERTA? Intervento presentato all evento La Finanza Cooperativa al Sostegno di uno Sviluppo più Sostenibile, Padova 28 Novembre 2014, organizzato da AGCI, Confcooperative, LegaCoop, Coopermondo nell ambito del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell Unione Europea in rappresentanza delle tre reti di organizzazioni non governative: AOI, CINI, LINK2007. Margherita Romanelli - GVC Un miliardo di persone nel mondo vive con meno di 1,25 dollari al giorno (dati per il 2011) e 2,2 miliardi vivono con meno di 2 dollari al giorno. In Europa secondo l Eurostat nel 2013 sono stati contati ben 122,6 milioni di persone a rischi povertà pari al 24,5% della popolazione. In Italia i dati Istat confermano che nel 2013 il 28,4% delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà o esclusione sociale. L accesso ai servizi finanziari è uno dei fattori rilevanti per la lotta alla povertà e la promozione dello sviluppo sia in Europa sia all estero. Tra le sfide della cooperazione internazionale, uno spazio ampio si apre ad iniziative che promuovono servizi finanziari a favore della lotta alla povertà e della disuguaglianza. Infatti uno dei pilastri riconosciuto dal Sustainable Livelyhood Approach per lo sviluppo sostenibile è costituito dalla capacità di accesso al capitale finanziario che insieme ad altri assets materiali e sociali e in presenza di un sistema di regole, istituzioni, politiche, infrastrutture ed un settore privato attivo quello che complessivamente viene chiamato ambiente abilitante determina la possibilità di mettere a frutto strategie adeguate per l aumento del reddito, il soddisfacimento dei bisogni e l incremento dei benessere, la riduzione della vulnerabilità, condizioni essenziali per l affrancamento dalla morsa della povertà. Secondo i dati della Banca Mondiale circa 2,7 miliardi di persone nel mondo non anno accesso ai servizi finanziari di base, e nei paesi in via di sviluppo l esclusione finanziaria riguarda i due tarsi della popolazione. I gruppi più svantaggiati sono le donne, i giovani e i poverissimi. Lo spazio e la necessità di intervento sono amplissimi rispetto ai bisogni principali espressi soprattutto in aree rurali dei paesi in via di sviluppo in cui gli interventi di cooperazione per la promozione dello sviluppo si concentrano. Tali bisogni richiedono servizi finanziari finalizzati a: - Livellare i redditi per coprire i bisogni correnti. In aree ad economie povere i redditi - specialmente quelli rurali - dipendono in modo sensibile dall agricoltura combinata in una misura che va dal 35 al 50% con attività non agricole quali il piccolo commercio, l erogazione di alcuni servizi basici per la comunità inclusa la partecipazione a formule di cash for work, reddito da giornate di lavoro salariale etc. che hanno tutte un andamento altalenante ed incerto o sono legate ai cicli lunghi di produzione come nel caso della maggior parte delle produzioni agricole. A fonte, la necessità di rispondere a bisogni di spesa correnti che significa pagare la retta della scuola per i figli in un periodo che difficilmente coincide con quello di liquidità, soddisfare il consumo ordinario, sostenere spese mediche e quant altro. - Accedere a piani di risparmio/accumulo e servizi di credito per affrontare investimenti e l acquisto di beni di utilità pluriennale o per coprire i bisogni in una fase del ciclo della vita che coincide con l età avanzata. Una delle principali strategie per la promozione dello sviluppo e della resilienza rispetto le trappole della povertà, è quella di differenziare le fonti di reddito. Che si traduce spesso nella necessità di investire per avviare piccole attività collaterali, o per innovare ed incrementare l attività corrente al fine di aumentarne la produttività, o ancora per accedere alla

2 formazione o anche per permettersi una somma iniziale necessaria ad intraprendere percorsi di migrazione legale spesso stagionale nel proprio paese o all estereo evitando di incorrere - per quanto possibile - a meccanismi ricattatori e di sfruttamento. - Fronteggiare i rischi derivanti da situazioni di emergenza connessi ad esempio alla produzione agricola (shock climatici o epidemie) o alla salute vista la carenza di servizi sanitari soprattutto in zone rurali attraverso meccanismi di assicurazione e fondi di credito disponibili. - In agricoltura si rendono necessari particolari strumenti finanziari: crediti stagionali per finanziari gli input, i crediti di lungo periodo per finanziare gli investimenti, servizi di assicurazione su raccolto. Suddetti bisogni trovano oggi risposte parziali e soprattutto di carattere informale e comunitario date le caratteristiche intrinseche nella tipologia dei servizi richiesti e per gli elementi caratterizzanti il sistema economico. Vanno considerati in particolare alcuni aspetti: - La richiesta di credito quanto di risparmio è importante. Numerosi studi evidenziano che famiglie povere risparmiano una cifra proporzionalmente superiore a quelle più benestanti. Tuttavia per entrambi la taglia di credito e deposito è estremamente bassa mentre la frequenza delle operazioni è generalmente molto alta. Sono richiesti dunque servizi estremamente flessibili caratterizzati da un elevato numero di transazioni che incrementano il costo di erogazione e moltiplicano la burocrazia. - La dispersione territoriale delle famiglie specie in ambito rurale contribuisce a incrementare i costi di erogazione del servizio che deve rispondere ad un principio di accessibilità e di convenienza. - L asimmetria informativa insita nei prodotti finanziari, specialmente se si appaia alla mancanza di sufficienti garanzie materiali (solo i meno poveri possono mettere a disposizione la terra o altri beni immobili e anche coloro che possiedono suddetti beni spesso non sono supportati da titoli di proprietà formali) e alla scarsa conoscenza da parte degli operatori finanziari professionali sui bisogni e caratteri propri di un economia povera e rurale dove anche la mancanza di un educazione diffusa sufficiente e di un sistema di enforcement delle regole - contribuiscono a rendere inaccessibili i servizi, costituiscono un alto fattore di rischio per l erogazione dei servizi finanziari con conseguente aumento dei costi e la collocazione, dunque, fuori mercato dei prodotti offerti. In questo contesto la domanda di risparmio/credito viene coperta (sebbene solo in parte) attraverso transazioni informali con parenti, amici, vicini, persone più agiate che - attraverso una conoscenza diretta del cliente - e la mancanza di accordi formali, riescono a fornire servizi in mondo flessibile contenendo i costi di transizione. Ne conseguono tuttavia alcuni elementi che creano un collo di bottiglia alla disponibilità di servizi finanziari per la promozione dello sviluppo: - La possibilità di accesso a tali servizi è difficilmente preventivabile e l offerta instabile legata a rapporti di fiducia che spesso sfociano in vincoli di dipendenza o rafforzano l esclusione di alcune persone che non vantano quelle che possiamo definire le relazioni giuste. - Le dimensioni e li periodo di esposizione sono molto ridotti, rendendo inadeguati tali servizi a sostenere investimenti. - Svolgendosi tutto in ambito locale non vi è differenziazione del rischio e l impatto negativa di una alta covarianza (al verificarsi di un evento negativo ad esempio di natura climatica un elevato numero di clienti del credito o di servizi assicurativi sono influenzati determinando un aumento del rischio di insolvenza/di incasso del premio, sia un picco nella domanda di risorse finanziarie) di è rilevante determinando indisponibilità di risorse in certi periodi di maggiore criticità, quando invece la domanda di fondi per fronteggiare shocks è maggiore. - Una fetta consistente della gestione delle rimesse viene svolta attraverso sistemi simili all HAWALA tutto basato su una rete fiduciaria di persone che anticipano i fondi. In molti casi tuttavia il sistema

3 più che sulla fiducia si è trasformato in un sistema del terrore, in cui i sistemi di garanzia sono stati soppiantati da meccanismi di minaccia e ritorsione. - I crediti all agricoltura rischiano di essere erogati solo per finanziare gli input nell ambito della filiera produttiva (quindi da fornitori e acquirenti finali del prodotto che in molti caso coincidono) evidenziando possibilità di: sfruttamento del rapporto nella determinazione dei valori di vendita input/acquisto prodotto; accesso limitato ai soli produttori più grandi; contingentamento in situazione di rischio ambientale determinato da shocks. Finanziamenti per investimenti difficilmente disponibili. - Sul lato assicurativo, i servizi sono quasi del tutto inesistenti. Che fare? In questo quadro un ruolo molto importante hanno e stanno giocando i sistemi di micro-credito e quelli di finanza cooperativa. Nel 2010 in tutto il mondo 205 milioni di persone hanno ottenuto micro-prestiti e sono le istituzioni per il micro-credito nel mondo con una percentuale di restituzione dei prestiti più alta del 95%. Nel 2004 le cooperative di credito hanno gestito oltre 35 milioni di conti di deposito e credito con una buona copertura di clienti poveri in particolare nei paesi in via di sviluppo (elemento evidenziato ad esempio in una ricerca del 2001 condotta nelle Filippine dove la taglia media dei prestiti concessi dalle cooperative di credito era di circa 100 $). La capacità di espansione e di copertura di questi servizi finanziari, in particolare per le categorie più vulnerabili, e di ampliamento dell offerta di prodotti è una sfida che il mondo delle ONG intende cogliere guardando con particolare attenzione, e ricercando formule di collaborazione proficua in particolare proprio con il mondo cooperativistico condividendone i valori della partecipazione democratica e della mutualità e ritenendo che l approccio cooperativo risponda all obiettivo di includere uomini e donne nei processi economici e sociali, valorizzando le capacità di ciascuno per contribuire allo sradicamento della povertà. Formule interessanti di cooperazione in questo senso sono state intraprese da numerose ONG e Cooperative offrendo spunti di riflessione utili ad individuare spazi e modalità di lavoro. A titolo esemplificativo possono essere presentati alcuni esempi raccolti dall esperienza di GVC, ong appartenente alla rete LINK2007: - In Bosnia Erzegovina, nell area di Doboj GVC, LegaCoop Bologna e Boorea dal 2004 al 2012 hanno lavorato insieme in un programma cofinanziato dal MAECI che ha incorporato la costituzione di un fondo di microcredito a vantaggio di famiglie povere e che avevano subito rilevanti perdite dal conflitto. Il fondo ha finato piccoli investimenti in parte per la ricostruzione di case e in parte per l acquisto di asset e input agricoli, di allevamento e di piccolo commercio per riavviare attività economiche. Il fondo ha prodotto risultati positivi sia in termini di impatto che ha visto la crescita delle realità produttive finanziate, sia in termini di gestione del fondo che si è caratterizzato per un elevato rientro dei crediti concessi, la copertura dei costi di gestione, il mantenimento del fondo. Si è ravvisato l interesse da parte di un istituto di micro-finanza locale di partecipare alla gestione del fondo. Si è creato pertanto un pool di risorse/servizi a disposizione dei beneficiari. L evolversi di alcune realità produttive agricole e di allevamento nate o rafforzate attraverso il fondo ha innescato la volontà dei partner locali e italiani, di procedere alla costituzione di tre cooperative di produzione agricola/allevamento formate complessivamente da 117 soci. LegaCoop e Booera hanno giocato un ruolo essenziale nell assistenza tecnica per la costituzione (dando un apporto rilevante anche all elaborazione di un modello di statuto di società cooperativa in linea con la nuova legge sul cooperativismo entrata in vigore in Bosnia nel 2003) e il management delle tre cooperative grazie all istituzione di un fondo di credito rotativo di circa Euro interno ai soci per finanziare investimenti e capitale circolante delle tre cooperative. Tale fondo ha giocato

4 anche un ruolo di garanzia per l accesso ad ulteriori risorse finanziarie attraverso istituti di credito. Inoltre, ulteriori formule di finanziamento sono state promosse attraverso lo sviluppo di rapporti di filiera strutturata ad esempio per i produttori di latte con la centrale del latte di Zenica. In parallelo, in ambito sociale si è creato un fondo destinato al sostegno dei bisogni dei bambini orfani/privi di tutela genitoriale principalmente a causa delle guerra. Sono state previste erogazioni in parte a fondo perduto in parte come piccoli finanziamenti a potenziali famiglie affidatari, destinate a favorire le condizioni economiche di affidamento e presa in carico del minore. - In Nicaragua dal 2002 è stato avviato un percorso di sviluppo della produzione del caffè dei piccoli produttori della regione di Pantasma. Attraverso finanziamenti dell Unione Europea, del MAECI e dunque della LegaCoop sono state create le condizioni di miglioramento della produzione sia in termini di quantità che di qualità che hanno portato all ottenimento del marchio FLO di FiarTrade reso possibile anche attraverso il rafforzamento della cooperativa di secondo livello di produttori la UCA (Unione Cooperative Agropecuarie) e del fondo per investimenti gestito dalla stessa UCA in formula cooperativa a vantaggio dei propri iscritti (12 cooperative per oltre 280 soci). All interno del progetto è stato possibile intraprendere una proficua relazione di scambio tra il mondo cooperativo italiano e i produttori di caffè. Coop Industria attiva nella torrefazione e commercializzazione del caffè ha stabilito un rapporto commerciale con l acquisto di caffè tutt ora in essere e la creazione e vendita di un prodotto della linea FiorFiore Coop costituito interamente dalle miscele prodotte nell ambito del progetto. Il fondo è stato il volano per investimenti e per la stabilizzazione della produzione, sostenendo gli acquisti regolari di input agricoli. - In Burkina Faso - attraverso un finanziamento di LegaCoop - è stato realizzato un progetto per l erogazione dell acqua grazie al perforamento di 24 pozzi in altrettanti villaggi della zona più rurale del paese e l istituzione di un associazione dei consumatori dell acqua che amministrano un fondo cooperativo per la gestione del servizio, provvedendo così alla manutenzione degli impianti e pozzi e promuovendo un all allargamento in termini solidaristici del servizio presso altre comunità. Nella gestione del fondo un ruolo di rilievo è stato dato alle donne. - In Cambogia si stanno sperimentando gruppi di credito/risparmio di auto-aiuto legato alle risorse finanziarie associate alle migrazioni ed è in corso uno studio sulla gestione delle rimesse. Gli esempi portati ci riconducono ad alcune riflessioni per un lavoro comune della finanza etica e cooperativa: - In primo luogo l importanza di coniugare differenti leve di sviluppo dalla formazione, all assistenza tecnica, ai servizi per la comunità e integrazione dei gruppi vulnerabili alle risorse finanziarie e differenti attori: dalle ONG al mondo cooperativo, ai servizi di assistenza tecnica, ai soggetti di micro-credito e agli operatori finanziari classici, alle istituzioni e ai donatori. L approccio olistico che vede da una parte la conoscenza puntuale del contesto e dei bisogni e il lavoro costante con coloro che hanno beneficiato delle risorse finanziarie propri delle ONG, e dall altra l expertise tecnica del mondo cooperativistico e degli altri attori finanziari coinvolti hanno determinato la buona riuscita in termini di: impatto dei fondi con la proposizione di prodotti accessibili e la riduzione sia del rischio di inesigibilità nonostante le esigue garanzie richieste, sia dei costi di transizione; efficienza gestionale e sostenibilità economica dei servizi finanziari erogati. La presenza di fondi iniziali a dono consente di superare i limiti di investimento per l avvio delle iniziative e contribuisce a creare attraverso azioni integrate condizioni favorevoli per lo sviluppo e l erogazione di servizi finanziari. Ne deriva che un partenariato strutturato tra mondo cooperativistico, commerciale e della finanza etica/sociale con le ONG operanti nei paesi terzi, anche attraverso finanziamenti a dono della cooperazione internazionale, costituisce un valore aggiunto per la promozione di servizi finanziari adeguati a rispondere ai bisogni di sviluppo. - Il servizi finanziari possono orientarsi a beneficio non solo di attività produttive, ma anche per rendere disponibili i beni comuni come l acqua o sostenere iniziative di integrazione sociale. In questi casi la componente solidaristica deve essere ben puntellata dal coinvolgimento di attori statali e della società civile deputati all erogazione di servizi di welfare.

5 - I sistemi locali e fortemente decentralizzati di erogazione di servizi come i gruppi di risparmio e credito sui modelli ASCA/ROSCA e cooperative di credito consentono di favorire la flessibilità necessaria ad intercettare e rispondere in modo sostenibile ai bisogni anche in aree rurali e anche di soggetti con risorse molto ridotte. Tuttavia va considerato il limite che tali sistemi possono avere se completamente incentrati sull auto-somministrazione di servizi finanziari. Un opportunità consiste invece nella capacità di dei gruppi di auto-aiuto e delle cooperative di credito di interfacciarsi con operatori finanziari più strutturati per prodotti finanziari più sofisticati in grado anche di mitigare i rischi negativi di un alta covarianza perché strutturati attraverso portafogli maggiormente differenziati ed accedere anche a forme di leasing per l acquisto di attrezzature e immobili. In questo modo si aprono ai propri membri occasioni che non avrebbero potuto cogliere come singoli. L esperienza e l approccio cooperativistico in questa dimensione gioca un ruolo di assoluta rilevanza. - Il sistemi integrati deposito/credito, il credito al consumo e forme mutualistiche di sostegno dei soci al verificarsi di eventi emergenziali - sebbene praticato in rari casi e in via eccezionale all interno degli interventi presentati - va tenuto in debita considerazione quali fattori per aumentare le capacità di erogazione del fondo, aumentare la resilienza e ridurre la vulnerabilità rispetto situazioni di stress che inducono in molteplici situazioni l arretramento di progressi fatti e la svendita degli asset produttivi da parte dei soci e popolazione target, pregiudicando una loro ripresa futura. - Formule mutualistiche, pensionistiche e assicurative, in particolare in agricoltura per danni anche dovuti ai cambiamenti climatici in corso, evidenziano una crescente domanda ampiamente inevasa a cui il mondo della finanza etica e cooperativistica -insieme alle ONG è chiamato a proporre risposte. - I flussi finanziari legati alle rimesse sono enormi. A livello globale Banca Mondiale stima un flusso nel 2014 pari a 435 miliardi di Euro (+5% rispetto al 2013) e le proiezioni parlano di 454 miliardi per il In Europa nel 2012 le rimesse sono state 39 miliardi di euro (di cui 10.3 miliardi destinati a paesi intra-ue) con flussi particolarmente rilevanti provenienti dalla Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Germania. Questo scenario sollecita la proposizione di servizi finanziari a sostegno di un immigrazione legale atta a promuovere uno sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile nei paesi di origine (l ammontare delle rimesse è tre volte il volume degli aiuti pubblici allo sviluppo). - Infine, una crescente professionalizzazione dei soggetti deputati a svolgere servizi finanziari è sempre più richiesta e auspicabile. Tuttavia di converso si ravvisa il rischio di un allontanamento dalla mission di servire i poveri e promuovere uno sviluppo equo con soggetti di micro-credito e finanza etica che rispondono maggiormente agli obiettivi di profitto e meno a quelli di risultato sociale. Tale tendenza - seppur l efficiente uso delle risorse va perseguito - va ben considerata e di converso vanno sostenuti anche attraverso scelte politiche quegli attori che mantengono principalmente una finalità sociale. Non si può dimenticare che il ruolo degli attori statali è essenziale per favorire un modello di sviluppo socialmente, oltre che economicamente e ambientamene sostenibile che passa anche attraverso un sistema di regole, condizioni, controlli che promuovano l accesso a servizi finanziari adeguati e non speculativi.

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