Laboratorio di Idraulica Ambientale e Marittima (LIAM), Università de L Aquila 5. Università degli Studi G. d Annunzio Chieti-Pescara 6

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1 653 STRATEGIE DI GESTIONE INTEGRATA DELL AREA COSTIERA: LE AZIONI INTRAPRESE DALLA REGIONE ABRUZZO Giuseppe Venturini 3, Carlo Visca 2, Pierluigi Caputi 1, Paolo De Girolamo 4, Leandro D Alessandro 5, Francesco Mascioli 6 1 Direzione LLPP, Aree Urbane, Servizio Idrico Integrato, Man. Programmata del Territorio - Gestione Integrata dei Bacini Idrografici. Protezione Civile. Attività di Relazione Politica con i Paesi del Mediterraneo, Regione Abruzzo - 2 Servizio Opere Marittime e Qualità delle Acque Marine, Regione Abruzzo 3 Ufficio Tecnico per i Bacini Idrografi. Servizio Opere Idrauliche e Gestione dei Fiumi, Regione Abruzzo 4 Laboratorio di Idraulica Ambientale e Marittima (LIAM), Università de L Aquila 5 Università degli Studi G. d Annunzio Chieti-Pescara 6 Dottore di Ricerca, Università degli Studi G. d Annunzio Chieti-Pescara 1 - Introduzione Il litorale abruzzese è compreso tra la foce del Fiume Tronto e quella del Fiume Trigno, per un estensione complessiva di 125 km, dei quali 26 di costa alta e 99 di spiagge. Il settore settentrionale, compreso fra il Fiume Tronto e Ortona, è caratterizzato da coste basse raccordate al versante pedemontano da una piana variamente estesa; procedendo verso sud, il litorale è formato fino a Vasto da coste prevalentemente alte, con un andamento articolato in baie e promontori; presso Vasto Marina e San Salvo il litorale torna a essere basso e sabbioso. La maggior parte delle spiagge abruzzesi (oltre il 50%) è interessata da erosione e dati recenti evidenziano che sono colpiti da processi erosivi particolarmente intensi anche i tratti protetti mediante opere a mare. L erosione costiera è manifesta anche sulle coste alte, estendendosi ovviamente anche alle pocket-beaches. Per monitorare e contrastare il processo di erosione costiera sono stati intrapresi studi multidisciplinari, condotti in collaborazione tra l Università degli Studi dell Aquila, l Università degli Studi G. d Annunzio di Chieti -Pescara e Regione Abruzzo, rivolti allo studio delle caratteristiche geomorfologiche delle coste basse e coste alte, all analisi e alla valuazione del rischio di erosione costiera e allo sviluppo di criteri per la progettazione di interventi futuri. 2 - Caratteristiche geomorfologiche della costa abruzzese I settori caratterizzati da costa bassa presentano piane costiere, comprese tra i rilievi della fascia pedemontana e la linea di costa (D Alessandro et al., 2003a), costituite da litotipi prevalentemente sabbiosi.

2 654 Convegno di Maratea La piana costiera è collegata al mare da spiagge caratterizzate da una larghezza media quasi sempre inferiore a 100 metri, anche se nella maggior parte dei casi non raggiungono i 50 metri. Alcuni tratti, come quelli ubicati nei comuni di Martinsicuro, Roseto, Pineto, Silvi Marina, Ortona, Casalbordino, Vasto e San Salvo sono caratterizzati dalla presenza di dune (fig. 1), che si estendono linearmente per circa 15 km complessivi. Tali aree sono generalmente interessate da dune stabilizzate dalla vegetazione arbustiva e arborea, site in posizione arretrata rispetto all attuale linea di riva, e da dune incipienti, interessate da sporadica vegetazione erbacea, ubicate in posizione prossimale di attiva e costante partecipazione al bilancio sedimentario della spiaggia. Il settore costiero compreso tra Ortona e Vasto è caratterizzato da tratti di costa alta. Dal punto di vista litologico, tale settore è impostato su litotipi sabbiosi e conglomeratici, siti al tetto di litotipi argillosi, riferibili al ciclo marino trasgressivo-regressivo plio-pleistocenico. L andamento del substrato argilloso è, in generale, caratterizzato da ondulazioni ad ampio raggio; i litotipi sabbiosi e conglomeratici presentano un generale assetto sub-orizzontale. Dal punto di vista geomorfologico, le forme del settore costiero in studio sono il risultato della complessa interazione tra processi gravitativi e marini, fortemente controllati dalle caratteristiche litologiche e strutturali. Nel tratto di costa alta in studio sono state riconosciute: - falesie attive, direttamente interessate dall azione morfogenetica erosiva del moto ondoso; - falesie inattive, non direttamente interessate dall azione del moto ondoso per la presenza di depositi naturali o opere antropiche, ma che per quota e distanza dalla costa sono potenzialmente riattivabili; - paleofalesie, definitivamente abbandonate dall azione del moto ondoso per quota e distanza dalla costa. Dall analisi di dettaglio dei profili trasversali ed in relazione ai principali agenti morfogenetici, le coste alte abruzzesi sono state ulteriormente caratterizzate e raggruppate in 5 principali morfotipi (fig. 1). Per quanto riguarda le falesie attive, sulla base della successione litologica dell area e delle caratteristiche dei profili trasversali, sono classificate (D Alessandro et al., 2001) con le tipologie ab, bb, cb, db, secondo la matrice proposta da Emery & Khun (1982). Le falesie, inoltre, sono generalmente orlate da spiagge ampie anche qualche decina di metri, alimentate dall erosione dei conglomerati e delle arenarie che costituiscono le falesie stesse. La dinamica morfologica delle coste alte è molto attiva, sia sui versanti interni attraverso estesi fenomeni franosi che interessano anche i centri abitati, sia sulle falesie, i cui meccanismi erosivi sono condizionati dalla posizione delle argille di base rispetto al livello del mare. Infatti, nei trat-

3 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 655 Figura 1 - Schematizzazione dei principali morfotipi costieri abruzzesi: A - Spiaggia con dune di retrospiaggia; B - Spiaggia senza dune di retrospiaggia; C - Falesia attiva con solco di battente; D - Falesia attiva senza solco di battente evidente; E - Falesia attiva terrazzata; F - Falesia inattiva; G - Paleofalesia (D Alessandro et al., 2003) ti di costa alta nei quali queste si trovano al di sotto del livello del mare e le falesie sono quindi costituite dai litotipi più competenti (conglomerati e arenarie), l erosione del moto ondoso innesca principalmente cinematismi di crollo, ribaltamento e scorrimenti traslativi; dove le argille di base si trovano in prossimità del livello del mare, in esse si innescano, invece, prevalentemente movimenti rotazionali che, coinvolgendo il tetto arenaceo-conglomeratico e interessando volumi maggiori, determinano tassi di arretramento della falesia più elevati.

4 656 Convegno di Maratea Studi mirati alla valutazione dei tassi di arretramento mettono in evidenza valori massimi compresi tra 30 e 100 metri, in periodo di analisi di 109 anni compreso tra il 1876 e il Il processo di arretramento si sviluppa per processi localizzati e intermittenti. La fase di progettazione è stata preceduta dalla redazione di una carta di rischio della fascia costiera abruzzese utilizzando una metodologia basata sulla valutazione della vulnerabilità morfologica, socio-economica e ambientale. 3 - Progettazione degli interventi Le fasi di analisi morfologiche, geomorfologiche e definizione del rischio costituiscono il supporto alla realizzazione di progetti di fattibilità degli interventi di difesa, riqualificazione e manutenzione dei litorali caratterizzati da un elevato valore di rischio. Preliminarmente alla fase di redazione di tali progetti, sono state individuate le linee guida aventi lo scopo di indirizzare il lavoro nel rispetto dei moderni criteri di progettazione degli interventi di difesa costiera e delle aspettative regionali in tema di qualità ambientale della fascia costiera (fig. 2). L individuazione delle strategie di intervento e delle conseguenti linee guida per la redazione dei progetti di fattibilità, ha richiesto preliminarmente una serie di analisi a scala regionale rivolte a comprendere i fenomeni morfologici evolutivi in atto lungo i litorali e le principali problematiche esistenti degli attuali sistemi di difesa. In particolare, nello sviluppo della fase di analisi preliminare alla progettazione è stata focalizzata l attenzione su quattro punti fondamentali: 1. Valutazione dell esposizione ondametrica della costa regionale; 1. Censimento delle opere di difesa esistenti; 1. Definizione delle principali problematiche; 1. Definizione delle strategie di riqualificazione e linee guida. Figura 2 - Linee guida per la progettazione degli interventi di difesa costiera

5 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 657 Lo studio delle caratteristiche ondametriche della costa regionale abruzzese è stato eseguito mediante le misure ondametriche direzionali effettuate con regolarità a partire dalla fine degli anni 80 dalla boa accelerometrica di Ortona, appartenente alla Rete Ondametrica Nazionale (RON). Inoltre, rose ondametriche sono state ricostruite in costa applicando il metodo di trasposizione geografica elaborato da Contini e De Girolamo (1998) alle serie storiche registrate dall ondametro di Pescara, e quindi propagando tali serie a riva per mezzo del modello numerico di rifrazione inversa spettrale MEROPE. Le rose realizzate per le aree costiere evidenziano la conservazione della stessa bimodalità di quelle registrate al largo, anche se si riduce complessivamente il settore direzionale di provenienza delle onde a causa della rifrazione del moto ondoso. In definitiva, lo studio delle caratteristiche anemometriche della costa evidenzia che i venti foranei sono compresi tra le direzioni nord-ovest e sud-est. I venti regnanti sono quelli di provenienza settentrionale, compresi tra nord-ovest e nord-est; i venti dominanti sono il Maestrale e la Tramontana. Studi eseguiti sulla base di recenti registrazioni ondametriche indicano che gli stati del mare più frequenti e caratterizzati da altezze d onda più elevate hanno provenienza settentrionale, compresa tra nord-ovest e nord-est. Tra gli stati di mare significativi, cioè con altezze d onda maggiori di 0,5 metri, i più frequenti hanno altezze superiori a 2 metri; i moti ondosi più intensi hanno altezze comprese tra 3,5 e 6 metri, e sono caratterizzati da una frequenza di accadimento inferiore al 5%. Il censimento ha evidenziato la presenza di 387 barriere emerse, 45 barriere sommerse, 28 pennelli e 15 difese radenti, per un totale di 475 opere, e circa 45 km di costa protetta. Le opere di difesa esistenti hanno prodotto, nel corso degli anni, delle problematiche le cui conseguenze negative più evidenti si riconoscono in un deficit del bilancio solido con arretramento della linea di riva e alterazione dei profili trasversali della spiaggia; ad esso si aggiunge, inoltre, l alterazione dell originario fuso granulometrico dei sedimenti con incremento della frazione più grossolana (ghiaie e ciottoli) a discapito di quella più fine (sabbie) talvolta snaturando l originario aspetto del litorale (con effetti negativi anche in termini di fruizione e aspetto paesaggistico). Un effetto particolarmente importante, osservato tra barriere contigue, è, infine, il notevole ed innaturale approfondimento dei fondali in corrispondenza dei varchi tra barriere contigue con conseguente scoscendimento e/o crollo delle testate di estremità delle opere. 4 - Conclusioni Sulla base delle analisi preliminari pre-progettuali sono state redatte apposite linee guida utili a indirizzare le attività di progettazione, lasciando poi alla fase progettuale l onere di individuare la soluzione ottimale

6 658 Convegno di Maratea per ciascun sito. Le linee guida individuate sono tese a: - evitare che i nuovi interventi possano accentuare fenomeni erosivi nelle zone limitrofe alle aree di intervento; - privilegiare l impiego di sistemi di protezione costieri caratterizzati da limitati impatti ambientali ponendo una particolare attenzione agli effetti da essi indotti sia sulla qualità delle acque costiere sia sull impatto visivo; - privilegiare l impiego della ricostruzione artificiale delle spiagge mediante la tecnica del ripascimento ; - evitare, dove possibile, l impiego di armature di foci fluviali al fine di valorizzare la capacità di trasporto dei sedimenti dei corsi d acqua a beneficio del trasporto solido costiero; - ottimizzare gli interventi al fine di limitare i costi complessivi di costruzione e manutenzione; - individuare i costi complessivi degli interventi (costruzione, monitoraggio, manutenzione); - fornire idonee prescrizioni per lo sviluppo delle successive fasi di progettazione e di monitoraggio. Bibliografia Beltrami G.M., Mondini F., Contini P., Cuzzi D., Caputi P., De Girolamo P. (2003) - Risk Assessment and Feasibility Defence Study within the Regione Abruzzo Coastal Area Management. Proceedings os Sixth International Conference on the Mediterranean Coastal Environment, MEDCOAST, Ravenna 7-11 Ottobre 2003, Cancelli A., Marabini F., Pellegrini M., Tonnetti G. (1984) - Incidenza delle frane sull evoluzione della costa adriatica da Pesaro a Vasto, in: Mem. Soc. Geol. It., 27, , Roma. Cancelli A., Pellegrini M., Tonnetti G. (1984) - Geological features of landslides along the Adriatic coast (Central Italy), in: IV International Symposium on Landslides, 2, Toronto. D Alessandro L., Buccolini M., Miccadei E., Piacentini T., Scalella G., Paron P., Ricci F. (2003) - Geomorphological framework of the Adriatic shoreline between the Tronto River and the Trigno River, in: Ozhan E. Ed., Proceedings of the Sixth International Conference on the Mediterranean Coastal Environmet, MEDCOAST 03, Ravenna, Italy, D Alessandro L., Genevois R., Marino A. (2001) - Dinamica recente della costa alta tra Ortona e Vasto (Abruzzo centro-meridionale), Mem. Soc. Geol. It., 56, D Alessandro L., Miccadei E., Ricci F. (2005) - Le dune costiere in Abruzzo e Molise: aspetti geomorfologici, in: I depositi eolici delle coste italiane ed il flusso di sedimenti spiaggia-duna, Riassunti Workshop

7 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 659 Cagliari - Arbus - loc. Piscinas, 31 Marzo - 2 Aprile Dal Cin R. (1976) - The use of factor analysis in determining beach erosion and accretion from grain-size data, Marine Geology, 20, , Amsterdam. Dal Cin R. (1989) - I litorali fra San Benedetto del Tronto e Ortona (Medio Adriatico): sedimenti, degrado ambientale, zonazione costiera, possibili strategie di intervento, Boll. Soc. Geol. It., 108, , Roma. Dal Cin R., Simeoni U. (1987) - L analisi multivariata applicata alla caratterizzazione ambientale dei litorali nord-abruzzesi (Medio Adriatico), Mem. Soc. Geol. It., 37, , Roma. Del Sordo L., Parea G.C. (1981) - Caratteri sedimentologici e geomorfologici della costa tra foce Saline e foce Alento, Università di Padova, Istituto di geografia. Emery K.O., Khun G.G. (1982) - Sea cliffs: Their processes, profiles, and classification, Geological Society of America Bulletin, 93(5), Giorgi G., Girardi A., Marabini F., Zunica M. (1984) - Evoluzione delle coste abruzzesi-molisane ed analisi di alcuni paraggi significativi. Mem. Soc. Geol. It., 27, , Roma. Giorgi G., Girardi A., Marabini F., Secco G., Zunica M. (1987) - Metodologie d indagine sull erosione costiera: il caso Abruzzo e Molise, Università di Padova, quaderni del Dipartimento di Geografia. Guerricchio A., Melidoro G. (1998) - Deformazioni gravitative dei versanti costieri di Vasto (Abruzzi), in: Atti La prevenzione delle catastrofi idrogeologiche. Il contributo della ricerca scientifica, I. Guerricchio A. (1988) - Aspetti geologici sull erosione dei litorali e loro influenza nel campo applicativo, Geologia Applicata e idrogeologia, 23, 29-78, Bari. Orsini A., De Girolamo P., Caputi P., Visca C., Raggi D. (2003) - Decision Support System for Strategic Management of Abruzzo s Coast, Proceedings os Sixth International Conference on the Mediterranean Coastal Environment, MEDCOAST, Ravenna 7-11 Ottobre 2003, Parea G. C. (1978) - Trasporto dei sedimenti ed erosione costiera lungo il litorale fra il Tronto ed il Fortore (Adriatico Centrale), Mem. Soc. Geol. It., 19, , Roma. Parea G.C. (1983) - The evolution of the Adriatic coast between the Tronto river and Rodi Garganico - Italy, Procedings of a Symposium held Venice, May Simeoni U. (1989) - Rapporti fra barre e caratteri idrodinamico-geomorfologici nei litorali nord abruzzesi (medio Adriatico), Mem. Soc. Geol. It., 108, , Roma.

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