L ingegnere giramondo

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1 L ingegnere giramondo di Franco Trifirò C Cos è che spinge un uomo a cimentarsi in imprese che potrebbero essere giudicate folli da parte di un altro uomo? Forse il desiderio di vedere luoghi e persone praticamente impossibili da conoscere dai più; forse il desiderio di conoscere a fondo i propri limiti e mettere alla prova le proprie capacità. Probabilmente la verità, come recita il famoso motto latino, sta in mezzo. Ed è sicuramente questo mix di desiderio ed intraprendenza che ha spinto l ingegnere Francesco Ciriminna a partecipare per la seconda volta in dieci anni alla

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3 14 Pechino-Parigi, un raid internazionale riservato a veicoli storici, lungo oltre 14mila chilometri e della durata di quasi un mese e mezzo, che avrà luogo dal 27 maggio al 30 giugno 2007, con partenza per l appunto da Pechino ed arrivo a Parigi. L ingegnere Ciriminna mi ha dato appuntamento presso il garage dove custodisce gelosamente la vettura con la quale parteciperà all impresa: una Fiat 1100 cabriolet del Quando arrivo sul posto, lo trovo intento a controllare e mettere a punto l equipaggiamento - strettamente essenziale dato il poco spazio disponibile - da caricare poi accuratamente sulla vettura, prima che questa venga imbarcata da lì a qualche giorno sulla nave per Genova e venga poi spedita per via aerea in Cina. Accanto a lui il fido amico - navigatore, l architetto Michele Ingoglia, che lo affiancherà anche stavolta in questa incredibile impresa. Sarà veramente un viaggio interessantissimo, ma roba di poco conto - racconta l ingegnere, 69 anni il prossimo 13 dicembre portati con una leggerezza invidiabile - se consideriamo che il mio amico romano Roberto Chiodi, l altro amico partecipante italiano a questa edizione della Pechino - Parigi, ha percorso qualche anno fa tutto il Sud America grazie all Inca Trail : un viaggio di ben 20mila chilometri che si è snodato tra Brasile, Cile, Argentina, Perù e Bolivia. Un occasione da me purtroppo mancata, poiché in quel momento la macchina non era del tutto in ordine. La passione dell ingegnere Ciriminna per le auto storiche ed i viaggi nasce sin dai banchi di scuola. Mentre io potevo girare su di una semplice Fiat 600, i cosiddetti figli di papà guidavano, per

4 il personaggio esempio, la MG, allora il mio grande sogno. E grazie alla storia e alla geografia, le uniche materie che allora amavo veramente studiare, andavo conoscendo luoghi fantastici che, ero sicuro, prima o poi avrei visitato. La lettura, poi, di libri fantastici come Il Milione, Dagli Appennini alle Ande ed Il Giro del Mondo in 80 giorni, hanno fatto il resto. Ma solo parecchio tempo dopo, intorno al 95, in un vecchio magazzino di un paesino delle Calabrie mi imbattei nell auto che sarebbe diventata fonte di enormi soddisfazione ed il mezzo attraverso il quale concretizzare i miei sogni di bambino: appunto la mia 1100 Cabriolet. Restaurata a tempo di record curando personalmente tutti i più piccoli particolari, l ingegnere Ciriminna rimise in sesto il suo gioiellino, vincendo quasi subito il primo premio ad una gara d eleganza. Da lì alla Millemiglia

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8 il personaggio e alla sopraccitata edizione del 1997 della Pechino-Parigi il passo fu veramente breve. Così come ancora più breve fu quello per giungere al maggio del 2000 quando, sempre insieme al suo fidato co-pilota Michele Ingoglia, ha partecipato ad un evento al quale non era proprio possibile mancare: Il Giro del Mondo in 80 giorni. Proprio così: tutte le mie avventure traggono origine dalle mie letture giovanili - prosegue l ingegnere che, tra una gara, un progetto edile e il tempo dedicato alla sua numerosa famiglia, si diletta anche in raffinati lavori di falegnameria (anche questo sa fare!), In quell occasione siamo partiti da Londra, dove per l occasione hanno chiuso il Tower Bridge ed è venuta ad accoglierci la fanfara dei corazzieri inglesi. Eravamo ben 100 equipaggi provenienti da 26 diverse nazioni, ma solo 40 hanno concluso per intero il loro viaggio facendo rientro a Londra da dove ufficialmente aveva preso il via il giro. Tra quei 40 equipaggi c ero anch io proprio con la mia Fiat 1100 cabriolet che, con appena 35 cavalli, è riuscita a dare del filo da torcere a molte altre auto di gran lunga più potenti e recenti, stando 19 per quasi tutta la gara tra il terzo e quarto posto assoluto. Alle porte di New York, però, il motore ha avuto un avaria e mi sono dovuto fermare. Solo grazie al motore di un altra auto, che avevo in garage e che mia figlia mi ha prontamente inviato per via aerea dall Italia, siamo riusciti a proseguire la gara scendendo, però, al 38 posto. Essendo in tutto appena 40 gli equipaggi arrivati, credo che il risultato sia stato degno di merito. La cosa poi più entusiasmante è che al nostro passaggio ci attendevano sempre folle oceaniche. Le autorità cinesi hanno addirittura chiuso il

9 transito veicolare sulle autostrade per fare passare la nostra carovana. Numerosi ovviamente gli aneddoti da ricordare come quella volta in cui, alla frontiera tra India e Nepal, mentre attendevamo da ore che la locale burocrazia registrasse i documenti di tutti gli equipaggi, diverse centinaia di persone del luogo si radunarono davanti al fiume per guardare increduli una delle nostre donne che faceva il bagno seminuda: uno scandalo per loro, che probabilmente ancora oggi ricordano. Un viaggio non solo avventuroso nel più puro senso del termine ma anche culturale, sociale, politico e religioso, tant è che ha visto i partecipanti attraversare i luoghi di ben sei diverse religioni: il confucianesimo, l induismo, l islam, il cristianesimo ortodosso, il cattolicesimo ed il protestantesimo. Abbiamo superato ben tre deserti, fatto riaprire un vecchio ponte tra Cina e Nepal, per raggiungere il quale paese l unica strada esistente era franata qualche notte prima. Abbiamo guadato 20 ben otto fiumi, siamo passati dalle ovazioni delle popolazioni asiatiche all accoglienza europea un po più ordinaria, abituata com è alla visione di auto di questo genere. Abbiamo, poi, toccato con mano cosa sia veramente la qualità di vita di quelle popolazioni orientali. Sui banchi dei mercati, per esempio, non si vedeva quasi niente: solo qualche ortaggio, pochi altri viveri o alcune sigarette sfuse, come da noi durante il dopoguerra. I contadini lavoravano ancora con le zappe e i muli tiravano l aratro, mentre i trattori rimanevano fermi a bordo strada perché non c erano pezzi di ricambio. Molte fabbriche erano abbandonate con all interno ammassi di ferraglia arrugginita: una situazione che ci ha fatto molto riflettere

10 il personaggio sulle enormi differenze tra la nostra e quella realtà, neanche tanto lontane dal punto di vista dei tempi e delle distanze. In Cina di contro, tantissime città erano incredibilmente moderne, tutte uguali e con un espansione demografica veramente incredibile. Un viaggio, dunque, avventuroso sotto diversi punti di vista. Soddisfatto da queste poche ma intensissime esperienze? Sicuramente, anche se solo in parte. Quando il prossimo 27 maggio 21

11 ripartiremo nuovamente da Pechino, questa volta attraverseremo la Mongolia, Russia, l Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Cecoslovacchia, la Germania, la Francia e sicuramente ne vedremo delle belle. In occasione di quest avventura - conclude - avrò stampato sulle magliette la scaramantica frase Against All Odds (contro tutte le avversità). E scusate se è poco. 22