Katei Kyoshi Volunteer (Volontariato di appoggio scolastico in Famiglia)

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1 Katei Kyoshi Volunteer (Volontariato di appoggio scolastico in Famiglia) Rosa María Cortés Gómez odn e Hiroko Kobayashi odn Hadano (Japón) Descrizione dell esperienza Questa pratica educativa ha avuto origine nella tragedia avvenuta nella nostra città, Hadano. Bouy Mouem, un profugo cambogiano residente in questa città uccise i suoi tre figli (due bambine di 8 e 4 anni, e un bambino di 6), e la sua sposa l 8 febbraio Questo fatto commosse tutta la società giapponese, e specialmente tutta la comunità dei profughi. Un gruppo di persone di questa città ottenne che il sindaco organizzasse un incontro con queste famiglie. Noi assistemmo a questa riunione. Una delle cose che ci chiesero fu che volevano imparare il giapponese. Un gruppo di volontari organizzò lezioni di giapponese la domenica pomeriggio. Il comune offrì come locale il Centro Culturale della città di Hadano su richiesta degli stessi profughi. Anche noi ci impegnammo e invitammo le ragazze della nostra Residenza Santa Maria a partecipare. Esse si dedicavano a intrattenere i bambini che venivano con i genitori, e dopo un po di tempo, dissero che avrebbero avuto piacere di andare alle loro case nei giorni feriali per aiutarli negli studi, perché essi non capivano bene il giapponese e avevano molte difficoltà. Alle famiglie l idea piacque molto, giacché gli era difficile intendersi con i professori e consigliare i figli, che molte volte soffrivano discriminazione e maltrattamenti dei loro compagni. Così iniziò questa pratica educativa nelle case dei profughi che vivono ad Hadano o nei suoi dintorni. Attualmente comprende anche persone o famiglie di emigranti dei paesi iberoamericani o asiatici, che vengono a cercare lavoro in Giappone. Le persone cui è destinata l esperienza furono all inizio bambini e giovani dei profughi di Indocina (Laos, Cambogia e Vietnam), ma presto anche i loro genitori cominciarono a richiedere questo aiuto. Col passare del tempo, si aggregarono a questo programma i lavoratori e i familiari che venivano da altri paesi in cerca di lavoro, provenienti da America Latina e Asia. Quello che cominciò con 3 famiglie e 15 volontarie nel 1988, solo in questo anno 2007 è diventato di 81 famiglie e 208 volontarie. Dall inizio fino ad ora più di 220 famiglie. Gli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere con il suo svolgimento sono vari: Il principale è la relazione umana con queste famiglie, perché le volontarie sono le ambasciatrici che mostrano il lato accogliente e gratuito della società giapponese mediante la pratica educativa dell insegnamento della lingua. Si impegnano ad andare un ora un giorno a settimana per tutto l anno scolastico. Questo è molto importante, perché quello che vogliamo è stabilire una relazione umana fra culture diverse e questo non si ottiene con una o due volte l anno. Oltre a quello che riguarda la lingua e il contenuto delle materie scolastiche, nasce naturalmente un aiuto reciproco fra chi insegna e chi impara: entrambi ricevono e danno, e questo è il bello dell esperienza. Le volontarie non hanno bisogno di andare in Bolivia, Perù, Brasile, Vietnam, Cambogia e altri paesi per conoscerli. Imparano e ricevono molto più con un ora settimanale andando nelle case per un anno che con visite turistiche all estero. Ma soprattutto l amicizia che si istaura fra persone di diverse culture è un esperienza che rimane e aiuta i beneficiari all internazionalizzazione e alla comprensione reciproca. Attività realizzate per raggiungere questi obiettivi: 1

2 Contatto personale con le famiglie che essendosi rese conto direttamente o indirettamente di questa pratica si dirigono a noi per chiedere volontarie. Al principio dell anno scolastico, spiegazione del programma alle ragazze universitarie che desiderano partecipare a questa Pratica Educativa. Quelle che decidono, riempiono un modulo. Ricevuti i moduli, si fa attenzione che ogni famiglia richiedente abbia una volontaria per ogni studente un giorno la settimana. Se ci sono più volontarie che alunni, si possono inviare, a piacere della famiglia, per più giorni. Ogni settimana, la volontaria scrive una piccola relazione sulla lezione. Questo è nato spontaneamente dalle stesse volontarie fino dal principio, ed è molto positivo per l accompagnamento e la continuazione negli anni successivi. Metodologia utilizzata: Con lo svolgimento dell attività sono nati cambiamenti e adattamenti. - Un invito iniziale alle giovani universitarie per curare i figli che venivano con i genitori alle lezioni di giapponese la domenica. Questa chiamata si continua a fare al principio di ogni anno scolastico. - Le giovani, fino dal principio scoprirono la necessità di dare appoggio scolastico nelle case dei bambini quando questi vi tornavano, ora in cui anche esse terminavano le loro lezioni. - Si cerca, in generale, che le universitarie vadano da famiglie che si trovino più vicine al tragitto che esse devono percorrere per tornare alle loro case. - L attività si realizza durante l anno scolastico ogni settimana. Durante le vacanze non c è attività. - Il diario che fino dal principio le volontarie iniziarono sotto forma di quaderno, offre materiale molto importante che ha aiutato a migliore il programma. Si conservano tutti e si è fatta una raccolta di dati da consultare in un circuito interno dell università. Si può anche accedere a questi dati (scritti in giapponese) tramite internet. Sono state fatte varie tesi e lavori da parte di alcune universitarie. - Quello che iniziò come l esperienza di un gruppetto è diventata un attività che risponde al progetto dell Università Sophia dei gesuiti, e a quello della Compagnia di Maria, in concreto allo spirito dell Educazione cristiana di essere persone al servizio degli altri. - Si è fatto un preventivo dipendente dall Ufficio di Pastorale dell Università. Se Si copriva così la necessità di acquisire materiale didattico per l attività docente. - La necessità di spostarsi nel tragitto per andare alle lezioni portò il problema economico di coprire queste spese, perché alle ragazze si chiedeva solo di dedicare il tempo all insegnamento. Il problema si risolse rivolgendosi al Centro ufficiale dei profughi a Tokyo, che si fece carico delle spese di trasporto. C era solo da presentare ogni mese dettagliatamente una relazione sul costo. Così si è continuato fino al presente. - Queste necessità di provvedere al materiale didattico, delle spese di trasporto, della supervisione dei diari, e dell accompagnamento personale di tutto quello che nasceva nello svolgimento dell attività, portò alcune diplomate a collaborare in questo lavoro burocratico. Nel preventivo dell Ufficio di Pastorale si mise una voce per tutte queste necessità che nascevano. - Mai si è fatta propaganda per reclutare alunni. L espansione del programma si deve alle stesse famiglie che lo facevano conoscere ai loro parenti, vicini e amici. Attualmente abbiamo un depliant dove si spiega la pratica in varie lingue e che si dà solo alle persone che chiedono il nostro aiuto. La durata dell esperienza e la scansione temporale sono riflesse in questo grafico: 2

3 Estudiantes Voluntarias Numero Volontarie e Studenti ( ) Come si può evincere nel grafico, l attività cominciò nel 1988 con 3 famiglie e 15 volontarie. Dal 1992 raddoppiò rispetto agli anni precedenti, e a partire da lì si è stabilizzata con alti e bassi, ma sempre crescendo fino a quando nel 2007 raggiunge un massimo di208 volontarie e circa 136 alunni. Il numero totale dal 1988 al 2007 viene ad essere di circa 1326 alunni e circa 1344 volontarie Queste cifre sono approssimative perché il conteggio è fatto in modo familiare, così come si vanno iscrivendo gli alunni e le volontarie, basandosi al principio sui diari che queste iniziarono a scrivere. Quando il numero cominciò a crescere si fece già in modo sistematico. Nell anno 2004, questa pratica educativa è premiata dal Ministero dell Educazione e delle Scienze come Distinta Pratica Educativa di aiuto all ambiente e modello da seguire. Il lavoro costante e silenzioso di 16 (ora 20) promozioni di studentesse universitarie passa in primo piano, e negli anni seguenti continua a crescere il numero di famiglie e di volontarie. Nel corso aumentano le volontarie a 115 e gli alunni a 66, nel ci sono 168 volontarie e 99 alunni, e nel le cifre sono di 171 volontarie e 119 alunni. La ragione per cui ci sono più volontarie che alunni è che questi, in generale, studiano una volta la settimana, ma quando ci sono più volontarie che alunni si può dare risposta alle richieste di quelli che vogliono avere più di una lezione a settimana, come si è detto al principio. I primi beneficiari del programma sono, quindi bambini, giovani e adulti che ricevono appoggio scolastico o l insegnamento del giapponese. Ma non lo sono meno le volontarie. Esse ricevono tanto o più, se possibile, degli alunni. Per molte ha significato un gran cambiamento nella carriera, ma soprattutto nella maniera di guardare la vita e nell0arricchimento di avere familiarizzato con altre culture. Non sempre è stato per loro facile e gratificante, ma superare le difficoltà le ha fatte maturare e aprirsi alle necessità degli altri. Ha influenzato anche l università che si è aperta a questa realtà, e quello che era al principio un impegno per un gruppetto, è ora fonte di ispirazione e rinnovamento didattico così come di progetto educativo e del programma di studi. Coordinamento con altri gruppi, enti a livello interno ed esterno per lo sviluppo dell esperienza: 3

4 In primo luogo quest attività ha le sue radici nel tragico avvenimento del profugo cambogiano che, con la sua famiglia, fuggì dalla guerra del suo paese originata da quella del Vietnam, per vedersi coinvolto in un altra guerra e lotta per una vita dignitosa in un paese industrializzato. Bouy Moen era una buona persona, buon padre e sposo. Ma in Giappone trovò un ambiente ostile, e non ebbe al momento giusto l aiuto tanto necessario. Noi arrivammo tardi, ma la sua tragedia mise in moto molte persone dell ambiente con cui abbiamo collaborato e ci hanno aiutato a creare e sostenere questa attività di Appoggio Scolastico in Famiglia. Questi gruppi sono: Indochina no hitobito to tomo ni Ayumu Kai (Organizzazione a favore di persone provenienti da Indocina) Kokuritu Shinagawa Centre (Centro Nazionale di Shinagawa Per Accoglienza dei Profughi) Parrocchia di Hadano Hadano Youth Centre Ministero dell Educazione e Scienza Cooperatori Ci hanno apportato ispirazione, aiuto economico, locale per le riunioni e lezioni, e soprattutto ci hanno spinto in avanti nei momenti difficili. L Università Sophia, è stata anche beneficiata e la migliore benefattrice del programma in tutti i sensi. Senza la sua cooperazione non sarebbe stato possibile arrivare fino a dove si è arrivato e speriamo che si vada ancora più in là per molti anni. Modi di finanziamento, preventivo economico: La prima necessità fu quella di cercare finanziamento per il trasporto a misura che i beneficiari del programma si incaricavano di parlare ai loro familiari e amici di questo appoggio scolastico aumentando così le richieste dei più lontani. Come si è detto, mai abbiamo fatto propaganda, ma ogni anno aumentavano i candidati al programma. Cominciò per un certo numero di famiglie vicine all'università, l anno seguente dovemmo spostarci usando i mezzi pubblici. Alle volontarie si chiedeva solo di dedicare il loro tempo a queste famiglie. Così dovemmo cercare benefattori, che sono quelli menzionati prima. Il Centro Nazionale Shinagawa di Accoglienza ai Profughi ci sovvenziona per il costo del trasporto che, naturalmente, è aumentato ogni anno. Furono le stesse volontarie ad avere l idea di creare un fondo per le spese necessarie al materiale didattico e al trasporto. Piccole donazioni furono seguite da altri aiuti più forti: Anno Yen Giapponese Totale

5 Dal L Università Sophia aumentò yen al preventivo dell Ufficio di Pastorale per coprire le spese del materiale docente, telefono, assicurazione e il lavoro orario di due aiutanti in questa Pratica Educativa. Dal il Ministero dell Educazione e Scienze ha consegnato il Premio di Migliore Pratica Educativa a questa attività facendole un donativo di di yen per due anni. Con questa somma si sono potuti acquistare non solo libri, dizionari e ogni tipo di materiale didattico molto vario e completo ma anche computer da tavolo e portatili con programmi speciali per l insegnamento del de giapponese nelle famiglie. Si è anche potuta mettere tutta l informazione, compresi i diari, in un data base, e pubblicare un programma nelle diverse lingue di quelli che partecipano al programma (Giapponese, cambogiano, laotiano, vietnamita, spagnolo, portoghese, cinese e inglese). Dal 2006 L Università ha fatto anche un contratto speciale a due persone per coordinare con la responsabile il funzionamento dell ufficio di volontariato. Analisi dell esperienza Quello che si considera più valido: La risposta delle universitarie all invito di aiutare i profughi e le iniziative originali che nacquero da loro stesse, l entusiasmo e dedizione cordiale ed entusiasta, altruista e generosa. Questo costituisce il successo di questa attività. Tanto gli alunni quanto le volontarie beneficiano di questa attività. Non solo per il progresso nella lingua e la destrezza ad insegnarla, ma principalmente per l arricchimento reciproco di chi partecipa a questa attività. Le volontarie scoprono che dare è sempre un cammino di andata e ritorno: chi dà riceve anche. Le difficoltà incontrate e come si sono affrontate: Non sempre va tutto liscio. E necessario l accompagnamento delle volontarie per aiutarle a superare le difficoltà che normalmente nascono in qualunque relazione umana e insegnamento di una lingua. Sono molto diverse, cosa normale. Il diario che scrivono dopo ogni lezione è un mezzo molto buono per stare in contatto con loro e le famiglie, e dare l appoggio necessario. Gli apprendimenti che possono servire ad altri gruppi: Anche se mai abbiamo fatto propaganda dell attività, molti si sono resi conto e sono venuti a chiedere. Gli abbiamo spiegato e si sono entusiasmati. Sappiamo di alcuni gruppi che si sono animati a fare qualcosa di simile nel loro ambiente. Altri aspetti dell esperienza che si vogliono apportare: -Una soddisfazione molto grande di aver potuto accompagnare questa esperienza, e il desiderio di continuare fino a che Dio voglia. -L entusiasmo delle volontarie, le loro iniziative, la loro collaborazione nel buon funzionamento di tutto. Dopo una giornata intensa di studio fin dalla mattina alcune dovendo viaggiare due o tre ore per tornare alle loro case, in inverno e in estate, con freddo o caldo, è come un miracolo e un regalo di Dio poter cooperare con loro. -Questo lavoro silenzioso di vari anni attrae poco a poco l attenzione dei professori e dell ambiente, che anche loro si compromettono facendo propria questa causa, migliorando il piano di studi dell università e l aiuto ai beneficiati dal programma: i profughi e gli emigranti e le loro famiglie. Si può dire che formano una famiglia. Nella festa d autunno dell università sono invitati e il loro chiosco di cibo tipico dei loro paesi ha un grande successo. - L influenza che ha sulle volontarie al programmare il loro futuro, la carriera, il lavoro. Sappiamo di molte che si sono unite a organizzazioni internazionali di aiuto allo sviluppo e stanno facendo un grande lavoro. 5

6 Conclusioni Una conclusione molto semplice ma basata sulla nostra esperienza: stare attente alle chiamate che ci arrivano dai più bisognosi in qualunque ambiente siamo. Cercare di fare quello che si può, convocare altre persone e insieme dare tutto quello che si può, senza scoraggiarsi per le difficoltà o mancanza di mezzi. E meraviglioso vedere come rispondono le persone e le iniziative che prendono per migliorare la situazione, la loro creatività e collaborazione. Si impara molto. Concretamente, per questa attività una delle cose per cui si è insistito di più è che è un lavoro VOLONTARIO che OBBLIGA. Non è obbligatorio farlo, ma se la persona si compromette non è per provare, piuttosto per continuare (in questo caso per un anno di corso, e se si vuole per un altro, e la maggioranza continua) nonostante le difficoltà che si incontrano, perché non è solo tendere la mano, ma anche ricevere quella che ci tendono. Bisogna dare tempo al tempo perché la relazione reciproca lo richiede. Credo che questa chiarezza nei criteri che tendere la mano e stringere l altra ha bisogno di una ferma determinazione, ed è un opera d arte che ha bisogno del suo tempo ed esige responsabilità, è molto importante. La festa data nell università nel 2004 per aver ricevuto il premio alla Miglior Pratica, ci ha dato l opportunità di chiamare tutti gli alunni che dal principio fino a quest anno avevano studiato, e le volontarie che avevano partecipato. Le prime promozioni già venivano con marito e figli, dicendo che avevano bisogno di volontarie per la seconda generazione. Credo che grazie a Dio questa è già meglio equipaggiata in quanto alla lingua, ma se è necessario, sicuramente troveremo volontarie anche per loro.. 6

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