DALLA MENTE TELEOLOGICA ALLA COSCIENZA TELEONÒMICA

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1 DALLA MENTE TELEOLOGICA ALLA COSCIENZA TELEONÒMICA Romeo Lucioni Leticia Elvira Lucioni Le neuroscienze hanno portato a concepire una coscienza che fa riferimento alla definizione del biologo Jacques Monod (1970) che fa riferimento alle teleoperazioni, finalità non dovute alla predisposizione neuro-biologica, ma all azione di una selezione naturale che favorisce le organizzazioni psico-mentali più adatte allo svolgimento di attività timologico-razionali e dei comportamenti utili per lo sviluppo del soggetto, della società e dell ecologia della mente. Lo studio sempre più accurato e preciso delle capacità riferite alla mente ha portato le neuroscienze ad integrare le conoscenze in un ambito globale ed olistico riferite alla scienze umane applicate. Tutto questo ha portato ad approfondire le conoscenze delle complesse elaborazioni psico-mentali che stanno alla base dell integrazione della mente tetradica che comprende le emozioni, gli affetti, le cognizioni e le funzioni istintivo-creative. Gli studi sulla complessità della mente hanno permesso di elaborare conoscenze su: - molteplicità delle dinamiche auto-identificatorie dell Io; - significatività dell elaborazione percettiva multipla; - importanza fondamentale della chiralità affettiva e, quindi, dell intreccio funzionale dei sentimenti positivi e negativi; - conoscenza sulle dinamiche riferite all ordine della disruptività, dei comportamenti antisociali, violenti e distruttivi; - importanza delle dinamiche oniriche e della necessità dello sviluppo dell attività del sogno che accompagna il sonno REM; - conoscenza delle caratteristiche teleologiche che caratterizzano l autocoscienza e la coscienza. Lo sviluppo delle neuroscienze, intese in un ambito ampio e globale, ha portato ad integrare gli studi non solo riferiti alle scienze del cervello (neuro-fisiologia, neuro-anatomia, chimica dei neuro-trasmettitori, ecc.ecc.), ma anche alla psicologia, alla psicologia evolutiva, alla psichiatria, alla psicoanalisi, alla filosofia, alla pedagogia e quindi a tutto l ambito delle scienze umane e delle scienze umane applicate. Queste osservazioni giustificano lo sviluppo delle scienze dell uomo tanto complesse perché: a) da un lato coinvolgono i saperi sul funzionamento di sistemi anatomicofunzionali tanto complessi come quelli cardiaco-circolatorio, gastrointestinale, epatico, uro-genitale, immunitario, ormonale, ecc.ecc. b) per altro, devono tenere in conto lo sviluppo cerebrale che è del tutto particolare, oltre che imponente se si pensa solo al processo della frontalizzazione che collega lo sviluppo organico-cerebrale con la necessità di supportare nuove funzioni psico-mentali (del problem solving), ma soprattutto dell ordine emotivo-affettivo, socio culturale ed anche trascendente;

2 c) del tutto nuovo, ma decisamente fondamentale è quello sviluppo psicomentale-complesso che accompagna quello biologico-funzionale (per es. la motricità, la coordinazione, l abilità percettivo-motoria, ecc.ecc.) e che comprende un succedersi di conquiste psico-funzionli che, nel lungo tempo della ricerca sulle scienze umane, ha portato a identificare stati mentali come l Ego, l Io, il Sé, l auto-identificazione, la soggettivazione, la personalità e quella conquista definitiva che chiamiamo coscienza ed auto-coscienza, funzioni teleologiche che caratterizzano la persona o,secondo definizioni politico-letterarie, il senso del personaggio. Lo sviluppo della persona, da un punto di vista teleologico e delle funzionalità superiori comprende: - contenimento delle scariche emotive (di origine limbico-ipotalamica) che, con la loro funzionalità automatico-reattiva, supportano l idea dell adattamento agli stimoli esterni (oltre che interni) e, soprattutto, quella di fungere da attività difensiva a risposta rapida che è particolarmente sviluppata negli animali; - sviluppo delle facoltà affettivo-relazionali che, nelle ricerche neuroscientifiche più nuove, hanno assunto un valore particolare nella considerazione della teoria della chiralità della mente affettiva ; - incremento delle capacità intellettivo-razionali che si incrementano con il passare degli anni (legate anche alle esperienze ed ai vissuti), ma che risentono di un incremento in senso assoluto (come è stato dimostrato da ricerche più recenti sugli aumenti degli indici dei test di intelligenza che segnalano aumenti di tre punti ogni anno); - sviluppo di qualità umanistiche particolari che hanno portato a definire lo sviluppo in senso di saggezza, di capacità resilienti, di potenzialità superiori intese nella logica del senso comune, delle capacità politiche, filosofiche, umanistiche, teologiche, ecologiche, socio-umanitarie, ecc.ecc. Tutte queste azioni se considerate nell ambito dis-funzionale portano ad alterare le psico-dinamiche riferite alla mente tetradica che si manifestano come difficoltà nel controllo delle attività automatiche libidico-emotive, deficit del sistema affettivo-relazionale, alterazioni della lettura della realtà e delle funzioni cognitive analitico-deduttive e del problem-solving, fragilità nell ordine dell immaginario e della creatività con spinte ad assumere comportamenti ripetitivi, esplosivi e di blocco psico-evolutivo. Le difficoltà nel contenere eccessive richieste libidiche e di integrazione affettivorelazionale, sono determinate da alterazioni funzionali dei circuiti primari e secondari che integrano il sistema psico-mentale. In tutti questi casi la ricerca neuroscientifica rende possibile l osservazione (attraverso le neuro-immagini) di alterazioni dei circuiti del sistema limbico-ipotalamico, della modulazione dell attività della amigdala, del nucleo caudato, dell insula di Reil, delle aree della corteccia del cingolo, delle attività della corteccia prefrontale, delle aree corticali temporali, ecc.ecc. Il dis-controllo delle complesse funzionalità che integrano quella che chiamiamo la mente tetradica riguarda la organizzazione di secondo ordine che si compone di diversi sistemi operativo-funzionali composti dalla connessioneintegrazione di diversi gruppi funzionali di primo ordine come, per esempio: - l intreccio tra diversi nuclei che compngono il sistema limbico o limbicoipotalamico ;

3 - le connessioni tra diversi nuclei funzionali che si influenza reciprocamente e che compongono il sistema dei centri delle regioni corticali frontali e prefrontali. In questo ordine di idee, possiamo sottolineare l importanza di: - sistema emotivo-affettivo = deficit delle dinamiche psico-affettive che porta ad una incontinenza emotiva ed alla comparsa di crisi emotive e di una emotività libera (alterazioni dell area dello spettro autistico; aumento dei disturbi dell organizzazione psico-mentale con demenza, sindrome di alzheimer e malattie neuro-degenerative croniche); - sistema rappresentazionale condiviso = tendenza all auto-riferimento e, quindi, al mantenimento del sistema rappresentazionale soggettivo (difficoltà relazionali con disturbi dell adattamento e tendenza al blocco psico-evolutivo con aumento del narcisismo primario e, soprattutto, del narcisismo-masochista); - debolezza del sistema del controllo nictemerale = disturbi del sonno (difficile assopimento e facili ripetuti risvegli), alterazioni del sonno-rem, deficit del tempo del sogno e dello sviluppo dell immaginario; - deficit del sistema elaborativo psico-trascendente = che porta a difficoltà nell elaborazione di un equilibrato controllo delle relazioni psico-affettive, narcisistico-egoistiche ed altruistico-anaclitiche (difficoltà nell elaborazione nell ordine dei valori ), insicurezza personale e tendenza alla fuga dalla realtà, bisogno di dipendenza affettiva, difficoltà nell assumere le responsabilità personali (relazionali e sociali) ed anche di difesa della propria soggettività psico-fisica (tendenza alla somatizzazione); - iper-attività delle dinamiche libidiche = deficit nel controllo dei bisogni, della spirale libidica (eccessiva richiesta di soddisfazione dei piaceri, imperiosi atteggiamenti di richiesta con atteggiamenti masochistico-espressivi di tipo isterico) con blocco dello sviluppo psico-affettivo, della volontà, e dell autonomia espresse nell ordine della alessi-timia ). Da tutte queste considerazioni possiamo prendere in considerazione la concettualizzazione che fa della mente un complesso funzionale che si costituisce come intreccio tra: un SISTEMA FUNZIONALE DI PRIMO LIVELLO composto da diversi e molteplici circuiti neuro-cerebrali che vengono individuati e scoperti continuamente grazie all utilizzazione delle moderne tecniche di neuro-immagine che studiano il cervello nella sua piena e naturale attività e funzionalità. Questi circuiti (composti da neuroni, da un intreccio fibrillare di dendriti e di assoni) compongono il sistema funzionale di primo livello che risulta influenzato: - dalle interferenze neuro-chimiche indotte a livello cellulare ( soprattutto come azione epigenetica ) per l azione degli ormoni, dei neuro-trasmettitori, della sostanze attive introdotte nell organismo come alimenti o sostanze nutrizionali, oltre che come farmaci ed anche come sostanze che entrano nell ordine delle dipendenze da droghe); - dalle influenze indotte dalle esperienze relazionali e dai vissuti che partecipano, in maniera massiccia, continua e complessa, a determinare quella che chiamiamo plasticità cerebrale che crea e scioglie connessioni, determinando un continuo riassestamento funzionale.

4 Questo sistema funzionale dipende da meccanismi attivatori ed inibitori che rispettano le leggi dello stimolo-risposta e che, proprio per questo, possono essere anche definiti come base strutturale e neuro-biologica della mente. un SISTEMA FUNZIONALE DI SECONDO LIVELLO che ci porta a considerare quelle attività neuro-cerebrali che, espresse in un ordine molto più complesso, entrano a costituire quello che abbiamo chiamato la mente o, più specificamente, la mente tetradica. In questo ordine di idee, vanno considerate le attività psico-mentali che rispondono a: - emotività; - affettività; - capacità cognitivo-intellettiva; - attività intuitivo-creativa e immaginaria. Ognuna di queste attività psico-mentali rispecchiano una complessità neurofunzionale tanto elevata che richiede uno studio approfondito che richiede l analisi dell intreccio funzionale di tutto il cervello ed anche delle attività che, nell ordine psico-somatico, includono: ormoni, neuro-trasmettitori, il sistema immunitario, le influenze epigenetiche, ecc.ecc., oltre, naturalmente, alle modificazioni indotte nel sistema globale dalle esperienze, dalle relazioni interpersonali, dai vissuti, dall attività immaginaria, dalle valenze inconsce ed oniriche ed anche dalle elaborazioni di ordine culturale e trascendente. Per dare un idea della, della psicologia-evolutiva complessità di queste attività che denominiamo psico-mentali, basta ricordare quanto messo in evidenza dalle ricerche neuroscientifiche, dalla psicologia-evolutiva e dalla psicoanalisi nei riguardi di: - la identificazione multipla dell Io ( Io-cipolla di Lacan); - la molteplicità del sistema percettivo che porta a costituire il sistema rappresentazionale soggettivo ed anche il sistema rappresentazionale condiviso ; - la chiralità della mente affettiva che porta a considerare l importanza dell intreccio tra sentimenti positivi anaclitici con sentimenti negativi narcisistici. Tutte le considerazioni bio-neuro-immuno-epigenetiche, insieme alle osservazioni sui circuiti neuro-fibrillari e neuro-umorali che accompagnano la funzionalità di sistemi neuro-cerebrali complessi, fanno oggi riferimento, nel loro complesso, a quello che tradizionalmente la ricerca scientifica ha preso in considerazione denominandolo mente. Le ricerche nell area delle scienze umane applicate e soprattutto in quelle della timologia (scienza degli affetti e dei valori) hanno tuttavia messo in evidenza come: a) l organizzazione della mente, strettamente legata a funzioni neuronali più o meno complesse, risponde a meccanismi di tipo stimolo-risposta che sono quindi riferibili ad una concettualizzazione meccanicista e materialista; b) la lettura neuro-meccanicista della mente non riesce a dare risposte concrete alle problematiche relative alla volontà, alla spiegazione del senso comune, alle ricchezze del libero arbitrio, alle valenze trascendenti che sono parte fondamentale di quel funzionamento psichico che è alla base della evoluzione psicodinamica, delle concomitanti attivate nella meditazione, ecc.ecc. che oggi vengono per lo più legate al concetto di auto-coscienza e di coscienza degli oggetti e della realtà.

5 Le funzioni della coscienza vengono. Per tutto questo, indicate come funzioni psico-mentali di ordine superiore sostenute da una concezione teleologica che è ben diversa da quella reattivo-meccanicista che supporta le funzionalità di livello inferiore. Se cerchiamo di tracciare un modello interpretativo globale delle funzioni psicomentali possiamo schematicamente parlare di: A) Funzioni cerebrali di base o funzioni di primo livello legate all attività neuronali e dei circuiti neuronali che vengono messi in evidenza dagli studi che possiamo chiamare di nuova-neurofisiologia oggi indagata anche con le tecniche non invasive delle neuro-immagini. Queste funzioni sono fortemente influenzate da: - il background biologico per il quale vengono attivate le funzioni ormonali, neuro-umorali, immunitarie, genetiche ed epigenetiche; - l adattamento neuro-funzionale che viene indicato come plasticità cerebrale che si evidenzia come un campo di indagine ampio e ancora poco conosciuto che porta a considerare l ampliamento ed il restringimento dell albero dendritico, la possibilità della nascita di nuovi neuroni (soprattutto in alcune aree cerebrali come l ippocampo), le modulazioni epigenetiche strettamente legate all azione di sostanze assorbite con la dieta, alle esperienze relazionali, alle modificazioni indotte dai vissuti, dagli stress, dalle situazioni di conflitto, ecc.ecc. B) Funzioni legate alla cosiddetta mente tetradica o funzioni di secondo livello che fanno riferimento alle dinamiche neuro-funzionali o neuropsichiche che supportano: le emozioni, gli affetti, le cognizioni e le intuizioni. Queste funzioni di alto livello si intrecciano tra loro determinando l azione di un sistema, come succede nel: - sistema emotivo-affettivo nel quale l attività emotivo-reattiva apporta una sorta di carica energetica, mentre l attività affettiva agisce da modulatore se non proprio da capacità contenitiva; - sistema affettivo-relazionale che determina l impronta della relazione in un senso egocentrico o anaclitico; - sistema affettivo-relazionale che libera il soggetto da tendenze egocentrico-svalorizzanti stimolando valenze empatiche, simpatiche, collaborative, integrative e sussidiarie; - sistema intuitivo-razionale che facilita lo sviluppo del senso di realtà e delle dinamiche del narcisismo-secondario. Non bisogna dimenticare che l intreccio di queste funzioni (emotive, affettive, cognitive, intuitive) agisce sulla organizzazione delle percezioni, dell individuazione, della soggettivazione, dei sistemi rappresentazionali, delle dinamiche del desiderio ed anche del piacere. Parlare di mente tetradica rispecchia una concettualizzazione moderna che rompe con la tradizione aristotelica che concepiva la mente come una monade, come una capacità intrinseca dell uomo che veniva anche considerata come un dono divino espresso come anima: unica, indivisibile ed immortale. Oggi questa lettura ontologico-trescendente non è più utilizzata proprio perché le funzioni delle mente tetradica sono state riconosciute come in stretta relazione con l attività di specifici centri nervosi individuati nel cervello: il lobo limbico, la corteccia frontale, l integrazione funzionale di un gran numero di aree corticali, i meccanismi neuro-cerebrali che controllano il sonno ed in special modo il cosiddetto sonno REM.

6 C) Se il concetto di MENTE ha portato nella ricerca neuroscientifica una centralità monodica ciò è stato determinato dai fondamenti di una cultura ed una filosofia classiche, dominate da bisogni dogmatici di una dipendenza esterna, dall assoluta onnipotenza di una intelligenza primigenia, creatrice, immutabile ed eterna. Ci sono voluti duemila anni per portare Cartesio a porre al centro dell attenzione la funzione dell essere e del pensare in forma autonoma, libera, indipendente e creativa. Il concetto di mente come anima espressione del divino nell uomo è stato, modernamente, soppiantato dal concetto di coscienza che ha portato la scienza dell uomo a cercare nel cervello il nucleo materiale, la sede, come aveva fatto per le emozioni, gli affetti, le pulsioni, ecc.ecc. Oggi la concettualizzazione più interessante della coscienza e della autocoscienza ha assunto una dimensione teleologica che però non ha più quel significato di finalismo predeterminato conferitole da Aristotele, ma un senso più preciso, legato a: - differenziare il meccanicismo-materialista da una funzione libera, integrante, espressione di una molteplicità e soprattutto di una significativa complessità; - rispettare una funzionalità superiore che si libera dai vincoli strutturali (il cervello) e dalle funzionalità stimolo-risposta, proprio perché fondata sulla: o teoria della chiralità (vedi la chiralità della mente affettiva ); o percezione multipla delle cose e delle situazioni; o consequenzialità dinamica; o auto-identificazione multipla ( Io-cipolla di Lacan). Per tutto questo, una funzionalità superiore (che caratterizza le dinamiche della coscienza) non significa una complessità semplice come potrebbe essere quella di un sistema a rete, ma una integrazione di sistemi di coscienza che risentono della molteplicità delle interferenze che si manifestano negli ordini di funzionalità inferiori, a livello cellulare, di circuiti neuronali, di sistemi e degli intrecci che caratterizzano il livello delle mente tetradica. Si è molto parlato (T.W. Deacon) di coscienza come risultante di effetti popolazionistici equilibrati (omeodinamici) e auto-organizzati (morfodinamica) che creano un flusso ricorsivo di segnali di una vasta rete di neuroni interconnessi, ma l esperienza clinica, psicodinamica e psicoanalitica, ha dimostrato che, in rapporto alla organizzazione della coscienza, siano ben altri i meccanismi che l evoluzione ha portato a costituire. La teleodinamica della coscienza non dimostra un sistema di ordine adattivo che va incrementando la propria complessità. L intreccio funzionale è ben diverso in quanto si basa sul profondo cambiamento che si esprime, nell ontogenesi, nella chiralità della mente affettiva. La chiralità, come processo telegenetico, crea un flusso di controlli reciproci che inducono un costante, imprevedibile, straordinario movimento di crescita. Questo modello di funzionamento mentale e, soprattutto, di dinamica affettiva, era stato intuito dal grande filosofo greco Eraclito che, proprio a causa di questa follia, era stato tacciato come di oscura sapienza. Oggi sappiamo che non solo l affettività rispetta un fluire chiralico, ma anche l empatia e tutte quelle espressioni della mente umana (così era definita) che dimostrano un infinito ordine di contraddizioni, di disequilibri, di difficoltà, disagi, tensioni, irrequietezze, ecc.ecc. che hanno in sé spiegazioni multiple, aspettative diverse,

7 ambito erotici, sentimentali, spirituali e trascendenti che si intrecciano in una dimensione globale, olistica e coinvolgente. In un precedente lavoro, abbiamo sottolineato come l autocoscienza abbia senso ed origine partendo dai fonemi più primitivi letti nell ordine della lessicogenetica, per aprire la strada ad una crescita incredibile sul piano mentale, di integrazione, di spinte intuitive, di gerarchie che determinano possibilità (amore e integrazione), ma anche tendenza egocentriche, dominanti, oppressive e di superiorità megalomanica. L organizzazione del sistema della coscienza viene concepito come un processo teleogenetico che permette di comprendere un sistema funzionale complesso, basato su un intreccio di circuiti e di influenze multiple (epigenetiche, biochimiche, umorali, immunitarie, ecc.) che richiedono di resettare il sistema in modo continuo altrimenti il flusso di energia che lo mantiene e, a sua volta, lo genera, non potrà funzionare a livelli ottimali, con il rischio anche che si generino dei blocchi, delle deformazioni, dei disordini che, da un punto di vista espressivo-fenomenologico, è rappresentato da disagio, difficoltà adattive, incongruenze logico-razionali, difficoltà affettivo-relazionali, incapacità di attivare quei sistemi mentali creativo-immaginari che stanno alla base dell organizzazione dei sistemi funzionali di livello superiore che indichiamo nei termini di processi di auto-coscienza, di coscienza del mondo, di coscienza della realtà. Le osservazioni sulla teleogenesi della coscienza non si riallacciano ad una lettura errata del pensiero di Cartesio che l ha portato ad essere considerato come il fondatore di un dualismo razionalista. Il suo cogito ergo sum, sostenuto dall idea di un dubbio globale come fondamento della ragione, porta a concepire un sapere come eterno contrasto, eterna ricerca fondata sull esperienza fatta di successi e di errori. In questo, Cartesio ha anticipato di quattro secoli il dilemma del problema soggettivo e della costituzione di una auto-coscienza in continuo cambiamento, che si costruisce, quindi, non come una mente monodica e stabile, definita, carica di sicurezza e di fondamentalismo, ma una organizzazione teleologica che crea un fluire costante di sistemi di coscienza. Questo modello dinamico di funzionalità (teleogenetico) crea sicuramente una infinità di punti interrogativi centrati sulle questioni di: - la verità che valida oggi si trasforma in blocco o in resistenza domani; - la questione del bene e del male che, come dice anche sua santità il Dalai Lama, ha in sé un ampio margine di relatività; - l attività umana che può essere concepita come pratica rivoluzionaria; - l uomo stesso che può viversi come sfinito e diviso nella sua propria costituzione psichica; - il soggetto che dovrebbe perdere la propria sicurezza e la propria felicità, oltre a cadere nell angoscia, e dovesse perdere il narcisismo della sua verità incrollabile ed immutabile. La grandezza ed unicità dell uomo sta dunque nella sua autocoscienza, mutabile e soggettiva, ma capace di creare il suo fondamentale senso di sé. Il senso di sé è stato definito come: - fede sicura in un advenimento (Heidegger); - l avvento di un dio veniente ; - la dimensione del super-uomo ;

8 - la certezza della verità che viene dalla presenza della madre, della sua parola (che spiega la nascita del linguaggio); - senso di poter, superare ogni stato di necessità ; - il valore di una invocazione che è segno d aver raggiunto il desiderato (scoperta che segua al piacere) sull orlo dell auto-distruzione (Heidegger); - la nascita di una prospettiva (l immaginario) che si evidenzia nel senso di una visione beatifica (espressa nella dimensione del piacere ) che si concretizza in un qualcosa di sé che si apre, distende, si dispiega, si illumina ; - l ambito dell attesa (senza bisogno di inventarlo) diventa una certezza per l azione di una attività, di un gesto, di un pensiero, di una immagine. Questa immagine si sé ci sta alle spalle, non è inventata da noi, fa quindi parte di una memoria e pertanto il gesto, l azione direbbe Talcott Parsons, diventa una ripetizione ( così succede al bambino che fa azioni ripetitive attese predisposte, per sottolineare, fortificare, definire il proprio potere : azione che, anche se in maniera velata, conosciamo da sempre). La scoperta di sé può essere riconosciuta come una funzione psichica complessa che si va sviluppando (come tutte le funzioni di questo tipo) in rapporto con qualità personali e familiari che vengono modificate dalle esperienze e dai vissuti. Si basa su: - capacità di riconoscere in sé le modalità di resistere alle difficoltà suscitate nel rapporto con la quotidianità e la realtà esterna; - possibilità di verificare i cambiamenti personali che si vanno organizzando; - non limitarsi a subire le proprie risposte istintive, ma di valutarle nella loro valenza positiva e/o negativa, in modo da adattarle sempre più alla realtà. Il senso di sé, come attributo dell esistente, si definisce anche con una complessa concettualizzazione: - senso di sé = di esistere e di funzionare come essere vivente ; di potere e di essere un soggetto normale ; di poter imporre se stesso (disruptività); di poter superare le difficoltà (resilienza); di volontà per raggiungere i propri obiettivi; di libertà di felicità di poter scegliere in forma personale e indipendente - senso comune = di poter condividere e di poter integrarsi nella società di essere rispettato; di sapere ed anche di non sapere; di condividere la lettura della realtà (rappresentazionale) - senso creativo = di auto-valorizzazione; di auto-soddisfazione; di poter darsi piacere ; di creare in sé delle aspettative e dei desideri - senso di volontà = per crescere e sfruttare le proprie potenzialità; per raggiungere la propria felicità; per assumere valore soggettivo come membro del gruppo; per esprimere le proprie verità e capacità.

9 La concettualizzazione ontologica ha sempre costituito un problema per i filosofi, per gli scienziati, per i filosofi della mente ed anche per Freud che, nella compilazione della teoria psicoanalitica, ne ha rotto una tradizionale struttura monolitica. La psicologia psicodinamica e, soprattutto, la psicoanalisi hanno parlato di ES - IO - SUPER-IO ed anche di io ego - se-stesso. Lo studio della timologia ha oggi portato a definire un complesso processo evolutivo del sistema psicomentale (affettivo e cognitivo), riconoscendo, per facilitare lo studio dell integrazione della mente, quattro momenti caratteristici e funzionalmente definibili : ES IO SÉ IDEALE - l ES (ben definito da Freud sin dalle origini) rappresenta quella parte dello psichismo legata alla funzione biologica e responsabile di quelle che leggiamo come pulsioni, bisogni, tensioni istintive; - l IO sarebbe la prima organizzazione psichica (o funzione psichica) per la quale Freud ha usato l assioma: dove c era l ES si è istituito l IO. Per Freud, l IO è una funzione psichica che sta come arbitro e modulatore tra le richieste pulsionali (automatiche, egocentriche, narcisiste ed onnipotenti) e l imposizione delle regole dettate dalla ragione e dal potere del Super-Io ( o coscienza morale). Per molti ricercatori, a cavallo dell io e del Sé, va inserito un modello di funzione psichica che viene indicato come EGO e che rappresenta un modello egocentrico evoluto, supportato da quello che per Nietzsche è stata la volontà di potenza, ma che, comunque, rappresenta quella volontà di dominio di crescere, di raggiungimento di una completezza che sembra quasi di riscontrare nell Universo, nella sua infinita capacità di espnzsione; - il SÉ è una funzione psichica più complessa, pensata da Kohut per superare un certo meccanicismo delle funzioni attribuite all IO che già avevano portato a differenziare un Io da un Io-debole, incapace di affrontare le difficoltà esistenziali, ma soprattutto di permettere una più elastica creatività (che superi gli schemi puramente adattivi): METAPSICOLOGIA E SVILUPPO PSICO-MENTALE IO modello difensivo-adattivo Domina l emotività (intelligenza emotiva) struttura libidico-istintiva egocentrismo onnipotenza coscienza concreta pensiero concreto sistema rappresentazionale personalistico conflitti pre-edipici narcisismo primario..disruptività Problematiche: SÉ modello creativo-immaginario Domina l affettività (intelligenza affettiva e razionale) struttura affettivo-relazionale valori timologici (l Altro) coscienza affettiva e simbolica pensiero affettivo e simbolico-razionale sistema rappresentazionale condiviso Nome del Padre altruismo e compassione senso di sé e di valere narcisismo secondario Problematiche:

10 Comportamenti aggressivi e distruttivi Comportamenti controfobici Isolamento Paralisi mentale Comportamenti dominati dal ritiro Presenza di un nucleo persecutorio profondo Ipertrofia del Super-Io Strutturazione di un falso Sé - L intuizione geniale di J. Lacan ha portato a leggere il sistema evolutivo dell Io verso il Sé, come costituzione di un Io-ideale che noi ci siamo permessi di tradurre come IDEALE per poter superare certe difficoltà lessicali che supportano l uso di ideale dell Io che rappresenta le dinamiche narcisistico-megalomaniche (narcisismo primario) che ancora possono essere evidenziate nell organizzazione dell IO. In questa lettura ontogenetico-evolutiva, l IDEALE rappresenta il raggiungimento di una funzionalità teleologica superiore che ormai la psicologia evolutiva riconosce come fondamento degli stati di coscienza caratteristici della auto-coscienza ORGANIZZAZIONE FUNZIONALE DELL ESSERE Utilizzare questa divisione evolutiva delle capacità funzionali psico-mentali (della mente e della coscienza) impone uno studio funzionale accurato per il quale utilizziamo uno schema che tiene conto di: A - FUNZIONI AUTONOME PRIMARIE (libere da conflitti) sono ASPETTI ADATTIVI (non sono aspetti legati ai meccanismi di difesa) servono ad acquistare la costanza di oggetto. - percezione - rappresentazione - attenzione - memoria - capacità di giudizio - identificazione ed auto-identificazione - capacità di comprendere il linguaggio e di esprimersi secondo processi verbali o non verbali - apprendimento e conoscenza del problem solving - abilità motorie e controllo motorio (funzioni motorie autonome) - consapevolezza padronanza - competenza - sviluppo di un Io osservatore che utilizza l obiettività e l esame di realtà = rafforzamento dei confini dell Io - capacità di valutare le sequenze causa-effetto - funzionamento mentale sintetico-integrativo - senso di realtà: orientamento spaziale - confini corporei chiari - discriminazione destra - sinistra - capacità di creare barriere agli stimoli esterni (traumi e difficoltà relazionali) - sviluppo dei meccanismi di difesa - capacità di sublimare le spinte libidiche attraverso: razionalizzazione, adeguamento agli usi ed ai costumi, solidarietà, elaborazione del senso dell umorismo - capacità di intellettualizzare e di idealizzare

11 - capacità di stabilire rapporti sociali validi - sviluppo di sentimenti di utilità - autoconsiderazione senso di sé - dipendenza motivazionale - opportunismo temporale e situazionale rendono possibile lo sviluppo psico-affettivo della fiducia della capacità di sublimare le spinte libidiche attraverso: la razionalizzazione l adeguamento agli usi ed ai costumi la solidarietà e la generosità la comprensione e l altruismo l elaborazione del senso dell umorismo della teoria della mente dell auto-considerazione della dipendenza motivazionale della capacità di stabilire rapporti sociali validi lo sviluppo psico-mentale e razionale: della coscienza di Sé e degli oggetti, nell ordine: concreto, affettivo, deduttivo dei processi di pensiero, nell ordine: concreto (percezione), affettivo, astratto dell obiettività attraverso: esame di realtà rafforzamento dei confini dell Io sviluppo di un Io osservatore del senso di realtà che comprende: confini corporei chiari discriminazione spaziale (dx-sin, alto-basso, avanti-indietro) orientamento spaziale della capacità di valutare sequenze di causa-effetto del funzionamento mentale sintetico-integrativo della capacità di intellettualizzare e di idealizzare dello sviluppo del linguaggio verbale e non-verbale dell organizzazione di sentimenti di utilità B - FUNZIONI SECONDARIE - legate agli stimoli interni aspetti cognitivi 1 - difendersi dagli impulsi primitivi 2 - evitare processi di pensiero primario come: onnipotenza, idealizzazione primitiva, svalutazione 3 - resistere alle tentazioni evitando l occasione, il fascino delle cose, il contagio 4 - non tendere alla sublimazione 5 - aver cura degli oggetti a garanzia dell uso futuro 6 - controllare il carattere del passato 7 - evaporizzare i contributi personali nella serie causale degli eventi 8 - instaurare spontaneamente controlli sostitutivi 9 - restare ragionevoli di fronte ad inattese offerte di gratificazione

12 10 - usare un sano realismo nei confronti di regole ed orari 11 - dare un giusto valore al tempo personale 12 - controllare le proprie reazioni nei confronti di errori, fallimenti, insuccessi 13 - programmare realisticamente 14 - scegliere gli strumenti adatti agli obiettivi aspetti emotivo-affettivi 15 - acquistare capacità di posticipare la scarica di impulsi 16 - imparare a modulare gli affetti (per es. l ansia) 17 - tollerare ed affrontare le frustrazioni 18 - far fronte all insicurezza, all angoscia, alla paura 19 - contenere l eccitazione psicologica del collettivo 20 - controllare il panico di fronte alla novità, evitando: delirio di familiarità, atti aggressivi per padroneggiare la situazione, fare pagliacciate e mettersi in ridicolo 21 - evitare la disorganizzazione di fronte al senso di colpa 22 - non ricorrere ad immagini gratificanti già vissute 23 - controllare le proprie reazioni a situazioni conflittive aspetti relazionali 24 - difendere l integrità dell Io di fronte alle pressioni della vita di gruppo 25 - saper valutare la realtà sociale 26 - imparare dall esperienza 27 - trarre conclusioni da quanto succede agli altri 28 - utilizzare la coscienza per finalizzare il comportamento 29 - imparare a dimensionare il senso del diritto 30 - sviluppare autoconsapevolezza 31 - sviluppare autogratificazione per ciò che uno è 32 - saper giustificare 33 - saper coinvolgere 34 - tenere in considerazione l Altro 35 - possedere empatia: cioè la capacità di mettersi nei panni degli altri Come si può chiaramente evidenziare, anche in questo caso la struttura dell IO- SÉ viene considerata ben adeguata se possiede qualità elaborative che permettono buone relazioni ed un livello ottimale di integrazione sociale. L autocoscienza o coscienza dell Io non si fonda solo su aspetti conoscitivi della mente, ma anche su quelli appetitivi, affettivi e volitivi. Questa ricchezza e complessità riferita a tutto il sistema di funzionalità primarie e secondarie di ordine inferiore che costituiscono le dinamiche della mente, non possono ancora essere considerate come il fondamento dell emergere di attività di carattere senziente. La complessità chiralica (per es. quelle riferite all affettività ed all empatia), le dinamiche multidimensionali (per es. la molteplicità percettiva ed identificatoria) creano una dinamica teleologica complessa che va a supportare le funzionalità legate alle relazioni, al linguaggio ed alla organizzazione di quella che chiamiamo cultura e che rappresenta un modello complesso di organizzazione sociale. Questo modello teleologico superiore che abbiamo definito come coscienza umana o auto-coscienza non può essere riferibile o riconducibile ai processi

13 teleodinamici di livello inferiore anche se questi risultano il fondamento sine qua non per il funziona mento della attività mentale di tipo cosciente. La esperienza mentale soggettiva, seppure basata sul flusso di segnali emergenti da una complessità funzionale cellulare, circuitaria ed anche di sistemi meccanicistico-temodinamica, è qualcosa di non materialmente presente )non ha una localizzazione erebro-funzionale) che rende possibile la creazione di quel senso di sé che fondamentalmente è l espressione di una capacità di differenziazione tra un Sé ed un altro-da Sé. Il mondo dei neuroni e della mente, seppure generi funzioni teleologiche do alto valore, non è in grado di creare quella esperienza soggettiva di ordine superiore che va a costituire gli stati di coscienza e la auto-coscienza. Questa può fare riferimento a modalità di autoriferimento immaginario che si evidenziano in momenti successivi come capacità evolutiva del sistema psico-mentale che costituiscono le esperienze conoscitive illustrate come: teoria della mente teoria della seduzione teoria della fantasia o della maschera teoria della irriverenza teoria dell attaccamento teoria della resilienza teoria dei valori (timologia) teoria del disruptivo. Il come ci si sente nell ambito della esperienza soggettiva rappresenta quella sensazione dinamica dell esperienza mentale che genera soddisfazioni, desideri piaceri, auto-riferimenti, autovalorizzazione, autosoddisfazione e, naturalmente, anche tutti i loro contrari a partire dalle frustrazioni che generano tensione, rabbia ed anche violenza. Queste considerazioni hanno portato Freud a definire una metodica idrodinamica legata alla energia nervosa associata alla sessualità ; Wilhelm Reich a ipotizzare una energia ergonica sostenuta dalla libido e la neurofarmacologia moderna a ipotizzare una specie di equilibrio tra fluidi relativo a neuromodulatori (sostanze che agiscono da neuro-trasmettitori come dopamina, serotonina, noradrenalina, acetilcolina, ecc.). Bateson ha portato a svalorizzare questi processi energetici sulla base di concepire i processi mentali in termini informatici e cibernetici. Queste dinamica popolazionistica delle regolarità di rete (precipue della cibernetica) non possono tenere in conto l incessante ricircolazione di segnali, l immenso patrimonio sostenuto dai processi della plasticità cerebrale, il senso fondamentale creativo e evolutivo della chiralità, delle dinamiche riorganizzative legate alla generazione multipla ed ai processi di identificazione multipla. Queste funzioni neuronali, che non hanno un significato dualistico (il si-no porterebbe ad una certa emostasi), sono fluttuanti ed anche contraddittorie e contano quindi con una espressione morfodinamica. La costante perturbazione che ne deriva ( che sotto un certo profilo ha un significato di persistente eccitazione ) è determinata dalle variazioni a livello cellulare (epigenetica neuronale), dalle modificazioni negli intrecci circuitari di primo livello (sensibili alle esperienze, alle relazioni, ai vissuti) e dalle variabili determinate dalla integrazione funzionale della mente tetradica.

14 Queste considerazioni psicogenetico-funzionali riportano all idea della modificazione energetica globale ed olistica che, quindi, risulta determinante per la costituzione degli stati di coscienza ed anche della auto-coscienza. Il questo ordine di idee, l autocoscienza risulta da una necessità di introdurre delle scelte, un meccanismo di selezione che troverà giustificazione (come del resto ci informano gli studi della psicologia evolutiva) in meccanismi preordinati del tipo di riflessi condizionati. Possiamo parlare di attrazioni morfodinamica-irregolari che tendono a modulare le risposte che non saranno determinate dalla termodinamica neuro-celluleare, ma da quelle attività psico-mentali che fanno riferimento alla memoria ( ai solchi mnesici ), agli apprendimenti ed anche a tutto quel bagaglio inconscio che fa riferimento anche alle attività oniriche per le quali Freud ha tracciato una loro specifica importanza attraverso la metodica dell interpretazione dei sogni. Se, come dice T.W Deacon, la morfodinamica è soltanto incipiente e incapace di sviluppare uno stadio di attrattore robusto e pienamente differenziato, si produrrà solo una sorta di abbozzo indifferenziato di pensiero, di immagine mentale ed anche di una autocoscienza stabile, integrata, resiliente, attiva, creativa e poliedrica. A questo punto, si può organizzare l idea di una auto-coscienza (oltre che di tutti i possibili stati di coscienza ) che richiede, per il suo funzionamento omeodinamico e morfodinamica, una buona funzionalità di memoria, uno stato di attenzione adeguato, una ampia esperienza capace di dare senso alle relazioni ed ai linguaggi, oltre che ai circuiti dei riflessi condizionati e, non ultimo, un valido apprendimento fondato sui parametri e sui limiti delineati dalla cultura. In tutta questa enorme complessità neuronale, di reti funzionali, di sistemi della mente, di processi inconsci e di modulazioni della auto-coscienza, si evidenziano dei limiti che inducono modificazioni profonde. Questi limiti riguardano, a livello di base, proprio la funzionalità neuronale fragile e modificabile anche per semplici alterazioni (basta l influenza anche di piccole quantità neurochimiche di sostanze attive a livello epigenetico), per modificazioni indotte da esperienze traumatiche, per frustranti e fastidiose esperienze, per alterazioni indotte da emozioni esasperate, da conflitti affettivi, da difficoltà cognitive o da disordini dell immaginario perché tutta la fantastica costruzione-organizzazione della coscienza dimostri la possibilità di crisi, di esplosioni comportamentali inadeguate, di disarmonie dell equilibrio psico-mentale sia affettivo che cognitivo. COMMENTO E CONCLUSIONI La storia della coscienza che è principalmente coscienza di sé si può dire che nasca con l uomo stesso che si pone domande sulla vita e sulla morte, ma anche sulla capacità di apprendere e di comprendere le dinamiche che regolano il proprio sentire. Di fronte alla complessità del proprio essere, l uomo è stato portato a concepire una forza generatrice al di fuori di sé che ha assunto il valore di spirito, di spirito superiore, di spirito santo e, finalmente, con l organizzarsi della teologia cattolica, di anima unica, unitaria ed eterna, che dà senso ai valori metafisicospirituali dell essente. Lo sviluppo delle scienze e, più modernamente, delle scienze umane ha portato vieppiù a tracciare legami tra la struttura cerebrale e le potenzialità psico-

15 mentali prese come fondamento concettuale e pragmatico di un uomo sapiente, cpacedi prendere coscienza di sé, del proprio comportamento, delle proprie caratteristiche sensibili e senzienti. Purtroppo, la concettualizzazione dogmatica di una presenza animistico-spirituale con caratteristiche di unità, di persistenza ed anche di immortalità hanno fortemente condizionato gli studi neuroscientifici a tal punto che la coscienza, come espressione dell anima, è stata sempre considerata con caratteristiche monastiche che hanno tendenzialmente bloccato ogni idea o proposta evolutiva, legando anche la coscienza di sé ad una razionalità assoluta legata, per altro, a concetti moralistici di bene, di giusto, di santo e di vero. In qualche modo, la cosiddetta anima immortale ha contrastato violentemente l idea di una coscienza legata ad una struttura cerebrale anche se, con sempre maggior efficacia, si sviluppavano le ricerche sulle varie strutture cerebrali che determinano un funzionamento neuro-biologico legato alle capacità di percepire, di reagire emotivamente ed affettivamente, di comprendere e di creare in immagini mentali ed un linguaggio oltre alle capacità relazionali, empatiche, simpatiche e di elaborazione immaginaria. La filosofia e le scienze umane hanno sempre trovato difficoltà ad accettare l idea che dalla materia possa nascere il pensiero o che da una struttura organica, come il cervello, possa generarsi una realtà spirituale, mentale, psichica o anche cognitiva. La volontà negativista di escludere la presenza di Dio per giustificare quello che Cartesio ha chiamato il cogito o res cogitans (lo spirito) in contrapposizione alla res extensa (la materia) è stata la forza dirompente per affrontare gli studi scientifici sulla mente, ma, negli ultimi anni, le neuroscienze hanno permesso di fare grandi passi sulla comprensione del come la mente umana possa concentrarsi per studiare se stessa. Gli studi sulla intelligenza emotiva, ma soprattutto la base culturale delle scienze affettive ed in particolare l insieme degli studi sulla timologia (scienza degli affetti e dei valori) hanno permesso di definire aspetti decisivi sulla comprensione della coscienza. La teoria della mente tetradica, fondata sulla neurofunzionali delle emozioni, degli affetti ( o sentimenti), delle capacità cognitive e delle espressioni intuitivoimmaginarie, è stato un passo fondamentale per scardinare la concezione razionalista della mente e, quindi, per portare alla valorizzazione della relazione come fondamento dello sviluppo delle capacità superiori e specifiche dell uomo. Lo studio delle funzioni affettive e la definizione, sulla base delle esperienze clinico-terapeutiche, della chiralità della mente affettiva ha poi contribuito ad approfondire le connessioni tra mente e struttura (il cervello) su basi evolutive e soprattutto sulla dimostrazione di una enorme complessità neuro-funzionale che inoltre è in continuo rimaneggiamento grazie ad una plasticità cerebrale che, sino a pochi anni addietro, si limitava ad una funzione più o meno attiva determinata dal maggiore o minore uso. Le dinamiche relazionali ed affettive hanno poi suggerito uno sviluppo del linguaggio si una base lessicogenetica legata alle richieste relazionali-affettive ed alle dinamiche culturali, economiche, sociali e di controllo politico. Con tutta questa evoluzione scientifico-culturale veramente complessa, si è arrivati a definire la concettualizzazione della teleologia della mente che, liberata dagli imperativi teologico-finalistici di Aristotele, si è dimostrata una vera

16 fonte concettuale per poter superare la concezione materialistico-meccanicista tanto fideistica come quella tradizionale animistica. Con tutto questo, si è arrivati a poter definire: a) una teleologia della mente basata su: - un sistema funzionale di primo livello che riguarda la funzionalità neuronale, le interferenze indotte da legami fibrillari o di neuromodulatori, le modificazioni indotte dalle esperienze e dai vissuti; - un sistema funzionale di secondo livello costituito dalla cosiddetta mente tetradica che sottende alle organizzazioni funzionali delle emozioni, degli affetti, delle cognizioni e delle espressioni intuitivo-immaginarie; b) una teleologia della coscienza porta il funzionamento psico-mentale a liberarsi dalla obbligatorietà meccanicista dello stimolo-risposta e quindi della necessità di concepire una localizzazione funzionale, aprendo così alla concettualizzazione di una coscienza teleonòmica adatta allo svolgimento di attività timologico-relazionali come il senso comune, il senso della saggezza, del valore della relazione, della comunicazione, delle pari opportunità e della sussidiarietà. A sostegno di questa complessa concettualizzazione sta la scoperta di una funzionalità chiralica (per es. quella affettiva ed empatica), del valore trasformante della identificazione multipla, della complessità polivalente della percezione e, soprattutto, del valore del libero arbitrio che richiama il valore moderno della responsabilità che Platone aveva evidenziato nel suo mito della caverna. L indagine sulla chiralità affettiva porta decisamente a disarticolare quella idealizzazione della verità come fondamento dell essere, della razionalità e dell imposizione di un modello animistico fondato sulla certezza divina del bene che ha portato spesso i filosofi a prendere una posizione quasi dogmatica: il bene è, il male non è. Sulla base di queste considerazioni si è arrivati a considerare che sia proprio la modalità chiralica (dei sentimenti), la molteplicità dell identificazione e la pluralità della percezione a determinare un background di dubbio, di incertezza, di ricerca, di modificazioni e non il senso monolitico della verità a determinare, sostenere e fondamentale lo sviluppo ontologico, l evoluzione della mente (o dei processi mentali ) verso l organizzazione di una coscienza teleologica e delle sue espressioni di sistemi di coscienza. Tutto questo ha portato a sminuire il valore psicogenetici dei processi teleologici della mente (che rispondono ad una complessa struttura neuro-biologico-cerbrale e, quindi, a processi di tipo termodinamico) per dare fondamento psicogenetici a quei riferimenti teleoperazionali indicati da J. Monod come base evolutiva per una mente teleonòmica che ora possiamo indicare come coscienza teleonòmica. In questa concettualizzazione sta la base dello sviluppo di quelle funzioni superiori psichiche, intellettive, spirituali che fanno dell uomo l unico ed indiscusso animale pensante. La base funzionale di questa modalità evolutiva è stata riconosciuta come insita nelle dinamiche della relazione (attività timologico-razionale), nella organizzazione del linguaggio (per il quale la lessicogenetica ha portato a studiare un modello evolutivo che va dal linguaggio vernacolare, al linguaggio oracolare, al linguaggio economico-funzionale, al linguaggio simbolico-razionale), nella organizzazione di una sistema di rapporto sociale basato sulla cultura che è sinonimo di tradizioni,

17 di regole, di rapporti interpersonali e sociali, basati sulla morale e sull etica dei valori o, come dice Hannah Arendt, sull etica del senso comune. In tutto questo, assumono un valore del tutto particolare: - la definizione ontologico-metafisica di Martin Heidegger nel suo esser-ci ; - la costituzione ideologica (fondamento dell idealismo) di Renato Cartesio che con il suo cogito ergo sum dà senso al dubbio e valore alla ricerca dell uomo attraverso lo studio del complesso funzionale della mente, ma anche dei valori impliciti nella res cogitans ; - la grotta di Platone che impone una infinità di domande sul senso dell uomo posto di fronte alla sua responsabilità di scoprire il senso delle sue possibili verità ; - la scoperta di Sigmund Freud del mondo dell inconscio. Tali considerazioni danno sostegno alle conclusioni di Daniel Dennet e Duglas Hofstadter per le quali le persone in realtà non sanno fare calcoli: si limitano a manipolare simboli mentali cercando particolari configurazioni psico-mentali che possiamo, in definitiva, chiamare autocoscienza che permette di creare una infinità di proiezioni psico-mentali che saranno i molteplici e sempre creativi stati di coscienza. Un aspetto veramente nuovo e particolare che nasce dall indagine sulla coscienza, tiene conto di quanto emerso dagli studi sul oggetto genitoriale che risulta fondante per tutto lo psichismo evolutivo del bambino. Nel oggetto genitoriale la madre rappresenta la parte reale, mentre la figura del padre è una verità virtuale o oggetto virtuale creato cioè come ciò di cui lei parla. Sarebbe la madre che parlando del padre crea nel bambino una certezza, una verità sull oggetto-padre. In questo modello teleologico-oggettuale potremmo trovare il senso creativo del vedere un ombra e concludere che fuori c è un oggetto che la proietta che diventerebbe il fulcro di un processo di creazione di verità virtuali che sarebbero le particolari configurazioni di Dennet e Hofstadter. Tutto ciò apre ad una ampia valutazione sulla possibilità del passaggio dal materiale all etereo e cioè di dare alla coscienza quella visone psico-genetica che permette la creazione del mondo psichico, della visione trascendente dell uomo posto in una realtà nuova e simbolicamente vera per la quale può raggiungere le più alte vette del pensiero, dell immaginario, della razionalità, ma anche del senso comune, del libero arbitrio, della evoluzione spirituale che lo spinge alla ricerca di sé anche al di là degli ormai troppo stretti limiti del proprio pianeta, della propria pochezza del proprio umile destino. L oggetto virtuale; nella pratica clinico-terapeutica e nelle considerazioni della psicologia evolutiva; è un oggetto reale, vissuto nell immaginario e, quindi, essenziale per sviluppare la creatività. Questa ha significato nella formazione del pensiero e nelle dinamiche dell organizzazione del Sé (soggettivazione), proprio perché: - riflette le potenzialità affettive positive che sono riferite al senso di valore ( dare valore all altro); - sostiene anche le dinamiche del confronto con l altro (più significativo nella donna) ed anche di opposizione all altro ( più evidente dei maschi); - sviluppa nell immaginario un senso profondo e inconscio di essere in grado di afferrare, nella sua verità, il senso della presenza dell altro ( quali sono le sue intenzioni).

18 Spesso, parlando di mondo virtuale viene fatto riferimento a quella esperienza che, nel rapporto fenomenico con la realtà, viene esperita come percezione multipla. Questo tipo di esperienza nasce dalla relazione tra l oggetto percepito e le reazioni del soggetto nell ambito della mente tetradica, cioè per le concomitanti emotive, affettive, cognitive ed intuitive che vengono attivate dall esperienza. Proprio per l insieme di queste concomitanti la percezione multiple è intesa come capace di creare oggetti parziali che invadono l inconscio, creando vissuti carichi di ansia, di conflitto, di tensione, di disagio tutti vissuti che possono generare reazioni d angoscia, di rabbia ed anche di comportamenti auto ed eteroaggressivi. L oggetto virtuale (per es. la figura del padre creata dal parlarne della madre) è del tutto differente un quanto si crea nell immaginario come oggetto unico e soprattutto carico di verità. In questo ordine di idee, parliamo di coscienza virtuale che crea stati di coscienza caratterizzati da: - un forte senso di verità ; - una costruzione globale ed olistica; - una dimensione intuitiva e decisamente immaginaria proprio perché elaborabile come vissuto storico e che è anche parte di un discorso. In questo, è anche interessante considerare quel fenomeno moderno ed attuale della virtualità dei fenomeni tecnologici. Si tratta dell uso informatico dei giochi che si svolge utilizzando il computer ( ed ora anche i telefonini), che creano un cyberspazio nel quale oggi si naviga anche grazie a speciali caschi e guanti. In questo mondo virtuale e immaginario, il soggetto crea una propria immagine che però è molto differente dall oggetto virtuale (per es. la figura referenziale del padre-totem ) ed inoltre riveste le dinamiche regressive che spesso assumono il ruolo di falso sé, sostenuto da pulsioni narcisistico-onnipotenti, che si specchia in un ambito illusorio di potenza e di superiorità, legato anche ad una perdita del senso della realtà. Le sensazioni piacevoli (il dono del piacere ) generano flussi libidici che possono portare al gioco-ossessivo che induce atteggiamenti regressivi ed anche situazioni di blocco dello sviluppo psichico, sia affettivo che cognitivo. Queste esperienze si dimostrano anche come pericolose perché accentuano le valenze disruptive che riguardano quell atteggiamento psichico-narcisista che si sviluppa come desiderio e volontà di costringere l altro ad adeguarsi alla propria volontà, creando anche atteggiamenti di imposizione di un cambio culturale, sociale, delle regole fondate di convivenza e, in fondo, anche dell apprendimento e della crescita del proprio sapere. Per tornare al problema della coscienza e della coscienza di sé, possiamo sottolineare come la comparsa di stati di coscienza diversi e multipli non deve essere vista come una perdita di soggettività cosciente, ma, al contrario, come organizzazione psichica che introduce in un territorio di coscienza pieno di risorse, di promesse e di possibilità di crescere in modo esponenziale. Questo meccanismo funzionale (che possiamo riferire come tipico della coscienza, da un punto di vista evolutivo può essere considerato come mezzo per ottenere potenzialità psico-percettive e psico-mentali insolite, che genera flussi di rinnovamento, di crescita e di integrazione psico-mentale come, per altro, succede nella considerazione della funzionalità specifica dei sogni che oggi

19 vendono considerati alla stregua di una importante e fondamentale coscienza onirica che può essere considerata come un mezzo per espandere la coscienza tanto da accedere ad una visione allargata dell universo intero e dell universo psico-mentale. Per concludere, possiamo tornare a considerare l importanza degli studi timologici che riguardano l essenza dell uomo e della sua globalità nella ricerca di essere se stessi. Le scienze affettive hanno portato non solo a dare senso alle valenze relazionali, esperienziali e dei vissuti intimi (coscienti ed anche inconsci), ma soprattutto a scoprire quelle dinamiche teleologiche che danno senso alle considerazioni su: - organizzazione di una mente ma anche alla fondamentale e profondamente umana - organizzazione dell auto-coscienza. Questo modello ontologico dello sviluppo psico-mentale, prevede dunque: - lo sviluppo di organizzazioni funzionali e teleologiche di primo e secondo ordine, che portano alla costituzione della mente e della mente tetradica ; - l organizzazione di funzioni teleologiche di ordine superiore che si liberano dei meccanismi organizzativi (cerebro-funzionali) per aprire a funzioni teleonòmiche che permettono la nascita della coscienza che, partendo dalla coscienza di sé, porta alla elaborazione del pensiero, delle espressioni concettuali, simboliche, spirituali e trascendenti che regolano e danno senso alle componenti socio-culturali, volitivo-programmatiche, immaginario-creative, oltre che e soprattutto a quelle potenzialità che permettono di leggere una storia e di tracciare un destino. Queste potenzialità non si organizzano sulla base di una coscienza unica, monolitica ed eterna (che ci porterebbe a concepire una coscienza sovrapponibile alla monade animistica ), ma una coscienza che si organizza sulla base di cambiamenti costanti e continui che creano quelli che chiamiamo stati di coscienza che sono espressione del supporto funzionale-organizzativo di una costellazione funzionale enorme e complessa ( fatta di decine di miliardi di neuroni e migliaia di miliardi di connessioni) che giorno dopo giorno scopriamo (grazie alle neuroscienze) nella sua complessità ed anche in quella base organizzativa che permette l espandersi della coscienza stessa. L organizzazione della coscienza, che è di per sé una caratteristica ontologica, che riguarda cioè esclusivamente il genere umano ( e nella sua specificità ogni uomo), proprio, per la sua intrinseca modalità di auto-moltiplicazione e di autocostruzione-continua, trova la sua base energetico-generativa nelle dinamiche della relazione interpersonale e sociale, oltre che nella organizzazione del linguaggio triadico e di una specifica cultura umanistica, poetica, etica e capace di dare senso alla percezione immaginaria di un destino. Ecco chi sono! è la dichiarazione soggettiva di ogni persona che nel suo senso di sé dà la basi per una propria vocazione, immagine irrepetibile di sé che ogni giorno subisce ristrutturazioni profonde sulla base degli affetti che sono l espressione dei valori insiti nell esser-ci (definito da Heidegger), nei contorni della propria biografia, nel senso strutturante della sguardo dell altro (visione etica di Lèvinas), nelle dinamiche struggenti e creative delle relazioni, nella ricchezza infinita del linguaggio, in quella auto-osservazione che è la base

20 teleonòmica dell essere-cosciente: l uomo nella pienezza ontologica del soggetto che è, come dice Planck, la capacità di meravigliarsi continuamente. Avendo trovato la possibilità di comprendere il passaggio dal materiale-meccanico allo spirituale-trascendente, dobbiamo anche affrontare quella che chiamiamo la prospettiva ontogenetica. L idea dei sistemi di coscienza multipli (quasi che fossero coscienze parziali ) sembra allontanare dalla possibilità di poter giustificare un senso di sé unitario che si concretizza in una dinamica di personalità che giustifica l idea del Sé posto nel mondo, capace di affrontare le difficoltà nella relazione con gli oggetti della realtà, atto ad affrontare le forze oppressive del Super-Io (applicato o implicato), risultato finale di un processo unificatore che libera dalla paura della dissoluzione e della disgregazione psicotica. Il lungo processo di unificazione della coscienza rispecchia la possibilità di superare la molteplicità identificatoria dell Io che porta alla costituzione del Sé e della soggettivazione. Questa spinta unificatrice non è innata e, seguendo l elaborazione filosofica di Lèvinas, si sviluppa nell occhio dell altro, vale a dire, nell ambito della relazione inter-soggettiva. In questo, si può asserire che ha un ampia giustificazione nell ambito dello sviluppo affettivo che, essendo chiralico, risponde ad aspetti anaclitico-altruistici ed anche narcisisticoegoistici. Possiamo anche dire, con le parole di sua santità il Dalai Lama, che il Sé costituisce la sua unità percettiva e volitiva nel orgoglio di sentirsi se stesso e di sentirsi capace di affrontare il mondo. Martin Heidegger ci aiuta a leggere il senso dell auto-coscienza unitaria e soggettiva con il suo essere-in ed anche essere-con. In tutto questo, ci sentiamo di poter affrontare il tema della soggettivazione della coscienza proprio attraverso quella scoperta della realtà virtuale che, frutto del dialogo e della parola è anche frutto del vedere e dell essere visto. In queste esperienze-dialogo-rappresentazionali la realtà virtuale permette di dare verità al senso di sé: ciò di cui l altro parla e, quindi, trovare il senso unitario proprio nella diversità dalla quale emerge comunque sempre una unità nel senso della integrazione visiva, auditiva, geusico, olfattiva, tattile, ma anche nelle dinamiche dell equilibrio, della evoluzione del controllo motorio finalizzato, nello sguardo carico di emozione e di affetto che accompagna la relazione, nel senso di piacere che l esperienza riserva al Soggetto, nell aspettativa del desiderio, ecc.ecc. Il bambino che ripete un gesto o un comportamento in forma quasi ossessiva, dimostra la volontà di essere se stesso che ottiene attraverso una rappresentazione, un assumere un ruolo di personaggio che resta virtualmente sempre se stesso dimostrando come la virtualità non sia un rischio di dissoluzione, ma un mezzo per mettersi alla prova e di uscire dall esperienza con il sorriso sulle labbra che è il sorriso di chi vuole e di chi sa di aver raggiunto un fine, un successo, un dovere, una imposizione che lega ad una legge che è la legge del padre. L esperienza della coscienza virtuale non rappresenta una coscienza carica di dubbio e di insicurezza, bensì una coscienza carica di verità che il soggetto crea, difende, valorizza, riempie di volontà per essere pronta a recuperare non solo lo spazio della coscienza vigile, ma anche quello della coscienza onirica, creando così il vero senso dell unità del Sé-ideale.

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