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1 Gennaio Per loro il vostro aiuto cambia tutto 4 4 pilastri per uno sviluppo duraturo 7 I bambini «bovari» 8 Il volontariato permette di cambiare le vite

2 Trasformare situazioni di morte in situazioni di vita Editoriale E una storia che ci è stata raccontata. Si svolge sulla costa est del Madagascar dopo il passaggio di un ciclone tropicale. Detriti, relitti, tutta una serie di rifiuti di plastica disseminati sulla spiaggia E poi decine di tartarughe capovolte, incapaci di rigirarsi e destinate ad una morte certa. Un giovane cerca di raddrizzare uno di questi animali. Il suo gesto fa sorridere: «Non serve a nulla quello che fai, lascia perdere: di tartarughe così se ne vedono fino all orizzonte.» Il ragazzo riesce a rimettere l animale sulle proprie zampe e l accompagna con lo sguardo mentre raggiunge l acqua «Per quello cambia tutto», risponde. Questa è una storia spontanea che incarna un azione. Ve la raccontiamo oggi per parlarvi del Ciad, dove lavoriamo da molti anni. In questo paese estremamente povero e instabile a causa degli eventi in Darfour, il nostro progetto 63 villaggi avviato nel 25 anniversario di Morija nel 2004 avanza a passo di tartaruga. Ma per i suoi beneficiari cambia tutto. Cinque villaggi possiedono oggi una banca dei cereali, un pozzo, un edificio scolastico in muratura, una farmacia e una biblioteca. Negli altri dieci villaggi sono stati scavati tre pozzi ed è stata costruita sette scuole in mattoni. Il compito è immane ma la mobilitazione locale è reale. Ci siamo recati sul posto alla fine dello scorso anno: questo progetto permette agli abitanti del sud del paese di farsi carico concretamente del proprio sviluppo. Le ultime banche di cereali create con l aiuto di Morija hanno permesso ad esempio agli abitanti del villaggio interessati di ricostituire le scorte alimentari dello scorso anno, salvando delle vite. L abbiamo visto e possiamo testimoniarlo. Vi preghiamo di aiutarci a trasformare situazioni di morte in situazioni di vita. In questa regione del mondo abbiamo visto bambini affamati: la recessione ci colpisce tutti, certo, ma ciascuno dovrebbe poter restare a galla ed incidere sul proprio quotidiano In quest ottica vi invitiamo ad aiutarci in questo trentesimo anno di vita della nostra associazione. La squadra Morija Associazione umanitaria En Reutet 1868 Collombey-le-Grand Tél Fax relat.publique@morija.org CCP Associazione senza scopo di lucro Fondata nel 1979 conformemente agli Articoli 60 e seg. del Codice Civile Svizzero Sede sociale: Collombey-le-Grand (VS) Revisore dei conti: Fiduciaire R. Künzlé SA Monthey Scopo Assistenza al bisognoso popolo africano, del Sahel in particolare, senza distinzione alcuna di razza o religione. I 3 pilastri dell aiuto sono l intervento di emergenza il miglioramento delle condizione di vita i progetti di sviluppo Lo spirito con cui viene offerto il nostro aiuto trova le sue origini nel Vangelo. Mensile d informazione Redazione: Morija Grafia e stampa: Jordi SA, Belp Prezzo dell abbonamento: CHF 25. / 15. Abbonamento di sostegno: CHF 50. / 30. Qualsiasi contributo sarà ben accetto. GRAZIE Misto Cert no. SQS-COC FSC

3 La sicurezza alimentare: una priorità La creazione di banche dei cereali ha una parte integrante del progetto 63 villaggi dallo scorso anno. Obiettivo: migliorare la sicurezza alimentare nella savana tra due raccolti. Il progetto ha avuto una fase iniziale difficile a causa del repentino aumento dei prezzi del cereale. Una banca dei cereali? Il principio è semplice: per i responsabili dei villaggi si tratta di acquistare i sacchi di cereali al momento dei raccolti quando i prezzi sono più abbordabili. Essi li conservano poi in un locale nominato «banca cereali» e gestito da una o due persone appositamente formate, rivendendoli poi per piccole quantità alla popolazione, all inizio del periodo di saldatura (ndr: da luglio a ottobre), a prezzi giusti e abbordabili. Essi cercano di produrre un piccolo utile da un lato per ricostituire lo stock per l anno successivo e dall altro per permettere al villaggio di avviare progetti finalizzati a migliorare le condizioni di vita. Gli abitanti di Béhomon hanno anche potuto, grazie al limitato guadagno realizzato con le vendite, elaborare un progetto di scavo di WC pubblici, e finanziare l acquisto di un altro terreno per la scuola del villaggio. «Senza la banca dei cereali avremmo seppellito molti morti» A causa dell aumento dei prezzi delle derrate alimentari che ha scosso il paese da inizio 2008, la creazione di banche di cereali ha interessato solo 3 dei 4 villaggi previsti, cioè Bormante, Béhomon e Sewé che hanno beneficiato del progetto. I responsabili dei comitati di gestione hanno immagazzinato al loro interno solo 78 sacchi invece dei 100 inizialmente previsti. In ciascuno dei villaggi la vendita di cereali viene effettuata come previsto per piccole quantità da 1 langa (1,25 kg), consentendo così ai più poveri di accedere facilmente a queste derrate alimentari (sorgo e miglio). Tutti i villaggi hanno notato l importanza del sistema in un contesto segnato dal calo dei raccolti. Il capo villaggio di Sewé ha ad esempio confidato che «senza la banca dei cereali avremmo seppellito molti morti». I bambini restano le prime vittime della fame I villaggi interessati da queste banche di cereali si sono interamente appropriati del progetto. La formula mira ad attenuare la speculazione dei commercianti di cereali. Questa creava fino ad allora un circolo vizioso a livello della produzione locale, mentre la popolazione era obbligata a riacquistare a prezzo d oro il proprio raccolto prima venduto a basso prezzo. La costituzione di queste banche di cereali permette dunque di immagazzinare i raccolti locali, pur rivendendoli ad un prezzo equo nel periodo di saldatura. Nel 2008 il progetto è stato ampliato ai villaggi di Monron I e Ngonbé Kya. Si auspica che anche i villaggi circostanti beneficino di questa riserva alimentare. Mikaël Amsing Responsabile programma La costituzione di uno stock di base (circa 100 sacchi kg a villaggio) e la formazione degli amministratori ammontano in media a CHF / a villaggio. Chiediamo la vostra collaborazione per la costituzione di un alimentazione auto gestita!

4 4 pilastri per uno sviluppo duraturo Istruzione Costruzione e ed equipaggiamento di una scuola in muratura per sostituire le capanne in cui si teneva la classe fino a quel momento. Costruzione e sistemazione di una biblioteca aperta agli allievi e alla popolazione locale. Accesso all acqua Costruzione di un pozzo. Sensibilizzazione e prevenzione delle malattie legate all acqua. Sicurezza alimentare Costruzione e instaurazione di una banca di cereali. Formazione di un gestore. Creazione di un fondo di rotazione di cereali per 1 anno, prima autofinanziamento Il progetto 63 villaggi mette l accento sulla scolarizzazione dei bambini Nel sud del Ciad le distanze tra i villaggi sono tali che le infrastrutture sono concentrate solo nel tessuto urbano. In ambiente rurale le popolazioni sono spinte all esodo, oppure diventano protagoniste del loro sviluppo subentrando allo Stato. Le scuole comunitarie nella savana gestite dalle associazioni dei genitori degli alunni (APE) sono un bell esempio di responsabilizzazione a livello locale. Alcune di queste scuole sono raggruppate in federazioni. Questo accade per la federazione delle scuole primarie cristiane ECC), con cui Morija lavora in partnership all interno del progetto 63 villaggi. Questo progetto é stato avviato nel 2004 costruendo scuole in muratura e scavando pozzi in vari villaggi, poi si è sviluppato e comprende attualmente 4 interventi: CHF 30. / 19. offrono a 3 bambini una scolarizzazione in buone condizioni CHF 68. / 39. permettono ad un intera famiglia l accesso all acqua potabile Salute della comunità Costruzione e insediamento di una farmacia che prodiga le prime cure alla popolazione locale. Acquisto di uno stock di medicinali in collaborazione con un medico autorizzato dallo Stato. Formazione e gestione, pronto soccorso e prime cure prodigati dalla Croce Rossa del Ciad. Costruzione di latrine. Ogni anno questo progetto riguarda in generale 2 di 4 villaggi, selezionati secondo criteri stabiliti in collaborazione con la FECC. Ogni volta gli abitanti sono chiamati ad essere protagonisti dei cambiamenti proposti, in particolare assicurando la manodopera e la raccolta di materiali di costruzione. Morija Svizzera Scheda segnaletica del progetto 63 villaggi Zona d azione: Prefettura del Moyen Chari (sud del Ciad) Popolazione: abitanti Popolazione beneficiaria: ca abitanti Tasso di alfabetizzazione nella zona del progetto: 10,7% Percentuale nazionale di accesso all acqua potabile: 20% Percentuale nazionale della copertura sanitaria: 30%. CHF / permettono ad un villaggio di costruire una scuola in muratura (3 classi), una biblioteca, una farmacia e una banca di cereali

5 Bilancio del progetto 63 villaggi con i primi interessati Perché le realizzazioni non sono più rapide? Joël Vi sono innanzitutto alcuni fornitori del progetto che impiegano tempo nel realizzare il loro compito: ad esempio, il medico incaricato di mettere i medicinali a disposizione nei villaggi teme di subire aggressioni durante gli spostamenti, con l insicurezza che ne deriva. Ciò ritarda l avviamento delle farmacie. Poi si può affermare che le distanze e il cattivo stato dei sentieri nella regione di intervento della FECC spiegano il prolungamento dei tempi! Ferdinand Ad esempio, durante la stagione delle piogge, alcuni villaggi collegati alla strada principale con sentieri divenuti impraticabili sono rimasti isolati: impossibile percorrerli anche con un veicolo come un 4 x 4 o un camion. Joël (a sinistra) e Ferdinand (a destra) con due animatori locali Durante il suo soggiorno in Ciad, Mikaël Amsing ha interrogato Joël Ranmadje, presidente della FECC e Ferdinand Itondjibaye, assistente al coordinamento, sull impatto del progetto 63 villaggi. Anche se c è ancora molto da fare le infrastrutture create sono una vera benedizione per gli abitanti interessati! Quali sono le attuali priorità? Joël Tutto è prioritario! I pozzi lo sono perché si sa che l acqua potabile permette un netto calo delle malattie. La costruzione dell edificio scolastico in muratura permette il rientro in ottobre, mentre di solito gli abitanti del villaggio possono costruire le capanne solo dopo il raccolto perché si servono dei gambi di miglio per fare il tetto Joël Un altro esempio, al fine di illustrare lo stato dei sentieri durante la stagione delle piogge: per percorrere la distanza di 5 km, tra Nguéré e Manda, la maggior parte dei veicoli impiegano 2 ore! Un camion ha persino impiegato 4ore l anno scorso per superare questo tratto a causa dei numerosi buchi E per il fango almeno una decina di veicoli si sono rovesciati! Un ultimo aspetto sono i limiti finanziari della FECC e di Morija. Tutti questi progetti hanno un costo importante, e sosteniamo in tutto 63 villaggi. Quale messaggio vorrebbe fare passare in Europa? Joël Abbiamo sempre bisogno dell aiuto dei donatori di Morija e siamo profondamente riconoscenti per quello ricevuto dalla realizzazione delle varie infrastrutture previste. Il progetto 63 villaggi è diventato un programma con vari aspetti, e abbiamo bisogno di loro per continuare, finché non raggiungeremo l autosufficienza finanziaria. Intervista raccolta da Mikaël Amsing Le latrine: un cammino ancora lungo Circa 2,6 miliardi di persone nel mondo vivono senza impianti sanitari adeguati. Di fronte a questa constatazione, l ONU aveva lanciato a fine 2007 una serie di iniziative destinate alla lotta contro le mancanza di salubrità ed igiene. Dichiarando il 2008 anno internazionale del risanamento contava di lottare contro condizioni sanitarie deplorevoli che provocano ogni settimana il decesso di quasi persone nel mondo. Nel quadro del suo progetto 63 villages, Morija mette l accento sulla costruzione di latrine accanto agli edifici scolastici per incoraggiare gli allievi ad usarle. I maestri comunitari insegnano quindi ai bambini i principi elementari di igiene, ma si deve constatare che la sensibilizzazione è ancora.lunga per raggiungere risultati soddisfacenti. In effetti i bambini usano le latrine quando sono a scuola, ma una volta a casa, dopo la scuola, le buone abitudini si perdono rapidamente. Le latrine scolastiche cercano di dare l esempio, ma gli abitanti di villaggi in generale non costruiscono simili infrastrutture. M.A.

6 Incontro con i maestri comunitari Yambe Ngaryenan, Médard Guiryenge e Nanalbe Mouneyera sono 3 dei 6 maestri comunitari della scuola del villaggio di Sewé. Yambe, che è anche preside della scuola, è diplomato e ha seguito i tre tipi di formazioni dispensati dalla FECC e quelli della Banca mondiale (livelli 1 e 2). E un maestro che inizia il 12 anno di insegnamento. Médard e Nanalbe sono stati formati nel quadro della FECC e della Banca mondiale (livello 1). Insegnano nella scuola rispettivamente da 13 e 8 anni. Tutti e 3 hanno una vocazione all insegnamento, «Siamo tutti originari del villaggio e ci restiamo per aiutare i più giovani a cavarsela. Una scuola pubblica esiste a Sewé, ma è piena e la maggior parte dei genitori non può pagare le rette». Nanalbe e Médard, due maestri comunitari del nostro progetto I maestri comunitari sono professori impegnati nello sviluppo della loro regione d origine, Sono pagati dai genitori degli alunni circa CFA al mese (CHF 25. / 15. ), insufficienti per vivere correttamente anche nella savana. Essi coltivano il loro campo nella stagione delle piogge per integrare lo stipendio. La scuola comunitaria è più abbordabile per i genitori e dispensa anch essa un insegnamento di qualità: «Ad ogni rientro scolastico diversi genitori ritirano i figli dalla scuola pubblica e li mettono nella scuola comunitaria che ottiene migliori risultati», affermano. La maggior parte dei genitori è cosciente della necessità di mandare i figli a scuola, ma la scolarità per tutti resta una sfida difficile: un quarto dei bambini del villaggio non è scolarizzato, spesso per la mancanza di mezzi finanziari per i genitori. Mikaël Amsing La partecipazione locale è la parola chiave Oltre alla volontà di svolgere in loco azioni che favoriscono il compimento degli obiettivi del millennio per lo sviluppo, in particolare l accesso all acqua, alla salute e all educazione per tutti, l ancoraggio strategico principale del progetto 63 villaggi risiede nell azione locale partecipativa. La partecipazione dei genitori degli allievi all educazione dei figli è per noi un segno forte nella prospettiva dell autogestione. Il coinvolgimento del nostro partner, la FECC, è una garanzia del controllo quotidiano del progetto. Questo progetto è un esempio riconosciuto dallo Stato nel perseguire la scolarizzazione femminile, e il successo riscontrato (il 42% degli alunni scolarizzati sono femmine) è il frutto di un lavoro di sensibilizzazione importante presso i genitori. L integrazione delle diverse sfere della vita del villaggio nel progetto è una garanzia di sviluppo duraturo, La banca dei cereali permette di migliorare le situazioni di dominazione e dipendenza di cui sono vittime i piccoli coltivatori nei confronti dei commercianti, che speculano sui prezzi dei cereali dopo il raccolto e durante il periodo di saldatura. In un contesto di salita dei prezzi, le derrate alimentari sono oggi più che mai una posta in gioco di grande portata. All interno delle associazioni dei genitori degli alunni l integrazione delle donne è importante a livello decisionale. Il raggruppamento in federazione e la partnership con una ONG del Nord hanno permesso alle scuole FECC di essere riconosciute come protagonisti ufficiali dell istruzione in Ciad. Morija Svizzera

7 I bambini «bovari» Il bambino bovaro, il nuovo schiavo del sud del Ciad. (nota: Queste 2 fotografie non hanno relazioni dirette con il testo) Un nuovo tipo di schiavismo colpisce i bambini del Ciad: la definizione «Fenomeno del bambino bovaro» nasconde una pratica disastrosa che riduce numerosi giovano allo stato di mercanzia. Si tratta di uno scambio tra popoli di agricoltori e popoli di allevatori nel sud del Ciad Nelle regioni del Moyen Chari e del Mandoul gli agricoltori che vivono solo di magre produzioni agricole e sono limitati da mezzi di produzione oggi desueti (bue, aratro) decidono di mettere i figli al servizio degli allevatori. Il vantaggio di questo baratto sono due vitelli per lavorare il terreno. Il bambino scambiato viene allora impiegato per lavorare da 11 a 12 mesi. L allevatore che prende il bambino lo considera una proprietà sulla quale ha diritto di vita e di morte. L allevatore che prende il bambino lo considera come una proprietà sulla quale ha diritto di vita e di morte. su ordine dell allevatore per fare pascolare le bestie, ma dall altro viene cacciato dagli agricoltori armati di lance e coltelli, come cacciagione. Molti bambini bovari muoiono in questi scontri. Queste notizie sono inaccettabili per svariati motivi. Inoltre non è raro vedere che, invece di destinare i vitelli per lavorare il terreno, i genitori che li hanno ottenuti in cambio dei figli li vendono in seguito per ovviare ad altri problemi finanziari Ferdinand Itondjibaye Maranri Assistente coordinatore alla FECC Un bambino = 2 vitelli da lavoro Il bambino bovaro è obbligato ad alzarsi verso le 5 del mattino e ad andare a dormire la sera tardi, cioè dopo tutti gli altri. Talvolta non dorme nemmeno la notte per vegliare sulla mandria, che può contare fino a 600 capi. Il bambino è visto così come uno schiavo. Per un lavoro fatto male o non fatto può essere legato e picchiato dal sedicente «padrone». Alcuni soccombono o si ritrovano brutalmente mutilati. Mentre le altre persone del gruppo dormono al riparo delle tende, il bambino bovaro resta fuori, in mezzo al bestiame, sotto la pioggia, al freddo, esposto alla fauna e a tutti i generi di pericoli. Talvolta si trova nel mezzo di una contesa tra allevatori e agricoltori: da una parte deve condurre gli animali nei campi degli agricoltori

8 Si possono cambiare le vite Giornata di Solidarietà per il Sahel, fiera di Santa Caterina: i volontari svizzeri sono una fucina di idee per fare conoscere le esigenze dei più poveri del pianeta. Ciascuno può mobilitarsi per un mondo più giusto! «Cosa mi spinge a partecipare ad uno stand Morija come volontario? Di recente ho pensato all enorme fortuna di vivere oggi qui in Svizzera. Poi mi sono ricordata che molte persone della mia generazione vivono ancora in condizioni drammatiche, troppo spesso dimenticate», afferma Géraldine, 27 anni. «Donando un po del proprio tempo si possono cambiare delle vite. E sapendo questo mi sento molto motivata a partecipare a questa giornata», le fa eco Malaika. Queste due giovani donne hanno partecipato alla giornata Solidarietà Sahel, organizzata sabato 8 novembre scorso in varie città del cantone romando. Alcuni volontari hanno gestito stand Morija nei centri commerciali a Genève, Allaman (VD), Martigny, Monthey, Sion, Sierre, Conthey e Bulle. Sono stati raccolti più di CHF Molti hanno portato dolci e torte, deliziosi fondenti, biscotti, caramelli per la gioia dei palati più raffinati Ad Allaman, Fabienne aveva preparato squisiti cornetti ripieni. Nel Vallese un altro volontario aveva confezionato vasetti di fiori graziosamente decorati, riempiendoli di deliziosi biscotti. Alcune belle idee dei volontari di Morija alla fine dello scorso anno Il 24 novembre, Morija era anche presente anche alla fiera di Santa Catherine de Sierre. Pur essendo cambiata nel corso degli anni, questa manifestazione è rimasta un luogo di incontri cordiali e di ritrovi inattesi, per bere assieme vini del Vallese e piatti tradizionali in un atmosfera festosa. Due mesi fa le strade innevate si sono riempite di ambulanti, di odori e di musiche varie. Malgrado il freddo tutti sono ripartiti pieni di ricordi e con alcuni regali natalizi qualcuno comparso quest anno nell assortimento di artigianato dello stand Morija! Morija ha bisogno di voi! Potete organizzare anche voi un azione di volontariato nella vostra regione. Alexandra è a disposizione dei francofoni per consigli e sostegno nelle loro iniziative: tel alexandra.jacquiard@morija.org Le persone di lingua tedesca e italiana contatteranno Christine: tel christine.paccaud@morija.org