Scambio di opinioni con Joaquín Almunia, Commissario responsabile della concorrenza
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- Franca Martini
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1 TITOLO Riunione della commissione ECON LUOGO E DATA 17 e 18 marzo 2014 Parlamento Europeo Rue Wiertz 60, 1040 Bruxelles ORGANIZZATORE Commissione ECON Relazione Adesione della Croazia alla convenzione del 23 luglio 1990 relativa all eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate Pablo Zalba Bidegain (Vicepresidente, Partito Popolare Europeo) ha letto una dichiarazione dell onorevole Slawomir Nitras (Europarlamentare, Partito Popolare Europeo) assente alla riunione, inerente all adesione della Croazia alla convenzione del 23 luglio 1990 per l eliminazione della doppia imposizione in caso di rettifica degli utili delle imprese associate. Nessuno dei relatori ombra ha espresso obiezioni in merito. È stato proposto un emendamento da parte dell onorevole Ruža Tomašić (Europarlamentare, Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei), concernente la necessità che le modifiche, introdotte con l adesione al trattato, non ricadano sui contribuenti. Il relatore ha ritenuto l emendamento ragionevole ed ha proposto di procedere alla votazione della relazione così come emendata. Ramon Tremosa i Balcells (Europarlamentare, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l Europa) ha espresso il suo parere positivo al documento: esso consente alla Croazia di diventare a pieno titolo Membro dell Unione Europea. Ivana Maletić (Europarlamentare, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l Europa) è intervenuta per ringraziare l onorevole Nitras e tutti coloro che hanno collaborato al dossier e per sottolineare l importanza, soprattutto per gli imprenditori croati, dell emendamento da approvare. Scambio di opinioni con Joaquín Almunia, Commissario responsabile della concorrenza Il commissario Almunia ha aperto il suo intervento ringraziando la Commissione per i positivi contributi che ha apportato nel corso degli ultimi quattro anni ed ha focalizzato l attenzione su ciò che vuole portare a termine nei prossimi mesi, prima della conclusione del suo mandato. Innanzitutto la direttiva sui danni ai privati, la cui adozione si auspica abbia luogo prima delle imminenti elezioni europee. Si tratta di una direttiva indispensabile, in primo luogo, per un esecuzione piena delle politiche sulla concorrenza, 1
2 sia dal lato pubblico che privato e, in secondo luogo, per compensare i casi di violazione della medesima e garantire una certa uniformità a livello europeo. Le politiche della concorrenza e il mercato unico sono due elementi della stessa questione: bisogna integrare meglio le diverse economie a vantaggio di un interpretazione europea. Per quanto riguarda le questioni inerenti al settore finanziario, la normativa quadro sugli aiuti statali, per favorire il riequilibrio di questo settore e ridurre il ricorso al denaro dei contribuenti, è stata revisionata nell estate Ora si sta lavorando con le banche di alcuni Paesi, quali la Grecia, Cipro, l Irlanda, la Spagna e il Portogallo, al fine di adottare delle decisioni chiave che permettano di chiarire l utilizzo del denaro nazionale e degli altri strumenti di sostegno finanziario. Ulteriori questioni concernenti il settore finanziario riguardano la richiesta di apertura di inchieste specifiche da parte dell antitrust su alcune banche che hanno preso parte alle discussioni sul LIBOR e l invito a fare chiarezza sui tassi di interesse derivati in relazione al franco svizzero al fine di evitare eventuali collusioni che possono comportare lo sfruttamento di prodotti di prima necessità. Sono state aperte altre inchieste in diversi settori quali quello energetico, automobilistico, delle telecomunicazioni, dell aviazione, oltre all inchiesta Google. Pablo Zalba Bidegain (Vicepresidente, Partito Popolare Europeo) è intervenuto per chiedere al commissario dei chiarimenti sul caso Google, in particolare per capire se si avrebbe potuto ottenere di più attraverso il coinvolgimento in un contenzioso ufficiale. Almunia ha risposto facendo un confronto con quanto avvenuto negli Stati Uniti in relazione allo stesso caso. La Federal Trade Commission ha concluso i suoi lavori nel dicembre del 2012 sostenendo che la situazione fosse accettabile. La presenza di Google negli USA è forte, ma non tanto quanto in Europa (70% contro il 90% europeo). Le due situazioni sono molto diverse. L inchiesta ora è entrata in un altra fase e si auspica di giungere ad una conclusione entro la fine del mandato della commissione (ottobre 2014). Nel caso specifico si parla di lotta alla posizione dominante (art. 9 del Reg. CE 1/2003) per cui bisogna cercare delle proposte, dei compromessi che possano diventare vincolanti ed eliminino l ostacolo alla concorrenza. Antolín Sánchez Presedo (Europarlamentare, gruppo Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento) si è rivolto al commissario chiedendo, sempre in relazione al caso Google, come intende risolvere il problema legato ai danni che sono stati provocati. Nella risposta Almunia ha sottolineato che un abuso di posizione dominante va corretto attraverso un esecuzione obbligata ed una compensazione dei danni. Deve però esserci un uguaglianza d intervento tra le autorità dei diversi Stati membri e non sempre le autorità nazionali che sorvegliano la concorrenza hanno risorse tali da poter realizzare il loro incarico con efficacia e la possibilità di dotarsi di strumenti specifici. Elisa Ferreira (Europarlamentare, Gruppo dell Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo) è intervenuta per sottoporre due quesiti al commissario: il primo aveva ad oggetto le regole di concorrenza e gli aiuti di stato, con particolare riferimento agli strumenti di stabilizzazione governativa. Questi strumenti non sono previsti nell SRM, dove è richiesta la condizione dell 8% della responsabilità totale come limite dell attivo e vigono differenze anche per l utilizzo dei fondi. All interno dell unione bancaria esistono sistemi diversi e la domanda concerneva proprio il rischio di disfunzione tra ciò che viene richiesto all interno dell unione bancaria e ciò che viene 2
3 richiesto al di fuori di essa. La seconda domanda riguardava invece il forte ruolo che il Parlamento vuole dare alla Commissione nelle azioni di risoluzione per meglio capire se quest ultima è in grado di organizzarsi per controllare eventuali abusi di fondi in breve tempo senza mettere a repentaglio la qualità del processo. Il commissario Almunia, in merito al primo quesito, ha risposto sostenendo che, nell applicazione delle regole sugli aiuti di Stato, bisogna ricorrere ad una sorta di par condicio in quanto il quadro giuridico per la risoluzione bancaria non è uguale per tutte le banche, con differenze tra quelle che fanno parte dell unione bancaria e quelle che non vi rientrano. Esistono ad oggi delle difficoltà tecniche che vanno appianate. Quanto al ruolo della Commissione, Almunia ha sostenuto che essa deve intervenire, ma che devono esserle concessi tempi, scadenze e procedure ragionevoli per poterlo fare. Wolf Klinz (Europarlamentare, Gruppo Alleanza dei democratici e dei Liberali per l Europa) ha interrogato il commissario Almunia a proposito delle regole sulla concorrenza a livello globale, in particolare quelle di Cina e Brasile, in qualità di economie emergenti. Almunia ha risposto che l Unione Europea intrattiene relazioni soddisfacenti con questi Paesi, sulla base di memorandum d intesa e contratti bilaterali. Nel 2013 è stato stipulato un memorandum d intesa con due delle tre autorità cinesi e ci sono stati dei contatti con le autorità indiane, brasiliane e russe. L OCSE si offre come piattaforma di dialogo e, con la sola eccezione delle autorità cinesi, tutti partecipano alla rete internazionale sulla concorrenza che è stata istituita undici anni fa. Si tratta di una piattaforma informale e utile per lo scambio di esperienze e per discutere questioni particolari. Audizione pubblica sul partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) e regolamentazione sui servizi finanziari L audizione è iniziata con la presentazione di Nadia Calviño (Vice direttore di DG MARKT, Commissione Europea), che ha ricordato lo sforzo profuso in anni recenti per la regolamentazione dei mercati finanziari, volto ad evitare una nuova crisi economica. Visto il ruolo fondamentale svolto dagli Stati Uniti nel mercato finanziario globale, appare naturale la necessità di pervenire ad una intesa che assicuri la cooperazione in tema di regolamentazione dei mercati. L obiettivo dovrebbe essere la definizione di un sistema di mutuo riconoscimento delle regolamentazioni basata sui risultati che esse devono ottenere, attraverso la creazioni di specifiche commissioni bilaterali che valutino l equivalenza delle legislazioni. L eliminazione di ridondanze e buchi nella legislazione deve comunque assicurare il mantenimento dei risultati finora ottenuti in termini di protezione dagli shock sistemici. Trasparenza ed accountability devono essere pilastri fondamentali dell accordo. Prof. Chris Brummer (Professore di Diritto, Georgetown University) ha ricordato che qualsiasi accordo venga raggiunto, esso dovrà essere ratificato dai rispettivi organi legislativi e deve dunque tenere in considerazione i legittimi interessi delle parti in causa. Brummer ha dunque suggerito tre cose che l Unione Europea non dovrebbe fare nel prossimo round di negoziazioni: - non focalizzarsi sulle regole di accesso ai mercati, già presenti a livello multilaterale, ma su elementi nuovi quali lo scambio d informazioni, la protezione degli investitori, 3
4 la cooperazione regolatoria e la stabilità finanziaria; - non tentare di introdurre riforme sostanziali che obblighino a cambiare la legislazione interna degli Stati Uniti; - astenersi dalla creazione di un sistema formale di risoluzione delle controversie. L obiettivo delle negoziazioni dovrebbe essere, invece, il rafforzamento del quadro di cooperazione transatlantica che assicuri un approccio coordinato ai problemi di regolamentazione che si presenteranno nel futuro e che riduca le divergenze. Secondo Thierry Philipponnat (Segretario Generale di Finance Watch), tre sono i fattori necessari ad assicurare convergenza nelle regolamentazioni: - mettere l interesse pubblico al primo posto; - pensare in maniera globale, come fanno gli attori finanziari; - serve convergenza anche nella sorveglianza sui mercati, e non solo nella regolamentazione. Secondo l oratore, il TTIP non aiuterebbe a raggiungere questi obiettivi. Per quanto riguarda la gerarchia degli interessi, il TTIP sembra perseguire la massima liberalizzazione piuttosto che la regolamentazione. In secondo luogo, dato che si tratta di un accordo bilaterale, esso finirebbe per indebolire la convergenza regolatoria assicurata da altri strumenti multilaterali già presenti (FSB, BCBS, IOSCO, etc.). Infine, esso non prevede alcun meccanismo di convergenza in termini di sorveglianza sui mercati. La maggiore preoccupazione è che il TTIP spinga ad una sempre maggiore deregolamentazione dei servizi finanziari, impedendo al legislatore di prendere le misure che ritiene necessarie. E poi intervenuto Edward Bowles (Membro dell Advisory Group sul TTIP della Commissione Europea), sottolineando come il TTIP potrebbe essere l ultima opportunità per USA e UE di accordarsi su di un quadro regolatorio che abbia valore mondiale, prima che i mercati emergenti abbiano una influenza decisiva nella materia. I sistemi di dialogo transatlantico oggi in vigore sono superati e richiedono ampia revisione. Inoltre, con la crisi economica, molti governi hanno tentato di porre rimedio alle fragilità strutturali dei sistemi finanziari, causando il moltiplicarsi dei livelli regolatori e della burocrazia, senza un reale impatto sulla stabilità finanziaria. I due obiettivi che dovrebbero essere perseguiti dal TTIP sono la cooperazione e la coerenza regolatoria, proponendo una serie di principi, strumenti e metodologie su cui le due parti possano basare il proprio policy-making, sempre nel rispetto della libertà di legiferare delle parti. Secondo Karel Lannoo (Direttore Generale e Ricercatore Senior presso il CEPS), i benefici del TTIP sono chiari, ma limitati e difficili da stimare. Esso si inserisce nel solco di un momento politico in cui molti accordi di libero scambio stanno venendo conclusi (con la Corea, ad esempio). In questo contesto, i servizi finanziari devono sempre essere inclusi negli accordi finali, assicurando particolare cautela a non creare incentivi alla deregolamentazione, ma allo stesso tempo creando un quadro di cooperazione soprattutto nei settori più de-sincronizzati (ad esempio, mercato dei derivati). A chiusura del ciclo di interventi, Ken Monahan e Christopher Payne (rispettivamente Senior Policy Analyst e Economista Finanziario Senior presso Bloomberg Government) hanno brevemente presentato le ragioni della resistenza opposta dall amministrazione 4
5 Obama ad includere i servizi finanziari nel TTIP. La causa fondamentale di questa resistenza si trova essenzialmente nel timore che l accordo transatlantico possa compromettere l implementazione della recente legge di riforma dei servizi finanziari (c.d. Dodd-Frank Act), nella convinzione che molte normative che essa contiene siano più efficaci di quelle Europee. Secondo Monahan e Payne, l amministrazione Obama non accetterà le richieste della UE in tema di cooperazione regolatoria, sebbene potrebbe essere possibile raggiungere un accordo più limitato che preveda, ad esempio, consultazioni reciproche in caso di nuove legislazioni, senza però limitare la potestà legislativa del Congresso. Un tale accordo, che preveda anche l eliminazione di barriere tariffarie e non tariffarie nei commerci di beni, potrebbe essere accettabile per il Congresso. Scambio di opinioni con Michel Barnier, Commissario responsabile del mercato interno e dei servizi Il commissario Barnier ha dichiarato che la priorità assoluta ora è quella di trovare un accordo sul secondo pilastro dell unione bancaria perché un sistema bancario europeo non può essere affiancato ad un meccanismo di risoluzione interstatale. Bisogna creare un sistema di risoluzione unico, credibile e che permetta di accedere a risorse sufficienti. Per quanto concerne il ruolo del Consiglio, il commissario ha dichiarato che la situazione attuale è troppo complicata e ritiene opportuna una limitazione dello stesso ad un veto sulle proposte della Commissione limitatamente a due situazioni: quando ritiene che il dispositivo di risoluzione proposto non sia rispettoso dell interesse pubblico e quando la Commissione prevede di utilizzare importi più elevati rispetto a quelli previsti. Per quanto riguarda l esecuzione delle misure di secondo livello del CRD IV (composto di un regolamento e di una direttiva), il commissario ha affermato che la loro esecuzione rafforzerà la solidità del settore finanziario europeo e tutelerà il finanziamento dell economia reale. Tutti gli Stati membri stanno lavorando alla trasposizione della direttiva, ma solo due l hanno effettivamente realizzata. Le RTS (norme tecniche di regolamentazione), adottate dalla Commissione, sono coerenti da un punto di vista giuridico. Per la loro adozione la Commissione si è adoperata affinché il testo del secondo livello fosse rispettoso di quello del primo. Come sfida futura, Barnier ha dichiarato di volersi impegnare nella riforma strutturale delle banche: la proposta è giunta proprio da quegli istituti bancari che si ritengono troppo grandi per poter fallire e che devono essere aiutati con denaro pubblico. L obiettivo, oggi, è di trovare un buon equilibrio tra stabilità, trasparenza dei mercati finanziari e costi di tali misure. Werner Langen (Europarlamentare, Partito Popolare Europeo) si è rivolto al commissario per porre una domanda relativamente agli atti delegati della Commissione e su come intende gestire e garantire il potere di verifica su tali atti fino alla fine di settembre. Barnier ha risposto sostenendo di aver richiesto all EBA di procedere più velocemente nell applicazione di alcuni testi per evitare che ogni Paese membro faccia da sé. Ha poi dichiarato di voler rispettare l impegno assunto con il caso EMIR, soprattutto per quanto riguarda i termini e la volontà di cooperazione con il Parlamento. Philippe Lamberts (Europarlamentare, Gruppo Verde/Alleanza libera europea) ha chiesto 5
6 al commissario Barnier se può essere richiesta maggiore rigorosità in merito agli atti delegati. Per quanto riguarda la forma degli atti delegati, Barnier ha trasmesso formalmente al Parlamento la proposta di standard elaborata dall EBA. Quest ultima ha predisposto quindici criteri qualitativi (è sufficiente la rispondenza a uno solo di essi perché un istituto bancario sia inquadrato come potenziale risk taker) e tre quantitativi. Il testo così com è predisposto ingloberà la quasi totalità dei material risk takers. Anni Podimata (Gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento Europeo) ha preso la parola per porre due domande a Barnier: la prima concernente la sussistenza del rischio che gli stress test, ai quali vengono sottoposte le banche, siano realizzati senza i nuovi strumenti mentre la seconda inerente al terzo pilastro dell unione bancaria e la possibilità di realizzare un fondo unico di garanzia dei depositi. Il commissario ha risposto che gli stress test, per il momento, vanno effettuati con gli strumenti a disposizione. Se una banca si rivela fragile bisogna ricorrere agli strumenti attuali almeno fino al quattro novembre 2014 quando entrerà in vigore il nuovo sistema di supervisione operato dalla BCE. Per quanto concerne la seconda questione, gli attuali ventotto fondi di garanzia nazionali sono collegati tra loro, ma un fondo europeo non è ancora stato realizzato. LINK ECON ECON Eseguito da: Serena Fantuz UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B Bruxelles Tel Fax bruxelles8@bruxelles.ven.camcom.it 6
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