Le Radiazioni Ionizzanti e non Ionizzanti in ambito sanitario: aspetti fisici e normativi

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1 Le Radiazioni Ionizzanti e non Ionizzanti in ambito sanitario: aspetti fisici e normativi Dr. Domenico Acchiappati Direttore S.C. Fisica Medica AUSL Modena d.acchiappati@ausl.mo.it

2 Le Radiazioni Ionizzanti Si indicano come ionizzanti quelle radiazioni, elettromagnetiche o corpuscolari, che sono in grado di ionizzare gli atomi (o le molecole) del mezzo attraversato. Si tratta di un fenomeno a soglia.

3 Tipi di Radiazioni Ionizzanti Corpuscolare particelle leggere elettricamente cariche (elettroni, positroni) particelle pesanti elettricamente cariche (particelle alfa) particelle neutre (neutroni) Elettromagnetica Raggi X e gamma che si differenziano dalle altre tipologie di radiazioni elettromagnetiche solo per la capacità di produrre ionizzazione

4 Le radiazioni elettromagnetiche onde radio onde radar microonde raggi infrarossi luce visibile raggi ultravioletti radiazioni non ionizzanti (NIR) raggi X e gamma radiazioni ionizzanti (RI)

5 Capacità di penetrazione La capacità di penetrazione all interno della materia dipende dall energia, dal tipo di radiazione emessa e dalla composizione e dallo spessore del materiale attraversato.

6 Capacità di penetrazione

7 Fonti radiogene in ambito sanitario Sostanze Radioattive Macchine Radiogene

8 Macchine radiogene

9 Macchine radiogene

10 Spettro di Emissione

11 Sostanze radioattive Processo di trasformazione spontanea del nucleo atomico, con emissioni corpuscolari e/o elettromagnetiche Attività Numero i trasformazioni nucleari per unità di tempo Unità di misura bequerel (bq) pari a una disintegrazione al secondo Unità di misura storica il Ci = 3.7 *10 10 bq

12 Sostanze radioattive L attività di una sorgente radioattiva non si mantiene costante ma bensì decresce progressivamente nel tempo Il Periodo di dimezzamento (T 1/2 ) È il tempo necessario affinché l attività i una sorgente si dimezzi

13 Modalità di Irraggiamento Irradiazione esterna Contaminazione

14 Irraggiamento esterno Rx Radiazione di Fuga Fascio primario Radiazione Diffusa

15 Valutazione della componente diffusa Distanza (cm.) 70 kv 90 kv 120 kv 50 0,4% 0,6% 0,8% 100 0,07% 0,2% 0,2%

16 Esempio P-A

17 Esempio P-A

18 Esempio L-L

19 Nota bene. L irradiazione esterna non rende radioattivi né l aria, né l ambiente, né la persona esposta (*). Non appena termina l esposizione ci si può avvicinare senza pericolo alle persone, agli oggetti, ed accedere agli ambienti sottoposti ad irradiazione.

20 CONTAMINAZIONE La contaminazione è l'inquinamento dell'organismo con sostanze radioattive non sigillate. Il tipo di contaminazione più frequente è quella dell'ambiente: aria, acqua, cibo, superfici di banchi di lavoro, ecc..

21 Esposizione da paziente radioattivo Andamento delle dosi di esposizione misurati in presenza di un paziente a cui è stato somministrato dello Iodio 131 Paziente 1 Paziente 2 Somministrazione di 100 mci di I131 per terapia metabolica Somministrazione di 5 mci di I131 per Scintigrafia Total Body

22 Andamento temporale della dose in aria

23 Dosimetria dopo Trattamento Metabolico Dosi integrali relative ai primi 15 giorni successivi alla dimissione dopo terapia con somministrazione di 100 mci di I 131

24 La definizione e la quantificazione del rischio da irradiazione esterna non può prescindere da tre elementi fondamentali Tempo di esposizione Distanza Schermature

25 IL TEMPO DI ESPOSIZIONE La dose di esposizione, e di conseguenza il rischio radiologico, è direttamente proporzionale al tempo.

26 Dispositivi di segnalazione e interblocco

27 DISTANZA DALLA SORGENTE la dose da radiazioni ricevuta da un individuo è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dell'individuo dalla sorgente diverso comportamento per la radiazione diffusa

28 Schermature Visive Dispositivi di protezione individuale Pareti e porte in sala diagnostica

29 Equivalente in Piombo Materiale Densità (g/cm 3 ) Spessore Pb (mm) Spessore Equivalente di materiale (mm) 50 kv 100 kv 150 kv Ferro 7.9 Calcestruzzo 2.2 Mattoni

30 Variazione % del fattore di attenuazione del Pb kv di picco mm Pb

31 Peso dei Camici Modello Caratteristiche Taglia Peso stimato (Kg) 0.25 / / /0.25 CHIRURGIA CARDIOLOGIA Protezione solo anteriore Avvolgente con il raddoppio della protezione anteriore MS ML MS ML CORPETTO + KILT Avvolgente con il raddoppio della protezione anteriore MS ML

32 Grado di attenuazione I DPI esaminati hanno evidenziato, a parità di spessore piombo equivalente dichiarato, caratteristiche di attenuazione e pesi significativamente diversi tra loro. Queste differenze prescindono dall adozione o meno del Piombo quale elemento schermante. Campione A B C D E Fb Fv Materiale Pb Sb Pb Pb Sn + W Sb Pb + Sb

33 La Dose Dose Assorbita (Gray) Quantità di energia ceduta per grammo di tessuto Equivalente di dose (Sievert) Dose Assorbita * fattori legati alla pericolosità del tipo di radiazione Equivalente di dose efficace (Sievert) Equivalente di Dose * fattori che tengono conto della sensibilità dell organo

34 Equivalente di Dose Tipo ed intervallo di energia Fattori di peso ( ICRP 60) Fotoni, tutte le energie 1 Elettroni e muoni, tutte le energie 1 Neutroni, energia < 10 kev 5 10 kev-100 kev 10 > 100 kev - 2 MeV 20 > 2 MeV - 20 MeV 10 > 20 MeV 5 Protoni 5 Particelle alfa, frammenti di fissione, nuclei pesanti 20

35 Evoluzione temporale dei fattori i peso

36 Un esempio

37 Tipi di Dosimetri FILM TLD

38 Dosimetri a Film

39 Dosimetri a termoluminescenza (TLD) Il loro funzionamento si basa sul fenomeno della termoluminescenza che consiste nell emissione di luce, a seguito di riscaldamento, da parte del materiale precedentemente irraggiato. Irraggiamento Lettura L intensità della luce emessa risulta proporzionale alla dose assorbita. Il riscaldamento del materiale, cioè la lettura del dosimetro, cancella l informazione.

40 Limiti d accettabilità per il rapporto dose misurata/dose vera

41

42 Dose Efficace La dose efficace dipende da molti fattori: Energia della radiazione bassi kv alti kv Dimensione e orientamento dei fasci Fascio dal basso Uso e tipo di indumenti protettivi Fascio dall alto Quindi la dose efficace è data da: E = Hp (10) * W

43 Normativa di riferimento

44 Comma 3 Art. 180 D.Lgs. 81/08 La Protezione dei lavoratori dalle radiazioni Ionizzanti è disciplinata unicamente dal Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n 230, e sue successive modificazioni.

45 D.P.R. 185/64 Radioprotezione del lavoratore D. Lgs. 230/95 Radioprotezione del Lavoratore e del Paziente D.Lgs. 230/95 + D.Lgs. 187/2000 Radioprotezione del Paziente D.Lgs. 241/2000 Radioprotezione del Lavoratore

46

47 Attori della Radioprotezione del Lavoratore Datore di Lavoro, Dirigenti e Preposti Esperto Qualificato Medico addetto alla sorveglianza Lavoratore

48 Obblighi di Datore di Lavoro, Dirigenti e Preposti

49 Articolo 22 - Comunicazione preventiva di pratiche Chiunque intenda intraprendere una pratica, comportante detenzione di sorgenti di radiazioni ionizzanti, deve darne comunicazione, trenta giorni prima dell inizio della detenzione, al Comando provinciale dei vigili del fuoco, agli organi del Servizio sanitario nazionale, e, ove di loro competenza, all Ispettorato provinciale del lavoro, al Comandante di porto e all Ufficio di sanità marittima,

50 I Datori di Lavoro prima dell inizio dell attività debbono acquisire da un Esperto Qualificato una relazione scritta contenente le valutazioni e le indicazioni di radioprotezione inerenti alle attività stesse. Obblighi dei Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti (art. 61) La Relazione costituisce il documento di cui all art. 4 comma 2 del D.Lgs. 626/94 per gli aspetti concernenti il rischio da radiazioni ionizzanti.

51 Sulla base dei contenuti di tale Relazione il Datore di lavoro deve provvedere affinché gli ambienti in cui sussiste il rischio da RX vengano individuati, delimitati, segnalati, classificati in zone e che l accesso sia regolamentato. provvedere affinché i lavoratori interessati siano classificati: Non Esposti, Esposti di Categoria A o B Obblighi dei Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti (art. 61)

52 Obblighi dei Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti (art. 61) predisporre norme interne di protezione e sicurezza adeguate al rischio e curare che siano consultabile nei luoghi frequentati dai lavoratori ed in particolare nelle zone controllate fornire ai lavoratori, ove necessari, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione in relazione ai rischi cui sono esposti

53 Obblighi dei Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti (art. 61) rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici; delle norme di protezione; delle conseguenze derivanti dalla mancata osservazione delle prescrizioni; delle modalità di esecuzione del lavoro e delle norme interne

54 Obblighi dei Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti (art. 61) provvedere affinché i singoli lavoratori osservino le norme interne, usino i mezzi di cui sopra ed osservino le modalità di esecuzione del lavoro. fornire ai lavoratori i risultati relativi alla sorveglianza dosimetrica che lo riguardano direttamente

55 Obblighi dei Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti (art. 61) Per gli obblighi di cui sopra, escluso quelli relativi al comportamento degli operatori, i Datori di Lavoro i Dirigenti ed i Preposti devono avvalersi degli Esperti Qualificati e per gli aspetti medici dei Medici Autorizzati e Competenti

56 Art Sorveglianza fisica I datori di lavoro devono provvedere ad assicurare la sorveglianza fisica sulla base delle indicazioni della relazione di cui all'articolo 61, comma 2, e, successivamente, di quella di cui all'articolo 80, comma 1. Art Comunicazioni al datore di lavoro e relativi adempimenti 1. In base alle valutazioni relative all'entità del rischio, l'esperto qualificato indica, con apposita relazione scritta, al datore di lavoro:.. ; c) la frequenza delle valutazioni di cui all'articolo 79; d) tutti i provvedimenti di cui ritenga necessaria l'adozione, al fine di assicurare la sorveglianza fisica, di cui all'articolo 75, dei lavoratori esposti e della popolazione;

57 L Esperto Qualificato in Radioprotezione

58 L Esperto Qualificato in radioprotezione Art. 6 Definizione di altri termini di radioprotezione. g) esperto qualificato: persona che possiede le cognizioni e l'addestramento necessari sia per effettuare misurazioni, esami, verifiche o valutazioni di carattere fisico, tecnico o radiotossicologico, sia per assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, sia per fornire tutte le altre indicazioni e formulare provvedimenti atti a garantire la sorveglianza fisica della protezione dei lavoratori e della popolazione. La sua qualificazione riconosciuta secondo le procedure stabilite nel presente decreto..

59 Art. 78 Abilitazione degli esperti qualificati: elenco nominativo 1. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, e' istituito, presso l'ispettorato medico centrale del lavoro, un elenco nominativo degli esperti qualificati, ripartito secondo i seguenti gradi di abilitazione: a) abilitazione di primo grado, per la sorveglianza fisica delle sorgenti costituite da apparecchi radiologici che accelerano elettroni con tensione massima, applicata al tubo, inferiore a 400 kv; b) abilitazione di secondo grado, per la sorveglianza fisica delle sorgenti costituite da macchine radiogene con energia degli elettroni accelerati compresa tra 400 keve 10 MeV, o da materie radioattive, incluse le sorgenti di neutroni lacui produzione media nel tempo, su tutto l'angolo solido, sia non superiore a 104 neutroni al secondo; c) abilitazione di terzo grado, per la sorveglianza fisica degli impianti come definiti all'articolo 7 del capo II del presente decreto e delle altre sorgenti di radiazioni diverse da quelle di cui alle lettere a) e b). 2. L'abilitazione di grado superiore comprende quelle di grado inferiore.

60 ALLEGATO V ISTITUZIONE DEGLI ELENCHI DEGLI ESPERTI QUALIFICATI E DEI MEDICIAUTORIZZATI E DETERMINAZIONE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 78 E 88 DELLE MODALITÀ, TITOLI DISTUDIO, ACCERTAMENTO DELLA CAPACITÀTECNICO-PROFESSIONALE PER L'ISCRIZIONE 9. Titoli per l'ammissione all'esame di abilitazione per l'iscrizione nell'elenco degli esperti qualificati Per l'accesso ai vari gradi di abilitazione previsti dall'articolo 78 sono richiesti: a) per l'abilitazione di primo grado: laurea o diplomi universitari (laurea breve) in fisica, o in chimica, o in chimica industriale o in ingegneria e un periodo di tirocinio di almeno 120 giorni lavorativi presso strutture che utilizzano sorgenti per le quali è richiesta l abilitazione di I grado e sotto la guida del relativo esperto qualificato. b) per l abilitazione di II grado: laurea o diplomi universitari (laurea breve) in fisica, o in chimica, o in chimica industriale o in ingegneria, il periodo di tirocinio di cui al punto a) ed un periodo di tirocinio di almeno 120 giorni lavorativi... c) per l abilitazione di III grado: laurea in fisica, o in chimica o in chimica industriale o in ingegneria, i periodi di tirocinio di cui ai punti a) e b) ed un periodo di tirocinio di almeno 120 giorni lavorativi Il tirocinio non è richiesto per coloro che sono in possesso di diploma di specializzazione post-laurea in fisica sanitaria o specializzazioni equipollenti.

61 Attribuzioni dell Esperto Qualificato (art. 79) L esperto qualificato nell esercizio dell attività per conto del datore di lavoro deve effettuare: le valutazioni di radioprotezione di cui all art. 61 l esame e la verifica delle attrezzature, dei dispositivi e degli strumenti di protezione ed in particolare l esame preventivo e rilascio benestare sui progetti di nuove istallazioni e di modifiche rilevanti dal punto di vista protezionistico. prima verifica degli impianti nuovi o ristrutturati; verifica periodica delle buone condizioni di funzionamento degli strumenti di misura e dell efficacia dei dispositivi e delle tecniche di radioprotezione; la sorveglianza ambientale di radioprotezione nelle zone controllate e sorvegliate; la valutazione delle dosi e delle introduzioni di radionuclidi relativamente ai lavoratori esposti.

62 Attribuzioni dell Esperto Qualificato (art. 79) L Esperto Qualificato comunica per iscritto almeno ogni sei mesi al medico autorizzato le valutazioni delle dosi ricevute dai lavoratori di Categoria A mentre almeno annualmente al medico addetto alla sorveglianza medica quelle relative agli altri lavoratori esposti. In caso di esposizione accidentale o di emergenza la comunicazione deve essere immediata.

63 Attribuzioni dell Esperto Qualificato (art. 79) La valutazione della dose individuale per i lavoratori di categoria A derivanti da esposizioni esterne deve essere eseguita mediante apparecchi di misura individuale nonché in base ai risultati della sorveglianza ambientale mentre quelli derivanti da esposizione interna deve essere eseguita in base ad idonei metodi fisici e/o radiotossicologici. La valutazione della dose per i lavoratori non di categoria A può essere eseguita sulla scorta dei risultati della sorveglianza fisica

64 Attribuzioni dell Esperto Qualificato (art. 80) Il datore di lavoro garantisce le condizioni per la collaborazione tra esperto qualificato e servizio di prevenzione e protezione. L esperto qualificato è chiamato a partecipare alle riunioni periodiche di cui all art. 11 del D.L. 626/94.

65 Obblighi del lavoratore

66 Obblighi dei Lavoratori (art. 68) Le donne gestanti non possono svolgere attività in zone classificate o, comunque, essere adibite ad attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda 1 msv durante il periodo della gravidanza.

67 Limiti di Dose Limiti per le persone del pubblico, individui della popolazione, lavoratori non esposti Limiti per i lavoratori Classificati Esposti

68 Sorgenti di irradiazione esterna Fonte Equivalente di Dose Efficace pro capite (msv/anno) Raggi cosmici 0.35 Radiazione terrestre 0.56 Fondo naturale 0.91 Case e altri edifici 0.05 Prodotti di consumo 0.02 Ricadute da test nucleari 0.02 Sorgenti varie < 0.09 Radiologia diagnostica 0.8 Totale 1.80

69 Limiti di Dose Persone del Pubblico e Lavoratori non esposti Dose efficace: Dose equivalente cristallino: pelle: 1 msv/anno 15 msv/anno 50 msv/anno

70 Limiti di Dose Lavoratori Esposti = persone sottoposte ad una esposizione che può comportare dosi superiori ai limiti fissati per le persone del pubblico

71 Limite di dose = Rischio massimo accettabile La I.C.R.P. ha proposto come rischio lavorativo massimo accettabile, da radiazioni ionizzanti, uno pari a quello che si ritrova in professioni considerate sicure (rischio annuale di morte inferiore a 10-4 ) Secondo l ICRP si può ipotizzare che irradiando un milione di persone con 10 msv sono attesi circa 100 casi di tumore.

72 Limiti di Dose Lavoratori classificati Esposti Dose efficace : 20 msv/anno Dose Equivalente Cristallino: Pelle e agli arti: 150 msv/anno 500 msv/anno

73 Classificazione dei Lavoratori Esposti di Categoria A Dose efficace Dose equivalente cristallino, pelle e estr.: > 6 msv/anno > 3/10 dei limiti Esposti di Categoria B 1 msv/anno < Dose efficace < 6mSv/anno

74 Classificazione delle Aree Zona Controllata possibile esp. superiore ai 6 msv/anno Zona Sorvegliata possibile esp. compresa tra 1 e 6 msv/anno

75 Il Radon

76 Che cosa è il radon Gas monoatomico, appartenente al gruppo VIII - Gas nobili, caratterizzato, tra l altro, da inerzia chimica Non è percepibile dai nostri sensi. E inodore, incolore. 222Rn (radon), appartiene alla catena di decadimento dell 238U ed è presente in natura. Il radon, prodotto all interno dei granuli di rocce o suoli, in presenza di fessure o aperture, tende a fuoriuscire diluendosi nell atmosfera.

77 Le sorgenti del radon indoor Le principali sorgenti del radon in un edificio sono: il suolo i materiali edili l acqua

78 Il radon in Italia L indagine nazionale condotta tra la fine degli anni 80 e gli anni 90 dall ISS e dell ANPA ha portato a stimare che la concentrazione media negli ambienti di vita in Italia è di circa 70/75 Bq/m Bq/m 3 è la concentrazione media mondiale (dato UNSCEAR)

79 D. Lgs. 241/00, art. 10-bis a)attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei; b) attività omissis.. in luoghi di lavoro diversi da quelli di cui alla lettera a) in zone ben individuate o con caratteristiche determinate; Per le attività lavorative di cui alle lettere a) e b) viene fissato un livello di azione pari a 500 Bq/m³ in termini di concentrazione di attività media in un anno di radon in aria. Le misure devono essere effettuate secondo linee guida emanate dalla sezione speciale della Commissione tecnica

80 D.Lgs. 241/00 Categorie lavorative a-b Misurazioni entro 24 mesi (1) <400 Bq/m 3 > 400 < 500 Bq/m 3 >500 Bq/m3 (2) Nessun obbligo Ripetere la misura entro 1 anno Azioni di rimedio (con E.Q.) entro 3 anni dal rilascio della relazione Ripetere la misura <400 Bq/m 3 >500 Bq/m 3 Note: (1) a partire dal 1 marzo 2002 o dall inizio dell attività, secondo le linee guida emanate dalla Commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radiazioni (2) Le azioni di rimedio non sono necessarie se la dose ai lavoratori è < 3 msv/anno; tale disposizione non è applicata agli asili-nido, alla scuola materna e dell obbligo I lavoratori sono sotto protezione sanitaria Capo VIII Invio della comunicazione ad Arpa, SSN, e Dir. Prov. Lav.

81 Le linee guida per le misure in sotterraneo Gruppo di Lavoro istituito dal Coordinamento Interregionale

82 Luogo di lavoro sotterraneo SOTTERRANEO: locale o ambiente con almeno 3 pareti interamente sotto il piano di campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano o no a diretto contatto con il terreno circostante Protocollo di misura LUOGO DI LAVORO: locale dove il personale trascorre una frazione di tempo significativa (almeno10 ore mensili) N. Punti Di Misura In caso di ambienti separati di dimensioni limitate (<50m²) 1 punto di misura per ogni locale In caso di ambienti di medie e grandi dimensioni (> 50 m 2 ) 1 punto di misura per ogni 100 m² di superficie Periodo Di Misura Copertura dell intero anno solare, suddiviso anche in più periodi di esposizione

83 La Sicurezza in un Impianto a Risonanza Magnetica

84 Magnete

85 Campo Magnetico Non è dimostrata che campi magnetici statici almeno sino a 5 Tesla (50000 Gauss) producano danni alle persone. In presenza di impianti di tali dimensioni le eventuali correnti indotte causate dal movimento delle persone non costituiscono un possibile fattore di rischio

86 La presenza di oggetti ferromagnetici all interno dell area costituiscono fonte di rischio.

87 Come contenere il rischio Il materiale che per esigenze particolari deve essere introdotto nell area (la routine deve essere garantita da attrezzature in materiale non ferromagnetico) deve essere sistematicamente sottoposto a verifica preventiva. L oggetto può entrare nella sala magnete senza problemi L oggetto può avere problemi di malfunzionamento L oggetto NON può entrare nella sala magnete

88 Zona ad accesso Controllato Un Presidio di Risonanza Magnetica deve Essere confinato nel suo perimetro avere un unico accesso rigidamente controllato e riservato al solo personale autorizzato e a pazienti da esso accompagnati.

89 Campo Magnetico Non possono accedere all area i portatori di protesi o apparecchiature quali i pace-maker. Gli effetti su tali individui sono dimostrati per valori di campo superiori a 0.31 mt (80 % dei pace-maker sono influenzati da campi superiori a 2 mt (20 G))

90 Possibili interazioni Interazioni dei campi magnetici Il materiale magnetico di un sistema impiantato può sperimentare trazione, vibrazioni ed effetti di torsione dovuti al campo magnetico statico ed ai gradienti di campo magnetico prodotti dal Tomografo a Risonanza Magnetica. Con conseguente stress meccanico sul sistema impiantato e sull interfaccia dei tessuti. Riscaldamento degli elettrodi I campi a radiofrequenza generati da un Tomografo a Risonanza Magnetica inducono nei sistemi di elettrocateteri impiantati tensioni tali da causare il riscaldamento degli elettrodi. Tale riscaldamento potrebbe danneggiare il tessuto che circonda gli elettrodi compromettendo le soglie di stimolazione e di sensing presso questo punto.

91 Possibili interazioni Artefatti e distorsione nelle immagini La presenza degli elettrocateteri può dare luogo a una distorsione di immagine nelle aree che li circondano anche quando il dispositivo non è compreso nel campo visivo. La distorsione di immagine può essere significativa quando il dispositivo è presente nel campo visivo. Stimolazione indotta I gradienti di campo magnetico ed i campi a radiofrequenza prodotti da un Tomografo a Risonanza Magnetica inducono nei sistemi di elettrocateteri impiantati energie tali da causare potenzialmente una stimolazione cardiaca involontaria.

92 Pacemaker RM compatibili

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96 Esempio di indicatori Radioopachi Simbolo radiopaco esclusivo sul dispositivo sopra il codice di tre lettere Elica radiopaca esclusiva sugli elettrocateteri

97 Esempio di programmazione Operazioni Pre-RMN Interrogare ed accedere alla schermata Parametri Scegliere Altre Funzioni Scegliere MRI SureScan On Confermare la Checklist MRI SureScan Programmando MRI SureScan On Scegliendo modalità e frequenza di stimolazione (se necessario) Selezionare Programma Selezionare Stampa Operazioni Post-RMN Interrogando il dispositivo verrà direttamente visualizzata la schermata di programmazione MRI SureScan Selezionare SureScan Off Selezionare Programma Selezionare Stampa Tutti i parametri, le terapie e le diagnostiche verrano ripristinate

98 Campo Magnetico e gravidanza Nessuna evidenza sperimentale di danno dei Campi Magnetici sugli embrioni di mammiferi La normativa prevede di non esporre donne in gestazione

99 Radiofrequenza

100 Radiofrequenza In questo caso la zona di potenziale rischio è limitata alla sola sala del magnete a causa della presenza della cabina schermata. Previene che: 1. i segnali RF esterni vengano rilevati dal sistema; 2.gli impulsi a RF prodotti escano dalla sala

101 Gas Criogeni Sono gas inerti e quindi la loro inalazione non costituisce di per se una fonte di rischio. La rottura di contenitori o la fuoriuscita di tali gas allo stato liquido può costituire invece una fonte di pericolo per le persone che ne venissero a contatto.

102 Gas Criogeni L evaporazione in quantità anomala di tali gas potrebbe produrre la saturazione dell ambiente con conseguente drastica riduzione della concentrazione di ossigeno nell ambiente. La manipolazione dei gas in fase di rabbocco costituisce una possibile fonte di pericolo per il personale addetto.

103 Esempio di Impianto di Areazione Immissione Aria Tubo Quench Estrazione Aria

104 La Normativa Italiana in materia di Installazione Impianti RM

105 D.M. 29/11/85 D.M. 02/08/91 D.M. 03/08/93 D.P.R. 542/94

106 Sistema autorizzativo Sono individuati gli Impianti RM che devono essere autorizzati a livello centrale o perifrico e quelli che non necessitano di autorizzazione per l installazione e l uso.

107 RM Settoriali (Campo Magnetico Statico non superiore a 0.5 T e Caratteristiche costruttive tali da non permettere l introduzione solo degli arti nel Magnete) RM con Intensità di Campo inferiore a 2 T (Autorizzazione Preventiva Regionale) RM con Intensità di Campo superiore a 2 T (Autorizzazione Preventiva da parte del Ministero della Salute)

108 Il Medico Responsabile dell attività e l Esperto Responsabile della Sicurezza Tutti gli Impianti devono operare sotto la responsabilità di un Medico Specialista in Radiologia. Tutti gli Impianti che necessitano di autorizzazione devono avvalersi dell Esperto Responsabile della Sicurezza

109 Esperti Responsabile della Sicurezza dell Impianto Validazione del progetto esecutivo; Stesura delle regole da seguire in casi di emergenza; Controllo della corretta installazione dei diversi dispositivi di sicurezza; Controllo dei diversi collaudi effettuati dalla Ditta incaricata dell istallazione; verifica periodica del perdurare delle caratteristiche tecniche dell impianto; stesura delle norme interne di sicurezza e dei protocolli per i controlli di qualità; sorveglianza fisica dell ambiente.

110 Limiti per l esposizione a campi magnetici statici

111 limite di esposizione professionale pari a 200 mt (2000 G) mediato nel tempo su una giornata lavorativa, con un valore massimo di 2T; limite per le estremità 5T; limite di esposizione continua per la popolazione pari a 40 mt (400 G); divieto di accesso, per i portatori di pace-maker o altre protesi a controllo elettronico ad aree con induzione magnetica superiore a 0.5 mt (5 G).

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113 Esempio di Limite dei 0.5 mt (5 G)

114 RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI

115 Radiazione Infrarossa (IR) (780 nm a 1mm) IRA (780 nm a 1400 nm); IRB (1400 nm a 3000 nm); IRC (3000 nm a 1 mm); Radiazione Visibile (lunghezza d'onda da 400 nm a 780 nm) Radiazione Ultravioletta (UV) (da 100 nm a 400 nm) UVA (315 nm a 400 nm); UVB (280 nm a 315 nm); UVC (100 nm a 280 nm);

116 Le sorgenti di Radiazioni Ottiche possono essere classificate in: Coerenti (LASER) Non Coerenti (tutte le sorgenti di Radiazioni Ottiche diverse dai LASER)

117

118 Il LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) è un dispositivo che consente di generare radiazione ottica monocromatica, costituita cioè da un unica lunghezza d onda, estremamente direzionale e di elevata intensità. Coerenti vs Incoerenti

119 Classificazione delle sorgenti LASER: CLASSE 1: sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, compreso l impiego di strumenti ottici per la visione diretta del fascio. CLASSE 1M: sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, ma che possono essere percolosi se l utilizzatore impiega ottiche all interno del fascio

120 Classificazione delle sorgenti LASER: CLASSE 2: laser che emettono nel visibile ( nm) in cui la protezione dell occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa compreso il riflesso palpebrale. Questa reazione può essere prevista per fornire una protezione adeguata nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibile, compreso l impiego di strumenti ottici per la visione diretta del fascio. CLASSE 2M laser che emettono nel visibile ( nm) in cui la protezione dell occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa compreso il riflesso palpebrale. Tuttavia l osservazione dell emissione può risultare pericolosa se, all interno del fascio l utilizzatore impiega ottiche.

121 Classificazione delle sorgenti LASER: CLASSE 3R laser che emettono nell intervallo di lunghezza d onda compreso tra e 10 6 nm, in cui la visione diretta del fascio è potenzialmente pericolosa, ma il rischio è inferiore a quello del laser di classe 3B. CLASSE 3B laser normalmente pericolosi in caso di visione diretta del fascio. Le riflessioni diffuse sono normalmente sicure. CLASSE 4 laser che sono anche in grado di produrre riflessioni diffuse pericolose. Possono causare lesioni alla pelle e potrebbero anche costituire un pericolo di incendio.

122 Le caratteristiche delle ROA importanti ai fini di una corretta valutazione del rischio sono: La Frequenza, che determina la penetrazione nei tessuti. L assorbimento delle onde elettromagnetiche cresce con la frequenza dalle onde lunghe fino all infrarosso; dopo un massimo di assorbimento nell infrarosso vicino si ha una brusca caduta in corrispondenza della finestra visibile (massima trasparenza intorno al giallo); l assorbimento torna a valori elevati nell UV, per poi decrescere in corrispondenza delle radiazioni ionizzanti.

123 La Coerenza, che aumenta l efficacia di una radiazione monocromatica (più fotoni possono interagire simultaneamente con una molecola). Questo fato costituisce il grande vantaggio e l estrema pericolosità del LASER. L Intensità (flusso di energia trasportato dall onda nell unità di tempo attraverso un area unitaria perpendicolare alla direzione di propagazione), che determina la potenza assorbita per unità di tempo e di superficie; questa varia con la frequenza e con la parte del corpo irradiata.

124 Organi a rischio Gli organi più esposti alla radiazione ottica sono quelli direttamente raggiungibili dalla radiazione stessa: Occhio lesioni retiniche e oculari anteriori Cute ustioni di diverso grado Non vanno però sottovalutati i potenziali rischi per gli organi interni che possono essere raggiunti dalle radiazioni ottiche (finestre ottiche)

125 Organi a rischio Lunghezza d onda (nm) Campo di radiazione Occhio Pelle da 100 a 280 da 280 a 315 UV C UV B fotocheratite foto congiuntivite da 315 a 400 UV A Cataratta fotochimica da 400 a 780 da 780 a 1400 da 1400 a 3000 VISIBILE IR A IR B lesione fotochimica e termica della retina Cataratta Bruciatura della retina Cataratta Bruciatura della Cornea da 3000 a 10 6 IR C Bruciatura della Cornea Eritema Reazione di fotosensibilità Tumori cutanei Accelerazione del processo di invecchiamento Bruciatura della pelle

126 L effetto dell esposizione a UV è fortemente dipendente dalla tipologia del soggetto esposto Gli effetti sono legati al cosiddetto Fototipo per quanto riguarda la cute, al Fenotipo per quanto attiene gli occhi Fototipo Cutaneo Sensibilità al Sole Suscettibilità a scottature solari Qualità abbronzatura Classe di individui I Molto Sensibile Sempre Nessuna Melano - compromessi II III IV Moderatamente sensibile Moderatamente insensibile Moderatamente resistenti Alta Leggera Melano - compromessi Moderata Media Melano - competenti Bassa Scura Melano - competenti V Resistente Molto bassa Pelle naturalmente marrone VI Molto resistente Estremamente bassa Pelle naturalmente nera Melano - protetti Melano - protetti

127 Altri rischi dei laser Contaminazione ambientale da materiale bersaglio vaporizzato; Radiazioni ottiche collaterali (UV o IR) emessi da tubi del flash, da tubi di scarica del laser in continuo, da sorgenti di pompaggio ottico; Incendio (Classe 4) Rischio Elettrico (per laser alimentati a alta tensione e quando vengono aperti) Rischio Chimico (Laser a coloranti (DYE), Laser a gas (KrF, XeCl, ), Gas da interazione laser bersaglio)

128 Effetti da luce blu E possibile il coinvolgimento della luce blu nell induzione e nella progressione del danno per alcune patologie del tessuto retinico. In particolare per la degenerazione maculare legata all età Le caratteristiche individuali che possono modulare il rischio da luce blu sono: L età anagrafica: la quantità di luce blu trasmessa alla retina è inversamente proporzionale all età Fattori genetici: pigmentazione cutanea e densità di fotopigmenti maculari La presenza di cristallino artificiale (per pregresso intervento di cataratta) Esposizione a sostanze fotosensibilizzanti

129 Esempi di sorgenti ROA con possibile rischio per i soggetti esposti Sorgente Possibilità di sovraesp. note Lampade germicide per sterilizzazione e disinfezione Lampade/sistemi LED per fototerapia Lampade scialitiche da sala operatoria Elevata Elevata Bassa (Elevata se visione diretta) Gli UVC emessi dalle lampade sono utilizzati per sterilizzare aree di lavoro e locali in ospedali, industrie alimentari e laboratori La radiazione UV utilizzata per le terapie in dermatologia e la luce blu utilizzata nell ambito di attività sanitarie (fototerapia dell ittero neonatale, chirurgia rifrattiva, ecc ). Per talune lampade i valori limite di esposizione per luce blu possono essere superati in 10 minuti in condizioni di visione diretta della sorgente

130 Esempi di sorgenti ROA con possibile rischio per i soggetti esposti Sorgente Possibilità di sovraesp. note Lampade abbronzanti Media Elevata Le sorgenti utilizzate in ambito estetico per l abbronzatura possono emettere sia UVA che UVB, i cui contributi relativi variano a seconda della loro tipologia. Queste sorgenti superano i limiti per i lavoratori per esposizioni dell ordine dei minuti. Lampade per usi particolari eccetto lampade classificate nel gruppo Esente Lampade per uso generale e lampade speciali classificate nei gruppi 1,2,3 ai sensi della norma CEI EN 62471:2009 Media Elevata Bassa-Media- Elevata in relazione alla classificazione Si tratta di lampade fluorescenti non per illuminazione generale quali quelle utilizzate in acquari e terrari. Queste lampade presentano elevate irradianze UVB che possono portare a sovraesposizioni in pochi minuti, soprattutto a distanze ravvicinate. Inclusi sistemi LED. Necessari accorgimenti pe installazione ed uso sicuro se la classe è superiore alla prima.

131 Esempi di sorgenti ROA con possibile rischio per i soggetti esposti Sorgente Possibilità di sovraesp. note Riscaldatori radiativi a lampade Apparecchiature con sorgenti IPL per uso medico o estetico Laser Medio-Elevata Elevata-Molto elevata Molto Elevata / Elevata: laser in classe 4/3B; Media: Laser in classe 2-3; Innocui: Laser in Classe 1 Emissioni di radiazioni infrarosse superiori ai valori limite possono essere riscontrate fino a 2 metri di distanza da taluni riscaldatori radiativi: necessari accorgimenti per installazione ed impiego sicuro Emissioni di radiazioni ottiche potenzialmente molto superiori ai valori limite anche per pochi secondi. Necessarie precazuzioni per installazione/impiego sicuro per i Laser in classe 3B e 4 sono obbligatorie specifiche misure di tutela e specifici requisiti di installazione ai fini della sicurezza

132 DLgs.81/2008 entrato in vigore il 15 maggio 2008 Principali eccezioni: - le disposizioni del Titolo VIII - Capo V (radiazioni ottiche artificiali) che sono entrate in vigore il 26 aprile le disposizioni del Titolo VIII - Capo IV (campi elettromagnetici) che doveva entrare in vigore il 30 aprile 2012 a seguito di proroghe successive si prevede ora il suo ingresso in vigore entro il 01/07/2016

133 Titolo VIII Capo I Art Valutazione dei rischi 2. La valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata, con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato nell'ambito del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia.

134 Titolo VIII Capo I Art Valutazione dei rischi 3. Il Datore di Lavoro nella valutazione dei rischi precisa quali misure di prevenzione e protezione devono essere adottate. La valutazione dei rischi è riportata sul documento di valutazione di cui all articolo 28, essa può includere una giustificazione del datore di lavoro secondo cui la natura e l entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata.

135 Titolo VIII Capo V Art. 216 Identificazione dell esposizione e valutazione dei rischi 1. Nell ambito della VdR di cui all art.181, il Datore di Lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori... Omissis.. In tutti i casi di esposizione, la valutazione tiene conto dei dati indicati dai fabbricanti delle attrezzature, se contemplate da pertinenti direttive comunitarie di prodotto.

136 Art. 217 Disposizioni miranti ad eliminare o a ridurre i rischi 2. In base alla valutazione dei rischi di cui all art. 216, i luoghi di lavoro in cui i lavoratori potrebbero essere esposti a livelli di radiazioni ottiche che superino i valori limite di esposizione devono essere indicati con un apposita segnaletica. Dette aree sono inoltre identificate e l accesso alle stesse é limitato, laddove ciò sia tecnicamente possibile. 3. Il datore di lavoro adatta le misure di cui al presente articolo alle esigenze dei lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio. Titolo VIII Capo V

137 donne in gravidanza; minorenni; albini e individui di fototipo 1 (x UV); particolarmente sensibili i portatori di malattie del collagene (x UV); i soggetti in trattamento cronico o ciclico con farmaci fotosensibilizzanti; i soggetti affetti da alterazioni dell iride e della pupilla; i soggetti portatori di drusen (x luce blu); lavoratori con lesioni cutanee maligne o pre-maligne, (x UV); lavoratori con patologie cutanee fotoindotte o foto aggravate, (x UV e IR); lavoratori affetti da xeroderma pigmentosus (x UV); Titolo VIII Capo V soggetti epilettici per esposizioni a luce VIS di tipo intermittente (15 25 flash/s). Ai fini della sorveglianza sanitaria devono essere cautelativamente considerati particolarmente sensibili al danno retinico di natura fotochimica, in particolare se esposti a radiazioni tra 300 nm e 550 nm, i lavoratori che hanno subito un impianto IOL (Intra Ocular Lens; cristallino artificiale )

138 ROA Che fare?

139 ROA - Che fare? 1. Censimento e ricognizione delle sorgenti presenti nell ambiente di lavoro (dati dei produttori, delle fonti autorevoli ) 2. verifica delle modalità espositive (attenzione anche alla sorgenti multiple di esposizione e possibile interferenza con, per esempio, sostanze chimiche fotosensibilizzanti)

140 ROA - Che fare? 3. Giustificazione o calcolo o misura 4. confronto con i Valore Limite di Esposizione 5. Azioni conseguenti (piano di intervento, segnaletica, informazione e formazione, sorveglianza sanitaria) Ricordate che i DPI per occhi e viso da ROA appartengono almeno alla II a Categoria di cui al D.Lgs. 475/92 e quindi comportano l obbligo di una formazione specifica al loro uso

141 Giustificazione Tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente classificate nella categoria 0 Esente secondo lo standard UNI EN o CEI EN 62471:2009 sono giustificabili. (illuminazione standard di uso domestico o d ufficio, monitor, display, fotocopiatrici, lampade e cartelli di segnalazione e sorgenti analoghe nelle corrette condizioni di impiego)

142 Giustificazione Tutte le apparecchiature che emettono radiazione laser classificate nelle classi 1 e 2 (attenzione: non 1M e 2M ne le apparecchiature di classe 1 o 2 che contengono sorgenti di classe superiore) secondo lo standard IEC sono giustificabili.

143 Situazioni in cui approfondire la valutazione del rischio ROA Sorgente Possibilità di sovraesposiz. Lampade germicide per sterilizzazione e disinfezione Elevata Lampade o sistemi LED per fototerapia Elevata Lampade Scialitiche da Sala Operatoria Bassa (Elevata se visione diretta) Lampade abbronzanti Media Elevata Apparecchiature con sorgenti IPL (Intense Pulsed Light) per uso medico o estetico Elevata Molto elevata per i Laser se 1M, 2M, 3R, 3B e 4

144 Calcolo Se le sorgenti non sono giustificabili la valutazione senza misurazioni può essere effettuata quando si è in possesso di dati tecnici forniti dal fabbricante (Art (omissis). In tutti i casi di esposizione, la valutazione tiene conto dei dati indicati dai fabbricanti delle attrezzature..(omissis).) o di dati di letteratura o riferiti a situazioni espositive analoghe.

145 Obblighi dei fabbricanti ROA non coerenti Il DLgs. n 17 del 06/03/2010 obbliga il Costruttore a riportare nel Manuale di istruzioni le informazioni in merito ai rischi da ROA per gli operatori e/o delle persone esposte.

146 Obblighi dei fabbricanti ROA non coerenti Se la categoria di emissione di radiazioni è 1 o 2 il fabbricante deve marcare la macchina con: - il segnale di sicurezza, - la categoria - la norma di riferimento.

147 Obblighi dei fabbricanti ROA non coerenti Le lampade sono classificate in 4 classi di rischio secondo lo standard CEI EN 62471:2009

148 Obblighi dei fabbricanti Radiazioni LASER l fabbricante deve apporre una o più targhette su ogni apparecchio laser. Al simbolo che riporta il pittogramma del laser deve essere associata, tranne che per la classe 1, una ulteriore targhetta che riporta: - gli avvertimenti relativi all utilizzo in sicurezza; - la classe del laser, - la potenza max della radiazione laser emessa, - le lunghezze d'onda emesse, - la durata dell'impulso (se il caso); - la norma usata per la classificazione; - se la radiazione emessa è nell invisibile questo deve essere indicato nella targhetta. Quando la protezione degli occhi risulta indispensabile, anche solo per alcune operazioni, il costruttore è tenuto a fornire tutte le indicazioni necessarie per la scelta del DPI oculare

149 Calcolo? In alcuni casi l analisi preliminare della situazione lavorativa e delle caratteristiche della sorgente permettono di evitare l esecuzione delle misure. In questo caso si dovrà riportare nel Documento di Valutazione dei rischi queste condizioni: Il numero, la posizione e la tipologia delle sorgenti da considerare; La possibilità di riflessioni della radiazione sulle superfici presenti nell ambiente; I dati spettrali della/e sorgente/i e le modalità di emissione; La distanza operatore-sorgente e le caratteristiche del campo visivo e il suo tempo di permanenza.

150 Valutazioni senza misure Per le ROA non coerenti emesse da macchine Se il produttore oltre alla Classificazione, secondo la UNI EN , fornisce l irradianza o la radianza basta confrontare tali valori con i corrispondenti limiti; Nel caso in cui venga fornita la sola classificazione e questa sia di Categoria 1 è possibile utilizzare per il confronto con i limiti, in modo cautelativo, il valore superiore fissato per la classificazione. Per le Sorgenti classificate di Categoria 2 è inevitabile l esecuzione di misure strumentali

151 Valutazioni senza misure Nel caso di lampade o sistemi di lampade Partendo dalla Classificazione, secondo CEI EN 62471:2009, fornita dal Costruttore confrontando i tempi di esposizione per gli occhi, in caso di visione diretta, con i tempi massimi indicati nella norma oppure i valori di emissione della classe con i valori limite fissati dal legislatore. Per le lampade classificate di Categoria 3 è inevitabile l esecuzione di misure strumentali

152 Valutazioni senza misure Attenzione La Classificazione delle lampade: si riferisce all uso normale del prodotto e quindi non si applica alla manutenzione o all assistenza; si riferisce al singolo prodotto e non tiene conto di esposizioni cumulative; non tiene conto dell eventuale attenuazione supplementare dovuta all apparecchio illuminante

153 Delimitazione delle Aree di rischio LASER (CEI EN :2009) DNRO: Distanza Nominale di Rischio Oculare ovvero la distanza dall apertura di emissione per la quale l irradianza (W/m 2 ) o l esposizione energetica (J/m 2 ) del fascio è uguale all esposizione massima permessa (EMP) per la cornea. ZNRO: Zona Nominale di Rischio Oculare ovvero la zona entro la quale l esposizione supera quella massima permessa per la cornea (entro questa Zona è necessario utilizzare i Dispositivi di Protezione). ZLC: Zona Laser Controllata ovvero zona in cui la presenza e l attività di persone sono regolate da procedure specifiche di controllo e sorveglianza per la protezione dai rischi.

154 ZONA LASER CONTROLLATA La ZLC va delimitata con cartelli opportuni: cartello giallo di avviso di pericolo laser cartello di delimitazione di ZLC cartello di indicazione di classe del laser cartello prescrizione occhiali (se previsti) Indicatore di avvertimento luminoso

155 Occhiali LASER Attenzione L uso degli occhiali non esime dal divieto di fissare il raggio LASER

156 In presenza di LASER di Classe 3B e 4 è necessario individuare l Esperto in Sicurezza LASER In campo sanitario deve essere nominato invece l Addetto alla Sicurezza Laser (ASL): persona che possiede le conoscenze necessarie per valutare e controllare i rischi causati dai LASER e ha la responsabilità di supervisione sul controllo di questi rischi (CEI 76-6 Sicurezza degli apparecchi laser Parte 8: Guida all uso degli apparecchi laser in medicina)

157 In possesso di specifiche conoscenze in materia? Personale Qualificato definisce correttamente un operatore che abbia sostenuto un corso di qualificazione conclusosi con una valutazione positiva e documentabile dell apprendimento. In assenza di qualsiasi riferimento su durata e contenuti del corso, sui soggetti autorizzati alla valutazione ed all espressione della certificazione finale, si suggerisce di giudicare il personale qualificato essenzialmente sulla base del curriculum, del rispetto delle norme di buona tecnica e del prodotto finale del proprio lavoro.

158 Indicazioni sui requisiti di questa figura professionale, che potrebbero orientare la scelta del datore di lavoro, sono contenute nei documenti La figura professionale dell esperto nella valutazione dei rischi da campi elettromagnetici (0 Hz 300 GHz) e da radiazioni ottiche coerenti e incoerente e Profili professionali degli Esperti per la valutazione delle radiazioni ottiche non coerenti -ERO e coerenti - ASL/TSL redatti a cura della CIIP (Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione)

159 Requisiti Educativo - Formativi e di esperienza Possesso di diploma di laurea almeno di primo livello nelle discipline di Fisica, Ottica e Optometria, Ingegneria Elettronica; Elettrotecnica o delle Telecomunicazioni, Ingegneria per la Sicurezza e la Protezione, Tecnico della Prevenzione nell Ambiente e nei luoghi di Lavoro, Scienza della Sicurezza e Prevenzione; Aver seguito uno specifico corso di formazione teoricopratico con relativo esame finale, della durata di almeno 40 ore di cui 2/3 di teoria e 1/3 di esercitazioni pratiche e laboratorio; Aver svolto attività adeguatamente documentabile nel settore della sorveglianza fisica delle radiazioni ottiche coerenti per almeno 1 anno in modo tale da dimostrare il possesso delle competenze di cui sopra

160 Il Corso di formazione dovrà riguardare gli argomenti prima elencati e dovrà essere organizzato nell ambito di specifici percorsi Universitari ovvero da Associazioni Scientifiche e/o Professionali o Enti pubblici di riconosciuta esperienza nel settore dei LASER con verifica finale di apprendimento Per le figure dell ASL e del TSL è necessario un aggiornamento professionale consistente nella partecipazione a Corsi per almeno 10 ore nell arco di 5 anni La CEI 76-6 al punto 3.1 prevede che in piccoli ambulatori il ruolo di ASL possa essere assunto dall utilizzatore professionista, purché abbia le competenze necessarie. CIIP suggerisce per costoro un corso di formazione, con argomenti simili a quelli previsti per l ASL e una durata di almeno 25 ore

161 Esperto in Sicurezza LASER Classificare le sorgenti, Determinare la zona nominale di rischio oculare (ZNRO) e la zona laser controllata (ZLC) Delimitare la zona controllata con segnaletica apposita Individuare i DPI adeguati Informare il responsabile sui problemi della sicurezza Effettuare i test di accettazione e i controlli periodici Partecipare all attività di informazione/formazione e addestramento degli addetti al laser Definire le procedure operative e di sicurezza laser Verificare l efficacia delle misure di prevenzione e protezione adottate Analizzare gli infortuni e gli incidenti inerenti i laser Collaborare col SPP

162 Esempio

163 Esempio

164 Esempio

165 Esempio

166 Esempio di Scheda Tecnica

167 Esempio di Scheda Tecnica

168 Occhiali LASER

169 Campi Elettromagnetici

170 le disposizioni del Titolo VIII - Capo IV (campi elettromagnetici) dovevano entrare in vigore il 30 aprile 2012 ma hanno subito prima una ulteriore proroga di 18 mesi ed ora si prevede, dopo l aggiornamento della Direttiva Europea (2013/35/UE) il suo ingresso in vigore entro il 01/07/2016.

171 Campi Elettromagnetici E necessario procedere alla Valutazione dei Rischi relativamente ai Campi Elettromagnetici Censimento iniziale di sorgenti ed apparati presenti nel luogo di lavoro. Individuazione delle situazioni giustificabili (condizione espositiva a CEM che non comporta apprezzabili rischi per la salute) Provvedere alla valutazione per le sorgenti non giustificabili Procedere alla Zonizzazione

172 Campi Elettromagnetici Sono condizioni espositive giustificabili quelle riportate di seguito ed elaborate a partire dalla norma CENELEC EN In questi casi la giustificazione è adottabile indipendentemente dal numero di attrezzature di lavoro in uso.

173 condizioni espositive giustificabili Tipo di attrezzatura / situazione Note Luoghi di lavoro interessati dalle emissioni di sorgenti CEM autorizzate ai sensi della normativa nazionale per la protezione della popolazione, con esclusione delle operazioni di manutenzione o altre attività svolte a ridosso o sulle sorgenti Il datore di lavoro deve verificare se è in possesso di autorizzazione ex legge 36/2001 e relativi decreti attuativi ovvero richiedere all ente gestore una dichiarazione del rispetto della legislazione nazionale in materia Uso di apparecchiature a bassa potenza (così come definite dalla norma EN 50371: con emissione di frequenza 10 MHz GHz e potenza media trasmessa fino a 20 mw e 20 W di picco), anche se non marcate CE Non sono comprese le attività di manutenzione Uso di attrezzature marcate CE, valutate secondo gli standard armonizzati per la protezione dai CEM Lista soggetta a frequenti aggiornamenti: EN 50360: telefoni cellulari; EN 50364: sistemi di allarme e antitaccheggio; EN 50366: elettrodomestici; EN 50371: norma generica per gli apparecchi elettrici ed elettronici di bassa potenza; EN 50385: stazioni radio base e stazioni terminali fisse per sistemi di telecomunicazione senza fili; EN 50401: apparecchiature fisse per trasmissione radio (110 MHz - 40 GHz) destinate a reti di telecomunicazione senza fili; EN : forni a microonde e forni combinati per uso domestico e similare; EN : forni a microonde per uso collettivo (uso domestico e similare) Le attrezzature devono essere installate ed utilizzate secondo le indicazioni del costruttore. Non sono comprese le attività di manutenzione. Il datore di lavoro deve verificare sul libretto di uso e manutenzione che l attrezzatura sia dichiarata conforme al pertinente standard di prodotto Apparati luminosi (lampade) Escluso specifiche lampade attivate da RF Computer e attrezzature informatiche Attrezzature da ufficio I cancellatori di nastri possono richiedere ulteriori valutazioni Cellulari e cordless Radio rice-trasmittenti Solo quelle con potenze inferiori a 20 mw

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