S. Messa nella quarta domenica di Pasqua

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Gaspare Bianco
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1 Parrocchia di S. Maria di Lourdes Milano 12/13 aprile 2008 h h S. Messa nella quarta domenica di Pasqua Prima che inizi la santa Messa Il Signore, che ha guidato i vostri passi nei giorni di questa settimana e questa sera fin qui, sia la vostra pace. Vedete come il cero pasquale oggi è circondato di fiori, tanti, belli, diversi. E un segno che ho voluto mettere al centro della nostra Messa. Per ricordarci che dalla Pasqua di Gesù, di cui il cero è simbolo, nascono tutte le vocazioni : quella dei nostri genitori, dei vostri figli, quella dei vostri preti, quella delle nostre suore, quella dei bambini che oggi riceveranno il Battesimo e anche quella di qualche ragazzo, ragazza o giovane che possono da oggi dire al Signore : Parla, Signore, perché io Ti ascolto. Eccomi! (non l ho detta)prima della lettura del Vangelo Vi vorrei dare due consigli: il primo, facciamo anche noi come i primi nostri fratelli cristiani, che si riunivano per la celebrazione dell Eucaristia e attendevano l Apostolo, che raccontava a loro ciò che Gesù aveva fatto e aveva detto. Anche noi, dunque, mettiamo da parte il foglietto e ascoltiamo: impariamo ad ascoltare la Parola, non tanto a leggerla. Il secondo consiglio: nel vangelo Gesù ci dirà che Lui è il nostro pastore buono: state bene a sentire che cosa fa un pastore buono per le sue pecore. State bene a sentire che cosa fa il pastore buono Gesù per noi. 1

2 Sia lodato Gesù Cristo! Parole che colpiscono il cuore e accendono l anima: Io sono venuto perché abbiano la vita e l abbiano in abbondanza? La storia degli uomini si può descrivere così: dalle cose che fanno vivere alle cose che fanno morire. Da un lato i servitori della vita, dall altro i servitori della morte. Oggi il vangelo di Gesù ci dice la vocazione di tutte le creature: avere una vita abbondante e prenderci cura della vita di tutti. Gesù ha fatto così: ha avuto una vita bellissima perché si è prso cura della nostra vita. Anche la legge del primo testamento inizia con questo comandamento: Hai davanti a te la vita e la morte: scegli! Il nostro Dio ci supplica e implora e prega: Scegli la vita! Che cosa contiene la parola vita? Vita è respiro, forza, salute, bellezza, amore, relazioni, gioia, libertà, pace. (Questa mattina una nostra parrocchiana mi ha telefonato, piangendo: don Sergio, sono all ospedale perché la mia mamma è caduta e si è rotta un femore. Mi so chiesto: che cosa è vita per queste due donne? Pensavo: per l una è credere che tutto quello che ha fatto nella sua vita, l ha fatto per la vita: amando, servendo, perdonando, incoraggiando, esortando, benedicendo Per l altra è vita credere che anche la tenerezza con cui accompagnerà la sua mamma in questi giorni genererà speranza nella sua mamma: speranza che quando si serve la vita, la vita comunque rimane nel tuo cuore). Che cosa è la nostra fede? Fede è credere che il nostro Dio ci ha fatto per essere capaci di dare bellezza alla nostra vita, comprendere che è bello vivere anche quando il cuore piange, è bello sposarsi, è bello avere figli, è bello essere prete, frate, suora, è bello prendersi cura di qualcuno, è bello avere amici, è bello fare festa perché da 50 anni ci si ama, è bello tutto quello che fa sorridere coloro che tu incontri tutti i giorni e hanno il cuore spento. Io sono la porta, dice Gesù. Che cosa significa attraversare quella porta? Attraversare la porta che è Cristo significa guardare attraverso i suoi occhi, conquistare il suo modo di pensare, così diverso dal nostro: per cui beato è il povero perché ha il cuore umile, non il ricco; beato chi dona e non chi accumula; beato è chi è perseguitato per la verità e la libertà degli uomini e non il persecutore; beato è non violento e non il più forte. E Gesù aggiunge: perché abbiano la vita in abbondanza. Non solo il necessario, non solo il minimo, non solo un respiro leggero, ma vita esuberante, magnifica, eccessiva, la vita che rompe gli argini e sconfina: Gesù Crocifisso e risorto, che adesso noi incontriamo nella sua parola e nel suo pane, è vita che tracima nella nostra vita. Perché noi siamo figli di 2

3 questo Dio che nel suo grembo ha acceso la nostra vita: Facciamo l uomo a nostra immagine e somiglianza! Faccio l uomo vivo come me, dice Dio! Ecco la nostra grande vocazione e dignità: noi figli di questo Dio. Non c è parola che abbia più vita dentro: diventare figli, essere figli, i quali non da sangue né da carne sono nati, ma da Dio sono nati. Essere figli del nostro Dio significa conoscere la sorgente dalla quale la nostra vita riprende, rinasce, risorge: e quando sentiamo vuote le anfore della nostra esistenza (e ci succede troppo spesso) le porteremo ai piedi della sorgente che è il nostro Dio, le metteremo ai piedi della sua Parola, come stiamo facendo adesso; le metteremo ai pedi del pane che tra poco mangeremo, che è pane per vivere; ai piedi della preghiera, che è sempre così povera per noi; e chiederemo umilmente al nostro Dio: riempi ancora di vita la mia povera vita. E sentiremo (sì lo sentiremo) il nostro Dio portarci la sua consolazione, la forza della sua libertà, il coraggio del perdono, della solidarietà, della condivisione, della gioia (Oggi siamo tornati a Messa. Oggi siamo tornati a fare Pasqua. Questa e non di meno è la fede che ci conduce tutte le domeniche a Messa : a fare Pasqua. Perché in ogni Messa Gesù si consegna a noi. Non ci consegna più soltanto un po di pane, un po di acqua e qualche pesce. Gesù si consegna Lui personalmente con la sua vita a noi: perché noi possiamo vivere come Lui. In ogni Messa avviene questa sconcertante comunione tra il nostro tradimento (i nostri peccati) e l amore di Dio che ci consegna il Figlio Crocifisso e Risorto : avviene la Pasqua, cioè l uomo è creato di nuovo, più bello di prima, più libero di prima. Non meno peccatore : più amato di prima.) Oggi è la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. In tutto il mondo cristiano oggi, dal Papa all ultimo battezzato, si prega il Signore perché illumini con la forza dello Spirito Santo la vita dei nostri ragazzi e dei nostri giovani e la riscaldi con il fuoco del suo Amore. Oggi la Chiesa, attraverso il ministero dei suoi pastori, vuole dire ai ragazzi e ai giovani delle nostre comunità : il modo più bello per vivere è quello di sapere che Dio ama la vostra vita e la ama come ama la vita di Gesù. Voi non siete figli di nessuno e figli di niente: voi siete figli che Dio nostro Padre ha accolto dal ministero coniugale dei vostri genitori e a voi il Padre consegna questa vita perché la spendiate bene come Gesù ha speso la sua. Sapere di essere amati da Gesù, sapere che la vostra vita è un dono prezioso per voi e per gli altri, sapere che ciascuno di voi è prezioso agli occhi di Dio perché vi ha fatto come un prodigio: sapere tutto questo vuol dire sapere di avere una vocazione. Sapere di essere chiamati perché amati, chiamati per un compito importante nella storia. Gli anni della adolescenza e della giovinezza vanno spesi per riconoscere qual è la vostra vocazione e per acquistare sapienza e libertà per realizzarla. Ogni ragazzo e ogni giovane cristiano devono sapere che ciascuno di loro, se volete seguire Gesù, non potete fare a meno di prendere sulle 3

4 vostre spalle la Croce e mettervi a seguire Gesù: ed è la scelta più fortunata per la vostra vita. Oggi la Chiesa intera supplica il suo Signore, Buon Pastore, perché susciti nei nostri ragazzi e nei nostri giovani il desiderio di ascoltare il Signore che chiama anche loro a seguirlo sulla strada del sacerdozio, della vita religiosa, della vita missionaria. Non è vero che abbiamo bisogno di preti perché ce ne sono pochi, abbiamo bisogno di suore perché ce ne sono poche (e a noi è andata ancora bene!), abbiamo bisogno di missionari perché ce ne sono pochi. Non è innanzitutto per questo. Abbiamo bisogno di preti perché una comunità che non sa suscitare e accompagnare suoi ragazzi e suoi giovani alla vita sacerdotale, religiosa, missionaria è un povera comunità: povera di fede, povera di carità, povera di santità. E la nostra parrocchia da anni non genera più né preti né suore né missionari. Il Signore abbia misericordia di noi e non si dimentichi di chiamarci ancora: di chiamare ancora i nostri ragazzi, i nostri adolescenti, i nostri giovani. 4

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