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1 Filippo Antonica tin. it) Guida alla Personalizzazione di Mac OS X (per Mac OS X 10.0.x, 10.1.x e 10.2) (Versione 3.0)

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3 PREFAZIONE Cari lettori, eccoci finalmnte giunti alla terza edizione di questa guida. Dopo un lungo periodo di assenza, dovuto ai crescenti impegni, allo studio della medicina, e al tempo disponibile che sembra essere di giorno in giorno minore, la Guida alla Personalizzazione di Mac OS X torna ad essere aggiornata con nuovi aricoli, la maggior parte dei quali, spero, utili, a tutti gli utenti di Mac OS X Altri invece, riguardano l uso della finestra terminale, e la gestione di Mac OS X all interno di reti informatiche. Questa guida è stata divisa in due sezioni, una che riguarda l uso e la personalizzazione del interfaccia grafica e l altra più direttamente orientata all uso del termianle di Mac OS X. Spesso, la conoscenza e le basi necessarie per un corretto uso della finestra terminale, e quindi di Unix, è stata data per scontata. L utente che fosse interessato ad apprendere o approfondire la conoscenza dei sistemi operativi basi su Unix è invitato alla lettura di: Mac OS X Terminal Basics (di Neal Parikh, neal@macnn.com) oppure UNIX: introduzione elementare (Guida introduttiva al sistema operativo Unix per principianti) (di Marco Liverani) Qualora si ricercasse qualcosa di specifico (oltre a rivolgersi alla manulistica in linea, ottenibile tramite il comando man nome comando ) è possibile visitare il sito un ottimo punto di partenza. La lettura di questo tutorial è libera. La Guida alla Personalizzazione di Mac OS X è distribuita in versione NON ABILITATA ALLA STAMPA. Per ricevere gratuitamente la versione stampabile è sufficiente inviare un di richiesta all autore; indicando in oltre se si desidera essere contattati in caso di eventuali aggiornamenti. Sono graditi, commenti, suggerimenti, e segnalazioni di errori. L autore rimane a completa disposizione per qualsiasi richiesta o chiarimento relativo o meno alla presente guida. Filippo Antonica tin. it) ATTENZIONE L autore non si assumerà in alcun caso la responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti riguardanti l utilizzo proprio o improprio del presente, qualora il suo uso violi gli accordi sottoscritti con Apple (o terzi) impliciti o espliciti, o nel caso in cui a causa di inesattezze o errori si provocassero danni, scritto e stampato a soli fini informativi.

4 Linguaggio e uniformità stilistica Quando si scrive un documento a carattere tecnico, come questo, il problema più importante è riuscire a definire uno standard espressivo coerente con il linguaggio usato effettivamente in quel settore. L'informatica, in Italia, è il classico esempio di conoscenza in cui il linguaggio è disperso in una babele di dialetti derivati dalla lingua inglese. Molte volte si sentono usare e si leggono termini che potrebbero essere espressi tranquillamente in italiano, magari con un po di coraggio, ma quando qualcuno ha quel coraggio, rischia di trovarsi solo, o di essere deriso per il termine che usa. In questa situazione, per quanto buone siano le intenzioni di un autore, di essere preciso e coerente nel modo in cui si esprime, non si può garantire che quello scelto sia il modo «giusto» di scrivere. Domani potrebbe consolidarsi un modo diverso. Le lingue sono dinamiche e questo vale tanto più per quella italiana. In questo documento utilizzo delle convenzioni espressive che per molti sono azzardate o inopportune, anche se io sento che sono quelle «giuste». Il lettore inesperto deve sapere che il modo di scrivere usato qui è diverso da quello di altri libri: solo il tempo definirà il modo corretto di esprimersi su questi argomenti. Di fronte a problemi di linguaggio ci si rivolge al parere di persone autorevoli. Io non mi considero tale. Credo che il valore delle mie scelte espressive sia determinabile solo dalla comprensibilità di ciò che scrivo. da Appunti Linux di Daniele Giacomini

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6 INDICE Personalizzare Mac OS X attraverso la finestra terminale 1 ) Abilitare l utente Root ) Cambiare il Disco di Swap ) Login Speciali ) Ottimizzare il Sistema ) L avvio di Mac OS X in modalità testuale ) L avvio di Mac OS X in modalità monoutente ) Proteggere Open Firmware ) Sproteggere i file dal termnale ) Creare alias dei comandi da terminale ) Estendere le funzionalità della shell tcsh ) Effettuare una connesssione con Samba ) Abilitare la chat a linea di comando ) Attivare il PHP ) Creare i propri Startup Item ) Personalizzare il prompt della finestra terminale ) Aggiornamento software... uno sguardo più da vicino ) Software update da terminale ) Ottimizzare il flusso dati per conessioni ADSL ) Utilizzare System Profiler da terminale ) Impostare netrc per automatizzare il login FTP ) Masterizzare dal Terminale ) Espellere un disco testardo con hdiutil ) Riavviare alcuni servizi tramite la linea di comando ) Il numero di serie di Mac OS X ) Attivare il servente VNC da remoto ) I primi passi con il Gestore NetInfo ) Gestire gli utenti tramite Terminale ) Installare e configurare il servente DHCP ) Assegnare due indirizzi IP ad una stessa scheda di rete ) Rendere sistema reperibile su internet attaverso l uso di un DNS dinamico ) Restringere l accesso SSH ad una lista di utenti ) Configurare il Firewall di Mac OS X ) Utilizzare Mac OS X come router per una connsessione ADSL ) Salvare le impostazione di Gestione Postazioni ) Eseguire manualmente le attività pianificate Aggior. Aggior. Aggior. Novità Novità Novità Aggior. Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità Aggior. Novità Novità Novità Novità Novità Novità Novità

7 Personalizzare l interfaccia grafica di Mac OS X 1 ) Alcune funzionalità nascoste di Mac OS X (10.1 o superiori) ) Nascondere un applicazione attiva ) Nascondere File o Cartelle ) Visualizzare tutte le risoluzioni supportate dai monitor ) Accesso veloce ai moduli delle Preferenze di Sistema ) Ridimensinare il Dock per passi ) Cambiare in centimetri l unità di misura per le applicazioni Cocoa ) Modificare le scorciatoie da tastiera di Internet Explorer ) Accelerare la risposta del Mouse ) Addomesticare le Icone ribelli ) I moduli di System Preferences Nel Dock ) Il Dock Trasparente ) Condividere la scrivania tra Mac OS 9 e Mac OS X ) Cancellare gruppi di caratteri separati da spazi ) La finestra info del Finder di Mac OS X ) Personalizzare l interfaccia dal terminale ) Effetti di miniaturizzazione ) Un DVD come Sfondo scrivania ) Abilitare il multitasking in imovie ) Lo psigologo con Emacs ) Suggerimenti per gli utenti di Mac OS X (vers x) Aggior. Novità Novità Novità Novità Novità Legenda: Novità Aggior. Nuovo Articolo Articolo Aggirnato

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9 Personalizzare Mac OS X attraverso la finestra terminale 9

10 Come abilitare l utente Root Con Mac OS X, a grandi linee, abbiamo tre tipi (gruppi) di utenti, gli utenti guest -ovvero ospiti- i quali hanno la possibilità di accedere a determinate applicazioni e servizi ma non di poter configurare o gestire il sistema (intendendo con ciò la possibilità di modificare impostazioni del computer (quali il ad es. il disco di avvio le impostazioni di rete o la configurazione del sistema in generale). Gli ospiti sono gestiti e configurati dagli utenti amministratori i quali hanno accesso alle configurazioni e i servizi principali del computer, questi utenti possono installare applicativi o servizi ed hanno accesso ad alcune (la maggior parte) risorse del sistema, che possono essere modificate o configurate. Gli amministratori, in linea di principio, possono anche aggiungere o rimuovere utenti, e a quest ultimi distribuire servizi e privilegi. L altro utente è l utente root (unico per ogni computer, al contrario dei primi due) il quale è effettivamente il proprietario di tutte le risorse e i servizi disponibili sul computer. Questo tipo di utente ha quindi totale accesso al sistema ed è l unico che in effetti può gestire e distribuire i servizi a tutti gli utenti. E facile capire quale sia l importanza e la pericolosità di lasciare incustodita la password dell utente root. Aldilà di possibili maleintenzionati è facile capire come avendo a disposizione tutto il sistema sia facilmente possibile creare danni (anche di non irrilevante gravità), rendere facilmente instabile il sistema ad ovvio scapito delle prestazioni, o minarne la sicurezza delle informazioni in esso contenute. L installazione di Mac OS X di norma non configura l utente root anche se ne prevede l esistenza preconfigurandone l utente che ovviamente però dovrà essere abilitato. Per abilitare l utente root bisognerà quindi aprire l applicazione NetInfo Manager (la trovrete in /Applications/Utlities), abilitare le modifiche cliccando sul lucchetto in basso alla sinistra della finestra inserendo nome e password di un utente con i privilegi di amministratore. Una volta abilitate le modifiche sarà sufficiente dal menù Dominio scegliere la voce Sicurezza e a sottomenù aperto cliccare sulla voce Modifica Password di Rootl (il quale non essendo ancora configurato avrà solamente bisogno dell inserimento di una password). Fare attenzione a non perdere la password di root poichè senza questa non si riuscirà più ad avere accesso al sistema. Nello sfortunato caso in cui il proprietario dovesse aver perso la password di root o per qualche ragione non potesse più loggarsi (useremo questo termine per indicare la procedura di login all interno di Mac OS X) all interno del sistema come utente Root, Apple ha inserito una comoda (più avanti spiegheremo anche perché molto pericolosa) utility all interno del CD-ROM di installazione di Mac OS X. Per sfruttare le potenzialità di questo programmino sarà necessario riavviare il computer dal CD-ROM di installazione. Inserire il CD-ROM di Mac OS X nel lettore e riavviare il computer con il tasto C della tastiera premuto fino alla comparsa della schermata di avvio, quella contrassegnata dal computer al centro dello schermo che sorride. Una volta finito il bootstrap del sistema nella prima schermata di installazione(seleziona lingua di default) all interno del menù file sarà presente il comando RESET DISK PASSWORD... una volta aperta la finestra selezionare il disco sul quale è residente la versione di Mac OS X incriminato e una vota selezionato l utente root o l eventuale altro utente digitare la password, ridigitarla e chiudere la finestra. 10

11 La chiusura della finestra di installazione farà comparire una finestra di dialogo che vi chiederà di confermare o meno se volete riavviare il sistema. Riavviate... la vostra password è stata sostituita!!! A questo punto è facile capire come anche un utente poco esperto o malintenzionato possa facilmente avere accesso al sistema... Fate quindi attenzione a custodire bene il vostro cd-rom di Mac OS X! E inoltre possibile bloccare la possibilità di avviare un computer Macintosh tramite un disco diverso da quello impostato all interno del modulo Disco di Avvio delle Preferenze di Sistema. Per maggiori informazioni leggere l articolo intitolato Proteggere Open Firmware, nel presente tutorial. N.B. Per motivi di compatibilità con il protocollo di rete AppleTalk, Mac OS X supporta il vecchio standard Unix per cui tutte le password utente saranno gestite dal sistema solo per i primi 8 caratteri! Ciò significa che se l utente Alessandro che ha come password di login la parola sonoalessandro potrà tranquillamente avere accesso ed essere autenticato anche se come password inserirà SOLO la parola sonoales! Cambiare il Disco di Swap Mac OS X rivoluziona la gestione della memoria poichè con l introduzione del file paging dimico il sistema è in grado di aumentare la disponibilità di memoria ala semplice richiesta di un programma al sistema. Ciò avviene tramite l uso della memoria virtuale dinamica, una tecnica che consente di sottrarre ad un disco rigido una parte di memoria che viene utilizzata come se fosse RAM. In questa memoria os x esegue applicazioni che non stanno facendo grossa richiesta di risorse liberando così memoria ram fisica che può essere destinata alle altre applicazioni. Dopo svariate ore di utilizzo intensivo del sistema la memoria virtuale, fisicamente rappresentata da uno o più files, si frammenta (per lo stesso motivo per il quale si frammenta un file di testo dopo diversi salvataggi) e ciò corrisponde ad un sensibile calo di prestazioni dovuto anche alla condivisione dello stesso disco tra sistema operativo e memoria virtuale. Infatti quella che al momento sembra essere una grave limitazione è la non possibilità, tramite l interfaccia grafica, di scegliere dove allocare il file di swap della memoria virtuale, che viene creato per default sul disco di avvio di Mac OS X. Meglio è destinare un disco o una partizione esclusivamente allo swap. Nel caso in cui si disponga di due o più dischi rigidi valutare la possibilità di riservarne uno allo swap, partizionandolo magari, così da poter avere ancora un volume per il back-up dei dati. Chi avesse un unico Disco Rigido (come gli ibook e i PowerBook) potrà inizializzarlo in modo da assegnare allo swap invece che un disco intero, una partizione. È ovvio dire che riservare un disco rigido a tale scopo contribuirà ad aumentare e migliorare le prestazioni, ma, anche una partizione dedicata farà rilevare un più che sufficiente incremento di fluidità del sistema. Le leggi della fisica dicono che la velocità tangenziale di un punto (quindi un qualsiasi settore del nostro disco rigido) che ruota attorno ad un asse è direttamente proporzionale alla distanza di tale punto dall asse di rotazione (detto in formule matematiche Vt = Ω * r dove Ω è la velocità angolare, quindi un valore costante). Da ciò ricaviamo che il punto in cui un disco rigido sarà più veloce è il tratto più esterno, motivo per il quale è giusto allocare la partizione di swap come prima partizione dell hard disk. Nel caso in cui si disponga di un solo disco, (ma anche nel caso in cui ve ne siano due) si dovrà (re)inizializzarlo. Prima di fare questo procedere ad un back-up dei dati. Sotto verrà illustrata la procedura più correttà per la creazione di una partizione di swap sullo stesso disco sul quale risiederà il sistema. Alcuni parametri potranno variare secondo la configurazione hardware. Inserire il CD di installazione di Mac OS 9.1 e avviare il computer dal cd. Una volta aperto Drive Setup selezionare il disco da inizializzare e scegliere l inizializzazione ad Hoc, dividendo il disco in tre partizioni. Una per lo swap, una per Mac OS X una per i dati ed eventualmente per l ambiente Classic. 11

12 Suddividere il disco nella seguente maniera. 1 partizione 500 Mb (al max. 3Gb) Mac OS Esteso 2 partizione 5 Gb (al max 5,5) Mac OS Esteso 3 partizione/i per l eventuale restante spazio. La dimensione della partizione di swap potrà variare a piacimento dell utente anche se difficilmente Mac OS X richiederà più di 2 Gb per lo swap. Drive Setup da la possibilità di rendere un disco invisibile a Mac OS 9 (ma non a Mac OS X!) utilizzando questa funzione si eviterà di avere un disco sulla scrivania di Mac OS 9 che non dovrà comunque essere utilizzato! Per far ciò dal menù Opzioni di Drive Setup scegliere il comando Impostazione Volumi e una volta selezionato il disco swap disabilitare l opzione Abilita automaticamente al riavvio. NOTA: Chi volesse nascondere il disco anche dalla scrivania di Mac OS X non dovrà fare altro che inserire come primo carattere del titolo del disco un punto (.), Per maggiori informazioni leggere il capitolo 2 della Sezione Interfaccia: Nascondere files o cartelle. Il file fstab (se presente) ed il file rc dovranno essere debitamente modificati! Fare in oltre attenzione, perché la partizione di Mac OS X dovrà necessariamente risiedere entro i primi 8 Gb del disco per essere utilizzata con computer della serie OldWorldRom (PowerMacintosh G3 Beige, imac Rev.A, PowerBook G3 WallStreet). Una volta installato Mac OS X con gli eventuali aggiornamenti sarà necessario andare a configurare Mac OS X in manierà perchè utilizzi correttamente la partizione di swap. Aprire il Terminale per visualizzare le informazioni su i dischi locali tramite il comando df Apparirà una schermata simile: Dando uno sguardo alla riga relativa alla partizione di swap; questa, come le altre, sarà caratterizzata da un percorso fisico (/dev/disk0s9) e da un percorso logico contenente il nome del volume (/Volumes/swap) A questo punto vengono proposti due differenti metodi, il primo è quello più breve e più lineare nel caso di un disco di swap HFS+, il secondo che è quello più generale che potra essere utile a chi abbia neccesità particolari (disco di swap in formato UFS o swappare su un unità di rete). 12

13 Procedura n 1 (ottimizzata per partizioni o dischi locali HFS+) Se non ci sono esigenze particolari si consiglia di utilizzare questa procedura con l utilizzo del disco swap in in formato HFS+, poichè da diversi test effettuati la gestione di un volume in formato HFS+ è risultata notevolmente più veloce. Tenendo sempre ben presenti i dati di df procedere a modificare il file /etc/rc: assumendo i privilegi di root tramite il comando su e il succesivo inserimento della password di root; ora, con i diritti necessari per modificare le proprietà del sistema, digitiare: pico /etc/rc si aprirà un editor di testo nel quale dovremo rintracciare questa parte del file NOTA: Con il comando Control+W è possibile effettuare una ricerca, cercare la parola swapdir swapdir=/private/var/vm # Make sure the swapfile exists if [! -d ${swapdir} ]; then ConsoleMessage Creating default swap directory mount -uw / mkdir -p -m 755 ${swapdir} chown root:wheel ${swapdir} else rm -rf ${swapdir}/swap* fi dynamic_pager -H L S F ${swapdir}/swapfile e sostituirla con swapdir=/volumes/swap # Make sure the swapfile exists if [! -d ${swapdir} ]; then ConsoleMessage Creating default swap directory mount -uw / mkdir -p -m 755 ${swapdir} chown root:wheel ${swapdir} else rm -rf ${swapdir}/swap* fi mount_hfs /dev/disk0s9 ${swapdir} dynamic_pager -H L S F ${swapdir}/swapfile Con la combinazione Control+X uscire da Pico salvando le modifiche e riavviare il sistema. 13

14 Procedura n 2 (Schema Generale) Consigliato per chi ha esigenze particolari (creare il disco di swap in formato UFS o swappare su un unità di rete...) Tenendo presenti i dati ricavati dal comando df procedere alla creazione del file /etc/fstab (il file che in Unix definisce i file system da montare, ovvero File System TABle,) ciò poiché il servizio che gestisce i dischi locali (autodiskmount) viene avviato dopo l inizzializzazione dello swap. Dal terminale digitare: su (per assumerei privilegi di root ) pico /etc/fstab aggiungere al file fstab la stringa necessaria alla definizine del disco di swap nel seguente modo Esempio: Percorso_Fisico Percorso_Logico Tipo_File_System Eventuali_Opzioni /dev/disk0s9 /Volumes/swap hfs rw 12 (il riferimento è l immagine sopra riportata per il comando df) Uscire e salvare i cambiamenti NOTA: A seconda della configurazione i dati necessari potranno cambiare. Si consiglia di fare molta attenzione al rispetto della spaziatura e della sintassi. Fatto ciò modificare il file /etc/rc che specifica il precorso del file di swap pico /etc/rc cercare una riga iniziante con swapdir= (è possibile utilizzare il comando CTRL+W per eseguire la ricerca della parola desiderata.) Modificare con swapdir=/private/var/vm swapdir=percorso_logico (Es. swapdir=/volumes/swap/vm) Uscire salvando le modifiche Riavviare il sistema per verificare il risultato. 14

15 Sia che sia stata utilizzata la Procedura n 1 sia che sia stata utilizzata la Procedura n 2, al riavvio la situazione dovrebbe essere simile a quella illusrata in figura. Se così non fosse probabilmente la configurazione o la sintassi del file fstab o rc sarà errata! Il vecchio file di swap anche se non viene più utilizzato è ancora residente all interno del vostro disco nella directory /var/vm sarebbe opportuno cancellarlo con il comando sudo rm -r /var/vm Dopo aver inserito la password dell utente amministratore attivo nel terminale verranno liberati 80 Mb non più utilizzati. LEGGIMI! Dopo la segnalazione da parte di alcuni utenti è stato riscontrato un problema nell uso delle procedure sopra riportate, seppur tecnicamente corrette. Il problema è dovuto all incapacità di Darwin (la parte Unix di Mac OS X) di attivare correttamente un file system non disattivato correttamente o contenente errori nella struttura logica. Tali problemi si possono verificare nel caso di un riavvio forzato del sistema operativo, che come tale impedisce una corretta disattivazione del file system di swap. Swap Relocator è stato appositamente scritto per ovviare a questo problema. Apple infatti sconsiglia l uso di /etc/fstab o del comando mount per attivare file system, delegando tale operazione ad un apposito programma di sistema chiamato autodiskmount. Questo programma viene lanciato ad ogni avvio e si occupa di rilevare qualsiasi dispositivo di massa compatibile e di renderlo disponibile all uso, dopo aver controllato ed eventualmente eliminato gli errori nella struttura logica che potrebbero impedire un corretto funzionamento del file system. Swap Relocator versione 1.0 viene distribuito assieme alla versione stampabile del presente tutorial. Swap Relocator è uno Startup Item che semplifica la procedura di creazione di un unità di swap per la memoria virtuale di Mac OS X (qualsiasi versione). Swap Relocator è sviluppato da Filippo Antonica e il suo uso è libero. L autore consiglia a tutti gli utenti che avessero già creato un unità di swap utilizzando una delle due procedure sopra riportate, di ripristinare le condizioni originali del file /etc/rc e di utilizzare Swap Relocator. 15

16 Login speciali Sembrano esserci quattro login speciali (intendendo con questo termine, login che non danno accesso ad utenti, ma a particolari funzioni del sistema), ma molto probabile è che ve ne siano molti di più! Nella schermata di login grafico digitando: >console Si chiuderà l interfaccia grafica del sistema per dare accesso alla sola interfaccia a carattere (utile agli amministratori di rete e gli esperti del sistema o per configurare computer molto lenti che sembrano risentire a livello di velocità dell interfaccia grafica di Aqua). Per ritornare alla fine stra di login grafica sarà sufficiente una volta effettuato il login da terminale chiudere la shell con il comando logout o riavviare il computer. >exit Utilizzare questo comando per chiudere e riavviare il processo di computer in questione fosse un cliente che richiede l autenticazione dell utente su un servente remoto (NIS) e dopo l avvio del processo di login del cliente, il servente fosse stato aggiornato con nuovi utenti e costroro aves sero difficoltà ad accedere al sistema; o nel caso in cui la lista degli utenti fosse stata modificata via telnet (o simili) quando il processo di login fosse già stato avviato. >restart Riavvia il sistema. >power Chiude il sistema e spegne il computer. Ottimizzare il sistema La struttura dei software per Mac OS X è molto più complessa di quelli per Mac OS 9 e precedenti, ogni eseguibile prima di poter essere lanciato deve rintracciare all interno del disco tutte le librerie di istruzioni necessarie al suo funzionamento e poi caricarle in memoria. Per velocizzare questa operazione è presente all interno del sistema un archivio contenente i nomi e le relative posizioni all interno del disco, di tutte le librerie così che quando sia necessario il caricamento di una di queste, il sistema non le debba ricercare in tutto il volume. Ove il contenuto del database fosse inconsistente o obsoleto, questo dovrà essere aggiornato attraverso la procedura di prebinding, per fare si che Mac OS X si possa avvantaggiare di tale database. Per fare ciò, aperta la finestra terminale, fatto il login come utente root, digitare il comando update_prebinding -root / l operazione richiederà qualche minuto durante il quale il sistema sincronizzerà le informazioni di collegamento tra librerie e programmi così che al lancio di un applicazione, le libreire necessarie possano essere localizzate più velocemente. NOTA: Aggiungendo alla fine del comando l opzione -force l indice di tutte le librerie, anche quelle correttamente indicizzate, verrà ricostruito; l uso di questa opzione rende il processo di aggiornamento più lungo, ma certamente più efficace. Al termine di questa operazione riavviando il sistema si potrà notare il risultato della procedura di prebinding. 16

17 L avvio di Mac OS X in modalità testuale Mac OS X è un sistema operativo basato su una versione di Unix che Apple ha debitamente modificato, chiamandolo Darvin. Darvin è il cuore di Mac OS X e lavora sotto l interfaccia grafica, Aqua. La modifica dei file di avvio del sistema, con l aggiunta o la modifica di nuovi servizi può comportare la nesessità di visualizzare i messaggi di avvio del sistema, durante il boot. Sarà quindi necessario eseguire il boot in modalità verbale. Per abilitare questa modalità è sufficiente avviare il computer tenendo premuti i tasti apple +V, tenendo presente che questa combinazione di tasti farà scomparire la tipica schermata grigia con il Mac sorridente (per tutti i sistemi da 10.0 a ) o il logo Apple (per tutti i sistemi successivi al 10.2), lasciando il posto ai messaggi di boot di Darwin. L uso di questa scorciatoia non modifica alcun parametro, percui al successio riavvio il sistema ritornerà a visualizzare la consueta schermata grigia. Chi preferisce invece l avvio di Mac OS X in modalità testuale ogni qualvolta il sistema fa il boot può utilizzare il comando sudo nvram boot-args= -v (sarà richiesta la password dell amministratore che esegue il comando) L avvio di Mac OS X in modalità Monoutente Nel caso in cui si verifichino problemi con l avvio o doveste riparare un file system danneggiato di Mac OS X è possibile caricare un sistema minimo che consenta, nella maggior parte dei casi di riparare al danno. Per caricare una versione ridotta del sistema, detto in gergo monoutente, sarà sufficiente avviare il computer tenendo premuti i tasti apple + S. È da notare che l uso della modalità monoutente carica il solo file system di avvio. Questo non potrà essere in alcun modo modificato fino all inserimento del comando: mount -uw / NOTA: Avviare Mac OS X in modalità monoutente da accesso al sistema con pieni diritti (utente root), ciò significa che un maleintenzionato potrebbe sfruttare questa funzione per ottenere un accesso non autorizzato al sistema, modificando o alterandone la configurazione, così da creare delle vulnerabilità. Per ovviare a questo problema è sufficiente restringere, proteggendo con password, l accesso ad OpenFirmware. Proteggere Open Firmware Il CD-ROM di installazione di Mac OS X (10.1 o 10.2) contiene nella cartella Applications un utilità chiamata Open Firmware Password. Open Firmware è la componente del firmware di un computer Apple che si occupa di gestire il processo di avvio del sistema operativo durante il bootstrap. Per accedere al software di Open Firmware è sufficiente avviare il Mac tenendo premuti i tasti apple + O + F. Il software Open Firmware Password consente di impostare una password che impedisca la modifica dei parametri di Open Fimware. Così facendo il computer caricherà il boot loader (accessibile con il tasto opzione all avvio) solo previo inserimento della password impostata. Inoltre tutte le scorciatoie necessarie per attivare il boot in modalità testuale o monoutente verranno ignorate. La pressione del tasto C della tastiera per avviare il computer con un CD-ROM non sarà disponibile. 17

18 Sproteggere i file dal terminale Nel caso in cui si amministri in remoto un sistema può essere necessario abilitare o disabilitare la protezione in scrittura di un file. Non potendo però avere le informazioni sul file tramite la finestra del Finder ciò può risultare complicato e difficile. Per far sì che questo script funzioni è necessario avere installato il software presente nel CD ROM Developer Tools fornito con Mac OS X. Aprire il terminale e digitare mkdir bin cat > bin/unlock Fatto ciò copiare e incollare il seguente algoritmo: #!/usr/bin/perl use strict; my $ask = ($ARGV[0] == -i ); shift if $ask; $ = 1; foreach my $file (@ARGV) { my $locked = '/Developer/Tools/GetFileInfo -al $file'; chomp $locked; next unless $locked; print Unlock '$file'? if $ask; if (!$ask or (<STDIN> =~ /^y/i)) { print STDERR Unlocking $file\n ; print STDERR '/Developer/Tools/SetFile -a l $file'; } } Premere control D una volta incollato Ora digitare: cd bin chmod +x unlock rehash Lo script è pronto. Per utilizzarlo sarà sufficiente digitare da terminale: oppure unlock nome_del_file unlock nome_del_file1 nome_del_file2 18

19 o ancora unlock * Digitando: unlock -i * sarà richiesta la conferma prima di rimuovare la protezione. Creare alias dei comandi da terminale Spesso la sintassi dei comandi da terminale può essere molto lunga e noisa da scrivere, specialmente se i comandi in questione vengono eseguiti di frequente. Per ovviare al problema è sufficiente creare un alias del comando. Gli utenti di Mac OS X 10.0.x o 10.1.x possono definire gli alias all interno di due file: /usr/share/init/tcsh/aliases (per gli utenti della tcsh shell, quella di default di Mac OS X, nel caso di una shell differente il percorso del file potrebbe essere differente) e ~/aliases.mine (dove con il simbolo ~ si intende il percorso della propria home directory) Gli alias dichiarati all interno del file /usr/share/init/tcsh/aliases saranno disponibili a tutti gli utenti; quelli dichiarati all interno del file ~/aliases.mine saranno disponibili al solo utente proprietario della home directory in questione. Gli utenti di Mac OS X 10.2 a causa di sostanziali differenze tra BSD 4.4 e le precedenti versioni, dovranno dichiarare gli alias all interno di due file differenti rispetto a quelli modificati dagli utenti delle precedenti versioni di Mac OS X. /etc/csh.login (gli alias definiti all interno di tale file saranno disponibili a tutti gli utenti delle shell csh o tcsh) ~/.login (gli alias definiti all interno di tale file saranno disponibili al solo utente proprietario della home directory in questione. Come definire un alias quindi? La sintassi da seguire è semplicissima ed è inoltre uguale sia per il file /usr/share/init/tcsh/aliases (o /etc/csh.login) che per il file ~/aliases.mine (o ~/.login) alias nomealias 'comando completo' considerando il comando: sudo update_prebinding -root / -force -verbose per creare un alias dal nome 'upd' la stringa per definire l'alias sarà la seguente alias upd 'sudo update_prebinding -root / -force -verbose Dopo aver definito l'alias sarà sufficiente decidere a quali utenti renderlo disponibile e quindi in quale file dichiararlo. Per aggiungerlo alla lista degli alias di sistema dovremo quindi modificare il file /usr/share/init/tcsh/aliases (per gli utenti di Mac OS X fino alla versione ), o il file /etc/csh.login (per gli utenti di Mac OS X 10.2 o superiori) tramite il comando 19

20 sudo pico /usr/share/init/tcsh/aliases (per gli utenti di Mac OS X fino alla versione ) sudo pico /etc/csh.login (per gli utenti di Mac OS X 10.2 o superiori) in modo che appaia simile a quello sotto riportato # Aliases file # # Wilfredo Sanchez Jr. tritan@mit.edu # June 10, 1994 # # MIT Project Athena ## alias. 'pwd' alias.. 'cd..' alias cd.. 'cd..' alias cdwd 'cd `pwd`' alias cwd 'echo $cwd' alias files 'find \!:1 -type f -print' # files x => list files in x alias ff 'find. -name \!:1 -print' # ff x => find file named x alias line 'sed -n '\''\!:1 p'\'' \!:2' # line 5 file => show line 5 of file alias l 'ls -lg' alias ll 'ls -lag \!* more' alias term 'set noglob; unsetenv TERMCAP; eval `tset -s -I -Q - \!*`' alias word 'grep \!* /usr/share/dict/web2' # Grep thru dictionary alias wordcount '(cat \!* tr -s '\''.,;:?\!()[] '\'' '\''\012'\'' ' \ 'cat -n tail -1 awk '\''{print $1}'\'')' # Histogram words alias upd 'update_prebinding -root / -force -verbose' ## # Read user's aliases ## if (-r ${tcsh_initdir}/aliases.mine) then source ${tcsh_initdir}/aliases.mine endif NOTA: L'esempio quì riportato è relativo all aggiunta di un alias all interno di Mac OS X o precedenti, gli utenti di Mac OS X 10.2 potranno riscontrare differenze, più o meno sostanziali. È bene chiarire che aldilà delle differenze la procedura necessaria alla definizione di un nuovo alias è identica! Per rendere l alias disponibile solo al proprio utente creare (o modificare, nel caso in cui esista già) il file ~/aliases.mine (per gli utenti di Mac OS X fino alla versione ), o il file ~/.login (per gli utenti di Mac OS X 10.2 o superiori) tramite il comando: echo alias upd 'update_prebinding -root / -force -verbose' >> ~/aliases.mine (per gli utenti di Mac OS X fino alla versione ) oppure: echo alias upd 'update_prebinding -root / -force -verbose' >> ~/.login (per gli utenti di Mac OS X 10.2 o superiori) 20

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