Paola Sirigu. Disgrafia e disortografia Riconoscimento e recupero delle abilità grafo- motorie

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1 Paola Sirigu Disgrafia e disortografia Riconoscimento e recupero delle abilità grafo- motorie

2 INTRODUZIONE Fino a non molto tempo fa, quando un bambino scriveva male o disordinatamente, si diceva che aveva una brutta scrittura. A volte i genitori ne facevano quasi un vanto e vedevano questo difetto come segno di una precoce personalizzazione. Con il tempo ci si è accorti, invece, che la disgrafia non sempre è sinonimo di trascuratezza nel tracciamento del tratto grafico, ma che spesso è una reale difficoltà nello scrivere, ossia un vero e proprio disturbo specifico dell apprendimento (DSA). Qualcuno si potrebbe chiedere perché sia così importante scrivere bene al punto da dedicare studi e ricerche sull argomento. In realtà scrivere bene è importante, soprattutto nell età evolutiva, sia perché la disgrafia non è lo sfizio di una mente originale, sia perché i soggetti interessati hanno piena consapevolezza che trattasi di un problema. Chi possiede questo disturbo percepisce la difficoltà e non si sente all altezza della situazione, con tutte le conseguenze che questo comporta. Scrivere bene, dunque, è importante perché favorisce lo sviluppo e l apprendimento scolastico, incoraggia la motivazione allo studio, migliora l attenzione e la concentrazione, aiuta i ragazzi a esercitare una forma di autocontrollo emotivo e motorio. Questo eleva la fiducia di sé e delle proprie capacità con ricaduta positiva, non solo in ambito scolastico, ma anche nei rapporti con gli altri e nell inserimento sociale. Lo studio dal titolo La fatica di scrivere, presentato nell aprile del 2008 a Faenza durante il Convegno Nazionale sulla Disgrafia, mostra come il 20,7% degli alunni sia disgrafico pure in assenza di particolari apparenti patologie, mentre la segnalazione di tale disturbo è soltanto dello 0,75%. Numerose ricerche hanno confermato questo dato. Nel presente studio si sono esaminati duecento campioni di scrittura di ragazzi di età compresa fra undici e sedici anni, di cui il 2% con diagnosi di disgrafia e l 1% con diagnosi di dislessia. Anche in questo caso l indagine grafologica ha rivelato, in accordo con lo studio effettuato a Faenza, che un numero ben più alto della popolazione scolastica è affetto da un vero e proprio disturbo specifico dell apprendimento. I disgrafici rilevati sono stati il 19% della popolazione esaminata, di cui il 4% ha evidenziato che disgrafia e disortografia sono la conseguenza di un errato apprendimento delle tecniche di scrittura (Fig. 1). Si sono ravvisate anche scritture disgrafiche in ragazzi che soffrono a causa di elementi di vulnerabilità, tra i quali quello più incisivo è rappresentato da un ambiente familiare non ottimale. Fig. 1 Se si considera che, accanto ai disturbi specifici dell apprendimento troviamo disgrafie in ragazzi che vivono situazioni familiari difficili o semplicemente in ragazzi poco scolarizzati, si comprende la complessità del problema legato alla diagnosi. Gli psicologi concordano nel ritenere che, nella disgrafia, le abilità intellettive siano regolari, ma questa è una scarsa consolazione poiché si assiste sempre e comunque a una pesante interferenza su tutti gli apprendimenti di base. Sebbene vi sia una forte correlazione tra disgrafia e basso rendimento scolastico, vi è ancora poca consapevolezza dell entità del problema, delle sue conseguenze e, soprattutto, di come si debba intervenire. In questo campo diversi attori s intrecciano in un complicato quadro la cui comprensione investe la competenza di

3 molte discipline. In realtà, nell approccio a queste situazioni, vi è titubanza da parte di tutti. I genitori, per loro natura, tendono a rifiutare l idea che il figlio sia affetto da qualsiasi disturbo e preferiscono attribuire lo scarso rendimento scolastico a cattiva volontà. Gli insegnanti non hanno strumenti per distinguere le disabilità oggettive da quelle ambientali o di scarso impegno, senza contare che sovente devono confrontarsi con genitori che rifiutano di sottoporre i figli a visite di controllo, o peggio, che incolpano la scuola dello scarso rendimento dei figli. Gli studi grafologici non sono tenuti in giusta considerazione e questo è incomprensibile, dato che la grafologia si occupa proprio di scrittura. Al neuropsichiatra spetta la diagnosi con relativa certificazione valida ai fini scolastici, che può essere fatta solo dopo l'ottavo anno di età del bambino. Il neuropsichiatra segue un protocollo che consiste nella somministrazione di test e nell esame del quadro psico- neurologico che in questi casi appare generalmente normale. Del resto il medico non potrebbe fare altrimenti perché a oggi non esistono ricerche scientifiche approfondite sull argomento, nonostante la disgrafia sia legata spesso a disturbi specifici in cui intervengono fattori sia ereditari sia acquisiti. L argomento meriterebbe maggiore attenzione perché è innegabile che la disgrafia sia solo un sintomo in cui concorrono componenti visuo- percettive, sensitivo- motorie e aprassico- costruttive. Sia che si tratti di un disturbo specifico dell apprendimento, sia che si tratti della conseguenza di un errato apprendimento delle tecniche della scrittura o di uno stato di disagio familiare, la disgrafia si accompagna sempre a un quadro scolastico drammatico che va ben oltre l idea consolante dell esistenza di un quadro neurologico regolare. Questo è uno dei compiti diagnostici con cui la clinica dovrebbe confrontarsi per orientare con razionalità la gamma dei possibili aiuti abilitativi e riabilitativi. Mancano soprattutto studi specifici sulla prognosi, intesa come evoluzione a distanza del problema. Mancano prognosi sulla possibilità di sviluppare disturbi più seri o sulla possibilità di avanzare nella carriera scolastica. Esperienza insegna che i fattori predittivi per un evoluzione favorevole vanno ricercati in una diagnosi precoce, al massimo alla fine della seconda classe elementare, in un trattamento tempestivo e idoneo, in un livello cognitivo buono e nella mancanza di dislessia. Attraverso il coinvolgimento del mondo della scuola è possibile arrivare a una precoce conoscenza di questa particolare forma di disturbo. E la scuola, infatti, a essere in prima linea nell approccio degli studenti con il mondo della scrittura. Gli insegnanti non dovrebbero avere alcun tentennamento nel segnalare gli alunni con problematiche di questo tipo, soprattutto durante la scuola primaria quando la prevenzione della disgrafia ha alte possibilità di essere trattata con esiti positivi. Questo saggio non intende sostituirsi allo psicologo o al neuropsichiatra, ma intende aiutare genitori e insegnanti a riconoscere il problema, al fine di metterli in condizione di orientare i ragazzi verso un iter diagnostico e, soprattutto, verso un tempestivo recupero delle abilità grafiche.

4 DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO I disturbi dell apprendimento (DSA), secondo la Consensus conference, si possono classificare in: - Disturbi della lettura (dislessia) - Disturbi della scrittura (disortografia e disgrafia) - Disturbi del calcolo (discalculia) L osservazione clinica insegna che i sintomi di ognuno di questi disturbi possono essere presenti singolarmente, coesistere o prevalere nel quadro clinico: spesso alla difficoltà di lettura si accompagnano anche problemi ortografici, di grafia e di calcolo. I DSA riguardano bambini generalmente intelligenti, che non hanno problemi sensoriali di vista o udito, e nemmeno problemi neurologici. Sono disturbi di origine neurobiologica in quanto, studi condotti su famiglie di bambini con DSA e su gemelli omozigoti con DSA, confermano in buona misura una base genetica. E probabile, quindi, che un genitore o un parente stretto di un bambino con DSA abbia avuto, a sua volta, problemi nell imparare a leggere, a scrivere o a far di conto. Disturbo della scrittura La pratica della scrittura è strettamente legata allo sviluppo motorio e chi impara a scrivere passa attraverso delle tappe grafiche. J. De Ajuriaguerra, noto psichiatra, ha definito tre stadi di sviluppo della scrittura: l età pre- calligrafica, l età calligrafica e quella post calligrafica. La fase pre- calligrafica va dai cinque agli otto anni, periodo in cui il bambino si sforza d imparare le forme e di cercare una certa regolarità. Nella scrittura si osserva una mancanza di destrezza che si manifesta con un tratto esitante, interrotto, ritoccato, curve ammaccate o angolose, irregolari dimensioni delle lettere, inclinazioni variabili, legami maldestri, rigo di base ondulante, ascendente o discendente e, infine, utilizzo dello spazio mal controllato con margini fluttuanti, mancanti o esagerati. La fase calligrafica si colloca tra i nove e gli undici anni durante i quali il bambino produce una scrittura più fluida, più legata, con forme ormai dominate sul piano motorio. Finalmente possiede una scrittura abbastanza regolare e conforme al modello imposto e questo testimonia l esistenza di un certo livello di evoluzione mentale, affettiva e motoria. La fase post calligrafica comincia verso gli undici- tredici anni, periodo in cui il principale problema è la velocità della scrittura. Infatti, non solo il cervello ragiona più velocemente, ma anche l esigenza scolastica fa sì che debba aumentare la capacità di produrre un flusso maggiore di parole scritte. Non è un caso che questo problema si presenti all inizio della scuola media quando vi è l esigenza di conciliare leggibilità e velocità. Inizialmente la scrittura può farsi più brutta e più confusa, ma poi la soluzione si trova principalmente nelle semplificazioni: gli ornamenti tendono a diminuire, i legami tra lettere diventano più scorrevoli e aumentano in modo da evitare troppe alzate di penna; certi tratti superflui, come il trattino d inizio parola, tendono a sparire e le lettere prendono nuove forme. In breve, la scrittura tende a personalizzarsi secondo il principio dell efficienza e del risparmio di energia. Un buon apprendimento in queste tre fasi richiede la presenza di molti fattori. Il quaderno dev essere modulato partendo da rigature grandi che nel tempo vanno rimpicciolendo. Occorre, soprattutto, rispettare i ritmi di apprendimento dell età evolutiva; imparare a leggere e a scrivere troppo precocemente o troppo in fretta impedisce l interiorizzazione di forme grafiche corrette e favorisce un errata abilità motoria. Si devono utilizzare penne che favoriscano la scioltezza e la scorrevolezza e, cosa fondamentale, la penna dev essere impugnata correttamente. Lasciare che i bambini tengano la penna nei modi più fantasiosi costituisce un grave errore poiché l errata impugnatura può determinare, non solo un uso scorretto della muscolatura del braccio e un errato utilizzo dei muscoli oculogiri, ma anche disordine, uso di una pressione eccessiva, scarsa fluidità, ecc. In tutti i disgrafici esaminati si è osservata una scorretta impugnatura della penna che, pur non essendo la causa del problema, certamente lo aggrava. Generalmente nei disgrafici la fase post calligrafica non è raggiunta e il modello di scrittura si presenta non adeguato all età e al corso di studi frequentato. Permangono scarsa leggibilità, lentezza e disarmonia.

5 Disturbo della lettura La dislessia si verifica quando il livello di capacità che il bambino ha raggiunto nella precisione, nella velocità e nella comprensione della lettura, si situa al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l età cronologica. Il disturbo della lettura interferisce notevolmente con l apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana. Già nella scuola dell'infanzia, bambini che presentano uno sviluppo linguistico atipico sia in produzione sia in comprensione, come parole storpiate o scarso vocabolario, dovrebbero essere monitorati e inviati, se necessario, alle strutture competenti. Se al termine del primo anno della scuola primaria il bambino presenta difficoltà nell'associazione grafema- fonema o viceversa, mancato raggiungimento del controllo sillabico, eccessiva lentezza nella lettura, è opportuno rivolgersi a uno specialista (neuropsichiatra o psicologo) per avere una diagnosi. La diagnosi è posta alla fine del secondo anno della scuola primaria. Nei dislessici la lettura è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni e omissioni, lentezza ed errori di comprensione. Il problema emerge sin dalle prime fasi dell apprendimento scolastico ed è caratterizzato da errori tipici che permettono di riconoscere il disturbo. Trattasi di: - Difficoltà nel distinguere grafemi simili (f- t; m- n; c- e). - Difficoltà nel distinguere grafemi uguali ma con diverso orientamento (d- q; p- b; a- e; u- n; b- d). - Difficoltà nel distinguere grafemi corrispondenti a fonemi somiglianti da un punto di vista uditivo (t- d; s- z; f- v; c- g; l- r; p- b; m- n). - Omissione di parole e/o salti di riga. - Omissione di grafemi e sillabe: durante la lettura non sono lette consonanti, vocali o sillabe intere. - Inversione di sillabe: il bambino inverte la posizione di una sillaba che compone la parola (es. artiloco invece di articolo). - Aggiunte e ripetizioni di sillabe o grafemi (es. campagnana). - Difficoltà nella lettura di parole poco comuni o a bassa frequenza d uso. - Difficoltà di riconoscimento di gruppi consonantici complessi (gn; gh; gl; sc). - Prevalenza della componente intuitiva: poiché il bambino non riesce a leggere correttamente, dopo avere letto le prime sillabe anticipa quella che potrebbe essere la parola scritta, compiendo errori. Se non sempre un disgrafico è anche dislessico, spesso però un dislessico è anche disgrafico. Recentemente, accanto al profilo di dislessia, una mole crescente di dati sembra supportare che alla base ci sia un disturbo specifico della comprensione del testo scritto (Fig. 2) talora accompagnato da disturbo di comprensione da ascolto. Se nei DSA non vi sono danni neurologici evidenti, è dunque ipotizzabile che, in alcuni casi, dietro al problema possa sussistere un lieve deficit dello sviluppo cognitivo. Tuttavia, studi approfonditi devono ancora essere condotti prima di poter accertare l effettiva sussistenza di questa ipotesi. Fig. 2: Difficoltosa comprensione del testo.

6 La figura n. 2 mostra la scrittura di S., dodici anni, profitto scolastico carente. Gli insegnanti hanno più volte segnalato l incapacità di mantenere a lungo l attenzione su di un compito, o di mantenerla ma focalizzandola su particolari banali e irrilevanti. A scuola non è in grado di ottenere un apprendimento scolastico regolare, ma trae un profitto accettabile solo dall attuazione di un progetto educativo personalizzato. Questo ha indotto la famiglia a sottoporre S. a una visita neuropsichiatrica dalla quale è emerso che la bambina soffre di un lieve disturbo nella comprensione del testo. S. legge piuttosto male e meccanicamente, sbaglia le parole perché legge le prime sillabe e poi le completa a intuito ma, soprattutto, le completa in modo sbagliato perché fatica a comprendere il senso di quello che legge. Nell età evolutiva i segni che in una scrittura indicano buone potenzialità intellettive sono: fluida, rapida, legata, larga di lettere, piccola, parca, robusta, scattante, divaricata (per il significato di questi segni si rimanda al libro Grafologia dell età evolutiva di Paola Sirigu). Al contrario, qui la scrittura è statica, lenta, piuttosto slegata (le legature sono forzate), non scattante e non divaricata, fattori che confermano il carente potere di analisi, di comparazione e di categorizzazione. Sono anche presenti alcuni segni tipici della disgrafia e della disortografia. Si notano addossamenti fra lettere, contorsione degli assi e alcuni ritocchi. L equilibrio fra bianchi e neri è complessivamente ben conservato, non mancano tuttavia segni di arruffamento visibili quando gli allunghi inferiori di un rigo vanno a toccare gli allunghi superiori del rigo seguente. La scrittura è piuttosto lenta anche per la presenza di moti arretrativi in finale di parola. Per quanto riguarda la disortografia, notiamo omissioni di lettere (voglono invece di vogliono) e scambio di grafemi (mutto in luogo di tutto, n scambiata con la m, ecc.). In questo caso l analisi della scrittura evidenzia una disgrafia accompagnata da un deficit dello sviluppo cognitivo. Disturbo del calcolo La cosa che subito risulta evidente in un bambino che soffre di discalculia è il suo modo di contare: conta sulle dita, a volte con vergogna, nascondendosi perché gli hanno detto che così non si fa! Incolonna male i numeri nelle operazioni, fa molta fatica a imparare le tabelline, comprende poco o niente il testo di un problema di matematica. Bastano questi segni per sospettare una discalculia. La caratteristica principale del disturbo del calcolo è una capacità, misurata con test standardizzati, che si situa sotto a quanto previsto in base all età cronologica del bambino. La discalculia interferisce in modo rilevante con l apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana. I sintomi presenti in bambini che hanno difficoltà nell elaborazione del numero sono molti: - Incapacità di comprendere i concetti di base delle operazioni. - Mancanza di comprensione dei termini o dei segni matematici. - Mancato riconoscimento dei simboli numerici. - Difficoltà ad attuare operazioni aritmetiche. - Difficoltà nel comprendere quali numeri sono pertinenti al problema aritmetico che si sta considerando. - Difficoltà ad allineare correttamente i numeri. - Scorretta organizzazione spaziale nei calcoli. - Incapacità ad apprendere in modo soddisfacente le tabelline. - Errori di conteggio ed enumerazione (es. 1, 2, 4, 5, 7 ). - Errori di lessicazione (incapacità di trascrivere numeri in cifre). - Incapacità di comprendere il testo di un problema. - Difficoltà nel mantenimento e nel recupero delle procedure. - Difficoltosa applicazione delle procedure. - Difficoltà visuo- spaziali. Spesso nei bambini con rilevanti disturbi di calcolo sono presenti deficit nel concetto di numero, nelle abilità logico- operatorie, nelle abilità di calcolo e nel ragionamento aritmetico. Poiché il sistema del calcolo è interdipendente rispetto a quello di comprensione e a quello di produzione dei numeri, i possibili errori devono essere analizzati con attenzione in tutti e tre i sistemi, individuando il peso delle difficoltà lessicali, sintattiche e semantiche. Generalmente, il bambino ha un intelligenza nella

7 norma poiché le abilità cognitive come la memoria, la percezione, l attenzione e la concentrazione sono adeguate, anche se non sono rari i casi in cui la discalculia si accompagna a deficit intellettivi. Quando questo accade, la diagnosi non sempre è facile perché la discalculia comporta pesanti conseguenze nell apprendimento, al punto che solo approfonditi test sono in grado di dire dove finisce l uno e comincia l altro. Spesso la discalculia si accompagna a disgrafia e in questo caso il rendimento scolastico è deficitario in tutte le aree disciplinari. Ciò che caratterizza sempre la presenza di questo problema è una bassa autostima poiché le reazioni emotive davanti a queste difficoltà sono pesanti: il bambino si sente incapace, umiliato, frustrato e demotivato. In particolare, a differenza del bambino dislessico, si sente maggiormente inadeguato a causa della credenza diffusa che chi è bravo in matematica sia più intelligente di chi non lo è.