Monitor dei Distretti Toscana Servizio Studi e Ricerche Gennaio 2013

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1 Monitor dei Distretti Toscana Servizio Studi e Ricerche CR Firenze distribuisce questo studio realizzato da

2 Monitor dei Distretti Toscana Executive summary 2 I 18 distretti tradizionali e il polo farmaceutico della Toscana 3 Appendice metodologica 10 Trimestrale n. 12 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche Industry and Banking A cura di: Stefania Trenti Database management: Angelo Palumbo Carifirenze distribuisce questo studio realizzato da

3 Executive summary Il terzo trimestre del 2012 ha visto l export dei distretti tradizionali toscani continuare a crescere a buoni ritmi: +5,3%. Nel complesso dei primi nove mesi del 2012, i distretti toscani hanno registrato un incremento del 6,3%: tra i distretti delle altre regioni solo quelli campani riescono a fare meglio (6,5%). Seppure in rallentamento rispetto ad un ottima prima parte dell anno, i 18 distretti monitorati in questo Rapporto confermano nel terzo trimestre 2012 un tasso di crescita nettamente più elevato rispetto alla media dei distretti italiani (+1,3%). E dall ultimo trimestre 2008 che i distretti toscani evidenziato performance migliori dell aggregato distrettuale. I risultati dei distretti toscani sono legati alla buona proiezione sui mercati più dinamici nella fase di ripresa post-crisi: Stati Uniti e paesi emergenti. Gli altri distretti italiani specializzati nelle stesse produzioni hanno un peso di queste aree inferiore rispetto a quello dei distretti toscani. La maggiore propensione a servire i mercati più dinamici si è unito al posizionamento sulla fascia alta della gamma produttiva che caratterizza molte delle produzioni Made in Tuscany, in particolare nella filiera della pelle, che consentono di sfruttare l ampliamento della base di consumatori del segmento lusso che si sta registrando a livello mondiale. Anche nel terzo trimestre, a fronte del continuo peggioramento delle vendite sui mercati dell area euro, le imprese dei distretti tradizionali toscani hanno beneficiato dei buoni risultati ottenuti sugli altri principali mercati maturi, dove la crisi finanziaria appare superata: Stati Uniti, (+18,4% la crescita nel terzo trimestre), Giappone (+15,9%), Regno Unito (+11,8%). Ottimi ritmi di sviluppo anche su molti mercati emergenti, in primis gli Emirati Arabi Uniti (+59,9%), grazie all oreficeria di Arezzo, ma anche Cina (+16,4%), Russia (+10,2%), Turchia (+8,7%) e Hong Kong (+8,2%). I buoni risultati a livello complessivo nascondono, tuttavia, situazioni assai diverse tra i distretti. Spicca in positivo la performance del distretto della pelletteria e calzature di Arezzo, che conferma una crescita delle esportazioni su ritmi straordinari (+32,6%). Rallentano, pur mantenendosi buoni, i tassi di sviluppo del distretto della pelletteria e calzature di Firenze (+4,8%) e dell oreficeria aretina (+17,2%). Da segnalare, il ritorno in positivo delle vendite estere del marmo di Carrara (+20%), complice la domanda proveniente dai paesi emergenti e il conseguente aumento delle quotazioni, e delle calzature di Lucca (+7,4%). All opposto, si presentano ancora in crisi i due distretti del mobile, con i mobili di Poggibonsi-Sinalunga che entrano in territorio negativo (-14,3%) e peggiora ulteriormente, dopo un primo semestre già poco brillante, il tessile e abbigliamento di Prato (-10,1%). Il polo farmaceutico toscano registra, infine, una nuova caduta nel terzo trimestre dell anno (-9,5%), che peggiora il dato cumulato del periodo gennaio-settembre, sceso a -5,9%. Il boom di vendite in Francia non è, infatti, stato sufficiente a compensare i bruschi crolli verso Germania e Brasile. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 2

4 I 18 distretti tradizionali e il polo farmaceutico della Toscana Il terzo trimestre del 2012 ha visto l export dei distretti tradizionali toscani continuare a crescere a buoni ritmi (+5,3%), un risultato positivo anche se in rallentamento rispetto all ottima prima parte dell anno. I 18 distretti tradizionali Fig. 1 Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani (var. % tendenziali e milioni di euro) 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0 I07 II07 III07 IV07 I08 II08 III08 IV08 I09 II09 III09 IV09 I10 II10 III10 IV10 I11 II11 III11 IV11 I12 II12 III Var.% Milioni di euro (sc.dx.) Il confronto con altre regioni evidenzia, ancora una volta, le buone performance dei distretti tradizionali toscani: nel complesso dei primi nove mesi dell anno la crescita dei distretti toscani (+6,3%) risulta inferiore a quella dei soli distretti campani (+6,5%). Tab. 1 Le esportazioni distrettuali nelle regioni italiane nel 3 trimestre del 2012 Milioni di euro Var. % tendenziale Differenza tra 3 trim. 3 trim. 3 trim. gen-set 3 trim e trim Nord-Ovest, di cui: 6.088, ,2-49,1-0,8 0,4 Piemonte 1.484, ,2 22,1 1,5 0,8 Lombardia 4.598, ,4-70,3-1,5 0,5 Nord-Est 8.396, ,8 177,4 2,1 1,8 Emilia-Romagna 2.562, ,6 162,6 6,3 5,9 Veneto 4.429, ,0 108,2 2,4 2,6 Trentino-Alto Adige 262,2 290,4 28,3 10,8 0,1 Friuli-Venezia Giulia 1.142, ,8-121,7-10,7-8,9 Centro, di cui: 3.715, ,4 146,2 3,9 5,4 Toscana 2.588, ,9 137,4 5,3 6,3 Umbria 141,0 150,8 9,9 7,0 5,7 Marche 966,8 968,3 1,5 0,2 3,3 Sud, di cui: 1.175, ,5-22,5-1,9-1,3 Campania 497,7 514,5 16,8 3,4 6,5 Sicilia 64,0 69,8 5,9 9,2-4,1 Abruzzo 163,5 144,0-19,5-11,9-3,9 Puglia 425,5 395,7-29,8-7,0-10,0 Totale , ,9 251,9 1,3 1,8 Nonostante il rallentamento, i 18 distretti monitorati in questo Rapporto confermano, per il sedicesimo trimestre consecutivo, un tasso di crescita nettamente più elevato rispetto alla media dei distretti italiani, fermi a un più modesto (+1,3%). E, infatti, dall ultimo trimestre 2008 che i distretti toscani evidenziano performance migliori degli altri distretti italiani (Fig.2). Il confronto con il dato nazionale Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 3

5 Fig. 2 Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani a confronto con gli altri distretti italiani (var. % tendenziali) 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0-30,0 Diff. Distretti toscani Altri distretti I03 III03 I04 III04 I05 III05 I06 III06 I07 III07 I08 III08 I09 III09 I10 III10 I11 III11 I12 III12 La lunga serie di risultati migliori, sia in fase negativa che positiva, ribalta quanto evidenziato nella prima metà del decennio scorso, quando i distretti toscani faticavano a tenere il passo degli altri distretti a livello nazionale. Il dato positivo toscano non dipende dalla diversa specializzazione settoriale. Se, infatti, consideriamo solamente gli altri distretti italiani specializzati nelle medesime produzioni (a livello di ATECO 3 digit) riscontriamo la stessa serie positiva, con un differenziale che si amplia ulteriormente (Fig.3). Addirittura nell ultimo trimestre, i distretti specializzati nelle stesse produzioni hanno registrato una lieve caduta delle esportazioni (-1,2%). Fig. 3 Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani a confronto con gli altri distretti italiani con le stesse specializzazioni produttive (var. % tendenziali) 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0-30,0 Diff. Toscana Altri distretti* I03 III03 I04 III04 I05 III05 I06 III06 I07 III07 I08 III08 I09 III09 I10 III10 I11 III11 I12 III12 * Nelle stesse specializzazioni produttive Premiante appare, in particolare nella fase di ripresa post crisi, il diverso orientamento geografico, che vede un maggiore peso delle aree emergenti nel caso dei distretti toscani. Sempre confrontando il dato toscano con quello degli altri distretti italiani operanti nelle stesse specializzazioni, emerge con chiarezza il minore peso dell area UE15 nel caso della Toscana, fattore che, data la debolezza della domanda di molti paesi dell area euro, sicuramente sta aiutando in questa fase congiunturale. In tal senso, giocano anche la maggiore proiezione in Asia Orientale, in Nord America e Medio Oriente. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 4

6 Fig. 4 Ripartizione per area geografica delle esportazioni dei distretti toscani a confronto con gli altri distretti italiani con le stesse specializzazioni produttive (2011, %) Ue15 Europa Centro Orientale Altri Europa Asia Orientale Nord America Medio Oriente Resto del mondo America Latina Altri distretti* Distretti Toscani Asia Centrale 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 * Nelle stesse specializzazioni produttive La maggiore propensione a servire i mercati più dinamici si è unito al posizionamento sulla fascia alta della gamma produttiva che caratterizza molte delle produzioni Made in Tuscany, in particolare nella filiera della pelle, che consentono di sfruttare l ampliamento della base di consumatori del segmento lusso che si sta registrando a livello mondiale. Tab. 2 Le esportazioni dei distretti toscani per mercato di sbocco Milioni di Comp.% Var.% sul corr.periodo dell'anno precedente Gen '12-set '12 Lug '12-Set '12 TOTALE, di cui: 10443,4 100,0 11,6 6,3 5,3 I risultati per mercato di sbocco Francia 1451,7 13,9 11,4 0,5 0,6 Svizzera 1119,7 10,7 33,8-5,2-9,9 Stati Uniti 1044,0 10,0 15,2 18,5 18,4 Germania 842,6 8,1 12,6-4,3-9,1 Hong Kong 624,4 6,0 19,4 14,7 8,2 Regno Unito 569,3 5,5 6,3 5,0 11,8 Emirati Arabi Uniti 494,9 4,7-9,2 49,4 59,5 Spagna 423,7 4,1-2,1-7,5-9,5 Cina 323,1 3,1 30,1 16,1 16,4 Giappone 276,0 2,6 15,5 21,7 15,9 Paesi Bassi 234,6 2,2 15,9 4,0-0,6 Belgio 187,2 1,8 10,6-3,7-3,9 Turchia 186,5 1,8 13,7 2,5 8,7 Romania 166,6 1,6 16,7-7,9-2,4 Russia 165,5 1,6 15,0 14,3 10,2 Corea del Sud 130,9 1,3 39,4 15,7 0,5 Austria 130,6 1,3 8,1 3,3 2,1 Anche nel terzo trimestre del 2012 le esportazioni toscane hanno tratto beneficio dal buon posizionamento su alcuni mercati. A fronte del continuo peggioramento delle vendite nei paesi dell area euro, le imprese dei distretti tradizionali toscani hanno potuto contare sui risultati ottenuti sugli altri principali mercati maturi, dove la crisi finanziaria appare superata: Stati Uniti, (+18,4% la crescita nel terzo trimestre), Giappone (+15,9%), Regno Unito (+11,8%). Ottimi ritmi di sviluppo anche su molti mercati emergenti Hong Kong (+8,2%), Turchia (+8,7%), Russia (+10,2%), Cina (+16,4%) e, soprattutto, Emirati Arabi Uniti dove le vendite sono aumentate ad un ritmo di poco inferiore al 60%. Proprio il boom delle vendite negli Emirati Arabi Uniti (+61,5%) è alla base del successo dell oreficeria di Arezzo, il distretto che ha maggiormente contribuito al buon risultato I risultati per distretto Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 5

7 complessivo del terzo trimestre, con 60 milioni di euro in più di export rispetto allo stesso periodo del 2011 (Tab.3). Tab. 3 I risultati dei distretti tradizionali toscani sui mercati internazionali Milioni di euro 3 trim. 3 trim. Differenza tra trim. 12 e 3 trim trim 2012 Var.% Gen-Set 2012 Pelletteria e calzature di Firenze 563,6 591,3 27,7 4,9 9,9 Tessile e abbigliamento di Prato 384,4 345,6-38,8-10,1-5,3 Oreficeria di Arezzo 352,2 412,9 60,7 17,2 14,1 Concia e calz. S.Croce sull'arno 222,9 239,6 16,7 7,5 4,6 Abbigliamento di Empoli 298,5 298,4-0,1 0,0 5,1 Marmo di Carrara 125,6 151,1 25,5 20,3 10,6 Vini del Chianti 111,2 121,7 10,5 9,5 7,3 Cartario di Capannori 110,2 106,4-3,8-3,4-0,7 Pelletteria e calzature di Arezzo 86,2 114,3 28,1 32,6 35,6 Tessile e abbigliamento di Arezzo 79,4 80,3 0,9 1,2 1,8 Calzature di Lucca 55,8 59,9 4,1 7,4-5,2 Florovivaistico di Lucca e Pistoia 26,2 27,4 1,2 4,8 5,8 Olio di Lucca 50,9 53,6 2,7 5,3 1,1 Olio di Firenze 38,5 46,1 7,6 19,7 8,0 Mobile imbottito di Quarrata 28,1 26,7-1,3-4,7-7,6 Calzature di Lamporecchio 38,2 36,8-1,4-3,7 3,7 Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 9,0 7,7-1,3-14,3 3,3 Ceramica di Sesto Fiorentino 7,8 6,1-1,7-22,1-10,6 Totale complessivo 2588,5 2725,9 137,4 5,3 6,3 L oreficeria aretina, complice anche il continuo innalzamento delle quotazioni delle materie prime preziose, ha aumentato le vendite del 17,2%, con ottimi risultati oltre che negli Emirati Arabi Uniti, anche negli Stati Uniti (+20%) e Turchia (+22%), in netta accelerazione rispetto ai dati negativi del primo semestre (Tab.4). Torna in positivo anche Panama (+6,8%), paese utilizzato come porta di entrata verso i mercati dell America Latina, caratterizzati da elevate barriere doganali. Continuano ad essere nettamente negativi i risultati in Francia, Germania, Cina e Svizzera. Tab. 4 Le esportazioni del distretto orafo di Arezzo Milioni di Comp.% Var.% sul corr.periodo dell'anno precedente Gen '12-Set '12 Lug '12-Set '12 TOTALE, di cui: 1480,3 100,0-3,4 14,1 17,2 Emirati Arabi Uniti 452,1 30,5-7,5 51,4 61,5 Francia 165,9 11,2-0,5-24,4-30,1 Stati Uniti 107,1 7,2 1,8 0,6 20,0 Turchia 100,6 6,8 8,2 0,9 22,2 Hong Kong 85,1 5,7 5,4 8,7 11,1 Panama 44,7 3,0 10,8-4,2 6,8 Germania 43,5 2,9-5,4-14,5-19,2 Cina 40,3 2,7 28,7-14,5-30,6 Spagna 40,1 2,7-10,8-3,5-25,9 Svizzera 31,8 2,1 16,4-63,7-65,4 Dominicana, Repubblica 31,3 2,1 218,2-24,0-42,7 Australia 26,6 1,8 0,6 6,4 12,5 Regno Unito 26,5 1,8-17,1-0,6-0,9 Se i risultati dell oreficeria aretina sono ottimi, ancora meglio ha fatto l altro distretto della provincia: la pelletteria e calzature di Arezzo è stato il distretto toscano che ha registrato la crescita più elevata delle esportazioni nel terzo trimestre: + 32,6% pari a 28 milioni di euro circa Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 6

8 aggiuntivi rispetto allo stesso periodo del E pertanto proseguita la crescita di questo distretto che già nel 2011 aveva registrato la crescita più significativa nel panorama dei distretti tradizionali toscani. La crescita è rimasta elevata su tutti i principali mercati di sbocco, con l eccezione del Giappone, paese negativo anche lo scorso anno e nella prima parte del Tab. 5 Le esportazioni del distretto della pelletteria e calzature di Arezzo Milioni di Comp.% Var.% sul corr. periodo dell'anno precedente Gen '12-Set '12 Lug '12-Set '12 TOTALE, di cui: 362,8 100,0 59,9 35,6 32,6 Hong Kong 96,7 26,7 58,5 26,6 18,2 Stati Uniti 65,7 18,1 55,9 83,5 60,3 Francia 51,9 14,3 194,2 44,4 50,0 Regno Unito 44,1 12,2 162,3 30,2 25,4 Giappone 16,9 4,7-6,3-17,2-4,0 Cina 14,7 4,1 51,9 64,1 78,8 Svizzera 13,5 3,7-18,0 6,7 18,3 Anche la pelletteria e calzature di Firenze mantiene le esportazioni in crescita (+4,9%), seppure su ritmi meno intensi rispetto a quanto sperimentato nel 2011 e nella prima parte del Pesa, infatti, l ulteriore caduta registrata in Svizzera, di gran lunga il primo mercato di sbocco, mentre tengono meglio le vendite in Francia, Stati Uniti, Hong Kong, Giappone e Cina. Da segnalare la forte accelerazione delle esportazioni verso il Regno Unito. Tab. 5 Le esportazioni del distretto della pelletteria e calzature di Firenze Milioni di Comp.% Var.% sul corr. periodo dell'anno precedente Gen '12-Set '12 Lug '12-Set '12 TOTALE, di cui: 2294,8 100,0 29,3 9,9 4,9 Svizzera 812,8 35,4 42,8-6,6-12,1 Francia 284,6 12,4 27,6 16,4 9,8 Stati Uniti 213,6 9,3 37,3 24,0 16,6 Regno Unito 117,7 5,1 0,2 14,5 36,7 Hong Kong 108,8 4,7 35,5 41,7 28,1 Germania 103,1 4,5 20,5 5,4 4,8 Giappone 89,4 3,9 16,7 26,6 25,9 Cina 56,0 2,4 62,2 86,0 46,2 Spagna 55,8 2,4 1,0-8,7-9,4 Rimanendo nella filiera della pelle, il distretto della concia e calzature di S.Croce incrementa le esportazioni del 7,5% nel terzo trimestre, in accelerazione sulla prima parte dell anno, grazie ai buoni risultati ottenuti su molti mercati tradizionali (Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Giappone). E, in particolare, il segmento a valle delle calzature a sperimentare un buon risultato (+14,3%) mentre la concia mostra una dinamica più lenta (+3,3%), leggermente inferiore rispetto a quanto si registra nell altro importante distretto conciario di Arzignano (+3,8%). Segnali di risveglio hanno caratterizzato le esportazioni del calzaturiero di Lucca (+7,4%) mentre, all opposto, sono calate nel terzo trimestre, dopo una prima parte dell anno in positivo le vendite del calzaturiero di Lamporecchio (-3,7%). Il distretti del tessile-abbigliamento mostrano maggiori difficoltà. Si segnalano, infatti, il rallentamento del tessile e abbigliamento di Arezzo (+1,2%), l azzeramento della crescita nell abbigliamento di Empoli e, soprattutto, il peggioramento della già debole congiuntura del tessile e abbigliamento di Prato (-10,1%). In negativo tutti i prodotti della filiera: l export dei filati crolla del 18% circa mentre il tessile e la maglieria registrano cali intorno al 7% (-7,7% e Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 7

9 -6,7% rispettivamente). Si riduce ancora, dopo le difficoltà della prima parte dell anno, l export dell abbigliamento (-11%) che soffre la debole congiuntura sui mercati europei. Tab. 6 Le esportazioni del distretto del tessile-abbigliamento di Prato Milioni di Comp.% Var.% sul corr. periodo dell'anno precedente Gen '12-Set '12 Lug '12-Set '12 TOTALE, di cui: 1508,9 100,0 7,3-5,3-10,1 Germania 237,6 15,7 13,1-11,3-18,3 Francia 229,7 15,2 6,4-9,8-6,1 Spagna 131,0 8,7-10,1-7,8-9,7 Romania 72,2 4,8 14,8-12,6-5,2 Regno Unito 71,9 4,8-1,2-7,4-9,4 Hong Kong 62,2 4,1 0,0-1,8-22,8 Cina 50,1 3,3 20,0 4,8 4,4 Belgio 45,7 3,0 15,2-8,0-11,4 Turchia 45,6 3,0 21,9 5,8-7,8 Portogallo 43,8 2,9 6,0 0,0-8,4 Russia 43,3 2,9-2,5 16,1 11,0 Paesi Bassi 41,5 2,7 5,3-6,6-12,7 Tunisia 38,7 2,6 11,1-4,2-14,9 Stati Uniti 37,9 2,5 38,4 11,9-7,0 Nel complesso dei prodotti del distretto pratese, si registra una nuova importante caduta delle vendite in Germania (-18,3%), con cali importanti diffusi a tutte le filiere. Male anche negli altri mercati di sbocco europei e nei paesi oggetto di delocalizzazione di molte imprese italiane a valle (Romania -5,2%, Turchia, -7,8%, Tunisia, -14,9%) che hanno diminuito fortemente gli utilizzi di tessuti pratesi negli stabilimenti in loco. Le uniche note positive provengono dalla Cina (+4,4%), grazie a buone performance nei tessuti (+5,1%) e soprattutto al vero e proprio boom delle esportazioni di abbigliamento (+86,1%), e dalla Russia (+11%). Anche la filiera del mobile toscano non riesce a superare la difficile fase congiunturale: le esportazioni di Quarrata rimangono in territorio negativo (-4,7%) mentre sono tornate a registrare un calo quelle del distretto di Poggibonsi-Sinalunga (-14,3%) che avevano evidenziato segnali positivi nella prima parte del E proseguito il trend negativo anche nel cartario di Capannori (-3,4%) a conferma delle difficoltà dei beni di consumo sui mercati europei. Riescono, invece, a mantenere l export in crescita i tre distretti agro-alimentari toscani: florovivaistico di Lucca e Pistoia (+4,8%), olio di Lucca (+5,3%) e, soprattutto, olio di Firenze (+19,7%) in netta accelerazione, grazie ai buoni risultati negli Stati Uniti, in Francia e Germania. Tab. 7 Le esportazioni del distretto del marmo di Carrara Milioni di Comp.% Var.% sul corr. periodo dell'anno precedente Gen '12-Set '12 Lug '12-Set '12 TOTALE, di cui: 538,4 100,0 7,1 10,6 20,3 Stati Uniti 103,6 19,2 1,1 27,5 37,4 Cina 50,1 9,3 8,4 4,0 36,6 Arabia Saudita 34,4 6,4 180,8 121,3 123,0 India 33,3 6,2 6,2 1,2 8,5 Qatar 22,2 4, ,8-62,7 Algeria 20,9 3,9 21,4 3,1 32,4 Regno Unito 19,7 3,7 22,3 3,1 7,3 Emirati Arabi Uniti 18,9 3,5-42,7 12,5 16,2 Francia 18,8 3,5 31,0 4,3 26,7 Canada 14,6 2,7 1,2 58,2 35,2 Kuwait 13,1 2,4 40,1 10,1-12,8 Germania 12,0 2,2-10,9-1,6-5,7 Indonesia 11,9 2,2 43,0 46,4 34,5 Tunisia 11,8 2,2-15,5 2,6 2,5 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 8

10 E da segnalare l ottima performance del marmo di Carrara. Il distretto lapideo ha incrementato, nel terzo trimestre dell anno, le proprie esportazioni del 20,3%, in netta accelerazione sulla prima parte del Il marmo italiano sta beneficiando del risveglio del settore delle costruzioni negli Stati Uniti e, soprattutto, dell interesse delle nuove classi agiate dei paesi emergenti nei confronti dei prodotti di alta qualità del distretto. La forte domanda proveniente dai paesi emergenti ha anche spinto verso l alto le quotazioni, sostenendo la crescita del valore delle esportazioni del distretto. Tra i principali sbocchi commerciali del distretto negli emergenti solo Qatar e Kuwait evidenziano segni negativi, fisiologici dopo il boom sperimentato nel Il polo farmaceutico toscano registra, infine, una nuova caduta nel terzo trimestre dell anno (-9,5%), che peggiora il dato cumulato del periodo gennaio-settembre, sceso a -5,9%. Il boom di vendite in Francia non è, infatti, stato sufficiente a compensare i bruschi crolli verso Germania e Brasile. E un quadro a luci e ombre quello che emerge dall analisi delle esportazioni distrettuali toscane: dietro i buoni risultati complessivi si celano, infatti, risultati ottimi per alcune realtà (come la filiera della pelle e del marmo), una buona tenuta di altri comparti (agro-alimentare) e situazioni più difficili per il tessile-abbigliamento, il mobile e la farmaceutica. Simile è il quadro che si registra sul fronte della CIG. Il complessivo lieve miglioramento evidenziato nei confronti del 2011, è il frutto di cali in alcuni distretti (oreficeria di Arezzo, Prato, S.Croce) e incrementi in altri. Da segnalare l aumento del cartario di Capannori, delle calzature di Lamporecchio e Lucca e dei due distretti del mobile, tra le aree più in difficoltà anche nel panorama nazionale del settore. Il polo farmaceutico toscano La CIG Fig. 8 Ore di Cassa Integrazione Guadagni gen-nov 10 gen-nov 11 gen-nov Ordinaria Straordinaria In deroga Totale Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Inps Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 9

11 Appendice metodologica Non è facile monitorare l evoluzione congiunturale dei distretti industriali. Le uniche informazioni aggiornate disponibili a livello territoriale (provinciale) riguardano le esportazioni espresse a prezzi correnti (dati trimestrali). Un incrocio province/settori per le esportazioni è disponibile, inoltre, per un numero relativamente limitato di settori (circa 100). La congiuntura dei distretti può essere pertanto approssimata in un modo molto grezzo, con un maggiore grado di confidenza solo per i distretti fortemente export-oriented (non ci sono, infatti, dati sul mercato interno) e per quelli che producono beni non troppo specifici (non abbiamo statistiche su micro-settori ad esempio come coltelli e forchette ). I distretti analizzati costituiscono una sintesi di quelli individuati dalla Federazione dei distretti italiani, dall Istat, dalla Fondazione Edison e dalle Leggi regionali che censiscono i distretti stessi. Poiché il presente lavoro ha finalità soprattutto quantitative a livello del sistema distretti nel suo complesso, ci si è concentrati solo sui distretti che potevano essere ben rappresentati dai dati Istat disponibili sul commercio estero a livello provinciale. Vale la pena precisare che i dati Istat provinciali si riferiscono alle esportazioni espresse a prezzi correnti e, pertanto, non tengono conto dei fenomeni inflativi, ovvero delle variazioni di prezzo non dovute a miglioramenti qualitativi dei beni prodotti. Questi dati devono, pertanto, essere valutati con cautela visto che l evoluzione positiva (negativa) dell export può nascondere aumenti (diminuzioni) di prezzo legati all andamento delle quotazioni delle materie prime. In questo numero del Monitor l evoluzione delle esportazioni del 2011 si basa sul confronto tra i dati definitivi del 2011 e quelli definitivi del 2010 mentre l evoluzione delle esportazioni nei primi tre trimestri del 2012 è calcolata confrontando i dati rettificati del 2012 con i dati definitivi del Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 10

12 Monitor dei Distretti - Toscana Le pubblicazioni sui Distretti del Servizio Studi e Ricerche Studi sui distretti industriali Monografie sui principali distretti industriali italiani Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 2003 Il distretto del tessile abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 2003 Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 2003 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 2004 Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 2004 Il distretto del tessile abbigliamento di Prato, Marzo 2004 Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 2004 Il distretto dell occhialeria di Belluno, Settembre 2004 Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 2004 Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 2005 Il distretto tessile di Biella, Marzo 2005 Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 2005 Il distretto serico di Como, Agosto 2005 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 2005 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull Arno, Dicembre 2005 Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 2006 Il distretto del mobile imbottito della Murgia, Giugno 2006 I distretti italiani del mobile, Maggio 2007 Il distretto conciario di Solofra, Giugno 2007 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di S.Croce sull Arno (aggiorn.), Settembre 2007 Il distretto della calzatura del Brenta, Ottobre 2007 Il distretto della calzatura veronese, Dicembre 2007 Il Polo fiorentino della pelle, Luglio 2008 Il distretto dei casalinghi di Omegna, Novembre 2008 Il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli, Febbraio 2009 Il distretto metalmeccanico del Lecchese, Giugno 2009 I distretti calzaturieri del sud: Casarano, il Nord Barese e il Napoletano, Settembre 2009 Il distretto della maglieria e dell abbigliamento di Carpi, Marzo 2010 Il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, Marzo 2010 I distretti veneti del tessile-abbigliamento: le strategie per un rilancio possibile, Aprile 2010 L occhialeria di Belluno all uscita dalla crisi: quale futuro per il tessuto produttivo locale?, Settembre 2010 La Riviera del Brenta nel confronto con i principali distretti calzaturieri italiani, Ottobre 2010 Il comparto termale in Italia: focus Terme Euganee, Giugno 2011 Il calzaturiero di San Mauro Pascoli: le strategie per un rilancio possibile, Luglio 2011 Il distretto della carta di Capannori, Aprile 2012 Abbigliamento abruzzese e napoletano, Novembre 2012 Il mobile imbottito di Forlì nell attuale contesto competitivo, Novembre 2012 Monitor dei distretti Trimestrale di congiuntura e previsioni sui principali distretti industriali italiani Ultimo numero: Dicembre 2012 Economia e finanza dei distretti industriali Rapporto annuale sui bilanci delle imprese distrettuali Quinto numero: Dicembre 2012 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 11

13 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Ufficio Industry & Banking Fabrizio Guelpa (Responsabile Ufficio) fabrizio.guelpa@intesasanpaolo.com Industry Stefania Trenti (Responsabile) stefania.trenti@intesasanpaolo.com Giovanni Foresti (Responsabile Analisi Territoriale) giovanni.foresti@intesasanpaolo.com Maria Cristina De Michele maria.demichele@intesasanpaolo.com Serena Fumagalli serena.fumagalli@intesasanpaolo.com Angelo Palumbo angelo.palumbo@intesasanpaolo.com Caterina Riontino caterina.riontino@intesasanpaolo.com Ilaria Sangalli ilaria.sangalli@intesasanpaolo.com Banking Elisa Coletti (Responsabile) elisa.coletti@intesasanpaolo.com Marco Lamieri marco.lamieri@intesasanpaolo.com Tiziano Lucchina tiziano.lucchina@intesasanpaolo.com Finanza e Servizi Pubblici Locali Laura Campanini (Responsabile) laura.campanini@intesasanpaolo.com Andrea Olivetto andrea.olivetto@intesasanpaolo.com Il rapporto è stato elaborato con informazioni disponibili al 21 dicembre 2012 Editing: Elisabetta Ciarini Avvertenza Generale La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

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