IL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI IN EMILIA- ROMAGNA
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- Viviana Bruno
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1 IL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI IN EMILIA- ROMAGNA I Rifiuti Speciali Il quadro conoscitivo sulla produzione e sulle modalità di gestione dei rifiuti speciali si basa sulle dichiarazioni MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale), presentate nell anno 2007 dai produttori e dai gestori ai sensi dell art. 189 del D. Lgs. 152/06. Tali dichiarazioni sono relative ai dati 2006 in quanto i MUD, inviati alla Camera di Commercio, sono resi disponibili l anno successivo a quello a cui si riferiscono. Le modifiche al quadro normativo precedente (D.Lgs. 22/97) introdotte dal D.Lgs. 152/06, con la conseguente esenzione dall obbligo di presentazione della dichiarazione da parte di tutti i soggetti produttori di rifiuti non pericolosi, hanno determinato per l anno 2006 una riduzione significativa nel numero dei MUD presentati (-20%). Una prima, seppur lieve riduzione, si era registrata anche nel 2006 (per le dichiarazioni relative all anno 2005) in quanto il D. Lgs. 152/06 è entrato in vigore nel mese di aprile 2006, cioè pochi giorni prima della scadenza per la presentazione annuale dei MUD (fissata al 30 aprile). In quest ultimo caso però, benchè fosse già vigente l esenzione per i produttori di rifiuti non pericolosi, la riduzione è stata decisamente meno consistente, in quanto gran parte dei soggetti (anche quelli esonerati con l entrata in vigore della nuova norma) avevano già presentato la dichiarazione MUD. Negli ultimi 5 anni il numero delle dichiarazioni si è aggirato intorno alle dichiarazioni annuali. Va inoltre precisato che i dati che derivano dalle dichiarazioni MUD non sono immediatamente utilizzabili, ma necessitano di strumenti statistici correttivi per eliminare i principali errori (unità di misura, attendibilità del dato, ecc). In generale quindi l utilizzo della banca dati MUD porta ad una sottostima della quantità complessiva di rifiuti speciali, sia pericolosi che non, prodotti in quanto: - non tutti i produttori sono tenuti alla presentazione della dichiarazione MUD - non tutte le tipologie di rifiuti devono essere dichiarate - un certo numero di soggetti non adempiono all obbligo di compilare il MUD - vi sono errori all atto della compilazione o informatizzazione della dichiarazione MUD presentati nel 2005 MUD presentati nel 2006 Diff. N. dichiarazioni Diff. % dichiarazioni Provincia PIACENZA ,1 PARMA ,4 REGGIO EMILIA ,2 MODENA ,04 BOLOGNA ,6 FERRARA ,7 RAVENNA ,9 FORLI' ,2 RIMINI ,3 TOTALE ,8 1
2 La produzione I dati indicano per il 2006 una produzione complessiva regionale di 8,58 milioni di tonnellate, ivi comprese tonnellate di rifiuti pericolosi. La produzione complessiva di rifiuti speciali è pertanto diminuita di t, corrispondente ad una riduzione percentuale del 18,6% rispetto a quanto rilevato nel Tale diminuzione a livello regionale è a carico esclusivamente dei rifiuti speciali non pericolosi la cui produzione è passata da t a t nel Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini RER Per i rifiuti speciali pericolosi si è invece registrato un incremento di t.(con un aumento del 3%), passando da t per il 2005 ad un valore di t nel Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini RER Per quanto riguarda la provincia di Reggio Emilia la diminuzione nel numero di dichiarazioni è leggermente superiore alla media regionale (28,5%), mentre molto forte è la riduzione nella produzione complessiva che si è attestata sul valore di t, con un decremento pari al 45% rispetto al 2005 In linea con l andamento generale regionale invece la produzione di rifiuti speciali (pari a t), aumentata del 14,7% rispetto al Rifiuti speciali e rifiuti industriali L art. 184, comma 3 del D. Lgs. 152/06 e successive modifiche e integrazioni definisce i rifiuti speciali come quelli derivanti da attività agricole, industriali, artigianali commerciali, di servizio, di trattamento e dei rifiuti e delle acque reflue, da attività di costruzione, demolizione e scavo, da attività sanitarie, i macchinari e le apparecchiature obsoleti, i veicoli fuori uso e il CDR. Appare quindi evidente come il mondo dei rifiuti industriali 2
3 costituisca un sottoinsieme, benchè decisamente significativo, del più ampio universo dei rifiuti speciali. Le tipologie di rifiuto che incidono maggiormente sulla produzione appartengono ai CER 02 (per il 7%), 17 (per il 20%) e 19 (per il 43%) e fanno riferimento rispettivamente a tre categorie di attività: 15, 45 e 90 come riportato nelle tabelle successive. Il codice di attività ISTAT 90 (Trattamento rifiuti e depurazione acque di scarico) è quello che nel suo complesso - incide più significativamente nella produzione di rifiuti speciali, sia pericolosi che non. 3
4
5 Produzione complessiva di RS per CER con VFU - anno 2006 CER Piacenza Parma Reggio Forlì- Modena Bologna Ferrara Ravenna Emilia Cesena Rimini Totale Totale Produzione RS no peric. per CER con VFU - anno
6 CER Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale Totale
7 Produzione RS pericolosi. per CER con VFU - anno 2006 CER Piacenza Parma Reggio Forlì- Modena Bologna Ferrara Ravenna Emilia Cesena Rimini Totale Totale Produzione rifiuti speciali non pericolosi per codice di attività Istat
8 ATTIVITA' ECONOMICHE Codice di attività ISTAT Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale Agricoltura e pesca Industria estrattiva Industria alimentare Industria tabacco Industria tessile Confezioni vestiario; preparazione e tintura pellicce Industria conciaria Industria legno, carta stampa Raffinerie petrolio, fabbricazione coke Industria chimica Industria gomma e materie plastiche Industria minerali non metalliferi Produzione metalli e leghe Fabbricaz. e lavoraz. prodotti metallici, escluse macchine ed impianti Fabbricazione apparecchi elettrici, meccanici ed elettronici , Fabbricazione mezzi di trasporto ,
9 Altre industrie , manifatturiere Produzione energia elettrica, acqua e gas Costruzioni Commercio, riparazioni e altri servizi , Trasporti e comunicazione , Intermediazione finanziaria,assicurazioni ed altre attività professionali Pubblica amministrazione, 80 0,02 0,79 0, ,01 0, istruzione e sanità Trattamento rifiuti e depurazione acque di scarico Altre attività di pubblico 92 0, servizio Totale
10 Produzione rifiuti speciali pericolosi per codice di attività Istat ATTIVITA' ECONOMICHE Codice di attività ISTAT Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì- Cesena Rimini Totale 01 17,42 59,63 23,10 108,41 114,26 950,17 495,69 133,00 10, , ,15-0,10 0,63 5, ,49-7,69 Agricoltura e pesca ,10 20,75-14,69 11,43 46, ,06 0,14 90,60 7,94 52, ,56 72, ,37 Industria estrattiva 14 20,74 19,48 85,23 17,33 899,89 7,28 14,36 38,86 0, ,46 Industria alimentare ,87 566,31 252,14 586,10 124,35 176,44 182,00 254,83 74, ,36 Industria tabacco , ,62 Industria tessile 17 0,72 0,37 3,87 173,50 5,14-4,51 0,32 1,29 189,71 Confezioni vestiario; preparazione e tintura pellicce 18 0,21 0,02 3,33 12,38 1,59 0,02 0,46 0,71 2,14 20,87 Industria conciaria 19 11,86 9,75 0,18 0,18 15,75 0,31 2,35 307,71 0,51 348, ,94 28,44 199,61 175,05 75,12 198,11 136,13 227,14 72, ,17 Industria legno, carta 21 25,86 90,92 123,39 33,10 5,97 72,40 18,60 0,02 370,25 stampa ,45 84,79 199, , ,21 20,15 621,58 237,74 102, ,67 Raffinerie petrolio, fabbricazione coke 23-10,34-26,36 231,22 1,18 379,99 0,08-649,17 Industria chimica , , , , , , ,23 116,90 27, ,83 Industria gomma e materie plastiche ,96 517,13 331,84 267,52 627,57 79,18 427,31 771,20 8, ,19 Industria minerali non metalliferi , , , ,12 714,45 252,90 704,42 142,66 127, ,97 Produzione metalli e leghe ,99 57, ,31 706, , , , ,82 196, ,97 Fabbricaz. e lavoraz. prodotti metallici, escluse macchine ed impianti , , , , , , , ,29 705, ,76 Fabbricazione , , , , , , , , , ,28 10
11 apparecchi elettrici, meccanici ed elettronici 30 2,00 0,20-0,23 0, ,46 5, ,44 20,59 205,83 295, ,22 338,88 397,62 30,21 188, , ,34 6,04 17,36 84,40 316,61 4,64 1,39 4,77 206,04 649, ,65 674,53 8,22 329,85 225,50 8,02 1,33 6,83 1, ,23 Fabbricazione mezzi di ,30 6,70 84,55 619, , ,47 136,99 59,69 12, ,35 trasporto ,69 4,06 145,07 24, ,39 132,08 38,05 135,39 269, ,80 Altre industrie 36 32,39 69,89 139,40 91, ,80 29,83 44,43 107,15 81, ,95 manifatturiere ,19 833, , , , ,01 643, ,14 376, ,91 Produzione energia ,68 126,90 229,87 132,86 901, ,12 696,98 81,60 49, ,87 elettrica, acqua e gas ,03 21,27-9,89 219,34 256,54 Costruzioni , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,67 Commercio, riparazioni 52 45,25 212,68 62,25 87,94 154,44 258,53 400, ,60 144, ,84 e altri servizi 55 0,10 0,07 2,40 15,58 0,49 0,60 9,26 13,14 41, ,39 368,07 333,72 530, ,03 97,29 719,02 283,87 51, , , ,88 3, , ,09-0,20 0,14-0,09 0,46-0,98 Trasporti e ,49 459,28 94,42 50,80 972,90 221,13 825,06 14,37 295, ,58 comunicazione ,43 111,33 8,66 300,70 121,63 3,81 8,03 7,16 40,49 901, ,95 11,71 0,04 99,36 2,81 40,14-3,94-161, ,20-27,21 1, , ,93 24,24 12,34 333,28 0,52 2,20 2,13 65,82 450, ,88 2,49 4,40 6,64 17,26 2,62 0,73 4,86 0,43 42,30 Intermediazione 72 0,11 25,16 0,92 3,70 11,97 0,82 8, ,23 finanziaria,assicurazion i ed altre attività 73 0,16 37,79 1,74 33,15 0,46 0,02 0,00 6,78 80,09 professionali ,75 414,09 126,07 759,21 329,00 33,46 815,06 222,37 904, , ,27 104,01 2,32 3,84 86,91 32,87 96,05 38,54 59, ,12 Pubblica amministrazione, 80 39,58 2,64 1,31 0,62 48,87 0,50 1,42 3,50 1,49 99,93 istruzione e sanità ,67 451, , , , , ,38 858,59 843, ,10 11
12 Trattamento rifiuti e depurazione acque di scarico , , , , , , , , , , ,27 92,00 0,05 0,02 0,06 0,21 92,61 Altre attività di 92-1,42 0,27 1,41 23,85 6,75 4,87 1,72 4,87 45,17 pubblico servizio 93 13,83 65,52 37,29 210,19 185,34 43,72 62,12 605,03 23, ,60 Totale , , , , , , , , , ,89 12
13 Il bilancio regionale e i flussi E necessario precisare che negli impianti regionali vengono conferiti anche quantitativi di rifiuti speciali provenienti da territori extraregionali, mentre una quota di rifiuti prodotti da aziende operanti nel territorio regionale viene conferita ad impianti ubicati nel territorio di altre regioni. Tale situazione discende dalla previsione normativa di libero mercato di tale tipologia di rifiuti. Per quanto riguarda il flusso di rifiuti verso altre regioni per l anno 2006 (pari complessivamente a quasi di t) si osserva che i quantitativi più consistenti di rifiuti speciali (sia non pericolosi che pericolosi) sono stati destinati alle province di Mantova, Brescia, Milano Pavia e Verona. Il flusso di rifiuti che entrano in regione ammonta complessivamente a oltre t e proviene prevalentemente dalle province di Brescia, Milano, Mantova, Pavia e Venezia. Da una prima analisi dei dati di gestione (per i quali la Sezione Regionale del Catasto Rifiuti sta effettuando ancora le ultime bonifiche) si evidenzia un incremento dei quantitativi trattati. Per i rifiuti speciali non pericolosi risulta per il momento prematuro fare un bilancio complessivo di massa anche in conseguenza delle esenzioni nella presentazione delle dichiarazioni da parte dei produttori. Per quanto riguarda i rifiuti speciali pericolosi si evidenzia quanto segue: RSP prodotti RSP in entrata in RER RSP in uscita dalla RER RSP presenti sul territorio RER RSP gestiti in RER t t t t t Dal bilancio risulta che il quantitativo di rifiuti da gestire è leggermente superiore al quantitativo realmente gestito. In linea generale una differenza analoga si registra ogni anno ed è collegata sia ad errori nella stima dei flussi in ingresso ed in uscita, sia agli errori non bonificabili delle dichiarazioni MUD. A questo si deve aggiungere che una significativa parte dei rifiuti prodotti e stoccati nell anno 2005 sono stati di fatto gestiti nel Analoga considerazione vale per i rifiuti stoccati nel 2006 e gestiti nel 2007, in quanto anch essi influenzano il dato relativo al bilancio regionale su base annuale. Pur con tali margini di incertezza - peraltro inevitabili con gli strumenti di analisi a disposizione per il settore dei rifiuti speciali - il sistema impiantistico regionale risulta sostanzialmente in grado di soddisfare il fabbisogno di smaltimento e recupero derivante dal territorio. 13
14 Il sistema impiantistico di gestione A conferma di quanto sopra espresso, il sistema degli impianti di gestione dei rifiuti speciali - anche pericolosi presente sul territorio regionale si dimostra complessivamente adeguato, in termini di capacità di recupero, smaltimento e stoccaggio, per soddisfare in gran parte la domanda del territorio regionale. Tra gli impianti di gestione dei rifiuti speciali risulta significativa la presenza di: o 5 inceneritori o 15 discariche per rifiuti speciali o 25 impianti per il recupero energetico o 59 impianti di trattamento chimico-fisico e biologico o 136 impianti per il trattamento dei veicoli fuori uso o 35 impianti per lo stoccaggio e/o trattamento dei PCB Si mette in rilievo che una quota rilevante degli esistenti impianti di recupero e smaltimento sono impianti di stoccaggio, nei quali i rifiuti speciali transitano per poi essere avviati ad altri impianti. Ciò conferisce una connotazione particolare al sistema impiantistico regionale, che si caratterizza anche come sistema di transito e di intermediazione, oltre che di recupero e smaltimento. Tutto ciò rende pertanto il territorio regionale particolarmente esposto a comportamenti illeciti e a situazioni di rischio. 14
15 Provincia di Reggio Emilia Nella provincia di Reggio Emilia sono stati prodotti complessivamente t di rifiuti speciali nell anno Di questi il 14% sono costituiti da rifiuti speciali pericolosi e le tipologie che incidono maggiormente sulla produzione appartengono ai CER 16, 12 e 10. Nella provincia di Reggio Emilia il codice di attività ISTAT 90 (Trattamento rifiuti e depurazione acque di scarico) incide in modo significativo (circa il 40%) sulla complessiva produzione di rifiuti speciali. CER Reggio Emilia t/a Totale
16 Tracciabilità L'evoluzione di uno stato civile è caratterizzata, tra le altre cose, dalla percezione che le persone hanno di essere al sicuro. I rifiuti abbassano tale indice drasticamente e si sta diffondendo sempre più la richiesta dell'opinione pubblica di sapere dove vanno a finire i rifiuti, soprattutto quelli pericolosi. Analizzando l impianto normativo di settore, l art. 189 del D. Lgs. 152/06, al comma 3 bis inserito dal D. Lgs. 4/08, prevede l istituzione di un sistema informatico di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti, al fine della trasmissione e raccolta di informazioni su produzione, detenzione, trasporto e smaltimento dei rifiuti, anche mediante l installazione e l utilizzo di apparecchiature elettroniche. La tracciabilità si può quindi rendere effettiva attraverso due flussi concorrenti (dati e materia) per fare chiarezza su dove, come e quando i rifiuti (speciali) transitano per i vari soggetti della filiera. Si apre perciò un nuovo scenario attraverso l utilizzo di un sistema innovativo e di uno strumento utile a controllare i rifiuti durante tutte le fasi del processo. A questo proposito è importante una azione forte del Governo centrale e delle Regioni che contribuisca a implementare tale nuovo sistema di tracciabilità sviluppato appositamente e già oggetto di disposizioni nella finanziaria del 2007 (fondo di 5 milioni di euro). Ad esempio, con controlli satellitari, dopo aver provveduto alla 'marchiatura' dei contenitori e dei mezzi di trasporto, si seguiranno i contenitori ed i mezzi, individuando un percorso stabilito che descriva il cosiddetto "flusso di materia". Dai punti di raccolta agli impianti di trattamento, dai trasportatori responsabili della raccolta fino ai centri di stoccaggio e ai trasportatori di medio e lungo raggio tutto dovrebbe essere rigorosamente corredato da adeguate informazioni, verificate e verificabili. Quest'ultimo aspetto descrive il "flusso di dati", che andrebbe strutturato in modo da avere - per ogni movimentazione - un feedback anagrafico che indichi l'identità del contenitore, del mezzo di trasporto, attraverso il proprio codice ed uno relativo alle quantità pesate ed alle date di carico o scarico dei rifiuti. A raccogliere i dati dell'intero processo deve provvedere un organo centrale di controllo dove tutte le informazioni passano e vengono registrate in tempo reale, anche se del caso utilizzando l'osservatorio Nazionale Rifiuti, in sinergia con quelli regionali, mentre il destinatario finale di tutte queste informazioni dovrebbe essere APAT/IRPA, anche per il tramite delle ARPA regionali, la quale stilerà con tutte le informazioni in suo possesso opportune rilevazioni statistiche. Ovviamente risulta fondamentale per un efficace attivazione del sistema la stretta collaborazione con i vari organi delle forze dell'ordine preposti alle attività di controllo. L implementazione di tale sistema punta a rendere sempre possibile e trasparente l identificazione della provenienza e destinazione dei vari contenitori e soprattutto il loro contenuto in maniera inequivocabile. La tracciabilità può dunque contribuire attivamente alla programmazione di un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti, suscettibile di innovazioni tese a migliorarne l'efficienza: attraverso la collaborazione con le istituzioni preposte inoltre si può rafforzare il contatto con l'opinione pubblica per trovare risposte alle sue domande non più eludibili. A tal proposito è opportuno ricordare che anche la 13 commissione permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali nella seduta di mercoledì 11 giugno 2008 ha posto all OdG una proposta di indagine conoscitiva sulle problematiche relative alla gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla tracciabilità, alla raccolta differenziata e al compostaggio. 16
I rifiuti speciali 47
47 Il quadro conoscitivo relativo alla produzione e alle modalità di gestione dei rifiuti speciali nel 26, si basa sulle dichiarazioni MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale), presentate nell anno
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