Il Museo dei Fori Imperiali nel complesso dei Mercati Traianei

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1 Progetti Claudio Renato Fantone* Grazie ai recenti restauri e all impegno dell Amministrazione Comunale sarà valorizzato al meglio quello che è considerato uno fra i maggiori complessi edilizi della Roma imperiale,i Mercati Traianei, nome moderno attribuito ad un insieme di edifici articolati su più livelli. Il complesso venne costruito contemporaneamente al Foro di Traiano, fra il 94 e il 113 d.c.,con la duplice funzione di offrire ambienti per attività commerciali e amministrative e, al tempo stesso, di formare le strutture di sostegno delle pendici argillose del colle Quirinale, tagliate per la realizzazione del Foro. Il Foro di Traiano era un luogo ricco di lucrezia ungaro, ra consulting Il Museo dei Fori Imperiali nel complesso dei Mercati Traianei Assonometria del complesso (da: W. Mac Donald, The architecture of the Roman Empire, London 1965). In alto il corpo della Grande Aula, lo sviluppo poligonale del nucleo superiore, la via Biberatica nel livello intermedio, i corpi del Grande Emiciclo e del Piccolo Emiciclo e le due aule laterali coperte a semicupola. Nella pagina a fianco: la fronte dell aula semicircolare settentrionale. Sullo sfondo la tarda Torre delle milizie. sculture e marmi pregiati;presentava una vasta piazza fiancheggiata da portici laterali, dietro cui si aprivano le esedre coperte, e aveva al centro una statua equestre dell imperatore. Sullo sfondo era la Basilica Ulpia a cinque navate, mentre sui lati corti si aprivano due absidi. Dietro la Basilica si trovava, in uno stretto cortile, la Colonna Traiana affiancata da due biblioteche. Un tempio, la cui collocazione resta ancora incerta,era dedicato al Divo Traiano e alla Diva Plotina, sua moglie. Chi osserva oggi le rovine resta soprattutto impressionato dall articolato fondale in laterizio, che caratterizza il complesso dei Mercati Traianei. Si manifesta in tal modo quella contrapposizione significativa fra architettura monumentale e funzionale, tradotta in termini linguistici e materici, che costituisce una delle principali caratteristiche di questo importante intervento urbanistico-architettonico. L architetto autore del progetto si è supposto Apollodoro di Damasco,ipotesi di cui non si ha alcuna certezza - nella sistemazione del Foro fonde i canoni tradizionali espressi nell adiacente Foro di Augusto con la sequenza gerarchica di spazi e funzioni propria degli accampamenti militari, dove, sul fondo delle piazze centrali (i principia), era spesso disposta trasversalmente la basilica (o un porticato) e,oltre,gli archivi delle legioni. Costruito, naturalmente, anche con finalità di propaganda politica (grazie al tesoro frutto delle guerre contro i Daci), il Foro magnifica la gloria dell imperatore Traiano attraverso iscrizioni monumentali e un ingente apparato scultoreo. Ne risulta un architettura in linea con i precedenti complessi civili, caratterizzata dall impiego di colonnati, coperture lignee, paramenti marmorei (su murature in pietra concia di peperino) e superfici decorate in bassorilievo, e contraddistinta da forti effetti chiaroscurali e di colore. Con i Mercati, al contrario, l architetto realizza un architettura austera, essenziale, più organicamente adattata all orografia del luogo. È l occasione per sviluppare una diversa concezione spaziale ricorrendo a quelle tecniche costruttive fondate sull impiego di murature e volte in opus cementicium e a rivestimenti murari in opus latericium, arrivando a predisporre, nella facciata ad emiciclo, forme decorative realizzate con questo materiale essenziale finemente lavorato. Difatti, grazie ai nuovi interventi di restauro condotti sulla facciata dell emiciclo agli inizi degli anni 90,si è potuto accertare la raffinata costruzione del paramento laterizio concepito come fodera del nucleo cementizio, con modanature ottenute con mattoni sagomati a misura. Dalla tessitura uniforme dell intera facciata emergevano stipiti, architravi, marcapiani, capitelli e basi di travertino. Questa architettura, al contrario dell immagine attuale,risultava pressoché nascosta per chi circolava e sostava nella piazza del Foro; soprattutto la facciata dell emiciclo veniva percepita solo di scorcio,percorrendo la strada basolata che la separava dal Foro. Il complesso di edifici era articolato su più livelli sfalsati. 4 CIL 78

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3 book shop biglietteria servizi multimediali collegamenti spazi espositivi deposito terrazzo centrale operativa di controllo servizi igienici direzione / uffici

4 In questa pagina e a fianco: piante del progetto del nuovo sistema museale: 3 livello a quota 34,70 (ingresso alla Grande Aula); 4 livello a quota 40,70 (ambienti superiori della Grande Aula); 5 livello a quota 46,00 (copertura della Grande Aula e ultimo livello del museo). Veduta prospettica del grande emiciclo. Veduta della Grande Aula dal livello superiore. Sezione trasversale sulla Grande Aula e la via Biberatica. La parte inferiore comprendeva il Grande Emiciclo su tre piani con le due aule di testata, dotate di grandi finestroni, coperte a semicupola probabilmente utilizzate come auditoria o come ambienti per lezioni scolastiche, e il Piccolo Emiciclo anch esso su tre piani, che seguivano il contorno del muro perimetrale del Foro anch esso absidato. La parte superiore, che si sviluppava secondo forme più libere, era formata da un corpo centrale di altri tre piani e dalla Grande Aula coperta da sei volte a crociera completamente aperte nei sottarchi, su cui si affacciano una serie di ambienti disposti su due livelli. Una strada urbana, la via Biberatica, si snodava fra la zona inferiore e quella superiore, con una serie di ambienti disposti lungo i lati, le tabernae, destinate ad uso commerciale e ad accogliere forse agenzie e rappresentanze di armatori, importatori ed esportatori. La comunicazione interna era costituita da gallerie coperte, trasversali alla pendenza, e ballatoi porticati, mentre scalinate collegavano i vari livelli. Al fine di tutelare e valorizzare un complesso monumentale così esteso e articolato, constatata l assenza nella Capitale di un luogo espositivo dedicato all architettura romana antica,si è deciso,agli inizi degli anni 90, di attuare un cambiamento sostanziale:trasformarlo da semplice struttura archeologica a sede permanente del Museo dei Fori Imperiali. Un museo insolito,dove i reperti archeologici trovati in sito non verranno presentati secondo la consueta, astratta rassegna scientifica, bensì nell ambito dei loro contesti architettonici, opportunamente ricostruiti, attraverso la descrizione delle varie fasi costruttive e del loro valore simbolico. A strumenti più tradizionali quali il restauro conservativo, la schedatura dei materiali, il rilievo diretto riferisce Lucrezia Ungaro, responsabile del Museo dei Fori, abbiamo affiancato l analisi tipologica sistematica delle membrature architettoniche, la ricomposizione dei motivi decorativi e la ricostruzione dei partiti architettonici e quindi degli edifici stessi,indagando le tecniche costruttive e quelle della lavorazione 7 PROGETTI

5 Il Grande Emiciclo. Si notano sul paramento murario i differenti interventi di integrazione degli anni Trenta. Piccolo Emiciclo. Intervento conservativo integrale di una taberna effettuato nel recente restauro. Sono stati impiegati mattoni sabbiati collocati in linea con i corsi della muratura originaria. Piccolo Emiciclo. Intervento di integrazione realizzato nel recente restauro attorno ai margini superiori della cornice in travertino sull apertura di una taberna. del marmo, spiando quasi i segreti dello scalpellino e l abilità del capomastro, ricostruendo l organizzazione dei diversi cantieri di epoca imperiale.certamente le murature in laterizio costituiscono un eccezionale e quanto mai appropriato fondale neutro per la prevista ricomposizione in scala 1:1 dei materiali originali, con integrazioni realizzate con diversi tipi di pietre naturali, e per le ricostruzioni in scala ridotta di interi ordini architettonici. Inoltre, per agevolare la lettura delle opere, in particolar modo per il pubblico non addetto ai lavori, è stato previsto un consistente apparato multimediale che, attraverso le ricostruzioni virtuali delle architetture, messe in relazione con la storia, con il contesto ideologico e politico e con la vita quotidiana del tempo,renderà più attrattivo il museo. La concezione di un nuovo sistema museale,che comprendesse i Fori di Cesare, Augusto,Nerva,Traiano e i Mercati,basato sulla integrazione fra spazi all aperto e ambienti al coperto,ha portato a svolgere una serie di lavori di restauro, di consolidamento e di adeguamento funzionale indispensabili alla nuova destinazione. L intervento progettuale è stato sviluppato nella logica di un suo necessario inserimento nel processo di restauro in atto,conoscendone le diverse logiche,le relative implicazioni architettoniche, strutturali e impiantistiche. Sono state adottate soluzioni aperte ad eventuali completamenti determinati dalle problematiche di conservazione e di rifunzionalizzazione di un simile articolato sistema museale.alle antiche e massive strutture, si è preferito affiancare,per realizzare ambienti di servizio al pubblico, tecnologie costruttive moderne di tipo leggero strutture reticolari spaziali, per il loro carattere di reversibilità. Al fine di adeguare il complesso edilizio agli attuali parametri di sicurezza e di comfort per i visitatori e alla futura installazione delle apparecchiature multimediali, è stata prevista una nuova rete impiantistica non intrusiva nelle strutture romane ma alloggiata prevalentemente sotto le nuove pavimentazioni realizzate appositamente in cocciopesto. Il problema dell accessibilità negli ambienti dell intera struttura da parte di un pubblico vario, adulti, bambini e disabili, è stato risolto predisponendo un ascensore sul retro della Grande Aula e un elevatore che collegano rispettivamente i tre piani dell aula e del corpo centrale e il piano di ingresso con la sottostante via Biberatica. Una serie di passerelle e di percorsi facilitati sono altresì previsti lungo la via che separa i Mercati dal Foro dove,nelle due aule di testata del Grande Emiciclo,oltre che nella Grande Aula superiore, saranno collocate le maggiori ricostruzioni in scala 1:1 del Foro. Lungo la via Biberatica saranno sistemate le funzioni per i servizi al pubblico (laboratori didattici e spazi espositivi temporanei). Per superare i problemi di inquinamento acustico e atmosferico, l ingresso alla Grande Aula, sul lato di via IV Novembre, verrà necessariamente chiuso con una grande vetrata, costituita da lastre di vetro acrilico, ad altissima trasparenza, resistenti agli urti e alle graffiature.sono stati previsti anche punti di sosta per il pubblico, sulla terrazza della Grande Aula e nel cortile tra la fabbrica del Piccolo Emiciclo e i palazzi limitrofi al monumento, attrezzati, come si è accennato, con due strutture reticolari spaziali, a cupola e a volta, moderne nei materiali ma antiche sotto l aspetto della forma architettonica. Le strutture edilizie dell area archeologica traianea sono caratterizzate da una stratificazione estesa dall età imperiale fino ai giorni nostri. Come noto, i Mercati Traianei vennero portati alla luce tra il 1926 e il 1934, nell ambito delle demolizioni del quartiere Alessandrino decise per realizzare la via dei Fori Imperiali,la nuova arteria stradale di congiungimento fra il Colosseo e Piazza Venezia. In quell occasione, secondo i criteri urbanistici dell epoca in Europa, si isolarono i ruderi per trasformarli in quinte scenografiche mentre il restauro delle strutture laterizie venne risolto con integrazioni differenziate per lasciarle riconoscibili dalla materia origi- 8 CIL 78

6 Muratura romana nella parte inferiore e integrazioni degli anni 30 con evidenti tracce di scalpellatura per patinare artificialmente la nuova cortina. Trattamento differenziato tramite scalpellature del mattone, realizzato negli anni Trenta come integrazione della cortina laterizia originaria. Muratura romana con tamponatura degli anni Trenta. nale. Soprattutto, nella logica di una restituzione complessiva degli ambienti, vennero privilegiate aree e strutture disposte a confine con la città moderna.veniva così ricomposta quella unità potenziale dell opera espressa da Brandi, interpretata come immagine iniziale del monumento, sebbene non più raggiungibile.le cortine di integrazione subirono trattamenti superficiali mediante scalpellatura al fine di ottenere una patinatura che realizzasse un accostamento meno brusco con quelle originarie.sono altresì presenti anche mattoni lisci di tipo industriale,segno di una evidente difficoltà di reperimento di materiale idoneo data la contemporaneità di molteplici cantieri archeologici. Nel recente restauro spiega l arch. Luigi Prisco che ha seguito i lavori in qualità di consulente per il restauro conservativo il problema di un ulteriore stratificazione di materiale, per l integrazione e il completamento di brani di cortina, è stato affrontato in maniera canonica,ovvero nel rispetto dei parametri indicati dalla teoria brandiana. La scelta del laterizio per integrazioni e completamenti, ad esempio, è stata dettata dalla ricerca di un equilibrio tra la necessità di differenziare il mattone impiegato attualmente dai materiali preesistenti ma, contemporaneamente a detta riconoscibilità,la scelta del materiale è stata effettuata anche in funzione di un accordo estetico con l intorno murario circostante. Sono stati pertanto impiegati sia mattoni di riuso, provenienti dall area, sia laterizi del tipo fatto a mano, sulla base di un ricercata qualità cromatica ed estetica.è quindi evidente come la discrezionalità del restauratore debba essere guidata da notevole sensibilità e competenza tecnica,doti necessarie per intervenire in situazioni e localizzazioni di volta in volta differenti. La filosofia che ha ispirato i recenti lavori, in virtù della stratificazione complessa sopra accennata,è stata quella dell intervento minimo nella massima salvaguardia dell autenticità, rispettando con cura certosina la struttura antica superstite e quella oramai storicizzata degli anni 30, differenziando l intervento moderno nella composizione delle malte e di ogni altro tipo di integrazione.pertanto si è ricorso a tecniche costruttive tradizionali, basate sull impiego di calce idraulica per il risarcimento delle malte e di mattoni moderni negli interventi di una certa consistenza. Come per le cortine, anche per il ripristino dei pavimenti, al di sotto dei quali è stata alloggiata la nuova rete impiantistica, è stata scelta una soluzione neutra adottando il cocciopesto. I lavori hanno interessato differenti ambienti del complesso traianeo, in particolare la Grande Aula, i vari livelli del corpo centrale, il Piccolo Emiciclo e alcuni prospetti lungo la via Biberatica. Nella Grande Aula sono stati consolidati i piedritti della grande volta in opus cementicium, rimuovendo le cerchiature degli anni Trenta, ed è stata fatta una arrotatura leggera della pavimentazione. Nel Piccolo Emiciclo,area di evidente trascurato assetto degli anni 30, probabilmente per carenza di tempo,sono stati effettuati completamenti murari delle zone dichiaratamente incompiute. Per consentire la chiusura con infissi vetrati degli ambienti del Piccolo Emiciclo,ai fini del loro utilizzo museale, è stato necessario operare la riquadratura delle ampie ed irregolari aperture del paramento murario. In conclusione, appare evidente come il lavoro multidisciplinare di archeologi, progettisti e restauratori,in questo importante intervento, sia risultato estremamente positivo svolgendosi in un ricercato equilibrio tra l esigenza conservativa e il progetto funzionale. Scheda tecnica Sovrintendente ai BB.CC. del Comune di Roma: Eugenio La Rocca Resp. Museo Fori Imperiali: Lucrezia Ungaro Progetto architettonico: RA Consulting, Gennaro Matacena Direzione lavori: XII Dip. Ed. Monum.e, Lucia Funari, Antonio Barella Consulenza (restauro): Luigi Prisco Si ringraziano la dott.ssa Lucrezia Ungaro, l arch. Luigi Prisco e l arch. Gennaro Matacena per la documentazione e le informazioni gentilmente fornite. * Professore a contratto della Facoltà di Architettura dell Università degli Studi di Roma Tre. 9 PROGETTI

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