L approccio all allenamento del atleta Paralimpico
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- Agostino Gallo
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1 L approccio all allenamento del atleta Paralimpico FABRIZIO TACCHINO dell Organico Didattico di SdS Coni Liguria Genova, autunno/inverno
2 Area disabili Il reclutamento dell atleta per lo sport paralimpico L approccio alla disabilità Scelta dello sport idoneo La gestione dell allenamento in funzione del modello di prestazione Come analizzare e capire il modello funzionale in funzione della disabilità Differenze fisiologiche tra atleta normodotato e disabile Possibili performance dell atleta disabile L atleta disabile nella palestra di fitness, gestione dell attività e integrazione
3 chiamano disabili atleti che fanno i 50 all ora in bici, i 100 metri in 11, saltano in alto 2 metri, corrono la maratona da non vedenti in 2h35, lascio a voi valutare chi è il disabile nella vita comune Fabrizio Tacchino (Allenatore)
4 L integrazione e l allenamento dell atleta disabile nello sport,nuove opportunità di lavoro e interessante impegno sociale di Fabrizio Tacchino
5 Allenare un atleta disabile; la mia esperienza Conoscevo poco dei disabili sino al 2007 Il mio contatto con un atleta di alto livello è stato casuale, allenavo il fratello di Vittorio Podestà che è un ciclista e per conoscenze ci siamo trovati. Dopo 2 che ci parlavo avevamo già deciso di provare a collaborare Prima sensazione che ci faccio, da dove inizio Ho seguito il mio istinto, non mi sono documentato, ma ho cercati di capire Valutato la prestazione e il modello di prestazione delle gare Chiesto all atleta tante informazioni Da lì ho impostato e azzardato innovativi programmi di allenamento con la collaborazione perfetta di un atleta predisposto, intelligente, determinato agli obiettivi I successi hanno dato ragione al metodo Ora con orgoglio ho dato vita con gli atleti a una scuola di pensiero che è il riferimento di molti altri atleti
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8 Dal 2006 a oggi Nel 2006 ho iniziato ad allenare Vittorio Podestà Oggi con orgoglio alleno 15 atleti paralimpici tra cui 4 5 ipotetici atleti della nazionale azzurra per Londra 2012
9 Allenare atleti Paralimpici è Più motivante che con gli abili Riscoperta dai valori dello sport Più etica Sport in crescita Scoperta e applicazione di metodologie Amicizia sincera
10 Chi è l atleta disabile FISICI/SENSORIALI MENTALI PARALIMPIADI Lesioni al midollo (incidenti, malattie, interventi chirurgici) Amputazioni/Menomazioni (incidenti, nascita) Danni visivi (non vedenti/ipovedenti) SPECIAL GAMES
11 L attività sportiva per disabili CONI/CIP Comitato Italiano Paralimpico (CIP Liguria) Società affiliate CIP Federazioni Sportive FSN Centri di recupero
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24 L arruolamento Conoscenza/Informazione Attività CIP TV Paralimpiadi Atleti Paralimpici Centri di riabilitazione Centri specializzati in protesi/carozzine Scuola Famiglia E NECESSARIO TROVARLI, SEMPLICEMENTE CERCANDOLI!
25 Fasi pre sportiva -la fase precoce, post ospedaliera: approccio e motivazione, vantaggi e svantaggi. -la fase successiva (trauma stabilizzato): approccio e motivazione, vantaggi e svantaggi.
26 Approccio alla disabilità Bi-univocità del rapporto disabile/normodotato: -atteggiamenti possibili rivolti verso la disabilità. -reazioni possibili suscitate involontariamente e/o volontariamente dal disabile. Disabilità: condizione e condizionamento: -situazioni, emozioni e possibilità nel quotidiano. Lo sport in situazione di handicap: -i benefici della pratica sportiva.
27 Classificazione delle disabilità sportive
28 nella classificazione sportiva delle disabilità si procede tramite la valutazione dei sistemi funzionali tramite parametri specificati in precedenza vengono classificati gli atleti in base alle capacità funzionali. vengono valutati il campo di movimento o la rispettiva efficacia e coordinazione muscolare
29 La classificazione viene affidata a specialisti con formazione medica Natura e gravità della disabilità dell atleta Capacità di svolgere compiti associati allo sport Prestazioni precedenti
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33 Above the lesion sweating may be excessive (Sweat rate above level of lesion - can increase x 6) Drips off - ineffective for heat loss Below the lesion Basal sweat rate is unaffected by activity or ambient temperature
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35 Basket in carrozzina vi sono 5 classi principali di disabilità che corrispondono a punteggi. Viene calcolato il totale dei punti dei cinque atleti che si affrontano sul campo di gioco. Esso non deve superare 14 punti in qualsiasi momento del gioco
36 Sci Nordico possibilità per gli atleti con gradi diversi di disabilità di gareggiare tra loro. sono formate 4 categorie: Posizione seduta In piedi Menomazioni della vista
37 Scelta della disciplina > classificazione di categoria La classificazione degli atleti è piuttosto complessa Esistono dei parametri di classificazione dati dal tipo di lesione Le lesioni spesso non sono omogenee e sono combinate Il passaggio tra una categoria e l altra può significare essere vincenti o perdenti Ci sono lesioni evidenti ed altre che richiedono certificazioni e una commissione certificatrice
38 Scelta della disciplina paralimpica Possibilità sul territorio Aspetti logistici Autonomia del disabile Società, strutture Disponibilità di mezzi per la pratica sportiva specifica Nel caso di non vedenti, disponibilità di guide Motivazione e possibilità di prestazione
39 Organizzazione dell allenamento Abbinamento atleta/scelta della disciplina Scelta dell eventuale mezzo per la pratica sportiva, strumentazioni materiali Logistica per l ottimizzazione del tempo dedicato all allenamento Valutazione dell atleta Allenamento tecnico/fisico (generale specifico) Identificazione del livello prestativo, Identificazione del modello di prestazione Programma gare COMPETIZIONE > DIVERTIMENTO > RISULTATI
40 Fino a non molto tempo fa, una persona affetta da disabilità (fisica o mentale), era impossibilitato a svolgere attività sportive, sia amatoriali sia agonistiche. Oggi la situazione è ribaltata. Grazie alle nuove tecniche che ci offre la scienza - Pistorius, il Sudafricano con una protesi ad entrambe le gambe, che è stato sull orlo di qualificarsi per le Olimpiadi, ne è la più valida Testimonianza è vera questa inversione di tendenza.
41 Ciò è reso possibile grazie alla caducazione di radicati ed insensati pregiudizi che hanno lasciato il posto al principio di eguaglianza (art. 3 della Costituzione Italiana), che ormai prevale nelle istituzioni e si va affermando pian piano anche nella nostra società in generale, in virtù del quale si evita di giudicare con un senso di sufficienza le persone affette da disabilità rispetto a quelle normodotate.
42 Praticare lo sport non è più prerogativa dei fisicamente integri com era nei principi di Pierre De Coubertin. Oggi tutte le persone possono e devono praticare l attività motoria e cimentarsi in varie specialità sportive, soprattutto in quelle più congeniali alle patologie da cui sono affette. Orbene, è indispensabile creare le condizioni per rendere accessibili a tutti le opportunità di svago motorio.
43 Lo sport per persone affette da disabilità nasce in Gran Bretagna, nell'ospedale di Stoke Mandeville (Aylesbury), vicino Londra, grazie alla lodevole opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo, direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Il centro fu aperto il 1 febbraio 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed i primi paraplegici a cimentarsi nelle varie discipline sportive furono giovani appartenenti alle forze armate britanniche, portatori di lesioni midollari per cause belliche. Ludwig mise a punto con enorme determinazione dei programmi mirati di allenamento per disabili, rendendone partecipi tutti i pazienti che affluivano nel suo centro.
44 Grazie allo sport, i pazienti paraplegici del Dr. Guttmann (definito da Papa Giovanni XXIII "il De Coubertin dei disabili") cominciarono a potenziare la muscolatura delle braccia e delle spalle, facendo registrare risultati per l epoca sorprendenti. Inoltre lo sport, aiutando ad acquisire equilibrio ed abilità motorie nell'uso della sedia a rotelle, consentiva a questi soggetti paraplegici di servirsi con efficacia di tale mezzo di locomozione nella normale vita quotidiana. L'iniziativa del Dr. Guttmann aprì una nuova strategia d intervento, destinata ad avere in seguito ripercussioni positive che per certi versi cambiarono la storia.
45 Il 28 luglio 1948, infatti, si tennero i primi Giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili, cui parteciparono sportivi con handicap, ex membri delle Forze Armate britanniche. Da lì a poco sarebbe stato un succedersi di manifestazioni sportive a loro dedicate. In occasione delle Olimpiadi di Roma 60 si eressero le basi per disputare in futuro dei Giochi Olimpici per portatori di handicap, paralleli ai Giochi per normodotati.
46 Nascita delle Paralimpiadi Nel 64 a Tokyo nascevano ufficialmente le ParaOlimpiadi. Attualmente gli sportivi con handicap praticano le seguenti discipline: automobilismo, atletica leggera, badminton, bocce, bowling, calcio, canoa, ciclismo, curling, ginnastica, equitazione, goalball, judo, lotta, nuoto, pallacanestro, pallanuoto, pallavolo, pattinaggio, pesca sportiva, scherma, sci alpino, sci nautico, slittino, sollevamento pesi, tennis da tavolo, tiro a segno, tiro con l'arco, vela.
47 L evento paralimpico La parola Paralimpico deriva dal prefisso greco para (che significa parallelo ) e il termine Olimpico (le Paralimpiadi come parallelo alle Olimpiadi). Paralimpici è stato il termine ufficiale per i Giochi dal La crescita del movimento paralimpico è ben esemplificata dai numeri: più di 4000 atleti provenienti da 123 nazioni ai giochi Paralimpici di Sydney A Stoke Mandelville (UK) il Dott. Guttmann introdusse lo sport come forma di ricreazione e come aiuto per la riabilitazione. Il suo lavoro portò ad un accresciuta predominanza dello sport per i pazienti con lesioni spinali nel corso dei Primi Giochi Internazionali in Stoke Mandelville in Le prime Paralimpiadi invernali si tennero a Örnsköldsvik in Svezia 1976, con competizioni di sci alpino e nordico per amputati e non vedenti e con una dimostrazione di Slittino. Nel 1998 i giochi di Nagano furono i primi a tenersi al di fuori dell Europa, dimostrando un aumento dell interesse dei media nei confronti delle Paralimpiadi.
48 NASCITA DEL MOVIMENTO LE PARALIMPIADI INVERNALI ROMA 1960: PRIME PARALIMPIADI SVEZIA 1976: PRIME PARALIMPIADI INVERNALI 1989 COMITATO PARALIMPICO INTERNAZIONALE 1999 SEDE E STAFF PERMANENTE A BONN AUSTRIA 1948: PRIMA GARA DI MONOSCI ANNI 70 PRIME GARE MULTIDISCIPLINARI FRANCIA 1974: PRIMI CAMPIONATI DEL MONDO FRANCIA 1992: DIMOSTRAZIONI DI ATLETI CON DIS. INTELLETTIVE
49 Numero di partecipanti, numero di competizioni T h o u san d s 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,
50 500 Bursa Laceration/pressure sores No. of Rxs Fractures Haematoma Joint dysfunction Ligament injury Muscle strain/tear Spinal segmental dysfunction Tendon injury Other
51 Skin Infection Psychological Other Neurological URTI Insect Bites Heat related GU G-E GI - noninfective Epilepsy
52 L attività motoria per la persona disabile è l esaltazione delle sue, anche se pur residue, capacità ediciòchesafare,inunmondochesempregliricorda ciòchenonèingradodiessereesottolineaquelloche gli manca.
53 L attività fisica non genera esclusivamente il benessere fisico e con essa non si ottimizza soltanto la capacità motoria. È importante rilevare, infatti, che in persone affette da disabilità di tipo mentale, è possibile favorire attraverso l attività motoria (pensiamo al nuoto o all equitazione) lo sviluppo delle capacità logiche ed intellettive. L attività motoria diventa un importante strumento educativo per il suo processo evolutivo. Oltre a favorire lo sviluppo cognitivo, costituisce motivo di emancipazione e accrescimento. L attività motoria diventa strumento educativo e rieducativo di grande efficacia soprattutto se non perde l aspetto ludico.
54 Il ruolo dell attività motoria e sportiva è reso fondamentale nell intervento rivolto alle persone affette da disabilità, attraverso:
55 In tal modo i diversamente abili hanno la possibilità di trovare elementi di successo e di valorizzazione personale, praticando, con alta motivazione e divertimento, un attività particolarmente benefica.
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57 CIP In Italia queste attività sono gestite e coordinate dalla Federazione Italiana Sport Handicappati (disabilità psichiche e motorie), fondata nel Dal 1990 tali Federazioni sono rappresentate presso il CONI da un organismo unitario, denominato Federazione Italiana Sport Disabili. Nel 2004 si è costituito il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), CONI dei disabili. Nel 2009 il Dipartimento 9 del CIP che si occupava di disabilità intellettivo-relazionale ha costituito una sua federazione -la FISDIR. Nel 2010 alcune discipline hanno costituito la FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) per atletica leggera, scherma in carrozzina, tiro a segno e bocce. Le altre Federazioni FISIP (sport invernali), FISPIC (ipovedenti e ciechi), FINP (nuoto) e FIPIC (basket in carrozzina) da settembre 2010 fanno riferimento al CIP a cui sono affiliate.
58 IPC È la struttura di governo del movimento paralimpico Organizza le olimpiadi estive ed invernali Funziona come federazione internazionale per 9 sports 161 stati membri 4 federazioni sportive internazionali (ISOD)
59 Collaborazione tra il CIO (comitato internazionale olimpico) e l IPC sostanzialmente per l organizzazione dei giochi paralimpici che si svolgono nella stessa sede dei giochi olimpici le settimane a seguire Il governo e l organizzazione dei 26 sport paralimpici è così strutturato 9 sports sotto il governo dell IPC I restanti sotto il controllo di federazioni internazionali (ISOD
60 IPC Sports Sci alpino Atletica Biathlon Sci di fondo Hockey su ghiaccio su slitta Sollevamento pesi Tiro a segno Nuoto Danze sportiva su sedia a rotelle
61 L integrazione sociale e l integrazione sportiva
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63 prima delle Paralimpiadi di Pechino 2008 le persone che ci vedevano in aeroporto ci chiedevano a quale santuario eravamo diretti, ora ci chiedono l autografo e la foto Francesca Porcellato (medaglia d oro paralimpiadi Vancouver)
64 Il mondo dei disabili e quello dei normodotati E evidente che i disabili hanno esigenze particolari Una legge nazionale tutela di fatto i loro diritti, ma in realtà non è così Anche gli impianti sportivi pubblici e privati dovrebbero essere organizzati per le loro esigenze
65 Il mondo dei disabili
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67 TIPOLOGIE DI PERSONE DIVERSAMENTE ABILI L'invalidità è la difficoltà a svolgere alcune funzioni tipiche della vita quotidiana o di relazione a causa di una menomazione o di un deficit psichico o intellettivo, della vista o dell'udito. In linea generale l'invalidità civile viene definita in percentuale nel caso in cui l'interessato sia maggiorenne. menomazione (impairment): perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica disabilità (disability): qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un'attività considerate normali. handicap : condizione di svantaggio, conseguente a una menomazione o a una disabilità, che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all'età, al sesso e ai fattori socioculturali.
68 DISABILITA FISICHE PERSONE CON MOBILITA RIDOTTA (stampelle, bastone, protesi, ortesi ) PERSONE SU SEDIA A RUOTA (carrozzina) DISABILITA SENSORIALI PERSONE NON VEDENTI E IPOVEDENTI (occhiali) PERSONE NON UDENTI E IPOUDENTI (impianto cocleare) PERSONE SORDOCIECHE (guanto tattile) DISABILITA MENTALI E PSICHICHE ALTRE DISABILITA SPECIFICHE
69 Successivamente si è parzialmente abbandonata questa impostazione, per giungere a una classificazione "positiva", che parte da uno stato considerato di salute per dire se e quanto ciascuno se ne discosti. La classificazione (ICF) si compone di cinque macroclassi, a loro volta divise in ulteriori classi e sottoclassi: Funzioni corporee (funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse le funzioni Funzioni corporee (funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse le funzioni psicologiche) Strutture corporee (parti anatomiche del corpo come organi, arti e loro componenti) Attività (esecuzione di un compito o di un azione da parte di un individuo) Partecipazione (coinvolgimento di un individuo in una situazione di vita) Fattori ambientali (caratteristiche, del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti, che possono avere impatto sulle prestazioni di un individuo in un determinato contesto).
70 I diritti delle persone portatrici di Handicap rientrano nella sfera dei diritti umani e civili fondamentali, la prospettiva da perseguire è quella di promuovere una cultura comune priva di: barriere architettoniche di pensiero Informative Attraverso la quale la persona con esigenze particolari si possa gestire autonomamente e possa sperimentare il proprio quotidiano come cittadino/persona e non come altro, una cultura che consenta l abbattimento della principale barriera all inclusione sociale: l ignoranza e la conseguente paura del diverso. Barriera che porta all insensibilità ed alla disattenzione nei confronti del problema.
71 STRUTTURE RICETTIVE Tenete conto dell esigenza di parcheggiare il più possibile vicino all ingresso. Se la biglietteria o l ingresso sono inaccessibili, o nel caso esista un ingresso alternativo, prevedete un servizio di chiamata bene evidenziato. Cercate di prevedere più mezzi di comunicazione e di utilizzare apparati tecnologici. Lo sportello o la zona del bancone preposta a tale servizio saranno bene illuminati e l addetto avrà il volto ben visibile. Non è opportuno fare domande sul tipo di disabilità. Evitate lunghi tempi di attesa o file e, se necessario, fatelo accomodare in una zona tranquilla.
72 Se il cliente è su sedia a ruote guidatelo in una zona con il bancone ad altezza adeguata oppure andategli incontro e svolgete il vostro servizio nella zona clienti. In caso di cliente ipovedente o non vedente privilegiate la comunicazione verbale. Se sono disponibili ausili per favorire l informazione siate pronti a presentarli ed a spiegarne il funzionamento. In caso di cliente ipoudente o non udente nel parlare sarà utile guardare la persona e scandire bene le parole. Un cliente con problemi di orientamento e comunicazione ha bisogno di una maggiore disponibilità.
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75 Approccio dell allenatore allo sport paralimpico L allenatore degli abili ha nel cassetto tutte le conoscenze di base per allenare un atleta paralimpico E necessario avere però informazioni specifiche : - Modello di prestazione - Prestazione richiesta - Prestazione di partenza - Obiettivi
76 Approccio allenatore - atleta 1. PROFESSIONALE 2. FIDUCIA E STIMA RECIPROCA 3. SONO ATLETI 4. NON PARLARE DELLA DISABILITA SE NON LO FA L ATLETA 5. COINVOLGIMENTO EXTRASPORTIVO 6. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI DI ALLENAMENTO IDONEI 7. CONOSCERE GLI STRUMENTI
77 Informarsi Conoscere lo sport Vedere le gare Conoscere gli atleti e il potenziale Allenarsi con l atleta Raccogliere informazioni e dati Trovare soluzioni originali
78 Organizzare l attività sportiva Conoscere gli spazi di allenamento dell atleta Ottimizzare i tempi di trasferimento per allenarsi Organizzare la periodizzazione in funzione degli obiettivi Finalizzare obiettivi raggiungibili e misurabili
79 I mezzi di locomozione sportiva Protesi adattati Bici, sci, carozzine adattate con alta tecnologia da prestazione, importanza della biomeccanica e della funzionalità in gara
80 Il luogo di allenamento Attenzione alle barriere architettoniche (scale, bagni, docce, ) Attenzione alle possibilità di accesso (mezzi pubblici, posteggi, ) Strumenti idonei (attrezzature) Personale informato Confidenza con atleti normodotati
81 Il punto di partenza Motivazione Fare scoprire le sensazioni positive dello sport Possibilità di esprimersi, essere qualcuno Prestazione di partenza Disponibilità all allenamento Definire obiettivi per essere in grado di partecipare Esperienze tecniche
82 L inizio La motivazione Il miglioramento I primi successi Obiettivi importanti Le tappe Successi e Sconfitte
83 L allenamento Allenamento della forza Allenamento della resistenza Allenamento della tecnica
84 I test di valutazione Test di forza Test metabolici Test di postura ed efficienza Registrazione parametri di prestazione Analisi ed elaborazione Confronto
85 L atleta in palestra Accesso senza barriere Attrezzature idonee Personale qualificato Condivisione con altri clienti
86 L atleta in allenamento/gara Determinato Da il massimo (residuo motorio) Delusioni ed esaltazioni Confronto Soddisfazioni
87 Nuove opportunità di lavoro e impegno sociale CENTRO MEDICO SPORTIVO SPECIALIZZATO DIGNITA ALLA NOSTRA PROFESSIONE GUIDA ATLETA NON VEDENTE ATLETI DI INTERESSE OLIMPICO OPPORTUNITA DI PARTECIPARE OLIMPIADI COME COACH RICERCA MEDICO TECNICO SPORTIVA SPECIALISTA PREP. ATLETICA PARALIMPICI
88 La formazione tecnica
89 GRAZIE DELL ATTENZIONE!
90 Bibliografia, webiografia www. comitatoparalimpico.it Relazione prof. Stefano Frassinelli, SUISM Torino, Centro Studi FCI
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