Insieme si può. Viaggio verso la sostenibilità ambientale e sociale. A cura di David K. Lind

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1 Insieme si può Viaggio verso la sostenibilità ambientale e sociale A cura di David K. Lind

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3 Questo libro è stampato su carta CYCLUS OFFSET della cartiera Dalum ( prodotta al 100% con fi bre riciclate, certifcata RAL UZ 14 Blue Angel, senza l impiego di sbiancanti e sostanze a base di cloro. Tutto il ciclo produttivo è alimentato con energia prodotta al 100% con Bio fuel. La riproduzione di questo libro è severamente vietata. Tutti i diritti sono riservati.

4 Un imprinting verde Tra le prime informazioni su come è organizzato il mondo che li accoglie e li circonda, i bambini colgono subito che vi è la dimensione del vivere in comunità. Da quella più piccola, semplice e rassicurante della famiglia, a quella più complessa, articolata, talvolta spaesante, del nido e, progressivamente, del sistema scolastico. Una società si premura di prendere per mano e condurre con serenità i propri cittadini del domani offrendo loro quegli strumenti che ritiene importanti e che danno la misura del grado di civiltà di un paese, di un popolo. Tutti questi motivi rappresentano la cornice di un disegno che questa Amministrazione sta componendo, guardando ai nostri cittadini più giovani, per tratteggiare assieme a loro i contorni di una nuova città rispettosa dell ambiente: una pubblicazione come quella che vi apprestate a sfogliare sposa l impegno del Comune di Vicenza nel costruire sensibilità e attenzioni nuove verso il risparmio energetico e le forme pulite di energia. Siamo convinti che non basti il rispetto dell ambiente: è indispensabile avere chiara anche la coscienza che le azioni di ciascuno contribuiscono a soddisfare i bisogni di chi ci sta accanto. La dimensione sociale, quella economica e quella ambientale sono inesorabilmente legate tra loro: solo traducendo nel concreto questo legame è possibile immaginare un futuro sostenibile, nel quale tutti abbiano uguali opportunità. Vogliamo infatti, anche a Vicenza, lavorare per una nuova cultura in cui l interdipendenza tra persone, ambiente ed economia sia uno dei pilastri principali su cui fondare le scelte quotidiane. Da parte nostra, lo sforzo è sotto gli occhi di tutti, anzi, sopra le teste dei nostri bambini e ragazzi: sono infatti già numerosi gli impianti fotovoltaici che Comune di Vicenza e AIM Gruppo hanno installato in molti edifi ci scolastici della città. Abbiamo buoni motivi per pensare che famiglie e insegnanti apprezzeranno lo sforzo profuso per la realizzazione di Insieme si può, per tentare una specie di salutare, prezioso, indilazionabile imprinting verde alle giovani generazioni. Achille Variati Sindaco di Vicenza

5 Ci vuole un fiore Oggi sognamo e desideriamo che il domani sia migliore. Oggi dedichiamo spesso le nostre energie a quell auspicio di mondo migliore. Da quella speranza nasce il nostro impegno di oggi. È così che recuperiamo il bambino perduto in noi: nel progettare sogni che si possono avverare. Ed è così che vogliamo impegnarci: dare consigli per realizzarli. Dare un consiglio è un dono al futuro, un legame fra l esperienza e la speranza. Viene in mente quel ritornello rassicurante Per fare tutto ci vuole un fi ore che qualche anno fa Sergio Endrigo consegnava ai più piccoli perché i grandi capissero. Il testo era di Gianni Rodari, insuperato cantastorie del buon senso popolare, un menestrello che con il suo acume distillava preziose gocce di saggezza. Come Endrigo e Rodari, anche il nostro simpatico folletto Moscardino, volando sulle ali leggere della fantasia, condurrà per mano bambini e ragazzi delle Scuole di Vicenza, in un percorso didattico già in parte sperimentato, arricchito da consigli pratici ed esempi operativi molto concreti. Un viaggio ricco di sorprese, che ha sempre nitida una prospettiva: con la buona volontà di tutti possiamo regalare al nostro mondo, alle nostre aiuole, un fi ore in più. Ecco perché Aim Gruppo ha promosso questa originale ed accattivante iniziativa editoriale che ha l ambizione di interessare, divertire, arricchire umanamente e culturalmente prima di tutto i ragazzi delle Scuole Primarie e Secondarie di Primo grado del Capoluogo. Ma ovviamente l intento più generale è di entrare nelle case e nelle abitudini delle famiglie, per mostrare concretamente come sia possibile dare una mano all ambiente e, in defi nitiva, alla salute e al portafoglio di tutti. Per noi di AIM Gruppo, è fondamentale affiancarci e camminare assieme a genitori e docenti per suscitare e consolidare nei cittadini di domani, la convinzione che Insieme si può avere meno plastica e più verde, meno rifiuti e più aria pulita, meno sprechi e più acqua limpida, meno cemento e più fiori. Tutti insieme, per una scuola e un mondo sempre più sostenibili. Questo il messaggio che AIM Gruppo vuole trasmettere, a cominciare da coloro che già oggi sono il futuro: i nostri figli. Roberto Fazioli Presidente AIM SpA

6 Indice Che cos è una scuola sostenibile? Gli obiettivi di questo libro Una scuola sostenibile: quali benefi ci? I primi passi Iniziamo viaggiando con il folletto Moscardino Come ci si può organizzare? Ecco come si è organizzata la scuola Progetto 1. Il consumo sostenibile Quanti ricordi Introduzione alla problematica del consumo sostenibile Progetto 2. L acqua Il profumo delle nuvole Introduzione alla problematica dell acqua Il viaggio dell acqua Progetto 3. La biodiversità Sei occhi preoccupati Introduzione alla problematica della biodiversità Progetto 4. L energia Il nuovo Icaro Introduzione alla problematica dell energia Osservazioni sul comportamento energetico dell edifi cio AIM. Energia

7 Progetto 5. I rifi uti Un malinconico sospiro Introduzione alla problematica dei rifi uti AIM. La raccolta differenziata Progetto 6. Una mobilità sostenibile AIM. Mobilità Progetto 7. La prospettiva globale: gli obiettivi di sviluppo del millennio La sostenibilità: ora possiamo cominciare a conoscerla Metafora dell imbuto I quattro principi di sostenibilità del pianeta terra e di Vicenza Soluzioni a costo zero APPROFONDIMENTI Quanta acqua abbiamo a Vicenza? AIM. Il risparmio energetico domestico AIM. La tecnologia dell impianto fotovoltaico La tecnologia dell impianto solare termico L energia idroelettrica L energia geotermica L energia da biomassa La tecnologia dell impianto eolico L energia dalle onde, dalle maree, dalle correnti Per saperne di più

8 Viviamo in un mondo fi nito, con risorse limitate. Anche se a volte può sembrare abbastanza grande, la Terra è davvero molto piccola; una piccola oasi blu e verde piena di vita in un universo freddo. La nostra atmosfera può sembrare infi nita ma ha solo 10 chilometri di spessore. e. Oltre non c è nulla, solo il vuoto dello spazio. David Suzuki - Ecologista canadesee Che cos è una scuola sostenibile? Secondo il programma ambientale dell Organizzazione delle Nazioni Unite una scuola è sostenibile quando: Conserva acqua ed energia; Evita l uso di prodotti inquinanti anche solo potenzialmente; Crea iniziative per minimizzare i rifi uti; Protegge e rispetta l habitat naturale; Si confronta con i bisogni locali rispettando le persone ed il loro ambiente. È interesse di tutti avere attenzione verso la sostenibilità e la comprensione del nostro impatto sull ambiente. Dunque, tutti noi abbiamo un ruolo importante nel determinare cambiamenti sia nel lavoro che nella vita quotidiana, per migliorare la qualità dell esistenza delle generazioni presenti e future. I governi di tutto il mondo riconoscono che l educazione è una chiave di soluzione per i problemi globali che stiamo affrontando. Tramite l insegnamento e l apprendimento gli alunni dovrebbero essere in grado di capire l impatto dell uomo sul pianeta, e le scuole stesse diventare modelli di buone pratiche individuando idee per una vita sostenibile. Questo tipo di scuola ha il compito di preparare i giovani ad un esistenza ispirata dalla sostenibilità. 6

9 Gli obiettivi di questo libro Questo libro si propone come una guida pratica per la creazione di un progetto di sostenibilità nelle scuole allo scopo di sensibilizzare ed attivare gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado nei riguardi dei problemi ambientali e sociali. Nell ottobre 2009 la scuola elementare Paolo Lioy di Lapio di Arcugnano ha avviato i suoi primi passi per diventare sostenibile. Analizzando i progetti e le esperienze vissute da varie scuole in tutta l Unione Europea, si è deciso di creare un viaggio personalizzato per aiutare a capire cos è la sostenibilità e, al tempo stesso, ridurre l impatto ambientale. Questo libro prende spunto dall esperienza fatta a Lapio, che ha stimolato i docenti, gli alunni e i loro genitori ad interrogarsi in merito alle proprie azioni e a quelle degli altri tramite l osservazione, la ricerca e le esperienze pratiche. Esperienze che sono state riportate fedelmente all interno degli spazi grafi camente evidenziati da un block notes e un post-it giallo. Passo dopo passo sono stati introdotti temi ambientali e sociali all interno della vita quotidiana scolastica e tramite progetti didattici si è cercato di ridurre i consumi, gli sprechi e, più in generale, l impatto sull ambiente dei protagonisti del percorso formativo. Il problema della sostenibilità è complesso ma elaborando una comunicazione adeguata, anche i più piccoli riescono a capire e a lasciarsi coinvolgere. Per questo si è scelto di affidare il ruolo di narratore ad un personaggio fantastico, caro alla cultura popolare vicentina e sicuramente molto simpatico: il folletto (salbaneo) Moscardino. L autrice Marina Rossi e l illustratrice Benedetta Pasetto hanno raccontato il viaggio attraverso un estrosa storia con un linguaggio che cattura l attenzione e la curiosità dei ragazzi dai 6 ai 13 anni. In questo modo, gli obiettivi educativi, didattici e informativi possono essere raggiunti con maggiore successo ed effi cacia. La presente piccola guida si propone come semplice e pratico riferimento didattico per le scuole di Vicenza e per quanti, alunni, insegnanti e famiglie, operano in ambito scolastico. 7

10 L obiettivo è di accompagnare alunni e insegnanti nel percorso verso una scuola sostenibile attraverso sette fi loni principali che vengono considerati dalla Foundation for Environmental Education (Fondazione per l Educazione Ambientale), i sette pilastri della sostenibilità: acqua alimentari / consumo / benessere biodiversità energia elettrica e termica rifi uti mobilità prospettiva globale (gli obiettivi del millennio) È stato adottato un metodo di lavoro scientifi co ed analitico che ha prodotto tabelle, grafi ci e risultati di facile e pratico utilizzo. Ci auguriamo che altre scuole seguano le orme che hanno portato a questo testo e intraprendano un viaggio personale verso la sostenibilità. È vitale, infatti, sensibilizzare le giovani generazioni sul tema della sostenibilità e prepararle alle sfi de future. Una scuola sostenibile: quali benefici? Sul piano educativo Educa alunni, genitori e concittadini a comportamenti ecologicamente sostenibili. Tutti i progetti, le esperienze e gli scambi di nozioni diventano abitudini quotidiane dei ragazzi ma, quasi per una invisibile magia, filtrano al di fuori della scuola: penetrano nell ambiente familiare, germogliano poi nel paese o nella città, cominciano a diventare abitudini quotidiane di tutti. Sul piano finanziario Gli alunni diventano poliziotti ambientali e vanno a caccia di sprechi nella loro scuola. Il gioco consiste nell abbattere il proprio impatto ambientale. Tutti i costi della scuola vengono studiati e analizzati. I progetti degli alunni sono orientati al miglioramento in fatto di efficienza energetica, alla riduzione del consumo di acqua, carta e materiali d uso, nonché al miglioramento dell alimentazione e del benessere. 8

11 Esempi: Acqua: progetti / politiche di riduzione degli sprechi dell acqua. Ad esempio, un rubinetto aperto ha una portata di oltre 10 litri al minuto. Un rubinetto aperto tutta la giornata = 14 di acqua sprecata. Energia termica: progetti / politiche per ridurre la temperatura all interno degli ambienti scolastici, stabilendo una temperatura giusta e sana nelle scuole. Ad esempio, ogni grado di temperatura in meno corrisponde ad un risparmio del 10% rispetto al consumo totale. Presso la scuola elementare di Lapio è stata ridotta la temperatura interna media di 2 gradi con un risparmio pari a euro all anno. CO 2 : progetti / politiche di riduzione dell impatto ambientale di una scuola e, di conseguenza dell impronta carbonica, il famoso CO 2. Ad esempio, durante l anno scolastico la scuola di Lapio ha ridotto la sua impronta carbonica del 25% - pari a 500kg di CO 2. Rifiuti: progetti / politiche di riduzione dei rifiuti e di aumento della raccolta differenziata. L aumento della raccolta differenziata (carta, plastica, organico ecc.,) riduce i costi di smaltimento e la quantità di rifiuti che finisce nella discarica. Il Progetto Scuola Sostenibile lavora qui evitare che l energia sia una emergenza consumando sempre meno come? facendo in modo che sia rinnovabile 9

12 I primi passi (Da novembre a marzo) X esempio Formazione iniziale dei docenti con il dottor David K. Lind. Presentazione dei singoli temi alle classi. Verifica di quello che gli alunni sanno sul tema proposto anche attraverso la metodologia di brainstorming. Indagine ambientale e predisposizione del piano d azione. Monitoraggio dei consumi (acqua, energia e rifiuti) della scuola durante questo primo periodo. Monitoraggio delle merende consumate dai ragazzi e questionari relativi all alimentazione e ai prodotti ortofrutticoli della zona. Rilevazione delle temperature esterne (minima e massima) e delle precipitazioni. Introduzione al concetto di biodiversità legata all ambiente del lago di Fimon e dei colli Berici. Iniziali proposte per ridurre i consumi e gli sprechi. E il lavoro continua... 10

13 Mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie. (Galileo Galilei) 11

14 Iniziamo viaggiando con il folletto Moscardino Il viaggio più lontano che possiamo fare è quello che ci offre la nostra fantasia. Nessuno ha visitato il mondo più di colui che se l è immaginato Certo che in quell estate nel bosco faceva caldo, faceva proprio un caldo insopportabile In quel luogo protetto c era stata un esplosione di crescita nelle piante che, di solito, schiudevano lentamente le loro gemme e, lentamente le trasformavano in foglie. Quell anno, invece, erano già tutte un grappolo come i glicini e i gelsomini che nel sottobosco avevano creato un intrico con gli asparagi selvatici e la passiflora. Una simile fioritura non aveva precedenti. Il folletto, chiamato anche salbaneo, dormiva; da dieci anni dormiva o forse da trenta non si poteva sapere com erano regolati i suoi cicli vitali. Da quando era diventato immortale frapponeva momenti di attività a lunghi periodi di riposo, allora cadeva in un sonno che sembrava un letargo e che poteva durare un tempo quasi infinito Quando sentiva cadergli addosso quel torpore insopportabile cercava un tronco particolarmente robusto in un albero frondoso e solido. Si arrampicava, sondava ogni fenditura, ogni piccolo anfratto tra i rami fino a che scorgeva ciò che andava bene per lui: poteva essere un buco profondo o una tana di scoiattolo L importante che fosse sicuro e protetto. Se c era un proprietario veniva subito scacciato, poi, a rendere quel rifugio accogliente ci pensava lui: foglie secche, foglie tenere, morbida bambagia vegetale, paglia soffice e fiori appassiti che diffondevano all interno un profumo inebriante. Il salbaneo si trovava bene perché conosceva i segreti della natura e sapeva come goderne. Quando tutto era pronto si adagiava in quel letto morbido e, assaporando già il salutare riposo che lo attendeva, si lasciava prendere dal sonno che lo avrebbe portato con sé per anni, anni ed anni Se qualcuno avesse potuto vederlo dormire avrebbe provato una gran tenerezza per quel folletto vestito di rosso, con la folta barba bianca, il corpicino alto appena due spanne, adesso lì assopito. Aveva il cappellino a punta abbassato sopra gli occhi per nascondere ogni barlume di luce. 12

15 Cosa ci faceva ormai in questo mondo? Non si vedevano più folletti né gnomi: erano spariti o erano stati dimenticati forse si erano allontanati sempre più dall insediamento degli uomini fino ad arrivare in luoghi inaccessibili. Chissà, nessuno poteva dirlo, anzi nessuno poteva nemmeno assicurare che davvero fossero esistiti o fossero stati solo i protagonisti di antiche leggende ma il salbaneo era lì, era dentro quel tronco d albero; dormiva da un sacco di tempo ed un orecchio attento avrebbe percepito il suo russare sommesso. Il piccolo si era ormai rigirato troppe volte tra quelle foglie tanto che le aveva completamente sbriciolate, poi, non trovando più pace, si era destato: la fioca luce giallognola della luna illuminava il tronco d albero che lo ospitava e che, dopo tanto tempo, era pieno di ragnatele. Si era alzato a sedere con un po di fatica perché dopo tutti quegli anni aveva le ossa indolenzite. Aveva sistemato il cappellino ben dritto sulla testa, si era affacciato al tronco e, con piacere, aveva rimirato il paesaggio che quasi non ricordava più. Che spettacolo, gli sembrava ancora di sognare, invece quella fioritura era proprio davanti ai suoi occhi: era di nuovo sveglio, un po indolenzito ma nuovamente pronto a partire. L unica cosa che lo preoccupava era trovarsi solo. Di solito, quando usciva dal suo giaciglio, vedeva intorno a sé il consueto fermento: c erano folletti che tornavano dalla raccolta delle bacche, altri che tornavano dalla raccolta della frutta; c era chi intrecciava la paglia, chi tagliava la legna E poi c era chi lanciava le pigne in testa ai compagni e chi si tirava la barba o, litigando, si rotolava per terra. Cos era adesso quel silenzio, cosa significava quella calma innaturale, dov erano finiti tutti i suoi fratelli, i suoi amici? Erano mille le domande alle quali non sapeva rispondere mentre si strofinava gli occhi e poi li volgeva al meraviglioso luogo che lo circondava, inconsapevole di trovarsi nel bosco di Marina. Quante avventure avrebbe vissuto tra quei carpini, quante storie avrebbe conosciuto lungo le sponde del piccolo lago e quante battaglie combattuto a fianco di nuovi amici. Battaglie in difesa della natura e della vita in tutte le sue forme 13

16 Come ci si può organizzare? La Fondazione per l Educazione Ambientale propone sette temi principali da affrontare nel percorso verso una scuola sostenibile: 1. ACQUA 2. ALIMENTARI / CONSUMO / BENESSERE 3. BIODIVERSITÀ 4. ENERGIA ELETTRICA E TERMICA 5. RIFIUTI 6. MOBILITÀ 7. PROSPETTIVA GLOBALE (GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO) È importante sottolineare che l approfondimento dei sette temi deve essere considerato come un progetto in continua evoluzione ed in completa sinergia con il programma curriculare scolastico. 14

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18 Ecco come si è organizzata la scuola: Rifiuti 1a classe Preparare un indagine: quanti rifi uti produciamo e di quali tipi? Raccogliere dati per aiutare l osservazione. Preparare un piano d azione: come possiamo migliorare la situazione? Attuare progetti per ridurre i rifi uti quotidiani della scuola. Trovare un modo per comunicare quanto fatto alle altre classi, ai genitori, alla comunità intera. Biodiversità 2a classe Preparare un indagine: quali sono gli insetti locali e il nostro clima? Quali sono i nostri impatti ambientali? Raccogliere dati per aiutare l osservazione della biodiversità. Preparare un piano d azione: come possiamo conoscerla meglio? Come possiamo ridurre i nostri impatti? Cosa serve per fare osservazioni climatiche: un pluviometro e un barometro. Trovare un modo per comunicare quanto fatto alle altre classi, ai genitori, alla comunità intera. Energia X esempio 3a classe Preparare un indagine: quanta energia usiamo; qual è il nostro impatto ambientale; ci sono sprechi? Raccogliere dati dei consumi attraverso la lettura del contatore. Preparare un piano d azione: come possiamo migliorare la situazione? Attuare progetti per ridurre i consumi e aumentare l effi cienza Trovare un modo per comunicare quanto fatto alle altre classi, ai genitori, alla comunità intera. 16

19 Acqua 4a classe Preparare un indagine: quanta acqua usiamo, l impatto ambientale, gli sprechi Raccogliere dati per aiutare l osservazione. Preparare un piano d azione: come possiamo migliorare la situazione? Attuare progetti per aiutarci a ridurre il consumo e aumentare l effi cienza. Trovare un modo per comunicare quanto fatto alle altre classi, ai genitori, alla comunità intera. Alimenti 5a classe Preparare un indagine: cosa mangiamo? Raccogliere dati per aiutare l osservazione. Preparare un piano d azione: come possiamo migliorare la situazione? Attuare progetti per ridurre i consumi e migliorare la sensibilità sul tema. Trovare un modo per comunicare quanto fatto alle altre classi, ai genitori, alla comunità intera. 17

20 Progetto 1 Il consumo sostenibile 18

21 Quanti ricordi... È scesa di nuovo la sera sul bosco incantato. Il sole primaverile ha lasciato il posto ad un crepuscolo ventoso e ad un tramonto acceso di mille colori. Moscardino se ne sta chiuso in casa; spinge la sua piccola poltrona presso la finestra e da lì osserva il paesaggio: gli alti carpini, le acacie che presto si copriranno di grappoli profumati ed il volo dei passerotti che veloci raggiungono i nidi per trascorrere la notte. Sogna, immagina, ricorda il passato e, come per incanto, si ritrova nel villaggio dei folletti, dove viveva da bambino! Chiude gli occhi per concentrarsi meglio ed è come se all improvviso il tempo tornasse indietro, mentre una prima sensazione lo colpisce, quella del profumo che laggiù inondava i vicoli erbosi, gli spiazzi di ritrovo, e si diffondeva fino a raggiungere tutte le tane. Poteva essere un acceso profumo di narciso o un amaro aroma di papavero, oppure uno stucchevole sentore di gelsomino: dipendeva dalla stagione. Che luogo meraviglioso, ricorda, e che ambiente delizioso In quel villaggio tutti gli abitanti avevano l obbligo di curare i loro giardini decorandoli con fiori e piante aromatiche che giungevano ad arrampicarsi fino in vetta agli alberi! L aria era pulita, visto che lì non transitavano automobili e i folletti avevano adottato mille stratagemmi per utilizzare l energia prodotta dal sole. Grazie ad un sofisticato sistema di specchi facevano bollire l acqua che usavano per cucinare e per il bagno della comunità. La regola imponeva che ogni sabato venisse dedicato alla pulizia del corpo e tutti la rispettavano, attendendo in fila per darsi una bella strigliata. Incanalando poi il vento, riuscivano a macinare tutti i tipi di sementi, a cardare la lana e persino a sbattere i materassi. Avevano inventato un marchingegno munito di una serie infinita di imbuti che creava, tra l altro, delle deliziose melodie; solo un orchestra di strumenti a fiato avrebbe saputo produrre qualcosa di simile! Al villaggio dei folletti, l unica fonte di riscaldamento era il fuoco e si sa che il tipo di fumo che produce emana un aroma quasi gradevole. Ogni inverno bruciavano molta legna nei loro camini ma moltissime giovani piante venivano messe a dimora per assicurare che l equilibrio del bosco restasse inalterato. Ma la spazzatura la spazzatura dov era? Moscardino cerca di rammentare in che luogo fosse riposta ma non gli sembra d averne mai vista in giro! Ritornando bambino col pensiero, la prima sensazione che gli torna alla mente è quella di un solenne scappellotto ricevuto tra coppa e collo dal vecchio nonnetto seicentenne che, vista la veneranda età, si dedicava a controllare i giovani folletti. 19

22 Se qualcuno s azzardava a gettar per terra un torsolo di mela o un nocciolo di ciliegia riceveva dal buon vecchio una stecca indimenticabile sulla zucca e il suo bastone non mancava un colpo! Subito dopo il TOC iniziava la solenne predicozza: Attenzione piccoletti, chi non rispetta la natura con me va incontro ad una vita ben dura. Ve lo dico e lo ripeto: non si butta e non si lancia ciò che non entra dentro la pancia. Ogni cosa, dopo esser stata usata, può e deve esser sempre riciclata: ci vuol solo un giusto modo per poterlo sempre fare e voi abituatevi sin d ora a non gettare, a non sciupare! I ricordi di Moscardino adesso si fanno più nitidi. Il vecchio nonno abituava i piccoli alle <trasformazioni>. Come fosse un gioco, nelle giornate di pioggia, li conduceva nel suo laboratorio ricavato tra le radici di un antica quercia e lì, armandoli di martelli, di seghette, di pialle e di chiodi, li invitava ad accostarsi alla gran quantità di materiale che in precedenza aveva predisposto all uso. Eccolo lì dov era tutto ciò che veniva scartato dalle loro case: scatole, cassette di legno, barattoli e lattine. Ci voleva un po di inventiva e l incoraggiamento del vecchio era assicurato, così come assicurato era il suo rimbrotto per i folletti poco attenti. Ma che prodotti meravigliosi uscivano dalle loro inesperte mani! Moscardino ricorda di aver elaborato un capiente porta-pane utilizzando numerosi tappi di sughero; a furia di maneggiarli ed annusarli s era preso persino una sbornia e forse era nata da lì la sua passione per il vino di mele! Raccoglievano poi in una fossa tutto ciò che si poteva trasformare in humus, lo ricoprivano strato dopo strato con foglie secche e, con il fertilizzante che ottenevano, producevano le verdure più sane e saporite. Ma la cosa che Moscardino ricorda con maggior precisione sono le polpette di verdura. Sì, sì, anche quelle erano un riciclaggio, e che riciclaggio! Quando avanzava dal pranzo qualche sedano, qualche carota o qualche peperone, la sua mamma Scaldacuore, cuoca espertissima, li tritava assieme ai fiori di calendula, vi aggiungeva foglioline di bietola ed una stropicciata di origanum laevigatum, trasformando l impasto in un piatto speciale. Che tripudio di mille profumi emanavano quelle polpette, riciclaggio d alta cucina! Il sapore di quel piatto delizioso gli riempie la bocca anche se si tratta di un sogno ma è così reale che, all improvviso, gli mette addosso la voglia dei cibi deliziosi che cuoceva la sua mamma: che buone le frittate, i timballi, il minestrone oh, che bontà quel minestrone cucinato a regola d arte! Decide che l indomani egli stesso cercherà gli ingredienti utili a prepararlo e soprattutto seguirà le buone abitudini del vecchio nonno e di tutte le follette del piccolo villaggio. Ora Moscardino è a letto, ha fretta di dormire perché ha fretta di svegliarsi. Intanto, mentre gli occhi si chiudono, ricorda un esperienza che tanto ha insegnato anche a lui 20

23 Un giorno una folletta, stanca e molto affamata, prese dalla dispensa una tonda patata. La sbucciò con cura, la fece tutta a pezzetti, la saltò in padella con olio e broccoletti. Il profumo che emanava quel piatto prelibato, da semplice qual era, lo rese ricercato. Appena gustato il pasto si mise a riordinare, ma di tutte quelle bucce cosa doveva fare? Ci fu una prima idea, a passarle per la testa, fu quella di gettarle tutte dalla finestra: Occhio non vede, cuore non duole il bosco non sa parlare, perciò non me ne vuole! Stava per porre in atto quel gesto sconsiderato, quando pensò che in natura nulla va mai sprecato. Allora, seppure un po stanca, le pose in un cestello e si diresse decisa verso il suo orticello: smosse la terra morbida e, per un intuizione, sotterrò buccia a buccia con grande precisione. Passò la primavera, trascorse anche l estate e dalle bucce nacquero pregevoli patate. Così la saggia folletta, per amor d ecologia, ebbe patate a iosa e senza far magia. 21

24 Introduzione alla problematica del consumo sostenibile Il tipo di economia che ha caratterizzato, e che caratterizza, la nostra società è basato su alti livelli di produzione e consumo, considerati come fattori di sviluppo. Purtroppo sappiamo che la corsa allo sviluppo ha comportato anche ingenti danni, come il degrado ambientale e l aumento delle disuguaglianze (Nord /Sud, ricchi e poveri ), portando sulle nostre tavole cibo poco sano e non locale. Non abbiamo tempo sufficiente per mangiare, non abbiamo tempo sufficiente per preparare pasti genuini. Il problema Vari sondaggi dicono che l Italia ha abbandonato la sua identità culinaria, la dieta mediterranea, in favore di fast-food (cibi preparati, McDonald s, merendine ecc.,) forse gustosi, ma sicuramente troppo ricchi di calorie. Ed il prezzo in salute è alto: l obesità, specialmente tra i bambini, è in aumento. Esempio: indagine su 75 alunni della scuola elementare di Lapio Che cosa mangi? 56% frutta meno di una volta al giorno 72% verdura meno di una volta al giorno 78% bevande zuccherate 33 volte alla settimana 75% merende di metà mattina ipercaloriche C è bisogno di un educazione alimentare rivolta ad adulti e bambini per cercare di far avvicinare in modo piacevole e sereno il maggior numero di persone ai principi della corretta alimentazione. Mangiare bene infatti non signifi ca solo prendersi cura dei propri bisogni e della propria salute, per non parlare dei richiami della gola, ma anche soddisfare la propria mente, nutrendola di storie, emozioni, ricordi. Il concetto di qualità alimentare va inserito in una visione più ampia che guarda al cibo non limitatamente al momento del consumo ma all intero ciclo: dalla produzione (biologica o meno) all arrivo nei mercati e nei negozi (km zero) fi no ad essere assunto dalle persone. 22

25 Questo percorso, visto nel suo insieme, consente di defi nire un cibo sostenibile se ha una produzione biologica, un trasporto a chilometri zero o quasi, assenza di imballaggi perche viene direttamente dal produttore e, cosa parimenti importante, è sano e nutriente. È fondamentale sensibilizzare i bambini perché, se da un lato sono soprattutto loro che rischiano di perdere il contatto con la realtà del mondo agroalimentare, dall altro sono proprio loro che possono far avvicinare le famiglie agli ortaggi ed ai frutti coltivati localmente e con metodi naturali. Il consumo di frutta di stagione e del territorio insomma, oltre a fare bene alla nostra salute e a quella dei ragazzi, è anche un modo concreto per sostenere i nostri agricoltori. X esempio Approccio usato Gli alunni e le insegnanti della classe quinta hanno discusso sulla necessità di portare a scuola merende che fossero non solo sane dal punto di vista nutrizionale (pochi grassi, sale, zucchero ) ma anche sostenibili da un punto di vista ambientale (scarsi imballaggi, acquisto a chilometri zero, prodotto biologico ). Numerose le rifl essioni scaturite dalle discussioni. Per quanto riguarda le merende, è emerso che la frutta tra tutte è quella che fa più bene, che inquina di meno e ha il migliore rapporto tra qualità e prezzo. I ragazzi, a questo punto, muniti di fogli già predisposti, sono passati tra le classi durante la ricreazione per registrare sul merendometro, le merendine che gli alunni avevano portato da casa. Ad ogni snack è stato assegnato un punteggio (ovviamente frutta e merende preparate dai genitori erano quelle con il valore più alto); alla fi ne della settimana la classe che aveva totalizzato più punti riceveva la coppa. 23

26 Obiettivi educativi: Diminuire il consumo a scuola di merende ipercaloriche e zuccherate favorendo un approccio positivo al consumo di ortofrutta; conoscere ed incentivare il consumo di prodotti ortofrutticoli locali; promuovere l informazione sulle caratteristiche dei prodotti ortofrutticoli in termini di qualità, metodi di produzione, aspetti nutrizionali, rispetto dell ambiente, tracciabilità; educare alla salute attraverso una corretta alimentazione e un comportamento più consapevole e critico nei confronti delle sofisticate strategie pubblicitarie (acquisto consapevole); conoscere la produzione ortofrutticola locale, anche in termini di stagionalità, per acquisire una prima nozione di acquisto a chilometri zero ; conoscere l agricoltura biologica. 24

27 Fasi del progetto 1. Indagine conoscitiva Preparazione di un questionario sulle abitudini alimentari dei singoli alunni e del loro rapporto con il cibo (in special modo riguardo al consumo ortofrutticolo). Analisi ed elaborazione grafica dei risultati 25

28 Analisi ed elaborazione grafica dei risultati Tabulazione delle risposte date dagli alunni per rilevare le loro conoscenze in fatto di stagionalità, provenienza della frutta e produzione locale: Sai dire quando matura la frutta che preferisci e dove? È significativo che, pur provenendo parecchi alunni da famiglie aventi la disponibilità di orto e giardino, i più non conoscano cosa produca. X esempio 60 numero di alunni si no stagionalità provenienza produzione locale 26

29 Vita e progetto vanno d accordo? 2. Cosa mangi a merenda? Registrazione settimanale delle merende di metà mattinata degli alunni. Preparazione di tabelle per la registrazione delle preferenze da far distribuire durante l intervallo. Preparazione di tabelle per la registrazione del peso dell umido tralasciato / non mangiato durante il pranzo. Tabulazione dei dati e registrazione su un grande cartellone riepilogativo. 27

30 Merendometro 28

31 Cosa mangi a merenda? Verifica del 1 trimestre X esempio TRIMESTRE numero alunni frutta panino cracker torta merendina confezionata 29

32 Progetto 2 L acqua 30

33 Il profumo delle nuvole... Si sa che i folletti non amano lavarsi molto. Pensano che una bella spolverata agli abiti ed una spazzolata a barba e capelli con l aiuto di una pigna resinosa sia più che sufficiente nonostante questa allergia è da qualche giorno che Moscardino ha preso l abitudine di dirigersi verso il laghetto, che si trova al centro della radura, e lì si trattiene affascinato dalla splendida acqua turchina. Lo scrosciare dolce e continuo, lo scorrere dell acqua lo riporta indietro nel tempo, fino ai suoi primi anni di vita. Bosco dei Folletti, il suo paese natale, sorge infatti proprio sulle sponde di un fiumiciattolo che, vista la statura dei folletti, sembra avere le dimensioni di un fi ume tropicale. Lui ha sempre giocato lungo le sponde con i suoi fratelli e con altri mattacchioni pronti a vivere insieme a loro le avventure più divertenti. A volte costruivano dighe con i sassi arrotondati, a volte si sforzavano di creare ponticelli che, molto spesso, riuscivano instabili e pericolanti. Beh, quando quei pomeriggi laboriosi erano raggiunti dalla sera, allora erano ancora con i piedi in ammollo, ormai grinzosi per il bagno eccessivo. Ma Moscardino bambino non frequentava il ruscello solo nei momenti di gioco, al contrario lo frequentava anche per motivi di lavoro perché sua mamma Scaldacuore, che era una folletta decisa e molto moderna, non accettava di lavorare per tutti, anzi, era convinta fosse assolutamente necessario per quei ragazzotti imparare a svolgere qualche utile lavoro di casa. Era stata così saggia nel suddividere i compiti che, in certe giornate, le restava pure il tempo di lavorare all uncinetto sprofondata nei cuscini della sedia a dondolo, sotto il porticato. Aveva pensato bene a quale faccenda affi dare a Moscardino, lo vedeva un po troppo pigro e lei, che non faceva tutto questo per se stessa ma per la futura moglie che entro i prossimi duecent anni se lo sarebbe sposato, si sforzava di convincere sé stessa di essere spinta soltanto dall altruismo, dalla voglia di tirarlo su al meglio. Pensò, ripensò e poi ebbe come un illuminazione: Tra i miei fi gli ho già individuato chi deve riordinare la cucina e chi deve rassettare per bene la cantina; ho stabilito chi pulisce i vetri e chi lucida il pavimento, chi lava le piastrelle e le fa asciugare al vento ma quale compito affidare a Moscardino, lo sbadato: ecco, ora ho trovato, si dedicherà al bucato! Moscardino aveva ubbidito pensando si trattasse di una semplice richiesta di aiuto ma quando era stato nei pressi del fiumiciattolo e si era visto annodare un bel grembiule intorno alla pancia, che già richiedeva dei lacci molto lunghi, aveva iniziato a preoccuparsi. 31

34 Hoi, hoi qui la faccenda si mette proprio male se la bella lavanderina ora mi tocca fare. Io sono un tipo tosto e poco adatto alle cosette che di regola, si sa, toccano alle follette! Come tutta risposta aveva ricevuto da Scaldacuore un occhiata che lo aveva fulminato e, un attimo dopo, si era ritrovato tra le mani un pezzo di sapone che aveva un significato inequivocabile. I lavatoi di Bosco dei Folletti erano un luogo dove si respirava energia, dove si faticava tanto, si lavorava con impegno. Erano stati ben sistemati dai maschi del paese: l acqua era stata deviata in una serie di vasche comunicanti ed una lastra di granito offriva un appoggio ottimo per sbatacchiare la biancheria.. Moscardino per arrivare a sfiorare l acqua, aveva dovuto porre un grosso sasso sotto i piedi poi CIAF-CIAF-CIAF: aveva iniziato a sbatacchiare. Mamma Scaldacuore lo aveva istruito: Prima inzuppi per bene la maglietta, poi l insaponi dappertutto, senza fretta. Se trovi degli aloni o qualche macchiolina dovrai strofinare con forza, restando a schiena china; ma se credi di fare il furbo e solo paciugare, dalla rabbia, stai attento, io ti potrei affogare! Moscardino guardava la mamma imbronciato, ma si dava da fare con le mani, sapeva che quella folletta di acciaio non scherzava, accidenti! Di lì a poco era stato sommerso da una nuvola di bolle che sembravano riprodursi, circondarlo, entrargli nel naso, nelle orecchie per poi esplodere. Motivo di quello spettacolo incantevole era il sapone prodotto dalla nonna. Solo lei, elaborando un fiorellino rosa dal profumo dolcissimo e dall aspetto delicato con mille altri intrugli, riusciva a produrre dei panetti di sapone profumatissimi. L erba che faceva sbocciare quei grappolini di fiori tra foglioline lucide e sempre umide veniva chiamata per l appunto saponaria. Era sufficiente bagnarli e strofinarli tra le mani perché producessero una schiuma che rendeva la pelle morbida e liscia ma quando la nonna imprigionava la loro essenza nel sapone, beh, allora dormire tra le lenzuola lavate di fresco era come fare un tuffo tra le nuvole. Moscardino sorride ancora e tira su col naso come se cercasse nell aria quell antico profumo. Il folletto pensa che l acqua è davvero un dono prezioso in ogni suo aspetto, in ogni funzione che possiede ma forse sta esagerando con gli apprezzamenti: accidenti quell acqua non profuma più per niente! Perdinci, ci sono degli anatroccoli che starnazzano, anzi stanno scappando velocemente dallo stagno, fuggono dall onda maleodorante giunta all improvviso che sta imbrattando le loro candide piume. 32

35 Ora Moscardino non sorride più; la sua bocca è solcata da un amaro ghigno mentre osserva, sul ciglio della strada, sopra il ponte, un piccolo camioncino a cisterna che sta velocemente ripartendo dopo aver vuotato in acqua il suo carico di porcheria. Il folletto non ha la forza di arrabbiarsi ancora, troppe volte lo ha fatto Socchiude solo gli occhi e sussurra: Acqua, parola magica, parola dissetante, parola che rinfresca, parola importante. Parola che ricorda il rispetto e la cura, parola che rinnega lo sporco e la sozzura. Acqua che dà la vita e la sa mantenere, acqua che vien dal cielo, acqua buona da bere. Acqua che è uno spettacolo, che qualche volta è un arte, speriamo che la trovino persino sopra Marte! Godiamocela sempre, perché è deliziosa ma non dimentichiamo che è una cosa preziosa! Intanto il liquido untuoso e maleodorante si sta diffondendo a pelo d acqua, in cerchi concentrici sempre più larghi 33

36 Introduzione alla problematica dell acqua La Terra è ricoperta per il 70% da acqua. Solo il 2.5% del totale però è acqua dolce, mentre il 97.5% è salata. Del totale dell acqua dolce solo lo 0.3% si trova nei fiumi e nei laghi: il 30% è acqua di falda. Il resto si trova nei ghiacciai o in zone montuose difficilmente raggiungibili. Sapendo che niente sulla Terra può vivere senza l acqua dolce e che un essere umano non può sopravvivere più di tre giorni senza bere, si capisce quanto sia preziosa questa risorsa e quanto sia importante la sua tutela. Lo stesso corpo umano dipende dell acqua non solo per la sua esistenza ma anche per la sua composizione essendo costituito per il 75% di acqua. LA SCARSITÀ D ACQUA La scarsità d acqua affligge, in diverse forme, un terzo della popolazione mondiale. Secondo i dati di ONU una persona su sei non ha accesso alla quantità minima di acqua che questa organizzazione stima necessaria a soddisfare i bisogni primari come bere, cucinare, lavarsi (50 litri al giorno). La metà della popolazione nei paesi in via di sviluppo non dispone di un sistema fognario effi ciente. Ogni giorno bambini sotto i cinque anni muoiono in diverse parti del mondo per malattie causate da acqua sporca e dalla mancanza di igiene e di fognature. Senz acqua non si può neanche mangiare perché non si può coltivare (l agricoltura consuma circa il 70% dell acqua disponibile). L ACQUA E LE SCUOLE Con buona approsimazione, si può affermare che le scuole italiane spendono circa 100 milioni di euro all anno per il loro fabbisogno di acqua. Una scuola secondaria con alunni può spendere fi no a euro all anno. Un attenta gestione delle risorse idriche, insieme con un programma di istruzione effi cace può ridurre l utilizzo dell acqua a due terzi. Questo potrebbe comportare per una scuola di 600 alunni un risparmio di circa euro l anno. Le scuole possono ridurre il loro consumo di acqua valutando quanta ne usano ogni giorno attraverso il controllo del loro contattore idrico, individuando le perdite e gocciolamenti, adattando la velocità di fl usso su rubinetti e riducendo la quantità di acqua usata nelle toilette. 34

37 L approccio usato X esempio Si è partiti dalle conoscenze sul tema derivate sia dall esperienza dei ragazzi che dalla scuola. Quindi si è proceduto all indagine ambientale per avere ben chiari la quantità e la qualità dei punti di erogazione dell acqua a scuola. Questo ha portato a capire che sia i rubinetti che gli sciacquoni necessitano di essere ammodernati e/o riparati per evitare sprechi. Al termine dell indagine, i risultati sono stati comunicati all amministrazione comunale. Per questa nostra rilevazione si è provveduto ad inserire in uno dei rubinetti una valvola regolatrice di fl usso, donata da una mamma. Altrettanto importante, ai fi ni del risparmio, è il nostro comportamento e a tale scopo i ragazzi hanno disegnato cartelli indicatori che, posizionati sopra i rubinetti, esortavano a chiudere l acqua dopo l uso. Durante le riflessioni sul tema i ragazzi hanno pensato e scritto i loro consigli per un miglior utilizzo dell acqua a scuola, a casa e in ogni luogo. MA QUANTA ACQUA SI CONSUMA NELLA NOSTRA SCUOLA IN UNA SETTIMANA? Per rispondere a questa domanda è stato registrato il consumo leggendo il contatore ogni giorno di scuola e riportando i dati su un apposita tabella. Questo compito è stato affidato a coppie di alunni controllori, eletti dalla classe, che a turno e per quattro settimane (non continuative) hanno monitorato il consumo d acqua della scuola. 35

38 Fasi del progetto Risultati della ricerca collettiva sulla domanda proposta alla classe quarta. 1. Ricerca collettiva Cosa sappiamo dell acqua? 1) L acqua proprietà fi sico/chimiche è liquida non è vivente il 70% è salata è incolore / insapore / inodore non ha una forma propria circa il 3% è dolce è un conduttore non si può comprimere è formata da idrogeno e ossigeno a 100 gradi bolle / a 0 gradi congela e diventa ghiaccio la sua formula chimica è H 2 O spegne il fuoco si può trasformare in acqua pura con la distillazione 2) L acqua aspetti positivi per la vita serve per tutti / è indispensabile per la vita si trova quasi dappertutto penso al mare / ci si può tuffare e fare il bagno nel nostro corpo c è il 75% d acqua si può bere / è dissetante serve all agricoltura serve ad abbeverare il bestiame X esempio 3) l acqua aspetti negativi ad alta pressione è pericolosa a volte può essere sporca può creare inondazioni l acqua inquinata può uccidere l acqua con il cloro non ha un buon gusto l acqua, per diventare potabile, spesso ha bisogno di molti trattamenti Con riferimento agli aspetti negativi, gli alunni sono arrivati alla conclusione che quasi sempre e l intervento umano è responsabile delle conseguenze sulla natura. 36

39 Sviluppo del progetto: piano d azione Tema Azione Obiettivo Misura Inizia Quando Data Responsabilità di Raggiunto Quando Data Acqua Inizia la raccolta dei dati Quanta acqua usiamo, impatto ambientale, gli sprechi 01/10/2009 Classe 4 Emanuela 01/11/2009 Attuare progetti per ridurre il consumo e aumentare l efficienza Come possiamo migliorare la situazione? > Eliminare gli sprechi e le perdite 01/12/ /01/2010 > Ridurre il consumo del 15% 30/05/2010 Comunicazione Comunicazione con la scuola ogni mese 37

40 Applicazione del progetto: l indagine ambientale sull acqua C è un contatore per vedere il consumo di acqua a scuola? Si No Il contatore è facilmente visibile agli alunni? Si No Lo sciacquone è a basso consumo? Si No I rubinetti dell acqua sono lasciati aperti? A volte Sempre Mai Le perdite dell acqua / rubinetti che gocciolano: sono riparati rapidamente? Si No In caso contrario, quanto tempo serve per riparare le perdite d acqua / rubinetti che gocciolano? Quanto spesso fate una campagna per il risparmio dell acqua nella scuola? 2 3 giorni 4 7 giorni Più di 7 giorni Spesso Occasionalmente Mai Ulteriori commenti sull acqua? 38

41 Fasi operative del progetto: metodo per quantificare il consumo Inventiamo un metodo per riportare i dati del consumo dell acqua. Lunedì Ore... Ore... Martedì Ore... Ore... Mercoledì Ore... Ore... Giovedì Ore... Ore... Venerdì Ore... Ore... Sabato Ore... Ore... 39

42 Sintesi delle rilevazioni del progetto: osservazioni sul consumo Riportiamo i dati del contatore che registra il consumo dell acqua. Classe 4 a Scuola primaria P. Lioy X esempio 40

43 41

44 Il viaggio dell acqua Archivio: Centro Idrico Novoledo e Acque Vicentine 1. Da dove proviene l acqua dei fi umi, delle falde e dell acquedotto di Vicenza? 2. L acqua viene trasportata in pianura dai torrenti Leogra, Timonchio, Posina, Astico, Igna, Orolo. 3. L acqua dei fi umi, delle falde e dell acquedotto è acqua piovuta sulle Prealpi Venete (Piccole Dolomiti, Altopiano di Lavarone, Altopiano dei Sette Comuni). 42

45 Pozzi dell acquedotto di Vicenza a Laghetto e Bertesina. 4. L acqua viene raccolta nell acquedotto di Vicenza (1891). Dai pozzi l acqua passa in vasche di raccolta Grosse tubazioni trasportano l acqua verso la città e gli altri comuni Le centrali di pompaggio spingono l acqua nelle tubazioni e nei serbatoi di accumulo. Le tubazioni da decenni portano l acqua nelle nostre case. 43

46 Progetto 3 La biodiversità 44

47 Sei occhi preoccupati... Moscardino ha finito velocemente la sua raccolta d erbe. Dopo lo spettacolo inquietante della grotta riempita di scorie maleodoranti non ha avuto cuore di continuare la ricerca di calendula e favagello. È rientrato velocemente nella sua tana e ce l ha messa tutta per cancellare quella visione, quel ricordo doloroso. Si è gettato nel lavoro che considera l arma migliore per non pensare: ha lavato accuratamente le tenere foglie di menta, ha raschiato con precisione le radichette dei raperonzoli, poi ha tagliuzzato tutto a tocchetti mentre l acqua, già messa sul fuoco, prendeva lentamente bollore. Ma la testa di Moscardino è altrove, i suoi gesti sono quelli di un automa: si taglia per ben due volte il pollicione e poi, nel buttare le verdure in pentola, si scotta anche una mano. Dalla rabbia si toglie il cappello dalla testa e lo lancia a terra, poi ci salta sopra a piè pari cercando di sfogare così tutto il malessere che lo pervade e che non sa più trattenere. Accidenti, come può non pensare a ciò che ha visto? Come può un folletto ignorare che presto anche il suo bosco potrebbe essere sommerso da porcherie? Mentre sta cercando di mettere nuovamente in piega il suo cappello e lo liscia, come volesse accarezzarlo, sente bussare alla porta. Chi mai può essere? Lui non aspetta nessuno! Va ad aprire e si trova davanti il riccio ed il rospetto. I due amici sono sorridenti, vengono ad offrirgli un po della loro compagnia. Si aspettano dal folletto una reazione euforica, un esclamazione di gioia ma non è così. Moscardino sembra il fantasma di sé stesso; appare spento e sottovoce si lascia andare un solo distratto venite, venite poi gira i tacchi e si dirige ai fornelli. I due nuovi arrivati si scambiano sguardi interrogativi e, seguendolo all interno della tana, si chiedono cosa possa essere successo. Moscardino non li invita ad accomodarsi, anzi gira loro le spalle mentre mescola la zuppetta che bolle. Quando alza il coperchio il profumo delle erbe aromatiche si diffonde inebriante all interno della cucina ma Moscardino sembra non cogliere nulla. Quando si volge, nota quattro occhi preoccupati puntati su di lui. Allora, lasciandosi cadere pesantemente sopra ad uno sgabello e sorreggendosi il capo con una mano, sussurra: Spazzatura, ciò che mi tormenta è solo spazzatura. Me la sogno valicare i prati e le radure; me la sogno invadere i boschi, raggiungere le alture. Io non so se sto invecchiando o se son troppo piccino ma quello che ho visto in grotta ha mutato il mio destino! Ora che ha iniziato a raccontare, le parole escono dalle sue labbra come un fiume e la piccola platea affettuosa che lo ascolta preoccupata cupa lo stimola a sfogarsi. 45

48 Al termine del racconto, all interno della tana, cala un attimo di silenzio. Solo la pentola, unico essere attivo in quel momento, continua noncurante a bollire e a diffondere il suo piacevole aroma. È il rospo a rompere il silenzio, egli che non è un gran parlatore trova in questa occasione l opportunità di narrare la sua esperienza. Tutti sanno che è giunto da molto lontano ma nessuno conosce la sua vera storia ed il motivo che lo ha condotto lì. Il suo musetto grinzoso assume un espressione sofferente quando inizia a raccontare del suo passato, dei suoi panorami d origine La zona del Pavese che ospitava la più grande stirpe di rane e di rospi di tutta la pianura Padana era un tratto di terra veramente unico al mondo. Il fiume Ticino era forte, protettivo e nel suo abbraccio accoglieva e rendeva fertile e vitale tutto il paesaggio. In quei luoghi l erba era più morbida e il rospo non ne aveva mai provata un altra simile. Gli alberi altissimi rendevano l aria mite e l umidità ideale per chi possiede la delicata pelle d un anfibio. Lì prosperavano gli antichi Populus Nigra, i giganteschi pioppi neri che offrivano riparo agli aironi che vi nidificavano. Era l ambiente ideale per i rospi, le rane e le raganelle che in quei territori trascorrevano un esistenza felice. Impiegavano tutte le loro energie ad affinare i gracidii canterini che, in certi momenti, riecheggiavano come accordi di differenti tonalità da una sponda all altra del fiume. Arrivavano numerosi ad ascoltare quel canto rassicurante ed antico nelle sere d estate. Tra i molti animali c erano addirittura gli uomini che, con la scusa di passeggiare lungo gli argini, godevano di un concerto naturale e meraviglioso. Che notti erano quelle notti stellate... Solo all alba quel gruppo di cantanti senza redini trovava pace, concedendosi un tuffo nelle vicine risaie che offrivano un acqua tiepida, ferma e imperturbabile, ancora assopita. Ma il racconto di quelle notti e di quelle atmosfere si interrompe e il rospo si irrigidisce. I suoi occhi languidi diventano ancor più languidi, sembrano ampliare i loro contorni fi no a perdere nitidezza; forse è stato raggiunto un punto dolente e con fatica, lentamente, riprende da dove s era bloccato La risaia è un ambiente naturale ricchissimo, popolato di piccoli e piccolissimi animali che formano un ecosistema perfettamente equilibrato. In questo equilibrio tutti ricevono qualcosa ma se uno di loro voleva di più e poi ancora non gli basta andrà a finire che altri riceveranno sempre meno, fino a scomparire. Così, come se non ci fosse altro fine se non quello di garantire ad ogni costo un abbondante produzione, gli uomini, un giorno, ricercarono una soluzione drastica e definitiva: sparsero in quel paradiso incontaminato un abbondante dose di diserbante. 46

49 Sparirono le cosiddette erbacce, sparirono gli insetti considerati nocivi, sparirono gli anfibi e l ansa sul fiume divenne ripulita e silenziosa, di un silenzio agghiacciante che sapeva di morte. Il riso però crebbe, eccome crebbe! Le spighe, turgide e abbondanti, si sviluppavano nella risaia e gli uomini erano soddisfatti della loro soluzione. Gli anfibi che erano sopravvissuti, pochissimi, cercarono scampo in altri luoghi. Qualcuno ce la fece, altri no, scomparvero per sempre ma il riso intanto cresceva. Il rospo ha terminato il suo racconto ma Moscardino non ha rialzato la testa; si sente sempre più abbattuto e gli sembra che il disastro sia ormai incombente: adesso sono in tre ad avere il capo chino e sei occhi preoccupati fissano il pavimento. Gli amici sono a capo chino, hanno gli occhi lucidi e sono avviliti; per lungo tempo rimangono in silenzio poi la forza della vita, che è forte dentro ogni essere vivente, ha il sopravvento e sconfigge la malinconia. Bisogna combattere per vivere e loro sono vivi! Adesso le piccole narici si sono rimesse in movimento ed avvertono l aroma delizioso che da tempo aleggiava nell aria, così la zuppa stracotta ritrova i suoi estimatori. Ora è il momento di mangiare e a tutti i problemi ci penseranno domani. 47

50 Introduzione alla problematica della biodiversità La biodiversità è definita come la ricchezza della vita sulla terra formata da milioni di piante, animali, tra i quali l uomo, e microrganismi che coesistono, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costruiscono nella biosfera. Una varietà incredibile di organismi ed ecosistemi tutti legati l uno all altro, tutti indispensabili e, per la maggior parte, ancora da scoprire. Anche noi facciamo parte della biodiversità e, allo stesso tempo, ne siamo totalmente dipendenti. Utilizziamo, infatti, migliaia di organismi viventi per nutrirci, curarci, ricavare le fibre naturali per i tessuti o le materie prime per la produzione di energia. Lo stesso petrolio e gli altri combustibili fossili sono il frutto della biodiversità del passato. La biodiversità, pertanto, deve essere considerata come la garanzia della sopravvivenza della vita sulla terra. La perdita di biodiversità Negli ultimi anni la perdita di biodiversità è diventata un problema molto serio. L estinzione di specie animali è un processo naturale ma ora, a causa delle attività umane, sta avvenendo molto più rapidamente che in passato: si stima che ogni anno vadano perse specie, due - tre ogni ora. La minaccia della perdita di biodiversità è più seria rispetto al cambiamento climatico se consideriamo che, estinta una specie, non esistono misure che possano riportarla indietro (Stavros Dimas, Commissario Europeo dell Ambiente). Tra le cause principali ci sono la distruzione degli ambienti naturali da parte dell uomo, la crescente urbanizzazione, la deforestazione, i cambiamenti climatici dovuti all inquinamento, l eccesso di sfruttamento di specie animali e vegetali, l immissione di specie aliene (alloctone), come ad esempio l immissione del pesce 48

51 siluro nel Lago di Fimon oppure del gambero rosso che sta eliminando molte specie di pesce autoctono. Infi ne, il bracconaggio, con il suo obbiettivo di cacciare specie rare o autoctone in quantità, è una fonte considerevole di rischio per la biodiversità. Tutto questo ha portato alla perdita di un terzo della biodiversità su tutto il pianeta negli ultimi 35 anni. La biodiversità e le scuole Il giardino della scuola rappresenta un opportunità per introdurre gli alunni all ambiente naturale e alla biodiversità in modo pratico. Il giardino offre agli alunni un luogo sicuro, interessante e stimolante per l educazione ambientale che può essere complementare alle attività svolte in aula. Lo studio e la ricerca sulla biodiversità si collegano direttamente al programma scolastico di scienze, fornendo agli alunni le conoscenze e la comprensione dei seguenti contenuti: Processi vitali Gli esseri umani e altri animali Le piante verdi Variazione e classificazione, l ereditarietà e l evoluzione Gli esseri viventi nel loro ambiente Gli alunni possono imparare che la varietà di piante ed animali è importante per individuarne l appartenenza a differenti specie; che numerose piante e animali si trovano in habitat differenti; che gli habitat mantengono una varietà di piante ed animali tutti interdipendenti; che la distribuzione e la relativa abbondanza degli organismi negli habitat può essere spiegata con il concetto di interdipendenza, adattamento, competizione e predazione. 49

52 Approccio usato Che cos è la biodiversità e cosa racchiude il significato del termine? La biodiversità in poche parole è la diversità della vita. La diversità della vita è a sua volta scindibile in tre sottolivelli: Diversità degli ecosistemi (ambienti naturali quali acque, boschi, spazio alpino...) Diversità delle specie (animali, piante, funghi, microrganismi) Diversità del patrimonio genetico (razze o varietà di specie selvatiche e domestiche, individui) Un quarto livello è costituito dalla biodiversità funzionale, ovvero dalla diversità delle relazioni attive che si esplicano all interno e fra i tre livelli. X esempio 50

53 Si sono esaminate semplici definizioni di : ECOSISTEMA - HABITAT - NICCHIA ECOLOGICA Gli alunni sono stati coinvolti nell osservazione di vari vertebrati: Mammiferi: gatto e coniglio dal vivo Uccelli: un esperto ha illustrato l argomento con diapositive Rettili: è stato proiettato un video sui coccodrilli Anfibi: costruzione in classe di un acquario con il ciclo vitale della rana Pesci: osservazioni dall acquario A conclusione è stato esaminato come l uomo minacci la biodiversità e come la si possa tutelare. Sono stati, inoltre, effettuati, a gruppi, rilievi di temperature esterne (massime e minime) e di piovosità, che sono serviti per tracciare i grafici. Il progetto può essere sviluppato in altre direzioni: per esempio con la ricerca della diversità fra le erbe, fra le piante, tra i fiori osservabili nel giardino della scuola o nel parco comunale. Potrà essere data una spiegazione sintetica e semplice delle ragioni di tali diversità e di come l Uomo possa giovarsene. 51

54 Indagine ambientale sulla biodiversità Esempio di modello da compilare 52

55 Sviluppo del progetto: metodo per quantificare il clima Un modello compilato X esempio 53

56 Progetto 4 L energia 54

57 Il nuovo Icaro... Moscardino osserva sempre il volo degli uccelli che tanto invidia e allo stesso tempo li rispetta per l abilità che dimostrano. Ogni giorno sparge per loro briciole e chicchi di grano e si perde a guardarli, cercando di immaginare la sensazione che si può provare al contatto con l aria, con il vento. Lui sembra avere un conto in sospeso con questo elemento che, con tanto impegno, cerca di trattenere, imprigionare, volgere a suo favore senza ottenere nessun successo. Dietro la tana ha posto una sorta d imbuto che, secondo lui, avrebbe dovuto incanalare, nelle afose notti estive, i refoli di vento e introdurli a rinfrescare la tana: nulla, da quel tubo entravano solo ronzanti zanzare disposte in fila indiana! Oggi però, per il folletto è un giorno fortunato: un rondone migratore si è fermato a riposare presso la sua tana e vuol ricambiare in modo davvero inaspettato la gentilezza di chi gli ha permesso di bere nella sua conca d acqua. Rivolto a Moscardino dice: Mi piaci, scopro una sincera bontà nel tuo sguardo turchino e leggo nei tuoi occhi un grande desiderio. Sali sul mio dorso e aggrappati alle mie ali, oggi proverai l ebbrezza del volo. E fu davvero un esperienza che mai più dimenticherà! Moscardino, al ritorno, si sente rintronato, farfuglia, balbetta, poi cerca di esprimere a parole lo scompiglio che si sente dentro. Mormora: Credevo di essere un folletto di grande esperienza, credevo di aver vissuto le cose fino alla loro essenza ma di fronte a questa avventura più profonda del mare son rimasto senza parole e non mi so spiegare. Di certo ora vi invidio, simpatici animali, soprattutto vorrei avere le vostre splendide ali! Si vede dall espressione che il rondone è molto felice per avergli permesso di vivere una simile emozione, anche se non è più concentrato sul folletto. Ora volge spesso il capo all indietro, verso le fronde dei carpini da dove i suoi compagni gli lanciano richiami molto decisi. Lui sa che il tempo del riposo troppo velocemente è terminato e sa pure che il momento di ripartire è già giunto ma come vorrebbe stare ancora un po con quel piccolo personaggino che si è rivelato così ricco di sensibilità! Il rondone vede il suo stormo riprendere il volo, non gli resta che il tempo di una frase perciò iniziando già a battere le flessuose ali, dice: Ti saluto con affetto amico mio, ti porterò nel cuore e volerò come se tu fossi con me poi non c è più tempo per aggiungere altro, altrimenti sarà troppo tardi per raggiungere gli altri e lui resterà solo. Il battito d ali del rondone ricorda un saluto mentre procede tenendo il capo voltato verso il bosco fi nché la necessità di mutare direzione lo obbliga a volgersi in avanti. 55

58 Moscardino non ha mosso un passo. Continua a tenere verso l alto il suo braccio e la piccola mano mentre sussurra: Mi dici sarà come tu fossi con me ma ti assicuro che qualche differenza davvero c è. Io ho provato una volta cosa vuol dire IL CIELO ed è stato come si squarciasse all improvviso un velo, non sarò più lo stesso, io mi sento cambiato, pieno di nostalgia ma molto fortunato. Il folletto non riesce a distogliere gli occhi dalle nuvole ed ora, seduto su un sasso, rifl ette: Un folletto è un essere che dalla terra è nato; è figlio del muschio, dei sassi, del legno e del prato. Ha i piedi ben piantati e fermi sopra il suolo, gode solo del canto del dolce usignolo. Per lui il piacere più grande è quello di razzolare ma per me, oramai, il grande sogno è VOLARE! Accidenti, che cosa sta pensando di fare adesso che si dirige con passo deciso verso la sua tana? Che cosa cerca nei vecchi bauli che tiene nella rimessa? Che cosa maneggia con tanto interesse e soprattutto che cosa intende fare? Facile da dire: vuol provare a volare! Eccolo lì, infatti: ha tirato fuori i suoi strumenti da lavoro, pialla, sega, martello! Poi, come se fosse guidato da un impulso irrefrenabile, si dirige verso la fattoria che sa trovarsi oltre la radura e punta dritto verso il pollaio. Giunto alla recinzione che circonda la dimora dei polli, attira la loro attenzione schiamazzando: Venite qui da me sensibili gallinelle, laboriose, canterine ma soprattutto belle. Volevo farvi una visita disinteressata, così per rallegrare questa mia giornata; vedere che state bene mi riempie di vero incanto ma intanto mi dareste delle piume soltanto? Le galline si osservano l un l altra con sguardo ironico, era ben strano che Moscardino si prendesse la briga di fare tanta strada semplicemente per constatare che nessuna di loro fosse finita arrostita con le patate ma non fanno polemica, tanto, di penne volanti ce ne sono in abbondanza in giro per un pollaio! Ottenuto ciò che desidera il folletto gira i tacchi e ritorna alla sua tana dove lo aspetta un gran lavoro di incollaggio che lo porta ad assemblare un paio d ali posticce che si fissa alla schiena con un complicato intreccio di lacci. Tiene attorcigliato al palmo delle mani l estremo di quei lacci che, secondo le sue previsioni, servirà a manovrare le ali, a farle sbattere. Moscardino è certo di riuscire a prendere il volo. Per questo si arrampica con decisione lungo il tronco di un enorme castagno e intanto ripete a se stesso: Io sono un tipo fermo e nelle decisioni tosto, perciò non mi va di star sempre nel medesimo posto. Io adoro la mia terra ma altrettanto volare, perciò ora ci provo: so di potercela fare! So bene che quell Icaro s è bene abbrustolito ma io son meno tonto e pure son più ardito! 56

59 Guidato da questa convinzione si posiziona su un ramo, si assesta per bene, fa forza sui lacci, accenna una breve corsetta e PATAPUNFETE! Lì per lì, riaprendo gli occhi, crede di essere davvero tra le nuvole. Le vede galoppare sopra di lui come se lo avvolgessero ma un dolore secco alla schiena e al capo gli fanno capire che il suo volo è stato verso il basso! Le ali alle quali aveva tanto lavorato sono ora frantumate sotto di lui ed in quel momento Moscardino capisce che il suo progetto è miseramente fallito. Quella notte le botte e l umiliazione non gli permettono di dormire; si rigira nel letto ansioso e agitato finché un idea consolante gli balena alla mente. Quando spunta il nuovo giorno è già al lavoro seduto sull uscio della sua tana, ha vicino a sé una tavoletta alla quale ha praticato due fori e adesso è alle prese con una serie di matasse di canapa che lui stesso ha filato. Le sue tozze mani di folletto sembrano volare mentre intreccia filo dopo filo per creare una corda bella solida. Non si dà per vinto, quando si mette in testa una cosa, vuole ottenerla e ce la mette tutta. Moscardino lavora per tutta la giornata senza neppur mangiare ma alla sera, alla sera tutto il bosco riecheggia dei suoi HIU-U! Gli animali si radunano curiosi, attirati dalle sue grida, dalle sue sonore risate e restano stupiti quando lo vedono volteggiare sull altalena che lui stesso ha costruito. Ha il viso acceso, i riccioli candidi scompigliati dal vento, la bocca tirata da un sorriso che sembra non voler spegnersi. Piroettando, grida: Non sarà come essere tra le nubi dorate ma che piacere immenso far simili volate. L ho capito a mie spese che non ci si deve accanire dietro cose complesse che solo fan soffrire. Però non avevo mai davvero immaginato che un ripiego potesse rendermi tanto fortunato! Quel che è certo è che il folletto, questa notte, dormirà al fresco: sopra il suo letto c è una ventola collegata con un filo al suo piede. Più veloce si alza l altalena, e più veloce la ventola ruota su se stessa ed ora, avvinghiato alla sua altalena, Moscardino non smette di sfiorare il cielo con la punta degli zoccoli e quel semplice volo lo riempie di gioia, mentre il sole scende dietro la radura 57

60 Introduzione alla problematica dell energia Negli ultimi decenni il consumo di energia è cresciuto vertiginosamente (nelle case, nell industria, nei trasporti ) creando benessere e ricchezza ma anche grossi danni all ambiente. L utilizzo dell energia nella vita di tutti i giorni ci appare così scontato che anche una momentanea interruzione può disorientarci. Possiamo ancora sostenere livelli così alti di consumo? Quante e quali fonti energetiche abbiamo ancora a disposizione? Che alternative abbiamo? La dipendenza da fonti di energia fossile e non rinnovabile Per produrre energia utilizziamo per più del 80% i combustibili fossili (petrolio, in primo luogo, e carbone) che però sono altamente inquinanti. La cattiva qualità dell aria e il riscaldamento globale nelle nostre città sono il risultato di un utilizzo massiccio e non responsabile di queste fonti. Attualmente tutto il nostro sistema produttivo si basa sul consumo di combustibili fossili in parte già in via di esaurimento. Oltre a essere limitate, le scorte sono anche concentrate solo in alcune zone del globo nelle quali confluiscono grossi interessi economici e politici. È possibile uscire dalla schiavitù dal petrolio rivolgendoci ad altre fonti energetiche e a nuovi stili di produzione e consumo? 58

61 L energia e le scuole Per produrre l energia necessaria a riscaldare, illuminare e dare l alimentazione agli apparecchi in un aula normale, oggi, con i sistemi di produzione di energia comunemente usati, è necessario bruciare gasolio, carbone o altri combustibili fossili in quantità cosi rilevante che la combustione produce un residuo di biossido di carbonio (CO 2 ) pari a circa kg all anno. Tutto questo gas è suffi ciente per riempire con aria calda quattro mongolfi ere di 10 metri di diametro. Trasferendo alle scuole italiane gli esiti di una ricerca promossa dal governo inglese, si può affermare che le scuole in Italia spendono circa 450 milioni di euro per la loro energia ogni anno, tre volte di quanto spendono per i libri. Sempre applicando all Italia i dati raccolti in Inghilterra, abbiamo potuto verifi care che nella medesima regione, secondo uno standard medio, alcune scuole spendono in energia per alunno quattro volte più di altre. La differenza è spesso legata all effi cienza nel gestire il consumo energetico. Le indagini indicano che, attraverso iniziative a basso costo, le scuole possono ridurre le bollette di energia almeno del 15%, e anche abbassare le loro emissioni di CO 2. Migliorare l effi cienza energetica è uno dei metodi più semplici per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e rafforzare la sostenibilità e la sicurezza degli approvvigionamenti, contribuendo nel contempo a promuovere lo sviluppo economico e l occupazione nonché a limitare i costi energetici per le famiglie e le imprese. Riducendo i consumi energetici del 20% entro il 2020, l UE punta ad abbattere le emissioni di quasi 800 milioni di tonnellate l anno di CO 2, con un risparmio di circa 100 miliardi di euro. 59

62 L approccio usato Partendo dalle conoscenze degli alunni abbiamo considerato il problema ENERGIA come risorsa indispensabile per l uomo. L energia da dove si ricava? Fonti energetiche non rinnovabili e fonti energetiche rinnovabili Semplici informazioni su energia solare, idroelettrica, eolica, geotermica e dalle biomasse Esperienze portate e discusse dagli alunni Individuazione dei tipi di energia utilizzati dalla scuola. A turno, coppie di alunni misurano l energia consumata attraverso la lettura giornaliera dei contatori di gas ed elettricità presenti a scuola, nonché la temperatura degli ambienti. I dati raccolti vengono registrati in una tabella. X esempio 60

63 Cosa si può fare per risparmiare energia elettrica? Si può creare una tabella di consigli per il risparmio energetico di elettricità e riscaldamento (gas). La tabella completa viene portata a casa da ciascuno per parlarne in famiglia. Per facilitare la comprensione da parte degli alunni si crea una semplice poesia alla luce delle nuove conoscenze. Per maggiori informazioni vai a pag

64 Fasi del progetto 1. La preparazione Gli alunni rilevano la temperatura giornaliera osservando il termometro. LE 18 SCUOLE SOLARI DI VICENZA SCUOLE MATERNE Consumi 2008 ( kwh ) Superficie Totale ( m² ) Potenza Impianto ( Wp ) N. SASSO , C. COLLODI , SCUOLE ELEMENTARI G. B. TIEPOLO , T.e F. FRACCON , CO2 risparmiata (kg) L. ZECCHETTO , MAINARDI , G.RODARI , S.PERTINI , PEEP LAGHETTO , C. COLOMBO , VIA RIELLO , P. LIOY , SCUOLE MEDIE INFERIORI F. MUTTONI , V. SCAMOZZI , G.G. TRISSINO , O. CALDERARI , A. BAROLINI , G.AMBROSOLI ,

65 2. I momenti operativi Due alunni durante la rilevazione e la registrazione. ione. 63

66 3. La creatività operativa La poesia sotto riportata è il risultato del lavoro e della capacità creativa degli alunni della classe Terza elementare di Lapio. Se ognuno ascoltasse il fanciullino che è in noi, le soluzione per risparmiare energia potrebbero moltiplicarsi in numero ed effi cienza. La poesia dell energia Se il tuo pianeta vuoi salvare tante cose si possono fare, se l energia la usi bene risparmi soldi e ti conviene. Se l energia vuoi risparmiare le lampadine vecchie dovrai cambiare. Se non ti serve la luce spegni e poi ti dedichi ad altri impegni. L acqua calda a 40 gradi è sufficiente anche ai draghi. In frigo non mettere roba calda non piacerebbe neanche a Mafalda. Se in standby la tv vuoi tenere il contatore va su che è un piacere. I caloriferi non rivestire la bolletta potrebbe soffrire. Pieno carico in lavatrice ed il pianeta è felice. Il comportamento tuo personale non è solo goccia in mezzo al mare ma è insegnare a tutta la gente a vivere responsabilmente. 64

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68 Osservazioni sul comportamento energetico dell edificio Osservando le caratteristiche della propria scuola, si può cogliere l occasione per spiegare ai ragazzi perché gli edifi ci dove viviamo, o dove trascorriamo gran parte del nostro tempo, devono essere ben isolati. In natura il calore si sposta da un corpo, o da un ambiente, più caldo verso un corpo, o un ambiente, più freddo. Questo perché la natura tende sempre all EQUILIBRIO. Noi tutti vogliamo vivere e studiare in un ambiente confortevole; per questo, quando c è freddo, accendiamo il riscaldamento e portiamo la temperatura interna a gradi. E quando il riscaldamento è in funzione consuma energia. Anche il calore che noi produciamo tende, in inverno, ad uscire dalla nostra casa o dalla nostra scuola. Le zone riscaldate, infatti, cedono calore all esterno e agli ambienti non riscaldati. Questo passaggio di calore avviene, principalmente, attraverso le pareti, le fi nestre, il tetto e il terreno o la cantina e attraverso i passaggi d aria (spifferi). Se l edifi cio trattiene il più possibile il calore vuol dire che l impianto dovrà lavorare di meno perché l ambiente resta confortevole per un periodo più lungo. Viceversa, se il calore esce, l impianto deve lavorare per ridarci il calore che se ne va attraverso le pareti, le fi nestre, eccetera. L energia non consumata è l energia più pulita (e più economica!) 66

69 80 % Incidenza percentuale dei consumi energetici nel settore residenziale 70 % 60 % 50 % 40 % 30 % 20 % 10 % 0 % usi cucina 15% acqua calda 15% consumi elettrici totali 15% riscaldamento 71% fonte arpav Ci sono materiali che si oppongono al passaggio del calore più di altri. Si dice che hanno una resistenza termica più alta. Se una squadra di calcio vuole fare gol ma gli avversari hanno un bravo portiere, sarà molto impegnativo riuscire a segnare; e non è detto che ci si riesca! Un materiale che ha una elevata resistenza al passaggio del calore è come un bravo portiere. Questi materiali si chiamano isolanti e ci aiutano a vincere la sfi da con il calore che, in inverno, vuole uscire. Ma gli isolanti ci servono anche in estate, quando il caldo esterno vuole entrare. Ci servono anche per impedire che i rumori, per esempio quelli delle macchine che passano, entrino e ci deconcentrino quando stiamo seguendo le lezioni o ci disturbino quando siamo in casa e stiamo riposando. Se il nostro edifi cio è ben isolato, la temperatura delle superfici interne è più alta. Questo aumenta il nostro benessere interno e la nostra sensazione di comfort. Se siamo a casa stiamo meglio; se siamo a scuola stiamo più attenti e ci divertiamo di più. 67

70 E forse ci ammaliamo meno! Non solo ma in questo modo si allontana il rischio che l umidità che noi produciamo si condensi nelle superfi ci più fredde e si formi la muffa. Un bravo portiere, poi, deve essere disciplinato, deve essere corretto e deve fare ciò che gli insegna l allenatore per il bene della squadra. Ed è per questo che l isolante, se non è messo al posto giusto dalla persona giusta e nel modo giusto, rischia di non svolgere correttamente il proprio compito. Ad esempio, un portiere bravo che però rinvia sempre la palla nei piedi degli avversari, fa correre di più i suoi compagni e dà più possibilità agli avversari di tirare in porta. È per questo che molte volte non vince la squadra con i giocatori più bravi, se questi giocano ognuno per conto proprio, ma vince la squadra più organizzata e più disciplinata. Anche nella scuola di Lapio si può fare meglio: è stata costruita tanti anni fa, in un periodo in cui l isolamento non era considerato. Per questo un bel po di calore prodotto per avere un caldo confortevole interno se ne va attraverso le superfi ci esterne. E la caldaia deve lavorare per ripristinare l equilibrio, ossia il calore ceduto. Per migliorare questo comportamento qualche anno fa sono stati sostituiti i serramenti delle aule; è come se alcuni giocatori più anziani avessero deciso di smettere di giocare e fossero stati sostituiti da giocatori nuovi e più giovani. Questo ha permesso di migliorare il risultato complessivo della squadra, che nel nostro caso è il risparmio energetico della scuola. I nuovi serramenti hanno un doppio vetro e isolano di più, sia in estate che in inverno. Ma questo è stato solo un passo. Ce ne vorrebbero altri per riuscire a rinforzare la squadra. Se noi riuscissimo a ridurre al massimo le perdite di calore dalla scuola saremmo come una squadra che non prende mai gol! Ottenere questo risultato è molto difficile; però lavoriamo tutti insieme per questo obiettivo! Facendo un esame un po più tecnico e un po più da grandi, possiamo notare molte lacune di organizzazione nella nostra scuola. Si utilizza un apparecchio che esegue un Blower Door Test, termine inglese che si potrebbe tradure in misuratore di spifferi. 68

71 Questo test è accompagnato da un esame fatto con una macchina fotografica speciale che vede cose che noi non riusciamo a vedere ed esegue una specie di radiografia dell edificio. Si mette uno speciale ventilatore su una porta o su una finestra (vedi foto pagina precedente): questo spinge aria dentro o fuori. In questo modo l aria scapperà, inevitabilmente, attraverso i punti di passaggio: gli spifferi! Con uno strumento che misura la velocità dell aria oppure con la macchina fotografi ca speciale che vede gli oggetti in base alla loro temperatura, si misura l aria che passa attraverso gli spifferi. Se passa aria significa che c è un collegamento fra interno ed esterno e, quindi, parte del calore che abbiamo prodotto (consumando energia!!!) per riscaldarci se ne va dalla nostra scuola. Se ci sono spifferi signifi ca che non c è stata organizzazione tra i vari giocatori della squadra che ha costruito l edificio e sono rimasti questi passaggi d aria. Il ricambio d aria è importantissimo per il nostro benessere e per il nostro comfort. L aria va sempre ricambiata ma in modo corretto e non attraverso gli spifferi. Le fi nestre vanno aperte ma per un periodo breve, giusto per permettere all aria che abbiamo respirato di uscire e all aria nuova di entrare. La riduzione delle dispersioni per ventilazione (gli spifferi) consente un risparmio notevole. Ad esempio, la forma compatta di un edificio aiuta a contenere i consumi poiché la superficie delle pareti disperdenti è contenuta in rapporto al volume riscaldato del fabbricato. Dispersioni energetiche, in percentuale, delle varie componenti di un edificio medio italiano. 69

72 Indagine termografica durante blower door test: Scuola elementare P. Lioy di Lapio - Aprile 2010 X esempio Figura 1 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Aula piano terra a sinistra ingresso: ingresso aria fredda dalla finestra e zona fredda nel ponte termico solaio-parete. Figura 2 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Aula piano terra a sinistra ingresso: ingresso aria fredda dalla finestra zona inferiore controtelaio. Figura 3 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Aula piano terra a destra ingresso: afflusso aria fredda dalla finestra e zona fredda spigolo muro e sopra finestra per ponte termico. Figura 4 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Aula piano terra a sinistra ingresso: zona fredda spigolo muro e sopra finestra per ponti termici. 70

73 Figura 5 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Corridoio del primo piano: visibili le linee fredde dei travetti del solaio, con dispersione di calore verso il sottotetto non riscaldato e non coibentato. Figura 6 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Zona calda sotto la finestra del corridoio piano primo per riscaldamento solare letto di malta d appoggio. Figura 7 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Ponte termico e travetti solaio aula piano primo. Figura 8 Emissività 0,90 Sfondo 16,0 C Tubazione calda a pavimento in aula piano primo. Figura 9 Emissività 0,90 Sfondo 22,0 C Corridoio piano primo. Ingresso di aria fredda dalla botola di accesso al sottotetto, dietro la quale c è un componente impiantistico caldo. Sono visibili i ponti termici (freddi) nelle linee parallele dei travetti del solaio. Sarebbe opportuno isolare il sottotetto non riscaldato. 71

74 l alternativa c è sempre Energia Combattere i cambiamenti climatici è una delle maggiori sfi de che dobbiamo affrontare. Se non agiamo subito a livello globale per stabilizzare le temperature in costante aumento sulla superfi cie terrestre, il danno potrebbe essere irreparabile e il bilancio catastrofi co. Aderisci ad Energyverde e riceverai una lampadina a basso consumo in omaggio. AIM Energy ti regala Energyverde. Con Energyverde l energia elettrica che consumerai sarà prodotta da fonti rinnovabili. In questo modo potrai contribuire anche tu alla riduzione delle emissioni inquinanti e dei gas responsabili dell effetto serra. Oggi sei libero di scegliere. Energyverde è rivolta a tutti i Clienti che utilizzano l energia elettrica per uso domestico. AIM Energy sosterrà il costo aggiuntivo per l acquisto dell energia derivante da fonti rinnovabili. L offerta non è cumulabile con altre promozioni in corso ed è valida nelle aree dove il servizio è attivabile. Per aderire all offerta Energyverde presentati presso gli sportelli AIM Energy di Contrà Pedemuro San Biagio 78 a Vicenza. Servizio Clienti AIM Energy Nel dicembre del 2008 l UE ha adottato una strategia integrata in materia di energia e cambiamenti climatici che fissa obiettivi ambiziosi per il Lo scopo è indirizzare l Europa sulla giusta strada verso un futuro sostenibile sviluppando un economia a basse emissioni di CO 2 improntata all effi cienza energetica. Sono previste le seguenti misure: energyverde l alternativa che cercavi RIDURRE I GAS AD EFFETTO SERRA DEL 20% RIDURRE I CONSUMI ENERGETICI DEL 20% ATTRAVERSO UN AUMENTO DELL EFFICIENZA ENERGETICA SODDISFARE IL 20% DEL NOSTRO FABBISOGNO ENERGETICO MEDIANTE L UTILIZZO DELLE ENERGIE RINNOVABILI Cosa facciamo a Vicenza per affrontare questa sfida? Energyverde: l energia di Vicenza diventa sempre più verde. AIM Energy offre Energyverde: aderendo all offerta sul mercato libero Energyverde, l energia elettrica consumata sarà prodotta da fonti rinnovabili. In questo modo si potrà contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti e dei gas responsabili dell effetto serra. Nessun costo aggiuntivo per l utilizzo dell energia derivante da fonti rinnovabili, sarà AIM Energy a farsene carico per il cliente. 72

75 Fotovoltaico a Monte Crocetta e in 18 Scuole comunali Sui tetti delle scuole vicentine sono arrivati i pannelli fotovoltaici. Nel 2009 AIM ha installato impianti fotovoltaici in 18 scuole di Vicenza. Complessivamente tutti gli impianti producono circa kwh all anno: saranno rilasciate in atmosfera 240 tonnellate in meno di CO 2. Invece l impianto a Monte Crocetta, composto da due pannelli fotovoltaici da 20 kw di picco ciascuno, aiuta AIM a diminuire l emissione di anidride carbonica di 23 tonnellate e risparmierà 62 barili di petrolio. Centrale idroelettrica di Lobia a Vicenza La centrale idroelettrica di Lobia sfrutta l acqua fluente proveniente principalmente dal fiume Bacchiglione e da due rogge in località di Via Aeroporti, a confine con il comune di Caldogno. Produce mediamente oltre di kwh all anno e ha consentito negli ultimi 22 anni un risparmio energetico pari a tonnellate equivalenti di petrolio. Centrale di teleriscaldamento di via Cricoli a Vicenza. Il servizio di teleriscaldamento è un vero motivo di orgoglio per AIM: grazie alla centrale di Viale Cricoli, Vicenza è infatti ai primi posti in Italia per volumetria allacciata alla rete di teleriscaldamento. Si tratta di un sistema di rete urbana che ruota attorno ad una centrale di cogenerazione situata a nord di Vicenza, che genera simultaneamente energia elettrica e calore. L acqua calda è distribuita a scuole, strutture socio-sanitarie e residenziali. Presto l area servita dal teleriscaldamento sarà estesa a gran parte del cuore della città, consentendo un uso più razionale dell energia ed assicurando il massimo rispetto ambientale. Impianto di biogas nelle discariche di Grumolo e Lonigo Il biogas è principalmente composto da metano, ossigeno e anidride carbonica, e proviene dalla decomposizione biologica dei rifi uti. Il principale meccanismo mediante il quale il rifiuto si decompone all interno di una discarica infatti è la trasformazione della materia organica, effettuata da microorganismi viventi come i batteri. All interno della discarica di Grumolo delle Abbadesse gli impianti hanno una potenza complessiva di 900 Kw (due impianti, uno di 600 e uno di 300), mentre a Lonigo l impianto sviluppa 220 Kw. 73

76 Progetto 5 I rifiuti 74

77 Un malinconico sospiro... 75

78 Moscardino si è da poco svegliato e si sente molto bene! Vede tutto bello in questa nuova mattina: la sua tana, il suo bosco e persino se stesso Ma di questo, forse, non ha mai avuto dubbi. Non risparmia di fare una piroetta e persino un breve accenno di tip-tap; gli zoccoletti sono perfetti per questo ballo anche quando la pancia ballonzola come un budino. Il piccolo affamato si prepara un caffè di bacche di ligustro e, mentre sorseggia, sogna ad occhi aperti un bosco in piena fioritura dove uomini arditi, muniti di accette, si danno da fare a ripulire le radure da sterpaglie e rovi. Sogna donne sagge che raccolgono il radicchio selvatico, ora più dolce che mai, e abituano i bambini a riconoscere le erbe buone da mangiare. Il piccoletto sorride, immaginando i bambini che dopo un attimo scappano via come leprotti per scorazzare tra gli alberi. S immagina anche numerosi folletti, celati in ogni pertugio, felici di seguire quegli amici inavvicinabili ma adorati. Il pasticcione si sbrodola il caffè sulla giacchetta perché il sorriso, alimentato da quei pensieri così piacevoli, si è trasformato in una bella risata. Si ripulisce in fretta, si caccia in testa il berretto rosso e, non potendo più trattenersi dal forte richiamo della natura, esce all aria aperta. Sotto il braccio ha messo un cestello perché la sua mente accarezza un idea. In autunno, passeggiando al limitare del bosco, aveva scovato un poggio che scendeva verso una conca profonda delimitata da una grotta. Rammenta che facendosi coraggio era entrato in quella penombra ovattata e, non appena i suoi occhi si erano abituati a quell oscurità, era rimasto incantato da ciò che aveva intravisto: stalattiti argentate scendevano dall alto spinte da una cristallina ed insistente goccia d acqua; muschi morbidissimi e particolarmente verdi fiorivano in ogni spazio; licheni mai visti, dalle sfumature grigio-azzurre, s increspavano nutriti da quella quiete ombrosa. In quel luogo aveva percepito il brulicare di un infinitesima vita silenziosa e potente che si avvertiva pulsare sotto ogni conca di fanghiglia o appiccicata all umidità di ogni roccia. Moscardino era rimasto senza fiato, soffocato da tanto mistero e da tanta minuta bellezza. Camminando in punta di piedi si era leggermente addentrato fino a raggiungere il filo d acqua che un leggero gocciolare preannunciava. Moscardino lì dentro si sentiva ancor più piccolo, eppure importante, un anello minuscolo ma indispensabile di un infinita catena; un elemento insostituibile di un equilibrio perfetto che solo in natura esiste. A rompere l incantesimo era bastato un gruppo di pipistrelli che lo avevano convinto ad uscire. Appena fuori, accecato dalla luce abbagliante, aveva dovuto sedersi. 76

79 La testa gli girava ed il cuore gli martellava nel piccolo petto: proprio in quel luogo scuro e apparentemente insignificante aveva avvertito più forte che mai la forza della vita! Moscardino si scuote dai ricordi, ritorna alla realtà. Quello che ora gli importa è il piccolo poggio soleggiato, prospiciente la grotta, e lì intende ritornare, subito: deve ricercare qualche ingrediente appetitoso, ricco di vitamine e sali minerali e poi si metterà lui stesso ai fornelli! Dondolando il cestello che trattiene sotto il braccio parla a se stesso, quasi recitasse una tiritera: Per sentirsi in forma bisogna nutrirsi bene e mantenersi vivaci e col pepe nelle vene. Voglio una vita vispa, mai e poi mai lenta, per questo devo trovare al più presto della menta e poi voglio una chioma fluente e molto bella, perciò nella zuppetta ci vuol l acetosella Moscardino s incammina tra i sassi e tra l erba. Si dà un gran daffare con quelle gambette un po storte a salire e scendere i pendii e a scrutare i piccoli fossati ma non ha dubbi sulla meta: un folletto ha uno spiccato senso dell orientamento e nemmeno questa volta sarà tradito. Infatti, dopo alcuni passi, vede profilarsi all orizzonte quel poggio che ricordava con tanta precisione. È felice, riprende fiato e si prepara a compiere il breve tratto che lo separa dalla sua meta. La mattinata è soleggiata e quasi tiepida; quanta bellezza esprimono quelle giornate prossime alla primavera! Moscardino procede verso l imbocco della grotta, ormai l ha quasi raggiunta. Osserva, da vero esperto, il verde che si sta rinvigorendo nelle zone più protette e riparate, nota i primi fili d erba cornetta e le foglie del raperonzolo che molti chiamano rampusolo e mettono nell insalata. Scorge, poco a lato, la genzianella buona per le tisane ma non per le minestre ed ecco, fi nalmente, il tenerissimo favagello non ancora in fi ore e la calendula, che tra qualche mese offrirà i suoi capolini. Abilissimo e delicato raccoglie ciò che la natura gli offre, senza provocare danni, anzi, si nota ora più che mai quanto il simpatico folletto sia in simbiosi con essa. Proprio in quel preciso momento, alzando gli occhi, Moscardino nota all imbocco della grotta qualcosa di strano che la volta precedente non c era. Scorge un ammasso informe che sembra uscire dall oscurità, un insieme di sacchi plasticati che per nulla si addicono a quell ambiente incontaminato. Il folletto lascia il cestello e fa cadere le tenere foglie che le sue mani tremanti non riescono a trattenere. Si avvicina; un puzzo crescente lo soffoca e invade le sue narici. 77

80 Perdincibaccolina, ma che cosa è capitato? Chi mai può aver pensato una simile pazzia? Quale essere assurdo può aver provocato quello scempio? Moscardino si ottura il naso e procede titubante finché i suoi occhi non hanno più dubbi: quella grotta tanto speciale, quell anfratto naturale e prezioso è stato violato, invaso da una immensa quantità di scorie, di lordure che qualcuno ha gettato lì dentro. Moscardino è incredulo, non può concepire tanta ottusa scelleratezza. Cade seduto per terra ed il puzzo sembra confondere la sua vista ma non il suo pensiero. La sua piccola anima è ferita e le sue pupille si volgono dilatate all infinito. Le sue labbra si schiudono, lentamente; ne esce un lungo e malinconico sospiro. Poi, dopo qualche minuto, mormora queste parole che affida ad un vento leggero: Quanti errori ha compiuto l Uomo nella sua lunga esistenza, eppure ancor continua, non riesce a farne senza. Usa il mondo come fosse un suo possesso e non s accorge che ne uscirà da fesso. Usa, abusa, produce monti di spazzatura, poi se ne frega e a pagare è sempre la Natura. Corre, smania, pretende, niente lo rende domo, ma cosa pensa di raggiungere, questo arrogante uomo?!? 78

81 Introduzione alla problematica dei rifiuti Se utilizziamo il termine rifiuti è inevitabile l associazione con le parole problema ed emergenza. La questione dei rifiuti rappresenta il prezzo da pagare per sostenere il nostro livello ed il nostro tipo di consumi e, soprattutto, di sprechi. Fino a qualche decennio fa, ancora non imperava la mentalità dell usa e getta: gli oggetti si riutilizzavano, si riparavano e, di conseguenza, si producevano meno rifiuti. Anche se non possiamo risolvere le grosse emergenze, possiamo almeno tentare di prevenirle riducendo gli sprechi. RIFIUTI in natura e rifiuti dell uomo In natura non esistono rifiuti. In un ecosistema naturale ciò che viene scartato da un organismo è utilizzato da altri. Così il materiale organico espulso dagli animali, o le piante e gli animali morti vengono trasformati dai microrganismi in sostanze utili per produrre altra materia vivente. Noi esseri umani invece produciamo enormi quantità di rifi uti, che non possono né essere utilizzati da altri organismi viventi, né essere distrutti facilmente da acqua vento o ghiaccio. Infatti la continua crescita dei consumi, la natura merceologica dei prodotti che utilizziamo (nuove materie plastiche, fi bre sintetiche ecc.), la loro sempre più breve durata di utilizzo e la crescente frequenza nello scartarli fanno sì che produciamo rifiuti sempre più abbondanti e sempre meno biodegradabili. Si altera così il ciclo naturale di produzione e rigenerazione della materia viva con gravi rischi per l ambiente. È vero che la natura riesce a disgregare e riutilizzare ogni cosa, ma per alcuni materiali sono necessarie centinaia o addirittura migliaia di anni! 79

82 Rifiuti e scuole Ogni edificio o luogo in cui le persone vivono o lavorano produce una certa quantità di rifiuti e le scuole non fanno eccezione. In generale, nella scuola la maggior parte dei rifi uti è costituita da generi alimentari, carta e imballaggi come le confezioni di caramelle. Possono anche contenere, in misura inferiore, vetro, metalli e materie plastiche. La minimizzazione dei rifiuti ha una serie di vantaggi per le scuole. A seconda del sistema di smaltimento dei rifiuti nella tua zona, le scuole possono risparmiare sui loro costi riducendo la quantità di rifiuti che producono e possono anche realizzare qualche guadagno con la vendita di materiali da riciclare. La carta è un buon candidato per il riutilizzo. I fogli sono scritti su entrambi i lati, prima di essere gettati via? La riduzione dei rifi uti può stimolare un analisi sulla politica degli acquisti, creando un programma per limitarne il consumo. Sintesi dei dati I dati raccolti vengono successivamente inseriti nel tabellone posto lungo il corridoio e visibile anche agli alunni delle altre classi, ai loro genitori e ai visitatori. Il sondaggio/indagine termina con l ultima settimana di scuola. 80

83 L approccio usato Raccolta differenziata L argomento scelto per la classe prima riguarda la raccolta differenziata, quanti rifiuti produciamo a scuola e i possibili rimedi per diminuirne la quantità. Si è studiato il tempo di degrado delle singole immondizie. DICEMBRE Costruzione del cartellone per tabulare i dati raccolti settimanalmente. Da GENNAIO Ogni fine settimana due alunni a turno intervistano i collaboratori scolastici (bidelli) chiedendo loro i seguenti dati: Quanti sacchi avete riempito di carta? Quanti sacchi avete riempito di plastica? Quanti sacchi avete riempito di rifiuti generici (secco, non differenziato)? X esempio 81

84 La quasi immortalità dell immondizia Per far meglio capire agli alunni l importante questione del tempo necessario per la decomposizione dei rifiuti, è stato loro chiesto di rispondere alle domande sulla durata delle confezioni dei beni di uso comune, scartate dopo l utilizzo. Attraverso le risposte del singolo alunno e del gruppo, è stato possibile dimostrare quanto poco sappiamo sul tempo che un oggetto, gettato per terra o nell acqua, impiegherà per decomporsi. Durante questo lungo periodo, esso costituisce rifiuto e come tale rappresenta un corpo estraneo che inquina il terreno o l acqua. Va inoltre considerato che gli oggetti lasciati a degradare vengono distrutti senza alcun recupero del loro materiale. Quanto tempo dura l immondizia Tempo necessario a decomporsi : La tua idea? Prodotto di rifiuti Tempo necessario a decomporsi : L idea del gruppo L ordine di decomposizione Tempo necessario a decomporsi : dati scientifici lattina di alluminio anni banana 3-4 settimane mozzicone di sigaretta 2-5 anni bottiglia di vetro 1 milione + scarpone di cuoio anni sacchetto di carta 1 mese sacchetto di plastica 500 anni suola di gomma anni calzetti di lana 1 anno pannolino 450 anni 82

85 SIT S.p.A. Via Carlo Mollino, Vicenza Tel Fax SIT, Società Igiene Territorio S.p.A., si occupa di progettazione, realizzazione e gestione impianti di selezione, trattamento, compostaggio e smaltimento rifiuti; bonifica di siti inquinati; servizio di raccolta, recupero o smaltimento, rifiuti civili e industriali; assistenza per tutti gli adempimenti burocratici necessari alla corretta gestione dei rifiuti (analisi, trasmissione formulari, MUD annuale e SISTRI); assistenza nell attività di certificazione e implementazione dei sistemi di qualità aziendale. 83

86 La raccolta differenziata La raccolta differenziata a Vicenza ha superato il 50%: l obiettivo di Valore Ambiente, la società di scopo del gruppo AIM che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, è però di far crescere questa percentuale arrivando al traguardo posto dalla legge, del 65% entro il 31 dicembre 2012, e possibilmente superarlo. Ciò che non viene riciclato, quindi al momento meno del 50% (ma è pur sempre una percentuale significativa) è smaltito in discarica o nell inceneritore. Sia la discarica che l inceneritore producono ricadute non positive sull ambiente: sottraggono spazio prezioso, che potrebbe essere dedicato ad altro, e inquinano. Ogni chilo di materiale buttato in discarica implica un doppio spreco: si perde per sempre la materia prima comporta un costo per lo smaltimento 84

87 Per ovviare a questa situazione, è necessario ridurre all origine la produzione di rifiuti, acquistando prodotti con imballaggi essenziali e conferire in discarica, correttamente differenziati, i rifiuti rimanenti. Proprio al fine di rendere più pratica ed efficace la separazione, ultimamente sono state introdotte nuove opportunità per la raccolta differenziata. Recentemente, ad esempio, nei contenitori blu della plastica, trovano spazio anche altri tipi di imballaggi domestici. IN NATURA NULLA SI CREA E NULLA SI DISTRUGGE, MA TUTTO SI TRASFORMA Ciascuno di noi produce ogni giorno circa 1,72 kg di rifiuti e la quantità continua ad aumentare. Conoscere e utilizzare gli strumenti per differenziare i rifiuti e per riciclarli, è responsabilità di ciascuno di noi. Le quattro R dello schema che segue indicano il percorso corretto da seguire per ridurre in modo significativo il rifiuto destinato alla discarica, permettendole così una vita più lunga. Partendo dalla riduzione (acquisto di prodotti con meno imballaggi), passando per il riuso (utilizzare un bene più volte prima di gettarlo), continuando con il riciclo (destinando il rifiuto nel contenitore giusto per un efficace riciclo) si finisce con il recupero energetico che si può ottenere dal rifiuto residuo. ridurre riusare riciclare recuperare Le prime due r indicano la strada per produrre meno rifiuti. Le altre due indicano la strada per riciclare bene i rifiuti prodotti. 85

88 Progetto 6 Una mobilità sostenibile Il crescente utilizzo delle autovetture crea una varietà di problemi ambientali, conseguenze sociali e sanitarie. Di quest ultime alcune sono molto visibili e direttamente rilevabili per la vita quotidiana. Per esempio, le statistiche sugli incidenti stradali mostrano che le nostre strade sono pericolose mentre la congestione del traffico ha effetti negativi sulla nostra salute e benessere. Altri impatti sono meno evidenti, ma non meno importanti. Ad esempio, le emissioni di gas e sostanze chimiche dalle macchine sono responsabili del riscaldamento globale e dell inquinamento atmosferico. In effetti, il cambiamento climatico sta rapidamente diventando la più grande sfi da di questo secolo. Più si usa l auto, più l aria diventa inquinata. Le emissioni delle auto contengono ossido di carbonio, azoto, composti organici volatili e polveri sottili, che sono tutte dannose per la salute quando vengono rilasciate in atmosfera. Micro particelle (PM 10 con diametro uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro) causano danni ai polmoni, ai bronchi, alla trachea, alla laringe soprattutto quando esse contengono sostanze chimiche come il benzene. A VICENZA 98 ADULTI SU 100 POSSIEDONO UN AUTO, UNA PERCENTUALE TRA LE PIÙ ALTE D EUROPA. La circolazione stradale urbana crescente, in parte causata dalle maggiori distanze tra casa e luoghi di lavoro, ha creato il timore del traffi co. Il risultato di questa paura è che le persone si sentono meno vulnerabili e più protette in macchina (pensano forse che l aria interna della vettura sia meno inquinata di quella esterna?) quindi vanno meno a piedi o in bicicletta e decidono di spostarsi più in auto. La conseguente mancanza di attività fisica, anche quella minima per muoversi in città, può causare problemi per la salute e il benessere generale. Il trasporto sostenibile è quello realizzato con qualsiasi mezzo di trasporto che riduce il consumo di carburante, l inquinamento e l uso dell automobile. Questo include, fra l altro, l uso della bici, il trasporto ferroviario e l autobus, spostarsi a piedi, con i pattini o anche con i monopattini. 86

89 La mobilità e le scuole I ragazzi di oggi hanno meno libertà rispetto a quella che avevano i loro genitori alla stessa età. La paura del traffico genera, per assurdo, l aumento dell uso dell auto perché un numero crescente di genitori porta i figli a scuola in auto. Andare a scuola a piedi o in bicicletta è una forma eccellente di attività fi sica e il viaggio verso la scuola può dare un importante giovamento. La mancanza di attività fisica nella prima infanzia può portare ad un maggiore rischio di obesità giovanile, pressione alta, malessere psicologico e malattie coronariche. Andare a scuola a piedi o in bicicletta può aiutare i ragazzi a guadagnare fi ducia in se stessi, fare nuove amicizie, aumentare la loro indipendenza e la familiarità col traffi co. Studi recenti indicano che i ragazzi più attivi sono a scuola più attenti e stimolati a ottenere migliori risultati accademici. Risulta inoltre che più della metà degli alunni delle scuole primarie vive entro un chilometro dalla loro scuola; ma più di un terzo arriva in auto. Ogni scuola è diversa, con propri problemi locali e proprie soluzioni. Un ottimo approccio per confrontare la problematica della mobilità è l elaborazione di un piano di mobilità scolastica: un pacchetto di idee e di azioni elaborate dalla comunità scolastica e istituzioni per incentivare la mobilità a piedi e in bicicletta andando e tornando da scuola. Frutto prezioso di questa collaborazione potrà essere, ad esempio, una rete di ciclopiste e di percorsi sicuri che gioverebbero non solo ai ragazzi ma all intera comunità civile. 87

90 Mobilità urbana Le polveri sottili, come il PM10, hanno l insidiosa prerogativa di depositarsi nelle regioni più profonde del tratto respiratorio fi no a raggiungere gli alveoli polmonari, pregiudicando le funzionalità respiratorie e cardiache. Ampiamente dimostrato è l impatto immediato dell inquinamento da polveri fi ni nei confronti di coloro che hanno patologie già in atto come patologie cardiovascolari e respiratorie. Dal 2002, anno in cui sono iniziate le rilevazioni giornaliere di PM10 nelle stazioni di Via Spalato, Quartiere Italia e Viale Milano (ora Corso SS. Felice e Fortunato), i due valori limite, che la normativa in vigore pone, non sono mai stati rispettati. L uso di mezzi di trasporto comporta anche l emissione di CO 2 in atmosfera. Ogni volta che ci muoviamo, per lavoro o per svago, possiamo attivare comportamenti virtuosi per difendere il nostro ambiente. Tutto dipende dalla scelta del mezzo di trasporto, che dovrà consumare il meno possibile, essere cioè più effi - ciente. Se ci spostiamo a piedi o in bicicletta l emissione è nulla, ma non sempre questo è possibile. Gli altri mezzi di trasporto hanno un fattore di emissione di CO 2 in relazione al carburante usato. mezzi di trasporto fattori di emissione unità di misura bicicletta 0 gco 2 /km piedi 0 gco 2 /km tram 33 gco 2 /km treno 45 gco 2 /km autobus 75 gco 2 /km ciclomotore 90 gco 2 /km automobile 237 gco 2 /km 88

91 Dalla tabella è facile capire che se invece di muoverci in automobile si prende l autobus, si risparmiano 162 grammi di CO 2 a km, che in un anno di lavoro arrivano ad essere 40 kg di CO 2 al km. Che cosa si può fare per diminuire l inquinamento e vivere meglio? Si hanno tre scelte: muoversi a piedi (piedibus), in bici o con l autobus. La mobilità alternativa, sana e sicura, contribuisce a ridurre il traffi co e l inquinamento e a stare meglio, ma serve anche a socializzare. Se andare a piedi o in bici, aiuta a stare con gli amici, a fare sport e quindi anche a rimanere più sani fi sicamente, l autobus dà la possibilità di muoversi in gruppo, lasciare a casa l auto e spostarsi per un lungo chilometraggio solamente con un biglietto, o ancora meglio, con un abbonamento. Gli autobus AIM portano da 35 a 160 persone, mentre le auto in città, in media, portano solamente due persone. Un cittadino medio in un anno emette 780 kg di CO 2 se viaggia in autobus e ben 1230 kg se viaggia in automobile. Come quindi mettere a confronto il viaggio in auto e quello in autobus? Se in auto si va con chi già si conosce, di solito qualche familiare, in autobus si fanno conoscenze nuove, ma soprattutto si può impiegare il proprio tempo leggendo, ascoltando musica o chiacchierando. Ci si rende autonomi, si può scegliere a che ora tornare a casa liberamente, sfogliando il libretto degli orari, e si può arrivare ovunque in città e nei comuni limitrofi. Chi è AIM Mobilità? AIM Mobilità è impegnata in un importante processo di miglioramento del servizio di trasporto urbano mediante una profonda razionalizzazione ed ottimizzazione delle proprie risorse. Il costante sforzo per svecchiare l età media dei bus nel corso degli anni ha infatti favorito la riduzione dei costi di manutenzione e contemporaneamente ha ridotto l impatto ambientale, grazie all acquisto di 47 autobus a GPL. In servizio ci sono, poi, altri 2 nuovi autobus assolutamente innovativi, con motore ibrido a turbina GPL-elettrico per il centro storico. Sono lunghi solo 8 metri, climatizzati e con emissioni inquinanti e rumorosità ridotte al minimo. In tutto, i mezzi ecologici per il trasporto urbano in forze presso l Azienda sono pari al 36% del totale. Con questa percentuale, AIM Mobilità è la prima azienda del Veneto per l utilizzo di mezzi ecologici. 89

92 Progetto 7 La prospettiva globale: gli obiettivi di sviluppo del millennio Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) delle Nazioni Unite sono otto obiettivi che tutti i 191 stati membri dell ONU si sono impegnati a raggiungere per l anno La Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, fi rmata nel settembre del 2000, impegna gli stati a: 1. Eliminare la povertà estrema e la fame. Il traguardo: dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e di persone che soffrono la fame. 2. Raggiungere l istruzione primaria universale. Il traguardo: assicurare, entro il 2015, che in ogni luogo i bambini e le bambine siano in grado di portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria. 3. Promuovere l uguaglianza di genere e la promozione sociale e familiare delle donne. Il traguardo: eliminare la disuguaglianza di genere nell istruzione primaria e secondaria preferibilmente entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzione entro il

93 4. Diminuire la mortalità infantile. Il traguardo: ridurre di due terzi, entro il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d età. 5.Migliorare la salute materna. Il traguardo: ridurre di tre quarti, entro il 2015, il tasso di morte da maternità. 6.Combattere l HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie più diffuse nel mondo Il traguardo: arrestare, entro il 2015, e invertire la tendenza alla diffusione dell HIV/AIDS, della malaria e di altre malattie, quali la tubercolosi. 7. Assicurare la sostenibilità ambientale Il traguardo: integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi, arrestare la perdita delle risorse ambientali, dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all acqua potabile. 8.Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo sostenibile I 189 stati membri delle Nazioni Unite che nel 2000 hanno sottoscritto la Dichiarazione del Millennio si sono impegnati a costruire un partenariato per lo sviluppo sostenibile, attraverso politiche e azioni concrete volte ad eliminare la povertà: la cooperazione allo sviluppo, un commercio internazionale che risponda ai bisogni dei paesi poveri, la riduzione e la cancellazione del debito dei paesi più poveri, il trasferimento di tecnologie. 91

94 La sostenibilità: ora possiamo cominciare a conoscerla Due illusioni: Prima illusione: il modello energetico fondato sulle energie fossili e l aumento delle concentrazioni delle sostanze inquinanti (e altro) può continuare all infinito. Seconda illusione: non ci sono limiti fisici per le nostre attività sul pianeta Terra e possiamo continuare a sprecare all infinito. La Pianura Padana avvolta dallo smog: la foto compare nel sito dei comitati ambiente Lombardia ed è stata pubblicata dal Giornale di Vicenza dal cui sito è stata tratta. Gli attuali modelli di produzione e consumo sprecano più del 90% delle risorse e dell energia disponibili. Questa foto ci aiuta a capire che il modello energetico fondato sulle energie fossili e l aumento delle concentrazioni di CO 2 NON possono continuare all infi nito e che la Terra ha limiti naturali. Non possiamo continuare a sporcare l aria e l atmosfera con l inquinamento delle automobili, delle industrie e di certe abitudini personali, quindi dobbiamo trovare risorse di energia alternative. 2,7 miliardi di persone (40% della popolazione globale) sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno. 6 milioni di bambini muoiono ogni anno di fame e di malattie, cioè ogni giorno. Invece le 50 persone più ricche del mondo hanno più soldi dei 416 milioni più poveri. Fonte: UNEP - Millennium Ecosystem Assessment 92

95 Che cos è la sostenibilità? Una definizione comprensibile Sentiamo questa parola ripetuta in continuazione. Infatti il suo signifi cato è correlato a diversi settori, dal riciclo dei rifi uti, al clima, alla viabilità. In realtà si applica a tutto quello che facciamo, ai sistemi economici, all ambiente e alle persone. La sostenibilità non è altro che la capacità di soddisfare i nostri bisogni di oggi senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i loro (*). In altri termini: le nostre azioni quotidiane sono sostenibili quando risolvono problemi o soddisfano i nostri bisogni oggi, senza causare nuovi problemi in altri luoghi o nel futuro. La sostenibilità globale, nelle sue innumerevoli manifestazioni, può essere sempre ricondotta ad un semplice concetto: si tratta soprattutto di domanda e offerta. Se la domanda di ambiente e vita sostenibili supera l offerta, la situazione diventa insostenibile. A Vicenza stiamo vivendo un costante aumento di: Richiesta di acqua Densità abitativa Consumo del suolo e del territorio Inquinamento Produzione di rifiuti D altra parte, sempre a Vicenza, stiamo vivendo una costante diminuzione di: Disponibilità d acqua Disponibilità di suolo e territorio Biodiversità Fiducia tra le persone Senso di appartenenza ed identità * Commissione mondiale su ambiente e sviluppo dell Assemblea Generale ONU,

96 Metafora dell imbuto Lo schema dell attuale situazione assomiglia ad un imbuto : DECLINO disponibilità/offerta di risorse naturali AUMENTO domanda di risorse naturali È facile immaginare cosa potrebbe succedere se le pareti dell imbuto si toccassero... L imbuto riguarda non solo Vicenza ma tutto il pianeta. Le nostre azioni lo fanno restringere sempre di più. Immaginate cosa succederà nel futuro se proseguiremo con gli stessi impatti di oggi. Se le due pareti dell imbuto arriveranno a toccarsi, gli scienziati sono unanimi nel prevedere un collasso della nostra civiltà e delle nostre possibilità di vita. È oggi indispensabile ri-elaborare la nostra domanda di risorse naturali per assicurare che i bisogni umani, di oggi e delle future generazioni, possano essere soddisfatti. Pensare a lungo termine significa comprendere che le azioni di oggi influiscono non solo su noi stessi ma hanno un impatto sui nostri figli e nipoti, sui nostri vicini, sull economia e sull ambiente. Non si tratta di una scelta difficile e possiamo iniziare questo processo proprio a casa nostra, con un approccio informato nelle nostre scelte quotidiane. Per renderci conto di come le nostre scelte possano favorire la sostenibilità dobbiamo avere prima una visione d insieme. Ma la scelta per salvare le nostra vita può cominciare modificando le nostre abitudini quotidiane. Un folto gruppo di scienziati di fama internazionale ha concordato sulla definizione di quattro condizioni o cause che hanno un impatto negativo sulla capacità della terra di sostenere la vita. Centinaia di aziende ed organizzazioni nel mondo stanno usando questi stessi quattro principi per effettuare scelte strategiche verso la sostenibilità attraverso decisioni che riducono rischi finanziari e garantiscono il massimo successo dei processi di innovazione. (*). (*) Per un approfondimento delle quattro condizioni di sistema e del consenso scientifi co su cui si basano: 94

97 I quattro principi di sostenibilità del pianeta terra e di Vicenza Un rigoroso processo di analisi scientifi ca ha individuato quattro categorie di azioni che compromettono la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. Questi sono i 4 comportamenti e modi d essere seguendo i quali la nostra società, e quindi ciascuno di noi, è non-sostenibile : Scaviamo dalla crosta terrestre materiali e sostanze che si disperdono e si accumulano sempre di più nell ambiente. I materiali che scaviamo dal sottosuolo sono in quantità molto maggiore rispetto alla capacità del pianeta terra di riassorbirli. Creiamo oggetti, composti, sostanze chimiche che non sono presenti in natura, che si disperdono e si accumulano sempre di più nell ambiente. Numerose sostanze che produciamo sono in quantità maggiore rispetto alla capacità del pianeta terra di riassorbirle. Danneggiamo costantemente i sistemi naturali e ciò che la terra ci offre gratuitamente attraverso un sistematico degrado fi sico. Viviamo in comunità in cui le persone non possono soddisfare i loro bisogni fondamentali, sia nel nostro territorio che in altre parti del mondo (es. precarietà, impossibilità all acquisto di una casa, mancanza di valide opportunità sociali, lavorative, culturali e professionali). OBIETTIVI TRADOTTI IN PRATICA: ESEMPI Sostituire i minerali scarsi in natura con altri abbondanti, usare i materiali estratti in maniera effi - ciente, non dispersiva, in cicli chiusi, e ridurre sistematicamente la dipendenza da combustibili fossili. Sostituire i composti non degradabili e non naturali con altri che sono naturalmente abbondanti o che si disgregano facilmente in natura e usare tutte le sostanze prodotte dalla società in maniera effi ciente non dispersiva, secondo cicli chiusi. Raccogliere risorse solo da ecosistemi ben gestiti, cercare sistematicamente gli usi più effi caci ed effi cienti, sia di quelle risorse che del terreno, ed esercitare precauzione in tutti i tipi di modifi cazioni della natura, es. eccesso di raccolta o introduzione di nuovi tipi di sostanze create in laboratorio. Verifi care se il nostro comportamento ha per le persone, ora e nel futuro, conseguenze che riducano le loro opportunità di condurre delle vite soddisfacenti. Chiedersi se ci piacerebbe essere soggetti alle condizioni che noi creiamo REGOLA D ORO. 95

98 Soluzioni a costo zero X esempio Azioni Benefici Difficoltà Controllo quotidiano della temperatura nelle varie aree scolastiche. Sono consigliate le seguenti temperature: 19 C : condizioni normali in aula 15 C : corridoi Spegnere le luci non necessarie e nei locali vuoti. Spegnere la strumentazione inutilizzata (computer, proiettori), compreso il pulsante di stand-by. Sostituire le lampadine a incandescenza con lampadine a basso consumo energetico. Risolvere il problema degli spifferi tappando le intercapedini di porte e fi nestre. Incoraggiare gli insegnanti e gli alunni alla chiusura totale dei rubinetti inutilizzati e all utilizzo minimo necessario degli stessi. Creare iniziative di monitoraggio per eliminare perdite inutili di acqua (rubinetti gocciolanti, sciacquoni che perdono ) Mettere un oggetto solido all interno della cisterna del wc per ridurre lo spazio occupato dall acqua (proposto dagli alunni) Effettuare una campagna di sensibilizzazione che promuova i rifi uti come una risorsa. Incoraggiare gli alunni e gli insegnanti alla riduzione dei rifiuti prodotti nella scuola (es: merende non confezionate, stampa e scrittura dei fogli su doppia facciata) I giovani hanno un metabolismo più veloce e quindi stanno meglio e sono più attenti a temperature più basse. Fatto: la riduzione della temperatura di 1 C può ridurre la spese termica di circa il 10%. Fatto: un termostato settato al massimo non velocizza il tempo di riscaldamento. Massimizzando l uso della luce naturale si può ridurre la spesa energetica con miglioramento nella produttività degli alunni e degli insegnanti. L uso intensivo delle strumentazioni aumenta la spesa elettrica per la scuola e riscalda le aule. Le lampadine a basso consumo energetico durano molto più a lungo e consumano il 75% di energia in meno. Aumento del comfort e riduzione del bisogno di riscaldamento. Risparmio sull uso dell acqua potabile e riduzione della spesa sia a livello di consumo sia a livello di scarico. Aumenta la consapevolezza dentro la scuola e responsabilizza gli alunni al giusto uso dell acqua. Fatto: un goccio di acqua al secondo = 7000 litri di acqua sprecati all anno. Riduce il volume di acqua utilizzato durante lo sciacquone. Cambia la mentalità di insegnanti e alunni verso il modo di considerare il rifi uto e l utilizzo che se ne fa (es: tappi di bottiglia, contenitori ). Riduce la quantità di rifiuti generati all interno della scuola con effetto di ridurre le spese. FACILE FACILE FACILE FACILE MEDIA FACILE FACILE FACILE FACILE FACILE 96

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100 APPROFONDIMENTI Quanta acqua abbiamo a Vicenza? Grazie ad elementi naturali particolarmente favorevoli, l acquifero freatico dell alto vicentino (tra Schio Piovene - Breganze Bassano) è storicamente conosciuto come uno dei più potenti ed importanti d Italia. Nella fascia pedemontana dell Alto Vicentino il suolo ed il sottosuolo sono costituti, per oltre un centinaio di metri, da materiali alluvionali altamente permeabili (sassi, ciottoli, ghiaie e sabbie grossolane) in grado di ricevere enormi quantitativi d acqua. L area di alta pianura è inoltre contornata da rilievi montuosi dove si registrano precipitazioni particolarmente intense. Quest ultima circostanza è dovuta al raffreddamento ed alla condensazione delle correnti d aria calda ed umida proveniente dall Adriatico che, incontrando lo sbarramento formato dai rilievi montuosi del Carega, del Pasubio, degli Altopiani di Lavarone e di Asiago, qui scaricano ingenti quantitativi di acqua ( mm di pioggia/anno nelle zone montuose; mm nelle aree di alta pianura). Questi volumi idrici vengono poi trasportati verso valle dai torrenti Lèogra, Timonchio, Posina, Astico che, giunti allo sbocco in pianura (a Schio, Piovene, Breganze), iniziano a rilasciare nel sottosuolo attraverso il loro alveo disperdente quantità rilevantissime di acqua (oltre 250 milioni di mc/anno). È acqua che va ad alimentare la falda freatica dell alto vicentino i cui livelli sono ulteriormente incrementati dalle precipitazioni effi caci che cadono direttamente sulle aree di pianura e, laddove i terreni sono ancora permeabili, si infi ltrano nel sottosuolo. Si tratta in questo caso di altri 150 milioni di mc/anno circa. 98

101 Più a valle, nella zona di media pianura, l acquifero freatico interseca il piano campagna e attraverso centinaia di risorgive scarica le portate in eccesso, dando origine all Astichello, al Tesina e soprattutto al Bacchiglione (circa 300 milioni di mc/anno). Lo stesso acquifero freatico alimenta infi ne una serie di falde artesiane (in pressione) che interessano, fi no alla profondità di m, i comuni di Costabissara, Caldogno, Dueville, Monticello C. Otto, Sandrigo, Bolzano Vic.no, Vicenza e che si spingono anche a sud-est di Vicenza. In questi comuni alcune migliaia di pozzi privati ed un centinaio di pozzi di acquedotto estraggono dalla falda circa 100 milioni di mc/anno. Valori medi del bilancio idrologico. Pur con le naturali fluttuazioni stagionali, questo meraviglioso sistema si è mantenuto in equilibrio, per centinaia di anni, fi no ai primi anni Ottanta. Purtroppo da anni, per una serie di fattori sfavorevoli, nelle falde vicentine entra meno acqua di quanta ne esce poi dai pozzi e dalle risorgive ed i livelli freatici si stanno lentamente ed inesorabilmente abbassando (contrariamente a quanto avviene nel Milanese). Studi fatti sul finire degli anni 90 hanno individuato i fattori sfavorevoli cui attribuire la responsabilità dell attuale stato di sofferenza delle falde: minori precipitazioni: in 80 anni, le piogge sono diminuite mediamente dal 10%: in pianura del 15-20%, in montagna del 20-25%; 99

102 diversa e più sfavorevole distribuzione delle precipitazioni nell arco dell anno: le piogge tendono ad essere più intense e di breve durata con un più rapido trasferimento delle acque a valle dell area di ricarica della falda; minore capacità disperdente dei suoli a causa della dinamica dell urbanizzazione: a partire dal , si è avuta una perdita di un 25-30% di aree di pianura permeabili (soprattutto nella zona di alta pianura dove si arriva al 40-60% in meno) e degli alvei dei corsi d acqua (in conseguenza di minori manutenzioni); minore capacità disperdente da parte del fitto reticolo di rogge e canali irrigui: i Consorzi di Bonifica stanno trasformando l irrigazione a scorrimento in irrigazione a pioggia. Ciò comporta sicuramente una maggiore resa irrigua per ettaro di superfi cie, ma negli 8 mesi non irrigui l acqua, che prima viaggiava attraverso le centinaia di chilometri di canalette a fondo disperdente e quindi in buona parte si infi ltrava nel sottosuolo, viene oggi mantenuta all interno delle tubazioni (per produrre energia idroelettrica in piccole centraline). Si è stimata una perdita di circa milioni di mc/anno. maggiori prelievi: prendendo come riferimento gli anni 60, i prelievi da parte degli acquedotti sono aumentati del 390% sia per Vicenza, sia per Padova, a fronte di un aumento della popolazione del 15-20%. L acquedotto di Vicenza preleva oggi circa 25 milioni di mc/anno; l acquedotto di Padova preleva circa 40 milioni di mc/ anno, mentre negli anni Sessanta i volumi prelevati dai due acquedotti erano di poco superiori ai 17 milioni di mc/anno. 100

103 dal 1950 ad oggi l attingimento da parte dei pozzi privati è aumentato del 1200%: in 11 comuni attorno a Vicenza + Vicenza capoluogo, sono stati censiti oltre pozzi (di cui sono pozzi artesiani a getto libero, con acqua a perdere). Questi pozzi estraggono dalle falde circa 30 milioni di mc/anno, con uno spreco che oggi, oltre a non essere più sostenibile dalle falde, è anche vietato da alcune Ordinanze del Genio Civile di Vicenza e dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto. Come conseguenza le falde in 60 anni si sono abbassate di: - 4 m a Schiavon - 8 m a Cartigliano - 1,4 m a Caldogno - Dueville Molte risorgive si sono estinte (nella zona in destra Brenta è scomparso circa l 80% delle risorgive) o hanno notevolmente ridotto la loro portata, prolungando i periodi di inattività. Sul tema falde acquifere, tra i vicentini c è oggi una forte preoccupazione (fatta propria anche da soggetti istituzionali quali ATO Bacchiglione ed ATO Brenta, Comuni, Provincia, Consorzi di Bonifi ca). La preoccupazione è accentuata dal fatto che la Regione Veneto ha previsto di incrementare ulteriormente il prelievo dalle falde per portare acqua di migliore qualità nel basso Veneto, che oggi utilizza in parte acqua prelevata dall Adige. 101

104 CHE COSA SI PUÒ FARE? In agricoltura eliminazione degli sprechi: con la chiusura dei pozzi non necessari (laddove esiste l acquedotto) si ipotizza di recuperare circa milioni di mc/anno; un azione di ricarica forzata della falda: si ipotizza di poter infi ltrare milioni di mc/anno utilizzando superfici boscate attraversate da canali disperdenti, pozzi bevitori, aree di infi ltrazione in corrispondenza di cave di ghiaia non più in coltivazione. In casa Per lavarsi le mani: non è necessario tenere sempre aperto il rubinetto che può invece essere chiuso mentre ci si insapona. Nella pulizia dei denti: si possono evitare inutili sprechi utilizzando il getto d acqua soltanto due volte, inizialmente sullo spazzolino e successivamente per risciacquarlo. Utilizzare la doccia anziché la vasca da bagno: per riempire la vasca da bagno servono circa 100 L d acqua mentre per fare una doccia meno della metà. 102

105 Effettuare periodici controlli sull impianto idrico di casa. È suffi ciente verifi care se il contatore dell acqua gira nel momento in cui tutti i rubinetti sono chiusi, il che significa che ci sono delle perdite. L inserimento di miscelatori d aria nei rubinetti riduce il consumo d acqua senza modificare le proprie abitudini. L acqua piovana può essere raccolta e incanalata dalla grondaia verso cisterne per innaffi are il giardino o l orto e per utilizzi che non richiedano acqua potabile. Comportamenti responsabili È importante anche porre una grande attenzione alla qualità dell acqua, alla salvaguardia del territorio e agli episodi di inquinamento delle falde. Negli ultimi anni gli acquiferi vicentini sono stati interessati da almeno 30 episodi di inquinamento (solo per i casi segnalati); Alcuni di questi episodi hanno interessato anche numerosi pozzi di acquedotto (Zugliano, Malo, Breganze, Villaverla, Costabissara, Vicenza, Padova) che sono stati o abbandonati, o sottoposti a trattamento. Molti episodi hanno avuto una evoluzione favorevole (si sono attenuati o sono scomparsi del tutto); altri interessano ancor oggi, in misura più o meno evidente, sia l acquifero freatico dell alta pianura, sia l acquifero artesiano della media pianura. 103

106 Il risparmio energetico domestico I consigli che seguono si rivolgono alle scuole elementari e medie inferiori. In modo più semplice possibile si desidera affrontare la tematica del risparmio energetico partendo dalla quotidianità ben nota a tutti i ragazzi: i comportamenti domestici in tema di consumi energetici. Tutti, proprio tutti, possono fare la propria parte e, un po come per la raccolta differenziata, tanti piccoli comportamenti virtuosi consentiranno un enorme risparmio energetico per effetto delle due principali componenti: minor spreco e migliore modalità di utilizzo. Premessa La parola energia deriva dal latino energia, che a sua volta deriva dal greco energheia, che signifi ca azione effi cace, ossia anche capacità di un sistema di compiere lavoro, e si manifesta in sei diverse forme a seconda della sorgente che la crea: Chimica, Meccanica, Termica, Luminosa, Elettrica e Nucleare. Sono molti i settori in cui è possibile ottenere un risparmio energetico attraverso un uso più razionale delle risorse (edifici, illuminazione pubblica, trasporto, industria, impianti per la produzione di energia). In Italia si ipotizza che gli usi domestici costituiscano circa il 18% dei consumi totali di energia e possono essere ripartiti nel modo seguente: 50% riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, 30% illuminazione, elettrodomestici, apparecchiature elettroniche, 20% produzione di acqua calda sanitaria. Tutti siamo dei grandi consumatori di energia; gran parte di questa energia la consumiamo all interno della nostra casa per il riscaldamento, il raffrescamento degli ambienti, per il riscaldamento dell acqua, per l illuminazione, per il funzionamento degli elettrodomestici e di tutte quelle apparecchiature elettroniche di cui oramai non riusciamo a fare a meno. 104

107 Perchè dobbiamo risparmiare energia? Perchè fa bene all ambiente, e quindi alla nostra salute, e perchè ci fa risparmiare. Perchè fa bene all ambiente, e quindi alla nostra salute? Perchè per utilizzare energia bisogna produrla, e produrre energia (con i metodi tradizionali) comporta inevitabilmente un incremento delle emissioni inquinanti (es. anidride carbonica), che aggravano una situazione ambientale già adesso molto critica, con rifl essi sulla nostra salute. A chi piace respirare l aria inquinata della città invece di quella fresca e pura della montagna? Perchè ci fa risparmiare? Perchè l energia che utilizziamo ha un costo (chiedete ai vostri genitori). Quindi meno energia consumiamo e più soldi risparmiamo. QUINDI RISPARMIARE ENERGIA FA BENE ALL AMBIENTE, E QUINDI ALLA NOSTRA SALUTE, E FA ANCHE RISPARMIARE. Regole base del risparmio energetico domestico Ci sono due modi per risparmiare energia nelle nostre case: evitare gli sprechi utilizzare al meglio l energia necessaria (ossia utilizzarne meno per avere gli stessi risultati) La prima regola è la più importante, ed anche la più semplice: EVITARE GLI SPRECHI. Sprecare energia signifi ca utilizzarla quando non ce n è alcun bisogno, e sono moltissime le azioni che facciamo che possiamo evitare di fare: lasciare le luci accese quando non servono (esempio quando usciamo dalle stanze), lasciare accesa la TV quando non la guardiamo, lasciare acceso il computer quando non lo utilizziamo. Mentre invece è importante tenere chiuse le porte e le fi nestre d inverno per evitare che esca il calore. Per applicare la seconda regola, quella di UTILIZZARE MENO ENERGIA, bisogna approfondire i diversi usi domestici. Vedremo infatti che si può intervenire sia sui MODI di utilizzare l energia (si possono fare le stesse cose consumando meno), sia sugli STRUMENTI che utilizzano energia (alcuni elettrodomestici consumano più di altri). 105

108 L etichetta energetica L etichetta energetica è un indicatore che ha lo scopo di fornirci una corretta e chiara informazione circa il consumo energetico dell apparecchio mediante l indicazione della classe di efficienza energetica. L etichetta energetica accompagna per legge sia gli elettrodomestici che le lampadine e, con colori, frecce e lettere che vanno dalla A alla G, indica i consumi più bassi (dalla freccia più corta di colore verde e dalla lettera A), e quelli più alti (freccia più lunga di colore rosso e dalla lettera G). VERDE = bassi consumi, ROSSO = alti consumi Lettera (o classe) A = bassi consumi, lettera (o classe) G = alti consumi. Recentemente sono state introdotte delle classi di effi cienza maggiore della A, contrassegnate con il simbolo A+ e A++, per modelli che riducono ulteriormente i consumi rispetto alla classe A. L etichetta energetica è inoltre suddivisa in altri settori, oltre a quello principale, che sono diversi a seconda del tipo di apparecchio e contengono dati quali il nome ed il marchio del costruttore, il nome del modello dell apparecchio, il consumo di energia, espresso in KWh/anno ed altri dati specifi ci. La figura a fianco si chiama ECOLABEL L ECOLABEL è una ulteriore etichetta che la U.E. assegna ai prodotti più compatibili con l ambiente. Il simbolo è una margherita con le stelle come petali e la E di Europa al centro. Al consumatore l Ecolabel europeo garantisce che il prodotto ha un minor impatto ambientale rispetto agli altri prodotti presenti sul mercato, e che è stato sottoposto a severissimi test per assicurarne le qualità ambientali e prestazionali. QUINDI PER RISPARMIARE BASTA LEGGERE! 106

109 Illuminazione Ricordando le due regole base (evitare gli sprechi e utilizzare meno energia) possiamo tranquillamente dire che si può risparmiare molta energia dall illuminazione. Ecco come: spegnere la luce quando si esce da una stanza. Può sembrare banale, ma molto spesso questo non lo facciamo e le stanze restano illuminate... senza nessuno dentro. Conoscete uno spreco maggiore? scegliere il tipo di illuminazione in base alle attività che si svolgono nella stanza utilizzare tinte chiare per le pareti e il soffitto (il bianco riflette l 80 % della luce) evitare le lampade a illuminazione indiretta, cioè quelle che mandano la luce sul soffi tto o sulle pareti evitare i lampadari centrali, ed in ogni caso preferire quelli con una sola luce se possibile, posizionare le scrivanie ed i tavoli da lavoro vicino alle fi nestre per sfruttare la luce solare pulire frequentemente le lampadine per evitare che la polvere riduca la luminosità utilizzare delle lampade con dispositivi a tempo per i luoghi come garage, scale, cantine, soffi tte per non rischiare di lasciare luci accese per giorni. Possiamo anche usare meno energia con lampade a basso consumo (ossia ad alta effi cienza luminosa ): al momento dell acquisto costano un po di più, ma il risparmio che si ottiene ripaga di molto il maggior costo iniziale. Le lampade si dividono in due principali categorie: ad incandescenza ed a scarica elettrica in gas. Le lampade ad incandescenza sono le più sprecone, infatti la luce prodotta deriva dal surriscaldamento di un fi lo di metallo che produce luce ma anche calore. A questa categoria appartengono le lampade ad incandescenza normali e le lampade alogene. Le lampade ad incandescenza normali, che sono quelle più comuni e più usate anche se durano poco (intorno alle 1000 ore), consumano molto ed hanno una bassa efficienza luminosa (circa lumen/watt). In realtà in queste lampade solo una piccola parte dell energia elettrica utilizzata viene convertita in luce, il resto viene trasformato in calore che si trasmette per irraggiamento. Ecco perché le lampadine accese, al tatto, scottano. 107

110 Le lampade alogene si chiamano così in quanto al loro interno viene introdotta una miscela di alogeni essenzialmente a base di bromo. Le lampade alogene sono lampade ad incandescenza, ma durano il doppio (intorno alle 2000 ore) ed hanno una maggiore effi cienza luminosa (circa 22 lumen/watt). Le lampade a scarica in gas sono indubbiamente più convenienti: durano molto di più e hanno un effi - cienza luminosa da 4 a 10 volte superiore rispetto a quelle tradizionali. A questa categoria appartengono le lampade tubolari fluorescenti e le fl uorescenti compatte elettroniche integrate. Le lampade tubolari fluorescenti hanno un efficienza luminosa di 90 lumen/watt, consumano 1/5 di una lampada ad incandescenza ed hanno una durata intorno alle ore. Le lampade fluorescenti compatte elettroniche intergrate sono la miniaturizzazione delle lampade fluorescenti tradizionali; ne esistono versioni con attacco a vite E27 (comunemente conosciute come attacco Edison ) ed E14 ( attacco mignon ) nel quale è incorporato anche il reattore elettronico: pertanto tali lampade possono essere sostituite direttamente (nel caso di rete a 220 volt) alle lampade ad incandescenza. L accensione elettronica è molto adatta per gli impieghi che richiedono una accensione istantanea e ripetuta, riducendo anche i tempi d attesa per l accensione. Le più convenienti in assoluto consentono a parità di luce un risparmio di energia del 70 % ed hanno una durata di circa ore. La loro EFFICIENZA LUMI- NOSA varia da 40 a 60 Lumen/Watt, a seconda del tipo. Quanta anidride carbonica si risparmia con le lampade a basso consumo? Per fare un esempio, la sostituzione di una normale lampada ad incandescenza da 100 watt con una fluorescente compatta di luce equivalente che consuma solo 20 watt, comporta l emissione (nelle sue ore di vita) solo 140 Kg. di anidride carbonica contro i 700 Kg. emessi usando lampade ad incandescenza (e ne occorrono 10 ad incandescenza per coprire le ore di vita di una sola fl uorescente!) 108

111 Quanto si risparmia, economicamente, con le lampade a basso consumo? Utilizzando sempre l esempio di prima, supponiamo di usare per 5 ore e mezza al giorno, per 5 anni (totale ore) una lampada fl uorescente compatta e 10 lampade ad incandescenza normali (ne occorrono 10 per coprire ore). Ipotizziamo che l energia elettrica costi 0,18 Euro per kwh. La lampada fluorescente, che consuma solo 20 watt, costerà 12 euro per la lampada, 36 euro di energia elettrica (0,18 euro per 200 watt) e quindi 48 euro totali. Le 10 lampade normali, che consumano 100 watt, costeranno 10 euro (1 euro per la lampada), 180 euro di energia elettrica (0,18 euro per 1000 watt) e quindi 190 euro totali. Quindi utilizzando una sola lampada a basso consumo in 5 anni avremo un risparmio di 142 euro. Elettrodomestici Le nostre case sono ormai invase da apparecchiature elettriche ed elettroniche delle quali in realtà poche sono quelle utili ed indispensabili. È proprio necessario consumare l energia elettrica per spremere gli agrumi, per tagliare il pane, per l apriscatole, per lo spazzolino da denti, per la grattugia? Il consumo di ogni singolo apparecchio non è di per sè molto rilevante ma la loro somma (...e sono tanti basta fare un giro per casa!) rappresenta un costo non indifferente per l ambiente, infatti non indifferenti sono sia la quantità di energia consumata per la loro produzione sia l inquinamento causato per la loro costruzione, distribuzione e smaltimento. Ben diverso è dotare la propria abitazione di elettrodomestici utili quali, la lavastoviglie, la lavatrice, il frigorifero ecc, per i quali è possibile fare anche una scelta energetica leggendo l Etichetta Energetica di cui abbiamo già parlato. L etichetta energetica si trova su: lampade, frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, forni elettrici, condizionatori, ecc.. Il frigorifero curiosità e consigli Il frigorifero è l elettrodomestico più diffuso nelle famiglie italiane con una percentuale di diffusione del 98% di cui il 64% sono frigo-congelatori, ed è in posizione intermedia nella classifica dei consumi. La sua vita media è di anni ed i costi di elettricità di un frigo (modello standard) durante la sua vita utile ammon- 109

112 tano a più del doppio del prezzo d acquisto. I consumi dichiarati dalle etichette energetiche sono calcolati a porte chiuse, pertanto i consumi reali nell anno di funzionamento possono essere superiori a seconda dell uso che se ne fa. È molto importante osservare alcuni accorgimenti sia per l installazione che per l utilizzo: Posizionamento: il frigo o il congelatore va collocato nel punto più fresco della cucina, lontano da fonti di calore e distante almeno 10 cm dalla parete, con un certo spazio sia sopra che sotto per garantire un buono scambio termico. Pulizia e manutenzione: rimuovere periodicamente la polvere che si deposita sulla serpentina posteriore perché ostacola il raffreddamento rimuovere periodicamente lo strato di ghiaccio sulle pareti interne sbrinando periodicamente il frigo pulire la guarnizione della porta e cospargerla di talco per mantenerla elastica, salvaguardandone la tenuta. Utilizzo: regolare il termostato in una posizione intermedia (4 C per il frigo e 18 C per il congelatore), al disotto della quale i consumi aumentano inutilmente; riempire il frigo lasciando spazio vicino alle pareti per favorire la circolazione dell aria (in particolare se è un no frost ); non inserire mai cibi ancora caldi; non aprire frequentemente lo sportello e cercare di riporvi o togliere gli alimenti velocemente, limitando la dispersione del freddo verso l esterno; posizionare gli alimenti secondo le loro esigenze di conservazione ricordando che, generalmente, la zona più fredda del frigorifero è in basso; evitare di riempirlo eccessivamente; leggere sempre il manuale di istruzione che generalmente contiene utili suggerimenti nei modelli in cui è presente, inserire la funzione di risparmio energetico. Il beneficio ambientale ed economico: Un frigo-congelatore ad una porta di classe A consente di risparmiare il 40% di energia rispetto alla classe C, il che signifi ca che nel ciclo di vita (15 anni) si evita la produzione di circa kg di anidride carbonica. Naturalmente, il miglior benefi cio ambientale si ha con un frigorifero di classe A+ che consente un risparmio annuo di circa il 53% di energia ed evita la produzione di circa kg di anidride carbonica nel ciclo di vita. Un frigo-congelatore a due porte di classe A consente di risparmiare dal 37 al 49% di energia rispetto alla classe C, il che signifi ca che nel ciclo di vita (15 anni) si evita la produzione di circa kg di anidride carbonica. La classe A+ consente un risparmio annuo dal 49 al 65% di energia ed evita la produzione di circa kg di anidride carbonica nel ciclo di vita. La classe A++, la migliore, consente un risparmio annuo di oltre il 65% di energia ed evita la produzione di oltre kg di anidride carbonica nel ciclo di vita. 110

113 La lavatrice curiosità e consigli Con una diffusione del 79% è il terzo elettrodomestico più diffuso nelle famiglie, dopo frigorifero e televisione. La vita utile di una lavatrice nuova è di circa 14 anni, ed una lavatrice costa mediamente dai 200 ai 300 l anno tra energia elettrica e detersivo. I consumi dichiarati dalle etichette energetiche delle lavatrici indicano il consumo di energia riferito al ciclo normale del cotone a 60. Ma non bisogna dimenticare che questi sono dati misurati in laboratorio, in condizioni precise e costanti e che i valori reali dipendono dal modo in cui l apparecchio viene usato. Ecco alcuni utili consigli per risparmiare energia senza rinunciare alla qualità del lavaggio: Pulizia e manutenzione: le quantità di calcio e magnesio determinano la durezza dell acqua, dalla quale dipendono sia i risultati del lavaggio sia la vita utile della lavatrice. Allora nel caso di acqua dura conviene usare prodotti decalcifi - canti e pulire frequentemente il fi ltro poiché le impurità e il calcare ostacolano lo scarico dell acqua. Utilizzo: Basse temperature: il vero risparmio di energia è dovuto alla riduzione della temperatura, pertanto bisognerebbe preferire i programmi di lavaggio a bassa temperatura; i detersivi di oggi assicurano un ottimo risultato già a quindi evitare il ciclo a 90 poiché oltre a deteriorare i capi consuma il doppio in elettricità. Funzionamento notturno: usare la lavatrice nelle ore notturne. Ovviamente la lavatrice va installata in un punto lontano dalle camere da letto per consentirne il funzionamento anche nelle ore notturne. Il vantaggio sarà diretto sia per chi usufruisce della tariffa bioraria (in cui si paga di meno l elettricità utilizzata in certi orari, come di notte) sia per la collettività in quanto utilizzando la lavatrice di notte si evita di appesantire il già alto carico elettrico del giorno. Solo a pieno carico. Utilizzare la funzione mezzo carico nel caso di lavaggio di pochi indumenti; non esagerare con il detersivo poiché un buon lavaggio dipende dall uso corretto dei programmi di lavaggio e dalla durezza dell acqua. Doppio attacco acqua. Alcuni modelli possono essere alimentati direttamente con acqua già riscaldata, per esempio, da caldaia a gas metano o da pannelli solari. 111

114 Il beneficio ambientale ed economico: Per le lavatrici il risparmio energetico di un apparecchio di classe A rispetto a quello di classe C è intorno al 30%, ed evita la produzione di circa kg di anidride carbonica nel ciclo di vita (14 anni). Lavastoviglie curiosità e consigli La vita utile di una lavastoviglie nuova è di circa 10 anni e si spendono mediamente dai 200 ai 300 l anno tra energia elettrica e detersivo; nonostante un indice di diffusione nelle famiglie del 35% è tra gli elettrodomestici più energivori. I detersivi utilizzati nelle lavastoviglie possono inquinare le acque circa 4 volte di più di quelli impiegati nel lavaggio manuale. Ecco di seguito alcuni utili consigli per risparmiare energia senza rinunciare alla qualità del lavaggio: Funzionamento notturno: come per la lavatrice, anche la lavastoviglie va installata in un punto lontano dalle camere da letto per consentirne il funzionamento anche nelle ore notturne: il vantaggio sarà diretto sia per chi usufruisce della tariffa bioraria sia per la collettività in quanto si evita di appesantire il già alto carico elettrico del giorno. Pulizia e manutenzione: è importante pulire regolarmente il fi ltro e gli ugelli degli spruzzatori e lavare periodicamente con detersivo la guarnizione in gomma dello sportello; rabboccare periodicamente il sale nell addolcitore per aumentare l effi cacia del detersivo e per prevenire la formazione di incrostazioni calcaree. Basse temperature: il vero risparmio di energia si ottiene riducendo la temperatura, pertanto bisognerebbe preferire i programmi di lavaggio a bassa temperatura riservando temperature più alte per stoviglie particolarmente sporche. Pieno carico utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico; nel caso di poche stoviglie da lavare utilizzare il ciclo rapido e a freddo in modo da attuare una prima sciacquatura e lasciare le stoviglie nell elettrodomestico fi no al completamento del carico, senza produrre cattivi odori; evitare il prelavaggio se non necessario; utilizzare il ciclo economico per le stoviglie poco sporche; non è necessario sciacquare accuratamente le stoviglie prima di metterle in macchina ma è suffi ciente immergerle nel lavandino pieno d acqua; eliminare la funzione di asciugatura con aria calda: basta la circolazione naturale dell aria ad asciugare rapidamente le stoviglie. 112

115 Limitare il detersivo: i vapori inquinano l aria interna e i residui sui piatti non fanno bene alla salute. Doppio attacco acqua: alcuni modelli hanno la possibilità di essere alimentati con acqua già riscaldata da caldaia o da pannelli solari consumando in media il 50% in meno e hanno tempi di lavaggio molto ridotti, poiché si elimina la fase di riscaldamento elettrico: basti pensare che per portare 25 litri di acqua (un ciclo di lavaggio) a 65 con la resistenza elettrica della lavastoviglie si spendono circa 25 centesimi di, mentre utilizzando una caldaia a metano si spendono 8 centesimi, precisamente un terzo. Il risparmio nella lavastoviglie: Anche per le lavastoviglie il risparmio di un apparecchio di classe A rispetto a quello di classe C è intorno al 30%. Il beneficio ambientale: L investimento in una lavastoviglie più effi ciente, cioè di Classe A, ha rifl essi sull ambiente in termini di emissioni evitate; l energia risparmiata rispetto alla lavastoviglie di riferimento di classe C consente di evitare l emissione in atmosfera di circa kg di anidride carbonica l anno, il che signifi ca evitarne kg durante tutto il ciclo di vita. Condizionatori Il condizionatore ha raggiunto una percentuale di diffusione del 10% e il numero delle case con il clima artifi ciale cresce ogni anno del 15%. Ogni apparecchio emette circa 17 kg di CO 2 (valore indicativo) l anno per metro quadrato raffreddato, ed ha un ciclo di vita stimato in 10 anni. I consumi dipendono molto dalla temperatura esterna e dalle ore di relativo funzionamento quindi i costi di esercizio di un condizionatore durante un estate particolarmente calda possono raggiungere i Il condizionatore si trova sul mercato in 2 modelli: il tipo compatto e il tipo split. Il primo è costituito da un solo elemento che aspira aria calda e la riversa all esterno attraverso un tubo fl essibile; il secondo è costituito da due elementi (compressore interno e apparato motocondensante esterno) collegati con un tubo. Sono usati generalmente per il solo raffrescamento estivo anche se alcuni modelli permettono il riscaldamento nei mesi invernali. I consumi dichiarati dalle etichette energetiche sono calcolati in laboratorio sotto precise e costanti condizioni e non sempre ad un apparecchio ad alta effi cienza corrisponde una bolletta più leggera. 113

116 È quindi opportuno avere alcuni accorgimenti sia per l installazione che per l utilizzo: Posizionamento: nel caso di un modello a split la parte esterna e quella interna vanno posizionate il più vicino possibile tra loro, in modo da usare meno liquido refrigerante tra le due parti; entrambe le unità non devono essere esposte alla luce diretta del sole; prestare attenzione a non ostruire le grate delle prese d aria d entrata e d uscita, oltre a ridurre le prestazioni possono causare guasti. Pulizia e manutenzione: è importante pulire il fi ltro ogni giorni e sostituirlo periodicamente. Questa operazione è necessaria sia perché le impurità del filtro fanno aumentare i consumi, sia perché tra la polvere che vi si deposita si formano colonie di acari che bisognerebbe eliminare per buona norma igienica. Pulire il tubo di drenaggio una volta al mese. Prima deumidificare: poiché la riduzione di umidità dell aria contribuisce in gran parte alla sensazione di benessere, bisognerebbe escludere dalla scelta i modelli che si limitano a raffreddare preferendo quelli con funzione deumidifi cante. L utilizzo del condizionatore come deumidifi catore, consente di ridurre la temperatura percepita anche di 3-4 C. Regolare comunque il termostato in modo che la differenza di temperatura tra esterno e interno sia al massimo di 6 C; evitare di far entrare nell ambiente la luce diretta del sole in quanto provoca ulteriore riscaldamento. Proteggere il condizionatore con tende o pellicole antisole. L ambiente da raffrescare va tenuto ben chiuso, facendo attenzione a porte e finestre aperte: il ricambio dell aria va fatto nelle ore meno calde della giornata Leggere sempre il manuale di istruzione che generalmente contiene utili suggerimenti. Infi ne, come per i frigoriferi, è preferibile scegliere i modelli che usano le miscele di idrocarburi come fluidi frigogeni. Il beneficio ambientale: L investimento in un condizionatore più effi ciente ha dei rifl essi sull ambiente in termini di emissioni evitate; l energia risparmiata rispetto a un condizionatore di riferimento di Classe C può evitare l emissione in atmosfera di circa 184 kg di anidride carbonica l anno, il che signifi ca evitarne circa 1,8 tonnellate durante tutto il ciclo di vita. 114

117 Condizionatore fisso reversibile a pompa di calore. Il condizionatore fi sso reversibile a pompa di calore consente di avere in un unico apparecchio le funzioni di condizionatore d estate e sistema di riscaldamento d inverno; avendo un costo di poco superiore a un sistema per solo raffreddamento, comporta un minor tempo di ammortamento del costo di impianto. È importante ricordare che: i consumi dipendono molto dalla temperatura esterna e dalle ore di relativo funzionamento quindi i costi di esercizio non si possono stabilire con precisione. come per gli impianti di riscaldamento, la corretta progettazione e il dimensionamento dell impianto alle effettive esigenze è fondamentale. ciclo di vita stimato in 10 anni. Consigli per l uso: Posizionamento: la parte esterna e quella interna vanno posizionate il più vicino possibile,in modo da usare meno liquido refrigerante tra le due parti; entrambe le unità non devono essere esposte alla luce diretta del sole, in questo caso si potrebbe risparmiare fi no a 1/3 di energia elettrica; prestare attenzione a non ostruire le grate delle prese d aria d entrata e d uscita, che oltre a ridurre le prestazioni possono causare guasti; usare una adeguata coibentazione delle tubazioni per prevenire la formazione della condensa; Pulizia e manutenzione: è importante pulire il fi ltro ogni giorni e sostituirlo periodicamente, sia perché le impurità del fi ltro fanno aumentare i consumi,sia perché tra la polvere che vi si deposita si formano colonie di acari che bisognerebbe eliminare per buona norma igienica; pulire il tubo di drenaggio una volta al mese. Altri consigli: regolare il termostato in modo che la differenza di temperatura tra esterno e interno sia al massimo di 6 C; evitare di far entrare nell ambiente la luce diretta del sole, in quanto provoca ulteriore riscaldamento: proteggere il condizionatore con tende o pellicole antisole; l ambiente da raffrescare o da riscaldare va tenuto ben chiuso, facendo attenzione a porte e finestre aperte: il ricambio dell aria va fatto nelle ore meno calde d estate e meno fredde d inverno; verificare la potenza della pompa di calore e prevedere un contratto elettrico opportuno; far effettuare il primo avviamento a tecnici competenti nell installazione; leggere sempre il manuale di istruzione che generalmente contiene utili suggerimenti. 115

118 Come già detto per i condizionatori portatili, è preferibile scegliere i modelli che usano le miscele di idrocarburi come fl uidi frigogeni. Il beneficio ambientale: L investimento in una pompa di calore più effi ciente ha rifl essi sull ambiente in termini di emissioni evitate rispetto a un modello meno effi ciente; l energia risparmiata rispetto a un apparecchio di riferimento di Classe C consente di evitare l emissione in atmosfera di 450 kg di anidride carbonica l anno (Valori Indicativi), il che signifi ca evitarne 4,5 tonnellate durante tutto il ciclo di vita. Boiler elettrico Il riscaldamento dell acqua calda sanitaria incide pesantemente sulla bolletta dei consumi in una famiglia, basti pensare alla quantità di energia necessaria per portare 150 litri d acqua, quella media usata giornalmente da una famiglia di 3-4 persone, da una temperatura media di 12 a circa 60, quantifi cabile tra kwh l anno. Il boiler elettrico è costituito da una resistenza elettrica che scalda l acqua in un serbatoio isolato, molto semplice come tecnologia, poco costoso nell acquisto e nell installazione e con un flusso e una temperatura d acqua calda praticamente costanti fino all esaurimento del serbatoio. Al basso costo d acquisto si contrappone un consumo di energia elettrica che generalmente incide per il 50% sulla bolletta annuale, con costi di esercizio nella vita utile che arrivano ad essere anche 10 volte il prezzo d acquisto iniziale. Inoltre, la vita utile di un boiler elettrico in genere non supera i 4 anni, ragion per cui rispetto alla caldaia a gas per cui si stima una vita utile di anni, ci vogliono 3 boiler elettrici. Infi ne la scorta d acqua è limitata al volume del boiler e sono necessarie dalle 2,5 alle 3,5 ore per riportare l intero volume d acqua a 60. Consigli nella gestione: Limitare al necessario l uso dell acqua calda, evitare le perdite dei rubinetti. Sia che lo abbiate elettrico che a metano, regolate il termostato a 35/40 gradi d estate e 50/55 gradi d inverno. Non utilizzare acqua bollente. Preferire la doccia al bagno. 116

119 Forno elettrico scegliere quelli con sportello trasparente e dotati di timer non aprirlo continuamente spegnerlo un po prima della fine della cottura. Asciuga capelli scegliere una potenza inferiore a watt asciugare i capelli prima con un asciugamano tenere pulito il fi ltro dell aria. Apparecchi elettronici non acquistare apparecchiature inutili non acquistare apparecchiature alimentate con pile a bottone non tenere le apparecchiature in standby, cioè con il LED (luce spia) acceso L energia consumata da un singolo apparecchio può sembrare irrilevante, pensate però che se tutti gli italiani non usassero le modalità standby potremmo disattivare tre centrali elettriche medie! È utile quindi spegnerli completamente, e se non c è un interruttore basta staccare la spina, oppure attaccarli ad una presa multipla dotata di interruttore utilizzare pile ricaricabili. EnAlterna è un Associazione aperta a tutti coloro che condividono l interesse per la tematica del risparmio energetico e delle energie rinnovabili. 117

120 La tecnologia dell impianto fotovoltaico Che cos è un impianto fotovoltaico? Un impianto fotovoltaico trasforma direttamente l energia solare in energia elettrica. Il dispositivo di base è una cella fotovoltaica, un dispositivo costituito da materiale semiconduttore (spesso in silicio) che, colpito dalla radiazione solare, libera elettroni in grado di generare una corrente elettrica. Maggiore quindi è l insolazione, maggiore sarà la produzione di energia elettrica. Le caratteristiche tecniche: un modulo (o pannello) fotovoltaico, composto da più celle fotovoltaiche, è classifi cato in base alla potenza massima erogabile (Wp Watt di picco1). Generalmente un modulo commerciale fornisce da 100 a 250 Wp. Esistono diversi tipi di moduli, spesso distinti in base al materiale della cella fotovoltaica: silicio monocristallino, policristallino, amorfo, che si differenziano principalmente per efficienza, costi e aspetto estetico. Il silicio amorfo, in particolare, presenta effi cienze minori (5 8 %), ma permette, a parità di costi, una produzione annuale di energia simile ai moduli in silicio cristallino. Per generare un kw di potenza elettrica (un kwp) ho quindi bisogno di superfi ci almeno pari a: 8-10 mq usando pannelli in silicio cristallino; 15 mq nel caso di silicio amorfo. La durata, garantita dai produttori, di un pannello è di almeno 25 anni. Altri componenti (es. inverter) hanno garanzie inferiori (solitamente 5 anni). Gli impianti: un impianto fotovoltaico, connesso alla rete elettrica, è composto da tre elementi fondamentali. Diversi moduli fotovoltaici, composti da una serie di celle fotovoltaiche, che defi - niscono la potenza dell impianto (in kwp). Un inverter, in grado di trasformare la corrente continua ottenuta dai moduli in corrente alternata, ossia quella che si utilizza normalmente ogni giorno. Un contatore di energia, per misurare e contabilizzare l energia elettrica prodotta. 118

121 Uno dei 18 impianti fotovoltaici installati da AIM sulle scuole a fine del Nella foto l impianto fotovoltaico della scuola elementare Lioy, in Viale della Pace 197 a Vicenza. I principali vantaggi della tecnologia fotovoltaica derivano dal fatto che essa consente la produzione di energia elettrica senza emissioni inquinanti (vantaggio ambientale), senza utilizzo di combustibili fossili (sostenibilità nel tempo) e con costi minimi di esercizio e manutenzione, stante l assenza di parti in movimento (economicità gestionale), mentre d altro canto la tecnologia fotovoltaica prevede un elevato investimento iniziale causato dal costo dei moduli e presenta una produzione discontinua a causa della variabilità della presenza della fonte stessa (il sole). La potenza nominale (o di targa) di un impianto fotovoltaico si defi nisce in kilowatt di picco (kwp), ed indica la potenza raggiunta da un modulo solare al massimo irraggiamento, in condizioni di prova standard; per condizione standard si considera un irraggiamento solare ottimale di Watt/mq (a 25 C di temperatura della cella), e tale situazione si raggiunge solo raramente nelle ore centrali della giornata durante il periodo estivo. Il kwp rappresenta l unità di misura di riferimento per gli impianti fotovoltaici, ed il costo dell impianto è valutato in Euro/kWp (quindi il prezzo non è in funzione dei metri quadrati che occupa l impianto). Per capire quanto l impianto fotovoltaico riuscirà a coprire rispetto ai propri consumi è necessario confrontare la producibilità annua dell impianto fotovoltaico scelto con il proprio consumo annuo di energia elettrica (somma del valore in kwh di tutte le bollette dell anno), mentre non c è alcun legame con la potenza del contatore presente. 119

122 Per efficienza di un modulo fotovoltaico si intende il rapporto fra la potenza elettrica prodotta dal modulo e la radiazione solare incidente (il valore riportato nei cataloghi si riferisce al risultato di prove effettuate in condizioni standard, nel rispetto di normative europee ed internazionali). In realtà solo una parte della radiazione solare può essere trasformata in energia elettrica, in quanto esiste un limite fi sico che sommato alle perdite dovute alle caratteristiche tecniche dei moduli porta ad un effi cienza dei moduli presenti oggi sul mercato inferiore al 20%. È importante considerare che, poiché la cella si scalda per l azione del sole, le condizioni operative reali sono sempre diverse da quelle standard artifi ciali in laboratorio, in cui viene indotta una temperatura di 25 C. A seconda dell efficienza del modulo serve più o meno superfi cie coperta da moduli per ottenere un kwp. Indicativamente, per piccole applicazioni e con moduli in silicio cristallino installati complanari alla superficie, un kwp di potenza nominale installata occupa circa 6-8 mq di superfi cie. SCHEMA DI UN UTENZA DOTATA DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO COLLEGATO ALLA RETE ELETTRICA Rete di Bassa Tensione Generatore Fotovoltaico Contatore 3 Contatore 2 Inverter Energia dalla Rete Energia verso la Rete Contatore 1 120

123 Invece, per moduli installati su una superfi cie orizzontale (es. terreno), si deve considerare circa una superfi cie doppia per tener conto della distanza necessaria a separare fra loro le fi le di moduli in modo da evitare il reciproco ombreggiamento. Per tipo di tecnologia del modulo si intendono le modalità di costruzione ed utilizzo dei materiali semiconduttori che lo compongono: le principali sono il silicio monocristallino, il silicio policristallino, il silicio amorfo ed i fi lm sottili. Il mercato è, al momento, ancora caratterizzato da una nettissima prevalenza di moduli in silicio cristallino (mono e poli) per oltre il 90% del mercato stesso; si tratta di una tecnologia ampiamente consolidata, con impianti in esercizio da oltre 30 anni, che presenta ancora la massima effi cienza di conversione e di conseguenza la minima superficie necessaria per l installazione per kwp. Non vi sono particolari differenze di effi cienza fra silicio monocristallino e policristallino, poiché per i prodotti medi di mercato i campi di effi cienza si sovrappongono: in media l effi cienza del modulo è compresa fra 13 e 15% per il monocristallino e fra 12 e 14% per il policristallino, che corrisponde a circa 7-8 mq di superfi cie necessaria per l installazione di un kwp. I moduli top del mercato (che raggiungono effi cienze di poco inferiori al 20%) sono essenzialmente basati su tecnologia monocristallina. La producibilità annua di un impianto fotovoltaico rappresenta il valore dei kwh di energia elettrica che l impianto è in grado di produrre in un anno, e dipende da una serie di condizioni: latitudine del sito: più si è a Sud, maggiore è la radiazione solare annua incidente sui moduli; orientamento della superficie: a seconda dell orientazione della superfi cie dei moduli (Nord, Sud, Est, Ovest) si modifi ca il valore della radiazione solare annua incidente sui moduli stessi. L orientazione ideale è il SUD, comunque la diminuzione a SUD EST e SUD OVEST è comunque non elevata. Applicazioni ad EST o OVEST invece vanno attentamente valutate, mentre è da escludere un installazione con superfi cie orientata a NORD; inclinazione della superficie: al variare dell inclinazione della superfi cie rispetto al piano orizzontale si modifica la radiazione solare annua incidente sulla superfi cie stessa. L inclinazione ideale per massimizzare la radiazione solare captata da una superfi cie orientata a SUD è 30 ; caratteristiche tecniche del modulo e delle componenti d impianto. 121

124 I valori di producibilità indicativi per una superfi cie orientata a SUD e inclinata di 30 sono indicativamente i seguenti: Regioni settentrionali kwh/kwp Regioni centrali kwh/kwp Regioni meridionali kwh/kwp Tali valori considerano l effi cienza del modulo ed anche quella delle altre componenti d impianto (BOS), pari circa all 85%-88%, le perdite per sporcamento e le perdite dovute al fattore di temperatura, e sono basati su valori di radiazioni elaborati sulla base di statistiche climatiche di più anni. Per calcolare la producibilità dell impianto è suffi ciente moltiplicare i valori di cui sopra per la potenza di picco che si intende installare. Gli aspetti ambientali: L utilizzo di energia da fonti rinnovabili come il fotovoltaico consente di: Evitare l immissione in atmosfera di sostanze inquinanti (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri, ecc.) Evitare l immissione in atmosfera di anidride carbonica (CO 2 ): Nell intero ciclo di vita (almeno 25 anni), si evitano immissioni di CO 2 in atmosfera per almeno 26 tonnellate. L impatto ambientale legato alla produzione, all utilizzo e allo smaltimento di un pannello fotovoltaico delle ultime generazioni è molto ridotto. In particolare i tempi di ritorno energetico del pannello sono all incirca pari a 3-4 anni. 122

125 La tecnologia dell impianto solare termico La tecnologia. Un impianto solare termico trasforma l energia solare in calore. Il pannello solare è infatti costituito da una superficie metallica scura, che, esposto ai raggi solari si scalda e trasferisce il calore accumulato al fl uido (generalmente acqua) che lo attraversa. Nelle applicazioni domestiche viene impiegata soprattutto per riscaldare l acqua calda sanitaria. Le caratteristiche tecniche. Un pannello solare termico di tipo piano, è composto da una piastra in metallo (assorbitore), verniciato o trattato con materiale nero, entro cui passano i tubi dell acqua. Viene spesso coperto da un vetro speciale per diminuire le dispersioni di calore verso l ambiente e proteggere la superficie assorbente. Posteriormente quindi viene isolato per ridurre le perdite di energia. L energia termica prodotta aumenta quindi all aumentare dell insolazione e al diminuire delle dispersioni di calore. Esistono in commercio pannelli solari sottovuoto, che riducono molto le dispersioni, ma presentano a volte un costo più elevato, che, per i nostri climi, non sempre è giustificato dalla maggiore efficienza. La garanzia data dai produttori per un pannello è di 5 anni; la vita utile dell impianto è generalmente intorno ai 20 anni. È sempre necessario prevedere un serbatoio di accumulo dell acqua calda prodotta per far fronte ai giorni in cui c è scarsa insolazione. Gli impianti. Gli impianti solari termici si dividono in due categorie: a circolazione naturale e a circolazione forzata. Un impianto a circolazione naturale è composto dal pannello solare e da un serbatoio di accumulo posto nella parte superiore del pannello. È molto semplice e poco costoso, però ovviamente è meno effi ciente ed è generalmente indicato per impieghi concentrati nella stagione estiva. Un impianto a circolazione forzata prevede anche una pompa di circolazione e una centralina di controllo. È più sofi sticato e costoso, ma permette un miglior sfruttamento dell energia solare e maggiori fl essibilità di installazione. 123

126 L installazione. Un impianto solare viene solitamente dimensionato per coprire parte dei fabbisogni di acqua calda sanitaria di una famiglia, pari a circa 50 litri/giorno per persona. Il serbatoio di accumulo di acqua calda deve inoltre garantire un minimo di autonomia per coprire i fabbisogni anche con scarsa insolazione. Per una famiglia di 4 persone, nel Nord Italia è necessario installare circa 4-5 mq di pannelli solari e circa litri di accumulo. Per ottimizzare la produzione di energia i pannelli solari devono: Essere orientati a sud Avere un inclinazione di circa 30 rispetto alla superfi cie orizzontale Evitare l ombreggiamento dei pannelli Un impianto solare può coprire solitamente il 60-70% del fabbisogno di acqua calda sanitaria di un anno per una famiglia media. È quindi sempre necessario prevedere che ad un impianto solare termico venga abbinato un sistema di integrazione (caldaia a metano o boiler elettrico) che entra in funzione al momento in cui il fabbisogno termico dell utenza diventa particolarmente elevato. La produzione di energia Generalmente 4 metri quadri di pannelli commerciali producono acqua calda nelle quantità che va dai 1800 kwh all anno per il Nord Italia fi no agli 3000 kwh annui al Sud, che soddisfano fi no all 80% circa del fabbisogno annuale. Gli aspetti ambientali. L utilizzo di energia da fonte rinnovabili come il solare termico consente di: ridurre l immissione in atmosfera di sostanze inquinanti (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri, ecc), ridurre l immissione in atmosfera di anidride carbonica (CO 2 ): I benefi ci ambientali, oltre che economici, sono maggiori se sostituisco uno scaldabagno elettrico, che utilizza una fonte più costosa, anche dal punto di vista energetico. Aspetti sensibili. L unico aspetto sensibile riguarda l integrazione architettonica negli edifi ci: si viene a sfruttare superfici che altrimenti non avrebbero impieghi alternativi, ma il risultato estetico dipende dalla tecnologia di impianto. La presenza del boiler negli impianti a circolazione naturale può risultare antiestetica. 124

127 L energia idroelettrica La tecnologia Per energia idroelettrica si intende quel tipo di energia che sfrutta il movimento di masse di acqua per produrre energia cinetica e quindi, grazie a una turbina accoppiata ad un alternatore, l energia elettrica. L energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fi umi e di laghi grazie alla creazione di dighe o di condotte forzate. L acqua del lago o di un bacino artifi ciale viene convogliata attraverso condutture forzate da monte a valle, acquistando così una determinata energia cinetica che una volta arrivata a valle permetterà a delle turbine, attraverso il fenomeno dell induzione elettromagnetica (dinamo) di produrre energia elettrica. Gli impianti In base alla taglia di potenza nominale della centrale, gli impianti idraulici si suddividono in: Micro-impianti: P < 100 kw; Mini-impianti: 100 < P (kw) < 1000; Piccoli-impianti: 1000 < P (kw) < 10000; Grandi-impianti: P > kw. Gli impianti idraulici sfruttano l energia potenziale meccanica contenuta in una portata di acqua che si trova disponibile ad una certa quota rispetto al livello cui sono posizionate le turbine. La potenza di un impianto idraulico dipende da due termini: il salto (dislivello esistente fra la quota a cui è disponibile la risorsa idrica svasata e il livello a cui la stessa viene restituita dopo il passaggio attraverso la turbina); la portata (la massa d acqua che fluisce attraverso la macchina espressa per unità di tempo). Gli impianti possono essere poi: ad acqua fluente: questo tipo di impianti era molto più usato all inizio del secolo scorso, sopratutto per azionare macchine utensili in piccoli laboratori. Oggi il potenziale di questi impianti è sotto utilizzato, l impatto ambientale può 125

128 essere contenuto e limitato. Non dispongono di alcuna capacità di regolazione degli afflussi, per cui la portata sfruttata coincide con quella disponibile nel corso d acqua, quindi la turbina produce con modi e tempi totalmente dipendenti dalla disponibilità del corso d acqua, data la loro facilità di arresto-avvio sono utilizzati per regolare il sistema della rete di trasmissione dell energia elettrica; a bacino: sono impianti a bacino idrico naturale (laghi) o artifi ciale, come nel caso di molti serbatoi, e a volte sono bacini naturali nei quali si aumenta la capienza con sbarramenti. Sono ad oggi gli impianti idroelettrici più potenti e più sfruttati, hanno però un notevole impatto ambientale; di accumulo a mezzo pompaggio: sono impianti con tutte le caratteristiche degli impianti tradizionali ma che ricavano la disponibilità di acqua nel serbatoio superiore mediante sollevamento elettromeccanico (con pompe o con la stessa turbina di produzione). Questo tipo di impianto consiste in due serbatoi di estre- 126

129 mità, collocati a quote differenti, collegati mediante i manufatti tipici di un impianto idroelettrico: nelle ore diurne di maggior richiesta (ore di punta) dell utenza l acqua immagazzinata nel serbatoio superiore è usata per la produzione di energia elettrica; nelle ore di minor richiesta (ore notturne) la stessa viene risollevata al serbatoio superiore. In questo modo l uso della corrente elettrica per pompare l acqua nel serbatoio superiore viene restituita quasi integralmente in una forma di maggior pregio perché restituita nelle ore di maggior richiesta; nelle condotte idriche: impianti inseriti in un canale o in una condotta per approvvigionamento idrico. L acqua potabile è approvvigionata ad una città adducendo l acqua da un serbatoio di testa mediante una condotta in pressione. Solitamente in questo genere di impianti la dissipazione dell energia all estremo più basso della tubazione in prossimità dell ingresso all impianto di trattamento acque viene conseguita mediante l uso di apposite valvole: un alternativa interessante è quella di inserire una turbina che recuperi l energia che altrimenti verrebbe dissipata; il mini-idroelettrico: non tutti gli impianti Mini-Hydro sono catalogabili fra quelli con i più bassi livelli di caduta e portata, dal momento che la taglia è individuata dal prodotto di queste due grandezze come meglio evidenziato più avanti. Una centrale è composta in genere da un opera di derivazione (contenente uno sbarramento) un opera di adduzione (condotte di collegamento) una condotta forzata, una centrale elettrica che contiene il macchinario di conversione e generazione e un opera di restituzione. In genere molti impianti di piccola taglia si trovano realizzati in aree montane su corsi d acqua a regime torrentizio o permanente e l introduzione del telecontrollo, telesorveglianza e telecomando ed azionamento consentono di recuperarli ad una piena produttività, risparmiando sui costi del personale di gestione, che in genere si limita alla sola manutenzione ordinaria con semplici operazioni periodiche (ad es. la sostituzione dell olio per la lubrifi cazione delle parti). Molti impianti di piccola taglia attuano il cosiddetto recupero energetico. I sistemi idrici nei quali esistono possibilità di recupero sono assai diversi e possono essere indicativamente raggruppati nelle seguenti tipologie: acquedotti locali o reti acquedottistiche complesse; sistemi idrici ad uso plurimo (potabile, industriale, irriguo, ricreativo, etc.); sistemi di canali di bonifica o irrigui; canali o condotte di deflusso per i superi di portata; 127

130 L energia geotermica L energia geotermica viene generata per mezzo di fonti geologiche di calore e può essere considerata una forma di energia rinnovabile. Le temperature del globo sono infatti crescenti man mano che si scende in profondità, in media ogni 100 metri la temperatura delle rocce aumenta di +3 C. L energia nel sottosuolo può essere sfruttata con numerose tecnologie; le principali applicazioni del vapore naturale proveniente dal sottosuolo sono due: sistemi ad ALTA temperatura per la produzione di energia elettrica tramite il classico metodo delle turbine sistemi a BASSA temperatura per lo sfruttamento del calore geotermico incanalato in un sistema di tubature utilizzato per attività locali di riscaldamento. Tra tutti questi tipi d installazioni quelli più diffusi sono le tecnologie a bassa temperatura, cioè le sonde geotermiche, i sistemi a pozzi, le serpentine nel terreno e i pali energetici. Queste tecnologie hanno il vantaggio di non richiedere il raggiungimento di profondità troppo elevate. Geotermia ad ALTA temperatura Questi sistemi consistono nel convogliare i vapori provenienti dalle sorgenti d acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica e riutilizzando il vapore acqueo per il riscaldamento, le coltivazioni in serra e il termalismo. Per alimentare la produzione del vapore acqueo si ricorre spesso all immissione di acqua fredda in profondità, una tecnica utile per mantenere costante il fl usso del vapore. In questo modo si riesce a far lavorare a pieno regime le turbine e produrre calore con continuità. Le quattro tecnologie base dell energia termica sfruttano il vapore secco, l acqua calda, le rocce calde o i sistemi geopressurizzati. Il vapore secco è presente solo in poche zone, ma è l unica tecnologia che è usata commercialmente. 1. Vapore secco Viene pompato il vapore secco da alcune riserve naturali sottoterra attraverso un turbogeneratore convenzionale per produrre elettricità. 128

131 Il condensatore poi converte il vapore in acqua, per poi ributtarla sottoterra ad una temperatura più bassa di quella del prelevamento. 2. Acqua calda Le rocce calde sottoterra scaldano l acqua sotterranea a temperature fi no a centinaia di gradi; l acqua viene mantenuta liquida a causa della pressione. L acqua calda viene portata in superfi cie tramite pozzi e, privata della sua pressione, diventa vapore che può azionare una turbina direttamente o attraverso un altro liquido. Questo tipo di tecnologia serve il riscaldamento di tutti gli edifi ci dell Islanda. 3. Rocce calde L estrazione di calore tramite rocce calde si effettua immettendo un fl uido termovettore (acqua) sottoterra per permettergli di essere riscaldato dalle rocce calde e successivamente ri-estratto. 4. Sistemi geopressurizzati Riserve di acqua calda, mischiate con gas metano ed intrappolate sottoterra, offrono il potenziale energetico del metano combustibile e pressurizzato. La fonte geotermica per questi impianti di dimensioni elevati riceve in particolar modo due critiche: Dalle centrali geotermiche fuoriesce insieme al vapore anche un odore sgradevole causato dall acido solfi drico. Il problema è risolvibile mediante l installazione di filtri di abbattimento sui vapori in uscita. L impatto esteriore delle centrali geotermiche può recare qualche problema paesaggistico che può essere facilmente risolto unendo l approccio funzionale dei progetti ingegneristici con quello di un architettura rispettosa del paesaggio e del comune senso estetico. Geotermia a BASSA temperatura Il principio di base è quello di estrarre energia termica dal sottosuolo, trasformarla con una pompa di calore ad una temperatura più alta e poi usare quest energia per produrre acqua calda da utilizzare per il riscaldamento o semplicemente come acqua calda stessa. Durante l inverno l ambiente viene riscaldato trasferendo energia dal terreno all abitazione mentre durante l estate il sistema s inverte estraendo calore dall ambiente e trasferendolo al terreno. 129

132 Le applicazioni sono: Le serpentine nel terreno e i pali energetici non sono delle vere applicazioni della geotermia, ma sfruttano l energia solare che riscalda il terreno in superfi cie fi no a pochi metri di profondità. I pali energetici sono utilizzati principalmente per la climatizzazione di costruzioni. Le serpentine vengono installate ad una profondità di 1-2 metri e possono essere disposte nel terreno secondo diverse forme. Nel caso dei pali energetici, i circuiti sono introdotti nelle strutture di fondazione di una costruzione a pali. Le sonde geotermiche sono degli scambiatori di calore (tubi ad U con lunghezza tipica di 100 metri) nei quali circola un fl uido termoconduttore. All interno di una sonda viene introdotto un circuito che serve da scambiatore di calore. Le sonde operano su una differenza di temperatura di pochi C. In un sottosuolo roccioso, le sonde geotermiche sono spesso il modo migliore per sfruttare l energia geotermica. I sistemi a pozzi di captazione e di reimmissione sfruttano l acqua di falda come sorgente dell energia. L acqua viene raffreddata di pochi gradi. I sondaggi di captazione e di reimmissione sono normalmente più costosi, anche se meno profondi di quelli di una sonda geotermica, perché hanno un diametro maggiore e sono attrezzati con un installazione per la captazione e la reimmissione. La condizione più importante è quella della presenza di un fl usso d acqua suffi ciente. 130

133 La pompa di calore Le tecnologie a bassa temperatura hanno bisogno di una pompa di calore che toglie energia termica dal sottosuolo e lo aggiunge al circuito di riscaldamento; quest ultimo preferibilmente è un sistema a bassa temperatura, ad esempio un riscaldamento a serpentine. schema di sonda termica La pompa di calore assorbe calore attraverso il fl uido in un evaporatore, ne alza la temperatura attraverso il compressore, cede calore all ambiente circostante attraverso il condensatore; durante questo processo viene consumata energia elettrica. Il bilancio energetico è a favore del sistema, poichè è in grado di fornire più energia, sotto forma di calore, di quella elettrica utilizzata per il suo funzionamento. L effi cienza è espressa dal coeffi ciente di prestazione C.O.P., che è dato dal rapporto tra l energia prodotta e l energia consumata, e generalmente si aggira attorno a valori prossimi a 4, ma può variare a seconda del tipo di macchina; questo signifi ca che una pompa di calore che produce circa 4 kwh termici impiega circa un solo kwh elettrico. 131

134 L energia da biomassa Che cos è la biomassa? In termini scientifici, la biomassa è ogni sostanza d origine biologica, quindi legata alla chimica del carbonio. In sostanza, biomasse sono tutti i materiali vegetali, nonché la parte biodegradabile di rifi uti e residui industriali, urbani ed agricoli. Le biomasse residuali: le biomasse di origine legnosa possono essere raccolte in ambito forestale ed agricolo. Nella filiera forestale si fa riferimento al bosco d altofusto (ramaglia, corteccia, pezzi fuori standard, ecc.) ed al bosco ceduo (legno in pezzi, pezzi fuori standard, ramaglia, ecc.). 132

135 Nella filiera agricola ci si può rifornire da siepi campestri, potature agricole, in ambito fl uviale (pulizia e manutenzione alvei), in ambito urbano (gestione verde pubblico, raccolta da privati, ecc.) e tramite colture specializzate (SRF - Short Rotation Forestry). Le biomasse da colture: le colture dedicate prevalenti riguardano la colza, la soia ed il girasole. Dalle biomasse, inoltre, è possibile ottenere biocombustibili. Gli utilizzi delle biomasse Le biomasse sono utilizzate in impianti che vanno dalle grandi centrali termiche per multi-utenze, all utilizzo nelle caldaie, nelle stufe, e nei motori. Impianti grandi sono dell ordine dei 20 MW, spesso in cogenerazione. I principali elementi di una centrale termica a biomassa legnosa sono il deposito per il combustibile, il sistema di caricamento, il generatore di calore, i sistemi di controllo, i sistemi d abbattimento polveri ed i sistemi di sicurezza. Un interessante applicazione degli impianti a biomassa consiste nell alimentazione di un circuito di teleriscaldamento. Il rapporto tra biomasse e territorio Impatto ambientale diretto: l utilizzo di energia da fonte rinnovabile come la biomassa consente di ridurre al minimo l immissione in atmosfera di sostanze inquinanti (ossidi d azoto, ossidi di zolfo, polveri, ecc) e di anidride carbonica (CO 2 ). Impatto ambientale indiretto: il valore aggiunto delle biomasse rispetto alle altre fonti rinnovabili consiste nel fatto che prima di essere utilizzate come combustibile, possono essere sviluppate come mezzo di rigenerazione di terreni agricoli, di qualifi cazione di località turistiche e di protezione ambientale in aree a rischio idrogeologico (recupero di aree abbandonate tramite nuove colture). Impatto sociale: nella progettazione di un impianto di grandi dimensioni è necessario coinvolgere istituzioni locali e cittadinanza per creare un consenso sociale più vasto possibile. In assenza di una fi liera legno-energia che porti concreti benefi ci locali dal punto di vista sociale (creazione di posti di lavoro), energetico (utilizzo locale dell energia) ed ambientale (inquinamento ridotto), il progetto potrebbe incontrare delle resistenze. 133

136 APPROFONDIMENTI SULLA BIOMASSA I biocombustibili Tramite processi fi sici e chimici con delle biomasse è possibile ottenere dei biocombustibili, ovvero sostanze che, attraverso la combustione, possono generare energia termica e/o elettrica. I biocombustibili solidi. Esempi di biocombustibili solidi sono la legna, il cippato ed il pellet. La legna da ardere: le sue caratteristiche chimico fisiche sono correlate ad una molteplicità di fattori, tra cui, tipo di essenza, grado di essiccazione, rapporto legna corteccia, ecc Il cippato: si tratta di legname in scaglie ottenuto tramite apposite macchine (cippatrici). Si utilizza normalmente legno di qualità inferiore, come i residui della potature boschive, agricole, urbane, scarti delle segherie o legno di specie coltivate in SRF (Short Rotation Forestry foresta con rotazione di colture). Gli utilizzi tipici sono quelli energetici, oltre alla produzione di pannelli e l industria cartiera. Si trova generalmente con un 35% di umidità. Il pellet (a lato): sono cilindretti di mm di lunghezza prodotti con polverino ottenuto dalla sfibratura dei residui legnosi e compattato per pressione. Possiede bassa umidità (10%) e costo più elevato del costo del cippato. L Italia è il principale mercato mediterraneo del pellet, il cui uso si sta diffondendo molto rapidamente. Altri biocombustibili possono essere la sansa di olive, la lolla di riso, la vinaccia, ecc 134

137 I biocombustibili liquidi o gassosi. Esempi di biocombustibili liquidi o gassosi possono essere il biodiesel, il biogas, il bioetanolo, il biometanolo, oli vegetali puri ed altri. Tra gli oli vegetali si sottolinea la vasta diffusione a livello mondiale delle colture di soia, colza e girasole, soprattutto nei paesi in via di sviluppo a causa del loro basso costo di produzione e della facilità di produzione. L olio vegetale: è una miscela di acidi grassi liberi, glicerolo, trigliceridi ed altre sostanze. Le piante da cui è possibile estrarre l olio industrialmente si chiamano piante oleaginose e le più importanti sono la soia, la colza, il girasole, l olivo, la palma e la noce di cocco. Hanno un potere calorifi co minore del gasolio (di circa il 15%) ed una maggiore viscosità, quindi per un loro utilizzo nei motori automobilistici tradizionali a gasolio è preferibile usare dei loro derivati, chiamati esteri. L 80% della produzione mondiale da semi oleaginosi viene dalla soia, la colza ed il girasole. Il biodiesel: è un estere, ovvero deriva dalla reazione di un acido organico (grasso di olio animale e/o vegetale) ed un alcool (l alcool metilico). Da questa reazione viene inoltre prodotta la glicerina, usata poi nell industria cosmetica e farmaceutica. Un aspetto importante è la sua commercializzazione: mentre all estero è usato come carburante per automobile, in Italia si ha una vasto utilizzo come combustibile per caldaie e centrali termiche per il riscaldamento ambientale. Il biogas da discarica: il biogas è generalmente formato da metano (CH 4 ) ed anidride carbonica (CO 2 ) e si forma a profondità di circa 4 metri nelle discariche, in seguito a reazioni chimiche che durano anche mesi. Il suo valore energetico è molto rilevante; il suo utilizzo principale è negli impianti a biogas per la produzione di energia elettrica e termica. Impatto ambientale diretto La biomassa è considerata rinnovabile perché la quantità di CO 2 equivalente che viene emessa durante la combustione è quella che sarà assorbita per la crescita delle colture vegetali che a loro volta fungeranno da biomassa: alla fi ne la somma è zero. Per gli impianti a biomassa, le emissioni di gas ed odori nell atmosfera può a volte essere cospicua ed essere una delle principali cause delle proteste dei residenti vicino all impianto: è quindi necessario prevedere un sistema di controllo dei fumi e degli odori causati dalla combustione. Le emissioni più importanti sono gli NO x e le polveri, per il cui abbattimento è consigliabile l utilizzo di una caldaia di tecnologia moderna, oltre ad effi cienti sistemi di alimentazione della stessa. I gas, una volta depurati, vengono immessi in atmosfera attraverso camini con determinate velocità in modo da far ricadere e 135

138 disperdere i gas secondo quanto progettato. Interventi mirati potrebbero portare all assorbimento di circa 10 milioni di tonnellate di CO 2 equivalente. Impatto ambientale indiretto L utilizzo delle biomasse implica uno stretto rapporto con il territorio ed in generale il contesto socio-ambientale in cui verrà inserito l impianto: un buon progetto potrebbe permettere una migliore manutenzione del territorio, il recupero d aree utili e creare nuova occupazione per imprese agricole, boschive e forestali. Tuttavia, uno dei problemi più grandi nella diffusione dell utilizzo delle biomasse è la poca diffusione di una rete di fi liere agro-energetiche nel territorio. Impatto sociale sul territorio Per gli impianti di grandi dimensioni spesso si sottovalutano le politiche di informazione affinché il progetto della biomassa sia accettato dalla popolazione locale. È soprattutto l assenza di strumenti atti ad avviare meccanismi di negoziazione per la realizzazione degli impianti tra le pubbliche amministrazioni ed i cittadini la causa principale dei dubbi che un grande impianto a biomassa crea nella popolazione. È quindi necessario realizzare un impianto che, in presenza di una forte incidenza sul territorio, possa assicurare un ritorno di un qualche benefi cio diretto alla popolazione locale. 136

139 La tecnologia dell impianto eolico La tecnologia Un impianto eolico trasforma l energia del vento in energia elettrica. L elemento principale dell impianto è l aerogeneratore, una struttura di dimensioni variabili a seconda dell energia prodotta, che attraverso il movimento delle pale colpite dal vento, trasmette l energia meccanica ad un generatore di energia elettrica. Le caratteristiche tecniche L aerogeneratore è formato da 3 elementi: la torre, la navicella e le pale. Quando il vento ha una velocità suffi ciente (minimo 4-5 m/s) le pale iniziano automaticamente a ruotare, generando energia elettrica tramite un generatore posto all interno delle navicella. Quando la velocità del vento diventa elevata (dai 25 m/s in su) non si produce più energia per non danneggiare la struttura. 137

140 Le installazioni Gli impianti eolici vanno posizionati in luoghi con vento costante e regolare durante l anno. Possono avvenire: off-shore: al largo delle coste, dove non ci sono ostacoli fi sici e l impianto riesce a catturare più energia dal vento. Il costo del trasporto dell aerogeneratore incide maggiormente sul costo fi nale. su terra: - Fattorie del Vento (Wind Farm): campi eolici con numerosi aerogeneratori, spesso di grandi potenze, che convogliano l energia in rete. - Impianti singoli: aerogeneratori che producono energia senza connessione in rete (stand-alone). Gli aerogeneratori possono andare da taglie di pochissimi kw (micro-eolico, potenza < 1 kw) fino ai grandi impianti (multimegawatt, P > 1 MW). Il mini eolico Tra le possibilità più interessanti dell applicazione della tecnologia eolica in Italia c è il mini eolico. Si tratta di impianti di meno di 20 kw di potenza, che possono essere applicazioni singole oppure all interno di wind farm. Tra i vantaggi ci sono la facile localizzazione ed installazione sul sito, con un minimo impatto ambientale e la possibilità di un mercato potenziale molto ampio. L eolico come energia pulita L utilizzo di energia da fonte rinnovabile come l eolico consente di: evitare l immissione in atmosfera di sostanze inquinanti (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri, ecc) evitare l immissione in atmosfera di anidride carbonica (CO 2 ) Gli aspetti ambientali sensibili L aerogeneratore, ed ancora di più le fattorie del vento, hanno un forte impatto nel sito in cui sorgerà l impianto: dalle opportunità industriali agli aspetti socioeconomici, da un impatto visivo alle conseguenze sull avifauna, la progettazione è un processo in cui è necessario coinvolgere ogni soggetto sensibile al problema della posa e del funzionamento dell impianto. Interessante è il protocollo di collaborazione tra Legambiente ed ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento) per la realizzazione di progetti eolici in Italia. 138

141 APPROFONDIMENTI SULLA TECNOLOGIA EOLICA Le caratteristiche tecniche ed il funzionamento Le pale dell aerogeneratore (1), quasi sempre tre, sono fatte in fi bra di vetro, carbonio o altre resine e sono collegate alla navicella alla quale trasmettono l energia che ricevono dal vento. Il movimento delle pale permette la rotazione di alcuni ingranaggi nel moltiplicatore di giri (2), facendo in modo che l albero del generatore possa ruotare più velocemente e trasmettere la potenza. L albero è a sua volta collegato ad un generatore sincrono (3), che genera energia elettrica e la convoglia nella rete delle utenze. In caso di elevate velocità di rotazione interviene un sistema di raffreddamento (4) ad aria o ad acqua che agisce direttamente sugli elementi sensibili all attrito ed allo sviluppo di calore. Questo sistema di trasmissione della potenza è situato all interno di una navicella di protezione, posta sopra una torre (5) in acciaio. È inoltre presente un anemometro (6) per la rilevazione dell intensità del vento. La durata di un aerogeneratore, garantita dai produttori, è di almeno 20 anni. Altri componenti (es. inverter od altri componenti meccanici soggetti ad usura) hanno garanzie inferiori (solitamente 5 anni). Le emissioni dell eolico Le emissioni di CO 2 di un impianto eolico sono quasi nulle: vengono infatti conteggiate quelle utilizzate nel processo di produzione dell impianto eolico, dato che l impianto stesso non ne produce durante il suo funzionamento. È possibile calcolare il guadagno ambientale derivante dalla mancata emissione di anidride carbonica: per ogni MWh di energia elettrica prodotta con fonti convenzionali si emette nell atmosfera fi no a 0,58 tonnellate di CO 2. Un impianto eolico di 20 kw che funzioni 2500 ore in un anno permette quindi di evitare l emissione di circa 29 tonnellate di CO 2 all anno e di circa 580 tonnellate nell intero ciclo di vita di un impianto eolico di quelle dimensioni. 139

142 L energia dalle onde, dalle maree, dalle correnti L energia dalle maree è quella ricavata dagli spostamenti d acqua causati dalle maree. Già nell antichità si cercò di sfruttare questo tipo di energia, mediante la costruzione di mulini a marea. L acqua veniva raccolta, durante il fl usso, in un piccolo bacino, che veniva in seguito chiuso con una paratia. Al momento del defl usso l acqua veniva convogliata attraverso un canale verso una ruota che muoveva una macina. Oggi esistono diversi progetti di sfruttamento delle maree, che comportano metodi diversi di sfruttamento dell energia: sollevamento di un peso in contrapposizione alla forza di gravità; compressione dell aria; movimento di ruote a pale; riempimento di bacini e successivo svuotamento immesso in turbine. Quest ultimo sembra dare i migliori risultati, sul reale impiego. Ma il problema più importante resta comunque, quello delle maree che pur seguendo le fasi lunari e solari (in un certo senso prevedibili) non sempre coincidono con la richiesta i tempi di produzione. Infatti nei giorni di assenza di movimento d acqua la produzione di elettricità cesserebbe. Un progetto per la produzione di energia elettrica che sfrutta il moto delle maree alla foce dei fi umi. 140

143 Impianti costieri 1. Tapchan (Tapered Channel Device) Il sistema è posizionato sulla riva e comprende un canale per la raccolta delle onde che si restringe gradualmente, con muri che vanno da 3 fi no a 5 m sopra il livello medio dell acqua. Le onde entrano dall apertura più larga del canale, via via che procedono la loro altezza aumenta a causa del restringimento, alla fi ne le onde traboccano oltre le pareti, in un bacino di raccolta sopraelevato. Il bacino fornisce una quantità di acqua costante che scarica verso il mare, alimentando nella discesa una turbina idraulica, collegata ad un alternatore elettrico come accade in un tradizionale impianto idroelettrico. Purtroppo, la necessità di limiti mareali bassi e di zone costiere ad hoc limitano l uso del convertitore, anche se questo è già considerato tra le tecnologie marine mature. 2. Pendulor Il dispositivo Pendulor comprende una struttura rettangolare che viene alloggiata sulla costa, dotata di una sola apertura verso il mare. Una specie di porta basculante, montata a chiusura dell entrata, permette il movimento di andata e ritorno delle onde all interno del sistema ed è in grado di trasmetterlo ad una pompa idraulica a cui è collegata: alternando fasi di distensione e compressione, la pompa idraulica muove un generatore elettrico. A livello mondiale sono pochi i convertitori di questo tipo, in genere di piccole dimensioni e costruiti per le necessità di comunità isolane; sono sviluppati attualmente come impianti pilota dal Giappone, mentre lo Sri Lanka ha in programma la costruzione di un sistema di questo tipo con una potenza lorda di kw. 3. OWC (Oscillating Water Column) Questo sistema è il più utilizzato e consiste nell utilizzare le variazioni di pressione che si riscontrano al di sotto della superficie del mare. Il dispositivo è strutturato con un sistema per la cattura delle onde che si infrangono sulla costa o vicino alla riva: una specie di colonna raccoglie le onde in entrata, il loro movimento forza l aria al di sopra della colonna d acqua nella struttura attraverso una turbina, collegata a sua volta ad un generatore elettrico. Quando l onda si ritira, si crea una depressione nella colonna che risucchia indietro l aria verso il mare. Questo movimento all indietro può essere sfruttato per produrre elettricità se la turbina è appositamente studiata per muoversi sempre in una sola direzione, indipendentemente dall alternanza del flusso di aria. La tecnologia è oggi tra le più sfruttate in tutto il mondo, particolarmente in quelle zone in cui si ha una buona concentrazione dell energia delle onde: le coste occidentali dell Europa e degli Stati Uniti e quelle della Nuova Zelanda e del Giappone; nuovi impianti sono in costruzione anche in Cina e in India. In Giappone e in Australia/Nuova Zelanda, in particolare, sono stati sviluppati due particolari sistemi OWC: si tratta, rispettivamente, del Mighty Whale (un sistema OWC montato su un imbarcazione) e di un OWC adatto ai fondali profondi, prodotto recente della australiana Energetech. 141

144 Il LIMPET è un dispositivo OWC tradizionale, costruito sugli scogli dell isola di Islay (Scozia) ed è stato attivato grazie alla collaborazione tra la Queens University, l azienda Wavegen, l Instituto Superior Técnico del Portogallo e l Unione Europea. Il sistema dispone di due turbine, ciascuna capace di guidare un generatore da 250 kw per un totale, nominale, di 500 kw. Almeno un terzo della popolazione di Islay (c.a. poco più di 1000 abitanti) sfrutta l energia elettrica prodotta dal LIMPET. Impianti marini 1. Archimede Wave Swing Questo progetto consiste in una struttura ancorata al fondo marino nella quale una camera d aria è compressa al momento del passaggio dell onda sopra il sistema e risale quando l onda è passata. Nel sistema commerciale previsto si dovrebbe avere una potenza di 2 MW, con una struttura (completamente sommersa) alta 30 metri e 10 metri di diametro. A marzo 2004 l americana Ocean Power Technologies, che sta mettendo a punto un sistema simile, ha annunciato la realizzazione di un impianto pilota al largo delle coste Spagnole. 2. Pelamis Una diversa tecnologia che utilizza il moto ondoso sfrutta l ampiezza dell onda ed è basata su una struttura semisommersa che grazie al movimento dettato dalle onde agisce su dei pistoni idraulici per azionare dei generatori. In genere la singola struttura è composta da 5 elementi congiunti, ha un diametro di 3,5 m ed è lungo 150 metri, la potenza è di 750 kw. Particolare dello snodo, i materiali devono essere resistenti all azione corrosiva dell acqua di mare e sono previsti accessi alla struttura per eventuali interventi di manutenzione e/o riparazione. Particolare del pistone idraulico, una pompa ad olio ad alta pressione aziona dei motori idraulici accoppiati al generatore 3. WEC ( Wave Energy Converter) Consiste in una boa accoppiata direttamente ad una rotore di un generatore tramite una corda. La tensione della corda è mantenuta con un molla che tira in basso il rotore. Quest ultimo si muove in direzione verticale ad una velocità che è approssimativamente quella di un onda. Il generatore produce energia elettrica quando l ampiezza la velocità dell onda è bassa. Per un piccolo sistema WEC di potenza kw, la boa ha un diametro dai 3 ai 5 metri, a seconda del regime delle onde. Il peso della boa varia da poche centinaia di chili alla tonnellata, a seconda della grandezza e dei materiali. La corda viene fabbricata in materiale sintetico con una copertura opzionale per la manutenzione. Il generatore viene rinchiuso in un contenitore di acciaio e cemento. 142

145 Le correnti e le maree L energia, proveniente dalle correnti di marea, è una tra le più interessanti ed inesplorate fonti di energia rinnovabili. Si pensi che nella sola Europa la disponibilità di questo tipo di energia è pari a circa 75 GigaWatts. 143

146 l alternativa c è sempre Aim ti regala Energyverde. Con Energyverde l energia elettrica che consumerai sarà prodotta da fonti rinnovabili. In questo modo potrai contribuire anche tu alla riduzione delle emissioni inquinanti e dei gas responsabili dell effetto serra. Oggi sei libero di scegliere. energyverde l alternativa che cercavi Aderisci ad Energyverde e riceverai una lampadina a basso consumo in omaggio. Energyverde è rivolta a tutti i Clienti AIM che utilizzano l energia elettrica per uso domestico. AIM Energy sosterrà il costo aggiuntivo per l acquisto dell energia derivante da fonti rinnovabili. L offerta non è cumulabile con altre promozioni in corso ed è valida nelle aree dove il servizio è attivabile. Per aderire all offerta Energyverde presentati presso gli sportelli AIM Energy di Contrà Pedemuro San Biagio 78 a Vicenza. Servizio Clienti AIM Energy

147

148 io lo riciclo e tu? Ricordati! A Vicenza i contenitori Tetra Pak si raccolgono con la carta.

149 IL RICICLO DEL CONTENITORE TETRA PAK SI FA STRADA Tetra Pak, e il motto PROTEGGE LA BONTÀ sono marchi registrati e appartengono al Gruppo Tetra Pak. È ARRIVATO A A CASA TUA? scoprilo su i i it hicadv.it In quali comuni é possibile riciclare il contenitore Tetra Pak? Come raccoglierlo? E qual é esattamente il processo? Entra nel mondo di tiriciclo.it

150 Per saperne di più... Libri Lester R. Brown, Piano B Mobilitarsi per salvare la civiltà - Edizioni Ambiente 2008 Norbert Lantschner, CasaClima: il piacere di abitare - Edizioni Athesia 2008 Worldwatch Institute, State of the World Innovazioni per un economia sostenibile Edizioni Ambiente 2008 Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo: da Barbiana al consumo critico Terre di Mezzo 2008 G. Cozza, Bebè a costo zero: guida al consumo critico - Edizioni Il leone verde 2008 Henry Chesbrough, Open. Modelli di business per l innovazione - Egea 2008 Jared Diamond, Collasso - Einaudi Editore 2007 Roberto Lorusso - Nello De Padova, DePILiamoci. Liberarsi del PIL superfl uo e vivere felici Editori Riuniti 2007 Paul Hawken - Amory Lovins - L. H. Lovins, Capitalismo Naturale. La prossima rivoluzione industriale Edizioni Ambiente 2007 Hermann Scheer, Autonomia energetica. Ecologia, tecnologia e sociologia delle risorse rinnovabili Edizioni Ambiente 2006 Jeremy Legget, Fine corsa. Sopravviverà la specie umana alla fi ne del petrolio? Einaudi Editore 2006 Ivan illich, Elogio della bicicletta - Bollati Boringhieri 2006 Paolo Cacciari, Pensare la decrescita: sostenibilità ed equità - Edizioni Intra Moenia 2006 Manitonquat (Medicine Story), Changing the world - Story Stone Publications 2006 Comunità Montana Tirano, Linee guida alla sostenibilità ambientale - Tirano 2006 Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni Einaudi Editore 2006 Jeremy Rifkin, Entropie - Baldini Castoldi Dalai 2005 G.F. Bologna, Manuale della sostenibilità - Edizioni Ambiente 2005 Yann A. Bertrand, 365 gesti per salvare il pianeta - Touring Editore 2005 Maurizio Pallante, La decrescita felice - Editori Riuniti 2005 Marie Luise Kreuter, Orto e giardino biologico - Giunti Editore 2005 Federico M. Bufera, Dalla caverna alla casa ecologica. Storia del comfort e dell energia Edizioni Ambiente 2004 Vandana Shiva, Le guerre dell acqua - Feltrinelli 2004 L. Guadagnucci - F. Gavelli, La crisi di crescita. Le prospettive del commercio equo e solidale Feltrinelli 2004 AAVV, Termometro terra. Il mutamento climatico visto da scienza, etica e politica - EMI 2004 Karl Ernst Lotz, La casa bioecologica - Editrice AAM Terra Nuova 2003 Muhammad Yunus, Il banchiere dei poveri - Feltrinelli

151 P.P. Grande - A. Masulli, Energia verde per un paese rinnovabile - Franco Muzzio ed Giacomo Korn, Uso razionale dell energia nella casa. Risparmio energetico, comfort e sicurezza Franco Muzio ed Jeremy Rifkin, Economia all idrogeno. La creazione del Worldwide Energy Web e la redistribuzione del potere sulla terra - Mondadori 2003 Yann A. Bertrand, 366 giorni per rifl ettere sulla terra - Edizioni White star 2003 Duccio Canestrini, Andare a quel paese. Vademecum del turista responsabile - Feltrinelli 2003 P. Ingrao - A. Zanotelli, Non ci sto! Appunti per un mondo migliore - Manni 2003 Karl-Henrik Robèrt, The Natural Step Story - New Society Publisher 2002 N. Chambers - C. Simmons - M. Wackernagel, Manuale delle Impronte Ecologiche. Principi, applicazioni, esempi - Edizioni Ambiente 2002 Gino Girolomoni, Alce nero grida. L agricoltura biologica, una sfi da culturale - Jaca Book 2002 Riccardo Petrella, Il manifesto dell acqua. Il diritto alla vita per tutti - EGA 2001 Massimo Acanfora, Fa la cosa giusta! Guida pratico al consumo critico e agli stili di vita sostenibili a Milano e in Lombardia - Edizioni Terre di Mezzo 2001 AA.VV., La guerra al vivente. Organismi geneticamente modifi cati e altre mistifi cazioni scientifi che Bollati Boringhieri 2001 Lynda Brown, Vivere biologico - Mondadori 2000 Antonella Valer, Bilanci di Giustizia - EMI 2000 Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Lettera a un consumatore del nord - EMI 2000 Marinella Correggia, Manuale pratico di ecologia quotidiana - Mondadori 2000 Francesco Gesualdi, Manuale per un consumo responsabile - Feltrinelli 1999 Enzo Tiezzi - Nadia Marchettini, Che cos è lo sviluppo sostenibile - Donzelli editore 1999 Venetia Villani, La cucina biologica - Mondadori 1999 Internet In cucina

152 In bagno Camera da letto html Rifiuti uti.it utilab.it utinforma.it Mobilità ab-onlus.it Diagnosi, riqualificazione energetica e certificazione Vari

153 i tuoi appunti...

154 i tuoi appunti...

155 Si ringraziano quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo libro: gli alunni e gli insegnanti della Scuola Elementare P. Lioy di Lapio di Arcugnano, coloro che hanno provato per primi la scuola sostenibile Marina Rossi, straordinaria cantastorie e affabulatrice vicentina, autrice della sezione favole di Moscardino Benedetta Pasetto, artista e disegnatrice, curatrice dei disegni introduttivi ai capitoli Irene Bartoli, curatrice dei disegni Agnese Carlan, Fattoria Didattica Biologica di Castegnero Andrea Mercusa e Davide Lanzoni, i tecnici sul comportamento energetico dell edifi cio Banca Etica, in particolare Marco Bianchi per i testi da pag. 116 a pag. 140 gli assessori del Comune di Vicenza, Umberto Lago, Alessandra Moretti e Antonio Marco Dalla Pozza Silvano Golin,Teresa Leodari e Roberto Scalco, responsabili di settori comunali Aldo Campesan, consigliere d amministrazione di AIM Vicenza SpA, Silvio Scacco e Natascha Baratto, Uffi cio comunicazione AIM Vicenza SpA; Ruggero Casolin, Lorenzo Altissimo, Giovanni Bozzo e Maristella Dalla Costa, dirigenti e collaboratori delle varie società di scopo di AIM Vicenza SpA Studio Brand per l impaginazione Legambiente di Vicenza, da tempo impegnata su queste tematiche, ci ha affi ancato con la sua esperienza apprezzando il lavoro presso la scuola di Lapio e rilasciando un certifi cato di riconoscimento. Questa pubblicazione è un iniziativa di AIM Vicenza SpA, Contrà Pedemura S. Biagio 72, Vicenza. Stampato in Safi graf Srl, Via Lago Maggiore 19, Z.I. Schio, Vicenza.

156 Insieme si può Viaggio verso la sostenibilità ambientale e sociale Vivere nell era del digitale, della comunicazione globale, non significa solo inventare e realizzare cose nuove. Bisogna invece avere la saggia capacità di utilizzare e rielaborare quello che già c è. Ho ritenuto di mettere a frutto i cinque anni di ricerche e studi sulla sostenibilità, compreso un biennio di specializzazione presso l Università di Cambridge (Inghilterra), ordinando le molte conoscenze acquisite per condividerle e svilupparle ulteriormente. Pensando al futuro, mi è sembrato fondamentale rivolgermi in prima battuta ai cittadini di domani, rendendoli consapevoli del mondo in cui viviamo, fornendo loro i rudimenti per affrontare il tema della sostenibilità. Fare propria questa idea, avere gli strumenti adatti per tradurla nella vita di tutti i giorni, significa possedere un prezioso e indispensabile salvagente per affrontare la nostra realtà, spinta da un turbinio di mutamenti talvolta irreversibili. Nell elaborare questo vademecum della sostenibilità, ho fatto anche tesoro dell esperienza, diretta e quindi preziosa, condotta sul campo con gli alunni della scuola elementare frequentata dai miei due figli. Così è nato Insieme si può : un viaggio verso la sostenibilità, per una condivisione di conoscenze e di esperienze, anche economicamente interessanti, che diano una mano al mondo e al suo futuro, un po più verde e un po più pulito. David K. Lind david.lind@thenaturalstep.org David K. Lind, di origine irlandese, abita a Vicenza da 10 anni ed è consulente per la sostenibilità di aziende pubbliche e private. Membro del Consiglio e Senior Advisor di The Natural Step, lavora con importanti organismi del settore pubblico e imprenditoriale nell ambito di strategie più sostenibili. Queste strategie si traducono poi in nuovi prodotti e servizi economicamente vantaggiosi, rispettosi dell ambiente e socialmente equi. copia fuori commercio - VIETATA LA VENDITA

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