Introduzione alla Bibbia 1
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- Sabina Bianchini
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1 1 Anno accademico: 2011/2012 Docente: Giovanni Traettino
2 3. IL CANONE 3.1 IL TERMINE Il termine canone (greco kanon = misura; ebraico qā néh = canna per misurare; cfr. l italiano canna ) fu usato per la prima volta da Filone d Alessandria per indicare l insieme dei libri normativi per la fede. È attualmente da noi usato per gli scritti che compongono l Antico e il Nuovo Testamento. Per l Antico Testamento ne fanno parte i 39 libri considerati canonici già dai Giudei. Ad essi la Chiesa Cattolica Romana aggiunge (1563 Concilio di Trento) altri 14 libri o parti di libri, detti da noi Apocrifi (da essi deuterocanonici). Per i 27 libri del Nuovo Testamento sono d accordo tutti i cristiani. 3.2 Il Canone Ebraico L ordine seguito nelle edizioni moderne dell Antico Testamento, è quello dei Settanta. Nella Bibbia ebraica c era invece una triplice ripartizione. a) LA LEGGE (Torah): dalla Genesi al Deuteronomio. b) I PROFETI (Nebiim) divisi in due gruppi: - Anteriori: Giosuè, Giudici, (1 e 2) Samuele, (1 e 2) Re. - Posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele, e i dodici profeti minori. c) GLI SCRITTI (Kethubim, in greco Hagiographa o scritti sacri ): - Poetici e sapienziali: Salmi, Proverbi, Giobbe - Rotoli o Meghillot: Cantico di Salomone, Ruth, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester - Storici: Daniele, Esdra, Nehemia, (1 e 2) Cronache. La Bibbia ebraica è pertanto composta da 24 libri, suddivisi in tre sezioni (cfr. Lc. 24:44): A. La Legge (Torah) Equivalenti nella Bibbia italiana 1. Genesi Genesi 2. Esodo Esodo 2
3 3. Levitico Levitico 4. Numeri Numeri 5. Deuteronomio Deuteronomio B. I Profeti (N e bhi im) Equivalenti nella Bibbia italiana 1. I Profeti anteriori 6. Giosuè Giosuè 7. Giudici Giudici 8. Samuele 1 e 2 Samuele 9. Re 1 e 2 Re 2. I Profeti posteriori 10. Geremia Geremia 11. Ezechiele Ezechiele 12. Isaia Isaia 13. i Dodici (Profeti Minori) Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia C. Gli Scritti (K e thubim - Agiografi) 14. Salmi Salmi 15. Proverbi Proverbi 15. Giobbe Giobbe 17. Cantico dei Cantici Cantico dei Cantici 18. Ruth Ruth 19. Lamentazioni Lamentazioni 20. Ecclesiaste Ecclesiaste 21. Ester Ester 22. Daniele Daniele 23. Esdra Esdra e Nehemia 24. Cronache 1 e 2 Cronache Talvolta la divisione in libri, in uno schema o nell altro, dipende dalla semplice esigenza di disporre di rotoli di una lunghezza maneggevole, prima dell invenzione del moderno libro a codice. (G. Allen) Prove della canonicità 3
4 Già nel periodo pre-cristiano, per quel che riguarda l Antico Testamento, ci furono discussioni tra diverse scuole teologiche sulla delimitazione del canone veterotestamentario. E nei primi secoli del Cristianesimo la questione fu ripresa anche da Padri molto influenti. Agostino, che tentò una ambigua difesa degli apocrifi, e Attanasio che sosteneva la loro esclusione dal canone. Al tempo di Gesù, non c era ancora unanimità tra i Giudei sul canone. I Sadducei riconoscevano come ispirato e autorevole solo il Torah o Pentateuco (per questo potevano mettere in discussione l esistenza di angeli, spiriti e la resurrezione dei morti), mentre l altro grande partito, i Farisei, riconosceva tutto l Antico Testamento ebraico così come noi lo conosciamo. Chiaramente il Pentateuco era il fondamento della vita nazionale di Israele; già nel deserto troviamo numerose esortazioni a custodire gelosamente e mettere in pratica questo libro della Legge (cfr. Deut. 6:1-9, 28:58, 30:10, Gios. 1:8, ecc.). Ma anche gli altri libri del canone ebraico godevano di grande stima e autorità - per esempio, i libri dei profeti portano con sé la propria autorità - e già al tempo di Esdra e Neemia (metà del V sec. a.c.) è probabile che la maggior parte del canone era già formato. Verso la fine del I sec. d.c., ebbero luogo a Jabneh o Jamnia dei dibattiti tra studiosi ebraici sulla composizione del canone, e certamente da quel periodo il canone è rimasto praticamente fisso. La testimonianza di Giuseppe Flavio, nel suo libro Contra Apionem (95 d.c.), è molto importante: Noi non abbiamo decine di migliaia di libri, discordi e contrastanti tra di loro, ma solo ventidue libri (un diverso raggruppamento dello stesso elenco di libri che è nel nostro canone dell Antico Testamento) contenenti i ricordi di ogni tempo, e che giustamente sono creduti divini. E ancora: Da Artaserse (successore di Serse) sino al nostro tempo ogni cosa è stata scritta, ma non è sembrata degna di una fiducia simile a quella data ai libri precedenti, perché era cessata l esatta successione dei profeti. Ma quale fiducia abbiamo riposto nei nostri scritti è evidente dal nostro comportamento: perché pur essendo passato cosi lungo tempo, nessuno di noi ha mai osato aggiungervi alcunché o togliervi qualcosa o alterarli in qualche modo. In epoca moderna si sono cercati di stabilire diversi criteri come prove di canonicità: l età, la lingua ebraica, la conformità dei libri alla Legge, ecc. 4
5 L unico criterio valido della canonicità. Dopo aver tanto discusso ed esaminato, l unico criterio valido della canonicità rimane la testimonianza dello Spirito Santo alla Sua stessa parola che venne cosi ricevuta dal popolo di Dio che camminava nell alleanza in amicizia con Lui e che accolse tali libri con fede e sottomissione (G.L. Archer, op. cit.., pag. 84). Ben dice lo Young (C.F.H. Henry, op. cit., pag. 214). A questi e ad altri criteri proposti dobbiamo rispondere negativamente. I libri canonici dell Antico Testamento furono divinamente rivelati ed i loro autori erano uomini santi che parlavano sospinti dallo Spirito Santo. Nella Sua Santa Provvidenza Iddio fece sì che il Suo popolo riconoscesse e ricevesse la Sua Parola. Come Egli mettesse la convinzione nel loro cuore relativa all identità della Sua Parola, è cosa che non possiamo comprendere pienamente o spiegare. Possiamo tuttavia seguire il nostro Signore che appone l imprimatur della Sua infallibile autorità ai libri dell Antico Testamento. 3.3 Gli Apocrifi Il termine apocrifi è usato da noi in rapporto a 14 o 15 documenti composti nel corso dei due ultimi secoli a.c. e del primo d.c. e che la Chiesa Cattolica (col nome di Deuterocanonici), la Chiesa Greco-Ortodossa, ma anche alcuni studiosi liberali protestanti, considerano parte del canone dell Antico Testamento. Qui di seguito ne diamo l elenco: 1. Il terzo libro di Esdra (nella LXX chiamato 1 Esdra) 2. Il quarto libro di Esdra (nella LXX chiamato 2 Esdra) 3. Tobia 4. Giuditta 5. Aggiunte al libro di Ester 6. Sapienza di Salomone 7. Ecclesiastico o Sapienza di Gesù figlio di Sirach 8. Baruch 9. Epistola di Geremia (in alcune edizioni inclusa nel libro di Baruch di cui forma l ultimo capitolo) 10. La preghiera di Azaria ed il Cantico dei tre giovani nella fornace ardente (fanno parte delle aggiunte al libro di Daniele) 5
6 11. La storia di Susanna (fa parte delle aggiunte al libro di Daniele) 12. L impostura dei sacerdoti di Bel e la storia del Dragone (fanno parte delle aggiunte al libro di Daniele) 13. La preghiera di Manasse (di cui si parla in 2 Cronache 33:11-13) 14. Il primo libro dei Maccabei 15. Il secondo libro dei Maccabei (G. Douglas Young, in C.F.H. Henry, op. cit., pag. 218). Il problema La Chiesa Cattolica Romana dal 1564 considera alcuni di questi libri (Tobia, Giuditta, Sapienza di Salomone, Ecclesiastico, Baruch, l e 2 Maccabei, alcune aggiunte ai libri di Ester e Daniele) ispirati come gli altri dell Antico Testamento. È corretta questa posizione, o devono essere omessi? A favore dell inclusione - Alcuni libri del Nuovo Testamento rifletterebbero il pensiero degli Apocrifi e perfino li citerebbero, mettendoli così sullo stesso piano degli altri libri dell Antico Testamento. - Gli autori del Nuovo Testamento citano spesso l Antico Testamento dalla traduzione greca dei Settanta, e questa comprendeva anche gli apocrifi. - La Chiesa primitiva (con Ireneo, Tertulliano, Clemente Alessandrino ed Origene, che li citano) avrebbe per questo accettato gli apocrifi come Scritture. - Nelle catacombe sono rappresentati episodi da questi libri. - Il Vaticano, l Alessandrino ed il Sinaitico contengono i libri apocrifi in mezzo al canone ebraico. - La Chiesa siriaca aveva accettato questi libri. - La Chiesa greca (orientale) ritornò al preteso atteggiamento della chiesa primitiva accettando tutti i libri apocrifi (IV secolo). A favore dell esclusione - Il Nuovo Testamento non cita mai gli apocrifi. 6
7 - Il fatto che i Padri della Chiesa li citassero non significa che li considerassero Scritture. Si veda la posizione di Agostino su Giuditta e quella di Ilario di Poitiers (IV sec.), Rufino (V sec.), Girolamo (V sec.) su tutta la materia. - Girolamo in particolare considerava canonici i libri del canone ebraico, ecclesiastici gli altri. - Atanasio enumera come canonici i 22 libri del Canone ebraico, che sono quelli contenuti nelle Bibbie di edizione evangelica. Ed enumera anche i 27 libri del Nuovo Testamento. Gli apocrifi non sono inclusi nel canone, ma destinati alla lettura. - L elenco più antico disponibile dei libri canonici dell Antico Testamento, quello di Melitone di Sardi (170 d. C. ca.), non contiene nessuno dei libri apocrifi. - La Storia Ecclesiastica (1, 25) di Origene (+ metà del III sec.) riporta un elenco di soli 22 libri. - Le condizioni richieste dai Giudei: a. Appartenenza al periodo profetico, che va da Mosè ad Artaserse ( a.c.) (vedi Giuseppe Flavio). b. Contenuto storicamente o teologicamente accettabile e nell ordine tradizionale. c. Lingua ebraica. Importanza del canone ebraico I Giudei consideravano Scritture solo quei 39 libri che oggi leggiamo nelle nostre edizioni. Questo era il canone ebraico ai tempi di Gesù Cristo. Nessun apocrifo vi era compreso. Metzger osserva che Il processo di inclusione nel canone fu complesso e misterioso (vedi C.F.H. Henry, op. cit., pag. 228). Gli altri criteri adottati di volta in volta si applicano ad alcuni libri, ma ne escludono altri. La triplice suddivisione ebraica Si veda in proposito quello che dice Gesù in Luca 24:44: Bisognava che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi, fossero adempiute. 7
8 Valore non determinante della posizione di alcuni Padri della Chiesa I Padri che accettarono gli apocrifi uscirono dalla tradizione dei Giudei e di Gesù. Bene fecero i Padri che si opposero a questa posizione e distinsero i libri in canonici ed ecclesiastici. Il fatto poi che gli apocrifi fossero conservati ad Alessandria e non in Palestina, che essi compaiono nei MSS del IV sec. d.c. e successivi, che l atteggiamento dei Giudei sia d Alessandria che della Palestina fosse lo stesso di quello di Gesù, sono tutti elementi degni di nota. La posizione del Nuovo Testamento Non v è alcuna prova che il Nuovo Testamento citi questi libri. Nel pensiero degli autori del Nuovo Testamento ci sono come canonici dell Antico Testamento solo i libri del canone ebraico. Qual è il valore degli apocrifi? Essi non possono in alcun modo far parte della Scrittura che Gesù, i Giudei e la Chiesa primitiva usavano e approvavano. Sono però utili per la pietà se li si legge per edificazione e al filtro del canone ispirato della Parola di Dio, nonché in qualche caso (1 Maccabei) per documentazione storica. 3.4 Il Canone del Nuovo Testamento In che modo e perché la Chiesa accettò i 27 libri del Nuovo Testamento come canonici? a. Posizione cattolica: - il canone visto in se stesso (quoad se) possiede autorità propria; - il canone visto in rapporto a noi (quoad nos) trae il suo riconoscimento dalla Chiesa. La Chiesa è la madre della Scrittura. La Chiesa con la sua autorità infallibile garantisce il canone ai credenti. b. Posizione della Riforma La Chiesa non ha un autorità infallibile. L autorità del canone della Scrittura dipende: 1. in primo luogo dalla auto-autenticazione delle Scritture (cioè dalle prove che la Scrittura dà di se stessa come Parola di Dio); 2. dalla testimonianza interiore dello Spirito nel cuore dei credenti (testimonium spiritus internum). Bene ha detto qualcuno che il fatto che 8
9 Giovanni il Battista avesse riconosciuto Gesù come il Messia, non significa che l autorità di Gesù si fonda su quel riconoscimento. 3. Il consensus del Corpus Christianorum (Non la gerarchia ma la Chiesa). c. Posizione del razionalismo J.S. Semler ( ) sostenne che il canone riceve autorità dalla coscienza illuminata dell uomo religioso. In questo modo, l autorità passa dal canone all uomo religioso. d. Posizione della teologia neo-ortodossa recente L autorità del canone va accettata perché e in quanto Dio ci parla nei libri del canone. Il contenuto essenziale del Vangelo è un canone nel canone. Il Kerygma predicato è e diventa canone. L idea neo-testamentaria di Canone Il canone neo-testamentario è la narrazione distinta e autorevole di ciò che avvenne quando il tempo fu compiuto. Il suo significato di norma direttiva e stabile di fede e di vita, è dato dalla stessa narrazione neo-testamentaria della redenzione (Herman Ridderbos, La Rivelazione e la Bibbia, p. 243). Il contributo dello studio di concetti come apostolo, testimone, tradizione. Apostolo (giurisprudenza ebraica: sjaliach il sjaliach di una persona è come la persona stessa ) Chi riceve voi riceve me; e chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato (Mt. 10:40; Gv. 13:20). Gli apostoli, scelti per mezzo dello Spirito Santo (Atti 1:2), riempiti dello Spirito Santo che è lo Spirito di verità, saranno guidati in ogni verità (Gv. 14:26; 15:26; 16:13-15). In Ebrei 2:4 e segg. essi sono paragonati agli angeli dell Antico Testamento, come coloro che dovevano trasmettere la rivelazione. La salvezza che è apparsa in Gesù Cristo, proclamata dapprima dal Signore stesso, ci fu validamente attestata dagli apostoli (H. Ridderbos, op. cit., pag. 244). Testimone - Nel Nuovo Testamento gli apostoli sono i testimoni della salvezza rivelata in Cristo. Essi sono testimoni oculari della salvezza, ed in questa veste depongono davanti alla Chiesa nascente e al mondo intero. Questa testimonianza è il contenuto della predicazione apostolica, la quale diventa così il fondamento della Chiesa che ad essa è vincolata (Mt. 16:18; Ef. 2:20,2l; Ap. 21:14). Gli apostoli l hanno affidata alla Chiesa come 9
10 depositum custodi (1 Tim. 6:20; 2 Tim. 1:14; 2:2). La Chiesa deve proteggerlo al di sopra di ogni altra cosa. Tradizione (paradosis) - Non ha carattere indefinito, nel senso di essere la somma di quanto si trasmette tramite la collettività. Tradizione è ciò che è stato trasmesso con piena autorità. La sua importanza dipende dalle persone nelle quali risiede la fonte della tradizione. Nel Nuovo Testamento queste persone sono gli apostoli. Il Kerigma e la testimonianza apostolica formano la base e l autorità della tradizione neo-testamentaria. Vedi 1 Cor. 15:1-3 (H. Ridderbos, op. cit., pag ). Sulla base di queste premesse si osserva che: L autorità del canone è esclusiva per l autorizzazione conferita agli apostoli da Cristo stesso. Il Canone è una unità qualitativamente chiusa, in conformità al carattere unico e non ripetibile della testimonianza apostolica. Il Canone è fissato e stabilito in conformità al suo compito di fondamento e depositum custodi della Chiesa (H. Ridderbos, op. cit., pag. 247) Che questo canone del Nuovo Testamento sia invero il canone di Cristo non può essere garantito al di là di ogni possibilità di dubbio attraverso una dimostrazione storica e l abilità esegetica. Ma certamente l indagine ci insegna con estrema chiarezza due cose: Da un lato ci insegna a vedere Cristo che dà alla Chiesa un fondamento stabile, promettendo di costruire su esso la Sua Chiesa. Dall altro canto ci insegna a vedere la Chiesa, che, nella formazione del canone, non fa altro che additare con gran sicurezza il fondamento sul quale è edificata (H. Ridderbos, op. cit., pag. 254). Processo storico di formazione del Nuovo Testamento (cfr. Manley, op. cit., pag ) 1. I secolo - Le Scritture vengono scritte, copiate e distribuite. Quasi tutto il Nuovo Testamento è scritto prima della caduta di Gerusalemme (70 d.c.). 2. Prima metà del II secolo - I libri del Nuovo Testamento vengono letti e citati come autorità nelle chiese. 3. Seconda metà del II secolo - Accolti accanto all Antico Testamento e considerati come Sacra Scrittura, tradotti e commentati (Papia, Clemente d Alessandria). 10
11 4. III secolo - I libri del Nuovo Testamento raccolti insieme in un testo unico chiamato Nuovo Testamento (Tertulliano, 200 d.c.). Processo di cernita e separazione da altri libri (Vangeli apocrifi, Vangeli dell infanzia, Apocalisse di Pietro, ecc.). Questo processo equivale alla formazione del Canone. 5. IV secolo - Il canone stabilito. Molte chiese accettano il canone come lo leggiamo oggi. Eusebio (316) ci dà la situazione al suo tempo: a. Tutti riconoscono come canonici: i 4 evangeli, Atti, epistole di Paolo (compresa quella agli Ebrei anche se ne è incerto l autore), 1 Pietro, 1 Giovanni, Apocalisse. b. Discussi da alcuni, ma ammessi dalla maggioranza: Giacomo, 2 Pietro (dubbia), 2 e 3 Giovanni, Giuda. c. Spuri: Atti di Paolo, Didaché, il Pastore di Erma. Segue una quarta lista di libri eretici e assurdi. d. Una generazione dopo, Atanasio accetta tutto il Nuovo Testamento quale è oggi. Il terzo Concilio di Cartagine (397) ordina che oltre alle scritture canoniche, nulla fosse letto come Sacra Scrittura. In questo modo e da quel punto in poi terminarono tutte le controversie. 11
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