Le Organizzazioni Non Profit

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1 Organizzazione dei Servizi Sociali Le Organizzazioni Non Profit Scienze filosofiche e dell educazione Prof. Mauro Serio

2 2 Il programma Scopo del corso Le finalità del Welfare State e la sua evoluzione. La riforma sanitaria e la riforma sociale in Italia. Government e Governance. Organizzare per processo e per scopo. Decentramento: sussidiarietà verticale e sussidiarietà orizzontale. Gli attori istituzionali della rete. Le organizzazioni non profit. La struttura della rete. Le funzioni nella rete. Le reti per anziani, per i minori, per l integrazione sociale. Le reti di immigrati e i servizi per immigrati.

3 3 La Società Civile Per quanto egoista possa essere considerato l uomo, nella sua natura sono chiaramente presenti alcuni principi che lo rendono partecipe delle fortune altrui, e che gli rendono necessaria la felicità degli altri, sebbene egli non ottenga da essa nient altro che il piacere di contemplarla. Adam Smith Dire vita civile è dire reciprocità. Cooperazione, amicizia, contratti, conflitti, famiglia, amore, sono relazioni ben diverse tra di loro, ma hanno un tratto in comune: sono tutte faccende di reciprocità.

4 4 Tre paradigmi UTENTE: Il consumatore dei servizi di welfare è un mero utente degli stessi e pertanto un soggetto la cui unica reale opzione di scelta è quella della protesta. (Operatore Utente) CLIENTE: questi è un soggetto che, dotato di potere d acquisto, ha sempre ragione e ciò nel senso che, almeno in un certo ambito, esercita una vera e propria sovranità, dalla quale discende la sua possibilità di impiego dell opzione uscita. (Professionista Cliente) CITTADINO: il quale non si limita a consumare i servizi che preferisce, e che altri hanno deciso di produrre, ma pretende di concorrere a definire congiuntamente con i vari soggetti di offerta, le caratteristiche qualitative di quello di cui ha bisogno. (Artigiano 1 Cittadino)

5 5 Servizi sociali e enti pubblici Servizi gestiti da Enti Pubblici Servizi finanziati da Enti Pubblici e gestiti da terzi Servizi gestiti da privati in cui l Ente Pubblico paga una retta corrispondente a prestazioni erogate. Servizi gestiti da privati a cui l Ente Pubblico eroga contributi (solitamente a progetto o una tantum) Servizi privati finanziati da liberalità (e/o attraverso le fondazioni)

6 6 Il terzo settore Il mercato non è riuscito a garantire servizi sociali di qualità e per lo più si è ritirato dal settore (fallimento del mercato) Lo Stato ha sempre maggiori difficoltà a gestire direttamente i servizi sociali in una società in rapida evoluzione, con nuovi bisogni e aspettative, producendo, burocrazie, costi elevati e scarsi livelli qualitativi. (fallimento dello stato) A causa di questo doppio fallimento acquisiscono sempre maggior importanza le ONP (Organizzazioni Non Profit) che vengono inquadrate in un ambito concettuale definito Terzo Settore (non stato e non mercato)

7 7 Un concetto economico Il concetto di terzo settore (come quello di ONP) raggruppa organizzazioni molto diverse tra loro. Sono accomunate dal principio di non poter distribuire gli utili, se non in minima parte, tra i loro proprietari. Questo non significa che non possono produrre utili, ma che gli utili di bilancio devono essere principalmente utilizzati per gli scopi dell'organizzazione (reinvestimento degli utili) Per altri aspetti tali organizzazioni sono significativamente diverse, e regolate da diverse normative.

8 8 Un concetto economico Il concetto di terzo settore (come quello di ONP) raggruppa organizzazioni molto diverse tra loro. Sono accomunate dal principio di non poter distribuire gli utili, se non in minima parte, tra i loro proprietari. Questo non significa che non possono produrre utili, ma che gli utili di bilancio devono essere principalmente utilizzati per gli scopi dell'organizzazione (reinvestimento degli utili) Per altri aspetti tali organizzazioni sono significativamente diverse, e regolate da diverse normative.

9 9 Cooperative sociali Le cooperative, nate alla fine del 1800, hanno come fine la mutualità interna ovvero produrre una utilità per i propri soci (lavoro, merci e servizi a prezzi vantaggiosi o di qualità, ecc.) Verso la fine degli anni '70 si moltiplicano esperienze che alla mutalità interna associano una mutualità esterna (produrre beni e servizi per certi settori della comunità, solitamente svantaggiati) Il settore ha avuto un rapido sviluppo negli anni '90, anche a causa delle esternalizzazioni degli enti locali.

10 10 Nascita delle Coop sociali Una causa già citata e relativa alla crisi finanziaria di quegli anni è legata alle esternalizzazioni promosse dall'ente pubblico. In alcuni casi era lo stesso ente a promuovere la nascita di una cooperativa per gestire particolari servizi. Altra causa è riscontrabile nell'iniziativa dei lavoratori del sociale, per crearsi condizioni lavorative e professionali più adeguate pur mantenendo un forte spirito etico di impegno verso alcune fasce di popolazione, e verso un ideale di partecipazione civile e anche economica. Molte cooperative nascono da precedenti associazioni di volontariato, per darsi strumenti più idonei a gestire servizi più complessi.

11 11 Specificità delle Coop sociali La doppia mutualità, interna ed esterna. La necessità di operare in un settore gradualmente abbandonato sia dallo stato che dal mercato, a differenza di altre cooperative che operano nei normali mercati (coop di consumo, coop edili, coop di lavoro, coop agricole, ecc.) Per questi motivi si è sentita la necessità di regolare in modo specifico tali cooperative, riconoscendone la loro peculiarità. La prima proposta legislativa è del 1981, ma solo dieci anni dopo si approva la legge 381/91 che regolamenta le cooperative sociali distinguendole in cooperative di tipo A e B

12 12 Legge delle Coop sociali Art. 1 legge 381/1991 Le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini (mutualità esterna) attraverso: la gestione dei servizi socioassistenziali ed educativi (coop di tipo A); lo svolgimento di attività diverse agricole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. (coop di tipo B)

13 13 Il volontariato E' opinione diffusa che il volontariato sia fondato su due concetti che lo contraddistinguono: SOLIDARIETA' e GRATUITA' Solidarietà è connessa all'identità personale, legarsi agli altri è anche la condizione per riconoscere il senso di quello che facciamo. Molto spesso si fa riferimento al concetto di UGUAGLIANZA. Il concetto di uguaglianza deve confrontarsi con il fatto che tutti gli individui SONO DIVERSI. Il concetto va quindi specificato: UGUAGLIANZA DI COSA?

14 14 Gratuità e dono Il dono viene connesso alla creazione di legami. La logica del mercato e dello stato necessità di relazioni formali e di considerare le persone individui astratti per poter applicare a tutti le stesse norme e condizioni. (la legge è uguale per tutti, un contratto è impersonale e regola il rapporto tra i contraenti indipendentemente da chi sono i firmatari, il valore del denaro è indipendente da chi lo possiede, ecc.). Le persone continuano a costruire legami personali, non formali o astratti, creando reti sociali. Il principio della gratuità e del dono permea tali reti sociali, ne garantisce la costituzione e il funzionamento. É alla base della condivisione, di risorse, valori, idee, informazioni. E' cosa ben diversa dallo scambio.

15 15 Beni posizionali e relazioni I beni posizionali permettono di definire uno status sociale attraverso il possesso e l'esposizione del bene (un tipo di casa, di auto, di cellulare, di capo di abbigliamento). Acquistare un bene posizionale è più semplice che creare e mantenere relazioni. Purtroppo decadono in fretta e vanno sostituiti. Per farlo occorre procurarsi altro denaro, lavorare di più, avendo ancora meno tempo per creare e mantenere relazioni (familiari, amicali, di vicinato o comunità). E' possibile ritrovarsi all'interno di circoli viziosi che vengono definiti TRAPPOLE DELLA POVERTA' RELAZIONALE: per avere beni lavoro di più e ho meno relazioni, per definire il mio status, avendo meno relazioni, devo quindi rinnovare frequentemente i beni posizionali che perdono velocemente valore e lavorare di più, a scapito ancora una volta delle relazioni.

16 16 Capitale sociale e fiducia L'intreccio delle relazioni basate sul dono e sulla gratuità sono alla base della produzione di Capitale Sociale e/o di quella che viene definita Fiducia Generalizzata. Possiamo considerare il Capitale Sociale come il livello di fiducia, l'insieme dei valori, degli stili di vita, delle norme di comportamento che quando interesse privato e interesse collettivo non coincidono, orientano le scelte individuali verso l'interesse collettivo. Il mercato consuma nel suo funzionamento fiducia e capitale sociale. Questo deve essere creato, rigenerato. E' opinione condivisa che le associazioni di volontariato e di promozione sociale svolgano l'indispensabile funzione di creare e rigenerare il capitale sociale e la fiducia generalizzata.

17 17 Associazioni e fondazioni Art Codice Civile Disciplina delle associazioni riconosciute e non, delle fondazioni e dei comitati. La differenza tra associazioni e fondazioni consiste nel fatto che la legge conferisce personalità giuridica, nel caso delle associazioni, a un complesso di persone, mentre per le fondazioni ad un complesso di beni destinati ad uno scopo. L'atto costitutivo di un'associazione è sempre un contratto cui partecipano obbligatoriamente più persone, mentre per le fondazioni è invece un negozio unilaterale e può essere originato anche da una sola persona.

18 18 Volontariato LEGGE 11 agosto 1991, n. 266 Legge-quadro sul volontariato. Art. 2. Attività di volontariato 1. Ai fini della presente legge per attività di volontariato deve intendersi quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà. 2. L attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere soltanto rimborsate dall organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l attività prestata, entro i limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse. 3. La qualità di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di lavoro subordinato o autonomo e con ogni altro rapporto di contenuto patrimoniale con l organizzazione di cui fa parte.

19 19 Associazioni di promozione sociale Legge 383/2000 Disciplina delle Associazioni di Promozione Sociale Art. 1. (Finalità e oggetto della legge) 1. La Repubblica riconosce il valore sociale dell'associazionismo liberamente costituito e delle sue molteplici attività come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo; ne promuove lo sviluppo in tutte le sue articolazioni territoriali, nella salvaguardia della sua autonomia; favorisce il suo apporto originale al conseguimento di finalità di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale. Art. 2. (Associazioni di promozione sociale) 1. Sono considerate associazioni di promozione sociale le associazioni riconosciute e non riconosciute, i movimenti, i gruppi e i loro coordinamenti o federazioni costituiti al fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi, senza finalità di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati.

20 20 Associazioni di promozione sociale Rientrano ad esempio in questa categoria associazioni come l ARCI, le ACLI, l ENDAS, ecc. Art.4 f) proventi delle cessioni di beni e servizi agli associati e a terzi, anche attraverso lo svolgimento di attività economiche di natura commerciale, artigianale o agricola, svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali; Art. 18. (Prestazioni degli associati) 1. Le associazioni di promozione sociale si avvalgono prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali. 2. Le associazioni possono, inoltre, in caso di particolare necessità, assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo, anche ricorrendo a propri associati.

21 21 CSV Centro servizi volontariato Decreto del Ministero del Tesoro 8 ottobre 1997 Modalità per la costituzione dei fondi speciali per il volontariato presso le regioni. Art. 4. Compiti dei centri di servizio. 1.I centri di servizio hanno lo scopo di sostenere e qualificare l attività di volontariato. a) approntano strumenti e iniziative per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative di volontariato e il rafforzamento di quelle esistenti; b) offrono consulenza e assistenza qualificata nonché strumenti per la progettazione, l avvio e la realizzazione di specifiche attività; c) assumono iniziative di formazione e qualificazione nei confronti degli aderenti ad organizzazioni di volontariato; d) offrono informazioni, notizie, documentazione e dati sulle attività di volontariato locale e nazionale.

22 22 Fondazioni Fondazione operativa gestisce con la propria organizzazione dei servizi Fondazione erogativa sostiene servizi e prestazioni erogate da altre organizzazioni (finanzia attori sociali che erogano servizi. Fondazione mista In Italia c'è stata un prevalenza delle fondazioni operative, fino al momento in cui sono state costituite le fondazioni di origine bancaria (FOB).

23 23 Fondazioni O.B. Esito della trasformazione delle Casse di Risparmi e di altre banche a controllo pubblico avviata con la legge 218/1990 e successivi decreti attuativi (Amato-Ciampi). Il settore delle Fondazioni erogative diviene rilevante, avendo queste fondazioni ingenti patrimoni. L'assenza di un fondatore ha influenzato gli scopi delle FOB. Sono state definite come patrimoni in cerca di uno scopo

24 24 I cittadini Sono o possono essere reali attori delle reti di servizi del welfare? Certamente coloro che si associano e i professionisti del welfare, ma sono una piccola parte. Torniamo al concetto di cittadino: Informato Competente Partecipativo Necessità di capabilities (abilità + risorse) e quindi di processi di empowerment

25 25 Gli attori principali del privato sociale Cooperative Sociali (di tipo A e B) Parlare di sussidiarietà per la Cooperazione Sociale significa la valorizzazione delle persone che lavorano nell impresa, per valorizzarne il contributo, soprattutto quello relazionale. Significa anche rifiutare l ipotesi che la competizione venga concepita in termini darwiniani, quale eliminazione dei concorrenti dal mercato. La risposta va intesa come costruzione di reti di collaborazione, possibilmente orizzontali, e di strutture associazionistiche che siano in grado di promuovere lo sviluppo di ogni entità. Associazioni di volontariato e promozione sociale "La Regione Emilia-Romagna riconosce il ruolo dell associazionismo come espressione di impegno sociale e di autogoverno della società civile e ne valorizza la funzione per la partecipazione alla vita della comunità regionale", in particolare grazie alla L.r. n. 34/2002: "Norme per la valorizzazione delle associazioni di promozione sociale". Fondazioni e Fondazioni di Origine Bancaria Ente senza finalità di lucro con una propria sorgente di reddito che deriva normalmente (ma non esclusivamente) da un PATRIMONIO. Questo ente ha il suo organo di governo ed usa le proprie risorse finanziarie per scopi educativi, culturali, religiosi, sociali o altri scopi di pubblica utilità, sia sostenendo persone ed associazioni, sia organizzando e gestendo direttamente i suoi programmi.

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