REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA COMUNE DI QUARTU SANT'ELENA STRADA STATALE LOTTO 2 REALIZZAZIONE DI 3 ROTATORIE, SISTEMAZIONE ASSE STRADALE E

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1 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA COMUNE DI QUARTU SANT'ELENA STRADA STATALE LOTTO 2 REALIZZAZIONE DI 3 ROTATORIE, SISTEMAZIONE ASSE STRADALE E CONNESSA VIABILITÀ COMPLEMENTARE PROGETTO PRELIMINARE - DEFINITIVO PER APPALTO INTEGRATO REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO GRUPPO DI LAVORO Coordinamento e progettazione Stradale: Ing. Alessandro Tanca Progettazione idraulica e impiantistica: Ing. Luciano Biggio Acustica: Ing. Alberto Collu Geologia: Dott. Mauro Pompei Archeologia: Dott.ssa Danila Artizzu Agronomia: Dott. Raimondo Congiu Biologia: Dott.ssa Carla Zucca Topografia: Geom. Franco Bacchiddu Coordinamento della sicurezza: Ing. Simone Trombino Agosto 2015 Emissione M. Pompei A. Tanca P. A. Trombino TITOLO 04 - GEOLOGIA E GEOTECNICA RELAZIONE GEOLOGICA TAVOLA N SCALA GE02 Commessa Sottocommessa - S135EP062.QSE S135C15.QSE Dolmen s.r.l. (MANDANTE) Servizi integrati all'ingegneria s.r.l. (CAPOGRUPPO) Dott. Geol. Mauro Pompei (MANDANTE) IL DIRIGENTE DEL SETTORE LL.PP. IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO PER IL RTI IL GEOLOGO DOTT. ING. ANTONELLA CACACE DOTT. ING. PIERO ALBERTO TROMBINO DOTT. GEOL. MAURO POMPEI

2 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) I RELAZIONE GEOLOGICA

3 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) II INDICE 1. INTRODUZIONE PREMESSA QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO UBICAZIONE DELL AREA DI INTERVENTO DESCRIZIONE SOMMARIA DEL PROGETTO OBIETTIVI E FASI DEL LAVORO MODELLO GEOLOGICO CONTESTO GEOLOGICO ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO LOCALE Depositi eluvio-colluviali Depositi alluvionali ASSETTO TETTONICO CLASSIFICAZIONE SISMICA DELL'AREA VULNERABILITÀ SISMICA ASSETTO MORFOLOGICO ED IDROGRAFICO ASSETTO IDROGEOLOGICO STRATIGRAFIA DEI TERRENI INTERESSATI DALLE OPERE STRADALI Strada statale Complanare CATEGORIA DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE PROFILI SISMICI MASW MASW MASW MASW MASW MASW PARAMETRI DEL NODO SISMICO DI RIFERIMENTO SUGGERIMENTI OPERATIVI / PROGETTUALI ED INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI CRITICITÀ INTERAZIONE TRA OPERE IN PROGETTO E SUBSTRATO GEOLOGICO SCAVABILITÀ DEL SUBSTRATO PREPARAZIONE DEL TRACCIATO STRADALE GESTIONE DELLE TERRE DI SCAVO PERICOLOSITÀ GEOLOGICA DELL'AREA SECONDO IL PAI ED IL PSFF CRITICITÀ GEOMORFOLOGICHE ED IDROGRAFICHE CONCLUSIONI... 37

4 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 1 1. INTRODUZIONE 1.1 PREMESSA Nell ambito delle previste attività di «Eliminazione delle intersezioni a raso presenti sulla Strada Statale 554» sono in fase di progettazione definitiva gli interventi relativi al «Lotto 2» che si esplicheranno nella «Realizzazione di n. 3 rotatorie, sistemazione asse stradale e connessa viabilità complementare in territorio di Quartu Sant'Elena». In tale contesto, lo scrivente geologo Dott. MAURO POMPEI (1) componente del composto dalla SERV.IN INGEGNERIA S.R.L. e dalla DOLMEN S.R.L. affidatarie delle attività di progettazione definitiva ha eseguito, in ottemperanza alla normativa vigente e nell ambito delle proprie competenze, gli studi geologici, geotecnici ed idrogeologici, la direzione delle indagini geognostiche necessarie alla caratterizzazione e modellazione geologico geotecnica dell area di intervento. La buona conoscenza dei luoghi maturata in occasione di studi a carattere geologico e geotecnico effettuati in passato nel medesimo ambito territoriale per altre iniziative edilizie, ha fornito un ulteriore supporto all analisi dei luoghi e ha consentito di ottimizzare la programmazione dell indagine geognostica da eseguirsi per affrontare le specifiche problematiche e formulare un esauriente modellazione geologica e geotecnica del tracciato stradale utile alla corretta progettazione delle opere. I risultati dell analisi sono l oggetto della presente RELAZIONE GEOLOGICA incentrata sugli aspetti geologici s.l. e sulle problematiche inerenti la pericolosità geologica dei luoghi di intervento. La campagna geognostica eseguita in questa sede si è articolata in sondaggi geognostici a carotaggio continuo approfonditi di 2,50 m dal p.c., prove penetrometriche continue dinamiche DM30 e prove di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche granulometriche e meccaniche dei terreni ai fini stradali. Nel rispetto della normativa sismica sono state eseguite prospezioni geofisiche di tipo MASW per la definizione delle Vs QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO La presente relazione è stata redatta con diretto riferimento alla seguente normativa: Circolare C.S. LL.PP. n. 617 del «Istruzioni per l applicazione delle nuove Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M »; D.M «Norme Tecniche per le Costruzioni»; Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del «Modifiche ed integrazioni all Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri»; (1) Albo Geologi della Regione Sardegna N. 211 Sezione A.

5 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 2 Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica»; D.M. LL.PP «Norme tecniche per la costruzione in zone sismiche»; Circolare n. 218/24/3 del «Istruzioni applicative per la redazione della Relazione Geologica e della Relazione Geotecnica»; D.M. LL.PP «Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione»; Circ. Min. LL.PP. n del che prevede l obbligo di sottoporre tutte le opere civili pubbliche e private da realizzare nel territorio della Repubblica, alle verifiche per garantire la sicurezza e la funzionalità del complesso opere-terreni ed assicurare la stabilità complessiva del territorio nel quale si inseriscono»; Legge n. 64 del «Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche», che prevede l obbligatorietà dell applicazione per tutte le opere, pubbliche e private, delle norme tecniche che saranno fissate con successivi decreti del Ministero per il Lavori Pubblici; Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) adottato dalla Giunta Regionale con D.G.R. n. 54/33 del e reso esecutivo con Decreto Assessoriale n. 3 del con pubblicazione nel BURAS n. 8 dell ; Decreto del Presidente della R.A.S. n. 35 del «Norme di Attuazione del P.A.I.»; D. Lgs , n. 163 «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE»; D. Lgs , n. 152 «Norme in materia ambientale»; A.G.I «Raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche». 1.3 UBICAZIONE DELL AREA DI INTERVENTO La tratta stradale oggetto di intervento si sviluppa nel settore periferico settentrionale dell'abitato di Quartu Sant'Elena tra lo svincolo con la S.S. 125 e la rotatoria del Margine Rosso ed esattamente dal km al km I riferimenti cartografici sono rappresentati da: Foglio 557 CAGLIARI dell'i.g.m.i. [scala 1:50.000] Foglio 557-III CAGLIARI dell'i.g.m.i. [scala 1:25.000] Sezione SELARGIUS della C.T.R. [scala 1:10.000] Sezione QUARTU SANT'ELENA della C.T.R. [scala 1:10.000]

6 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 3 FIGURA 1 - Ubicazione degli interventi in progetto. Stralcio cartografia I.G.M.I. Foglio 557-III CAGLIARI in scala 1:

7 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 4 FIGURA 2 - Ubicazione degli interventi in progetto. Stralcio cartografia C.T.R. Sezione SELARGIUS e QUARTU S.E. in scala 1:

8 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 5 FIGURA 3 - Ubicazione degli interventi in progetto. Inquadramento ortofotogrammetrico in scala 1:

9 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) DESCRIZIONE SOMMARIA DEL PROGETTO L intervento in progetto si inquadra nell ambito del più vasto programma di "Adeguamento funzionale e messa in sicurezza della Strada Statale 554" finalizzato a migliorare il livello di servizio sull intera rete stradale metropolitana. Nello specifico del lotto in argomento (Lotto 2) il tratto di interesse si sviluppa tra il km ed il km Poichè si prevede una vera e propria declassificazione della S.S. 554 come strada urbana, l obiettivo è quello di eliminare le intersezioni a raso semaforizzate esistenti in corrispondenza dell intersezione con Via Guglielmo Marconi e quella in corrispondenza dell intersezione con S.P. 95 (Via Pitz E Serra), nonché tutti gli incroci a raso o accessi ai fondi. Verrà altresì adeguato l asse viario ed il connesso sistema di collegamento alla rete viaria urbana. Rimandando per gli approfondimenti alla RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA, gli interventi si esplicheranno nella realizzazione di un viale urbano a servizio della mobilità originata dalle prospicienti aree (residenziali, polifunzionali, commerciali, industriali e turistiche ricettive) su cui verranno realizzate: sistemazione della sede stradale e realizzazione della connessa viabilità complementare compresa tra il km e e denominata Lotto 2; n.3 rotatorie a quattro bracci con diametro esterno al limite della corona giratoria di circa 60 m in luogo della attuali intersezioni a raso semaforizzate; una pista ciclabile su corsia riservata a doppio senso di marcia ubicata sul lato adiacente alla carreggiata stradale con una larghezza minima della carreggiata di 2,50 m. FIGURA 4 Sezione tipo dell intervento in progetto.

10 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) OBIETTIVI E FASI DEL LAVORO Lo studio condotto in questa sede ha avuto come obiettivi: la definizione dell assetto geologico, geomorfologico, idrografico, idrogeologico e litotecnico del tracciato stradale, la ricostruzione della stratigrafia dei terreni, la caratterizzazione meccanica delle terre che verranno coinvolte dai lavori, la ricostruzione dell andamento dell'interfaccia tra i terreni di riporto ed il substrato in posto, il monitoraggio di eventuali falde d acqua sotterranee. valutare la pericolosità geologico-idraulica in atto o potenziale dei luoghi interessati, individuare particolari problematiche geologiche che potrebbero condizionare la realizzazione dell opera e le prescrizioni tecniche. Per il raggiungimento dei suddetti obiettivi, l'attività conoscitiva si è articolata nelle seguenti fasi: ricerca bibliografica di informazioni tecnico-scientifiche edite e inedite sull'areale attraversato dall'infrastruttura, esecuzione di sopralluoghi mirati alla verifica delle condizioni logistiche per l'avvio della campagna di indagini conoscitive, rilevamento geologico ed analisi geomorfologica, idrogeologica ed idraulica di un congruo intorno rispetto all'area di intervento, rilievo geologico e geomorfologico applicato lungo i tracciati stradali, esecuzione di sondaggi geognostici a carotaggio continuo, esecuzione di prove penetrometriche dinamiche continue DM30, esecuzione di profili sismici MASW, prelievo di campioni rappresentativi del sottofondo stradale, esecuzione di prove geotecniche di laboratorio, interpretazione ed elaborazione dei dati provenienti dalle prove geotecniche. Per il dettaglio metodologico e tecnico delle indagini e prove in situ e di laboratorio si rimanda all'elaborato specialistico (RELAZIONE SULLE INDAGINI GEOGNOSTICHE).

11 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 8 FIGURA 5 - Ubicazione dei punti di investigazione (sondaggio + prova penetrometrica).

12 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 9 FIGURA 6 - Ubicazione delle prospezioni geofisiche MASW.

13 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 10 FIGURA 7 - Ubicazione di prelievi dei campioni di terreno.

14 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) MODELLO GEOLOGICO Per meglio inquadrare le problematiche che verranno espresse nei prossimi paragrafi dedicati all assetto morfologico, idrogeologico e idrografico del sito, verrà descritto, sommariamente, il contesto geologico in cui si opererà per fornire un fattivo supporto alla progettazione definitiva e alla successiva realizzazione delle opere in condizioni di massima sicurezza. 2.1 CONTESTO GEOLOGICO L area oggetto di studio è situata nella Sardegna meridionale, lungo il bordo orientale del Campidano, notoriamente identificato come una zona particolarmente importante nel quadro dell evoluzione geodinamica della Sardegna e che si estende per circa 100 km con direzione NW-SE dal Golfo di Oristano al Golfo di Cagliari. Nella sua parte meridionale si sovrappone alla più vasta fossa (di età oligo-miocenica) che attraversa la Sardegna in senso longitudinale unendo il Golfo dell Asinara con quello di Cagliari. La formazione di quest ampia depressione si deve ad un intensa tettonica avvenuta durante il Terziario che ne ha provocato lo sprofondamento mediante un complesso sistema di faglie a carattere in prevalenza trascorrente che localmente ha dato origine a rigetti dell ordine anche dei.2000 m, impostate probabilmente su linee di debolezza erciniche. La colmata della depressione oligo-miocenica si esplica con la messa in posto di un insieme eterogeneo di rocce sia sedimentarie (continentali e marine) sia vulcaniche effusive, che localmente raggiunge lo spessore di qualche migliaio di metri. La fossa campidanese ( graben campidanese auct.) invece, connessa con l evoluzione del bacino tirrenico nel corso del Pliocene e del Quaternario antico, è contornata sia dai sedimenti del Terziario (prevalentemente oligo-miocenici e in subordine eocenici) affioranti nella Marmilla, Trexenta e Parteolla che dai terreni paleozoici dell Iglesiente-Sulcis e Arburese costituiti perlopiù da scisti ed iniettati da porfidi e da graniti ercinici e post-ercinici. La sua colmata avviene proprio per effetto del trasporto dei prodotti di smantellamento dei suddetti terreni nel corso del Pliocene medio e superiore e del Quaternario antico, sino a dare origine all attuale pianura del Campidano. 2.2 ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO LOCALE Il settore geografico di cui fa parte l area in studio si caratterizza per la presenza in affioramento o sotto copertura detritica più o meno rilevante, di una successione sedimentaria di ambiente marino riconducibile al ciclo sedimentario del Miocene medio (intervallo compreso tra circa 17 m.a. e 12 m.a.). La sequenza miocenica che da corpo al rilievo orientato circa NW-SE e che separa morfologicamente la depressione del Simbirizzi dalla linea di costa, risulta costituita dalla sovrapposizione di sedimenti marnoso e marnoso-limosi di mare profondo, ben stratificati, con sedimenti essenzialmente sabbioso-arenacei di ambiente marino litorale.

15 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 12 I primi, riconducibili alla FORMAZIONE DELLE MARNE DI GESTURI (Langhiano- Serravalliano), orlano i versanti nord-occidentali del settore di Pitz è Serra mentre i secondi, ad essi sovrapposti stratigraficamente e riconducibili alla FORMAZIONE DELLE ARENARIE DI PIRRI, affiorano nel settore sud-orientale del rilievo conosciuto con il toponimo di Sant Anastasia. Mentre i sedimenti miocenici più recenti, riferibili al Tortoniano Messiniano, affiorano esclusivamente nel settore urbano di Cagliari, i depositi basali della stessa sequenza stratigrafica si rinvengono diffusamente, oltre che in Marmilla e Trexenta, lungo la fascia pedemontana che borda i rilievi del Sarrabus, sino a giungere in prossimità della costa (località Capitana). Durante il Pliocene, nel corso degli eventi geodinamici connessi con l apertura del Mar Tirreno, la successione marina miocenica è stata interessata da un intensa tettonica distensiva culminata con lo sprofondamento della fossa del Campidano. Contestualmente a tali eventi, a cui è da riferire anche la formazione della depressione di Simbirizzi secondo lineazioni orientate NW-SE, si è innescato un intensissimo smantellamento dei sedimenti miocenici bordieri che ha asportato buona parte della successione originariamente presente nel settore orientale della piana di Cagliari, consentendo peraltro proprio l affioramento della sequenza più antica riferibile all Aquitaniano (Miocene inferiore) rappresentata da depositi sabbioso-conglomeratici e carbonatici appartenenti al primo ciclo sedimentario del Miocene inferiore (F.NE DI USSANA AUCT., F.NE DELLE ARENARIE DI NURALLAO). L alternarsi di repentine variazioni del livello del mare dovute alle fasi glaciali e interglaciali succedutesi nel Quaternario antico sino a circa anni fa, hanno favorito l ulteriore modellamento morfologico di questo settore della Sardegna e l attuale conformazione, anche per fenomeni di inversione di rilievo, del paesaggio costiero. L instaurarsi di un reticolo idrografico importante (attualmente non più attivo) durante l ultimo periodo glaciale che ha drenato verso la costa i sedimenti ciottoloso-ghiaiosi e sabbiosi provenienti dai rilievi metamorfici del Sarrabus e del Gerrei, ha dato origine ad una vasta piana costiera alluvionale i cui lembi residuali, si rinvengono sulla sommità degli alti morfologici, ad una quota di diverse decine di metri rispetto all attuale livello del mare, come nel caso del rilievo di Pitz è Serra / Sant Anastasia. Nei fondovalle dell entroterra e nella piana costiera dell hinterland cagliaritano sono invece presenti i depositi alluvionali e colluviali recenti (Olocene) ed attuali associati ai depositi limosi e limo-argillosi derivanti dalla sedimentazione in ambito stagnale e lagunare. Nei versanti collinari poco acclivi impostati sulle litologie marnose e/o sabbioso-arenacee del Miocene, è invece presente una coltre detritica sufficientemente continua, di genesi eluviale e colluviale, che talora può avere spessore anche multimetrico. Le sue caratteristiche composizionali e granulometriche dipendono fortemente dal substrato geologico locale che costituisce il serbatoio naturale di sedimento per effetto dell erosione e successivo trasporto attraverso fenomeni di ruscellamento diffuso.

16 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 13 FIGURA 8 - Inquadramento geologico dell area vasta (fuori scala) con indicazione dell'area in studio.

17 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 14 FIGURA 9 - Stralcio della CARTA GEOLOGICA D ITALIA a cura di: APAT - Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi geologici e Dipartimento Difesa del Suolo Servizio Geologico d Italia, modificata (scala 1:10.000).

18 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 15 Nel versante occidentale del rilievo di Pitz è Serra / Sant Anastasia infatti a causa della presenza di sedimenti marnosi e marnoso-argillosi detta coltre è formata essenzialmente da terre argillose e limose a discreta componente sabbiosa e a forte chimismo carbonatico, talora associate ad uno scheletro clastico ghiaioso disperso da ricondurre sia alla risedimentazione dei depositi alluvionali pleistocenici sommitali sia a quelli olocenici. La presenza delle intercalazioni alluvionali è più frequente man mano ci si avvicina alla base del versante dove in passato era attivo un sistema alluvionale di piana costiera alimentato dal settore montuoso del Sarrabus. Nel settore di Sant Anastasia la componente predominate della coltre detritica è la sabbia fine e media, seppur in associazione con abbondante limo e argilla poiché il substrato locale è rappresentato dalle litologie appartenenti alla FORMAZIONE DELLE ARENARIE DI PIRRI. Nello specifico settore di intervento, come si evince dalla carta geologica in FIGURA 9, la copertura detritica del basamento litificato è rappresentata da depositi di genesi eluvio-colluviale, colluvio-alluvionale ed alluvionale e dai relativi prodotti di alterazione pedogenetica ( SUOLI ): depositi eluvio-colluviali depositi alluvionali detriti di versante DEPOSITI ELUVIO-COLLUVIALI Sono depositi costituiti da un abbondante matrice argilloso-limosa percentualmente ricca in sabbia fine, associati ad uno scheletro clastico non sempre presente proveniente, con ogni probabilità, dallo smantellamento del substrato roccioso sottostante o dalla sommità dello stesso versante costituito da depositi alluvionali ghiaioso-ciottolosi antichi. Poiché la conformazione planoaltimetrica del settore è piuttosto dolce, questi depositi detritici di copertura sono da ricondurre ad una genesi di tipo eluviale e colluviale dovuta a fenomeni di disfacimento in situ e di breve trasporto da parte delle acque di ruscellamento areale. La presenza del contenuto clastico grossolano talora concentrato in livelli lentiformi ben definiti, talaltra disperso nel sedimento, fa ritenere plausibile che in passato l energia di trasporto delle acque di ruscellamento possa essere stata notevolmente maggiore. La parte corticale interessata dall azione delle radici della vegetazione spontanea, ha un colore marroncino-brunastro in funzione della percentuale in componente umica. In profondità il colore diviene gradualmente beige-giallastro, talora bruno chiaro con locali plaghe biancastre dovute alla presenza di carbonato di calcio di ricircolazione. Queste terre sono state costantemente intercettate nei sondaggi geognostici, immediatamente al di sotto dello strato sommitale di natura antropica (bitume, calcestruzzo della banchina, sottofondo, riempimenti, etc.) DEPOSITI ALLUVIONALI Si tratta di depositi costituiti da ghiaie e talora ciottoli, in matrice variabile da sabbiosa a sabbioso-limosa, in lenti di estensione pluridecamentrica e spessore variabile da submetrico a plurimetrico, da sciolte a poco addensate.

19 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 16 Il grado di addensamento è funzione dell età del deposito, riconducibile ad un intervallo di tempo compreso tra qualche centinaio di migliaia d anni e circa anni (Pleistocene superiore), così come l ossidazione della matrice, più marcata nei termini più antichi. Questi sedimenti rappresentano il risultato della sedimentazione olocenica di piana costiera, quando la rete di drenaggio fluvio-torrentizia sfociante nel settore costiero veniva alimentata dai prodotti dell erosione dei rilievi montano collinari del Sarrabus-Gerrei, ovvero dallo smantellamento dei depositi alluvionali terrazzati del Pleistiocene. La potenza del materasso alluvionale cresce verso della costa, anche se lo spessore massimo si attesta, in genere, attorno ai 10 m. 2.3 ASSETTO TETTONICO Le faglie presenti al contorno dell area, di impostazione oligo-miocenica e riattivate nel tardo Miocene e nel Plio-Quaternario, seppur non tutte osservabili direttamente ma estrapolabili dall'assetto geostrutturale dei luoghi al contorno, sono rappresentate prevalentemente da discontinuità di direzione N-S e NNW-SSE a carattere perlopiù distensivo che dislocano tutta la successione miocenica in piccoli graben e horst e sono sigillate dalla sedimentazione detritico-alluvionale quaternaria. È da mettere in relazione con la tettonica tardo-terziaria la formazione delle aree depresse del Campidano meridionale interessate dagli stagni costieri e lagune con evidenti condizioni di subsidenza dei luoghi, ancora attiva seppure con movimenti molto lenti. Allo stato attuale l attività tettonica nel settore considerato, come per tutta l Isola, viene considerata molto bassa o quiescente. Non si esclude che eventi sismici di eccezionale intensità, localizzati nel Tirreno, possano indurre vibrazioni i cui effetti sulle strutture in progetto possono verosimilmente ritenersi di blanda entità. Anche la subsidenza, se si esclude un lentissimo abbassamento ancora in atto in tutta l area costiera meridionale, è un fattore assolutamente irrilevante tra i processi morfodinamici dell Isola. 2.4 CLASSIFICAZIONE SISMICA DELL'AREA Il panorama legislativo in materia sismica è stato profondamente trasformato dalle recenti normative nazionali ovvero dall'ordinanza P.C.M. n del «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica» che è entrata in vigore dal , data coincidente con la pubblicazione della prima stesura delle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M ) e dalla successiva O.P.C.M. n. 3519/2006. La classificazione sismica prevede che tutto il territorio nazionale sia classificato sulla base della Mappa di Pericolosità Sismica riportata in FIGURA 10. In relazione alla pericolosità sismica - espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi - il territorio nazionale è stato suddiviso in quattro zone con livelli decrescenti di pericolosità (FIGURA 11 e TABELLA 1), funzione di quattro differenti valori di accelerazione orizzontale massima al suolo (a g475 ), ossia quella riferita al 50esimo percentile, ad una vita di riferimento di 50 anni e ad una probabilità di superamento del 10% attribuiti a suoli rigidi caratterizzati da Vs30 > 800 m/s alle quali si applicano norme tecniche differenziate per quanto concerne le costruzioni.

20 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 17 FIGURA 10 Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale.

21 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 18 FIGURA 11 Classificazione sismica del territorio nazionale (fonte Dipartimento Protezione Civile).

22 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 19 L appartenenza ad una delle quattro zone viene stabilita rispetto alla distribuzione sul territorio dei valori di ag475 con una tolleranza 0,025g. Come si evince dalla TABELLA 1, a ciascuna zona o sottozona è attribuito un valore di pericolosità di base, espressa in termini di accelerazione massima su suolo rigido (ag). Tale valore di pericolosità di base non ha però influenza sulla progettazione. Infatti le nuove Norme Tecniche per le costruzioni di cui al D.M in vigore dal 1 luglio 2009 hanno modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali. ZONA a g475 1 a g475 0,25g 2 0,25g < a g475 0,15g 3 0,15g < a g475 0,05g 4 a g475 < 0,05g TABELLA 1 Valori di accelerazione orizzontale massima al suolo. La Regione Autonoma della Sardegna ha recepito la zonizzazione del territorio nazionale con D.G.R , n. 15/31 «Disposizioni preliminari in attuazione dell O.P.C.M , n. 3274» (B.U. Sardegna , n. 23). Il Comune di Quartu Sant'Elena, come tutto il territorio regionale ricade in Zona sismica 4, ovvero quella meno pericolosa a cui corrisponde la normativa antisismica meno severa, per la quale al parametro ag è assegnato un valore convenzionale di 0,05 g da adottare nella progettazione. Per quanto riguarda la massima intensità macrosismica I max (che rappresenta una misura degli effetti che il terremoto ha prodotto sull uomo, sugli edifici e sull ambiente) si fa riferimento alla classificazione del Gruppo Nazionale per la Difesa dei Terremoti (G.N.D.T.). Per i comuni della Sardegna, così come per quelli ove si segnalano intensità massime molto basse o non esiste alcun dato osservato, è stato assegnato un valore "ponderato" di intensità (Imax/pon), stimato per estrapolazione dai valori osservati nei comuni limitrofi oppure calcolando un risentimento massimo a partire dal catalogo NT.3 mediante opportune leggi di attenuazione. FIGURA 12 Intensità macrosismica I max per la Sardegna.

23 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 20 Ad ogni comune risulta quindi associato un valore di intensità massima osservata (Imax/oss), oppure "ponderata" (Imax/pon). Dei 375 comuni della Sardegna, meno del 5% ha comunicato al G.N.D.T. i dati relativi all intensità macrosismica MCS: in ogni caso, nella totalità delle rilevazioni, i valori sono risultati minori di 6, come si evince dalla FIGURA VULNERABILITÀ SISMICA La vulnerabilità sismica, definita come la probabilità che una struttura di un certo tipo possa subire un certo livello di danneggiamento a seguito di un terremoto di una determinata intensità, è valutata sulla base della scala MSK a cura di S. MEDVEDEV, W. SPONHAUER e V. KARNIK nelle edizioni del 1964, 1976 e Detta classificazione suddivide gli edifici in tre classi di vulnerabilità (A, B e C) collegate direttamente ad altrettanti gruppi di tipologie edilizie. Alla classe A corrispondono gli edifici in muratura più scadente (struttura portante in pietrame), alla classe B gli edifici in muratura più resistente (struttura portante in mattoni) e alla classe C gli edifici con struttura in cemento armato. In considerazione delle tipologie costruttive in oggetto e della sismicità locale, l'opera in progetto può considerarsi "marginalmente vulnerabile". 2.6 ASSETTO MORFOLOGICO ED IDROGRAFICO Il settore oggetto degli interventi in programma ricade nella frascia di raccordo tra l'alto morfologico di Pitz è Serra/Sant Anastasia, le cui quote assolute variano tra 55 m e 33 m e facente parte del sistema di dorsali e vallecole che caratterizzano il settore di entroterra posto a nord ed a est del Golfo degli Angeli, e le antiche pertinenze idrauliche dello Stagno di Molentargius rappresentate da un ampia area morfologicamente depressa circondata dall insieme di abitati che formano oramai una fascia urbanizzata continua da Cagliari a Quartu Sant'Elena. Solo mediante l analisi della cartografia storica antecedente al rapido sviluppo urbano del capoluogo degli ultimi 4-5 decenni (2), si può ricavare l originario schema di drenaggio superficiale che attraversava l'hinterland di Cagliari e, soprattutto, il sovrapporsi nel tempo di interventi strutturali di significativa entità quali deviazioni, canalizzazioni, tombinamenti, colmate e bonifiche. L assetto idraulico del settore metropolitano a nord e a nord-est di Cagliari è infatti condizionata dalla presenza di vari corsi d acqua a carattere torrentizio che attraversano o delimitano gli areali tra gli abitati di Pirri e Monserrato (Rio Saliu o de Pauli ), Monserrato e Selargius (Rio San Giovanni o Rio di Selargius) e Quartucciu e Quartu Sant'Elena (Rio de is Cungiaus). A questi si aggiunge anche una serie di limitate incisioni di direzione prevalentemente N-S che poi vanno a disperdere le loro acque occasionali lungo il tracciato della S.S. 554 la quale forma una vera e propria barriera trasversale al libero deflusso verso i centri abitati favorendo, conseguentemente, la formazione di ristagni nelle località più depresse. (2) PORCU A. «L evoluzione morfologica degli stagni di Cagliari e loro rappresentazione cartografica dal 1834 ad oggi», Istituto di Geologia, Paleontologia e Geografia Fisica dell'università. di Cagliari, n. 174, 1976.

24 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 21 La copertura artificiale pressoché totale del substrato sul quale si sono sviluppati gli abitati ha modificato sostanzialmente la dinamica dei corsi d acqua che hanno perduto il naturale collegamento con le adiacenti aree di pertinenza idraulica con il risultato che nei loro alvei tombinati o incanalati possono defluire esclusivamente le acque drenate nei settori esterni agli abitati e facenti parte dei rispettivi bacini idrografici. Limitando l attenzione all area nel quale si andrà ad operare, stante la morfologia nel complesso estremamente pianeggiante con pendenze inferiori ai 10 si possono ritenere poco probabili fenomeni morfodinamici dovuti a gravità (frane, smottamenti etc.) o altre manifestazioni di instabilità capaci di compromettere la fruizione della strada. Il reticolo idrografico è nettamente condizionato dalla strutturazione tettonica pliocenica poiché le incisioni torrentizie ed i loro displuvi sono frequentemente isorientati secondo le lineazioni campidanesi (N-S e NW-SE). Se si esclude il sistema degli stagni di Quartu e di Simbrizzi, l idrografia superficiale è poco sviluppata, seppur la presenza di potenti coltri alluvionali terrazzate, testimonia fasi deposizionali connesse ad un sistema idrico decisamente importante in condizioni climatiche più umide delle attuali (Pleistocene). Al contorno non sono state individuate direzioni di scorrimento preferenziale delle acque, né tanto meno queste sono risultate sussistere nelle cartografie storiche. 2.7 ASSETTO IDROGEOLOGICO L analisi litologica e morfologica al contorno ha consentito di analizzare la sequenza stratigrafica locale anche da un punto di vista idrogeologico, sulla base delle caratteristiche sedimentologiche e di permeabilità primaria e secondaria dei litotipi. L insieme di rocce arenacee e arenaceo-marnose del basamento sepolto, per effetto delle locali condizioni di elevata fratturazione e/o alterazione, possono consentire solo un debole flusso idrico entro il reticolo di frattura ed entro la porosità secondaria dovuta all alterazione rappresentando, in grande, il substrato poco permeabile e/o impermeabile locale. I depositi terrigeni di copertura presentano invece una permeabilità variabile in funzione del grado di addensamento/consistenza e della composizione granulometrica favorendo il ristagno idrico all interfaccia con il sottostante substrato litificato. L eventuale presenza di falde idriche di tipo freatico è quindi possibile ma solo dove lo spessore della coltre detritica colluviale e alluvionale è plurimetrica, predisponendo i luoghi ad una possibile circolazione idrica sotterranea degna di nota soprattutto se interconnessa con l adiacente linea di costa. Altre tipologie di falda idrica sotterranea sono ragionevolmente di tipo confinato, talvolta anche con marcato carattere artesiano, rinvenibili a profondità che localmente possono risultare pluridecametriche sino a ettometriche e con elevate probabilità di possedere un contenuto salino elevato. Nel corso della campagna conoscitiva effettuata in questa sede nella prima decade del mese di agosto 2015 mediante sondaggi geognostici e attraverso i quali è stata direttamente investigata una profondità massima di 2,50 m da p.c., in nessuna delle verticali è stata rinvenuta traccia di circolazione idrica libera o condizioni del sottosuolo caratterizzate da un grado di umidità significativo: ciò nonostante sia una prova penetrometrica continua approfondita fino a 3,50 m dal p.c. che precedenti sondaggi eseguiti per altre iniziative edilizie evidenziano la presenza di una falda freatica a circa 3,00 m dal p.c., in probabile equilibrio con il livello medio mare.

25 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) STRATIGRAFIA DEI TERRENI INTERESSATI DALLE OPERE STRADALI A conferma di quanto precedente asserito, l'assetto litostratigrafico della porzione di territorio interessata dalla viabilità in progetto interessa esclusivamente terreni recenti sia di origine antropica che naturali: infatti i sondaggi, spinti sino ad una profondità massima di 2,50 m dal p.c. hanno confermato la presenza di sedimenti recenti (olocenici), e nello specifico di una coltre colluviale plurimetrica a prevalente composizione limo argillosa, frequentemente carbonatica. Sulla base delle stratigrafie dei sondaggi riportate in APPENDICE 1, è stata perciò distinta la seguente successione di strati, partendo dai più superficiali: A1] Pavimentazione stradale bituminosa [Attuale] A2] Banchina stradale in calcestruzzo [Attuale] A3] Massicciata di sottofondo stradale ("strato di fondazione") [Attuale] A4] Sottofondo della banchina [Attuale] A5] Terre di riporto dell'argine [Attuale] B] Limi argillosi ± sabbiosi ed argille limose ± sabbiose [Olocene] C] Sabbie fini ± argillose ± limose [Olocene] Di seguito, viene descritta la successione litostratigrafica separatamente per ciascuna delle due tratte stradali di intervento, per semplicità denominate rispettivamente "strada statale" e "complanare" schematizzando, per ciascuna unità distinta, i caratteri macroscopici più significativi ai fini degli obiettivi del presente lavoro STRADA STATALE da km a km Sondaggi S3, S5, S6, S7, S8, S9, S11, S12, S14, S15, S16, S17, S18 e S19 A1] Pavimentazione stradale bituminosa 0,00 m -0,10 m variabile -0,50 m Spessore compreso tra 0,10 m (S12 e S16) e 0,50 m (S9) Riferimento sondaggi S3, S5, S6, S8, S9, S11, S12, S14, S16 e S19 A2] Banchina stradale in calcestruzzo 0,00 m variabile 0,10-0,20 m variabile -0,30 m Spessore medio 0,20 m Riferimento sondaggi S7, S15 e S17 A3] Massicciata di sottofondo stradale 0,00 m variabile -0,50-0,60 m variabile -1,20 m Spessore compreso tra 0,20 m (S12) e 1,10 m (S18) Riferimento sondaggi S3, S5, S6, S8, S9, S11, S12, S14, S16, S18 e S19 Pietrame a spigoli vivi in matrice sabbioso-limosa di colore da grigio a marroncino, talora arrossata, addensata, asciutta. Trattasi dello strato di fondazione stradale in misto stabilizzato ben costipato e in pietrame di adeguata granulometria.

26 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 23 FOTO 1 Pavimentazione bituminosa in S5. FOTO 2 Calcestruzzo della banchina in S7. FOTO 3 Massicciata di sottofondo in S14 (-0,20-1,00 m). A4] Sottofondo della banchina -0,20 m -0,50 m variabile -1,20 m Spessore compreso tra 0,30 m (S15) e 1,00 m (S7) Riferimento sondaggi S7, S15 e S17 Sabbia di colore variabile dal marroncino al rossiccio e localmente pietrame in scarsa matrice (S7). FOTO 4 Calcestruzzo della banchina e relativo sottofondo in S15 (-0,20-0,50 m).

27 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 24 B] Limi argillosi ± sabbiose ed argille limose ± sabbiose -0,50 m variabile -1,20-1,50 m variabile -2,50 ed oltre (?) Spessore apparente compreso tra 0,80 m (S14) e 2,00 m (S15 Riferimento sondaggi S3, S5, S6, S7, S8, S9, S12, S14, S15, S16, S17, S18 e S19 Limi argillosi più o meno sabbiosi ed argille limose più o meno sabbiose, di colore variabile dal grigio-marroncino fino a beige avana proporzionalmente all'aumento della componente carbonatica. Come riscontrato attraverso le prove penetrometriche, trattasi di terre perlopiù plastiche (N 10 = 3 6 in S3, S5, S6, S8, S12, S15, S16 e S17), subordinatamente da dure (N 10 = 8 in S9, S18 e S19) a molto dure (N 10 = 14 in S7). I caratteri macroscopici di entrambe le facies colluviali risultano abbastanza omogenei, con scheletro clastico ghiaioso disperso più o meno presente, ad elevata componente carbonatica spesso evidenziata da noduli di CaCO 3. Trattasi di sedimenti riconducibili al dilavamento areale ed al trasporto di materiali terrigeni lungo versanti debolmente acclivi verso i fondovalle con accumulo di sedimenti caratterizzati da una struttura interna fango-sostenuta o matrice-sostenuta. La provenienza del materiale è indubbiamente connessa con lo smantellamento dei depositi marnosi miocenici al contorno, facilmente erodibili appartenenti alla Formazione delle Marne di Gesturi. La stessa colorazione giallastra e l'abbondante presenza di carbonati di ricircolazione secondaria, confermerebbe l ipotesi. FOTO 5 Limo argilloso-sabbioso in S15 (-0,50-2,50 m). FOTO 6 Argilla limosa consistente in S14 (-1,00-2,50 m).

28 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 25 C] Sabbie fini ± argillose ± limose -0,80 m variabile -2,20-2,50 ed oltre (?) Spessore apparente compreso tra 0,30 m (S18) e 1,70 m (S15 e S9) Presente solo in S11, S12 e S18 Sabbie fini limo-argillose, di colore da giallo chiaro a verdognolo-marroncino, localmente carbonatiche, mediamente addensate (N 10 = 12 19). Rappresentano i depositi eluvio-colluviali che si sono formati a spese delle alluvioni terrazzate e delle sabbie litorali di facies lagunare. FOTO 7 Sabbie finissime limose in S11 (-0,80-2,50 m). FOTO 8 Sabbie argillose in S12 (-1,50-2,50 m). FOTO 9 Sabbie argillose in S12 (-1,50-2,50 m).

29 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) COMPLANARE Sondaggi S2, S10, S13 e S20 A4] Riporti di varia origine e natura 0,00 m -0,60 m variabile -1,50 m Spessore compreso tra 0,60 m (S13) e 1,50 m (S2 e S10) Presente in tutti i sondaggi Trattasi dei terreni del rilevato dell'argine costituite da argille limose più o meno sabbiose ed in subordine da sabbie con ciottoli (S13). Come riscontrato attraverso le prove penetrometriche, trattasi di terre da plastiche (N 10 = 6 in S10) fino a dure (N 10 = 9 12 in S2 e S20). FOTO 10 Terreni di riporto dell'argine in S2 (0,00-1,50 m). FOTO 11 Terreni di riporto dell'argine in S20 (0,00-1,20 m). B] Limi argillosi ± sabbiose ed argille limose ± sabbiose 0,00 m variabile -1,50-2,50 ed oltre (?) Spessore apparente compreso tra 1,00 m (S2 e S10) e 1,90 m (S13) Presente in tutti i sondaggi Limi argillosi più o meno sabbiosi ed argille limose più o meno sabbiose, di colore variabile dal grigio-marroncino fino a beige avana quando aumento la componente carbonatica. Dalle prove penetrometriche, sono risultate essere terre sostanzialmente plastiche (N 10 = 3 6 in S10 e S13) e localmente dure (N 10 = 8 in S20).

30 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 27 FOTO 12 Argilla limosa in S2 (-1,50-2,50 m). FOTO 13 Argilla limosa in S6 (-0,80-2,50 m). FOTO 14 Limo argilloso in S13 (-0,60-2,50 m). FOTO 15 Argilla limosa in S20 (-2,00-2,50 m).

31 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) CATEGORIA DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE Ai fini della definizione delle azioni sismiche secondo le Norme Tecniche per il progetto sismico di opere di fondazione e di sostegno dei terreni il profilo stratigrafico dei terreni impone di classificare le zone oggetto d indagine con l appartenenza alle differenti categorie sismiche; ovvero: Categoria A: formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori Vs 30 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimo pari a 3 m; Categoria B: depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da Vs 30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero N SPT > 50, o cu > 250 kpa); Categoria C: depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori Vs 30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15< N SPT <50, oppure 70 < cu < 250 kpa); Categoria D: depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a mediamente consistenti, caratterizzati da valori Vs 30 < 180 m/s (N SPT < 15, oppure cu < 70 kpa); Categoria E: profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs 30 simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con Vs 30 > 800 m/s. Per la classificazione dei terreni secondo la Nuova Normativa Antisismica (Ordinanza n. 3274) e le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M ), sono stati acquisiti i dati sismici lungo n. 6 allineamenti di 24 geofoni spaziati di 2 m, con distanza di energizzazione di 3 m e 6 m. L indagine, finalizzata alla determinazione del profilo verticale di velocità delle onde di taglio (Onde S), è stata condotta secondo la metodologia MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves). Utilizzando un apposito software, si è proceduto alla ricostruzione del modello geofisico del terreno tramite l analisi della dispersione delle onde S e, per ciascun modello così determinato si è proceduto al calcolo del periodo (T) e delle Vs30, utilizzando le formule proposte dalla normativa.

32 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 29 La normativa prevede che il calcolo del periodo T necessario all utilizzo della scheda di valutazione sia calcolato utilizzando tutta la stratigrafia fino alla profondità in cui il valore delle Vs è uguale o superiore a 800 m/s attraverso l equazione: n 4x h f 1 1 T n Vs xh f n h i 1 1 dove: h i = lo spessore (in m) V S,i = la velocità delle onde di taglio (per deformazioni di taglio γ < 10-6 ) dello strato i- esimo, per un totale di N strati presenti nei 30 m sommitali; La velocità media di propagazione delle onde di taglio entro i 30 m di profondità Vs30 è stata calcolata utilizzando la formula: Vs n i 1 da cui, procedendo con il dettaglio sismostratigrafico ottenuto dalle prove eseguite sono stati ottenuti i seguenti riscontri: MASW 1 Vs 30 = 389,99 m/sec MASW 2 Vs 30 = 489,84 m/sec MASW 3 Vs 30 = 434,68 m/sec MASW 4 Vs 30 = 576,31 m/sec MASW 5 Vs 30 = 388,77 m/sec MASW 6 Vs 30 = 510,55 m/sec da cui si evince che la categoria di sottosuolo è quella B, che include: «depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da Vs 30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero N SPT > 50, o cu > 250 kpa)». Per i dettagli metodologici della prospezione sismica ed i relativi diagrammi sismici si rimanda all elaborato specifico (RELAZIONE SULLE INDAGINI GEOGNOSTICHE). In relazione all andamento morfologico del sito, la categoria topografica, sulla base TABELLA 3.2.IV delle N.T.C., si può assumere T1, corrispondente o assimilabile a «Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i 15» H V i i

33 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) PROFILI SISMICI Di seguito (FIGURA 13) sono riportati i grafici che rappresentano il risultato dell analisi spettrale e delle successive elaborazioni. In ascissa è riportata la velocità della Vs e in ordinata la profondità MASW 1 Ad un iniziale valore di Vs modesto (caratteristico di materiali scarsamente addensati) sino a circa -2,00 m dal p.c., segue un evidente incremento della Vs ad indicare il cambio litologico che diventa ancora più marcato a circa -12,00 m dal p.c. Tra -17,00 m e 19,00 m si nota una leggera diminuzione della Vs. Alla quota di circa -28,00 m dal p.c. è stato individuato il bed-rock, così come definito in normativa MASW 2 Si ravvisa l'incremento della Vs con la profondità. Tra -16,00 m e -18,00 m dal p.c. è presente una diminuzione della Vs. Oltre -18,00 m è stato individuato il bed-rock MASW 3 Si ravvisa una diminuzione dei valori di Vs tra -1,00 m e -2,00 m dal p.c. Tale circostanza è, probabilmente, imputabile al fatto che nel punto esaminato sono stati eseguiti lavori di movimento terra. Nella restante parte del grafico si osserva il progressivo incremento della Vs. Il bed-rock è stato intercettato alla quota di -22,00 m dal p.c MASW 4 Il bed-rock è stato individuato a quote più prossime al p.c., rispetto ai casi precedenti MASW 5 Anche in questo profilo sismico si nota una evidente diminuzione della Vs a quote prossime al p.c., anche in questo caso imputabile a movimentazioni di terra per la posa di sottoservizi. Oltre -4,00 m ha inizio il progressivo aumento dei valori di Vs. Non è stato conseguito il bed-rock MASW 6 Si ravvisa l'incremento della Vs con la profondità. Già a -2,00 m dal p.c. la Vs è > 300 m/s. Non è stato conseguito il bed-rock (Vs > 800 m/s).

34 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) 31 MASW 1 MASW 2 MASW 3 MASW 4 MASW 5 MASW 6 FIGURA 13 - Profili sismici ricavati dalle prove MASW ("profili di velocità").

35 SERV.IN. Ingegneria S.r.l. (Capogruppo) DOLMEN S.r.l. Dott. Geol. Mauro Pompei (Mandanti) PARAMETRI DEL NODO SISMICO DI RIFERIMENTO Le azioni sismiche sulle costruzioni vengono valutate in relazione al periodo di riferimento V R che si ricava puntualmente moltiplicando la vita nominale V N di una costruzione per il coefficiente d uso del suolo C U, secondo la seguente relazione: V R = V N. C U La Vita Nominale V N di un opera strutturale è intesa come il numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata (TABELLA 2). Nella fattispecie la struttura in progetto può classificarsi come un opera di importanza strategica con V N 100. In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di un interruzione di operatività o di un eventuale collasso, le costruzioni sono definite secondo le seguenti Classi d uso C U : Classe I: Costruzione con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l'ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per l ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe d uso III in Classe d uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti. Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per l ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d uso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso. Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità, Industrie con attività particolarmente pericolose per l ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica.

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