LO SCAUTISMO: dalle origini allo sviluppo dello Scautismo Cattolico in Italia

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1 LO SCAUTISMO: dalle origini allo sviluppo dello Scautismo Cattolico in Italia Il rapido e meraviglioso successo dello scautismo ha i suoi pericoli. L'estensione va spesso a spese della profondità; e, nel caso specifico, l'estrema varietà delle persone che si sono innamorate del metodo scout non può non aver già provocato numerose alterazioni del programma originario.... Il rimedio è nel ritorno alle origini. Appena la vitalità di una qualsiasi tradizione si indebolisce, la si può rianimare ritornando alle origini.... É possibile che anche per lo scautismo sia venuto il momento di intraprendere questo rinnovamento mediante quel ritorno alle origini cui tanti grandi movimenti di idee hanno dovuto ricorrere". 1 Pierre Bovet "Insegnare ai bambini a diventare uomini, insegnando agli uomini a ritornare bambini". Così sintetizzava la vocazione dello Scautismo il padre Jacques Sevin s.j. 2 Sorto per la felice intuizione del britannico Robert Baden Powell tra il 1907 (Campo sperimentale nell isola di Brownsea) e il 1908 (la prima edizione di Scouting for boys, 3 libro base scritto da Baden Powell,) il Movimento ha da poco compiuto cento anni. Come ha ricordato Benedetto XVI, «Da un secolo attraverso il gioco, l azione, l avventura, il contatto con la natura, la vita di squadra e il servizio agli altri, una formazione integrale della persona umana è offerta a tutti coloro che aderiscono allo Scautismo. Fecondato dal Vangelo, lo Scautismo è non soltanto un luogo di vera crescita umana, ma anche il luogo di una proposta cristiana forte e di una vera maturazione spirituale e morale, così come è un autentico cammino di santità. Sarà peraltro bene ricordarsi che, come sottolineava Padre Jacques Sevin, S.J., fondatore dello Scautismo cattolico, la santità non è prerogativa esclusiva di alcun tempo né di alcuna uniforme particolare. Il senso delle proprie responsabilità che la pedagogia scout risveglia, conduce a una vita nella carità e al desiderio di mettersi al servizio del proprio prossimo, a immagine del Cristo servitore, appoggiandosi sulla grazia che il Cristo stesso dona, in particolare attraverso i sacramenti dell Eucaristia e del Perdono». 4 1

2 Sesto di otto figli, Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, chiamato più semplicemente B.-P. dai ragazzi e dalle ragazze scout di ogni tempo, era nato il 22 febbraio Rimasto orfano a tre anni del padre (un pastore anglicano), fu cresciuto amorevolmente dalla madre, vivendo una infanzia felice assieme ai fratelli. A diciannove anni intraprende la carriera militare che lo porterà agli estremi confini dell Impero Britannico, per divenire poi l eroe della guerra Anglo Boera. 5 Rientrato in Patria, B.-P. si imbatte nel sostanziale abbandono in cui si trova un ampia schiera della gioventù delle città di inizio Novecento... L esploratore di guerra, l eroe che aveva brillantemente fronteggianto l assedio della cittadina di Mafeking (Transvaal), si trasforma in un esploratore di pace, ideatore e promotore di un metodo educativo che ottiene immediatamente un grande successo, portando alla nascita di quello che è il movimento giovanile più diffuso al mondo. In soli due anni il Movimento si espande così tanto che Baden-Powell lascia l esercito e inizia la sua "seconda vita", dedicandosi completamente allo sviluppo dello Scautismo. Approdato in Italia all inizio degli anni 10 del XX secolo, qui lo Scautismo si organizza e consolida soprattutto in due Associazioni: il laico CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani, 1912) e la cattolica ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana, 1916). In Italia, come in altri Paesi cattolici, lo Scautismo dovrà fronteggiare inizialmente perplessità e critiche da parte di settori e ambienti ecclesiali preoccupati soprattutto per l origine britannica e protestante. 6 Il laico CNGEI in quegli anni subisce peraltro influenze militariste e massoniche che rendono difficile la presenza cattolica tra le sue fila Così, nel Gennaio 1916, un comunicato congiunto della Società della Gioventù Cattolica Italiana e della FASCI - Federazione delle associazioni sportive cattoliche, sancisce la nascita dell ASCI, l Associazione cattolica degli Scout italiani: «avendo dolorosamente constatato come nella organizzazione del Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani sia rimasto sostanzialmente e profondamente alterato il vero spirito dello scautismo mediante la soppressione dell indirizzo religioso e delle pratiche di culto che formano la base della originaria istituzione; dopo molteplici e purtroppo vani tentativi [d accordo si è costretti a] rinunciare ad ogni partecipazione della gioventù cattolica organizzata al Corpo Nazionale dei GEI, [e ad] istituire in sua vece una Associazione Scoutistica Cattolica Italiana, la quale, adottando integralmente la Legge e l indirizzo dei Boy Scouts d Inghilterra e America [ ] realizza tra i cattolici italiani la genuina applicazione del genialissimo trovato del generale Baden- Powell». 7 I passi che portano alla fondazione dell ASCI sono compiuti con il benestare della Santa Sede, nonostante restino nel mondo cattolico talune perplessità che iniziano a sciogliersi quando il 15 giugno 1916 viene reso noto che il Papa ha nominato un gesuita, padre Giuseppe 2

3 Gianfranceschi, primo Assistente ecclesiastico centrale ( Vice commissario centrale Ecclesiastico ) della neonata Associazione. Il padre Gianfranceschi, affiancando il primo capo scout dell ASCI, conte Mario di Carpegna (a sua volta guardia nobile del Papa), «fu immediatamente conquistato dallo scautismo, che difese con energia e coraggio contro critiche interne ed esterne al mondo cattolico». 8 Inizialmente aderiscono all ASCI alcuni Riparti di esploratori cattolici che lasciano il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani, e altri gruppi delle cosiddette Gioiose liguri, unità giovanili cattoliche costituite alcuni anni prima dall educatore Mario Mazza secondo un metodo pedagogico di impronta scautistica. I rapporti tra le due principali Associazioni dell epoca, CNGEI e ASCI, sono inizialmente piuttosto tesi: Il CNGEI considera infatti l ASCI come una organizzazione scissionista, mentre l ASCI rinfaccia al CNGEI influenze della massoneria e «uno scautismo mutilato, degenerato, saccheggiato». 9 Durante la Grande Guerra lo Scautismo partecipa anche in Italia, per quanto gli è possibile, allo sforzo e alla mobilitazione patriottica. Inizia poi un opera di consolidamento e di crescita, che nel 1920 sarà incentivata dalla positiva riuscita del primo Jamboree (campo internazionale) di Londra. Il Jamboree di Olympia, Londra, vede l ASCI partecipare con un piccolo contingente, ma l influenza di questo evento è utilissima. È in questa occasione, nel contesto del primo Jamboree mondiale, che il francese padre Sevin s.j., il belga Corbisier, ed il conte Mario di Carpegna danno vita all Organizzazione internazionale dello Scautismo Cattolico, dalla quale in seguito sorgerà la CICS, Conferenza internazionale cattolica dello scautismo. Il Lupetto guarda all Esploratore, e l Esploratore guarda all uomo di frontiera (disegno di Baden Powell) Sevin, Corbisier e Carpegna realizzano un felice connubio tra cattolicesimo e scautismo nell ambiente latino e cattolico europeo, senza deformarlo. Ricorderà nel 1998 Giovanni Paolo II, in un suo messaggio alla CICS, che «l incontro fra il metodo scout e le intuizioni del padre Sévin sj, ha consentito di elaborare una pedagogia basata sui valori evangelici, in cui ogni giovane è condotto a coltivare e sviluppare la propria personalità, mettendo a frutto i talenti che porta in sé. La Legge Scout, trascinando i giovani sulla via delle virtù, li invita alla rettitudine morale e allo spirito di ascesi, e li orienta così verso Dio e li invita a servire i loro fratelli; abituandosi a fare il bene, essi diventano uomini e donne capaci di assumere delle responsabilità nella Chiesa e nella società». 10 Negli ambienti cattolici degli anni 20 è sensibilmente migliorata la percezione dello Scautismo, grazie soprattutto alla presenza di sacerdoti che svolgono con entusiasmo il servizio di Assistenti ecclesiastici, e all atteggiamento benevolo di Arcivescovi e Vescovi. Questa positiva tendenza è sottolineata dal sostegno e dalle parole rivolte allo scautismo da Papa Pio XI, il quale prova per lo scautismo una simpatia che supera ogni precedente perplessità ecclesiastica. 11 3

4 In occasione della festa di San Giorgio del 1922 il Papa concede un udienza pubblica agli scout, ricevendo nei giardini vaticani 1400 esploratori. «Siete quelli che il vostro nome dice. [ ] [Esploratore] suppone qualche altra cosa che [esso] annunzia e precede. Così voi supponente tutto un esercito che viene dietro di voi [ ]. La vostra qualità significa che voi dovete essere primi fra i primi, primi di tutti [ ]: primi nella professione della fede cristiana, primi nella santità, primi nella dignità, primi nella purità, primi in tutte le manifestazioni della vita cristiana». 12 L Italia, uscita dilaniata dalla Grande Guerra, tra divisioni e rabbiosi scontri di opposti estremismi, con la pace non vede cessare la violenza: a Torino, nel 1919 è ucciso da manifestanti di estrema sinistra il diciannovenne capo scout Pierino del Piano. Nell ottobre del 1922 Mussolini ottiene dal Re l incarico di formare il Governo: il Fascismo si appresta a diventare regime, e non è certo disposto a lasciare ad altri l educazione dei giovani. Si susseguono le violenze anche contro le organizzazioni cattoliche e scout: nel 1923 viene ucciso a bastonate l arciprete di Argenta (FE), don Giovanni Minzoni, reduce e decorato di guerra colpevole di aver fondato gli esploratori cattolici nel suo paese, nonostante l ostilità dei fascisti. Nel Gennaio 1927 vi è lo scioglimento dei Riparti Scout nei centri inferiori a abitanti. Infine, il 9 aprile 1928, il Consiglio dei Ministri modificando la legge sull ONB (Opera Nazionale Balilla, l'organizzazione giovanile fascista) con decreto firmato dal capo del Governo, Benito Mussolini, e da Re Vittorio Emanuele III, dichiara definitivamente soppresso lo Scautismo in Italia. Alcuni Capi e ragazzi non ci stanno: sono decisi a serbare fede alla Promessa e alla Legge continuando le loro attività scout. Tra questi Giulio Cesare Uccellini, Capo del Milano II, che durante la clandestinità prenderà il nome di Kelly, e che diventerà il capo degli scout clandestini conosciuti come Aquile Randagie Le Aquile Randagie non hanno sede ma proseguono con regolarità le uscite e i campi. Fare Scautismo in uniforme per le Aquile Randagie significa credere risolutamente nella validità del metodo scout, con convinzioni salde e il coraggio necessario ad affrontare le conseguenze e i rischi della mancata iscrizione alle organizzazioni fasciste. Si mantengono le tradizionali inaugurazioni dell'anno Scout, la visita di Natale all'ospedale dei Bambini, la festa di San Giorgio (patrono degli Scout) del 23 aprile e il rinnovo della Promessa in ideale comunione con tutti gli Scout del mondo, il Campo Estivo. Durante tutto il tempo della clandestinità si instaura una fitta corrispondenza con Scout stranieri, che permetterà di mantenere l aggiornamento metodologico e un collegamento con l'evoluzione dello Scautismo mondiale. Nel 1933 una delegazione di cinque Aquile Randagie, aggregata al contingente svizzero, partecipa al Jamboree di Gödöllo (Ungheria) e in quella occasione incontrano per la prima volta Baden-Powell. 4

5 Nel settembre del 1936 Kelly (Giulio Uccellini) partecipa ad un Pellegrinaggio di Scout stranieri a Lourdes, e fa voto di condurne uno ufficiale dell'asci una volta che questa sarà nuovamente costituita. Questo voto sarà sciolto nel 1954 da oltre 400 Scout dell ASCI. All indomani dell'armistizio dell'8 Settembre 1943, le Aquile Randagie organizzano l'assistenza ad ex prigionieri di guerra, e quindi ebrei e perseguitati di ogni fede politica. Nasce l'o.s.c.a.r. (Opera Scautistica Cattolica Aiuto Ricercati), che si avvarrà di collaboratori esterni. Dopo il 25 aprile 1945, a situazione politico-militare rovesciata, quando tedeschi e fascisti diventano a loro volta ricercati e perseguitati, ecco gli scout prestare loro soccorso in difesa di ogni vita umana. 13 Lo Scautismo riprende finalmente le sue attività anche in Italia, assieme al ramo femminile (il Guidismo). Infatti, nelle Catacombe di Priscilla di una Roma occupata, il 28 Dicembre 1943 erano state pronunciate le Promesse delle prime capo delle Guide cattoliche, un gruppo di ragazze riunite da Giuliana di Carpegna, nipote del fondatore dell Asci, attorno a padre Agostino Ruggi d Aragona o.p, scout della prima ASCI. Il Guidismo cattolico italiano non era visto come una imitazione del metodo maschile, ma dotato di una sua dignità, una sua storia, delle tradizioni. Riferendosi al Guidismo, nel corso di un convegno tenutosi in Francia nel 2000, qualcuno addirittura ha affermato che questo «non è scautismo femminile, bensì scautismo femminista»! 14 Baden Powell stesso, del resto, aveva scelto per le ragazze che volevano vivere l avventura scout lo specifico nome di Guide, e non quello di ragazze scout. Nel 1921 aveva scritto: «Il termine "guidare" sembra riassumere in una parola l alta missione della donna, come madre, come moglie e come cittadina. Il nome di "guida" è quindi il migliore che possa esser dato a una ragazza, quale alto richiamo all ideale cui essa si sta preparando. Questo valore sarebbe perduto e lo scopo svilito se si usasse il termine "scout". Ciò significherebbe niente di più che l imitazione del movimento dei ragazzi senza uno scopo od idea ulteriori, e inviterebbe le ragazze a seguire un modello altrui piuttosto che assumerne uno loro proprio, a indebolire la loro posizione anziché rafforzarla come la vita moderna richiede». 15 A due anni dalla fine dell immane conflitto mondiale, nel 1947 si tiene il Jamboree della Pace a Moisson, che vede accolti in Francia anche scout italiani e tedeschi, figli dei nemici di ieri. L ASCI partecipa in grande stile a questo incontro internazionale riscoprendo, secondo le parole dell Assistente ecclesiastico centrale, Mons. Sergio Pignedoli, «i risultati meravigliosi del metodo» scout. «Questo ci ha messo addosso l argento vivo. Al ritorno, abbiamo iniziato con fiducia fervorosa il cammino», 16 dichiarerà Pignedoli. 5

6 Si mette mano ad un opera di ritorno alle origini che comporta per l ASCI dei risultati innovativi. Nel liberarsi da varie incrostazioni, si sviluppa il metodo della prima fascia d età, la Branca lupetti (8 11 anni), permeato dal valore educativo del Libro della Giungla di Kipling. Forte è inoltre l influenza che proviene dallo scautismo cattolico franco belga, ad esempio per la metodologia della Branca Rover (16-17 / 21 anni circa). Nella grande famiglia degli scout i cattolici, con particolari intuizioni e applicazioni realizzate nei Paesi latini, spesso per impulso di sacerdoti che hanno accertato le straordinarie potenzialità dello Scautismo per un vivace apostolato tra i giovani, assumono un ruolo di primo piano e, come recentemente è stato sottolineato dai Vescovi Italiani in occasione del Centenario dello Scautismo, «a detta di molti, e per testimonianza dello stesso fondatore [Robert Baden-Powell, ] l incontro dello scautismo con la fede cattolica si è rivelato fecondo e provvidenziale, costituendo una scuola di crescita per cristiani autentici e una fonte di genuina spiritualità». 17 Attraverso il gioco, le competenze tecniche e l organizzazione in piccoli gruppi autonomi (le squadriglie), e il saper fare, questi ragazzi e ragazze ricevono una formazione che li prepara alla capacità di assumere delle responsabile nella società civile e nella Chiesa. Secondo le parole del papa Giovanni Paolo II «in seno ad una squadriglia, al campo e nelle altre circostanze, gli scouts scoprono il Signore attraverso le meraviglie del creato che sono chiamati a rispettare. Fanno così un esperienza preziosa di vita ecclesiale, incontrando Cristo nella preghiera personale, con la quale possono familiarizzarsi, e nella celebrazione eucaristica. In più, l Unità scout offre ai giovani l occasione di iniziare ad apprendere la vita sociale, nel rispetto di ciascuno». 18 Lo Scautismo cattolico è così «un metodo educativo, ma anche spirituale, più ascetico che mistico che unisce diverse ispirazioni: la gioia francescana dell amore per la natura e l importanza della strada [percorsa a piedi nei campi mobili]; la vita monastica che invita all essenzialità; il richiamo a contare su di sé e alla responsabilità dei Gesuiti e l educazione alla libertà propria dei Domenicani». 19 Per molti giovani lo Scautismo cattolico diviene via semplice e gioiosa per arrivare a Dio, come ebbe a dire Guy de Larigaudie, figura di primo piano dello Scautismo cattolico francese. 20 E, ancora, don Andrea Ghetti Baden, sacerdote cresciuto nello Scautismo clandestino, nel 1957 scrive: «Lo Scautismo è un ordo come quello benedettino, intervenuto in un ora di grande sfacelo di istituzioni centenarie. Esso inserì il cristianesimo nel mondo barbaro e trasse i barbari alla scoperta di Dio Lo Scautismo è un ordo posto nel cuore di una civiltà indifferente». 21 Ma è lo stesso fondatore Baden Powell che, in più occasioni, ripete: 6

7 «lo scout è un credente e io ripudio ogni forma di scautismo che non abbia per base la religione». 22 E poi: «Ogni scout è tenuto ad appartenere ad una religione e a seguirne il culto. Se gli scout di un Riparto appartengono tutti ad una religione, è bene che il Capo riparto organizzi quelle manifestazioni di culto e quell'istruzione religiosa che egli riterrà opportuno, previo accordo con l'assistente Ecclesiastico od altra autorità di quella data religione». 23 Lo Scautismo, con Baden Powell, ripete al ragazzo e alla ragazza di ieri e di oggi: «Leggi la Bibbia e il Vangelo, questi libri meravigliosi carichi della rivelazione divina. E poi il libro mirabile: la Natura creata da Dio». 24 Lo Scautismo cattolico è sin dalla sua nascita destinatario della sollecita e paterna considerazione dei Pontefici. Non fa oggi eccezione il Santo Padre Benedetto XVI, che si è espresso con parole illuminanti in diverse occasioni, augurandosi «di cuore che il movimento educativo dello Scautismo, scaturito dalla profonda intuizione di Lord Robert Baden Powell, continui a produrre fecondi frutti di formazione umana, spirituale e civile in tutti i Paesi del mondo». 25 «Nel 1954, una ricerca [della associazione scout cattolica] degli Scouts de France sottolinea l importanza della vita scout per la Chiesa: il 17% dei seminaristi e il 23% dei novizi, tra religiosi e religiose, provengono da un percorso scout. La formazione religiosa e liturgica data ai giovani scout contribuisce alla Chiesa». 26 Nella sua semplicità, come ebbe a ricordare Monsignor Ettore Cunial, anche in Italia lo Scautismo cattolico ha donato alla Chiesa numerose vocazioni sacerdotali e religiose, 27 influenzato dalla «religiosità [del fondatore, Baden-Powell] che permea tutta la sua vita e [pertanto gli fa volere] un cristianesimo che sia realizzato in ogni ora ed in ogni occasione e non il "cristianesimo della domenica"». 28 Allo stesso tempo, ricorda Monsignor Andrea Ghetti (tra i fondatori dello scautismo cattolico del dopo-guerra): «Lo Scautismo fa a noi preti molti doni insensibilmente: uno di questo è il senso del concreto». 29 * * * 7

8 RIFORME E LACERAZIONI La crisi e la contestazione nello Scautismo Lo Scautismo cattolico, in particolare quello franco-belga e italiano, è per molti anni specchio di profonda spiritualità nella fedeltà alla Chiesa, vivendo in una dimensione tecnica e pedagogica vivace e appassionante. Dal secondo dopo guerra, e circa fino agli anni 70, le vicende e gli sviluppi dello scautismo cattolico italiano sono collegati a quanto avviene nello Scautismo francese, per una comune sensibilità spirituale di matrice latina, ma anche per una diffusa comprensione scolastica della lingua francese che favorisce la conoscenza e la diffusione di riviste e pubblicazioni scout d Oltralpe. Negli anni della Guerra d Algeria ( ) gli Scouts de France attraversano la loro grande crisi, dopo aver superato quasi indenni la divisione dell occupazione tedesca del 40. Una guerra non può lasciare indifferente un movimento giovanile: Capi e Routier (Rover) francesi si pongono su posizioni contrapposte, nonostante gli sforzi della dirigenza nazionale di preservare l unità del Movimento. 30 Gli strascichi di queste divisioni riaffioreranno negli anni successivi, tra le tensioni che attraversano il mondo cattolico negli anni del dopo Concilio Vaticano II, e nella contestazione giovanile incominciata nel Ora un po tutto lo Scautismo è attraversato da forti spinte contestatarie e sperimentaliste che portano anche ad alcune fratture. 31 Così, «tra la metà degli anni Sessanta e l inizio degli anni Settanta lo Scautismo subisce grossi cambiamenti in tutti i paesi d'europa», introdotti da Associazioni scout timorose di non essere al passo con i tempi. Si hanno un po ovunque modifiche al metodo originario di Baden Powell e a quei «principi che fino a quel momento erano ancora validi per tutti, e al metodo che era ancora applicato in maniera abbastanza uniforme in Europa e nel resto del mondo». 32 Michel Rigal (Commissario Generale degli Scouts de France dal 1952 al 1970) è tra quanti sostengono che lo scautismo si debba trasformare in un grande Mouvement de Jeunesse, per diventare partner influente del potere pubblico. In uno scritto del 1964, pubblicato dalla rivista nazionale dei capi scouts francesi, lo stesso Rigal afferma: «Anziché formare un uomo capace di cavarsela in ogni circostanza, e che mette le sue competenze al servizio della società, [bisogna puntare] molto di più ad un uomo integrato [in una] società che è allo stesso tempo più collettiva e più socializzata». 33 Nel 1964 la corrente progressista degli Scouts de France delibera la suddivisione in due tronconi della originaria Branca degli Esploratori (12 17 anni), in una nuova suddivisione per età. Inizia la riforma Rangers (i preadolescenti di anni) e Pionniers (gli adolescenti di anni), per adattare lo scautismo al mondo contemporaneo ; nel raggruppare i ragazzi per età e in ragione dei centri d interesse, viene minato uno dei motori essenziali dello 8

9 scautismo tradizionale: la responsabilità dei capi pattuglia di anni nei confronti dei più giovani. L'avventura nella natura, la B.A. (buona azione), il sistema di progressione originario (le classi e le specialità ) sono abbandonati a vantaggio di progetti di cantiere e cultura cittadina. Le trasformazioni non portano però allo sviluppo e alla crescita auspicata Gli effettivi degli Scouts de France iniziano a diminuire e, al termine della direzione di Michel Rigal, la Branca che riunisce i giovani più grandi (17 / anni) è praticamente scomparsa, nonostante il lancio della "Jeunes en marche" nel 1966 e dei Compagon nel Una parte di quanti sono rimasti fedeli all applicazione tradizionale del metodo scout lasceranno poi, nel 1971, l Associazione, dando vita agli Scouts Unitaires de France. 35 Intanto, agli inizi degli anni 50, in Austria era nata su basi cristiane ecumeniche la Fédération du Scoutisme Européen, diffusasi poi in altre nazioni. Alcuni Capi e gruppi scout che vogliono restare fedeli all applicazione tradizione dello scautismo cattolico, approdano così anche in Francia alla FSE. Tra questi, nell agosto del 1962, Perig Géraud-Kéraod (conosciuto anche come PGK) che aveva lasciato gli Scouts de France e con il suo Gruppo scout si era unito a questa Associazione, porterà un nuovo impulso stimolandone lo sviluppo su basi sempre più solide, tanto da essere annoverato di fatto tra i co-fondatori del movimento delle Guide e Scouts d Europa. L anno successivo, nel 1963, è firmato ufficialmente un contratto federale che permetterà a numerose associazioni scout in Europa di riunirsi nella FSE. Se Capi e Gruppi scout francesi si uniscono negli anni alle Guides et Scouts d Europe, molto più spesso sono dei giovani scout tra i 15 e i 18 anni quelli che scelgono di approdare all FSE, nella quale vedono la possibilità di vivere l avventura scout in modo più avvincente e fedele. L emorragia di giovanissimi che abbandonano gli Scouts de France 36 a partire dalla riforma Rangers Pionniers per alcuni rappresenta una vera rivolta di adolescenti, ragazzi che lasciano l Associazione degli Scouts de France e che talvolta fondano delle pattuglie libere, 37 gruppetti di 6/8 ragazzi guidati da un ragazzo di 16/17 anni. 38 L FSE inizia a raccogliere negli anni 60 e 70 quanti in Europa desiderano reagire allo sbandamento che colpisce alcune delle Associazione scout ufficiali, non soltanto nel campo delle applicazioni pedagogiche, ma anche nella attuazione di differenti concezioni ideologiche e nel modo di intendere la proposta di fede nel contesto educativo. «Fino a questo momento lo Scautismo è stato visto come un metodo educativo della persona (indirizzato all'educazione di una personalità ben caratterizzata) e alla comunità (incarnazione sociale delle persone così formate). Realizzare un equilibrio fra questi due poli, che non sono contradditori, porta a praticare uno Scautismo autentico. Ora invece ci si avvia ad uno scivolamento verso il polo comunitario a detrimento del polo personalità. Azione politica o azione educativa? C'è da costruire la nave o da fornire l'equipaggio?». Come Baden-Powell, anche i leader della Federazione dello Scautismo 9

10 Europeo si propongono di «formare dei cittadini utili e, come lui, si schierano decisamente nel campo della formazione della personalità». 39 Lo sviluppo numerico e qualitativo delle Guides et Scouts d Europe (FSE) «coincide con gli anni immediatamente successivi al Concilio Ecumenico Vaticano II, anni che vedono tante speranze aprirsi, ma anche la realizzazione di tante iniziative estemporanee e talvolta personali, molto spesso prese più in nome di un non ben definito spirito del Concilio che delle vere decisioni dei padri conciliari. Queste iniziative creano spesso dissensi e confusione e per la Chiesa in Francia inizia un lungo periodo di travaglio». 40 Nel campo religioso, l organizzazione delle Guides e Scouts d Europe FSE resta sempre fedele alle decisioni del Concilio Vaticano II, mantenendosi lontana da possibili derive scismatiche, ma questo non le evita ripetute accuse di integralismo o addirittura di simpatie per movimenti politici di destra o per i Lefebriani. 41 Nella seconda metà degli anni 60 le Associazioni scout italiane, soprattutto le cattoliche ASCI e AGI, sono «percorse da fermenti e da inquietudini che divengono più ampi e profondi dopo i moti della contestazione giovanile del 1968» 42 e, in uno Scautismo già toccato dall ansia di rinnovamento, si levano voci preoccupate. 43 La Dirigenza ASCI introduce alcuni aggiornamenti, ad esempio nei colori dell uniforme scout e nella metodologia della branca esploratori (12/16 anni), nella progressione 44 personale dei ragazzi. Nel 1963, quando si inizia a parlare di modifica al colore dell uniforme dell ASCI, don Andrea Ghetti Baden, decisamente contrario, scrive una emblematica lettera ai capi lombardi che parteciperanno al Consiglio generale dell Asci. «Questo penso sia il tuo compito: difendere uno Scautismo serio, profondo, fatto di piccole pietre che il genio di Baden-Powell ci ha indicato. Gli aggiornamenti sono sempre peggioramenti ma poiché lo spirito ha bisogno di essere sostenuto dalla forma è necessario, come allora, salvare le forme. Così è la divisa, fu concepita per la vita nel bosco, del Campo, delle strade, non può divenire la tenuta per le processioni Il cardinal Siri ha detto a dei capi: State attenti a modificare le uniformi!». 45 Quando poi due anni più tardi l Asci decide per il passaggio alla nuova uniforme scout di colore grigio, don Ghetti - Baden con il suo gruppo mantiene quella tradizionale di color caki e, con ironia, interpreta: «Lo Scautismo è diventato vecchio per questo ha scelto la divisa grigia»

11 Il 5 novembre 1966, ricordando il cinquantesimo di fondazione dell ASCI, il Papa Paolo VI si rivolge ai capi con parole che suonano come un incoraggiamento: «Vorremmo dirvi: rinnovarsi sì, cambiarsi no. Abbiate fiducia nella vostra formula... Noi non dubitiamo a confortare; abbiate fiducia in quello che siete, abbiate fiducia in quello che siete stati, e non crediate che la vostra formula, anche se tante cose nel mondo cambiano, sia invecchiata; è ancora viva, è ancora feconda, è ancora nuova, è ancora suscettibile di nuove esplorazioni e di esplosioni nuove, purché il nucleo essenziale del suo spirito e dei suoi statuti, vorremmo dire anche delle sue divise, delle sue forme, rimanga. Rimanete quello che siete e diventerete nuovi». 47 Se i vertici associativi del ramo maschile (ASCI) mantengono una complessiva e sostanziale fedeltà alla Chiesa e alla pedagogia tradizionale dello Scautismo, diversamente da quanto avviene ad esempio in Francia, la rivoluzione dello scautismo italiano proviene invece da una parte della base, fomentata da giovani e capi che vogliono portare nel movimento scout le idee che circolano nei licei e nelle università. 48 Nel clima infuocato degli anni della contestazione del dopo 68, in alcune realtà locali a poco a poco Gruppi e capi scout prendono una deriva che li porta verso una politicizzazione di matrice marxista e ad attacchi al Magistero della Chiesa, 49 mentre si vanno sperimentando aggiustamenti velleitari del metodo educativo scout, e si introduce la coeducazione tra ragazzi e ragazze all interno delle stesse unità scout in modi che talvolta rasentano la promiscuità. É soprattutto nell Associazione femminile (AGI) che si avviano alcune riforme metodologiche, mentre si afferma una corrente pedagogica che predilige un rapporto educatore educando dai ruoli stemperati, e che vede l educatrice come una prima inter pares : si tratta della non - direttività, metodo teorizzato dallo psicologo e pedagogista americano Carl Rogers. Il capo non è più un educatore, un fratello maggiore, ma deve essere uno spettatore di quello che i ragazzi e le ragazze decidono di fare : se il desiderio è quello di dare un maggiore ascolto ai bisogni del bambino e valorizzarne la creatività, concependo una educazione libera da ogni modello precostituito, si produce però una destrutturazione metodologica e associativa. 50 In condizioni che non corrispondono all impostazione concordata in precedenza, si giunge nel maggio 1974 alla unificazione dell Associazione maschile con quella femminile nell AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), un evento previsto da ormai quattro anni

12 La Conferenza Episcopale Italiana si esprime manifestando subito i propri timori, e chiedendo chiarimenti su scelte che poco sembrano avere in comune con una proposta educativa coerentemente cattolica e scout. La CEI rinviava così l approvazione dello Statuto della neonata Associazione scout cattolica, in attesa di ricevere gli opportuni chiarimenti e garanzie; chiarimenti e garanzie che a distanza di un certo tempo giungeranno da parte della dirigenza associativa 52 e l AGESCI, dopo un iter piuttosto travagliato, otterrà nel dicembre 1976 l'approvazione dello Statuto. Nel 1975 è celebrato l Anno Santo. A settembre Cinquecento Capi e giovani appartenenti alle Guides et Scouts d'europe si recano in pellegrinaggio a Roma, unica Associazione scout cattolica in tutto il mondo ad organizzare un pellegrinaggio in questo anno giubilare. Papa Paolo VI, attorno al quale vi sono anche dei vescovi francesi, si pronuncia pubblicamente durante l udienza in piazza San Pietro: «C è anche il pellegrinaggio delle Guide e Scouts d Europa: sappiate che voi siete degli amici per Noi. Noi abbiamo una grande fiducia nella vostra presenza, nel vostro lavoro, nella vostra associazione e nello spirito dello Scautismo. Siate i benvenuti! Portate in ricordo del Giubileo al quale avete partecipato il senso della fermezza e della fedeltà a Cristo e al Suo insegnamento». 53 La parola del Santo Padre avrà una grande eco e una notevole influenza, e favorirà, di fatto, la nascita di nuove Associazioni aderenti alla FSE - Federazione dello Scautismo Europeo. 54 La situazione dello Scautismo cattolico italiano suscita intanto diverse reazioni: Gruppi e capi scout non hanno aderito alla neonata Associazione AGESCI, o si sono allontanati; altri vi rimangono nella speranza di poter cambiare le cose dall interno. Monsignor Giorgio Basadonna (Assistente ecclesiastico nazionale AGESCI dal 1974 al 1976), così ricorda un incontro con don Andrea Ghetti Baden, subito dopo la fondazione dell AGESCI: «Nell Agesci appena nata in una forma ibrida [don Ghetti] temeva che la fede non fosse ben vissuta. Sosteneva che eravamo troppo di sinistra, di estrema sinistra, ed era vero che in quell epoca c erano sbandamenti di estremismo». 55 Così, nell aprile 1976 alcuni Capi scout che non si riconoscono nello spirito e nei contenuti presenti nello Scautismo AGESCI, si riuniscono dando vita all Associazione Italiana Guide e Scouts d Europa Cattolici, appartenente alla FSE Federazione dello Scautismo Europeo

13 Il 7 e 8 Settembre 1976 sull Osservatore Romano vengono pubblicate approfondite presentazioni della nuova Associazione Guide e Scouts d'europa, dai titoli assai significativi ( É in crescita la Federazione dello Scautismo Europeo, Le ragioni di una scelta ), e certamente poco graditi dall'agesci che in quel momento non ha ancora ottenuto dalla CEI l approvazione dello Statuto. 57 La Conferenza Episcopale Italiana è convinta della necessità di importanti chiarimenti, strutturali e orientativi sullo Statuto AGESCI, e già il 24 aprile 1975 ha posto all'attenzione di questa Associazione aspetti sui quali ritiene indispensabili delle garanzie: a) natura "ecclesiale" dell'associazione stessa; b) natura e ruolo dell'assistente Ecclesiastico; c) proposta di normativa per la costituzione delle unità miste, "tenuto conto delle particolari circostanze nelle quali viene ad operare l'associazione stessa, campeggi, attendamenti, routes, ecc. d) "scelta politica", con attenzione a non formare gruppi di azione politica. * * * 13

14 SCAUTISMO IN ITALIA OGGI Che ne è oggi dello Scautismo cattolico in Italia, in particolare delle sue due Associazioni più rappresentative? Oggi in Italia sono presenti diverse Associazioni scout, alcune numerose, altre piccolissime o presenti solo in talune realtà locali, cattoliche, alcune laiche, altre pluriconfessionali. Nel 2008 l AGESCI raggruppa soci, le Guide e Scouts d Europa FSE soci, il CNGEI soci, e l ASSORAIDER soci. Difficile invece dar conto dei numeri complessivi dei soci delle associazioni scout minori (tra le altre, in Sicilia i cattolici Guide e Scouts San Benedetto, in Veneto una Associazione Veneta Scout Cattolici, in Alto Adige e in Friuli - Venezia Giulia associazioni scout delle minoranze linguistiche, e infine - una associazione che ha voluto riprendere il nome dell ASCI ). CNGEI ed AGESCI sono formalmente collegate tra loro nella Federazione Italiana dello Scautismo, riconosciuta a livello internazionale dalle Organizzazioni dello scautismo e guidismo mondiali, OMMS e AMGE. 58 L Associazione Italiana Guide e Scouts d Europa Cattolici, invece, è membro della Unione Internazionale delle Guide e Scouts d Europa (UIGSE - FSE) che comprende diverse associazioni scout cristiane, diffuse in Europa e Canada, secondo i principi dell ecumenismo previsti dalla Chiesa Cattolica e che si riconoscono in un Direttorio Religioso (scritto sulla traccia della Carta dello Scautismo Cattolico promulgata dalla Santa Sede nel 1962). Agli anni della incomunicabilità e di una strisciante conflittualità tra le due Associazioni scout cattoliche dell AGESCI e delle Guide e Scouts d Europa - FSE ( ), sono seguiti i primi tentativi di dialogo che hanno portato, grazie anche al deciso e diretto impulso della Chiesa, ad un sostanziale rapporto di buon vicinato basato sul rispetto delle diversità pedagogiche, nella comune partecipazione ad alcuni momenti di fraternità ecclesiale. Il cammino di pacificazione è arrivato ad uno sviluppo positivo contestualmente al riconoscimento ottenuto nel 1998 della Associazione italiana delle Guide e Scouts d Europa da parte della CEI (a livello nazionale), e nel 2003 con lo specifico Decreto da parte del Pontificium Consilium pro Laicis che ha riconosciuto l Unione internazionale delle Guide e Scouts d Europa (UIGSE FSE). In occasione dell incontro internazionale delle Guide e Scouts d Europa tenutosi in Italia nel 1994, il Santo Padre Giovanni Paolo II si rivolse ai ragazzi e capi presenti alla udienza particolare in San Pietro, con queste parole: «Per voi, in particolare, significa lavorare all interno della grande famiglia degli Scouts, dei quali siete fratelli e sorelle, con la vostra specifica 14

15 pedagogia. Vivendo il comandamento dell amore, dice Gesù, tutti sapranno che siete miei discepoli. (Gv 13, 35) La legge scout è il vostro ideale. Essa vi chiama a sviluppare i fondamentali valori umani dell onestà, della lealtà, del senso del dovere ben fatto, dell amore alla natura e del servizio al prossimo. É nel dare che si riceve; è nell agire con attenzione verso i fratelli che si raggiunge la vera felicità. La pedagogia scout vi offre strumenti preziosi per costruire la vostra personalità. Al vostro fianco vi sono capi ed adulti che, guidandovi con fermezza e con delicata pazienza, desiderano aiutarvi a dare il meglio di voi stessi. Per rispettare questa legge scout, programma di una vita retta ed attraente, prendete coscienza di quanto sia importante vivere nella Chiesa e accostarsi ai sacramenti». 59 Come ha ricordato poi Bendetto XVI, scrivendo ai Vescovi di Francia, è a partire dall appello lanciato dal Papa Giovanni Paolo II 60 «per una maggiore unità nello scautismo cattolico», che si sono realizzate alcune forme di collaborazione tra le diverse associazioni scout cattoliche, «nel rispetto della sensibilità di ciascun movimento, in vista di una maggiore unità in seno alla Chiesa». 61 Il richiamo del Santo Padre Benedetto XVI è un imperativo per tutti i capi educatori dello Scautismo Cattolico, dopo le contestazioni, le divisioni e le lacerazioni negli anni 60 e 70: «i quadri dello scautismo ricorderanno che devono, anzitutto, risvegliare e formare la personalità dei giovani che sono loro affidati dalle famiglie, educando all incontro con il Cristo e alla vita nella Chiesa. È anche importante che si manifesti e si sviluppi, fra gli scout e fra i diversi movimenti, la fraternità scout che fa parte dell ideale scout originario e che costituisce, specialmente per le giovani generazioni, una testimonianza di quello che è il Corpo di Cristo dove, secondo l immagine di san Paolo, tutti sono chiamati a compiere una missione, al posto che è il loro, a rallegrarsi dei progressi degli altri e a sostenere i loro fratelli nella prova (cfr. 1 Corinzi 12, 12-26)». 62 * * * LO SCAUTISMO CATTOLICO IN ITALIA: AGESCI e Guide e Scouts d Europa - FSE Questa panoramica sullo Scautismo voleva limitarsi soltanto ad alcuni punti della storia e della metodologia Con lo stesso spirito accenniamo ad alcune delle differenti applicazioni e interpretazioni pedagogiche delle due principali Associazioni scout cattoliche, AGESCI e Associazione Italiana Guide e Scouts d Europa Cattolici - FSE. Alcune di queste differenze sono collegate alle diverse applicazioni metodologiche e pedagogiche scout; altre si possono invece riscontrare nel diverso inserimento scout internazionale L AGESCI, riconosciuta con il CNGEI per il tramite della Federazione Italiana dello Scautismo dalle Organizzazioni mondiali dello scautismo, è inserita in un consesso nel quale sono presenti anche associazioni che di scout, oggi, non hanno quasi più nulla. Così, agli scout 15

16 italiani dell AGESCI che partecipano a campi internazionali, può capitare di incontrare uno scautismo molto diverso da quello che vivono nelle proprie Unità in Italia. 63 I giovani appartenenti all Unione internazionale delle Guide e Scouts d Europa UIGSE FSE, 64 oltre ad indossare uniformi e insegne comuni a tutte le associazioni nazionali, segno evidente di unità che supera le barriere sociali, europee e cristiane, 65 nei gemellaggi o nei campi internazionali (quale l Eurojam) dell Unione incontrano giovani di altri Pesi appartenenti ad associazioni accomunate anche dalla medesima Legge e Promessa scout, oltre che da uno stesso stile scout, comunanza di valori e di metodo voluti da Baden Powell e presenti in tutto lo Scautismo mondiale fino alla seconda metà degli anni 50. Nel governo associativo, l AGESCI prevede organismi gestiti secondo modalità democratiche di tipo sostanzialmente assembleare, nominati dal basso, a cominciare dalla comunità di gestione di ogni singolo Gruppo scout, la Comunità Capi (conosciuta comunemente come Co.Ca.), e a livello locale con periodiche Assemblee di Zona, e Regionali. Al contrario, l Associazione delle Guide e Scouts d Europa ha privilegiato una struttura direttiva certamente di tipo democratico, ma prevalentemente verticale : l'assemblea Generale, composta da tutti i soci dirigenti (i capi brevettati, che hanno cioè ultimato il cammino di formazione capi), ogni tre anni elegge i consiglieri nazionali, i quali eleggeranno a loro volta il Consiglio Direttivo dell'associazione. 66 L organo dell'associazione che coordina l'attività associativa è il Commissariato Nazionale, composto dai Commissari Generali, dall'assistente Generale, dai Commissari e dagli Assistenti Nazionali delle varie branche. Da qui, il Commissariato nazionale nominerà poi i Commissari regionali, e da questi quelli di Distretto. L AGESCI nella sua proposta educativa fa riferimento al metodo scout, come è stato definito dal fondatore Baden Powell, ma attualizzato nello Statuto e nel Patto Associativo, tradotto dall Associazione nel corso della sua storia, e così al Metodo scout si ispirano i progetti educativi dei gruppi e le attività. 67 Il metodo AGESCI è definito come unitario (cioè con un impostazione sostanzialmente uniforme e trasversale alle 3 branche e ai due sessi), tant è che -da alcuni anni- la Formazione capi di questa Associazione si propone di superare talune caratterizzazioni delle 3 branche, anche proponendo dei Campi di Formazione unici, interbranca, puntando ad una formazione non rivolta specificamente ad una particolare branca. Inoltre, l AGESCI nelle varie branche propone un metodo educativo calibrato sulla personalizzazione di alcuni strumenti metodologici, quale ad esempio la progressione personale dei ragazzi e delle ragazze, lasciando un ampia libertà al singolo capo nella identificazione degli impegni richiesti ai singoli ragazzi. 16

17 Diversamente, le Guide e Scouts d Europa preferiscono applicare il Metodo scout in modo quanto più possibile aderente a quanto concretamente è già stato definito da Baden Powell, seppure con una interpretazione cattolica, e armonizzato all indole della gioventù italiana. 68 Le Guide e Scouts d Europa hanno voluto mantenere una forte caratterizzazione metodologica con l originaria e specifica applicazioni nelle 6 Branche (3 branche maschili: lupetti, esploratori, rover, e 3 branche femminili: coccinelle, guide, scolte), collegando tra loro le diverse branche ed età delle singole sezioni (maschile e femminile) in una continuità educativa e metodologica. La Progressione delle ragazze e dei ragazzi è per tutti definita e dettagliata, con prove concrete e specifiche nei diversi ambiti di servizio, tecnici, spirituali, ecc. Nella formazione del bambino e della bambina (lupetto o coccinella), in quella del ragazzo e della ragazza (esploratore o guida), si persegue un modello educativo di crescita e progressione basato sulla assegnazione di impegni concreti e comuni, non impedendo però al capo la possibilità di adattare la proposta secondo le diverse concrete esigenze del ragazzo, in una gradazione di obiettivi secondo le reali diverse possibilità dei singoli, ed educando bambini e ragazzi ad un impegno progressivo e concreto. Alcune differenti sfumature si hanno poi nei testi della Promessa e della Legge Scout delle due Associazioni scout cattoliche. 69 Nella FSE, la Promessa e la Legge, seppure di identico contenuto, sono diversificate indirizzandosi alle due diverse sezioni (maschile e femminile). Nella Promessa della FSE è poi espresso il concetto del Servire ( Servire Dio, la Chiesa, la Patria e l Europa ), laddove nel testo AGESCI si esprime quello del dovere verso ( compiere il proprio dovere verso Dio e verso il mio Paese ). 70 Anche nei testi della Legge scout vi sono talune diversità di tono tra le associazioni, 71 seppure sottendano tutte i medesimi valori. La Legge scout nella FSE è scritta nella terza persona singolare ( Lo Scout oppure La Guida ), mentre l AGESCI ha preferito usare la terza persona plurale ( La Guida e lo Scout ). Se nell AGESCI la Guida e lo Scout Si rendono utili e aiutano gli altri, Sono cortesi, Amano e rispettano la natura, Sanno obbedire, agli stessi articoli nella FSE lo Scout, o la Guida, è sempre pronto a servire il prossimo, è cortese e cavalleresco (lo scout), oppure cortese e generosa (la Guida), vede nella natura l'opera di Dio: ama le piante e gli animali, ubbidisce prontamente 72 Non dilungandoci nell esame delle diverse e più specifiche applicazioni tecnico - metodologiche, meno comprensibili a quanti non sono addentro al mondo scout, può essere utile fermarsi ad approfondire ora tre dei cardini della proposta educativa scout. Ci si renderà conto che ciò che distingue le due Associazioni (AGESCI da una parte, Guide e Scouts d Europa Cattolici FSE dall altra) si fonda non solo sulle diverse elaborazioni educative e pedagogiche, ma anche su diversi approcci filosofici. 17

18 Per inciso, va ricordato che tutti i capi educatori scout che sono attivi all interno delle Associazioni, a diretto contatto con Lupetti e Coccinelle (bambini e bambine dagli 8 agli 11 anni), Esploratori e Guide (i ragazzi e le ragazze dagli ai 16 anni), e con Rovers e Scolte (giovani dai ai anni circa), sono persone che dedicano parte del proprio tempo libero a questo particolare servizio educativo, sottoponendosi a specifici iter di formazione associativi. Vi sono inoltre ottimi Gruppi scout e qualche Gruppo più scalcinato in entrambe le Associazioni scout, come in entrambe le Associazioni si trovano capi motivati e competenti! É anche vero, certamente, che al di là di quanto è previsto e scritto nei rispettivi Regolamenti, molto nella applicazione pratica dello Scautismo può dipendere dalla diversa sensibilità e competenza dei singoli. SCAUTISMO CATTOLICO. Come? Per riconoscere alcune differenze tra le due Associazioni, possiamo tornare alle domande che furono poste, quasi 35 anni fa, dalla Conferenza episcopale italiana alla nascente AGESCI - Fede e proposta Cristiana (natura "ecclesiale" dell'associazione e ruolo dell'assistente Ecclesiastico); - Coeducazione e Interducazione (ragazzi e ragazze in Unità miste o separate). - La dimensione e la "scelta politica. La Fede e la proposta Cristiana L AGESCI «si propone come associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l'unica occasione di ricevere un annuncio di fede» ma, di fatto, è aperta a tutti i giovani senza alcuna distinzioni di tipo religioso, pur restando una «iniziativa educativa liberamente promossa da credenti, [che] vive nella comunione ecclesiale la scelta cristiana». 73 In questa apertura religiosa si può incontrare una prima distinzione tra diversi modi di intendere la dimensione religiosa nelle due Associazioni Scout. Nel Patto Associativo 74 (una sorta di carta costituzionale, documento nel quale si devono riconoscere i capi educatori), dopo l enunciazione che i capi scout proporranno «in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità che caratterizzano lo scautismo, l'annuncio di Cristo, perché anch'essi si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza», si legge che «in una realtà sempre più multiculturale [è una] occasione di crescita reciproca l'accoglienza nelle Unità [scout] di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell'arricchimento del confronto interreligioso»

19 L AGESCI comprende che questa apertura religiosa la obbligherà ad interrogarsi «su come coniugare accoglienza e fedeltà all'annuncio del messaggio evangelico», ma vi è la convinzione «che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato». 76 Lo Statuto dell AGESCI definisce i sacerdoti in servizio come Assistenti ecclesiastici «corresponsabili del Progetto educativo scout all interno delle Unità, delle Comunità Capi e degli altri livelli associativi» che «insieme con gli altri Capi annunciano e testimoniano la proposta cristiana». 77 E, più precisamente, nel Patto Associativo si determina l impegno dei capi ad operare «in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell'evangelizzazione e nella formazione cristiana delle giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale». 78 Le Guide e Scouts d Europa, a partire dallo Statuto Federale, all articolo sottolineano che la U.I.G.S.E.-F.S.E. «vuole riunire in una stessa comunità di fede, di preghiera e di azione le differenti associazioni nazionali delle Guide e Scouts d'europa, il cui scopo è di formare i giovani attraverso la pratica dello scautismo tradizionale di Baden Powell, sulle basi cristiane che sono il fondamento della nostra civiltà europea». Si intende partecipare alla formazione religiosa, morale e civica dei giovani con l applicazione fedele del metodo scout, ideato dal fondatore dello scautismo Baden Powell, e secondo la particolare interpretazione cattolica data dal francese padre Sevin s.j., dal conte Mario di Carpegna, e dal belga prof. Corbisier. Le Guide e Scouts d Europa italiani FSE, intravedono dunque nel «Metodo educativo scout uno strumento pedagogico particolarmente valido per un servizio di apostolato», utile a farli collaborare «nell'ambito della pastorale ecclesiale, alla formazione della personalità cristiana» dei ragazzi e delle ragazze, promuovendo nei giovani la crescita cristiana e «l'approfondimento della fede insegnata dal Magistero della Chiesa, la promozione e lo stimolo ad un'intensa vita sacramentale e di partecipazione alla vita comunitaria della Chiesa». 79 Di fatto, l Associazione italiana Guide e Scouts d Europa si rivolge specificamente ai giovani e alle famiglie che cercano una chiara proposta religiosa, «aperta a tutti coloro che hanno fatto una scelta di fede cristiana e di fedeltà alla Chiesa». 80 Le Guide e Scouts d Europa, nel proporsi di «formare l'uomo di Fede, figlio della Chiesa», 81 considerano lo scautismo solo come possibile strumento di apostolato, e vogliono pertanto evitare che il metodo scout venga considerato fine a se stesso. Nel secondo Articolo dello Statuto si afferma che l Associazione «curerà nei giovani la formazione cristiana, attraverso l'approfondimento della fede insegnata dal Magistero della Chiesa, una intensa vita sacramentale e la partecipazione alla vita della Chiesa». 82 Anche per questo, la Federazione dello Scautismo Europeo ritiene opportuno che nessun ragazzo o ragazza pronunci «la Promessa Scout se non è battezzato» o, quanto meno, «impegnato nella formazione catecumenale». 83 In Francia i detrattori delle Guides et Scouts d Europe hanno visto nel legame tra la Promessa Scout e il Battesimo una vera e propria discriminazione, dimenticando il contributo portato alla questione proprio da uno dei fondatori dello Scautismo cattolico francese e internazionale, il padre Jacques Sevin s.j. 84 La Promessa scout, senza pretendere di essere un sacramento, può essere considerata gesto simbolico e forte richiamo delle promesse battesimali, nell adesione ad una comunità di cristiani uniti dalla stessa Legge Scout (Legge scout nella quale il padre Sevin, non sospettabile di eresia, vi si sentiva bene il Vangelo ) 85 La Federazione dello Scautismo Europeo sull esempio dello scautismo cattolico francese delle origini - ha voluto aggiungere alla Legge e alla Promessa Scout tre principi che si propongono di meglio precisare l impegno di uno Scout e di una Guida. Uno di questi recita: 19

20 La Guida - Lo Scout, cosciente della sua eredità cristiana, è fiero della sua fede; esso lavora per realizzare il Regno di Cristo in tutta la sua vita e nell ambiente che lo circonda. A livello Federale gli Scouts d Europa riuniscono Associazioni di confessione cattolica ma, in uno spirito di apertura ecumenica e a precise condizioni, accolgono anche Associazioni di altra confessione cristiana. 86 La struttura federale UIGSE FSE (che raccoglie le diverse Associazioni nazionali) «non è legata nel suo insieme ad una sola Chiesa», ma chiede però che i ragazzi e le ragazze della Federazione appartenga ad una Chiesa, o che si preparino a questa appartenenza; nello specifico o alla «Chiesa Cattolica, o alla Chiesa Ortodossa o ad una delle Chiese Evangeliche sorte dalla Riforma che confessano la divinità di Cristo e riconoscono il Simbolo degli Apostoli come definizione della fede». 87 L UIGSE - Federazione dello Scautismo Europeo - sceglie di non «riunire nelle stesse Unità ragazzi o ragazze di confessioni differenti», e dispone che i capi appartengano alla medesima Chiesa dei propri scout. «Le comunità nazionali di Guide e Scouts d Europa costituiscano associazioni confessionalmente omogenee, animate e guidate spiritualmente dalle loro Chiese sia a livello locale che a livello nazionale». 88 Per evitare il rischio del relativismo e dello scetticismo, la Federazione dello Scautismo Europeo ritiene opportuno evitare nell infanzia e nell adolescenza un «contatto abituale, senza necessità, dei giovani di confessioni differenti», affinché «a questa età, ciascuno viva pienamente e totalmente nella fedeltà alla propria Chiesa, rendendo così una vera e sincera testimonianza della fede di cui è giustamente fiero». 89 Per quanto riguarda invece i giovani più grandi (17 / 21 anni) che «stanno entrando nella vita, lo Scautismo Europeo offre la possibilità di incontri interconfessionali il cui beneficio sarà proficuo». 90 Così i capi educatori, per i quali un tale dialogo ecumenico «è non solo benefico ma indispensabile», affinché possano «lavorare attivamente per ricostruire quel tessuto umano che testimonierà al mondo l universalità della Chiesa di Cristo». 91 «L'Associazione riconosce ed accoglie la presenza e l'azione di sacerdoti "mandati" dalla competente autorità ecclesiastica» come espressione di piena comunione ecclesiale e collegamento pastorale, in adesione al Codice di Diritto Canonico ed ai documenti della Conferenza Episcopale Italiana. 92 Le Norme direttive precisano inoltre che «gli Assistenti Spirituali sono custodi e garanti della comunione ecclesiale - nella professione della fede, nei sacramenti e nel governo ecclesiastico - nei confronti del Vescovo o dell'autorità ecclesiastica che li hanno confermati, [e che] promuovono insieme con i Capi una conoscenza adeguata dei contenuti della Fede come espresso nella Catechesi della Chiesa italiana, e l'inserimento delle iniziative promosse dalla Pastorale giovanile in Italia a livello parrocchiale, diocesano e nazionale». 93 Gli Scouts d Europa sottolineano poi che «i capi, a tutti i livelli, hanno il dovere di favorire il ministero degli Assistenti Spirituali verso i giovani», nonché l importanza della conoscenza del metodo scout da parte degli Assistenti, affinché questi possano «tenerne conto, nella loro pastorale», senza sostituirsi ai capi laici. I capi, in particolare i più giovani, «non 20

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