IL CICLO AMBIENTE Materiali di approfondimento _ CAPITOLO 1
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1 IL CICLO AMBIENTE Materiali di approfondimento _ CAPITOLO 1
2 Indice Capitolo 1 Ambiente e Sostenibilità Introduzione alla sostenibilità ambientale 4 Riferimenti bibliografici 6 Riferimenti web 6 L'ITINHERARIO INVISIBILE Il Ciclo Ambiente Materiali di approfondimento tutti i diritti riservati Gruppo Hera Testi realizzati da: Catia Musolesi / Divisione Ambiente Hera S.p.A. Simona Nasolini e Sandra Vandelli per Anima Mundi, Nicoletta Borghini, Felicia Cannillo e Kristian Tazzari per Atlantide. Supervisione impianti: Andrea Carletti / Divisione Ambiente Hera S.p.A, Roberto Ravelli / Divisione Ambiente Hera S.p.A., Ruggero Panizzolo / Divisione Ambiente Hera S.p.A., Peppino Sassu / Divisione Ambiente Hera S.p.A, Michele Corli / Akron S.p.A, Luca Bussolari / Ecosfera s.r.l, Giuseppe Lazzazara / Recupera s.r.l. Supervisione testi: Ing. Claudio Galli, Direttore della Divisione Ambiente di Hera S.p.A. Coordinamento Redazionale: Catia Musolesi per Hera, Simona Nasolini e Daniele Vignatelli per Anima Mundi. Impaginazione: Simona Nasolini per Anima Mundi. Edizione giugno
3 Capitolo 1 Ambiente e sostenibilità I n t ro d u zi o n e al l a so s t e n i b il i t à am b ien t al e. Accettiamo il rischio di un eccessiva semplificazione della materia e introduciamo brevemente il vasto tema della sostenibilità in quanto propedeutico alla conoscenza generale della cultura ambientale, nonché all approfondimento della gestione ambientale oggi esercitata dalle imprese. Il grande tema dello Sviluppo Sostenibile subisce due tipi di approccio: - uno è prettamente economico, considera il benessere sociale indipendente dal libero mercato e dal prelievo delle risorse; - uno è territorialista, che ritiene imprescindibile la sostenibilità ambientale da quella economica, socio-politica e culturale. Quest ultimo approccio comincia a svilupparsi negli anni 70 con la diffusione di una prima consapevolezza: dal degrado umano e territoriale nascono nuove povertà. La modernizzazione ha provocato, infatti, un urbanizzazione spinta che ha travolto paesi e culture, alcuni luoghi si sono degradati ambientalmente e destrutturati culturalmente, alcuni sono stati sottoposti a una continua cementificazione. Dal paradigma del mercato si inizia, perciò, a passare al paradigma del territorio come luogo d incontro e crescita permanente. Per contrastare la deterritorializzazione si cominciano ad attivare dei sistemi di relazioni virtuose fra l ambiente naturale e quello costituito. Il concetto di sostenibilità dipende da un insieme di fattori (A.Lanza, 2006): o aspetto demografico: gli abitanti che il pianeta può sostenere; o qualità/riproducibilità delle risorse naturali; o aspetti economici: crescita, reddito e distribuzione fra i cittadini; o aspetto istituzionale: strumenti nazionali ed internazionali utilizzabili per affrontare il tema. Un altro elemento da citare è l aspetto delle autonomie locali: infatti si evidenzia la necessità di uno sviluppo locale auto-sostenibile che si può ottenere solo rafforzando la crescita dell autogoverno locale. Da qui il famoso slogan: pensare globalmente ma agire localmente (Think Global, Act Local). La maturazione di questa filosofia avviene attraverso una lunga serie di momenti significativi, la Conferenza di Rio de Janeiro, la Conferenza di Kyoto, la Conferenza di Bali, per citare quelli più noti. Alla Conferenza Mondiale sull Ambiente e lo Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992 si approfondisce il concetto di responsabilità sociale delle imprese e della consapevolezza delle ripercussioni sociali delle azioni economiche. Il documento più significativo che è stato prodotto in questa sede è l Agenda 21. Altri documenti che si ritiene importante citare sono la Dichiarazione di Rio sulle Foreste e la Convenzione sulla Biodiversità e sul Clima. In sintesi vengono sanciti e programmati gli impegni che i paesi industrializzati devono assumere per modificare i loro consumi diminuendo i fattori inquinanti. In particolare l Agenda 21 è un protocollo d azione politico 3
4 programmatico, che prevede una serie di impegni (un agenda appunto) che tutti i paesi devono impegnarsi a realizzare nel XXI secolo (ecco perché 21), ed evidenzia la necessità di una chiara integrazione tra gli aspetti politici, economici e sociali perché si possa realizzare uno sviluppo auto-sostenibile. In breve essa tratta: o della dimensione economica e sociale: stabilisce un programma diretto sia ai paesi poveri, nel quale ci si impegna a non distruggere l ambiente attraverso la lotta alla povertà, il controllo demografico e il miglioramento delle condizioni di salute, e sia ai paesi ricchi, rivolto alla modifica dei propri consumi; o della conservazione e della gestione delle risorse; o del ruolo dei gruppi sociali per implementare uno sviluppo sostenibile: minoranze, associazioni, giovani, sindacati, settori produttivi, comunità scientifiche; o dei mezzi di esecuzione del programma perché si realizzino le azioni previste: strumenti scientifici, formazione, informazione ed altro. Ogni autorità locale, dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private ed adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali dovrebbero apprendere ed acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie. (Agenda XXI, 1992, Cap. 28) Anche la Conferenza di Kyoto, svoltasi dall'1 al 10 dicembre 1997 in Giappone, ha elaborato un documento che deve per importanza essere citato: il primo protocollo vincolante sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Il Protocollo di Kyoto, infatti, è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra, e del riscaldamento del pianeta, da parte dei Paesi industrializzati. Gli orientamenti della Conferenza di Rio, in particolare, sono stati accolti con grande tempestività dalla Comunità Europea, con la predisposizione del V Programma d azione per l ambiente, per gli anni , che affronta il tema dello Sviluppo Sostenibile, proponendo un approccio basato sulla responsabilizzazione di tutte le parti interessate. Nel Programma si legge Le misure ambientali prese in precedenza erano di natura prescrittiva e seguivano l approccio non si deve. La nuova strategia si basa invece su un approccio del tipo agiamo insieme e rispecchia la nuova consapevolezza del mondo industriale e produttivo che l industria non costituisce soltanto una parte importante del problema ambientale, ma che è ancora parte della sua soluzione (Sommario, punto 19, ibidem). Nel 2001, la Commissione Europea, nel Libro Verde: Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese delinea la responsabilità sociale come l integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate (p.7), inoltre, incoraggia le imprese a integrare lo sviluppo sostenibile in modo proattivo, nelle attività che esse realizzano all interno dell Unione europea e nel mondo (Commissione delle Comunità Europee, Comunicazione sullo sviluppo sostenibile, 2001). La sensibilizzazione generale che gli organismi istituzionali a vari livelli diffondono, a livello mondiale, sulla sostenibilità porta l ONU alla proposta del Global Compact, nove principi fondamentali che le imprese sono invitate a sottoscrivere, e a cui il Gruppo Hera aderisce nel 2004: 4
5 rispetto dei diritti umani, libertà di associazione sindacale, eliminazione del lavoro forzato, abolizione del lavoro minorile, non complicità negli abusi, applicazione della precauzione ambientale, tutela delle risorse ambientali, sviluppo di tecnologie e prodotti più puliti O.N.U. Global Compact Anche il governo italiano si propone di supportare gli orientamenti internazionali ed europei promuovendo la responsabilità sociale dell impresa, lo sviluppo del capitale umano e la tutela dell ambiente (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Libro Bianco, 2001). Con il VI Programma d azione per l ambiente, per gli anni , l Unione Europea vuole perseguire con forza le politiche di sostenibilità, nell obiettivo di pervenire a una qualità ambientale che sia esente da rischi significativi per la salute umana. Utilizzando un approccio globale e trasversale a tutte le attività che impattano sull ambiente, l Unione sollecita: o la collaborazione con il mercato attraverso le imprese e gli interessi dei consumatori per contribuire a creare modelli di produzione e consumo più sostenibili; o una maggior responsabilizzazione dei cittadini e delle parti interessate nei confronti dell'ambiente; o la prevenzione quale elemento fondamentale della politica integrata dei prodotti nonché ulteriori misure per incoraggiare il riciclaggio e il recupero dei rifiuti. La Conferenza di Bali, tenutasi nel mese di dicembre 2007 in Indonesia, ha dibattuto sul tema del cambiamento climatico ed ha sancito l impegno dei paesi industrializzati alla riduzione delle emissioni di gas in atmosfera tra il 25 e il 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il
6 Riferimenti bibliografici AA.VV, Agenda XXI, Programma d'azione per lo sviluppo sostenibile, cap. 28, Summit della terra Rio de Janeiro, A. Allini, Variabile socio-ambientale e performance d impresa. Profili di misurazione e di comunicazione, G.Giappichelli Editore, Commissione delle Comunità Europee, Libro Verde. Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, Bruxelles, [COM(2001) 366 definitivo]. Commissione delle Comunità Europee, Comunicazione della Commissione. Sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore: strategia dell'unione europea per lo sviluppo sostenibile, Bruxelles, [COM(2001)264 definitivo]. Consiglio Nazionale Economia Lavoro CNEL n.22, Qualità, competitività e lavoro per lo sviluppo sostenibile, Roma, C. Donolo, Sostenere lo sviluppo. Ragioni e speranze oltre la crescita, Bruno Mondadori, Enciclopedia Rizzoli Larousse, La biblioteca del sapere, Corriere della sera. RCS Quotidiani S.p.A., 2004 A. Lanza, Lo sviluppo sostenibile, Il Mulino, M. Lombardi, Rischio ambientale e comunicazione, Franco Angeli, Riferimenti Web
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