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3 05 Anfibi-rettili :39 Pagina 177 Nome scientifico Salamadrina terdigitata (Lacépède, 1788) Nome comune Salamandrina dagli occhiali 177 Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è particolarmente protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione È una salamandra di piccole dimensioni (lunghezza massima totale 10 cm), aspetto molto gracile, dorso nero o marrone scuro e ventre bianco, rosso e nero. Le dita della zampa posteriore sono 4 (5 in tutte le altre salamndre italiane). Le ovature sono piccole e attaccate alla vegetazione acquatica. Le larve sono molto piccole e difficilmente osservabili. Distribuzione La specie appartiene a un genere endemico della penisola italiana, la cui distribuzione va dalla Calabria al basso Piemonte. In Liguria è presente nelle aree appenniniche delle province di La Spezia (piuttosto rara) e di Genova (relativamente abbondante). La distribuzione altitudinale va da circail livello del mare fino a circa 900 m, con preferenza per le quote collinari. Notizie utili per la conservazione della specie Si riproduce quasi esclusivamente nei torrenti appenninici con substrato roccioso, sia sul versante tirrenico sia su quello adriatico. Gli habitat preferenziali sono i boschi umidi di latifoglie: boschi misti, castagneti e macchie a leccio. Si riproduce in primavera (marzo-giugno) nelle pozze dei torrenti e a volte in vasche artificiali. È reperibile in aree urbane purché lungo i torrenti sia presente vegetazione arborea o arbustiva. Convive spesso con Salamandra salamandra, Bufo bufo, Speleomantes strinatii, Rana temporaria e Rana italica. Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono la captazione delle acque, l artificializzazione delle sponde, l inquinamento e l alterazione delle aree naturali circostanti i torrenti (taglio e incen-
4 05 Anfibi-rettili :39 Pagina 178 di boschivi). Nelle zone urbane è negativa la discarica di inerti lungo i torrenti. Interventi gestionali Non ci sono particolari interventi attivi se non il mantenimento della naturalità dei corsi d acqua e degli habitat terrestri che li circondano. Nelle aree protette e nei psic i piani di gestione dovrebbero garantire il mantenimento della lettiera lungo i torrenti e in generale la naturalità dei torrenti in aree boscate; questi habitat tutelano anche molte altre specie acquatiche. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Le attività di reintroduzione non sembrano necessarie se gli habitat vengono mantenuti idonei. La metodologia di rimozione delle uova e rilascio delle larve in via di metamorfosi in qualche caso potrebbe esser utilizzata. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività va da febbraio a ottobre. Gli adulti sono difficilmente contattabili (solo le femmine si spostano verso l acqua per deporre) e sono prevalentemente terrestri. La verifica della presenza di ovature in primavera sembra il metodo più economico per accertare la riproduzione. Il monitoraggio tramite macrofotografie è utilizzabile con successo ma è estremamente costoso in termini di mano d opera. Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente autorizzato dal Ministero dell Ambiente (DPR 357/97 art. 12). Bibliografia BARBIERI F. (1994). Salamandrina dagli occhiali - Salamandrina terdigitata. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. Autore Sebastiano Salvidio 178
5 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 179 Nome scientifico Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Sinonimi: Triturus cristatus carnifex Nome comunetritone crestato meridionale, Tritone crestato italiano 179 Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Tritone di medie dimensioni (lunghezza massima totale 10 cm), distinguibile dalle due altre specie liguri (Triturus vulgaris e Triturus alpestris) per la presenza di grosse macchie scure sul ventre e assenza di bande scure sul capo. Distribuzione La specie è presente in tutta Italia con esclusione delle isole. In Liguria è presente solo nelle zone montane della provincia di Savona, Genova e La Spezia. La distribuzione è comunque molto frammentata. Notizie utili per la conservazione della specie Si riproduce in acque stagnanti piuttosto profonde sia temporanee sia perenni. Quasi completamente assente dalle zone pianeggianti, predilige gli stagni montuosi in aree a copertura forestale intatta o poco alterata. Convive spesso con Salamandra salamandra, Triturus alpestris e Rana temporaria. Nella foresta delle Lame (Parco dell Aveto, GE) e sul Monte Beigua (Parco del Beigua, GE e SV) si riproduce con Triturus alpestris e Triturus vulgaris Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono il riempimento delle zone umide e l introduzione di specie ittiche negli stagni. Per quanto riguarda le aree terrestri il taglio del bosco e l asportazione della lettiera sono fattori negativi per la sopravvivenza durante la fase terrestre. Interventi gestionali Rimozione di pesci e mantenimento delle condizioni idriche degli stagni di presenza.
6 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 180 Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali L approfondimento degli stagni in via di interramento potrebbero essere azioni utili a migliorare l habitat. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività va da marzo a giugno. Gli adulti sono catturabili con reti e il monitoraggio tramite macrofotografie è utilizzabile con successo ma è estremamente costoso in termini di mano d opera. Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente autorizzato dal Ministero dell Ambiente (DPR 357/97 art. 12). Bibliografia RAINERI V. (1994). Tritone crestato meridionale Triturus carnifex. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. Autore Sebastiano Salvidio 180
7 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 181 Nome scientifico Speleomantes ambrosii (Lanza, 1955) Sinonimi: Speleomantes strinatii; Speleomantes italicus Nome comune Geotritone di Ambrosi Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Salamandra terrestre di medie dimensioni (lunghezza massima totale 12 cm), distinguibile dalla salamandra pezzata (Salamandra salamandra) per l assenza di colore nero pece sul dorso e delle caratteristiche macchie giallo limone. La coda a sezione circolare distingue il geotritone di Ambrosi da tutte le specie di tritoni che hanno coda schiacciata lateralmente e a sezione ellittica. Distribuzione Specie endemica della Liguria orientale (parte orientale della Provincia di Genova e Spezzino) e della Toscana nord-occidentale (parte meridionale della provincia di Massa-Carrara). È uno dei vertebrati italiani con areale più ridotto anche se all interno del suo areale, lo Speleomantes ambrosii è relativamente comune, specialmente nelle aree carsiche. Notizie utili per la conservazione della specie Specie terrestre e rupicola vive in habitat diversi: boschi di conifere, latifoglie, boschi misti, macchia e zone rocciose. Spesso osservabile sotto le pietre e nelle cavità sotterranee (grotte, fessure, ecc.). La specie predilige le aree calcaree ma colonizza anche arenarie, marne e ofioliti. Presente anche in habitat antropici (sotterranei, cantine) purché molto umidi. Depone le uova fuori dall acqua, in ambienti ad alta umidità atmosferica. Possibili minacce e fattori di rischio Le cave di estrazione sottraggono habitat idonei alla specie; l alterazione delle condizioni igrometriche sotterranee o del suolo sono negative. Le popolazioni che vivono nelle grotte di facile accesso sono vulnerabili, per impatto diretto (raccolta) e indiretto (alterazione microclima). 181
8 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 182 Interventi gestionali Nelle aree boscate, il taglio e la rimozione della lettiera devono essere evitate. Raccomandabile la tutela delle grotte (tramite chiusura), soprattutto di quelle in cui la specie si aggrega in gran numero. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Il mantenimento degli habitat idonei sembra sufficiente a garantire la sopravvivenza delle specie. Nei psic il controllo delle condizioni di naturalità e umidità del suolo e del livello di falda appare importante. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività va da marzo a ottobre. Gli adulti sono contattabili di notte (anche di giorno nelle grotte). Esperimenti di rimozione temporanea permettono il calcolo dell abbondanza delle popolazioni con sforzi relativamente contenuti, ma deve essere garantito il mantenimento degli esemplari in ambienti umidi. La marcatura degli adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa in termini di mano d opera e di tempo. Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente autorizzato dal Ministero dell Ambiente (DPR 357/97 art. 12). Bibliografia LANZA B., CAPUTO V., NASCETTI G. & BULLINI L. (1995) Morphologic and genetic studies of the European plethodonthid salamanders: taxonomic inferences (genus Hydromantes). Monografie XVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino; 368 pp. SALVIDIO S. (1994). Geotritone di Ambrosi e Geotritone italiano Speleomantes ambrosii e Speleomantes italicus. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. SALVIDIO S. (2001). Estimating terrestrial salamander abundance in different habitats: efficiency of temporary removal methods. Herpetological Review, 32(1): Autore Sebastiano Salvidio
9 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 183 Nome scientifico Speleomantes strinatii (Aellen, 1958) Sinonimi: Speleomantes ambrosii Nome comune Geotritone di Strinati Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Salamandra terrestre di medie dimensioni (lunghezza massima totale 12 cm), distinguibile dalla salamandra pezzata (Salamandra salamandra) per l assenza di colore nero pece sul dorso e delle caratteristiche macchie giallo limone. La coda a sezione circolare distingue il geotritone da tutte le specie di tritoni che hanno coda schiacciata lateralmente e a sezione ellittica. Distribuzione Dal sud della Francia (Var) fino alla alla Liguria orientale (parte orientale della Provincia di Genova). All interno di questo areale lo Speleomantes strinatii è relativamente comune, specialmente nelle aree carsiche. Notizie utili per la conservazione della specie Specie terrestre e rupicola vive in habitat diversi: boschi di conifere, latifoglie, boschi misti, macchia e zone rocciose. Spesso osservabile sotto le pietre e nelle cavità sotterranee (grotte, fessure, ecc.). La specie predilige le aree calcaree ma colonizza anche arenarie, marne e ofioliti. Presente anche in habitat antropici (sotterranei, cantine) purché molto umidi. Depone le uova fuori dall acqua, in ambienti ad alta umidità atmosferica. Possibili minacce e fattori di rischio Le cave di estrazione sottraggono habitat idonei alla specie; l alterazione delle condizioni igrometriche sotterranee o del suolo sono negative. Le popolazioni che vivono nelle grotte di facile accesso sono vulnerabili, per impatto diretto (raccolta) e indiretto (alterazione microclima). 183
10 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 184 Interventi gestionali Nelle aree boscate, il taglio e la rimozione della lettiera devono essere evitate. Raccomandabile la tutela delle grotte (tramite chiusura), soprattutto di quelle in cui la specie si aggrega in gran numero. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Il mantenimento degli habitat idonei sembra sufficiente a garantire la sopravvivenza delle specie. Nei psic il controllo delle condizioni di naturalità e umidità del suolo e del livello di falda appare importante. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività va da marzo a ottobre. Gli adulti sono contattabili di notte (anche di giorno nelle grotte). Esperimenti di rimozione temporanea permettono il calcolo dell abbondanza delle popolazioni con sforzi relativamente contenuti, ma deve essere garantito il mantenimento degli esemplari in ambienti umidi. La marcatura degli adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa in termini di mano d opera e di tempo. Le eventuali attività di cattura devono essere condotte da personale espressamente autorizzato dal Ministero dell Ambiente (DPR 357/97 art. 12). Bibliografia LANZA B., CAPUTO V., NASCETTI G. & BULLINI L. (1995) Morphologic and genetic studies of the European plethodonthid salamanders: taxonomic inferences (genus Hydromantes). Monografie XVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino; 368 pp. SALVIDIO S. (1994). Geotritone di Ambrosi e Geotritone italiano Speleomantes ambrosii e Speleomantes italicus. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. SALVIDIO S. (2001). Estimating terrestrial salamander abundance in different habitats: efficiency of temporary removal methods. Herpetological Review, 32(1): Autore Sebastiano Salvidio
11 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 185 Nome scientifico Bombina pachypus Bonaparte, 1838 Sinonimi: Bombina variegata pachypus; Bombina variegata Nome comune Ululone appenninico Livello di protezione La specie, citata come Bombina variegata, è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è particolarmente protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Piccolo rospetto (lunghetta totale massima 5 cm) con pelle molto verrucosa e colore ventrale giallo con macchie grigie. Le uova sono deposte in piccoli ammassi aderenti alla vegetazione. Le larve hanno spiracolo ventrale (riconoscibili da un esperto anche senza fissazione). Distribuzione È una specie diffusa lungo tutta la catena appenninica e assente dalle isole (le indicazioni per la Sicilia sono sbagliate). La Liguria rappresenta il limite nord-occidentale di distribuzione della specie; è presente solo nelle province di Genova (molto rara) e La Spezia (piuttosto rara) prevalentemente a quote collinari e montane. Notizie utili per la conservazione della specie È una specie che si riproduce nelle pozze temporanee, stagni, abbeveratoi e raramente nei torrenti. Sfrutta bene le piccole riserve d acqua artificiali create nelle aree a pascolo e ad agricoltura tradizionale. Poco appariscente e difficile localizzazione per i non esperti. Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono il riempimento delle zone umide di riproduzione, dovuto all abbandono delle pratiche agricole e all allevamento estensivo. L evoluzione naturale della vegetazione sfavorisce questa specie in quanto tende a interrare e ombreggiare le zone umide. 185
12 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 186 Interventi gestionali Nei SIC ricerche specifiche dovrebbero identificare i siti di riproduzione e i piani di gestione dovrebbero incentivare il mantenimento di zone soleggiate. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Nelle zone di presenza, la creazione di una rete di pozze temporanee o di abbeveratoi potrebbe aumentare le densità a livello locale. Nei casi di estinzione certa, dopo la creazione di habitat idonei, la reintroduzione può avvenire tramite l immissione di ovature e girini. Metodi di monitoraggio Il periodo di riproduzione va da aprile a giugno. Gli adulti possono essere contattati di giorno nell acqua. L effettiva riproduzione può essere verificata osservando i girini (di grandi dimensioni e con spiracolo ventrale). La marcatura degli adulti tramite macrofotografia è possibile, ma molto dispendiosa in termini di mano d opera e di tempo. Le attività di cattura devono essere condotte solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia EMANUELI L. (1994). Ululone dal ventre giallo Bombina variegata. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. Autore Sebastiano Salvidio 186
13 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 187 Nome scientifico Bufo viridis Laurenti, 1768 Nome comune Rospo smeraldino 187 Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è particolarmente protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Aspetto da rospo (ghiandole parotoidi dietro gli occhi e pelle granulosa) con colore di fondo bianco/crema e macchie versastre con contorno nero. L iride giallo/verde permette di distingure facilmente il rospo smeraldino dal rospo comune (Bufo bufo) che ha iride color rame. Le ovature e i girini sono molto simili a quelli del rospo comune. Distribuzione È una specie diffusa in tutta Italia isole comprese. La Liguria rappresenta il limite occidentale di distribuzione della specie. In questa regione ha una distribuzione disgiunta: è presente nello Spezzino e in qualche sito costiero della provincia di Savona. Ulteriori ricerche potrebbero colmare queste lacume. La distribuzione altitudinale nella nostra regione è limitata alle altitudini inferiori ai 300 m. Notizie utili per la conservazione della specie È una specie pioniera che predilige le zone alluvionali e le aree aperte. Ha una buona adattabilità ed è in grado di colonizzare aree dismesse, cave, coltivi, giardini e stagni di origine antropica. Spesso si riproduce in sintopia con Hyla meridionalis e Rana dalmatina. Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono il riempimento delle zone umide di riproduzione, degli stagni e delle pozze. È in grado di adattarsi agli ambienti agricoli purchè ci sia alternanza di zone umide e aree ecotonali (siepi, incolti etc.). L evoluzione della vegetazione favorisce il rospo comune che sostituisce il rospo smeraldino nelle aree boscose con suoli evoluti. In alcune aree europee al limite del suo areale la specie si è estinta evi-
14 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 188 denziando una certa vulnerabilità. Interventi gestionali Nei SIC ricerche specifiche dovrebbero identificare i siti di riproduzione e i piani di gestione dovrebbero incentivare il mantenimento di zone umide e di aree ecotonali con scarsa vegetazione. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Le attività di reintroduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti: infatti la specie ha buone capacità di colonizzazione. La reintroduzione può avvenire tramite l immissione di ovature e girini. Metodi di monitoraggio Il periodo di riproduzione va da febbraio a aprile. Il canto è caratteristico (un trillo acuto simile a quello del grillotalpa) e permette la localizzazzione dei siti riproduttivi. L effettiva riproduzione può essere verificata osservando ovature e girini. La marcatura tramite macrofotografia è possibile. Le attività di cattura devono essere condotte solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia DELMASTRO G.B. (1994). Rospo smeraldino Bufo viridis. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. Autore Sebastiano Salvidio 188
15 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 189 Nome scientifico Hyla intermedia Boulenger, 1882 Sinonimi: Hyla arborea, Hyla italica Nome comune. Raganella italiana 189 Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92, in entrambi i casi come Hyla arborea) Identificazione È un anuro arboricolo, facilmente riconoscibile per i dischi adesivi all estremità delle dita e la colorazione del corpo verde brillante con banda nera laterale ben evidente (la banda è assente in Hyla meridionalis). Il canto è un gracidio tipico e inconfondibile dato da una serie molto veloce di note (note distanziate in Hyla meridionalis). I girini hanno colorazione verdastra, occhi laterali e pinna caudale con inserzione molto spostata verso la parte anteriore del corpo. Distribuzione Hyla intermedia è endemica della penisola italiana e è presente dalla Sicilia fino al Friuli. In Liguria, la specie è rarissima, quasi estinta nello Spezzino, una sola segnalazione nella Val Bormida (SV). Non esistono studi specifici sulla specie in Liguria. Notizie utili per la conservazione della specie Si riproduce in corpi d acqua stagnante (vasche, abbeveratoi, stagni, pozze di torrente, cave abbandonate) purchè ci sia una vegetazione arbustiva circostante. In Liguria Sembra legata ad ambienti planiziali. Possibili minacce e fattori di rischio L abbandono degli abbeveratoi e delle vasche di raccolta in zone agricole sembra essere la causa della rarefazione della specie in Liguria. Inquinamento ed immissione di pesci sono altri fattori sicuramente negativi. Interventi gestionali Ulteriori ricerche dovrebbero essere condotte nella piana del Magra, al fine di veri-
16 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 190 ficare l attuale distribuzione e presenza della specie. Nei psic l uso di insetticidi e di anticrittogamici dovrebbe essere attentamente valutato e possibilmente ridotto. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Il ripristino di vasche, abbeveratoi e bracci morti dei corsi d acqua sarebbe utile per aumentare gli habitat di riproduzione della specie. La reintroduzione a partire da uova e girini è un intervento che ha dato buoni risultati in Nord Europa con la specie affine H. arborea. Pertanto, nel caso che habitat idonei siano presenti o ripristinati nella valle del Magra, la reintroduzione di uova e girini provenienti dalle popolazioni vicine (es. Toscana) è auspicabile. Metodi di monitoraggio Censimenti e monitoraggi su presenza/assenza sono attuabili nel periodo riproduttivo che va da maggio a luglio. Operatori esperti sono in grado di determinare i girini sul campo. Il canto è facilmente riconoscibile e provocato con tecniche di playback. Stime di popolazioni sulla base di esperimenti di cattura e ricattura sono possibili ma molto dispendiose e poco raccomandabili su popolazioni di piccole dimensioni. In questi casi gli operatori dovrebbero essere autorizzati dal Ministero dell Ambiente in deroga al D.P.R. 357/97. Bibliografia EMANUELI L. (1994). Raganella comune Hyla arborea. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. Autore Sebastiano Salvidio 190
17 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 191 Nome scientifico Hyla meridionalis Boettger, 1874 Sinonimi: nessuno Nome comune Raganella mediterranea 191 Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione È un anuro arboricolo, facilmente riconoscibile per i dischi adesivi all estremità delle dita e la colorazione del corpo verde brillante senza banda nera laterale (presente invece in Hyla intermedia). Il canto è un gracidio tipico e inconfondibile. I girini hanno colorazione verdastra, occhi laterali e pinna caudale con inserzione molto spostata verso la parte anteriore del corpo. Distribuzione Hyla meridionalis è presente nella penisola Iberica, Francia meridionale e Italia occidentale (Liguria e una sola stazione in Piemonte in Val Tanaro, presso il confine con la provincia di Imperia). In Liguria, la specie è diffusa lungo la costa di Imperia, Savona, e Genova. In provincia di La Spezia. Riomaggiore, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, risulta, attualmente, la stazione più orientale conosciuta per la specie. Notizie utili per la conservazione della specie Si riproduce in corpi d acqua stagnante (vasche, abbeveratoi, stagni, pozze di torrente, cave abbandonate) purchè ci sia una vegetazione arbustiva circostante. Non particolarmente a rischio, in quanto ben adattata alla vita in giardini, orti, frutteti e campi coltivati purché siano presenti corpi d acqua con vegetazione acquatica e assenza di pesci. Incentivando l agricoltura e l allevamento tradizionali si possono mantenere condizioni idonee alla sua persistenza. Ciò dovrebbe essere tenuto presente nella formulazione dei piani di gestione delle aree protette e dei psic. Al momento azioni di ripopolamento non sembrano necessarie (eventualmente sarebbero da utilizzare uova e girini). Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono l abbandono delle attività agricole tradizionali, la captazio-
18 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 192 ne delle acque. Inoltre l introduzione di pesci nelle vasche e negli abbeveratoi sarebbe assolutamente da evitare, in particolare all interno sei psic. Interventi gestionali Ripristino e creazione di zone umide di piccole dimensioni, rimozione dei pesci dai siti di riproduzione. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Effettuare censimenti nei SIC in cui la specie è o era segnalata, in particolare al limite orientale dell areale (Cinque Terre) al fine di programmare le attività di gestione. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività si protrae da marzo a ottobre. In tarda primavera-estate la presenza è facilmente rilevabile al canto notturno anche stimolato da playback sonoro. Operatori esperti sono in grado di determinare i girini sul campo. Stime dell abbondanza di popolazione non sono mai stati effettuati in Italia; eventualmente possono essere effettuati utilizzando il canto con classi di abbondanza (pochi esemplari, molti, moltissimi). Bibliografia BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle Cinque Terre: aspetti gestionali e di conservazione. In: Nardelli R. (ed.) Fauna Indagini sulla fauna del comprensorio provinciale spezzino. Luna Editore, La Spezia, 64 pp. EMANUELI L., SALVIDIO S., ARILLO A. (1995). The distribution and status of Hyla meridionalis in Italy. In: LLORENTE G.A., MONTORI A., SANTOS X. & CARRETERO Eds. Scientia Herpetologica, pp GARCIÁ PARÍS M. (1997). Hyla meridionalis, pp In: Atlas of Amphibians and Reptiles in Europe. GASC J.-P., CABELA A., CRNOBRJA-ISAILOVIC J., DOLMEN D., GROS- SENBACHER K., HAFFNER P., LESCURE J., MARTENS H., MARTINEZ RICA J. P., MAURIN H., OLI- VEIRA M.E., SOFIANIDOU T. S.,VEITH M. ET ZUIDERWIJK A. (Eds). Societas Europaea Herpetologica & Muséum national d Histoire Naturelle (IEGB/SPN). Autore Dario Ottonello e Sebastiano Salvidio 192
19 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 193 Nome scientifico Rana dalmatina Bonaparte, 1838 Nome comune Rana dalmatina Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione È una rana bruna o rossa (colore marrone scuro o rosso mattone con evidente macchia nera dietro l occhio) che vive in zone aperte, prati, campi macchie rade. Si distingue dalla altre rane brune (R. temporaria e R. italica) per la colorazione sempre chiara della gola senza macchie. I girini sono marroni o grigi e identificabili con certezza solo all osservazione microscopica dopo fissazione. Le ovature sono di medie dimensioni e sferiche, spesso galleggianti. Possono essere confuse con quelle di Rana italica. Distribuzione È una specie diffusa in gran parte d Europa e in Turchia. È presente in tutta la Liguria, con distribuzione altitudinale che raramente supera i 900 m. Notizie utili per la conservazione della specie Si riproduce in varie tipologie di habitat con prevalenza di stagni, pozze anche temporanee e torrenti piuttosto soleggiati. Può riprodursi in zone artificiali come vasche e pozze per irrigazione. Può convivere con Hyla meridionalis, Salamandra salamandra, Bufo bufo e a volte con Rana italica (parte settentrionale del Promontorio di Portofino). Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono la captazione delle acque, il riempimento degli stagni e delle pozze. È in grado di adattarsi agli ambienti agricoli purchè ci sia alternanza di zone umide e aree ecotonali (siepi, incolti etc.). 193
20 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 194 Interventi gestionali È necessario incentivare il mantenimento e la creazione di piccole zone umide nelle aree maggiormente antropizzate. Nei psic i piani di gestione dovrebbero incentivare il mantenimento di zone umide e di aree ecotonali. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Le attività di reintroduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti idonei. La specie ha buone capacità di colonizzazione. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività va da febbraio a maggio. Data la difficoltà di catturare numeri elevati di adulti per studi di marcatura e ricattura, il monitoraggio potrebbe verificare la costante riproduzione tramite osservazione (e la conta) di ovature e girini. Tali attività possono essere condotte da personale non specializzato ma opportunamente istruito. Bibliografia BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle Cinque Terre: aspetti gestionali e di conservazione. In: NARDELLI R. (ed.) Fauna Indagini sulla fauna del comprensorio provinciale spezzino. Luna Editore, La Spezia, 64 pp. BARBIERI F. (1994). Rana appenninica - Rana italica. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. Autore Sebastiano Salvidio 194
21 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 195 Nome scientifico Rana italica Dubois, 1987 Sinonimi: Rana graeca, Rana graeca italica Nome comune Rana appenninica Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione È una rana bruna o rossa (colore marrone scuro o rosso mattone con evidente macchia nera dietro l occhio) che vive lungo i torrenti. Si distingue dalla altre rane brune (R. temporaria e R. dalmatina) per la colorazione scura della gola con evidente linea chiara centrale e per una linea bianca sul labbro superiore che va dalla mandibola all occhio. I girini sono marroni/neri e identificabili con certezza solo all osservazione microscopica dopo fissazione. Le ovature sono di piccole dimensioni e sferiche, spesso aderenti alle rocce. Possono essere confuse con quelle di Rana dalmatina. Distribuzione È una specie endemica della penisola italiana, la cui distribuzione va dalla Calabria al basso Piemonte. In Liguria è abbondante dallo Spezzino fino alla provincia di Genova. È assente a Savona e Imperia. La distribuzione altitudinale va dal livello del mare fino a circa 1000 m, con preferenza per le quote collinari. Notizie utili per la conservazione della specie Si riproduce quasi esclusivamente nei torrenti appenninici con substrato roccioso, sia sul versante tirrenico sia su quello adriatico. Gli habitat preferenziali sono le zone boscate e in particolare i boschi misti. Si riproduce a fine inverno - inizio primavera in particolare nelle pozze dei torrenti. Convive spesso con Salamandrina terdigitata, Salamandra salamandra, Bufo bufo e a volte con Rana dalmatina (parte settentrionale del Promontorio di Portofino). 195
22 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 196 Possibili minacce e fattori di rischio Le principali minacce sono la captazione delle acque, l artificializzazione delle sponde e l alterazione delle aree naturali circostanti i torrenti (taglio e incendi boschivi). Nelle zone urbane è negativo anche l inquinamento delle acque. Interventi gestionali Non ci sono particolari interventi attivi se non il mantenimento della naturalità dei corsi d acqua e degli habitat terrestri che li circondano. Nelle aree protette e nei psic i piani di gestione dovrebbero garantire la presenza della lettiera lungo i torrenti e in generale la naturalità di questi habitat e che tutelano anche molte altre specie acquatiche (anfibi e gambero di fiume). Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Le attività di reintroduzione non sono necessarie se gli habitat vengono mantenuti idonei. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività va da marzo a maggio. Gli adulti sono contattabili anche in autunno durante le piogge. Data la difficoltà di catturare numeri elevati di adulti per studi di marcatura e ricattura, il monitoraggio potrebbe verificare la costante riproduzione tramite osservazione di ovature e girini. Tali attività possono essere condotte da personale non specializzato ma opportunamente istruito. Bibliografia BUSSOLINI V., SALVIDIO S. (2000). Rettili e anfibi del parco nazionale delle Cinque Terre: aspetti gestionali e di conservazione. In: NARDELLI R. (ed.) Fauna Indagini sulla fauna del comprensorio provinciale spezzino. Luna Editore, La Spezia, 64 pp. BARBIERI F. (1994). Rana appenninica - Rana italica. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. 196 Autore Sebastiano Salvidio
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