Impianto di messa in riserva (R13) e recupero (R5) di rifiuti speciali non pericolosi

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1 Impianto di messa in riserva (R13) e recupero (R5) di rifiuti speciali non pericolosi ex artt. 214 e 216 del DLgs 152/2006 e ss.mm.ii. e DMA 5 febbraio 1998 modificato dal DMA 186/2006 STUDIO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA (ex art. 20 e allegato IV Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii.) R2 - RELAZIONE IMPATTI ATTESI 0 Giugno 2011 Emissione (Apulia System Srl) N Data Descrizione Redatto R E V I S I O N E Francone Giuseppe (Legale Rappresentante Francone Srl) Approvato

2 INDICE 1. PREMESSA IDENTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI IMPATTI SULL ATMOSFERA Emissioni convogliate e diffuse Emissioni fuggitive IMPATTI SUL SUOLO E SOTTOSUOLO Opere di protezione del suolo Descrizione dell impianto di raccolta delle acque meteoriche IMPATTO SULLA POPOLAZIONE IMPATTO SUL PATRIMONIO STORICO E NATURALE RISCHIO INCIDENTI CONSUMI RISORSE PRODUZIONE RIFIUTI CONSIDERAZIONI IN MERITO AGLI IMPATTI AMBIENTALI PIANO PER L EVENTUALE REDAZIONE DEL S.I.A Pagina 2 di 25

3 1. PREMESSA La FRANCONE SRL si occupa di estrazione, frantumazione, vendita di aggregati lapidei, raccolta, stoccaggio e recupero di rifiuti inerti. La ditta, con sede legale a Bari alla Strada Tresca n. 86, è sita al confine tra il territorio comunale di Bari e quello di Bitritto. La società con Determina del Servizio Rifiuti n. 29 del 23 aprile 2004 (allegato 1.1) era autorizzata alle attività di messa in riserva (voce R13 dell allegato C alla parte IV del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.) e al riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche (voce R5 dell allegato C alla parte IV del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.) dei rifiuti di tipologia 7.1, 7.2, 7.3, 7.4, 7.6, 7.11., (ai sensi dell allegato 1- suballegato 1 - del Dm 5 febbraio 1998 e ss.mm.ii.). In occasione del rinnovo della predetta Determina n. 29 e della modifica della compagine societaria, la Francone Srl ha effettuato rinnovo per la sola messa in riserva (R13) per i rifiuti di tipologia 7.1, 7.2, 7.3, 7.4, 7.6, 7.11, 7.31/bis (ai sensi dell allegato 1 - suballegato 1, del Dm 5 febbraio 1998 e ss.mm.ii.) per un quantitativo complessivo pari a t/anno, come da Determina n. 782 del Servizio Ambiente e Rifiuti del 7 dicembre 2010 (allegato 1.2). L attività di messa in riserva R13 si svolge nel territorio comunale di Bitritto accatastato al fg. 2 p.lla 210 (allegati tav. 1.1, tav. 1.2 e tav. 1.3). La società, con la presente richiesta di Verifica di assoggettabilità, intende richiedere l inserimento dell attività di riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche (R5 dell allegato C alla parte IV del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.) per i rifiuti di tipologia 7.1, 7.2, 7.3, 7.4, 7.6, 7.11, 7.31 bis (dell allegato - 1 suballegato 1, del Dm 5 febbraio 1998 e ss.mm.ii.) per un quantitativo pari a t/anno (500 t/giorno). Detta attività di recupero (R5) si svolgerà nel territorio comunale di Bari accatastato al fg. 74 p.lla 81 (allegati tav. 1.1, tav. 1.2 e tav. 1.3) Pagina 3 di 25

4 Con l emanazione del DLgs 3 aprile 2006, n.152 e con i successivi provvedimenti di modifica (DLgs 16 gennaio 2008, n.4 DLgs 29 gennaio 2010, n.128) è stata riformulata la disciplina sulla procedura di Verifica di assoggettabilità, riportata all articolo 20 del citato decreto. In merito alle categorie progettuali rientranti nell allegato IV, parte II, del DLgs 152/2006 e ss.mm.ii. (progetti sottoposti a verifica di assoggettabilità) si segnala come al punto 7.z.b) (Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) siano individuati anche gli impianti di recupero, ivi inclusi quelli soggetti a procedura semplificata. Sebbene la l.r. n. 11 del 12 aprile 2001 sia decaduta (la Regione Puglia ha disciplinato con detta legge le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale), e né il DLgs 152/2006 e i successivi provvedimenti di modifica (DLgs 16 gennaio 2008, n.4 e DLgs 29 gennaio 2010, n.128) disciplinano i contenuti e le componenti dello Studio preliminare ambientale, si è fatto riferimento a quanto previsto dall articolo 16 comma 1 lettera c) della citata l.r. 11/2001 e ss.mm.ii. L impianto della ditta Francone Srl è un impianto già esistente e autorizzato alla messa in riserva (R13) in forza della Determinazione Dirigenziale n.782 del 7 dicembre 2010 (allegato 1.1) per un quantitativo massimo di circa ton/anno; con la richiesta di inserimento dell attività di recupero/riciclo di altre sostanza inorganiche (R5) per un quantitativo pari a t/anno (500 ton/giorno), superiore, quindi, alle 10 t/giorno, la società deve sottoporsi alla verifica di assoggettabilità a VIA, per quanto suddetto. Nella presente si è proceduto all identificazione degli impatti attesi, derivanti dallo svolgimento dell attività di recupero R5. Pagina 4 di 25

5 2. IDENTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Si definisce impatto ambientale, secondo l art. 5 comma 1, lettera c) della parte II del DLgs 152/2006 e ss.mm.ii, l'alterazione qualitativa e/o quantitativa, diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine, permanente e temporanea, singola e cumulativa, positiva e negativa dell'ambiente, inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici, naturalistici, chimico-fisici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali, agricoli ed economici, in conseguenza dell'attuazione sul territorio di piani o programmi o di progetti nelle diverse fasi della loro realizzazione, gestione e dismissione, nonché di eventuali malfunzionamenti. Partendo da questa definizione, sono stati individuati gli effetti riconducibili alle attività di gestione di rifiuti speciali non pericolosi (rifiuti inerti) all interno dell impianto in oggetto. Gli impatti ambientali, qualora dovessero essere riscontrati, cesseranno nel momento in cui sarà dismessa l attività e, date le loro caratteristiche, le opere esistenti potranno essere riutilizzate per permettere lo svolgimento di altre attività produttive. 3. DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Per individuare nel dettaglio gli impatti ambientali, è stato condotto uno screening accurato delle attuali attività di gestione dei rifiuti e di quelle di cui si chiede integrazione, come suddetto. Ciò ha consentito di individuare gli effetti sulle componenti ambientali e antropiche di seguito elencate: Atmosfera (emissioni diffuse, convogliate e fuggitive); Suolo e sottosuolo; Acque; Popolazione (traffico e rumore); Patrimonio storico e naturale; Pagina 5 di 25

6 Consumi risorse naturali e non naturali; Produzione rifiuti; Rischio incidenti. Nel seguito del presente capitolo si procederà in dettaglio alla descrizione dei vari aspetti sopra elencati, fornendo, laddove possibile, sulla base di dati di esercizio, una quantificazione dell impatto atteso. Si sottolinea, inoltre, che non è prevista nessuna attività di cantiere in quanto l impianto è già esistente. 3.1 IMPATTI SULL ATMOSFERA Emissioni convogliate e diffuse Le emissioni in atmosfera correlate alle attività di recupero che la società intende svolgere all interno del proprio sito (in agro di Bari, fg. 74 p.lla 81; di Bitritto, fg. 2 p.lla 210) saranno di tipo diffuso, non convogliabili, derivanti dai processi di stoccaggio (messa in riserva) e successiva frantumazione e riduzione granulometrica di rifiuti inerti. Il primo momento in cui è possibile l emissione di polveri diffuse, coincide con la fase di stoccaggio di rifiuti (messa in riserva R13), nell apposita area. Infatti, data la natura dei rifiuti (materiale derivante da attività edili, di costruzione/demolizione, scavi), potrebbero aversi fenomeni di dispersione di polveri. Si specifica che nell intorno dell area della Francone sono presenti altre attività estrattive, di produzione inerti e/o di trattamento rifiuti di eguale natura e che le attività di recupero rifiuti inerti della società Francone Srl si svolgeranno all interno di un area di cava non più attiva, distante da qualunque centro abitato. Per l abbattimento delle polveri durante la messa in riserva dei rifiuti conferiti, si procede con la umidificazione dei cumuli di rifiuti, mediante getti d acqua. L acqua impiegata è costituita dalle acque meteoriche, dilavanti la stessa area di messa in riserva, opportunamente trattate nell impianto di trattamento acque meteoriche. Pagina 6 di 25

7 Con comunicazione trasmessa il 30 marzo 2010 (prot. 1917/n.603), il Servizio Ambiente della Provincia di Bari autorizza la Francone Srl al riutilizzo delle acque meteoriche (allegato 3.2.1). Per quanto concerne le emissioni diffuse che proverranno dalle attività di frantumazione e vagliatura dei rifiuti, la società Francone Srl è dotata di un sistema di abbattimento delle polveri generate da questa attività. L acqua impiegata sarà prelevata dalla rete AQP, in forza del contratto n C 2637 stipulato con l Acquedotto Pugliese, il 3 novembre 2006 (allegato 3.3.1). In ogni caso, al fine di evitare l utilizzo di acqua potabile per gli usi suddetti, la società nel gennaio 2011 ha ottenuto, dall Autorità di Bacino della Puglia, l autorizzazione alla ricerca di acque sotterranee, ad uso abbattimento polveri, al fg. 29 p.lla 106 del comune di Bari (sezione Ceglie), sempre di sua proprietà (allegato 3.4, allegato e cfr. par della relazione R1). L impianto di abbattimento polveri è costituito da un sistema A.P. Contro della A.P. ITALY snc (allegati a e b). Il sistema tradizionale ad aspersione di semplice acqua sulle particelle di polvere richiederebbe notevoli quantitativi di acqua a disposizione e, in ogni caso, risulterebbe poco efficiente a causa della tensione superficiale che non permette un buono e duraturo inumidimento delle particelle di polvere. La Società Francone Srl, per evitare tale inefficienza, si è dotata di un dispositivo che, per mezzo di aria compressa, produce una schiuma costituita da una miscela di acqua e di un additivo tensioattivo (allegato c). In questo modo si genera una grande quantità di microbolle di schiuma e la superficie di contatto con le particelle di polvere aumenta notevolmente. Inoltre, il liquido tensioattivo contenuto nella miscela permette il rivestimento istantaneo delle particelle di polvere, che aumentando la propria massa precipitano immediatamente. Per ulteriori dettagli sull impianto abbattimento polveri da triturazione rifiuti si rimanda a quanto detto nel par. 3.2 dell allegato R3. Inoltre la Asl Bari Dipartimento di prevenzione Servizio di Igiene e Sanità pubblica, con prot /UOR-9, in data 27 settembre 2007, attesta che l esercizio dell impianto Pagina 7 di 25

8 non produce nei comparti dell ambiente esterno inquinamento dell aria, del suolo e dell acqua (allegato d). La società ha richiesto, con istanza del 6 ottobre 2010, acquisita agli atti del Servizio Ambiente e Rifiuti con prot. n il 20 ottobre 2010, rinnovo ex art 281 del Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii, dell autorizzazione alle emissioni in atmosfera rilasciata ex DPR 238/88 (Allegato f). Al fine di minimizzare l impatto negativo derivante dalle emissioni diffuse, la ditta provvederà a: adottare tutti gli idonei accorgimenti tecnici e/o organizzativi al fine di limitare la formazione delle polveri diffuse; umidificare costantemente i piazzali (aree di transito e manovra), i cumuli, i trasportatori a nastro, zona di scarico nella tramoggia e delle aree maggiormente soggette al transito di veicoli; effettuare periodica pulizia (con maggiore frequenza nei periodi siccitosi e ventosi); effettuare il trasporto dei materiali polverulenti in ingresso e in uscita con mezzi dotati di copertura fissa o di idonei teli di copertura. Si allega alla presente relazione la valutazione delle polveri diffuse dell anno 2009 (allegato e) e quella relativa all anno 2010 (allegato g) redatta ai sensi della parte V del d.lgs.152/2006 e ss.mm.ii. per quanto concerne le attività di lavorazione inerti da cava. Sulla base di quanto emerso dai rilievi effettuati, non si evince il superamento dei livelli di immissione di polveri aerodisperse (2.5 mg/nmc) Emissioni fuggitive Nell azienda non si movimenteranno sostanze che necessitano, per la loro movimentazione, di apparecchiature che possono dar luogo a emissioni fuggitive. Quindi non sono presenti fonti di emissioni fuggitive. Pagina 8 di 25

9 3.2 IMPATTI SUL SUOLO E SOTTOSUOLO L area di messa in riserva dei rifiuti non pericolosi (fg. 2 p.lla 210 del comune di Bitritto) è costituta da un piazzale pavimentato in cemento e dotata di impianto di trattamento delle acque meteoriche con griglie di raccolta delle acque che dilavano dai cumuli di rifiuti. Inoltre, prot /UOR-9, in data 27 settembre 2007, la Regione Puglia Ausl Bari Dipartimento di prevenzione Servizio di Igiene e Sanità pubblica attesta che l esercizio dell impianto non produce nei comparti dell ambiente esterno inquinamento dell aria, del suolo e dell acqua (allegato d) Opere di protezione del suolo Come anticipato nel paragrafo precedente, per quanto concerne le opere di protezione del suolo, si sottolinea la presenza di: Platea in cemento armato nell area di messa in riserva dei rifiuti inerti in ingresso all impianto; opportuno impianto di trattamento delle acque meteoriche a servizio dell area di messa in riserva; bacini di contenimento per lo stoccaggio di oli e rifiuti pericolosi (provenienti dalle attività di manutenzione interne dei mezzi d opera) in capannone (tav.1) dotato di pavimentazione industriale. La platea in cemento armato dell area in cui svolge la messa in riserva, ha una pendenza che agevola l intercettazione delle acque meteoriche che precipitano su tutta la superficie. Attraverso apposite griglie ubicate sul piazzale si ha il convogliamento verso l impianto di trattamento (par dell allegato R3 e allegato 3.2.3). Nel corso di un evento meteorico, infatti, le acque di pioggia operano una pulizia grossolana della superficie sulla quale ricadono, trasportando con se tutto ciò che nel tempo si è depositato. Nel caso in oggetto, le acque di pioggia possono contenere polveri e terreno. Pagina 9 di 25

10 È ovvio, inoltre, che le acque di prima pioggia, essendo le prime acque di dilavamento, effettuino una pulizia quasi completa del piazzale e risultano, quindi, più inquinate delle successive. Inoltre il rischio di eventuale dispersione di contaminanti nella matrice suolo è limitato nella misura in cui il materiale in ingresso all impianto, nel rispetto delle disposizioni delle vigenti normative (cfr. art. 8 comma 4 del DMA 5/02/1998 e ss.mm.ii), viene preventivamente caratterizzato dal produttore dei rifiuti accertandosi che si tratti di rifiuti speciali inerti di tipo non pericoloso. Per quanto suddetto: considerata la presenza di un impianto di trattamento acque meteoriche dilavanti del piazzale di messa in riserva; le caratteristiche dello stesso piazzale; le caratteristiche di non pericolosità dei rifiuti e soprattutto la loro natura inerte; non si ritiene possano esistere rischi di inquinamento del suolo. Inoltre entrambi i presidi (piazzale e impianto trattamento acque meteoriche) saranno sottoposti a costante manutenzione da parte della ditta e/o ditte esterne. Poiché l azienda dispone di un serbatoio interrato di gasolio della capacità di 25 mc, al fine di individuare tempestivamente perdite accidentali di gasolio, con conseguente inquinamento del sottosuolo, il serbatoio viene sottoposto a periodiche prove di tenuta. Dall ultima prova effettuata (allegato 3.2.2) si evince la tenuta del serbatoio. Lo stoccaggio degli oli vergini e di quelli esausti, dei filtri olio e delle batterie esauste ( rifiuti derivanti dalla manutenzione degli automezzi) avviene nell area dotata di bacini di contenimento, all interno del capannone dotato di pavimentazione industriale. Sversamenti accidentali saranno adeguatamente contenuti nei bacini di contenimento previsti e dalla pavimentazione industriale; in ogni caso, laddove Pagina 10 di 25

11 dovesse verificarsi uno sversamento accidentale di sostanze pericolose, ogni addetto è addestrato a: delimitare l area interessata; cospargere l area interessata con la sabbia o altro prodotto assorbente disponibile in sacchi messi in evidenza; raccogliere il materiale litoide/materiale assorbente inquinato e porlo nel fusto vuoto messo a disposizione per tali situazioni di emergenza, per poi essere smaltito presso impianti autorizzati; utilizzare altri eventuali accorgimenti descritti nella scheda di sicurezza della sostanza pericolosa sversatasi Descrizione dell impianto di raccolta delle acque meteoriche L impianto di raccolta e trattamento delle acque meteoriche a servizio del piazzale di stoccaggio (messa in riserva R13), ubicato nel fg. 2 particella 210 del comune di Bitritto, è costituito da: un sistema prefabbricato composto da un pozzetto scolmatore (capacità di 300 lt), vasca di accumulo ( on capacità di lt), pozzetto di calma, un deolietaore (capacità 2250 lt), pozzetto di derivazione (capacità 300 lt); una seconda vasca di accumulo di circa 40 mc. La acque meteoriche dilavanti dal piazzale giungono nella prima vasca e sottoposte a trattamento di disoleazione; successivamente, le acque trattate vengono inviate nella seconda vasca di accumulo, per poi essere prelevate a mezzo di un sistema opportuno di pompaggio e riutilizzate per l abbattimento delle polveri (allegato e allegato 3.2.2). Si allega alla presente (allegato 3.2.3) la relazione tecnica illustrativa a corredo del progetto dell impianto così come inviata agli enti preposti. 3.3 IMPATTO SULLA POPOLAZIONE L impatto sulla popolazione potrebbe derivare da: Pagina 11 di 25

12 1 emissioni in atmosfera; 2 rumore; 3 traffico dei mezzi di trasporto materie prime seconde e rifiuti. 1 Per quanto concerne le emissioni in atmosfera, si specifica che nell intorno dell area della Francone Srl sono presenti altre attività estrattive, di produzione inerti e che le attività si svolgono all interno di aree di cava, quindi distanti da qualunque centro abitato, tale per cui l eventuale dispersione di polveri non determinerà alcun impatto negativo significativo sulla popolazione. In ogni caso la società dispone di un sistema di abbattimento polveri sia dei cumuli di rifiuti stoccati nell area di messa in riserva, che, successivamente, di quelle derivanti dalla frantumazione dei rifiuti inerti. 2 Per quanto riguarda il rumore, considerando che le attività si svolgono e si svolgeranno su un unico turno, dalle ore alle ore 17.00, sono state eseguite in data 7 aprile 2011 indagini ambientali per la misurazione del rumore in differenti punti dello stabilimento della ditta Francone Srl, nel periodo diurno (allegato 3.3), e nelle aree afferenti al comune di Bari e a quelle del comune di Bitritto. Occorre precisare che né il comune di Bari e né il comune di Bitritto hanno ancora adottato una Zonizzazione acustica del proprio territorio comunale e conseguentemente non hanno ancora proceduto alla redazione di un Piano di risanamento acustico conformemente a quanto disposto dal DPCM del 1/3/91. In assenza di ulteriori riferimenti, l unico modo per valutare i limiti di emissioni sonore consentiti nell ambito del territorio comunale è quello di confrontare la destinazione d uso prevista dal P.R.G. con quanto previsto dal DPCM 1/3/91 il quale introduce sei diverse classi di zonizzazione acustica del territorio: CLASSE I Aree particolarmente protette. Aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione, quali aree ospedaliere, scolastiche, residenziali, rurali, aree di particolare interesse naturalistico, ricreativo, culturale, archeologico, parchi naturali e urbani; Pagina 12 di 25

13 CLASSE II Aree prevalentemente residenziali. Aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali, totale assenza di attività industriali ed artigianali; CLASSE III Aree di tipo misto. Aree urbane interessate da traffico veicolare di tipo locale e di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, con limitata presenza di attività artigianali e totale assenza di attività industriali; CLASSE IV Aree di intensa attività umana. Aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, elevata presenza di attività commerciali ed uffici, presenza di attività artigianali, aree in prossimità di strade di grande comunicazione, di linee ferroviarie, di aeroporti e porti, aree con limitata presenza di piccole industrie; CLASSE V Aree prevalentemente industriali. Aree interessate da insediamenti industriali e presenza di abitazioni; CLASSE VI Aree esclusivamente industriali. Aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. A queste classi il D.P.C.M. associa i limiti massimi di immissione dei livelli sonori equivalenti che non possono essere superati di giorno (dalle ore alle ore 22.00) e di notte (dalle ore alle ore 06.00): Ai fini della valutazione, come riportato nella relazione fonometrica allegata (allegato 3.3) redatta da So.Ge.Se, si è fatto riferimento ai valori limite considerando l area di impianto ad uso Area esclusivamente industriale. Pagina 13 di 25

14 Tab. 3.3: Valori limite di rumore ambientale Leq (db(a)). In ogni punto di rilevamento non si è riscontrato un livello di rumorosità superiore ai limiti suddetti previsti per le aree esclusivamente industriali (prevalentemente/o esclusivamente) nel periodo diurno. I livelli di rumorosità, inoltre, sono largamente coperti dalle emissioni sonore provenienti dal traffico veicolare della Strada Comunale Tresca. Per ulteriori dettagli si confronti la relazione fonometrica in allegato 3.3. Pertanto l eventuale impatto sulla popolazione derivante dalle emissioni sonore, esclusivamente diurne, oltre ad essere compatibile con la destinazione d uso dell area in cui è ubicato l impianto, costituisce impatto non significativo, del tutto trascurabile anche in considerazione delle distanze dell impianto rispetto ai centri abitati: 7 km dal centro abitato di Bari, 2 km dal centro abitato di Bitritto e 2 km dai più vicini insediamenti abitativi della città di Bari (quartiere Carbonara di Bari). Pagina 14 di 25

15 3 Per quanto concerne il traffico veicolare, questo è generato dai mezzi, in ingresso e in uscita, di proprietà di terzi, che conferiscono rifiuti e che prelevano le materie prime seconde prodotte. L impianto è in un area vicina alla SP.238 e all autostrada A14, e quindi in zona periferica rispetto ai centri abitati di Bari e Bitritto. Inoltre nell area in cui ricade l impianto non sono presenti centri abitati (il centro urbano più vicino, Carbonara, è a 2 km). Il sistema viario della zona prossima all impianto risulta essere abbastanza sviluppato ed è costituito da strade comunali, provinciali e statali. Il flusso viario della zona risulta scorrevole ed è garantito da tre linee principali (SS 16, SS 93 e A14) che consentono di evitare l attraversamento dei centri abitati da parte degli automezzi e riducendo, così, al minimo la criticità del sito. Da quanto sopra rappresentato si rileva che l impatto derivante dal traffico veicolare è praticamente nullo. 3.4 IMPATTO SUL PATRIMONIO STORICO E NATURALE. I comuni di Bari e Bitritto, nel recepire le indicazioni del PUTT/p, hanno indicato i vincoli geomorfologici-idrogeologici, vincoli relativi alla settore botanico-vegetazionale, vincoli di stratificazione storica (decreto Galasso e vincolo archeologico), nonché la definizione degli Ambiti Territoriali Estesi (A, B, C, D). A seguito di tali indicazioni, si riscontra che la piattaforma all interno della quale sono ubicate le attività della ditta Francone Srl non è interessata da vincolo di tipo esteso e/o distinto. L area del sito si trova in un contesto ambientale caratterizzato dalla presenza di cave attive e impianti di trattamento rifiuti inerti. Nella sua globalità il comprensorio ambientale che ospita la struttura in oggetto possiede, data l esistenza di un altro impianto dello stessi tipo attivo a pochi metri, un basso valore naturalistico, essendo caratterizzato dalla presenza di biocenosi impoverite e da ambienti vegetazionali semplici e a volte anche degradati. Pagina 15 di 25

16 Si sottolinea, difatti, che: non si è in presenza di vincoli e/o segnalazioni architettonici e archeologici (tav.4.7); non si tratta di area protetta o di sito di importanza comunitaria e che nel suo intorno (e non solo immediato) non si è in presenza di boschi, macchie, oasi, biotipi, zone di ripopolamento e cattura, zone umide, centri pubblici e privati di selvaggina (cfr. tav. 4.9 e tav. 4.4). Evidentemente nell intorno dell area non sussistono componenti storiche e/o naturali che possano subire impatti derivanti dall attività della Francone Srl. Da quanto sopra detto, si rileva che l impatto potenziale sul patrimonio storico e naturale dell impianto è nullo. 3.5 RISCHIO INCIDENTI I rifiuti che vengono attualmente stoccati per la messa in riserva e che, successivamente saranno sottoposti ad attività di recupero R5, sono tutti non pericolosi, derivanti da attività di costruzione e demolizione. Quindi non sono possibili incidenti (esplosioni, incendi, ecc) derivanti dalla gestione dei rifiuti. La ditta, altresì, dispone: di un serbatoio metallico interrato da 25 m 3 di gasolio collegato ad erogatore privo di testata conta metrica; di fusti di olio lubrificante per una capacità di 3 m 3 La Francone Srl, ai sensi del Dm 16 febbraio 1982, per le attività di cui sopra (attività 15-17), è in possesso di Certificato di Prevenzione Incendi, rilasciato dal Comando VV.F di Bari, il 21 settembre 2008 e con validità fino al 22 luglio 2011 (allegato 3.2.5). I mezzi di estinzione in possesso sono di tipo mobile (estintori a polvere e CO 2 ). L azienda dispone di adeguate procedure di gestione delle emergenze, definite nel Piano di Emergenza. I presidi antincendio sono sottoposti a regolare manutenzione da parte di ditte terze, ed i controlli/verifiche sono registrati nel registro di prevenzione incedi. Inoltre, i componenti della squadra di emergenza sono muniti di idoneo attestato di frequenza per attività a rischio incendio medio. Pagina 16 di 25

17 Le potenziali situazioni di incidenti derivanti da incendi risultano adeguatamente tenute sotto controllo dalla società. 3.6 CONSUMI RISORSE In merito ai consumi di acqua, di energia elettrica e di carburante della ditta Francone Srl, sulla base di dati storici dell anno 2009 forniti dall azienda, quando, in virtù della Determina n. 89 del 23 aprile 2004, svolgeva sia le attività di messa in riserva (R13) che di recupero/riciclo (R5) di rifiuti speciali non pericolosi (cfr. par. 1 e allegato 1.1), si riportano le stime dei consumi forniti dalla stessa società (per 300 giorni lavorativi). Risorsa Consumo annuo (300 gg l anno) Acqua (AQP) 600 m 3 Energia elettrica ~ 480 MWh Carburante litri Tab. 3.6: Schema riassuntivo dei consumi stimati per attività R13 -R5 della ditta Francone Srl. Le risorse suddette vengono così utilizzate: acqua per i servizi igienici e abbattimento polveri da attività di trattamento; carburante per il funzionamento dei mezzi d opera; energia elettrica per il funzionamento dei personal computer, fax, stampanti impiegate negli uffici, per il funzionamento dell impianto di triturazione inerti (cfr Relazione R3) e per l illuminazione dell aree aziendali. L acqua impiegata per l abbattimento polveri per l area di messa in riserva viene fornita dall impianto di trattamento acque meteoriche e pertanto non sono stimabili i consumi della risorsa acqua per tale attività. Mentre per le attività di abbattimento polveri derivanti dalla triturazione inerti, l approvvigionamento dell acqua avviene in forza del contratto n C 2637 stipulato con l Acquedotto Pugliese, il 3 novembre Qualora la società dovesse disporre di un pozzo (attualmente la società è autorizzata dall Adb alla ricerca delle acque Pagina 17 di 25

18 sotterranee - allegati 3.4 e 3.4.1) per l abbattimento delle polveri diffuse emesse durante l attività di recupero suddetta, verrà utilizzata l acqua di falda regolarmente captata. 3.7 PRODUZIONE RIFIUTI Si riporta nel seguito le quantità di rifiuti prodotti durante le attività di recupero dei rifiuti (messa in riserva R13 e recupero/riciclo R5) e durante lo svolgimento delle attività complementari (di manutenzione delle attrezzature e di ufficio) svolte dalla Francone Srl nell anno 2009, quando la stessa era autorizzata alla messa in riserva (R13) e al recupero/riciclo (R5) come da Determina n. 89 del 23 aprile 2004 (allegato 1.1. e cfr. par. 1). Si indica, inoltre, per ciascuno dei codici Cer, la provenienza, la destinazione e la modalità di stoccaggio. QUANTITATIVO DESTINAZIONE CER DESCRIZIONE PROVENIENZA (KG/ANNO) altri oli per motori, ingranaggi RECUPERO 900 Manutenzione * e lubrificazione oli minerali per circuiti RECUPERO 1200 Manutenzione * idraulici, non clorurati Filtri olio 290 Manutenzione SMALTIMENTO assorbenti, materiali filtranti, SMALTIMENTO stracci e indumenti protettivi, Manutenzione diversi da quelli di cui alla voce assorbenti, materiali filtranti SMALTIMENTO (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci 120 Manutenzione * e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose RECUPERO batterie al piombo 100 Manutenzione MODALITÀ STOCCAGGIO Fusti in aree dotate di opportuni bacini di contenimento, disposti nell area stoccaggio rifiuti da manutenzione con pavimentazione industriale (tav.1) Contenitori per RAEE Pagina 18 di 25

19 pneumatici fuori uso 1610 Manutenzione RECUPERO Cassoni metalli ferrosi Recupero RECUPERO Cassoni sottostanti plastica e gomma Recupero RECUPERO l impianto di frantumazione ferro e acciaio Legno (cernita e selezione manuale) RECUPERO toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla 35 Uffici RECUPERO voce imballaggi in carta e cartone 990 Uffici RECUPERO Tab. 3.7: Rifiuti prodotti dalla ditta Francone Srl. Cassoni in area di messa in riserva R13 Contenitori d ufficio Contenitori d ufficio In particolare i rifiuti derivanti dalle attività di recupero (ferro e acciaio, plastica e gomma, legno) vengono avviati ad altri impianti di recupero rifiuti autorizzati. Come si evince, le attività di recupero R5 di cui la società intende richiedere l integrazione permettono di: evitare l ulteriore movimentazione dei rifiuti presso altri impianti di recupero; con le attività di recupero R5 si otterrebbe una separazione dei materiali inerti da quelli in plastica, legno, ferro, che possono essere avviati ad altre forme di recupero, evitandone quindi lo smaltimento in impianti di discarica; ridurre il ricorso a materiale inerte derivante da estrazione in cava, mediante il recupero dei rifiuti da costruzione/demolizione in ingresso all impianto. Pagina 19 di 25

20 4. CONSIDERAZIONI IN MERITO AGLI IMPATTI AMBIENTALI. A valle dell analisi degli impatti ambientali oggetto del presente studio di compatibilità ambientale, si precisa che l attività di recupero di rifiuti speciali inerti si svolge sin dal maggio 1998 e continua in forza della Determina n. 782 del Servizio Ambienti e rifiuti del 7 dicembre 2010 (allegato 1.2) L analisi degli impatti ambientali si configura come una verifica degli effetti di un impianto esistente già operante dal 1998, rispetto al territorio circostante. L esercizio dell impianto oggetto del presente studio di compatibilità ambientale determina la sussistenza di alcune tipologie di impatti ambientali che, tranne il consumo del suolo riconducibile all attività estrattiva, sono del tutto simili agli impatti generalmente riconducibili all attività di estrazione e lavorazione della pietra calcarea. L impatto positivo è senza dubbio la possibilità di produrre aggregati riciclati evitando l apertura di nuove cave in un territorio già fortemente penalizzato come quello dell interland barese, ovvero si creano le condizioni per una effettiva riduzione del fabbisogno di volumi per lo smaltimento di rifiuti inerti allungando la vita degli impianti esistenti, limitando l apertura di nuovi impianti della stessa tipologia. Infatti, a seguito dell esercizio dell impianto, è possibile disporre di un recapito a cui conferire gli ingenti quantitativi di rifiuti inerti prodotti in un area fortemente urbanizzata come quella di Bari e dei centri abitati della sua cintura, gettando le basi per una seria politica di contrasto al fenomeno dell abbandono incontrollato di tali materiali, nelle campagne limitrofe. Inoltre, da alcuni anni, si sperimenta con successo l impiego alternativo rispetto ai materiali tradizionali di materiali di risulta delle demolizioni dei manufatti edilizi, nella produzione di aggregati per l edilizia. Tale necessità trova fondamento nella particolare circostanza che la produzione annua in Italia di rifiuti inerti è stimata in diverse decine di milioni di tonnellate. Pagina 20 di 25

21 Gli aggregati riciclati ottenibili dai rifiuti delle demolizioni nel campo dell edilizia e delle grandi opere infrastrutturali, insieme agli scarti derivanti dai processi di produzione di elementi, componenti e manufatti prefabbricati costituiscono una materia prima secondaria di enorme valore utilizzabile per realizzare nuove opere nel rispetto dell ambiente. Altro impatto positivo è rappresentato dal fatto che le attività di recupero R5 di cui la società intende richiedere l integrazione permettono di: evitare l ulteriore movimentazione dei rifiuti presso altri impianti di recupero; con le attività di recupero R5 si otterrebbe una separazione dei materiali inerti da quelli in plastica, legno, ferro, che possono essere avviati ad altre forme di recupero, evitandone quindi lo smaltimento in impianti di discarica; ridurre il ricorso a materiale inerte derivante da estrazione in cava, mediante il recupero dei rifiuti da costruzione/demolizione in ingresso all impianto. Per quanto concerne gli impatti negativi l azienda adotterà, laddove possibile, una serie di modalità gestionali ed operative, cercando di renderli non significativi. In particolare: le emissioni in atmosfera, sono di tipo diffuso, non convogliabili, derivanti dai processi di stoccaggio rifiuti e successiva frantumazione e riduzione granulometrica. Per l abbattimento delle polveri in fase di stoccaggio si procede con la costante umidificazione mediante getti d acqua dei cumuli di rifiuti che possono generare emissioni polverulenti. Si riutilizzano le acque meteoriche, dilavanti la stessa area di messa in riserva, opportunamente trattate nell impianto di trattamento acque meteoriche. Per quanto concerne le emissioni diffuse polverulenti provenienti dall attività di frantumazione e vagliatura dei rifiuti (R5), la società Francone Srl è già dotata di un sistema di bagnatura delle polveri generate da questa attività. In ogni caso, la società, ha richiesto con istanza in data 6 ottobre 2010 autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Inoltre, secondo la valutazione delle emissioni polveri diffuse dell anno 2009 e 2010, redatta ai sensi della parte V del d.lgs.152/2006 e ss.mm.ii., non si è rilevato un superamento dei livelli di immissione di polveri aerodisperse. La ditta si impegna, inoltre, a: Pagina 21 di 25

22 adottare tutti gli idonei accorgimenti tecnici e/o organizzativi al fine di limitare la formazione delle polveri diffuse; umidificare costantemente i piazzali (aree di transito e manovra), i cumuli, i trasportatori a nastro, zona di scarico nella tramoggia e delle aree maggiormente soggette al transito di veicoli effettuare periodica pulizia (con maggiore frequenza nei periodi siccitosi e ventosi); effettuare il trasporto dei materiali polverulenti in ingresso e in uscita con mezzi dotati di copertura fissa o di idonei teli di copertura. Traffico veicolare: I veicoli in ingresso e uscita dall impianto si riversano solo su strade extra-urbane (SP238 e A14), non intralciando la viabilità dei centri abitati. Rumore: per quanto concerne le immissioni in ambiente esterno, esclusivamente diurne e al di sotto dei limiti previsti, esse costituiscono impatto negativo non significativo, come si evince da indagine fonometrica allegata alla presente e data la distanza dell impianto dai centri abitati. Suolo e sottosuolo: Risultano assenti elementi che possano costituire pericolo di contaminazione della matrice suolo. Per il serbatoio interrato di gasolio della capacità di 25 mc, al fine di prevenire perdite accidentali dallo stesso, con conseguente inquinamento del sottosuolo, vengono eseguite periodiche prove di tenuta. Sversamenti accidentali saranno adeguatamente contenuti nei bacini di contenimento previsti e dalla pavimentazione industriale; in ogni caso, laddove dovesse verificarsi uno sversamento accidentale di sostanze pericolose, ogni addetto è addestrato ad adottare misure di contenimento descritte in precedenza, mitigando gli effetti di tale evenienza. L impatto sulla popolazione è nullo, poiché nell intorno dell impianto non esistono abitazioni civili, ma altre attività industriali. Patrimonio storico e naturale: l impatto è nullo poiché non si è in presenza di vincoli e/o segnalazioni architettonici e archeologici, non si tratta di area protetta o di sito di importanza comunitaria e che nel suo intorno (e non solo immediato) non Pagina 22 di 25

23 si è in presenza di boschi, macchie, oasi, biotipi, zone di ripopolamento e cattura, zone umide, centri pubblici e privati di selvaggina. Rischio di incidenti: il potenziale impatto negativo derivante da situazioni di emergenza, risulterebbe mitigato dall adozione di idonee procedure di emergenza, oltre che dalla presenza dei dispositivi mobili antincendio. Consumo di risorse naturali: si rileva come la società, per la umidificazione dei cumuli dei rifiuti, riutilizzi le acque meteoriche, dilavanti la stessa area di messa in riserva, opportunamente trattate nell impianto di trattamento acque meteoriche. In tal modo si riduce l impiego della risorsa acqua, rendendo non significativo l impatto derivante dal consumo di tale risorsa In definitiva è possibile affermare che, a seguito dell analisi delle caratteristiche del ciclo produttivo, della tipologia di attività e degli impatti individuati, è riscontrabile una situazione ambientale sostanzialmente priva di criticità riconducibili all attività del centro di stoccaggio e trattamento rifiuti oggetto della presente verifica di assoggettabilità. Gli impatti negativi risultano per lo più nulli o comunque non significativi e sono di tipo reversibile, essenzialmente concentrati nell area dell impianto e che cesseranno nel momento in cui dovesse essere dismessa l attività dell impianto. Gli impatti positivi risultano prevalenti su quelli negativi. Si ritiene, pertanto, che lo svolgimento dell attività di recupero, produca un bilancio positivo in termini di impatti e l affiancamento dell attività di recupero/riciclo (R5) a quella di messa in riserva (R13) sia compatibile con la capacità di carico dell ambiente circostante. Pagina 23 di 25

24 5. PIANO PER L EVENTUALE REDAZIONE DEL S.I.A. Qualora si ritenesse necessario sottoporre a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale l esercizio dell impianto della ditta istante, per la definizione dei contenuti dello Studio di Impatto Ambientale, si farà riferimento a quanto previsto: dall articolo 22 della parte II del DLgs 152/2006 e ss.mm.ii.; dall allegato VII della parte II del DLgs 152/2006 e ss.mm.ii. dall art.8 della l.r. 12 aprile 2001, n,11 Sulla scorta di quanto previsto dalle suddette normative e partendo dai contenuti del presente studio di verifica di assoggettabilità, i contenuti proposti per la redazione dello Studio di Impatto Ambientale sarebbero i seguenti: La descrizione delle opere esistenti con l indicazione della natura e delle quantità di materiali impiegati, delle modalità e tempi di attuazione, ivi comprese la descrizione delle caratteristiche fisiche dell insieme del progetto, delle sue interazioni con il sottosuolo e delle esigenze di utilizzazione del suolo, nonché la descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con l indicazione, per esempio della natura e delle quantità dei materiali impiegati; Una valutazione del tipo e delle quantità dei residui e delle emissioni previsti (inquinamento dell acqua, dell aria e del suolo, rumore, vibrazioni, luce, calore, radiazioni) risultanti dall esercizio dell impianto; La descrizione delle tecniche prescelte per prevenire le emissioni degli impianti e per ridurre l utilizzo delle risorse naturali, confrontandole con le migliori tecniche possibili; L illustrazione della conformità delle opere e degli interventi proposti alle norme in materia ambientale e agli strumenti di programmazione e di pianificazione paesistica e urbanistica vigenti; L analisi delle qualità ambientale, con particolare riferimento ai seguenti fattori: la popolazione, la fauna e la flora, il suolo, l acqua, l aria, il clima e il paesaggio, le Pagina 24 di 25

25 condizioni socioeconomiche, il sistema insediativo, il patrimonio storico, culturale e architettonico, i beni ambientali e materiali, le interazioni tra i fattori precedenti; La descrizione e la valutazione degli impatti ambientali significativi positivi e negativi nelle fasi di attuazione, di gestione, di eventuale dismissione delle opere e degli interventi, valutati anche nel caso di possibili incidenti, in relazione alla utilizzazione delle risorse naturali, alla emissione di inquinanti, alla produzione di sostanze nocive, di rumore, di vibrazioni, di radiazioni, e con particolare riferimento allo smaltimento dei rifiuti e alla discarica di materiale residuante dalla realizzazione e dalla manutenzione delle opere infrastrutturali; La descrizione e la valutazione delle misure previste per ridurre, compensare o eliminare gli impatti ambientali negativi nonché delle misure di monitoraggio; Una sintesi in linguaggio non tecnico dei punti precedenti; Un sommario contenente la descrizione dei metodi di previsione utilizzati per valutare gli impatti ambientali, nonché l indicazione delle eventuali difficoltà incontrate dal proponente nella raccolta dei dati richiesti. Lo studio proposto offrirebbe un maggior approfondimento rispetto ai contenuti del presente documento, supportando con maggiori riscontri le conclusioni alle quali si è giunti attraverso il presente studio di assoggettabilità. Pagina 25 di 25

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