Indice. veneto d acque. studi. 7 Mario Isnenghi Ricordo di Silvio Lanaro

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1 Indice 7 Mario Isnenghi Ricordo di Silvio Lanaro veneto d acque 17 Francesco Vallerani L arte della fuga e labirinti d acque: il Veneto dei piccoli fiumi 35 Francesco Visentin Partire da Zero: patrimonio ambientale e nuove territorialità lungo un corso d acqua sorgivo del Veneto centrale 65 Giacomo Pasqualetto C è un canale qui! Il Marzenego e l idrografia urbana di Mestre: acque interstiziali dimenticate e riscoperte 97 Lorella De Bon e Rolf Petri La linea del Piave. Pianura e montagna venete orientali in un secolo di contenziosi attorno all uso dell acqua studi 143 Giacomo Bonan La gestione di boschi e pascoli nel Comelico della Restaurazione, tra nuovo regime e antiche consuetudini

2 2 Indice VENETICA 28/ Carmen Santi Giuseppe Ravegnani direttore del «Gazzettino» e della «Gazzetta di Venezia» (marzo-luglio 1943) 199 Abstract 203 Dagli istituti 251 I collaboratori di questo numero

3 Abstract L arte della fuga e labirinti d acque: il Veneto dei piccoli fiumi Francesco Vallerani È fuor di dubbio che uno dei più significativi aspetti del sistema ambientale e della secolare evoluzione geostorica dell entroterra veneto sia costituito dalla coesistenza tra maglia insediativa e ambienti fluviali. Non si tratta solo di un pregiato addensarsi di suggestivi paesaggi anfibi, ma anche di una rete idrografica che richiede urgenti e efficaci interventi miranti al governo dei deflussi, alla tutela della qualità delle acque e alla fruizione sociale delle pertinenze rivierasche. L attenzione per i corridoi fluviali, dai principali a quelli secondari, può essere vista come una doverosa scelta strategica al fine di bilanciare gli esiti della potente diffusione urbana che ha coinvolto coste, pianure, colline, solchi vallivi e conche montane, creando uno tra i più preoccupanti esempi di urban sprawl europei. Partire da Zero: patrimonio ambientale e nuove territorialità lungo un corso d acqua sorgivo del Veneto centrale Francesco Visentin Il Veneto è una terra di acque, segnata e solcata da una complessa rete idrografica. Alcuni grandi fiumi, come il Piave, il Brenta e l Adige incarnano l immaginario simbolico, storico e sociale di questa terra; molti altri, considerati minori, contribuiscono a creare la fitta maglia che permette all articolato sistema idraulico di sostenersi e al cosiddetto paesaggio palladiano di concretizzarsi. Tra questi possiamo annoverare il fiume Zero. Partendo da un analisi geo-storica, il presente contributo cercherà di collocare il corso di questo fiume sorgivo all interno del sistema paesaggistico attraverso l indagine di alcune peculiarità rivierasche, evidenziando alcune proposte riguardanti la Convenzione Europea del Paesaggio e i Contratti di Fiume per avviare una terapia urbanistica a partire dalla maglia idrografica.

4 4 Abstract VENETICA 28/2013 C è un canale qui! Il Marzenego e l idrografia urbana di Mestre: acque interstiziali dimenticate e riscoperte Giacomo Pasqualetto La complessa rete idrografica dell entroterra veneziano, è il risultato di una secolare interazione tra gli elementi naturali e gli apporti antropici che hanno contribuito a delineare l attuale paesaggio di pianura, prossimo alla laguna. La politica del governo delle acque che, con l affermarsi della Serenissima Repubblica, raggiunse proporzioni imponenti, ha determinato la coevoluzione di questo territorio attraverso la realizzazione di nuovi corsi, rettifiche e canali in un intreccio particolare tra acque dolci e acque salmastre. In questo contesto il fiume di Mestre, benché rappresenti un corso d acqua minore, ha rivestito e riveste un ruolo importante per la città: da via di comunicazione con la laguna ad ostacolo all urbanizzazione post-bellica, fino alla sua recente riapertura in chiave di riqualificazione urbana, il Marzenego ritorna a far parlare di sé aprendo inattesi dibattiti e curiosità sulla storia mestrina. La linea del Piave. Pianura e montagna venete orientali in un secolo di contenziosi attorno all uso dell acqua Lorella De Bon e Rolf Petri Dopo aver richiamato la storia dello sfruttamento idroelettrico, gli autori esaminano l evoluzione degli interessi che si muovono attorno al bacino idrografico del Piave dopo la tragedia del Vajont nel In anni recenti tali dinamiche si sono inserite nei processi di deregolamento economico e di decentramento politico, frastagliando le tradizionali linee di conflitto e disarticolando l apparente compattezza che un tempo opponeva le comunità di montagna agli interessi di sfruttamento idrico e idroelettrico della pianura. Se nel dopo-vajont è cresciuta la consapevolezza della precarietà degli equilibri naturali, si è al contempo indebolita la capacità di indirizzo di una politica ispirata all interesse generale.

5 VENETICA 28/2013 Abstract 5 La gestione di boschi e pascoli nel Comelico della Restaurazione, tra nuovo regime e antiche consuetudini Giacomo Bonan La Sovrana Risoluzione del 16 Aprile 1839 sull alienazione dei beni comunali è una delle leggi più citate negli studi sul Veneto austriaco, anche per le violente proteste che avvennero nei mesi successivi alla notificazione della norma. Partendo dalla principale rivolta avvenuta nelle zone di montagna, quella del comune di Comelico Superiore, l articolo analizza le reazioni delle popolazioni alpine alla notificazione della legge e gli effetti che la normativa sulla privatizzazione dei terreni comunali produsse nelle aree di montagna. Giuseppe Ravegnani direttore del «Gazzettino» e della «Gazzetta di Venezia» (marzo-luglio 1943) Carmen Santi Il saggio mira a ricostruire la linea giornalistica, politica e culturale, impressa a «Gazzettino» e «Gazzetta di Venezia» dall ultimo direttore dell era fascista, Giuseppe Ravegnani, tra marzo e luglio Già direttore della terza pagina del «Corriere Padano» di Ferrara e poi, dopo la morte di Nello Quilici e Italo Balbo a Tobruk, anche della testata, Ravegnani è conosciuto nell ambiente culturale italiano (fascista e post-fascista) per la sua attività di fine critico letterario, filologo e poeta. L analisi della gerenza dei due quotidiani veneti nei fatidici mesi precedenti la caduta di Mussolini, restituisce l immagine di un intellettuale al servizio del regime, ligio agli ordini ministeriali, ma anche appassionato e fedele militante, disposto a mettere l abilità della sua prosa d arte al servizio della propaganda ideologica di regime. Dopo il 25 luglio tale accesa militanza, per la linea di moderata e prudente attesa assunta dalla proprietà dei due giornali veneti, gli varrà la destituzione dalla direzione.

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