LA SANTIFICAZIONE DELL AMORE CONIUGALE

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1 Parrocchia S. Ambrogio Morazzone Catechesi dei giovani adulti Anno I sacramenti Il Matrimonio LA SANTIFICAZIONE DELL AMORE CONIUGALE Introduzione Lo specifico del sacramento del matrimonio è di essere l unico relativo ad una realtà che già esiste nell'economia della creazione, ossia di essere lo stesso patto coniugale istituito dal Creatore al principio. In quanto tale, il patto coniugale esiste indipendentemente dal sacramento ed è esperibile da ogni uomo e donna sulla terra come realtà pienamente umana. La creazione quindi dell'uomo nella condizione di maschio e femmina, di due modi di esistere inseparabili, di cui l'uno è la pienezza dell'altro, entrambi ordinati ad una unità definitiva, è secondo il piano originario di Dio e fa parte di un vero e proprio percorso di salvezza. Il sacramento, invece, si manifesta nell'alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa, quando «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato Sé stesso per essa, per renderla santa purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,25). L uomo e la donna nel disegno salvifico divino secondo la Sacra Scrittura La preparazione Dio prima crea Adamo, l'uomo, il soggetto personale umano. Egli è corpo e spirito e ciò appartiene alla sua struttura personale, prima di ogni altra specificazione. Ma a questo punto il Signore Dio osserva che non è bene che l'uomo sia solo; questi deve superare la sua solitudine originaria. Perciò gli da un essere che gli è simile (cfr. Gn 2,18-25). La donna allora è creata sulla base della stessa umanità. Dio crea l'uomo a sua immagine, maschio e femmina li crea (cfr. Gn 1,26-7). L'uomo diventa immagine non solo nella sua individualità, ma anche nella comunione di maschio e femmina. Tale comunione indica l'aiuto simile, adeguato e conforme che deriva dal fatto di esistere come persona accanto ad un'altra. Ciò si riverbera nella costituzione somatica dell'uomo: perciò è creato maschio e femmina. L essere uomo-donna è il risultato e anche la testimonianza della creazione come di un dono fondamentale dell'essere da parte di Dio Creatore, che espande al di fuori di se la vita. È testimone dell'amore di Dio Trino, della comunione delle Persone divine come sorgente da cui nasce la comunione e l'amore tra l'uomo e la donna. In questo contesto la mascolinità e la femminilità esprimono il duplice aspetto della costituzione somatica e psicologica dell'uomo, ordinato ad una unità misteriosa e fruttuosa. L'uomo prendendo coscienza del senso del proprio corpo in quanto maschio e femmina, scopre l'arricchimento e il dono reciproci, giunge alla conoscenza del loro senso unitivo e di quello procreativo. Col primo egli prende coscienza di formare due poli di un'unica realtà, non due frammenti di una totalità, della complementarità dell'uomo e della donna. Con l'atto coniugale della procreazione poi l'uomo e la donna si rendono conto della loro partecipazione al potere creativo e generativo di Dio. Per questo Dio benedice l'uomo e la donna, dà il compito di moltiplicarsi, di dominare è di assoggettare tutta la creazione. Il matrimonio è allora un fatto che viene da Dio, che realizza il progetto di Dio e si dovrà attuare nella storia della salvezza. Vivendo secondo la volontà creatrice divina l'uomo si pone in un radicale riferimento a Lui, in una comunione con Lui. Così l'uomo e la donna hanno la stessa dignità in quanto immagine di Dio (cfr. Gn 1,27) e insieme devono realizzare

2 la loro vocazione nell'unione e nella procreazione. La coscienza di tutto ciò è raggiunta progressivamente e comporta una «rottura radicale col sottofondo ideologico dell'ambiente circostante. La ragione che ha provocato questa rottura... è l'esperienza i del Dio vivente, unico e salvatore. Il matrimonio approfondirà man mano il suo significato nella coscienza del popolo di Dio e acquisterà originalità nella misura che verrà investito da questa esperienza di fede». Su questa linea i profeti si servono dell'esperienza matrimoniale per far comprendere l'alleanza di Jahvè con Israele, come testimonia in modo concreto e drammatico Osea (cfr. anche Ml2,14-5). Ricche ed espressive sono le affermazioni matrimoniali con cui è descritta l'alleanza di Jahvè, con accenni anche alle nozze messianiche. Dopo il peccato originale, anche la realtà della coppia, la loro unione e procreazione è soggetta al male: vi sono presenti la dimenticanza e il rifiuto di Dio e intervengono l istintività e il dolore del parto (cfr. Gn 3). È ormai un momento della vita umana da redimere. Mentre Dio prima del peccato si rivolge all'uomo e alla donna presi insieme, dopo parla loro separatamente (cfr. Gn 3,16-9). Essi ormai potranno vivere il loro rapporto sempre nell'attrazione, ma sopraffatta dall'istinto, riducendo anche l'altro ad oggetto. L'unione sponsale non sarà più semplicemente una positiva e arricchente esperienza condotta con la grazia divina, ma ciò nonostante rimarrà un impegno per l'uomo e un'esigenza iscritta nel profondo del cuore umano. Anche in questo caso subentra una durezza di cuore, denunciata pure da Gesù Cristo (cfr. Mt 19,8), che giunge fino alla codificazione, al permesso di ripudiare la propria moglie e al divorzio (cfr. Dt 24,lss.). San Paolo ce ne offre una testimonianza parlando dell immoralità che esiste nella comunità di Corinto (cfr. 1Cor 5,lss.; 6,12ss.) e raccomandando di vincere tutte le insidie che esistono anche per gli sposati: «Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché Satana non vi tenti nei momenti di passione» (l Cor 7,5). L'unione coniugale nel mistero salvifico di Cristo Per comprendere in tutti gli aspetti il matrimonio secondo la Sacra Scrittura non ci si può limitare alla sua dimensione creaturale o alla considerazione delle deviazioni del peccato, ma occorre tener presente anche la forza della grazia che proviene dall inserimento nel mistero di Cristo. Nel N. T. non troviamo però una trattazione specifica o completa. Si riprende l'intuizione dell Antico Testamento, che cioè nel matrimonio si svela e si vive l'alleanza, alla luce del fatto che ora l'alleanza è quella apparsa in Cristo: alleanza nuova, che ovviamente ha trascinato nella sua novità anche il matrimonio. La grande novità del Nuovo Testamento è la venuta di Cristo, ed è proprio inserendosi nel mistero di Cristo che il matrimonio riceve il suo ultimo approfondimento. Il Nuovo Testamento ha faticato non poco nel difendere la propria concezione matrimoniale che mutua la propria originalità e la propria novità dal mistero di Cristo. Nel mistero redentore di Cristo troviamo la reintegrazione della coppia umana nella sua verità originaria e il centro del senso del matrimonio. Ormai la presenza di Gesù Cristo giustifica e dà consistenza e valore soprannaturali all esistenza effimera e terrena dell'unione matrimoniale, nonostante che l essere uno in Gesù Cristo sopravanzi l essere maschio o femmina: «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Gesù Cristo, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo... Non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,26-8). Il fatto di essere uno, di appartenere a Gesù Cristo col battesimo, non toglie però che l'uomo e la donna finché sono pellegrini sulla terra non possano sottrarsi alla loro condizione terrena. San Paolo afferma difatti: «Nel Signore, né la donna è senza l'uomo né l'uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio» (l Cor 11,11-2). Così la reintegrazione della coppia umana in Cristo è proprio il centro della sua redenzione e salvezza, ossia del senso cristiano del matrimonio, Ne segue che la vita matrimoniale secondo il progetto salvifico di Dio è una condizione umana che non tutti possono comprendere, ma solo coloro ai quali è stato concesso (cfr. Mt 19,10-1), È una vita nuova che suppone il cambiamento del cuore duro dell'uomo,.

3 Già Gesù Cristo ha offerto delle indicazioni sul matrimonio da vivere in questa nuova situazione, come sequela a Lui nel regno di Dio già presente sulla terra, Egli, di fronte alla provocazione sul divorzio (cfr, Mc 10,2-12), ammesso ai suoi tempi in base al testo di Dt 24,lss, e interpretato in modo diverso dalle scuole teologiche del tempo, ribadisce il piano di salvezza, l'intenzione originaria di Dio sul matrimonio, superando la casistica e le varie opinioni, Egli riafferma l'intenzione fondamentale di Dio che al principio ha creato l'uomo maschio e femmina, affinché formino una sola carne, E l'uomo non può rinunciare a quanto Dio ha stabilito, nonostante la durezza del cuore, se vuole vivere l'alleanza con Dio ora realizzata in Gesù Cristo. Come ora Dio pone un'alleanza definitiva, senza riserve, così l'uomo deve essere fedele senza compromessi o leggi che giustifichino un comportamento diverso. Così nell'alleanza l'uomo e la donna devono donarsi completamente e definitivamente; l'uomo non può separare dunque ciò che Dio ha creato e congiunto, destinato all'unità nell'amore, Nell'insegnamento di Gesù sul matrimonio il vangelo di Matteo inserisce una clausola: «Eccetto il caso di porneia» (5,31-2; 19,3-12), Il termine porneia sembra avere il senso di concubinato o adulterio, come insinuano i passi del N.T: che lo contengono (cfr. per esempio At 15,20,29), ossia un Vincolo illegittimo, non legale, In questo caso il vangelo non contempla alcuna eccezione al comandamento di Gesù riguardante l'unità e l indissolubilità del matrimonio, ma semplicemente il rifiuto di giustificare una unione illegittima, Il primo passo poi (Mt 5,32) è parte del discorso della montagna, dove Gesù Cristo mostra la giustizia nuova e superiore dei suoi discepoli rispetto a quella degli scribi e dei farisei (cfr. 5,20), Nella logica delle beatitudini e della nuova giustizia del regno di Dio il matrimonio è alleanza definitiva e rispecchia l'amore sempre fedele di Dio realizzato in Gesù Cristo, Così la sua giustizia diventa superiore e sostituisce l'antica, In Mt 19,3-12 si nota che non tutti riescono a comprendere il matrimonio secondo il progetto di Dio; il suo senso si svela a chi è concesso ed è ritenuto sconcertante dagli uomini di cuore duro (w, 10-11), Ciò accade perché il matrimonio è inserito nel regno di Dio e ne assume il posto che gli spetta, Perciò esige anche regole nuove di fedeltà partendo dal senso già dato nella creazione ed ora elevato ad un nuovo rapporto da Cristo per i suoi discepoli, Teologicamente significativa e pregnante è la presenza di Gesù alle nozze di Cana (cfr, Gv 2,1-11), Egli, che è lo sposo (cfr. Gv 3,29), rivela la sua gloria col primo dei suoi segni e realizza le nozze dell'agnello (cfr, Ap 19,7; 21,2) col dono di Sé stesso per la sposa, la Chiesa, resa pura e santa col lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola. Il significato di Ef 5,21-33 Già in l Cor 7,1-40 si può notare che: Alcune frasi di Paolo diventano significative, se le consideriamo una risposta a interrogativi e sollecitazioni in senso contrario che gli venivano dalla comunità: 'Non rifiutatevi l'uno all'altra, se non di comune accordo... (7,5); 'La moglie non si separi dal marito (7,10b); 'Se anche prendi moglie non pecchi (7,28); 'Ciascuno riceve da Dio il suo dono particolare (7,7). Di fronte alle minacce che provengono dall'ambiente religioso di Corinto, l'apostolo afferma chiaramente che il matrimonio è un dono, rientra nel piano di Dio. Nonostante la complessità dei temi affrontati, quelli della dimensione escatologica, della verginità, dell'influsso del male, san Paolo in questo testo prende posizione e avanza affermazioni positive sul matrimonio. Certamente non tutto è chiarito, perché sono introdotti molti elementi senz altro di per sé complessi. Vi sono elementi e valori cristiani da proporre e altri invece pagani da rigettare. San Paolo, pur ponendosi nella prospettiva del tempo che ormai si è fatto breve e della scena di questo mondo che passa per dar luogo a quella definitiva, nota sul matrimonio tutto ciò che è passeggero, insistendo su ciò che ha valore definitivo. Con ciò nulla è condannato di quanto nella vita matrimoniale piace al Signore, è suo comandamento o consiglio. San Paolo pone le affermazioni basilari e lo fa per il bene dei cristiani, per indirizzarli a ciò che è degno e tiene uniti al Signore senza distrazioni (v. 35). Anche nell'attesa della manifestazione del Signore glorioso si può vivere nel matrimonio il mistero dell'amore di Dio. Il passo che senz altro più di ogni altro ci fa penetrare nella dottrina biblica del matrimonio è Ef 5, Esso è considerato dalla tradizione e dal magistero di particolare importanza, anche se di difficile e

4 discusso significato. Il magistero afferma che la grazia, con cui Cristo perfeziona l'amore umano, unisce in modo indissolubile e santifica i coniugi così da rendere il matrimonio sacramento, è accennata da san Paolo in questo passo specialmente nei vv. 25 e 32. Il concilio tridentino con molta prudenza dice che la dottrina della grazia del matrimonio è qui accennata, insinuata, non insegnata. Il magistero non si sofferma solo sul termine mysterion, in latino tradotto con sacramentum, del v. 32. È tutto il complesso dei versetti che accenna e mostra la possibilità di intendere il matrimonio nel significato che poi con la riflessione posteriore condurrà alla certezza di fede di trovarci di fronte a un sacramento voluto da Gesù Cristo, in quanto il matrimonio terreno ripresenta e conserva nella sua essenza il rapporto e l'alleanza di Cristo con la Chiesa. Il Vaticano II in base a Ef 5,32 afferma inoltre che il matrimonio è immagine e partecipazione del patto di amore tra Cristo e la Chiesa (cfr. GS 48; AA 11). Aggiunge anche che i coniugi secondo Ef 5,32 significano e partecipano il mistero di unita e di fecondo amore che intercorre fra Cristo e la Chiesa ( cfr. LG 11). Quali sono i punti centrali del passo paolino circa il matrimonio? Anzitutto occorre non dimenticare che la lettera risponde alla domanda di conoscere come il mistero salvifico di Dio si manifesta nella storia. Nel nostro passo in particolare si vuol mostrare come il mistero dell'amore redentivo di Gesù Cristo si rende presente nel matrimonio. Per mostrarlo si inizia affermando che Cristo ha amato la Chiesa e per essa si è donato allo scopo di santificarla. Per realizzare questa santificazione l'ha purificata mediante il battesimo. Dopo il battesimo l'ha presentata a sé come sposa santa e immacolata. Cristo la nutre e la cura poiché noi siamo membra del suo corpo. E subito san Paolo aggiunge: «Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande: lo dico di Cristo e della Chiesa» (vv. 31-2). Così il mistero di unità e di santificazione, ossia di alleanza, rivive nell'unione dell'uomo e della donna. Il mistero redentivo di Cristo che ha santificato e unito a sé la Chiesa, ormai realizzato, è alla base, e il fondamento dell'unione dei coniugi che sono membra del corpo di Cristo. Con uno sguardo d'insieme possiamo tentare di individuare quali siano le asserzioni fondamentali di Ef 5. Sembra che si possa indicarle nel modo seguente. San Paolo parte dalla retta condotta, dalle ammonizioni riguardanti il reciproco rapporto tra marito e moglie, ma è interessato soprattutto a presentarne una motivazione precisa e dettagliata. Questa deriva dalla ripresentazione del rapporto di Cristo nei riguardi della Chiesa, modello e tipo di quello esistente tra marito e moglie. Così il matrimonio è «riproduzione» del rapporto sponsale di Cristo che nutre e cura la Chiesa come propria carne. Ad esso sono attribuite con tale paragone la dignità e la grazia che furono poi precisate come dimensione o natura sacramentale. Ciò risulta dal fatto che esso è ripresentazione dell'unione soprannaturale intercorrente tra Cristo e la Chiesa. Alla base di tutto ciò sta il disegno salvifico del Creatore che crea l'uomo maschio e femmina con lo scopo della loro unione e con l'inaugurazione dell'istituzione matrimoniale in cui si attua la volontà divina. Precisa H. Schlier: «In questa volontà e in questa istituzione di Dio creatore è implicita, dice Paolo nel v. 31 interpretando Gn 2,24, realmente anche se nascostamente, quella presentazione della Chiesa a Cristo che trascende la creazione, perché la Chiesa, provenendo da Cristo (2,11ss.), è stata destinata a ciò fin dall'eternità (Ef 1,4s.). Ivi è anche implicita l'unione di Cristo e della Chiesa in un unico corpo». In ogni matrimonio delle membra della Chiesa non solamente è reso attuale il rapporto tra Adamo ed Eva, ma anche e in modo del tutto proprio quello redentivo e sublime tra Cristo e la Chiesa. Gli sposi cristiani attuano il rapporto Cristo-Chiesa poiché appartengono al corpo di Cristo e nei loro rapporti reciproci si realizza e si manifesta il rapporto Cristo-Chiesa. Per questi motivi la lettera agli Ebrei (13,4) esorta, affinché «il matrimonio sia rispettato da tutti e il talamo sia senza macchia. I fornicatori e gli adulteri saranno giudicati da Dio». Il matrimonio nella tradizione e secondo il magistero Accenni alla storia del sacramento del matrimonio

5 Tre sono gli aspetti: 1) gli indizi della sacramentalità nel periodo patristico, 2) la rivendicazione da parte della Chiesa della competenza ed autorità sul matrimonio dei fedeli e di una dottrina sull amore coniugale da proporre a tutti e 3) le principali posizioni ed eresie circa il matrimonio. 1) I Padri della Chiesa insistono prima di tutto sulla novità morale della vita matrimoniale cristiana, sostenendone l'indissolubilità e l'unità insieme all'affermazione della bellezza della verginità per il regno dei cieli. Sant Agostino afferma che il matrimonio è stato elevato da Cristo ad essere un modo che indichi la sua unione con la Chiesa. Esso deve essere inoltre considerato positivamente perché comporta tre beni o valori oggettivi: proles, che indica la generazione e l educazione dei figli, fides, ossia la fedeltà degli sposi nel mutuo amore, sacramentum, in quanto ne esprime il significato e il valore supremi essendo ad immagine di Cristo sposo e della Chiesa sposa. 2) La Chiesa considera l amore coniugale tra battezzati non come istituzione naturale, ma come un gesto da sottoporre alla sua sorveglianza e da compiersi con determinati riti. La Chiesa interviene inoltre per proclamare la sacramentalità. Come nota D. Tettamanzi, il contesto ecclesiale e la dipendenza del matrimonio cristiano dall'autorità ecclesiale e dal magistero risultano anche dai termini usati per indicarlo. Esso è un carisma o un donum di Dio, un officium con cui si stabilisce che lo stato coniugale ha un suo posto nella Chiesa. Questa opera nella vita dei coniugi esigendone la santità ed esercitando la sua missione salvifica sotto tutti gli aspetti. 3) Per molto tempo la Chiesa ha dovuto affrontare la mentalità caratterizzata, nei festeggiamenti nuziali, da una profonda decadenza dei costumi, dal divorzio, dalle pratiche abortiste e anticoncezionali. Altre gravi difficoltà derivavano alla Chiesa dalle posizioni dualistiche per cui vi è un doppio principio delle cose, uno buono da cui provengono gli spiriti, l'altro da cui deriva la materia. Il raggiungimento di una dottrina che presenti una certa completezza si verificò nella teologia medioevale e nel magistero seguente. In primo luogo era necessario superare le incertezze e le parzialità nel modo di considerare il matrimonio cristiano. In secondo luogo furono le provocazioni delle eresie, in particolare quella dei Catari-Albigesi e quella della Riforma protestante, a determinare l intervento decisivo del magistero. Il pensiero dei Riformatori e l insegnamento del concilio di Trento Secondo Lutero, e ugualmente in Calvino, il matrimonio si basa sulla natura, e quindi è necessario. Ma, secondo l antropologia luterana, la sessualità è esercitata sotto l influsso inevitabile della concupiscenza, che è il peccato originale proprio di ciascun uomo, e così il matrimonio è legato al peccato. Tenendo presente ciò, esso non può essere considerato un sacramento. Il matrimonio venga pure inteso come un'allegoria dell'unione di Cristo e della Chiesa, ma non come sacramento istituito da Dio; è un sacramento introdotto nella Chiesa dagli uomini per ignoranza delle cose e delle parole...». Allora il matrimonio non può essere che una istituzione totalmente umana, dipendente unicamente dal potere civile dello stato, in cui la Chiesa non può intervenire, né ha giurisdizione. I Riformatori di conseguenza ammettono la legittimità del divorzio. A partire da queste affermazioni, che rimettono in discussione i punti dottrinali gia acquisiti, il concilio di Trento interverrà ribadendo la tradizione precedente negli elementi essenziali. Il matrimonio è sacramento e significa l'unione indissolubile di Cristo con la Chiesa, come indica Ef 5,32. Il significato del sacramento è realizzato dal mutuo consenso espresso mediante parole attuali. Benché per motivo di fornicazione sia lecito separarsi, non si può però contrarre un altro matrimonio, dato che il vincolo contratto e perpetuo. Il concilio di Trento ribadisce così insieme alla sacramentalità del matrimonio anche l'autorità e la competenza della Chiesa in materia matrimoniale. Non si può contrarre matrimonio valido senza la presenza di un ministro legittimo e di testimoni. Infine si afferma il senso sacro, proprio di ogni unione matrimoniale, per cui il battezzato non si può sposare senza che ciò sia anche celebrazione del

6 sacramento. I contraenti battezzati non sono mai i ministri del loro matrimonio senza la Chiesa e meno ancora al di sopra di essa; essi sono ministri nella Chiesa e attraverso la Chiesa. Il concilio Vaticano II e la Familiaris Consortio Il concilio Vaticano II mette in evidenza anzitutto i rapporti essenziali che il matrimonio cristiano possiede con la Chiesa, la sua dimensione propriamente ecclesiale e vi unisce le considerazioni sulla famiglia sorta dal sacramento come immagine della Chiesa tanto che la si può considerare come Chiesa domestica. Vi è, inoltre, una rinnovata valorizzazione dell'amore coniugale e del suo compito nella vita matrimoniale. L istituto matrimoniale nasce dall'amore umano, col quale i coniugi si donano e si ricevono reciprocamente anche davanti alla società. L'esortazione apostolica Familiaris Consortio, pubblicata nel 1981, è una summa dell'insegnamento magisteriale sul sacramento del matrimonio. Essa presenta a tutti il disegno di Dio sul matrimonio, ma insiste soprattutto nel proclamare che la sua mancata realizzazione integrale ostacola il rinnovamento del popolo di Dio e dell'intera società. L'amore coniugale è immagine dell'alleanza che Gesù Cristo ha stabilito col suo popolo, un'alleanza sempre fedele da parte di Dio che si pone come esemplare per l'amore fedele che deve esistere tra gli sposi. Il matrimonio dei battezzati diviene una partecipazione reale alla nuova ed eterna alleanza nel sangue di Cristo. Lo Spirito donato nel sacramento rende i coniugi capaci di amarsi come Cristo li ha amati. Il documento precisa anche: «In realtà il sacerdozio battesimale dei fedeli, vissuto nel matrimonio-sacramento, costituisce per i coniugi e per la famiglia il fondamento di una vocazione e di una missione sacerdotale, per cui le loro esigenze quotidiane si trasformano in 'sacri ici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Un punto ripetutamente ribadito dal magistero è l'affermazione che il matrimonio è principio e fondamento dell'umana società e la famiglia la sua prima e vitale cellula. La dignità, i diritti e i doveri del matrimonio e della famiglia sono sacri per ogni epoca e per ogni situazione e sono indipendenti da ogni potere, anche da quello dello stato. Essi scaturiscono dalla natura umana, dalla stessa natura dell'uomo e della donna. Gli ultimi decenni hanno visto numerosi studi e approfondimenti sul sacramento del matrimonio, soprattutto riguardanti il valore dell'amore umano al di sopra degli elementi giuridici. In qualche caso l amore coniugale è stato tanto sopravvalutato così da subordinare ad esso la validità stessa del vincolo matrimoniale. Su tale questione e intervenuto Paolo VI precisando quanto segue: «... in nessun modo può essere accettata un'interpretazione dell'amore coniugale che porti ad abbandonare o sminuire nel suo valore e significato il noto principio: matrimonium facit partium consensus... In base a questo principio, il matrimonio viene alla sua esistenza nel momento stesso in cui i due coniugi prestano il loro consenso matrimoniale giuridicamente valido. Tale consenso e un atto di volontà di natura contrattuale... il quale produce in un istante indivisibile il suo effetto giuridico cioè il matrimonio 'in facto esse', uno stato vitale, senza che nulla possa più aver influsso alcuno nella realtà giuridica da esso creata». Così questo vincolo sacro non dipende dall'arbitrio dell'uomo ed e un bene innegabile sia per i coniugi che per i figli. Gli elementi costitutivi del sacramento del matrimonio L'istituzione del matrimonio Nell A.T., l'unione dell'uomo e della donna è un'immagine che aiuta a comprendere l'alleanza di Dio con gli uomini. Il matrimonio nel N. T. è inserito in modo così radicale nell'alleanza salvifica rinnovata da Cristo da costituire un evento in cui sono resi presenti dai coniugi battezzati la fedeltà e l'amore eterni di Dio per l'uomo. Il matrimonio è attuato dai battezzati nel loro essere creature nuove in Cristo, ricevuto nel battesimo ed essi si uniscono in matrimonio come membra partecipi dell'essere della Chiesa.

7 I ministri I documenti conciliari eludendo il confronto con le tesi Ortodosse che indicano solo nel celebrante la figura del ministro non indicano espressamente chi siano i ministri del matrimonio, al contrario di quanto precisano per gli altri sacramenti. Ma la cautela del magistero conciliare è dovuta senz altro anche alla volontà di fare attenzione alla storia del segno sacramentale e ai dibattiti presenti nella stessa Chiesa cattolica. A differenza dei documenti conciliari, il magistero ordinario ha presentato i coniugi quali ministri del sacramento, in particolare quello di Pio XII. I documenti del magistero dopo il Vaticano II si limitano a rilevare il ministero degli sposi e a chiamare gli sposi cooperatori della grazia. La Chiesa ribadisce inoltre che il matrimonio dei battezzati è sacramento costituito dal consenso libero e reciproco dei coniugi. Essendo dunque gli sposi gli autori del loro mutuo consenso ne sono anche i ministri. La Chiesa non sembra accettare che la presenza e la benedizione del sacerdote siano considerati essenziali per la validità del matrimoni. Ciò nonostante, essa la ritiene importante e non ammette che ordinariamente sia omessa. La benedizione sacerdotale, pur non essendo elemento è il segno visibile della dimensione ecclesiale del gesto sacramentale e dell aiuto con cui la Chiesa intende sostenere e accompagnare tutta la loro esistenza. Il matrimonio «deve compiersi in un luogo sacro, con la partecipazione del sacerdozio cristiano, così che appaia anche esternamente la sua santità intrinseca e il suo stretto rapporto con Cristo. Non perché diventi santo, ma perché e santo si richiede la cooperazione del sacerdote...» Anche gli sposi, come la Chiesa, sono uniti, «sposati» con Cristo; vale anche per essi e si attua anche in essi l'unione della Chiesa con Cristo. Si pongono a disposizione di Cristo come nuovo organo del corpo mistico, sono una diramazione dell'alleanza posta da Cristo con la Chiesa. Le grazie che ricevono i coniugi vengono dall azione sacramentale da essi stessi compiuta organi e ministri di Cristo e della Chiesa. Gli sposi stessi, col loro patto d'amore coniugale, effettuano e celebrano il matrimonio come sacramento e ne acquistano la grazia. L azione sacramentale L azione sacramentale deriva dal consenso esplicito espresso dagli sposi, in assenza del quale non vi è significato sacramentale nelle azioni successive che non possono, comunque, né presupporlo, né sostituirlo. Giovanni Paolo II inserisce l'amore coniugale nel gesto sacramentale del matrimonio. In tal modo l'elemento, che si può chiamare giuridico (contratto, patto o consenso pubblicamente dichiarato o recepito), comprende ed esprime ipso facto anche l amore coniugale. Tutti i sacramenti producono un effetto spirituale mediante un atto materiale che lo significa. E poiché nel matrimonio si ha un'unione spirituale, in quanto è sacramento, e un'unione materiale, in quanto è un istituto naturale e sociale, è necessario che per virtù divina diventi spirituale mediante qualcosa di materiale. Se col consenso matrimoniale i coniugi acquistano il diritto sul corpo dell'altro, mentre prima della loro unione ne potevano disporre liberamente, allora è proprio il consenso che costituisce il matrimonio. Il consenso degli sposi non può essere solo esterno. Difatti l'intenzione del ministro e dei riceventi è richiesta per il compimento valido in tutti i sacramenti. Se i coniugi non consentono interiormente, col cuore, non hanno intenzione di contrarre l'unione matrimoniale. Quindi il matrimonio non sussiste. L'oggetto del consenso matrimoniale è il dono totale di sé che riguarda tutta la persona. È l'unione dell'uomo e della donna che si esprime nella mutua donazione ed accoglienza e si realizza nell'atto sessuale ordinato sia alla trasmissione della vita, sia a creare dei rapporti di aiuto e di elevazione reciproci. Il dono di sé comprende allora il mutuo amore e la trasmissione della vita. Le proprietà del vincolo matrimoniale Il vincolo coniugale cristiano è unico (esclusivo, tra un solo uomo e una sola donna) e indissolubile (perpetuo, non può essere rescisso). Tali prerogative della comunione coniugale hanno le loro radici anzitutto nella complementarietà creaturale esistente tra l'uomo e la donna e si alimentano nella volontà personale degli sposi per una piena condivisione della loro vita. Esse sono un esigenza umana sentita

8 nonostante le ribellioni derivanti dalla durezza di cuore, tanto da essere irrealizzabili qualora non siano sorretti dalla grazia sacramentale o da grazie del tutto speciali. In tal modo le proprietà del vincolo coniugale realizzano il disegno che Dio ha voluto fin dall eternità sulla vita matrimoniale e che è stato ristabilito e rinnovato da Cristo, quando ha resi l'uomo e la donna col battesimo creature nuove partecipi dell'amore con cui Egli ha dato Sé stesso per la Chiesa purificandola e santificandola. Non si tratta solo un invito alla perfezione per chi vuole o può. Il dono del sacramento è nello stesso tempo vocazione e comandamento per gli sposi cristiani, perché rimangano tra loro fedeli per sempre, al di là di ogni prova e difficoltà in generosa obbedienza alla santa volontà del Signore. La grazia sacramentale Si identifica anzitutto come dono che perfeziona l'amore coniugale, poi come aiuto che conferma l unità e l indissolubilità del vincolo matrimoniale e infine come santificazione dei coniugi. Inoltre essa ha il compito di rendere i coniugi, in quanto tali, membra del corpo mistico, strumenti l uno dell'altro per la santità personale e aiuto per l elevazione reciproca. Il secondo aspetto consiste nella forza divina per trasmettere la vita secondo il piano di Dio. I coniugi in tal modo sono santificati per propagare e sviluppare la vita divina: trasmettono la vita per rendere i figli creature nuove in Cristo. Essi sono corroborati per una comunione e carità mutue, per una più intima unione con Cristo così da essere aperti alla generosità che trasmette ad altri ciò che hanno ricevuto. La famiglia Il matrimonio, proprio come sacramento, e non semplicemente come istituzione, introduce in uno stato di vita. Difatti il sacramento permane nel suo effetto primo che è il vincolo coniugale unico e indissolubile che dura per tutta la vita. Inoltre l'efficacia e gli effetti sacramentali sono estesi all'intera vita coniugale. I coniugi in forza di tale sacramento compiono il dovere coniugale e familiare, con l azione dello Spirito di Cristo, il cui dono non si esaurisce nella celebrazione del sacramento del matrimonio, ma li accompagna lungo tutta la loro esistenza. In tal modo la comunità coniugale diventa la comunità familiare. Il compito fondamentale della famiglia è il servizio alla vita, realizzando lungo la storia la benedizione originaria del Creatore e trasmettendo nella generazione l'immagine divina da uomo a uomo. Si tratta della fecondità che segue l'amore coniugale ed è diretta sia alla procreazione dei figli sia a donare loro tutto ciò che li arricchisce dal punto di vista sia umano che cristiano. I figli sono un dono del Dio creatore agli sposi. Questi pongono le condizioni perché tale dono avvenga e devono riceverlo secondo il piano salvifico divino. Di tale dono i genitori devono essere i custodi e gli educatori, affinché la nuova creatura possa realizzare la propria vocazione nella famiglia dei figli di Dio. La famiglia è il luogo privilegiato dell'educazione alla coscienza dei doni ricevuti e dell'appartenenza assoluta al Donatore. Insieme a tale coscienza di appartenenza vi è il fattore della liberta. Questa può essere esercitata in modo vero dai membri della famiglia, quando sono presenti sia la verità dell'essere creatura di Dio sia la coscienza del proprio destino. Questi due fattori suscitano nell'uomo dei desideri che vanno verificati e realizzati nelle circostanze della vita con la responsabilità di cui tutti gli uomini godono. La libertà allora è esercitata nel senso più vero e umano come capacita d'adesione a tutto ciò che è sperimentato come vero e buono per la propria vita.

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