INDAGINE SULLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IN LOMBARDIA. Assetto organizzativo e analisi dei principali indicatori economico-finanziari

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1 INDAGINE SULLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IN LOMBARDIA Assetto organizzativo e analisi dei principali indicatori economico-finanziari

2 2012 Finlombarda S.p.A.

3 INDAGINE SULLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IN LOMBARDIA Assetto organizzativo e analisi dei principali indicatori economico-finanziari Luglio 2012 A cura di: Finlombarda S.p.A. Massimiliano Ambrosecchia Luca Romé 2012 Finlombarda S.p.A.

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5 Indice Executive summary La normativa vigente in materia di servizio idrico integrato La legge Galli Il Testo Unico degli Enti Locali Il decreto ambientale L art. 23 bis La legge Ronchi Il quadro regionale Note metodologiche Le aree d indagine Elaborazione dei dati Le aziende osservate La dimensione del fenomeno delle gestioni in economia in Lombardia Copertura territoriale dell Indagine Distribuzione territoriale delle aziende osservate La copertura delle aziende osservate in base al numero di abitanti domiciliati La dimensione delle aziende osservate Presenza lungo la filiera e struttura proprietaria delle aziende osservate Capacità di servizio delle infrastrutture idriche e perdite di rete Capacità di servizio delle reti di acquedotto e fognatura Le perdite di rete I ricavi del Servizio Idrico Integrato I ricavi da tariffa per metro cubo di acqua fatturato I ricavi da tariffa per addetto I ricavi da tariffa per km di acquedotto I ricavi da tariffa su valore della produzione Gli altri ricavi sul valore della produzione Analisi della tariffa I costi del Servizio Idrico Integrato Costi della produzione per mc di acqua fatturato Costi di gestione per mc di acqua fatturato I costi del personale sul totale dei costi di produzione I costi per servizi sui costi della produzione I costi per materie prime sui costi totali della produzione Ammortamenti sui costi totali di produzione Indice di copertura dei costi di produzione Costo del lavoro sul mc di acqua fatturato Costi del lavoro per dipendente Finlombarda S.p.A. 1

6 7. Gli investimenti Rapporto tra investimenti effettuati e investimenti programmati nel SII Gli investimenti sull acquedotto Analisi degli investimenti effettuati sull acquedotto Rapporto tra investimenti effettuati e investimenti programmati sull acquedotto Gli investimenti sulla rete fognaria Analisi degli investimenti effettuati sulla rete fognaria Rapporto tra investimenti effettuati e investimenti programmati sulla fognatura Gli investimenti in impianti di depurazione Analisi degli investimenti effettuati su impianti di depurazione Rapporto tra investimenti effettuati e investimenti programmati su impianti di depurazione Incidenza di finanziamenti e contributi pubblici sugli investimenti Investimenti e ammortamenti sul totale dell attivo di stato patrimoniale Analisi dell indebitamento Debiti finanziari su patrimonio netto Debiti finanziari sul totale dell attivo Mezzi propri su totale dell attivo Oneri finanziari sul Margine Operativo Lordo Analisi della redditività Return on assets (ROA) Return on equity (ROE) Return on investment (ROI) EBITDA margin Conclusioni Indice delle figure Indice delle Tabelle ALLEGATO A ALLEGATO B ALLEGATO C Finlombarda S.p.A. 2

7 Avvertenze Lo scopo del presente documento è di fornire un quadro d insieme sulla gestione economico-finanziaria del Servizio Idrico Integrato in Lombardia nel biennio , al fine di fornire un informativa generale sulle dinamiche in atto nel settore. Le informazioni contenute nel presente documento sono state ottenute mediante questionari direttamente inviati alle aziende che erogano servizi idrici in Lombardia, da basi dati di Regione Lombardia e da fonti pubbliche. Sulle fonti informative non è stata effettuata alcuna verifica e/o attività di auditing da parte di Finlombarda S.p.A.; benché la presente Indagine sia stata realizzata con la massima diligenza ed accuratezza, Finlombarda S.p.A. non garantisce in alcun modo la completezza delle informazioni contenute che vengono riportate unicamente allo scopo di presentare il quadro e l evoluzione complessiva del settore in esame. Il presente documento non intende costituire un parere, un suggerimento d investimento o un giudizio su fatti, persone o società. Finlombarda S.p.A. non si assume alcuna responsabilità per un uso improprio delle informazioni fornite e del contenuto del presente documento. L Indagine è stata predisposta da Finlombarda S.p.A. per uso esclusivo di Regione Lombardia. È vietata la riproduzione, totale o parziale, in qualsiasi forma o mezzo e di qualsiasi parte del presente rapporto senza l autorizzazione scritta da parte di Regione Lombardia. Milano, luglio Finlombarda S.p.A. 3

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9 Executive summary Il presente lavoro ha l obiettivo di fornire un quadro d insieme sull assetto organizzativo, sulle principali grandezze economiche e sulle principali performances economico-finanziarie delle società che erogano servizi idrici in Lombardia. Le informazioni utilizzate nella presente Indagine sono state ottenute mediante l invio di un questionario a 146 aziende che sono state censite da Regione Lombardia e che erogano servizi idrici nel territorio regionale. Di tali società hanno risposto al questionario in 103; per 4 società particolarmente rilevanti che non hanno restituito il questionario compilato si è, invece, resa necessaria la raccolta di informazioni mediante l utilizzo di fonti pubbliche. Le società analizzate nella presente Indagine sono 107 e rappresentano il 73% delle aziende. I dati raccolti sono riferiti al biennio e sono di natura contabile (dati di Conto Economico, di Stato Patrimoniale e di Contabilità analitica) ed extra-contabile (Natura societaria, Compagine sociale, Presenza sulla filiera produttiva, Presenza territoriale, Grandezze fisiche, Tariffa, ecc.). Di seguito sono riportate le aree della gestione del SII analizzate: Le infrastrutture idriche; I ricavi e la tariffa; I costi e l efficienza/produttività delle gestioni; Gli investimenti; I livelli d indebitamento delle aziende; La redditività. La rappresentatività delle società che hanno restituito il questionario compilato rispetto alla realtà dei servizi idrici lombarda è stata misurata considerando: il numero dei Comuni presenti in Lombardia incluse le gestioni in economia (76%); il numero dei Comuni presenti in Lombardia escluse le gestioni in economia (94%); la popolazione domiciliata in Lombarda incluse le gestioni in economia (86%); la popolazione domiciliata in Lombardia escluse le gestioni in economia (98%). Nonostante i dati di copertura dell Indagine siano elevati, si sottolinea che, parte dei questionari disponibili per l Indagine sono risultati parzialmente compilati: in molti casi non sono riportate le informazioni relative alla programmazione degli investimenti o dati di contabilità analitica (ad esempio relativi ai singoli rami d azienda, al dettaglio dei ricavi per tipologia di utenza, ecc.) o, ancora, informazioni relative a dimensioni fisiche (quali, ad esempio, il numero di abitanti equivalenti serviti). La carenza informativa che caratterizza il settore e che emerge chiaramente dall Indagine ha rappresentato e continua a rappresentare un forte limite per i soggetti istituzionali preposti alla regolamentazione del servizio e alla definizione di indici di efficienza ed economicità delle gestioni che permetterebbero di valutare le diverse gestioni anche su base comparativa. Tale carenza informativa ha reso necessario impostare uno specifico sotto-aggregato di aziende per ogni area d indagine sulla base dei dati effettivamente disponibili. Attualmente, in Lombardia, l organizzazione del servizio è suddivisa in 13 Ambiti Territoriali Ottimali (di seguito chiamati anche ATO) che coincidono con i confini delle 12 province e quelli della Città di Milano Finlombarda S.p.A. 5

10 All interno dei singoli ATO, la gestione dei servizi idrici si presenta ancora molto frammentata, sia, sul piano geografico (con la presenza di 146 società alle quali si affiancano più di 650 gestioni in economia), sia, lungo la filiera produttiva (con solo 49 delle 107 società analizzate che dichiarano di gestire il ciclo idrico integrato), rappresentando un vincolo al raggiungimento di economie di scala, di rete e di integrazione che permetterebbero l ottenimento di recuperi di efficienza nella gestione del servizio. I soggetti che gestiscono i servizi idrici in Lombardia, inoltre, si distinguono, non solo, per la presenza lungo la filiera del servizio, ma anche, per dimensioni e per tipologia di modello organizzativo adottato. Le analisi sulla dimensione delle aziende che erogano servizi idrici indica che più del 60% delle aziende osservate introita meno di 5 milioni di Euro di ricavi annui; sono, invece, solo 6 le aziende che dichiarano ricavi delle vendite e delle prestazioni superiori ai 30 milioni di Euro. Per quanto riguarda il modello organizzativo adottato, le aziende analizzate sono state distinte in tre categorie: Patrimoniali, Erogatori e Gestori Unici. Tuttavia, si evidenzia la presenza di soggetti in cui convivono più modelli organizzativi e scarse differenze nella struttura di costi e ricavi tra aziende con differenti modelli organizzativi. Figura I - Numero di aziende osservate e loro struttura proprietaria L azionariato delle società che operano nel SII in Lombardia è composto in prevalenza da soggetti pubblici: delle 107 società analizzate, l 80% circa, dichiara un azionariato interamente pubblico, il 10%, un azionariato misto pubblico-privato e, il 10%, un azionariato privato. La distribuzione di queste casistiche tra i soggetti che operano nel settore (Figura I) mostra come tutte le società Patrimoniali siano a capitale interamente pubblico, mentre per Erogatori e Gestori Unici la situazione appare più articolata con società miste pubblico-privato e società a capitale interamente privato. Si sottolinea, tuttavia, che, tra i soggetti che dichiarano un azionariato privato, si rilevano società controllate da gruppi industriali quotati e controllati, a loro volta, da Enti Locali. Il complesso assetto organizzativo del settore si riflette anche sulle performance delle gestioni osservate. Dalle analisi condotte, infatti, emerge chiaramente come le società che hanno in gestione servizi idrici in Lombardia ottengano performance molto diverse sotto molteplici punti di vista. Tale eterogeneità, in parte, è giustificata da fattori esogeni alla gestione stessa quali le specificità del territorio gestito, in parte, sembrerebbe più direttamente collegata a fattori endogeni, quali la scala dimensionale, il grado di integrazione verticale lungo la filiera produttiva e, in misura minore, al modello organizzativo adottato Finlombarda S.p.A. 6

11 Un esempio di come le caratteristiche del territorio servito possono incidere sulle performance della gestione è dato dall analisi sulle perdite di rete. Queste sono state misurate come differenza tra i volumi di acqua potabile adotta alla rete di acquedotto e i volumi di acqua fatturati e vengono, pertanto, considerate nell accezione più ampia poiché includono, sia, le cause tecniche, relative quindi ad effettive perdite fisiche della rete, sia, gestionali, derivanti prevalentemente da utenze non paganti e/o mancate fatturazioni. Le aziende considerate, nel 2010, hanno addotto agli acquedotti oltre un 1,1 miliardi di metri cubi (mc) di acqua e hanno fatturato circa 854 milioni di mc. Le perdite di rete effettive a livello regionale sono, dunque, pari al 24% circa (267 milioni di mc di acqua). Figura II - Le perdite di rete: valori medi per ATO e su dati ISTAT, 2012 La Figura II mostra, tuttavia, come il dato sulle perdite di rete vari in misura significativa nei differenti ATO della Lombardia e indica come particolarmente problematici gli Ambiti di Bergamo, Brescia, Lodi, Sondrio e Varese, dove le perdite superano il 30%. La situazione appare migliore, invece, negli Ambiti di Milano Città, Milano, Monza e Brianza, Cremona e Pavia. Inoltre sembrerebbe esistere una correlazione tra la densità della popolazione (indicata dalla barra dell istogramma) e le perdite di rete; infatti, nell ATO di Milano Città, dove la densità abitativa supera i abitanti per km 2 ed è significativamente superiore rispetto agli altri ATO, le perdite risultano molto contenute, mentre, nell ATO di Sondrio, che presenta la minor densità abitativa a livello regionale (57 abitanti per km 2 ) le perdite di rete sono le più elevate. La correlazione tra tali variabili, tuttavia, non sembrerebbe sempre confermata dalle analisi e, ciò, potrebbe indicare che le elevate perdite di rete potrebbero essere dovute anche ad inefficienze gestionali delle singole aziende Finlombarda S.p.A. 7

12 Figura III - Le perdite di rete nelle regioni italiane Fonte: Elaborazioni Finlombarda S.p.a. su dati ISTAT, 2012 La Figura III compara il dato delle perdite di rete registrato nelle regioni italiane e mostra come la Lombardia presenti perdite di rete medie inferiori rispetto a quelle delle altre regioni; tuttavia, se si osserva la Figura IV che compara il dato delle perdite di rete a livello internazionale, si osserva come le perdite di rete registrate in Lombardia risultino comunque più elevate della media europea. Figura IV - Le perdite di rete, un confronto internazionale Fonte: Elaborazioni Finlombarda S.p.a. su dati Civicum, Mediobanca, 2008 citati in AEEG, 2012 e su dati ISTAT, 2012 Le differenze di performance degli operatori più direttamente collegate a fattori endogeni alla gestione emergono più chiaramente dalle analisi sulle performance economico-finanziarie; infatti, i risultati dell Indagine, seppur in alcuni casi contraddittori, sembrerebbero indicare che le aziende di maggiori dimensioni e quelle completamente integrate lungo la filiera produttiva siano più efficienti. Nel primo caso, la maggiore efficienza, sarebbe spiegata dal raggiungimento di economie di scala, nel secondo caso, invece, dall ottenimento di sinergie sul piano operativo tra i diversi segmenti del servizio. La complessità del settore legate a specificità locali, le differenti tariffe applicate a livello di ATO e nei singoli segmenti del servizio e l eterogeneità dei gestori, infatti, limita notevolmente la possibilità di identificare correlazioni chiare tra le variabili Finlombarda S.p.A. 8

13 Figura V - Ricavi da tariffa per mc di acqua fatturato: numero di aziende e medie per classi di valori dell indice Osservando la Figura V - che mostra i ricavi per mc delle aziende considerate suddividendo gli operatori per differenti classi di valori dell indice - si può comprendere l elevata variabilità delle osservazioni disponibili. Figura VI - Ricavi da tariffa per mc fatturato: valori medi per ATO (Euro/mc) e su dati ISTAT, 2012 La Figura VI mostra, invece, la variabilità dei ricavi da tariffa per mc fatturato nei singoli ATO con valori che vanno dagli 0,51 Euro/mc di Sondrio agli 1,91 Euro/mc di Mantova Finlombarda S.p.A. 9

14 Figura VII - La tariffa 2010 del Servizi Idrico Integrato, media a livello regionale (Euro/mc) Le differenze significative rilevate in termini di ricavi al metro cubo fatturato dipendono dalle tariffe applicata nei diversi ATO. Nel 2010, la tariffa media dichiarata dagli operatori a livello regionale per il SII si attesta a 0,87 Euro per ogni mc di acqua fatturato (Figura VII): 0,40 Euro/mc per il servizio di acquedotto (46%), 0,14 Euro/mc per il servizio di fognatura (16%) e 0,33 Euro/mc per il servizio di depurazione (38%). Figura VIII - Tariffa per mc di acqua, un confronto internazionale Fonte: Elaborazioni Finlombarda S.p.a. su dati degli operatori e dati AEEG, 2012 La Figura VIII mostra un confronto tra le tariffe del servizio idrico applicate a livello internazionale e riporta anche il dato relativo all Italia. La tariffa applicata in Lombardia risulta molto contenuta, non solo, rispetto alla tariffa media applicata a livello nazionale (pari a circa 1,2 Euro/mc), ma anche, rispetto a quelle applicate nei paesi benchmark. Ciò potrebbe essere spiegato, da un lato, dalla presenza, in Lombardia, di condizioni favorevoli all erogazione del servizio che permetterebbero di contenere i costi in capo agli operatori e, di conseguenza, la tariffa applicata agli utenti finali, dall altro, da rigidità nei processi di adeguamento tariffario che si riflettono nell adozione di tariffe non sempre adeguate a coprire i costi del servizio e gli investimenti Finlombarda S.p.A. 10

15 Figura IX - La tariffa del Servizi Idrico Integrato: valori medi per ATO (Euro/mc) e su dati ISTAT, 2012 La Figura IX mostra come varia la tariffa media del SII nei differenti ATO della Lombardia e indica un elevata variabilità, con tariffe molto contenute - come quella applicata nell ATO di Milano Città - e tariffe significativamente più elevate, come quella applicata nell ATO di Mantova. I dati riportati analizzano il livello tariffario dichiarato dagli operatori e non offrono indicazioni sulla qualità del servizio erogato; infatti, non necessariamente, le aziende che dichiarano minori livelli tariffari sono più virtuose di altre ma, al contrario, si può ragionevolmente presumere che, a bassi livelli tariffari, corrispondano minori investimenti e, dunque, una minore qualità del servizio. Figura X - I costi della produzione annui per mc di acqua fatturato: numero di aziende per classe di valore dell indice (Euro/mc) Tale variabilità tariffaria dovrebbe essere spiegata, soprattutto, dalla variabilità dei costi sostenuti dalle aziende che operano nei singoli ATO. Per osservare le differenze significative nella struttura dei costi degli operatori del servizio idrico in Lombardia appare utile riportare i dati dei costi della produzione sul metro cubo di acqua fatturato per classi di valori (Figura X) e la variabilità a livello di singolo ATO (Figura XI) Finlombarda S.p.A. 11

16 Figura XI - Costi della produzione per mc fatturato: valori medi per ATO (Euro/mc) e su dati ISTAT, 2012 Dal confronto tra ricavi e costi per mc di acqua fatturato (Figure VI e XI) nei singoli ATO, sembrerebbe emergere che gli introiti delle aziende non sempre sono sufficienti a coprire i costi sostenuti per l erogazione del servizio. Ciò sembrerebbe confermato anche dal confronto tra le tariffe medie e i costi medi per mc fatturato nei singoli ATO (Figure IX e XI). Figura XII - Peso delle singole componenti di costo sul totale dei costi di produzione Interessanti sono anche i risultati relativi al peso delle singole componenti di costo sul totale dei costi di produzione che mostrano come i costi per servizi, tipicamente rappresentati in gran parte da costi per l energia elettrica, pesino per oltre il 40% sul totale dei costi. Sono significativi anche i costi del personale (15%) e gli ammortamenti (19%). Il livello tariffario non sempre adeguato limita la capacità d investimento del sistema lombardo. Il settore idrico, infatti, si caratterizza per un elevata intensità di capitale dalla quale deriva un elevato fabbisogno di investimenti per la realizzazione di nuove opere e per l ammodernamento del patrimonio esistente. Le analisi considerano 26 Patrimoniali e 40 Gestori Unici che, secondo i modelli organizzativi individuati, sarebbero i soggetti preposti ad eseguire gli investimenti sulle infrastrutture idriche. Di tali operatori, tuttavia, non tutti dichiarano di avere effettuato investimenti nel periodo: nel 2009, dichiarano investimenti 21 Patrimoniali e 24 Gestori Unici; nel 2010, 20 Patrimoniali e 26 Gestori Unici. Tra questi soggetti un numero ancora minore dichiara anche un attività di programmazione degli investimenti; 14 Patrimoniali e 11 Gestori Unici, nel 2009 e 17 Patrimoniali e 13 Gestori Unici, nel Le analisi includono, inoltre, anche 26 Erogatori che 2012 Finlombarda S.p.A. 12

17 dichiarano investimenti nel periodo considerato; tra questi, 11 nel 2009 e 12 nel 2010 dichiarano di aver anche effettuato attività di programmazione degli investimenti. Tabella I - Stato di approvazione dei Piani d Ambito al 31 dicembre 2011 ATO Stato di approvazione dei Piani d'ambito al 31/12/2011 BERGAMO 28/10/2004 BRESCIA 14/6/2006. Revisione il 21/12/2010 COMO LECCO 22/06/2010 LODI 20/02/2006 MANTOVA 20/05/2004 MILANO PROVINCIA 06/07/ /12/2010 (Parziale, senza modello gestionale) MILANO CITTA 26/04/2007. Aggiornamento 28/07/2010 MONZA E BRIANZA PAVIA 30/12/2008 SONDRIO VARESE Si applica al momento il Piano della Provincia di Milano Mai approvato Mai approvato Fonte: Elaborazioni Finlombarda S.p.a. su dati forniti da Regione Lombardia Si sottolinea, tuttavia, che, spesso, la mancata definizione e/o approvazione da parte delle Autorità d Ambito (AATO) dei Piani d Ambito, che rappresentano il principale riferimento per le società che gestiscono il patrimonio idrico per la programmazione degli investimenti, limita la capacità degli operatori stessi di programmare interventi nel medio/lungo termine (Tabella I). Tabella II - Investimenti effettuati nel SII tra il 2009 e il 2010 (Euro) Investimenti effettuati Opere di nuova realizzazione % 53% Esistente % 47% Totale SII Si rileva che nel 2009 gli investimenti complessivamente effettuati dalle società analizzate ammontano a circa 195 milioni di Euro, di cui, 100 milioni circa per l avvio di nuove realizzazioni e 95 milioni circa per interventi su opere già esistenti; nel 2010 gli investimenti totali ammontano, invece, a 229 milioni di Euro, di cui, 121 milioni per opere di nuova realizzazione e 108 milioni per opere esistenti Finlombarda S.p.A. 13

18 Figura XIII - Investimenti effettuati nel SII: numero di aziende e investimenti per classi dimensionali (Euro) La Figura XIII mostra, invece, gli investimenti effettuati sull intero ciclo idrico integrato dagli operatori che sono stati classificati in base alla loro dimensione (misurata facendo riferimento ai ricavi annui da tariffa). Si osserva come i 6 operatori che introitano ricavi da tariffa per oltre 30 milioni di Euro, effettuino il 38% degli investimenti totali. Sono rilevanti in termini percentuali anche gli investimenti realizzati dalle aziende che ottengono ricavi da tariffa compresi tra i 10 e i 30 milioni di Euro: 9 operatori nel 2009 effettuano il 20% degli investimenti totali; 13 operatori nel 2010 effettuano il 31% circa degli investimenti totali. Tabella II - Investimenti programmati nel SII per il 2009 e il 2010 per tipologia di operatori Investimenti per segmento della filiera Investimenti in acquedotto 43% 36% Investimenti in fognatura 25% 26% Investimenti depurazione 32% 38% La fognatura risulta il segmento in cui sono stati effettuati meno investimenti (il 26% nel 2010). Nel 2009, invece, gli investimenti hanno interessato in misura maggiore le reti acquedottistiche (43%), mentre, nel 2010 sono stati effettuati più investimenti in depurazione (38%). Al fine di comprendere in che modo gli operatori finanzino gli investimenti necessari per il settore appare interessante anche l analisi sul livello d indebitamento delle società. Essa è stata condotta, tuttavia, per un ridotto numero di osservazioni a causa della frequente mancanza dei dati di Stato Patrimoniale riferiti al solo settore idrico per le società attive in più settori industriali Finlombarda S.p.A. 14

19 A tale riguardo sembra interessante menzionare il recente intervento dell AEEG 1 che ha avviato un procedimento per l adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici che evidenzia l importanza di un maggior rigore nella tenuta dei conti degli operatori del settore. L Autorità ritiene, cioè che un metodo codificato ed omogeneo per la separazione amministrativa delle diverse attività di un determinato gestore (ad esempio la separazione del SII da altri servizi idrici o servizi di altra natura) e per la separazione contabile (ad esempio tra servizi di captazione, adduzione, potabilizzazione, distribuzione, fognatura, depurazione) siano ineludibili per: garantire un flusso informativo certo, omogeneo e dettagliato circa la situazione economica e patrimoniale; impedire discriminazioni e trasferimenti incrociati tra attività e tra comparti; impedire transazioni infragruppo a costi non allineati con il mercato. (AEEG, 2012) Il primo indicatore considerato per valutare l indebitamento delle aziende è dato dal rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto che indica la solidità patrimoniale e finanziaria degli operatori. La situazione che emerge è, tuttavia, molto diversificata; infatti, alcuni operatori non dichiarano alcun debito finanziario, mentre, altri presentano un indebitamento elevato. La categoria di operatori che presenta un maggior indebitamento è quella delle Patrimoniali. La maggiore parte delle aziende presenta debt/equity ratio minori o uguali a zero. Un minor numero di operatori, tuttavia, presenta debiti finanziari anche molto elevati in rapporto al patrimonio netto con valori superiori al due. L attenzione si è poi concentrata sulla relazione tra debiti finanziari e totale dell attivo: mediamente i finanziamenti di terzi pesano per l 11% circa sul totale degli investimenti aziendali. Nel 2009 il 74% del debito è concentrato in 7 grandi operatori che presenta un rapporto di indebitamento finanziario sul totale dell attivo compreso tra il 10% e il 20%. Ben 35 operatori sembrerebbero, invece, finanziare le proprie attività solo attraverso mezzi propri. Anche il rapporto tra patrimonio netto e totale dell attivo si attesta su valori contenuti in quanto, mediamente, i fondi propri incidono per il 47% sul totale delle attività aziendali (dato 2010). I dati relativi all indebitamente vanno tuttavia analizzati tenendo presente che, frequentemente, le società che presentano un maggior fabbisogno di risorse finanziare per gli investimenti, hanno un accesso al credito molto limitato. Spesso, inoltre, le aziende di maggiori dimensioni sono il risultato di operazioni di finanza straordinaria con conferimento di assets in contropartita a poste di patrimonio netto. Il combinato disposto di questi due elementi ha determinato la situazione di apparente solidità patrimoniale delle aziende osservate. Per comprendere, infine, la redditività delle aziende osservate, sono stati analizzati alcuni indici comunemente utilizzati: il ROA (Return on Assets), il ROE (Return on Equity), il ROI (Return on Investment) e l EBITDA margin. L indice ROA è impiegato per misurare la redditività del capitale investito ed è calcolato rapportando il risultato d esercizio al totale dell attivo. Il primo dato emerso dall analisi del ROA riguarda l elevato numero di aziende che chiudono gli esercizi 2009 e 2010 con un risultato negativo. In particolare, su un totale di 107 operatori, ben 49 nel 2009 e 56 nel 2010 dichiarano un 1 Il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ha soppresso l Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, trasferendo all AEEG le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici Finlombarda S.p.A. 15

20 risultato d esercizio negativo; mentre, 21 aziende nel 2009 e 19 nel 2010 dichiarano un risultato d esercizio pari a zero. Figura XIV ROA: numero di aziende e medie per classi dimensionali Figura XV - ROE: numero di aziende e medie per classi dimensionali Il ROE misura, invece, il rapporto tra il reddito netto dell esercizio e il valore del capitale proprio impiegato mediamente nel corso dello stesso esercizio Finlombarda S.p.A. 16

21 Figura XVI ROI: numero di aziende e medie per classi dimensionali Il ROI è stato calcolato come rapporto tra il risultato operativo netto conseguito nell esercizio e il capitale investito nel corso dello stesso esercizio. Tale indice misura la redditività della gestione operativa, data dal rendimento percentuale annuo del capitale investito. Figura XVII EBITDA margin: numero di aziende e medie per classi dimensionali L analisi per margini si concentra sull EBITDA Margin, dato dal rapporto tra la redditività della gestione caratteristica sui ricavi complessivi dell azienda. L analisi degli indici di redditività delle aziende in relazione alle rispettive classi dimensionali sembrerebbe mostra una bassa redditività media del settore. Si rileva, inoltre, l esistenza di molti piccoli operatori - i cui ricavi non superano i 5 milioni di Euro - che presentano una redditività media più contenuta rispetto alle aziende di maggiori dimensioni e, talvolta, negativa. Sembrerebbe, dunque, emergere una relazione tra dimensioni aziendali e redditività Finlombarda S.p.A. 17

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23 1. La normativa vigente in materia di servizio idrico integrato La normativa italiana in materia di servizio idrico integrato si presenta molto articolata e incerta; a partire dagli anni 90 con la riforma Galli 2 si sono, infatti, susseguiti numerosi interventi legislativi tesi, soprattutto, a migliorare l efficienza produttiva e introdurre il principio di autosufficienza finanziaria del servizio La legge Galli Con la legge del 5 gennaio 1994, n. 36, meglio conosciuta come legge Galli, fu avviata la grande riforma dei servizi idrici che aprì la strada all industrializzazione del sistema. Fu stabilita una netta separazione di ruoli tra l attività di indirizzo e controllo (di competenza dell Autorità pubblica) e quella più propriamente gestionale (possibilmente attuata anche dal privato imprenditore in possesso del know-how necessario per affrontare e risolvere un tema così complesso come quello dell acqua). La stessa legge Galli propose anche l introduzione di una visione unitaria del problema idrico, e cioè l attuazione del Servizio Idrico Integrato (SII). La necessità di una visione unitaria del problema idrico nacque dalla considerazione che l acqua è un bene prezioso, fondamentale presupposto per la vita e la civiltà dell uomo, disponibile in quantità limitate e come tale degna di tutela e salvaguardia. Per tale ragione l erogazione dell acqua per il consumo umano, così come stabilì la Legge Galli, deve tenere conto: della necessità di avere una visione unitaria delle risorse idriche disponibili (perché l acqua non tiene conto dei confini dei singoli comuni ma è un bene trasversale tra gli abitanti di più comuni); di far sì che le tubazioni che portano acqua ai singoli cittadini non presentino perdite lungo la strada (con gli inevitabili costi aggiuntivi per gli sprechi conseguenti); di raccogliere e depurare l acqua utilizzata nei luoghi autorizzati e in condizioni tali da non costituire pregiudizio per la salute dei cittadini; di riutilizzare l acqua smaltita nel migliore dei modi mediante il riciclo nell industria e nell agricoltura (molto spesso ancora oggi l acqua smaltita finisce nei fiumi o nei mare con conseguente aumento dell inquinamento). Gli obiettivi generali della legge possono essere così sintetizzati: il miglioramento del servizio idropotabile offerto agli utenti; la maggiore efficienza economica; il rispetto sistematico dell integrità ambientale; il superamento della frammentazione delle gestioni esistenti. Una delle principali innovazioni introdotte dalla legge Galli riguardò la costituzione di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), mirati al superamento della frammentazione gestionale esistente e delimitati sulla base di criteri sia idrogeologici che economici. Quasi in tutta Italia i perimetri degli 2 Legge n. 36 del 1994, successivamente abrogata dal d.lgs. 152/06 Norme in materia ambientale Finlombarda S.p.A. 19

24 ATO furono definiti su ambito almeno provinciale se non anche, in alcuni casi, sovra-provinciale ed anche regionale. Punto chiave della riforma, come si è già detto, fu la gestione integrata dell intero ciclo dell acqua attraverso la definizione del concetto di Servizio Idrico Integrato, identificato con l insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione, distribuzione di acqua ad usi civili, di collettamento mediante la fognatura, di depurazione delle acque reflue e del riutilizzo per fini eventualmente agricoli ed industriali. Sul piano pratico, il nuovo sistema di gestione del servizio idrico prevedeva l azione di determinati soggetti con le relative competenze di seguito specificate: la Regione dettava le linee fondamentali di indirizzo e le regole generali di organizzazione del servizio cui si sarebbero dovuti attenere i singoli enti responsabili dell ATO nel controllare e regolare il servizio reso dai gestori del sistema idrico integrato; l ente responsabile dell ATO definiva: il Piano d Ambito, cioè lo strumento pianificatorio che definisce la cornice entro cui dovrà avvenire la realizzazione del Servizio Idrico Integrato; la forma di gestione e le modalità di affidamento del servizio; il livello della tariffa media nell ambito e la sua articolazione. Inoltre l ente responsabile dell ATO doveva controllare lo stato di attuazione del Piano d Ambito e il livello di qualità del servizio che il Gestore deve assicurare. All ente responsabile dell ATO la legge Galli, come già detto, aveva assegnato il compito di redigere i Piani d Ambito. Tale documento è il principale riferimento del Servizio Idrico Integrato perché definisce le modalità di gestione dei servizi, programma la realizzazione di reti ed impianti mancanti, programma la realizzazione della manutenzione straordinaria delle reti esistenti, determina i livelli di qualità dei sevizi e soprattutto calcola la tariffa media di Piano, sulla base delle indicazioni del cosiddetto Metodo Normalizzato, fissato per Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 1/8/1996. La tariffa media di piano è l altra principale e profonda innovazione della nuova disciplina tariffaria che, ispirandosi al principio della copertura integrale dei costi, prevede che essa sia calcolata sulla base della qualità della risorsa idrica, del servizio fornito, dei costi di gestione, delle opere e degli adeguamenti necessari e della remunerazione del capitale investito. La tariffa costituisce quindi il corrispettivo del servizio, e va calcolata rispettando le prescrizioni del Metodo Normalizzato Il Testo Unico degli Enti Locali La Legge Galli non prescrisse, al suo interno, una specifica forma di gestione del servizio idrico, ma rinviò alle forme tipizzate previste, in via generale, per l esercizio dei servizi pubblici locali, lasciando quindi agli enti locali (nello specifico agli enti responsabili dell ATO) la facoltà di scegliere tra di esse, anche se con una serie di prescrizioni (concetti di gestione integrata, criteri di efficienza, efficacia ed economicità) che comunque condizionavano la scelta del modello gestionale. La normativa di riferimento per l affidamento della gestione del servizio idrico era rappresentata quindi dal Testo Unico degli Enti Locali (TUEL 267/2000), che all art. 113, comma 5 prevedeva tre differenti modalità di affidamento dei servizi pubblici locali (e quindi anche del servizio idrico integrato): 2012 Finlombarda S.p.A. 20

25 a società di capitali private; a società miste; a società totalmente controllate dagli enti locali, specificando però che il ricorso all affidamento in-house, senza gara, a favore di una società interamente controllata dagli enti locali possa avvenire solo quando ricorrano obiettive ragioni tecniche ed economiche. Con la legge 488/2001 art. 35, tale assetto è stato radicalmente innovato identificando il ruolo dell ente locale in una logica di mercato regolato; più specificatamente la legge prevedeva che, in una fase transitoria (diciotto mesi), in deroga al principio generale della gara, il servizio potesse essere affidato in via temporanea direttamente a società totalmente controllate dagli enti locali riuniti nell ente responsabile dell ATO, che erano obbligate però a mettere sul mercato, entro due anni, almeno il 40% del capitale Il decreto ambientale Nel 2006 con l emanazione del codice dell ambiente (d.lgs. 152/2006) la legge Galli viene abrogata. Tale codice (art. 150) rinvia ai modelli di gestione previsti per la generalità dei servizi pubblici dall art. 113 comma 5 del TUEL, e cioè l affidamento a società di capitali private, miste e totalmente controllate dagli enti locali, specificando particolari condizioni per il ricorso all affidamento in house, senza gara L art. 23 bis L ennesimo intervento legislativo di riforma dei servizi pubblici locali è avvenuto con l art. 23 bis della legge 133/2008. Tale provvedimento interviene su due fronti: modifica le norme generali sui sistemi di affidamento e di gestione di servizi pubblici locali, di cui all articolo 113 del testo unico degli enti locali, cioè la normativa generale sulle caratteristiche delle aziende, le forme di affidamento dei servizi pubblici locali; supera e prevale sulle norme settoriali, perché incompatibili. Le forme di affidamento, definite ordinarie dal comma 2, sono le procedure competitive ad evidenza pubblica nei confronti di imprenditori o società, in qualsiasi forma costituite. Pertanto, sono ordinari tutti gli affidamenti avvenuti con procedura competitiva, a società, indipendentemente dalla proprietà delle stesse, e cioè a S.p.A. integralmente pubbliche, a S.p.A. integralmente private e, cosa che tutti interpretano in maniera innovativa, anche alle S.p.A. miste. L affidamento a S.p.A. mista, attraverso la gara per la scelta del socio privato gestore risulta essere coerente con la normativa comunitaria (richiamata nell articolo 23 bis al comma 2), come risulta dalla recente comunicazione integrativa della Commissione Europea (C (2007) 6661) sul partenariato pubblico-privato istituzionalizzato (PPPI). Si ha una S.p.A. mista anche nel caso di una gara, che consenta la costituzione di una società fra la preesistente società pubblica di gestione ed il socio privato. Queste due tipologie di S.p.A. mista, sono ammesse a partecipare a qualsiasi tipo di gara, in quanto soggetto economico al pari di qualsiasi altro. Viene introdotta una deroga al tipo di affidamento definito ordinario, ed è la deroga per l affidamento diretto, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria, in peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del territorio che vanno valutate in relazione alle condizioni di mercato. L ente locale che intende adottare, in deroga alla procedura ordinaria, questo tipo di conferimento, deve presentare una relazione all Antitrust, che entro due mesi deve dare un parere, non vincolante Finlombarda S.p.A. 21

26 Come noto l esito del Referendum del giugno 2011 ha abrogato l art. 23 bis ed al momento la materia ha come norme di riferimento quanto stabilito dal diritto comunitario La legge Ronchi A poco più di un anno di distanza il legislatore è intervenuto nuovamente d urgenza per modificare la disciplina relativa all affidamento e alla gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica modificando l art. 23-bis della legge 133/08 - successivamente abrogato per via referendaria - attraverso l art. 15 della legge 166/2009 (legge Ronchi) che prevale su tutte le discipline di settore con esse incompatibili e quindi, per quanto concerne il SII, vengono superate le relative previsioni del codice ambientale. A regime, la gestione del SII, ai sensi del comma 2 dell art. 15, sarebbe stata conferita: a favore di imprenditori o società in qualunque forma costituite scelti mediante procedura ad evidenza pubblica; a società a partecipazione mista, pubblico-privata (con almeno il 40% del capitale detenuto da soci privati), mediante una gara a doppio oggetto. In deroga a tali modalità di affidamento ordinario, il comma 3 prevedeva che si potesse procedere all affidamento diretto a società a capitale interamente pubblico, partecipata dagli enti locali, qualora questa avesse i requisiti per la gestione cosiddetta in house prima richiamati; tale affidamento è però subordinato all esistenza di determinate condizioni e verifiche inerenti a: situazioni eccezionali che, a causa, delle peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche dell ATO, non permettono un efficace ed utile ricorso al mercato; un analisi del mercato dei soggetti operanti nei servizi idrici ed aventi i requisiti necessari; il preventivo parere favorevole dell Autorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) da rendersi entro 60 giorni dalla ricezione della relazione di verifica di quanto ai punti precedenti; l Autorità, già nell ottobre 2008, diramò le linee guida per la redazione della relazione. Se l Autorità non si fosse espressa, il parere sarebbe stato da intendersi favorevole. La definizione delle soglie per la richiesta del parere all AGCM per l affidamento in house è avvenuta con un regolamento attuativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 dicembre Un primo requisito per la richiesta del parere riguardò il valore economico del servizio oggetto dell affidamento che doveva essere superiore a 200 mila Euro o, a prescindere dal valore economico, una popolazione servita superiore a 50 mila unità. Inoltre, per il solo servizio idrico, l affidamento in house e la durata nel tempo dello stesso, sarebbero stati subordinati al rispetto di alcuni requisiti che potevano, altresì, essere contenuti all interno nella richiesta del parere, e di cui l AGCM avrebbe dovuto tenere conto nella valutazione. In particolare si fece riferimento alle seguenti condizioni di efficienza: chiusura dei bilanci in utile; reinvestimento nel servizio almeno dell 80% degli utili; applicazione di una tariffa media inferiore alla media di settore; raggiungimento di costi operativi medi annui con un incidenza sulla tariffa che si mantenga al di sotto della media di settore Finlombarda S.p.A. 22

27 Infine, per quanto riguarda il regime transitorio degli affidamenti, il comma 8 dell art. 15 stabilì le seguenti scadenze: le gestioni in house sarebbero cessate improrogabilmente al 31/12/2011; le gestioni in house, che avrebbero ceduto almeno il 40% del capitale ad un socio privato scelto mediante evidenza pubblica, avrebbero proseguito fino a scadenza dell affidamento; le gestioni affidate a società miste, con scelta del socio privato mediante procedura ad evidenza pubblica avrebbero proseguiti fino a scadenza dell affidamento; le gestioni affidate a società quotate sarebbero cessate alla scadenza prevista nel contratto di servizio a condizione che la partecipazione pubblica si fosse ridotta progressivamente fino al 30%; Tutte le restanti gestioni sarebbero scadute automaticamente al 31/12/2010. Anche in questo caso si rileva, tuttavia, che l esito del Referendum del giugno 2011 ha abrogato l art. 23-bis: con l abrogazione di tale articolo viene a crearsi un vuoto legislativo nell ordinamento giuridico nazionale in materia di SII. Infatti, da un lato, come affermato dalla Corte Costituzionale nella stessa pronuncia di ammissibilità del referendum 3, l abrogazione di tale articolo non comporta la reviviscenza delle disposizioni abrogate e, dall altro, per espressa previsione legislativa, non trova applicazione a tale settore la nuova disciplina dei servizi pubblici locali prevista dall art. 4 del D.lgs. 138/2011, convertito in legge 148/2011. Venuto meno l art. 23-bis, pertanto, trova immediata applicazione nell ordinamento italiano la normativa comunitaria relativa alle regole concorrenziali minime in tema di gara ad evidenza pubblica per l affidamento della gestione di servizi pubblici di rilevanza economica. L affidamento senza gara è previsto solo quando il fenomeno economico consiste in una vera e propria autoproduzione del servizio da parte dell ente pubblico. Pertanto, in mancanza dell art. 23-bis, l ente locale riacquista ampiezza di scelta e potrà scegliere: di affidare il servizio all esterno mediante gara; di affidare il servizio in via diretta ad una società mista, il cui socio privato sia stato selezionato con una gara a doppio oggetto (senza più dover rispettare la soglia del 40%); di gestire il servizio in house, nel rispetto dei requisiti stabiliti dall ordinamento comunitario (e, quindi, mediante soggetti totalmente pubblici partecipati dall ente affidante e da questo dipendenti, sia sotto il profilo gestionale sia sotto il profilo finanziario). Nell ipotesi di affidamento in house in senso lato, tre sono i criteri cumulativi elaborati dalla giurisprudenza comunitaria atti a giustificare la sottrazione di un servizio all ambito di operatività delle regole dell evidenza pubblica: la totale partecipazione pubblica, la circostanza che l affidamento abbia luogo in favore di soggetti che, sebbene giuridicamente distinti dall amministrazione affidante, costituiscano elementi del sistema che a tale amministrazione fanno capo essendo soggetti a controllo analogo e il fatto che le società svolgano la parte più importante della propria attività in favore dell amministrazione che le controlla. 3 Sentenza della Corte Costituzionale n. 24 del Finlombarda S.p.A. 23

28 1.6. Il quadro regionale La Regione Lombardia, con la L.R. 26/2003 e ss.mm.ii., introduce un modello alternativo per la gestione del Servizio Idrico Integrato (SII), prevedendo la separazione della proprietà delle reti e degli impianti dall erogazione del servizio (c.d. unbundling). In particolare, il modello lombardo stabilisce su base provinciale (su base ATO) la ripartizione della gestione del SII tra un unica società patrimoniale pubblica ed un unica società di erogazione del servizio, scelta con gara ad evidenza pubblica. La L.R. 26/2003 è stata oggetto di varie modifiche e integrazioni anche in relazione ad interventi della Corte Costituzionale 4 ; l ultima modifica è stata effettuata con la L.R. n. 21 del che ha previsto una riorganizzazione del servizio in attuazione della norma nazionale che prevede la soppressione delle AATO (D.lgs. n. 2 del 25/1/2010 convertito in L. 26/3/2010 n. 42) e l assegnazione alle Regioni dell obbligo di attribuire con legge le funzioni già esercitate dalle autorità. Alla luce di quanto esposto, l attuale sistema organizzativo prevedrebbe, quindi, che: Le province e il Comune di Milano, per l ambito della città di Milano, organizzino il servizio idrico integrato a livello di ATO nel rispetto del piano d ambito e deliberino la forma di gestione fra quelle previste dalla Legge; Gli enti locali possano costituire una società patrimoniale di ambito ai sensi dell articolo 113, comma 13, del d.lgs. 267/2000, a condizione che questa sia unica per ciascun ATO e vi partecipino, direttamente o indirettamente, mediante conferimento della proprietà delle reti, degli impianti, delle altre dotazioni patrimoniali del servizio idrico integrato e, in caso di partecipazione indiretta, del relativo ramo d azienda, i comuni rappresentativi di almeno i due terzi del numero dei comuni dell ambito. Le competenze delle AATO vengano trasferite alle Province, prevedendo che queste le esercitino attraverso un azienda speciale denominata Ufficio d ambito e assegnando ai comuni dell ambito poteri significativi 5. Il quadro normativo è stato poi, ulteriormente complicato, dall emanazione della Sentenza della Corte Costituzionale n 320/2011 che ha dichiarato l illegittimità costituzionale di alcuni aspetti introdotti dalla Legge Regionale n 21 del 27/12/2010 definendo l impossibilità per la legge regionale di prevedere la costituzione di società patrimoniali d ambito a capitale interamente pubblico alle quali conferire in proprietà le reti, gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali del servizio idrico integrato. 4 Sentenza della Corte Costituzionale n 307/2009: Dichiarazione di illegittimità costituzionale della previsione della separazione dell attività di gestione delle reti e di quella di erogazione dei servizi. Sentenza della Corte Costituzionale n 142/2010: Illegittimità delle disposizioni che recano una disciplina difforme da quella statale nei settori della pianificazione d ambito e della tariffa del servizio idrico integrato. 5 Art. 48 comma 1 bis l.r. n. 21 del 2010: L'ente responsabile dell'ato prevede nel consiglio di amministrazione dell'ufficio d'ambito una significativa rappresentanza dei sindaci o degli amministratori locali da loro delegati eletti nei comuni appartenenti all'ato, pari ad almeno tre componenti sui cinque complessivi, facendo in modo che siano rappresentati i comuni con un numero di abitanti inferiore a 3.000, i comuni con un numero di abitanti compreso tra e e i comuni con un numero di abitanti superiore a I componenti del Consiglio di amministrazione in rappresentanza dei comuni sono nominati dall'ente responsabile dell'ato su indicazione della Conferenza dei Comuni Finlombarda S.p.A. 24

29 2. Note metodologiche La presente Indagine intende descrivere lo stato del Servizio Idrico Integrato (di seguito anche SII) in Lombardia attraverso lo studio di dati economico-finanziari e tecnico-gestionali relativi alle società che operano nei differenti segmenti della filiera industriale, con l obiettivo di evidenziare le principali dinamiche del servizio a livello regionale attraverso indicatori di efficienza, efficacia ed economicità Le aree d indagine Le aree del SII studiate sono: Le infrastrutture idriche; I ricavi e la tariffa; I costi e l efficienza/produttività delle gestioni; Gli investimenti; I livelli d indebitamento delle aziende; La redditività. Le analisi sono condotte su tre livelli: il primo punta a descrivere le dinamiche a livello regionale; il secondo analizza le performance delle gestioni in funzione al grado di integrazione verticale lungo la filiera produttiva; il terzo, sposta, ove possibile, l attenzione sui singoli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO). Per quanto riguarda tale ultimo livello di analisi, è opportuno segnalare che alcune aziende dichiarano di essere presenti in più ambiti territoriali (Aziende Multi-Ambito): i risultati delle analisi condotte sui singoli ATO includono interamente i dati di tali aziende poiché non è stato possibile parametrare il peso delle attività svolte nei singoli ATO. Le informazioni relative a ciascuna area d indagine sono state raccolte mediante un questionario (Allegato A) inviato a tutte le società attive nel settore e censite da Regione Lombardia. I dati raccolti sono riferiti agli esercizi 2009 e 2010 e sono di natura contabile (dati di Conto Economico, di Stato Patrimoniale e di Contabilità analitica) ed extra-contabile (Natura societaria, Compagine sociale, Presenza sulla filiera produttiva, Presenza territoriale, Grandezze fisiche, Tariffa, ecc.) Elaborazione dei dati I questionari compilati sono stati esaminati con l obiettivo di verificare il grado di completezza delle informazioni ed individuare eventuali incoerenze. Ove possibile i dati mancanti sono stati integrati attraverso il ricorso a fonti pubbliche (bilanci societari, siti internet delle società, ecc.). Le analisi tengono conto delle complessità del settore legate alla coesistenza di più modelli organizzativi (si veda paragrafo 2.3) che spesso non appaiono ben delineati e che, in alcuni casi, convivono all interno della stessa società. Le informazioni sono riportate in forma aggregata ed anonima Finlombarda S.p.A. 25

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