Metodi numerici per zeri di funzioni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Metodi numerici per zeri di funzioni"

Transcript

1 CALCOLO NUMERICO Francesca Mazzia Dipartimento Interuniversitario di Matematica Università di Bari Metodi numerici per zeri di funzioni 1

2 Metodo delle successive bisezioni Se f(x) C([a, b]) ed f(a) f(b) < 0, per il teorema di Bolzano, esiste almeno uno zero reale α contenuto nell intervallo [a, b]. Supponiamo che α sia l unico zero contenuto nell intervallo [a, b]. Posto a 0 = a, b 0 = b, risulta f(a 0 ) f(b 0 ) < 0; si considera come prima stima di α il punto medio dell intervallo, ovvero c 0 = a 0 + b 0. 2 Si calcola poi il valore che la funzione assume in tale punto: se f(c 0 ) = 0 abbiamo trovato la soluzione, se f(c 0 ) 0: f(a 0 ) f(c 0 ) < 0 = lo zero cade in [a 0, c 0 [ e si definisce come nuovo intervallo [a 1, b 1 ] = [a 0, c 0 ]. f(c 0 ) f(b 0 ) < 0 = lo zero cade in [c 0, b 0 [ e si considera come nuovo intervallo [a 1, b 1 ] = [c 0, b 0 ]. 2

3 A questo punto si analizza nuovamente il comportamento della funzione nel punto medio c 1 = a 1 + b 1 2 assunto come nuova approssimazione dello zero, ed il processo si ripete. La procedura definita dal metodo delle bisezioni determina una sequenza di intervalli ciascuno dei quali è contenuto nel precedente [a n, b n ] [a n 1, b n 1 ]... [a 1, b 1 ] [a 0, b 0 ]; il generico intervallo ha ampiezza pari alla metà di quella dell intervallo precedentemente determinato e contiene lo zero α di f(x). Generalizzando, la procedura costruisce la successione dei punti medi c n = a n 1 + b n 1 n 1 2 e se f(c n ) 0, definisce i nuovi intervalli nel modo seguente [a n, b n ] = { [cn, b n 1 ] se f(c n ) f(b n 1 ) < 0 [a n 1, c n ] se f(a n 1 ) f(c n ) < 0. 3

4 Convergenza del metodo Il metodo delle bisezioni fornisce sempre uno zero α di f in [a, b], quindi risulta essere sempre convergente. Per questo viene detto globalmente convergente. Definiamo e n = c n α allora quindi e n b a 2 n+1 lim n c n = α e l errore viene dimezzato ad ogni iterata. In particolare applicando il metodo al calcolo degli zeri di una data funzione, si può osservare che ad ogni iterata si guadagna una cifra binaria e quindi dopo 3.3 iterate circa si guadagnerà una cifra decimale esatta, essendo 3.3 log

5 Criteri di arresto e stime dell errore Pur essendo comunque convergente è necessario definire dei criteri di arresto che interrompano il succedersi delle iterazioni nel momento in cui è stata raggiunta una stima buona dello zero. Cioè quando l errore relativo scende al di sotto di una certa tolleranza ε: E v = c n α α < ε. Possiamo considerare la successione degli estremi dell intervallo definiti ad ogni passo e imporre che l ampiezza di quest ultimo sia sufficientemente piccola: b n a n = b a 2 n < ε. sicuramente verificata se n > log 2 ( b a ε Essa garantisce che α sia approssimata da c n con un errore assoluto minore in modulo di ε. ). 5

6 Nell ipotesi che c = 0 non appartenga ad [a, b] un altro criterio di arresto potrebbe essere b n a n min( a n, b n ) < ε il quale garantisce che la soluzione α sia approssimata da c n con un errore relativo minore in modulo di ε. Un altro possibile criterio di terminazione è f(c n ) < ε.

7 La costante ε non deve essere scelta troppo piccola perchè a causa degli errori di arrotondamento l ultima condizione di arresto potrebbe non essere mai soddisfatta. Ad esempio può accadere che al passo n-esimo a n e b n siano così vicini da far risultare mentre c n+1 = a n = b n Ne segue che f(c n+1 ) = ε 2 > ε ε 2 > 0. e quindi c n+1 = c n+2 = c n+3 = f(c n+2 ) = f(c n+3 ) = ε 2 ed il processo non avrà mai termine. Per prevenire questa possibilità si può controllare ad ogni passo che c n a n e c n b n ; È quindi importante specificare anche un numero massimo di iterate per il procedimento iterativo. 6

8 Vantaggi e svantaggi Il metodo delle bisezioni ha bisogno per poter essere implementato di due punti in cui la funzione assume segno opposto, che definiscano l intervallo iniziale. Una volta localizzato tale intervallo di osservazione, non importa quanto sia ampio, le iterazioni procedono fino a convergere allo zero α della funzione. La convergenza globale è sicuramente uno dei vantaggi forniti dal metodo. Tuttavia esso non può essere sempre applicato come accade ad esempio per il calcolo di zeri di funzioni positive come f(x) = x 2 che non verificano le ipotesi su cui si fonda. A volte invece, pur verificandole, la funzione studiata presenta più zeri all interno dell intervallo iniziale. In tale situazione per ciascuno zero è necessario individuare un intervallo diverso, talvolta di non facile localizzazione perchè di ampiezza piuttosto piccola. Per risolvere questo problema intervengono i metodi cosiddetti localmente convergenti che per poter essere implementati hanno però bisogno di una stima iniziale prossima allo zero. 7

9 Il polinomio di TAYLOR Sia f(x) una funzione data e assumiamo che sia derivabile in un intervallo [a, b] con n + 1 derivate continue, n 0. Allora, dati x e x 0 [a, b], f(x) = p n (x) + R n+1 (x) p n (x) = f(x 0 ) + (x x 0) 1! f (x 0 ) + + (x x 0) n f (n) (x 0 ) n! R n+1 (x) = 1 n! x x 0 (x t) n f (n+1) (t)dt = (x x 0 ) n+1 f (n+1) (ξ) (n + 1)! ξ compreso fra x 0 e x. 8

10 Metodi iterativi Un metodo iterativo genera, a partire da un punto iniziale x 0, una successione di punti x n definita da x n+1 = φ(x n ) la funzione φ è detta funzione iteratrice ed è continua. Se questo procedimento converge verso un punto α allora deve essere α = φ(α). Infatti: α = lim x n n+1 = lim φ(x n n ) e per la continuità della funzione φ: α = lim φ(x n n ) = φ( lim x n n ) = φ(α). Se siamo interessati a cercare uno zero α della equazione f(x) = 0, nella costruzione della funzione iteratrice φ(x) dobbiamo fare in modo che α = φ(α), in tal caso α è detto punto fisso di φ. I procedimenti iterativi hanno una interessante interpretazione grafica. 9

11 5 4 y=x 3 o o o o o o 2 o o 1 0 x0 x1 x x n+1 = φ(x n ) (2x n + 5) 1/3 Si disegna in un piano cartesiano la bisettrice del primo e terzo quadrante e la curva y = φ(x). Partendo dal punto iniziale x 0 sull asse orizzontale, si traccia la verticale fino ad incontrare la curva. Da questo punto si

12 traccia la parallela all asse x fino ad incontrare la bisettrice. L ascissa del punto di intersezione è il nuovo punto x 1. Ripetendo la costruzione si ottengono gli altri punti.

13 Se l equazione da risolvere è non lineare, allora i procedimenti iterativi possono diventare indispensabili, sia perché i metodi diretti possono essere costosi, sia perché, molto spesso, i metodi diretti non esistono. Il seguente teorema descrive una condizione sulla funzione iteratrice φ che garantisce la convergenza locale della successione. Per poter usare questo teorema è necessaria una conoscenza approssimata sulla localizzazione dello zero. 10

14 Teorema di contrazione o del punto fisso. Sia x n+1 = φ(x n ) un procedimento iterativo tale che α = φ(α) e con φ(x) derivabile e con derivata prima continua in un intorno I 0 di α. Se φ (α) < λ < 1, partendo da un opportuno intorno di α, il procedimento converge ad α. Dim. Per la continuità di φ (x) in I 0, esiste un altro intorno dello zero, contenuto in I 0, che indicheremo con I, in cui φ (x) < λ < 1. Supponendo che x 0 I, si ha x 1 α = φ(x 0 ) φ(α) = φ (ξ) x 0 α con ξ I. Essendo φ (x) < λ < 1, si ha che x 1 I. Allo stesso modo si dimostra che tutti i successivi punti sono in I. Inoltre si ha x n α = φ(x n 1 ) φ(α) < λ x n 1 α <... < λ n x 0 α e quindi lim n x n+1 α = lim λ n x n 0 α = 0 e il metodo converge. 11

15 Calcoliamo la radice positiva di f(x) x 3 2x 5. Poichè f(1.5) < 0, ed f(2.5) > 0, la radice deve trovarsi nell intervallo (1.5, 2.5). La funzione iteratrice più immediata φ(x) = 0.5 (x 3 5), che definisce il procedimento iterativo: x n+1 = 0.5 (x 3 n 5), nell intervallo (1.5, 2.5) è sempre φ (x) > 1 e quindi non è soddisfatta l ipotesi del teorema precedente. La funzione iteratrice φ(x) = (2x n + 5) 1/3, che definisce il procedimento iterativo: x n+1 = (2x n + 5) 1/3, invece soddisfa l ipotesi del teorema essendo, nell intervallo considerato, 1/6 < φ (x) < Il procedimento è quindi convergente. 12

16 Dopo aver trovato uno o più procedimenti iterativi convergenti, è necessario ancora distinguere tra questi in base ad altri criteri. Il principale di tali criteri è la rapidità con cui la successione delle iterate converge. È possibile definire un opportuno parametro che effettua questa distinzione. Questo parametro è l ordine di convergenza. e n = x n α errore al passo n-simo Sia x 0, x 1,..., la successione ottenuta mediante il metodo iterativo x n = φ(x n 1 ). Essa converge con ordine p 1 se esiste c > 0 tale che definitivamente e n+1 c e n p. Nel caso p = 1 la convergenza si dice lineare; in tal caso c deve essere strettamente minore di 1. Se p = 2 la convergenza si dice quadratica. 13

17 Se la funzione φ è sufficientemente regolare in un intorno del punto fisso α, l ordine di convergenza p è legato al valore delle derivate successive della φ. Teorema. Sia φ(x) derivabile p volte in un intorno di α con derivata p-esima continua. Allora la successione generata da φ ha ordine di convergenza p se e solo se risulta φ (α) = φ (α) = = φ (p 1) (α) = 0, e φ (p) (α) 0. Dimostrazione. È sufficiente considerare lo sviluppo della serie di Taylor di φ in un intorno del punto fisso α, arrestato all ordine p: φ(x) = φ(α) + φ (α)(x α) φ (p 1) (α) (p 1)! (x α)p 1 + φ(p) (ξ) (x α) p p! con ξ un opportuno punto tra x ed α. Si ha che e n+1 = x n+1 α = φ(x n ) φ(α) = φ (p) (ξ) (x n α) p, da cui la tesi. p! 14

18 Come conseguenza osserviamo che se φ (α) 0, la convergenza del metodo è lineare, mentre se φ (α) = 0, la convergenza è almeno quadratica o superlineare. Un esempio classico di un metodo di ordine p = 2 è il metodo di Newton (o Newton-Rhapson).

19 Il Metodo di Newton Supponiamo che la funzione f(x) abbia derivata non nulla; la funzione iteratrice φ(x) = x f(x)/f (x) definisce il procedimento iterativo x n+1 = x n f(x n) f (x n ) detto metodo di Newton. Negli zeri di f(x) in cui f (x) é diversa da zero, la derivata prima di φ(x) si annulla. Infatti, φ (x) = 1 (f (x) 2 f(x)f (x))/f (x) 2 e nel punto α, in cui f(α) = 0, si ha φ (α) = 0. Ciò significa che in un opportuno intorno dello zero la convergenza del metodo è superlineare. Il metodo di Newton, quando la funzione f(x) ha derivata prima non nulla e derivata seconda continua in un intorno dello zero, ha ordine 2. Infatti si ha x n+1 α = φ(x n ) φ(α) = = φ (α)(x n α) φ (ξ n )(x n α) 2, 15

20 con ξ n un opportuno punto tra lo zero ed x n, da cui, essendo φ (α) = 0, si ha: e n+1 = 1 2 φ (ξ n ) e n 2. Se si pone c = (1/2) max ξ φ (ξ) (1/2) max ξ f (ξ)/f (ξ), si ottiene che p = 2. Il metodo di Newton ha una interessante interpretazione geometrica. Sia y = f(x) la curva definita dalla funzione di cui si vuol trovare uno zero. Gli zeri sono le intersezioni della curva con l asse x. Sia x 0 il punto iniziale, a cui corrisponde sulla curva il punto (x 0, f(x 0 )). La retta tangente alla curva passante per tale punto ha equazione: y = f(x 0 ) + f (x 0 )(x x 0 ). Essa interseca l asse x nel punto x 1 dato da: x 1 = x 0 f(x 0) f (x 0 )

21 che è proprio il primo punto ottenuto dal metodo di Newton. Per questo motivo il metodo di Newton è anche chiamato metodo delle tangenti.

22 o o 0 o o o o x2 o x1 o x Metodo di Newton

23 Criteri di stop x n+1 α = φ(x n ) φ(α) = φ (ξ)(x n α), con ξ un punto compreso fra x n e α, si ha: da cui si ha: x n+1 x n = (φ (ξ) 1)(x n α), α x n α = x n+1 x n α(φ (ξ) 1) = 1 α(φ (ξ) 1) x n+1 x n 1 x n+1 x n (φ (ξ) 1) min( x n, x n+1 ). Nell ottenere l ultima espressione si è tenuto conto che quando il procedimento converge, i punti x n sono molto vicini allo zero. Se si conosce una maggiorazione K < 1 del modulo di φ (x) in un intorno di α, cioè se esiste r > 0 tale che x ]α r, α + r[ : φ (x) K < 1 16

24 allora è possibile arrestare la procedura quando 1 (1 K) x n+1 x n min( x n, x n+1 ) < ɛ. Uno studio a priori di φ (x) in un intorno di α non è sempre possibile, o comunque può risultare complesso. Si utilizza in tali casi la condizione più semplice: x n+1 x n min( x n, x n+1 ) < ɛ. Essa non rappresenta bene l errore relativo quando φ (x) è vicino ad uno nell intorno dello zero. Per i metodi superlineari (come il metodo di Newton) va invece molto bene. Un altro criterio è quello di arrestare il procedimento quando: f(x n ) < ɛ. Essendo f(x n ) = f (ξ)(x n α), con ξ (α, x n ), si ha: α x n α = f(x n ) αf (ξ) da cui si deduce che il test è valido se αf (ξ) non è troppo grande o troppo piccolo.

25 Metodi quasi-newtoniani Uno dei problemi del metodo di Newton è che richiede il calcolo della derivata prima di f a ogni iterazione. Questo può essere un problema quando La derivata può essere costosa. La funzione f può essere data con una formula complessa, e quindi è difficile da calcolare. La funzione f si conosce solo come risulatao di un lungo calcolo numerica e una formula per la derivata non è disponibile. Un modo per risolvere questo problema è considerare il seguente procedimento iterativo x n+1 = x n f(x n) g n 17

26 con g n una approssimazione di f (x n ). Questi metodi vengono chiamati quasi-newtoniani. Un esempio è il metodo delle secanti, in cui la derivata è approssimata dal rapporto incrementale g n = f(x n) f(x n 1 ) x n x n 1 un altro esempio è dato dal metodo della direzione costante in cui g n è costante e il procedimento itarativo diventa: x n+1 = x n f(x n) g = φ(x n ) Se calcoliamo φ (x) = 1 f (x n ) vediamo che g il procedimento iterativo é convergente se φ (α) = 1 f (α) g < 1 e il metodo converge linearmente.

27 Il metodo delle secanti x n+1 = x n x n x n 1 f(x n ) f(x n 1 ) f(x n) f(x n)x n 1 f(x n 1 )x n. f(x n ) f(x n 1 ) Questo procedimento iterativo non rientra nella classe dei procedimenti x n+1 = φ(x n ), ma il nuovo punto dipende da due punti precedenti, cioè: x n+1 = φ(x n 1, x n ). e necessita, per poter partire, di due punti iniziali. L interpretazione geometrica del metodo delle secanti è semplice. Il nuovo punto è l ascissa del punto di intersezione con l asse x della retta secante passante per i punti (x n 1, f(x n 1 )) e (x n, f(x n )). 18

28 Il metodo delle secanti è superlineare nel caso in cui la funzione f abbia derivata seconda continua nell intorno dello zero. Si può dimostrare che in questo caso l ordine è p = È un po meno veloce del metodo di Newton ma ha il vantaggio che ad ogni passo calcola solo f(x n ). La stessa idea può essere usata per ottenere un procedimento iterativo ad un punto. Basta tenere fisso uno dei due punti, per esempio x 0. Si ottiene quindi: x n+1 = x n x n x 0 f(x n ) f(x 0 ) f(x n). Questo metodo, detto regula falsi è lineare e quindi meno veloce del metodo delle secanti.

29 Errore, accuratezza e numero di condizione Quando cerchiamo di valutare la funzione f nel punto x il valore non sarà esatto, ma otteniamo un valore perturbato f(x) = f(x) + e(x) L errore e(x) può essere generato da diverse fonti. Può derivare dagli errori di arrotondamento, o dall approssimazione fatta per valutare la funzione, per esempio se la funzione è definita da un integrale che viene approssimato numericamente. Dato α uno zero di f e supponiamo di conoscere un limite superiore sull errore e(x) < ɛ, se x 1 è un punto con f(x 1 ) > ɛ allora f(x 1 ) = f(x 1 ) + e(x 1 ) f(x 1 ) ɛ 0 e quindi f(x 1 ) ha lo stesso segno di f(x 1 ). Lo stesso accade se f(x 1 ) < ɛ. Quindi se f(x) > ɛ il segno di f(x) ci da informazioni sulla localizzazione dello zero. 19

30 Sia [a, b] il più grande intervallo contenente α per cui x [a, b] implica f(x) ɛ Se siamo fuori da questo intervallo il valore di f(x) da informazioni sullo zero di f. Nell intervallo il valore di f(x) non ci da informazioni, neanche sul segno della funzione. L intervallo [a, b] si chiama intervallo di incertezza dello zero. Gli algoritmi che calcolano una approssimazione dello zero all interno di questo intervallo di incertezza si dicono stabili. La grandezza dell intervallo di incertezza varia da problema a problema. Se l intervallo è piccolo il problema si dice ben condizionato, quindi un algoritmo stabile risolverà un problema ben condizionato accuratamente. Se l intervallo è grande il problema si dice mal condizionato. 20

31 Per quantificare il grado di malcondizionamento calcoliamo il numero di condizione nel caso in cui f (α) 0. f(x) f(α) + f (α)(x α) = f (α)(x α) segue che f(x) ɛ quando f (α)(x α) ɛ, quindi ɛ x α f (α) cioè quindi [a, b] [α ɛ f (α), α + ɛ f (α) ]. 1 f (α) è il numero di condizione del problema. 21

32 Soluzione di sistemi non lineari Siano f 1, f 2,..., f n, n funzioni scalari definite nei punti x R n e f(x) il vettore di R n avente come componenti le f i (x): f(x) = f 1 (x) f 2 (x). f n (x). La f è una funzione definita su R n (o un suo sottoinsieme) a valori in R n. Risolvere il sistema f 1 (x) = 0 f 2 (x) = 0. f n (x) = 0 equivale a cercare il vettore x R n tale che f(x) = 0. Esempio f(x) Ax b con f i (x) n j=1 a ij x j b i. 22

33 I procedimenti iterativi per sistemi sono formalmente simili a quelli per equazioni scalari. Essi sono del tipo x k+1 = φ(x k ) con x 0 scelto opportunamente. La funzione φ è definita in R n ed ha valori in R n. Se φ è definita in un sottoinsieme D R n allora è importante che φ(d) D. Infatti, se x k D e φ(x k ) D allora φ(x k+1 ) non è più definita ed il procedimento iterativo si arresta. Supponiamo che la funzione φ sia almeno continua, in tal caso se la successione x k, per k = 0, 1,..., converge ad x, allora x è un punto fisso della funzione iteratrice, cioè x soddisfa l equazione x = φ(x). 23

34 Nella discussione sulla convergenza il ruolo che nel caso scalare aveva la derivata prima della funzione iteratrice viene qui assunto dalla matrice Jacobiana: φ (x) J(x, φ) = φ 1 x 1 φ 1 x φ n x 1 φ 1 x n..... φ n x 2... φ n x n si ha: x k+1 x = φ(x k ) φ(x), e se φ è continua in un intorno di x, allora x k+1 x φ (ξ) x k x con ξ è un punto del segmento di estremi x k ed x. Se I è un intorno di x in cui φ (x) m < 1, allora scegliendo x 0 I il procedimento iterativo converge. Infatti si ha: x k+1 x m x k x... m k+1 x 0 x e quindi lim x k = x. k 24.

35 Il metodo di Newton è definito da x k+1 = x k J(x k, f) 1 f(x k ). in cui φ(x) = x J 1 (x, f)f. Essendo φ (x) = 0. Il metodo di Newton converge quando l approssimazione iniziale della soluzione è abbastanza buona. Anche in questo caso il metodo ha ordine di convergenza due se J(x, f) è non singolare. Dal punto di vista operativo conviene scrivere il metodo nella forma J(x k, f)y k = f(x k ) x k+1 = x k + y k. In questo modo si vede subito che ad ogni passo si deve risolvere un sistema lineare in cui la matrice dei coefficienti è J(x k, f) ed il vettore incognito è y k. 25

36 Esempio Risolviamo il seguente sistema non lineare { 2x1 cos(x 2 ) = 0 2x 2 + sin(x 1 ) = 0 con il metodo di Newton. La matrice Jacobiana è J(x) = ( 2 sin(x 2 ) cos(x 1 ) 2 Considerato come vettore di partenza x 0 = (0, 0) T e come condizione di uscita ɛ = 10 5, si ha la seguente successione di vettori: ). x 1 x e e e e e e e e e e 01 La scelta del punto iniziale è fondamentale per la buona riuscita del metodo. Se scegliamo x 0 = (10, 10) T, la convergenza è raggiunta dopo un numero superiore di passi. 26

37 x 1 x e e e e e e e e e e e e e e e e e e 01 Quando la dimensione del sistema è elevata, la soluzione del sistema lineare è la fase più costosa del metodo. Per questo motivo, nei casi in cui la matrice Jacobiana è lentamente variabile, si preferisce usare la stessa matrice per un certo numero di passi (Metodo di Newton modificato). In tal caso se si risolve il sistema lineare con la fattorizzazione LU, si può usare la stessa fattorizzazione nei passi in cui la matrice J è mantenuta costante.

38 Esempio Nell esempio precedente modificando lo Jacobiano ogni 3 passi si ottiene: x 1 x e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e 01 La convergenza è ottenuta dopo 10 passi. Il numero di fattorizzazioni dello Jacobiano è però ridotto a 4.

39 Esempio Usando il metodo di Newton cerchiamo le soluzioni del sistema { x1 + x 2 = 3. x 1 x 2 = 2 La matrice Jacobiana è: ( 1 1 J(x) = x 2 x 1 e la sua inversa è: Quindi: J 1 = 1 x 1 x 2 ) ( x1 1 x 2 1 x (k+1) 1 = x (k) 1 x(k) 2 (k) 1 3x x (k+1) 2 = x (k) 2 x(k) 2 ) x (k) 1 x(k) 2 2 (k) 3x x (k). 2 x(k) 1 Il metodo converge sempre ad una delle due soluzioni (1, 2) e (2, 1), coppia di radici del polinomio p(x) = x 2 3x+2. Infatti la somma delle radici di un polinomio di secondo grado è uguale al coefficiente del termine lineare cambiato di segno mentre il prodotto delle radici è dato dal termine noto.., 27

Equazioni non lineari

Equazioni non lineari Equazioni non lineari Corso di Calcolo Numerico, a.a. 2009/2010 Francesca Mazzia Dipartimento di Matematica Università di Bari Francesca Mazzia (Univ. Bari) Equazioni non lineari 1 / 40 Problema Data una

Dettagli

Metodi per il calcolo degli zeri di funzioni non lineari

Metodi per il calcolo degli zeri di funzioni non lineari Metodi per il calcolo degli zeri di funzioni non lineari N. Del Buono 1 Introduzione Le radici di un equazione non lineare f(x) = 0 non possono, in generale, essere espresse esplicitamente e anche quando

Dettagli

Equazioni non lineari: esempi. Risoluzione f (x) = 0 con x [a,b] R, f C([a,b]).

Equazioni non lineari: esempi. Risoluzione f (x) = 0 con x [a,b] R, f C([a,b]). Equazioni non lineari: esempi. Risoluzione f (x) = 0 con x [a,b] R, f C([a,b]). Equazioni non lineari: esempi. Risoluzione f (x) = 0 con x [a,b] R, f C([a,b]). Esempio 1: equazioni polinomiali p N (x)

Dettagli

MATLAB:Metodi Numerici per zeri di funzioni.

MATLAB:Metodi Numerici per zeri di funzioni. 1 Francesca Mazzia Dipartimento Interuniversitario di Matematica Università di Bari MATLAB:Metodi Numerici per zeri di funzioni Metodo delle successive bisezioni Sappiamo che la procedura definita dal

Dettagli

Claudio Estatico Equazioni non-lineari

Claudio Estatico Equazioni non-lineari Claudio Estatico (claudio.estatico@uninsubria.it) Equazioni non-lineari 1 Equazioni non-lineari 1) Equazioni non-lineari e metodi iterativi. 2) Metodo di bisezione, metodo regula-falsi. 3) Metodo di Newton.

Dettagli

Supponiamo di voler risolvere l equazione lineare scalare:

Supponiamo di voler risolvere l equazione lineare scalare: Capitolo 2 Procedimenti iterativi Molto spesso le leggi della natura sono non lineari. Ne segue la necessità di risolvere equazioni non lineari. Tranne che per polinomi di grado basso, per i quali è possibile

Dettagli

Daniela Lera A.A

Daniela Lera A.A Daniela Lera Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Matematica e Informatica A.A. 2016-2017 Problemi non lineari Definizione f : R R F : R n R m f (x) = 0 F(x) = 0 In generale si determina

Dettagli

Laboratorio di Calcolo Numerico

Laboratorio di Calcolo Numerico Laboratorio di Calcolo Numerico M.R. Russo Università degli Studi di Padova Dipartimento di Matematica Pura ed Applicata A.A. 2009/2010 Equazioni non lineari Data una funzione consideriamo il problema

Dettagli

Problema. Equazioni non lineari. Metodo grafico. Teorema. Cercare la soluzione di

Problema. Equazioni non lineari. Metodo grafico. Teorema. Cercare la soluzione di Problema Cercare la soluzione di Equazioni non lineari dove Se è soluzione dell equazione, cioè allora si dice RADICE o ZERO della funzione Metodo grafico Graficamente si tratta di individuare l intersezione

Dettagli

Equazioni e sistemi non lineari

Equazioni e sistemi non lineari Equazioni e sistemi non lineari Lucia Gastaldi DICATAM - Sezione di Matematica, http://lucia-gastaldi.unibs.it Indice 1 Ricerca degli zeri di una funzione Problema e definizioni Metodo di Newton-Raphson

Dettagli

Metodi di Iterazione Funzionale

Metodi di Iterazione Funzionale Appunti di Matematica Computazionale Lezione Metodi di Iterazione Funzionale Il problema di calcolare il valore per cui F() = si può sempre trasformare in quello di trovare il punto fisso di una funzione

Dettagli

Corso di Matematica per la Chimica. Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a

Corso di Matematica per la Chimica. Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a. 2013-14 Risoluzione di Equazioni non lineari Sia F C 0 ([a, b]), cioé F è una funzione continua in un intervallo [a, b] R, tale che F(a)F(b) < 0 1.5 1 F(b) 0.5 0 a

Dettagli

La determinazione delle radici in forma chiusa non è sempre possibile (già per polinomi di ordine 5 non è generalmente possibile).

La determinazione delle radici in forma chiusa non è sempre possibile (già per polinomi di ordine 5 non è generalmente possibile). SOLUZIONE DI EQUAZIONI NON-LINEARI Molti problemi sono espressi nella forma f(x) = 0 con f(x) funzione non lineare (es. log(x 2 + a) + b cos x = 0, x 5 + ax 3 + b = 0) La determinazione delle radici in

Dettagli

data una funzione f, non lineare calcolare le soluzioni dell equazione f(x) = 0 in un intervallo [a,b]

data una funzione f, non lineare calcolare le soluzioni dell equazione f(x) = 0 in un intervallo [a,b] RISOLUZIONE NUMERICA DI EQUAZIONI NON LINEARI PROBLEMA: data una funzione f, non lineare calcolare le soluzioni dell equazione f() = 0 in un intervallo [a,b] 1 f ( ) = log( ) +, (0,10) ξ Esiste una sola

Dettagli

Equazioni e sistemi non lineari

Equazioni e sistemi non lineari Equazioni e sistemi non lineari Lucia Gastaldi DICATAM - Sezione di Matematica, http://lucia-gastaldi.unibs.it Indice 1 Ricerca degli zeri di una funzione Problema e definizioni Metodo di Newton-Raphson

Dettagli

CALCOLO NUMERICO Laurea di base in Ingegneria Elettronica, delle Comunicazioni

CALCOLO NUMERICO Laurea di base in Ingegneria Elettronica, delle Comunicazioni CALCOLO NUMERICO Laurea di base in Ingegneria Elettronica, delle Comunicazioni Prof.ssa Laura Pezza (A.A. 2017-2018) V Lezione del 15.03.2018 http://www.dmmm.uniroma1.it/ laura.pezza 1 Metodo di Newton:

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Calcolo Numerico Dott.ssa M.C. De Bonis Università degli Studi della Basilicata, Potenza Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Risoluzione di Equazioni non lineari Sia

Dettagli

Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A )

Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A ) Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A. 2013-2014) Metodi Numerici Appunti delle lezioni: Sistemi non lineari Docente Vittoria Bruni Email: vittoria.bruni@sbai.uniroma1.it Ufficio: Via A.

Dettagli

Metodi Numerici per l Approssimazione degli Zeri di una Funzione

Metodi Numerici per l Approssimazione degli Zeri di una Funzione Metodi Numerici per l Approssimazione degli Zeri di una Funzione Luca Gemignani luca.gemignani@unipi.it 29 marzo 2018 Indice Lezione 1: Il Metodo di Bisezione. 1 Lezione 2: Metodi di Iterazione Funzionale.

Dettagli

Derivazione numerica. Introduzione al calcolo numerico. Derivazione numerica (II) Derivazione numerica (III)

Derivazione numerica. Introduzione al calcolo numerico. Derivazione numerica (II) Derivazione numerica (III) Derivazione numerica Introduzione al calcolo numerico Il calcolo della derivata di una funzione in un punto implica un processo al limite che può solo essere approssimato da un calcolatore. Supponiamo

Dettagli

Calcolo Numerico con elementi di programmazione

Calcolo Numerico con elementi di programmazione Calcolo Numerico con elementi di programmazione (A.A. 2014-2015) Appunti delle lezioni sui metodi numerici per la soluzione di sistemi lineari Metodi Iterativi la soluzione si ottiene tramite approssimazioni

Dettagli

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni Prof.ssa L. Pezza (A.A. 2017-2018) IV Lezione del 13.03.2018 http://www.dmmm.uniroma1.it/ laura.pezza 1 Equazioni non

Dettagli

Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A )

Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A ) Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A. 2018-2019) Metodi Numerici Appunti delle lezioni: Sistemi non lineari Docente Vittoria Bruni Email: vittoria.bruni@sbai.uniroma1.it Ufficio: Via A.

Dettagli

Esercizio 1. Esercizio 2

Esercizio 1. Esercizio 2 Sia data la matrice A A(α) = Esercizio α 2 2α 2 2, α R.) determinare per quali valori del parametro reale α é verificata la condizione necessaria e sufficiente di convergenza per il metodo di Jacobi;.2)

Dettagli

RISOLUZIONE APPROSSIMATA DI UN EQUAZIONE

RISOLUZIONE APPROSSIMATA DI UN EQUAZIONE RISOLUZIONE APPROSSIMATA DI UN EQUAZIONE Introduzione Si vogliano individuare, se esistono, le radici o soluzioni dell equazione f(x)=0. Se f(x) è un polinomio di grado superiore al secondo o se è una

Dettagli

Universita degli Studi di Ancona - Facolta di Ingegneria Laurea in Ing. Elettronica (VO) Ing. Informatica e Automatica - Ing. delle Telecomunicazioni

Universita degli Studi di Ancona - Facolta di Ingegneria Laurea in Ing. Elettronica (VO) Ing. Informatica e Automatica - Ing. delle Telecomunicazioni Universita degli Studi di Ancona - Facolta di Ingegneria Laurea in Ing. Elettronica (VO) Ing. Informatica e Automatica - Ing. delle Telecomunicazioni ANALISI NUMERICA - Primo Parziale - TEMA A (Prof. A.M.Perdon)

Dettagli

Metodi di Ottimizzazione

Metodi di Ottimizzazione Metodi di Ottimizzazione Stefano Gualandi Università di Pavia, Dipartimento di Matematica email: twitter: blog: stefano.gualandi@unipv.it @famospaghi, @famoconti http://stegua.github.com Metodi di Ottimizzazione

Dettagli

Equazioni e sistemi non lineari. Prof. M. Lucia Sampoli

Equazioni e sistemi non lineari. Prof. M. Lucia Sampoli Equazioni e sistemi non lineari Prof. M. Lucia Sampoli 1 Equazioni non lineari Data una funzione f : consideriamo il problema di determinare i valori x tali che Tali valori sono solitamente chiamati zeri

Dettagli

Corso di Analisi Numerica - AN1. Parte 3: metodi iterativi per sistemi lineari ed. equazioni nonlineari. Roberto Ferretti

Corso di Analisi Numerica - AN1. Parte 3: metodi iterativi per sistemi lineari ed. equazioni nonlineari. Roberto Ferretti Corso di Analisi Numerica - AN1 Parte 3: metodi iterativi per sistemi lineari ed equazioni nonlineari Roberto Ferretti Filosofia generale dei metodi iterativi Metodi iterativi per Sistemi Lineari Convergenza

Dettagli

Teorema delle Funzioni Implicite

Teorema delle Funzioni Implicite Teorema delle Funzioni Implicite Sia F una funzione di due variabili definita in un opportuno dominio D di R 2. Consideriamo l equazione F (x, y) = 0, questa avrà come soluzioni coppie di valori (x, y)

Dettagli

1 Esercizi relativi al Capitolo 1

1 Esercizi relativi al Capitolo 1 1 Esercizi relativi al Capitolo 1 1. (a) x = 7; (b) (x) 4 = (32.1) 4 = (14.25) 10 ; (c) x = 5; (d) (200) x = (18) 10 ; x = 3; y = (11330) 8 = (4824) 10 ; (e) x = 2882.125; y = 231002.02; (f) (x) 3 = (12122.1012)

Dettagli

Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A )

Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A ) Metodi Numerici con elementi di Programmazione (A.A. 2013-2014) Metodi Numerici Appunti delle lezioni: Equazioni non lineari Metodi di linearizzazione Docente Vittoria Bruni Email: vittoria.bruni@sbai.uniroma1.it

Dettagli

Corso di Analisi Numerica

Corso di Analisi Numerica Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Corso di 2 - EQUAZIONI NON LINEARI Lucio Demeio Dipartimento di Scienze Matematiche 1 Elementi introduttivi 2 3 4 Introduzione Problema: trovare le soluzioni di

Dettagli

Esercizi proposti di Analisi Numerica

Esercizi proposti di Analisi Numerica Esercizi proposti di Analisi Numerica Silvia Bonettini Dipartimento di Matematica, Università di Ferrara 30 gennaio 2012 1 Conversioni, operazioni di macchina e analisi dell errore 1. Convertire i numeri

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale Sede di Fermo Corso di 2 - EQUAZIONI NON LINEARI Introduzione Problema: trovare le soluzioni di un equazione del tipo f() = 0 Esempio sin a = 0 e = 3 1.0 2.0 0.5

Dettagli

Risoluzione di equazioni non lineari

Risoluzione di equazioni non lineari Risoluzione di equazioni non lineari Si considera il problema di determinare la soluzione dell equazione f(x) = 0 ove f(x) è una funzione definita in un intervallo [a, b], chiuso e limitato. Ogni valore

Dettagli

Raccolta di Esercizi d esame ( di Calcolo Numerico) Prof. Laura Pezza. Equazioni non lineari

Raccolta di Esercizi d esame ( di Calcolo Numerico) Prof. Laura Pezza. Equazioni non lineari Raccolta di Esercizi d esame ( di Calcolo Numerico) Prof. Laura Pezza Equazioni non lineari ESERCIZIO 1 Data l equazione ln(e + x) = 1 (1 + 4x) + 1 2 1.1 verificare analiticamente se sono soddisfatte le

Dettagli

Note del corso di Laboratorio di Programmazione e Calcolo: Soluzione numerica di equazioni non lineari

Note del corso di Laboratorio di Programmazione e Calcolo: Soluzione numerica di equazioni non lineari Corso di laurea in Matematica SAPIENZA Università di Roma Note del corso di Laboratorio di Programmazione e Calcolo: Soluzione numerica di equazioni non lineari Dipartimento di Matematica Guido Castelnuovo

Dettagli

Equazioni non lineari

Equazioni non lineari Equazioni non lineari Introduzione In molte applicazioni intervengono equazioni che non siamo in grado di risolvere analiticamente, o la cui risoluzione risulta molto complessa e laboriosa. Un importante

Dettagli

Capitolo 3: Ottimizzazione non vincolata parte III. E. Amaldi DEI, Politecnico di Milano

Capitolo 3: Ottimizzazione non vincolata parte III. E. Amaldi DEI, Politecnico di Milano Capitolo 3: Ottimizzazione non vincolata parte III E. Amaldi DEI, Politecnico di Milano 3.4 Metodi di ricerca unidimensionale In genere si cerca una soluzione approssimata α k di min g(α) = f(x k +αd k

Dettagli

Corso di Geometria e Algebra Lineare - Sezione di Metodi Numerici

Corso di Geometria e Algebra Lineare - Sezione di Metodi Numerici Corso di Geometria e Algebra Lineare - Sezione di Metodi Numerici C. Vergara 2. Determinazione numerica degli zeri di una funzione Si consideri il seguente problema: Data f : [a, b] R, determinare i valori

Dettagli

Polinomi. I polinomi della forma

Polinomi. I polinomi della forma I polinomi della forma Polinomi p(x) = a 0 +a 1 x+a 2 x 2 + +a N x N richiedono N potenze, N somme e N moltiplicazioni per essere valutati Un metodo più efficiente (Horner) è p(x) = a 0 +x (a 1 +x (a 2

Dettagli

Equazioni non lineari

Equazioni non lineari Capitolo 2 Equazioni non lineari 2.1 Richiami di teoria Prerequisiti: teorema di Gauss, nozioni elementari di calcolo differenziale. In generale, per risolvere una equazione della forma f(x) = 0 dove f

Dettagli

Il Metodo di Newton, o delle Tangenti Federico Lastaria, Analisi e Geometria 1. Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1

Il Metodo di Newton, o delle Tangenti Federico Lastaria, Analisi e Geometria 1. Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1 Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1 Federico Lastaria federico.lastaria@polimi.it Il Metodo di Newton, o delle Tangenti 6 Novembre 2016 Indice 1 Metodo di Newton, o delle tangenti 2 1.1

Dettagli

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica, Ingegneria delle Comunicazioni

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica, Ingegneria delle Comunicazioni Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica, Ingegneria delle Comunicazioni Prof.ssa Laura Pezza (A.A. 2016-2017) IV Lezione del 06.03.2017 http://www.dmmm.uniroma1.it/ laura.pezza 1 Equazioni

Dettagli

Metodi iterativi per equazioni nonlineari.

Metodi iterativi per equazioni nonlineari. Metodi iterativi per equazioni nonlineari. Alvise Sommariva Università degli Studi di Padova Dipartimento di Matematica 9 aprile 2016 Alvise Sommariva Introduzione 1/ 14 Introduzione Si supponga sia f

Dettagli

Calcolo Numerico con elementi di programmazione

Calcolo Numerico con elementi di programmazione Calcolo Numerico con elementi di programmazione (A.A. 2014-2015) Appunti delle lezioni sui metodi per la soluzione di sistemi di equazioni non lineari Sistemi di equazioni non lineari Un sistema di equazioni

Dettagli

Equazioni e sistemi non lineari

Equazioni e sistemi non lineari Equazioni e sistemi non lineari Lucia Gastaldi Dipartimento di Matematica, http://dm.ing.unibs.it/gastaldi/ 4 novembre 2007 Outline 1 Ricerca degli zeri di una funzione Problema e definizioni Metodo di

Dettagli

Matematica e Statistica per Scienze Ambientali

Matematica e Statistica per Scienze Ambientali per Scienze Ambientali Derivate - Appunti 1 1 Dipartimento di Matematica Sapienza, Università di Roma Roma, Novembre 2013 Retta secante un grafico e rapporto incrementale Sia f una funzione e x 0 un punto

Dettagli

Corso di Analisi Numerica - AN410. Parte 3: metodi iterativi per sistemi lineari ed. equazioni nonlineari. Roberto Ferretti

Corso di Analisi Numerica - AN410. Parte 3: metodi iterativi per sistemi lineari ed. equazioni nonlineari. Roberto Ferretti Corso di Analisi Numerica - AN410 Parte 3: metodi iterativi per sistemi lineari ed equazioni nonlineari Roberto Ferretti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE Filosofia generale dei metodi iterativi Metodi iterativi

Dettagli

Metodi per la ricerca degli zeri

Metodi per la ricerca degli zeri Chapter 5 Metodi per la ricerca degli zeri 5.1 Introduzione In questo capitolo ci occuperemo della soluzione di equazioni del tipo f(x) = 0 (5.1) dove f è una funzione a valori reali della variabile reale

Dettagli

Risoluzione di sistemi lineari sparsi e di grandi dimensioni

Risoluzione di sistemi lineari sparsi e di grandi dimensioni Risoluzione di sistemi lineari sparsi e di grandi dimensioni Un sistema lineare Ax = b con A R n n, b R n, è sparso quando il numero di elementi della matrice A diversi da zero è αn, con n α. Una caratteristica

Dettagli

Il metodo di Newton. Enrico Bertolazzi

Il metodo di Newton. Enrico Bertolazzi 1 Il metodo di Newton Enrico Bertolazzi 2 Metodo di Newton Scelta del punto iniziale: x 0 Ciclo: per k = 0, 1, 2,... Calcolo direzione avanzamento J(x k )s k = F(x k ) Aggiorna approssimazione della radice

Dettagli

CALCOLO NUMERICO. Francesca Mazzia. Calcolo degli autovalori. Dipartimento Interuniversitario di Matematica. Università di Bari

CALCOLO NUMERICO. Francesca Mazzia. Calcolo degli autovalori. Dipartimento Interuniversitario di Matematica. Università di Bari CALCOLO NUMERICO Francesca Mazzia Dipartimento Interuniversitario di Matematica Università di Bari Calcolo degli autovalori 1 Calcolo degli autovalori Gli autovalore e gli autovettore di una matrice quadrata

Dettagli

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica, Ingegneria delle Comunicazioni

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica, Ingegneria delle Comunicazioni Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica, Ingegneria delle Comunicazioni Prof.ssa Laura Pezza (A.A. 2017-2018) III Lezione del 12.03.2018 http://www.dmmm.uniroma1.it/ laura.pezza 1 I metodi

Dettagli

Metodi di Ricerca Lineare

Metodi di Ricerca Lineare Metodi di Ricerca Lineare Stefano Gualandi Università di Pavia, Dipartimento di Matematica email: twitter: blog: stefano.gualandi@unipv.it @famo2spaghi http://stegua.github.com Metodi di Ottimizzazione

Dettagli

Istituzioni di Matematiche quarta parte

Istituzioni di Matematiche quarta parte Istituzioni di Matematiche quarta parte anno acc. 2012/2013 Univ. degli Studi di Milano Cristina Turrini (Univ. degli Studi di Milano) Istituzioni di Matematiche 1 / 22 index Derivate 1 Derivate 2 Teoremi

Dettagli

Esercizi su polinomio di Taylor, metodi numerici per il calcolo di zeri di funzione e iterazioni di punto fisso

Esercizi su polinomio di Taylor, metodi numerici per il calcolo di zeri di funzione e iterazioni di punto fisso Esercizi su polinomio di Taylor, metodi numerici per il calcolo di zeri di funzione e iterazioni di punto fisso 2 aprile 215 Nota: gli esercizi più impegnativi sono contrassegnati dal simbolo ( ). Richiami

Dettagli

aprile 2007 dicembre 2000 Metodi iterativi Metodi iterativi dell equazione equazione f(x)=0 per l approssimazione l

aprile 2007 dicembre 2000 Metodi iterativi Metodi iterativi dell equazione equazione f(x)=0 per l approssimazione l Metodi iterativi Metodi iterativi per l approssimazione l delle radici dell equazione equazione f()=0 dicembre 000 aprile 007 Definizione Si chiama RADICE di una equazione a()=b() un numero (reale) u tale

Dettagli

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica e Ingegneria delle Comunicazioni e Clinica. Prof.ssa Laura Pezza (A.A.

Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica e Ingegneria delle Comunicazioni e Clinica. Prof.ssa Laura Pezza (A.A. Calcolo Numerico Laurea di base in Ingegneria Elettronica e Ingegneria delle Comunicazioni e Clinica Prof.ssa Laura Pezza (A.A. 2018-2019) VIII Lezione del 14.03.2019 http://www.dmmm.uniroma1.it/ laura.pezza

Dettagli

1. Calcolo Differenziale per funzioni di una variabile

1. Calcolo Differenziale per funzioni di una variabile 1. Calcolo Differenziale per funzioni di una variabile 1.1 Definizione di Derivata e prime proprietà Definizione 1.1 Sia f :]a, b[ R, x 0 ]a, b[. Allora esiste δ > 0 : x 0 + ]a, b[, 0 < < δ. Se esiste

Dettagli

1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in x = 0 delle funzioni: c) x + 1 d)x sin x.

1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in x = 0 delle funzioni: c) x + 1 d)x sin x. Funzioni derivabili Esercizi svolti 1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in x = 0 delle funzioni: a)2x 5 b) x 3 x 4 c) x + 1 d)x sin x. 2) Scrivere l equazione della retta tangente

Dettagli

I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita

I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita Appunti per il corso di Analisi Matematica 4 G. Mauceri Indice 1 Il teorema della funzione inversa 1 Il teorema della funzione implicita 3 1

Dettagli

Interpolazione. Corso di Calcolo Numerico, a.a. 2008/2009. Francesca Mazzia. Dipartimento di Matematica Università di Bari.

Interpolazione. Corso di Calcolo Numerico, a.a. 2008/2009. Francesca Mazzia. Dipartimento di Matematica Università di Bari. Interpolazione Corso di Calcolo Numerico, a.a. 2008/2009 Francesca Mazzia Dipartimento di Matematica Università di Bari 17 Aprile 2009 Francesca Mazzia (Univ. Bari) Interpolazione 17/04/2006 1 / 37 Interpolazione

Dettagli

Le derivate parziali

Le derivate parziali Sia f(x, y) una funzione definita in un insieme aperto A R 2 e sia P 0 = x 0, y 0 un punto di A. Essendo A un aperto, esiste un intorno I(P 0, δ) A. Preso un punto P(x, y) I(P 0, δ), P P 0, possiamo definire

Dettagli

Raccolta di esercizi di Calcolo Numerico Prof. Michela Redivo Zaglia

Raccolta di esercizi di Calcolo Numerico Prof. Michela Redivo Zaglia Raccolta di esercizi di Calcolo Numerico Prof. Michela Redivo Zaglia Nota Bene: Gli esercizi di questa raccolta sono solo degli esempi. Non sono stati svolti né verificati e servono unicamente da spunto

Dettagli

Daniela Lera A.A. 2008-2009

Daniela Lera A.A. 2008-2009 Daniela Lera Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Matematica e Informatica A.A. 2008-2009 Equazioni non lineari Metodo di Newton Il metodo di Newton sfrutta le informazioni sulla funzione

Dettagli

n (x i x j ), det V = i>j

n (x i x j ), det V = i>j Capitolo 4 Approssimazione 4.1 Richiami di teoria Prerequisiti: nozioni elementari di calcolo differenziale e integrale. Interpolazione Il problema dell interpolazione è un caso particolare del vasto settore

Dettagli

Calcolo Numerico per Ingegneria. Corso estivo di Bressanone. Prof. L. Bergamaschi SOLUZIONE DELLA PROVA SCRITTA del

Calcolo Numerico per Ingegneria. Corso estivo di Bressanone. Prof. L. Bergamaschi SOLUZIONE DELLA PROVA SCRITTA del Calcolo Numerico per Ingegneria. Corso estivo di Bressanone. Prof. L. Bergamaschi SOLUZIONE DELLA PROVA SCRITTA del 9.8.2. Data l equazione x x = (a) Mostrare che essa ammette una e una sola soluzione

Dettagli

Soluzioni del Foglio 6

Soluzioni del Foglio 6 ANALISI Soluzioni del Foglio 6 1 novembre 2009 6.1. Esercizio. Calcolare le derivate delle seguenti funzioni: x + 1 x 2 + 1, ex (sin(x) + cos(x)), e x arcsin(x) 1 x 2, x arctan(x), ln(1 + e x2 ) x + 1

Dettagli

3. CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI UNA VARIABILE REALE.

3. CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI UNA VARIABILE REALE. 3. CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI UNA VARIABILE REALE. Molto spesso y = f(x) rappresenta l evoluzione di un fenomeno al passare del tempo x.se siamo interessati a sapere con che rapidità il fenomeno

Dettagli

Funzioni derivabili (V. Casarino)

Funzioni derivabili (V. Casarino) Funzioni derivabili (V. Casarino) Esercizi svolti 1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in = 0 delle funzioni: a) 5 b) 3 4 c) + 1 d) sin. ) Scrivere l equazione della retta tangente

Dettagli

Funzione derivabile. La derivata.

Funzione derivabile. La derivata. Funzione derivabile. La derivata. Dati: f I R funzione; I R intervallo aperto ; x 0 I. Definizione (Derivata come limite del rapporto incrementale) Se esiste finito (cioè, non + o ) il limite del rapporto

Dettagli

26 - Funzioni di più Variabili Limiti e Derivate

26 - Funzioni di più Variabili Limiti e Derivate Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Statistica per l Analisi dei Dati Appunti del corso di Matematica 26 - Funzioni di più Variabili Limiti e Derivate Anno Accademico 2013/2014 M.

Dettagli

Matematica A Corso di Laurea in Chimica. Prova scritta del Tema A

Matematica A Corso di Laurea in Chimica. Prova scritta del Tema A Matematica A Corso di Laurea in Chimica Prova scritta del 7..6 Tema A P) Data la funzione f(x) = ex+ x determinarne (a) campo di esistenza; (b) zeri e segno; (c) iti agli estremi del campo di esistenza

Dettagli

Analisi cinematica di meccanismi articolati

Analisi cinematica di meccanismi articolati Analisi cinematica di meccanismi articolati metodo dei numeri complessi rev 10 1 Il quadrilatero articolato b β a c α d γ Posizione a + b = c + d a e iα + b e iβ = c e iγ + d a cos α + b cos β = c cos

Dettagli

Laboratorio di Calcolo Numerico A.A Laboratorio 4 Risoluzione di sistemi non lineari Metodo di punto fisso

Laboratorio di Calcolo Numerico A.A Laboratorio 4 Risoluzione di sistemi non lineari Metodo di punto fisso Laboratorio di Calcolo Numerico A.A. 2007-2008 Laboratorio 4 Risoluzione di sistemi non lineari Metodo di punto fisso Esercizio 1. Risoluzione di sistemi non lineari Si consideri il seguente sistema non

Dettagli

IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero

IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero Il teorema degli zeri è fondamentale per determinare se una funzione continua in un intervallo chiuso [ a ; b ] si annulla in almeno un punto interno

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Calcolo Numerico Dott.ssa M.C. De Bonis Università degli Studi della Basilicata, Potenza Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Risoluzione di Equazioni Algebriche Le equazioni

Dettagli

LEZIONE 5. Esercizio 5.1. Calcolare il limite per x ± delle seguenti funzioni. lim. lim. lim. lim. lim. e x ) x. per x. lim

LEZIONE 5. Esercizio 5.1. Calcolare il limite per x ± delle seguenti funzioni. lim. lim. lim. lim. lim. e x ) x. per x. lim 5 LEZIONE 5 Esercizio 5.1. Calcolare il ite per x ± delle seguenti funzioni. 2x3 3x 2 = x3 (2 3/x) =±. x2 sin x 2 x 4 = x4 (sin x 2 /x 2 1) =. ex x = ex (1 x/e x )=. sin 1 x cos x2 =0, infatti all infinito

Dettagli

RISOLUZIONE DI EQUAZIONI NON LINEARI PROBLEMA:

RISOLUZIONE DI EQUAZIONI NON LINEARI PROBLEMA: RISOLUZIONE DI EQUAZIONI NON LINEARI PROBLEMA: data una funzione f, non lineare calcolare le soluzioni dell equazione f(x) = 0 f ( x) = log( x) + x, x (0,0) ξ Esiste una sola soluzione f ( x) = x +, x

Dettagli

Relazione di laboratorio di Analisi Numerica: metodi di ricerca zeri

Relazione di laboratorio di Analisi Numerica: metodi di ricerca zeri Relazione di laboratorio di Analisi Numerica: metodi di ricerca zeri Francesco Genovese, Università di Pavia 8 febbraio 2008 Sommario Questa relazione di laboratorio di Analisi Numerica (corso dell A.A.

Dettagli

CALCOLO NUMERICO Prof. L. Gori Prova d esame

CALCOLO NUMERICO Prof. L. Gori Prova d esame CALCOLO NUMERICO Prof. L. Gori Prova d esame 2-7-998 ESERCIZIO. Data la seguente formula di quadratura: f(x)dx = ( ) 3 3 2 f + Af( x) + R 6 0 (.) Determinare A e x in modo che il grado di precisione sia.

Dettagli

CORSO DI Analisi Numerica

CORSO DI Analisi Numerica CORSO DI Analisi Numerica Alessandro Iafrati CONTATTI Posta Elettronica: a.iafrati@insean.it Telefono: 06/50299296 A breve sarà disponibile un sito web sulla pagina del Dipartimento di Metodi e Modelli

Dettagli

Lezione 5, 5/11/2014

Lezione 5, 5/11/2014 Lezione 5, 5/11/2014 Elena Gaburro, elenagaburro@gmail.com 1 Ordine di convergenza di un metodo Definizione 1.1. Sia {x k } una successione convergente ad α. Consideriamo l errore assoluto in modulo al

Dettagli

4.5 Metodo del gradiente

4.5 Metodo del gradiente 4.5 Metodo del gradiente Si cerca un punto stazionario di f : R n R con f C 1. Metodo del gradiente con ricerca 1-D esatta: Scegliere x 0, porre k := 0 Iterazione: d k := f(x k ) Determinare α k > 0 tale

Dettagli

Equazioni differenziali Problema di Cauchy

Equazioni differenziali Problema di Cauchy Equazioni differenziali Problema di Cauch Primo esempio - Risolvere l equazione '( ) = g( ) con g( ) :[ a, b] R continua Teor. fondamentale del calcolo integrale ( ) = + g ( t )dt Primo esempio - Osserviamo

Dettagli

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari

ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari Sommario Proprietà dell estremo superiore per R... 2 Definitivamente... 2 Successioni convergenti... 2 Successioni monotone... 2 Teorema di esistenza del limite

Dettagli

Calcolo numerico I e laboratorio, a.a. 2016/2017

Calcolo numerico I e laboratorio, a.a. 2016/2017 Calcolo numerico I e laboratorio, a.a. 016/017 Giacomo Albi giacomo.albi@univr.it Questo note rappresentano un complemento alle lezioni in classe, e non hanno alcuna pretesa di essere esaustive, o sostitutive

Dettagli

Cancellazione numerica e zeri di funzione. Dott. Marco Caliari

Cancellazione numerica e zeri di funzione. Dott. Marco Caliari Cancellazione numerica e zeri di funzione Dott. Marco Caliari PLS a.s. 01 013 Capitolo 1 Aritmetica floating point 1.1 I numeri macchina Data la capacità finita di un calcolatore, solo alcuni dei numeri

Dettagli

Corso di Analisi Matematica Calcolo differenziale per funzioni di una variabile

Corso di Analisi Matematica Calcolo differenziale per funzioni di una variabile Corso di Analisi Matematica Calcolo differenziale per funzioni di una variabile Laurea in Informatica e Comunicazione Digitale A.A. 2013/2014 Università di Bari ICD (Bari) Analisi Matematica 1 / 41 1 Derivata

Dettagli

Metodi Numerici (A.A ) Prof. F. Pitolli

Metodi Numerici (A.A ) Prof. F. Pitolli Metodi Numerici (A.A. 2007-2008) Prof. F. Pitolli Appunti delle lezioni su: metodo di Newton in IR n ; equazioni non lineari, metodo di bisezione e metodo di Newton in IR Equazioni non lineari Numerosi

Dettagli

Problemi di Calcolo Numerico

Problemi di Calcolo Numerico Problemi di Calcolo Numerico Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica Corso di Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni a.a. 2007/2008 2 Zeri di funzioni reali Problema 1 Sia f la funzione definita,

Dettagli

Definizione (Derivata come limite del rapporto incrementale) Se esiste finito (cioè, non + o ) il limite del rapporto incrementale

Definizione (Derivata come limite del rapporto incrementale) Se esiste finito (cioè, non + o ) il limite del rapporto incrementale Funzione derivabile. La derivata. Dati: f I R funzione; I R intervallo aperto ; x 0 I. Definizione (Derivata come ite del rapporto incrementale) Se esiste finito (cioè, non + o ) il ite del rapporto incrementale

Dettagli

Appunti di Matematica 5 - Derivate - Derivate. Considero una funzione e sia e definita in un intorno completo di.

Appunti di Matematica 5 - Derivate - Derivate. Considero una funzione e sia e definita in un intorno completo di. Derivate Definizione di derivata di f(x) in x D o f Considero una funzione e sia e definita in un intorno completo di. Consideriamo il rapporto (detto rapporto incrementale ) È evidente che il rapporto

Dettagli

Francesca Mazzia Dipartimento di Matematica Università di Bari. Equazioni Differenziali

Francesca Mazzia Dipartimento di Matematica Università di Bari. Equazioni Differenziali 1 Francesca Mazzia Dipartimento di Matematica Università di Bari Equazioni Differenziali 2 Consideriamo il sistema di equazioni differenziali: con condizione iniziale: y = f(t, y) (6.1) y(t 0 ) = y 0,

Dettagli