I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO Memorie ---- Materia: Elettronica. Ricca Giuseppe Scalise Pietro Scalise Teresa. prof. Ing.

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1 I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO a.s. 2010/2011 -classe III- Materia: Elettronica ---- Memorie ---- alunni Ricca Giuseppe Scalise Pietro Scalise Teresa prof. Ing. Zumpano Luigi

2 LE MEMORIE Le memorie sono dispositivi che consentono di immagazzinare nel tempo informazioni espresse in forma binaria. Esse sono organizzate in modo da memorizzare gruppi di bit consecutivi di lunghezza fissa; ogni gruppo è detto locazione o parola ( word ). Ogni parola è formata da 4 o da 8 bit, o da multipli di 8 bit ( 16 bit o 32 bit ). All'insieme di 8 bit si dà il nome di byte. Ad ogni parola corrisponde una locazione di memoria individuata da un indirizzo ( address ), sotto forma di numero binario. Per scrivere o leggere in una locazione di memoria è necessario conoscere il suo indirizzo. La capacità di una memoria è individuata dal numero di bit che essa può contenere. Le parti fondamentali che costituiscono le memorie vengono chiamate celle. Classificazioni principali MEMORIE Volatili Non volatili Le memorie volatili sono quelle che perdono il loro contenuto una volta che sono disconnesse da una sorgente di alimentazione. Le memorie non volatili invece, sono quelle che mantengono le informazioni in esse memorizzate anche quando non sono più alimentate. MEMORIE Lettura/Scrittura Sola lettura Le memorie di sola lettura sono quelle in cui è possibile effettuare la sola lettura dei dati memorizzati, senza possibilità di scrivere in esse nuove informazioni. Le memorie di lettura e scrittura sono quelle in cui è possibile memorizzare dati e poi rileggerli senza alcune limitazione. Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.2 di pag 9

3 MEMORIE Accesso casuale Accesso sequenziale MEMORIE Memoria operativa o di lavoro Memoria tampone Memoria di massa TIPI DI MEMORIE ROM: sola lettura, non volatile, non modificabili. PROM: ROM programmabili una sola volta. EPROM: PROM cancellabile. EEPROM: PROM cancellabile elettricamente. EAROM: ROM alterabile elettricamente. RAM: memoria ad accesso causale, lettura/scrittura, volatile. RAM/ROM e RAM/EAROM: chip contenenti memorie miste. Registri: memorie tampone. CCD: dispositivi ad accoppiamento di carica, volatili,capacità elevate. Bolle Magnetiche: non seriale, adatte per memorie di massa. PRINCIPALI DISPOSITIVI DI MEMORIE Due tecnologie di memorizzazione di informazioni digitali si sono affermate in base alle loro caratteristiche economiche e tecniche: le memorie a semiconduttore le memorie a supporto magnetico Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.3 di pag 9

4 Memorie RAM ( Random Access Memory ) MEMORIE A SEMICONDUTTORE Ne esistono di due tipi: Statiche, Static RAM ( SRAM ) Dinamiche, Dynamic RAM ( DRAM ) SRAM: la cella elementare che memorizza un bit è costituita da un circuito contenente diversi transistor. L'informazione scritta si mantiene finchè sono alimentate. DRAM: basta un solo transistor. L'informazione tende a cancellarsi e va rinfrescata, riscrivendola, ogni pochi msec ( refresh ). Serve un controllore che gestisca il rinfresco ( Dynamic RAM Controller ). Le SRAM sono più veloci delle DRAM, più costose e di minore capacità. RAM sincrone ( SDRAM e SSRAM ): offrono la possibilità di trasferire blocchi di dati presenti in memoria ad indirizzi consecutivi, specificando un indirizzo di partenza e una lunghezza. Il trasferimento è più veloce perchè si genera solo il primo indirizzo e un segnale di clock sincronizza la sequenzializzazione dei dati. Memorie ROM ( Read Only Memory ) : memorie a sola lettura che contengono in genere solo programmi, tipicamente di funzionamento per applicazioni embedded o di inizializzazione dei calcolatori. Mantengono l informazione anche se sono disalimentate. Ne esistono di vari tipi: ROM: l informazione viene scritta in fabbrica durante il processo di fabbricazione e non è più modificabile; PROM ( Programmable ROM ): possono essere scritte una volta sola dall utente attraverso una particolare apparecchiatura detta programmatore di PROM; EPROM ( Erasable Programmable ROM ): come la PROM, può essere programmata dall utente, ma può essere cancellata tramite esposizione ai raggi ultravioletti. Per questo motivo, i contenitori di EPROM hanno sempre una finestrella che lascia vedere il chip; OTP ROM ( One Time Programmable ROM ): identiche alle EPROM, ma prive della finestrella trasparente (per produzioni in serie); EEPROM o E2PROM ( Electrically Erasable Programmable ROM ): come la EPROM, ma anche la cancellazione viene effettuata con segnali elettrici; EAROM ( Electrically Alterable ROM ): alterabili elettricamente. Non è più necessaria la cancellazione di tutto il contenuto della memoria quando si vogliono modificare anche solo poche celle; FLASH: offrono significativi vantaggi rispetto alle EPROM. Utilizzano una tecnica di cancellazione tramite impulsi elettrici, al posto della radiazione UV. Permettono cancellazioni parziali, direttamente sulla scheda e rapide. Supportano un numero limitato di scritture/cancellazioni. Meno veloci della RAM. Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.4 di pag 9

5 MEMORIE A SUPPORTO MAGNETICO Le caratteristiche comuni dei dispositivi di memorizzazione a supporto magnetico sono: l elevata quantità di informazione immagazzinabile (da MByte a diverse centinaia di Gbyte) la permanenza dell informazione anche in assenza di alimentazione. Ciò che differenzia i diversi dispositivi è essenzialmente la forma della struttura sulla quale viene depositato il materiale ferromagnetico; esistono infatti: dischi flessibili ( floppy disk ); dischi rigidi ( hard disk ); nastri. Memorie a supporto magnetico: HARD DISK Il materiale ( 2-3 micron di spessore ) è deposto sulle superfici di un disco ( realizzato in leghe di alluminio o in materiali compositi in vetro ), tenuto in rotazione a velocità costante attorno al proprio asse. Ogni superficie è suddivisa in tracce costituite da corone circolari concentriche, che possono condividere un unica testina, o disporre di proprie testine dedicate. Le testine sono mantenute a pochi micron di distanza dal disco. I dischi a testine fisse sono più veloci, ma sono molto costosi ed il disco non può essere asportato ed essere sostituito; sono più diffusi i dischi fissi a testine mobili e sigillati insieme alle testine in un unico contenitore ermetico ( Winchester ). Un unità a disco può essere costituita da un solo disco o da più dischi coassial. Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.5 di pag 9

6 Parametri tipici: densità lineare di memorizzazione: > bit/pollice numero di tracce per pollice: > velocità di rotazione: da 7200 a rpm (giri/minuto) velocità di spostamento del braccio: 30 ms attraverso tutte le tracce velocità di trasferimento: Mbyte/secondo capacità di memorizzazione: 20 Gbyte-Terabyte Memorie RAID RAID ( Redundant Array of Independent Disks ) Insieme di dischi rigidi a basso costo collegati tra di loro. Servono per proteggere i dati in caso di malfunzionamento di un disco rigido. Insieme di dischi visto come un unico disco Dati distribuiti su più di un disco (ridondanza) Dati recuperati in caso di guasti Memorie a supporto magnetico: FLOPPY DISK Analoghi ai dischi rigidi, ma il supporto in tal caso è flessibile e possono essere estratti dal dispositivo di memorizzazione ( drive ) in modo da poter trasferire le informazioni tra diversi calcolatori mediante trasporto di dischi magnetizzati. I floppy disk sono normalmente fermi e quindi il tempo di accesso alle informazioni ( circa 0.1 s ) è più lungo rispetto a quello dei dischi rigidi (dato dal tempo di posizionamento della testina più il tempo necessario a raggiungere l informazione). I più diffusi sono da 3.5 pollici ( capacità di 720 KByte o 1.44 Mbyte ). Anni orsono si usavano anche da 5.25 pollici ( capacità di 360 KByte o 1.2 Mbyte ) o da 8 pollici ( capacità da 128 o 256 Kbyte ). Memorie a supporto magnetico: NASTRI Il materiale ferromagnetico è depositato su nastri di plastica avvolti su opportune bobine; sono suddivisi generalmente, in senso trasversale, in 9 strisce ( piste ) parallele, ciascuna assegnata ad una testina che consentono la memorizzazione di un byte dotato del bit di parità. In senso longitudinale, invece, le informazioni sono organizzate in blocchi, suddivisi in record, intercalati da zone non magnetizzate ( interrecord gap ). Il nastro è normalmente fermo e trasferisce un blocco per volta. Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.6 di pag 9

7 Parametri tipici: i formati più usuali sono: bobine da 1/2 pollice, cartucce da 1/4 pollice, cassette ( simili alle cassette audio ) velocità di trascinamento: pollici/secondo larghezza del nastro: ¼ ½ pollice lunghezza del nastro: m densità di memorizzazione: 25 MByte/pollice capacità: 100 GByte 1 Tbyte Memorie a dischi ottici Supporti di memorizzazione digitale composti da un disco di policarbonato trasparente, generalmente di 12 cm di diametro (5 pollici), che racchiude al suo interno un sottile foglio di materiale metallico sul quale sono memorizzate le informazioni come successioni di deformazioni permanenti (detti buchi o pits e terre o lands ), successivamente letti per mezzo di un raggio laser. Sono particolarmente interessanti per le caratteristiche di affidabilità, economicità e capacità. Tipi di dischi ottici: CD RW ( ReWritable detti anche CD-E o Erasable ) riscrivibili; DVD ( Digital Video Disk ) stesso diametro del CD-ROM ma molto più capiente. Capacità di un DVD-ROM da 4.7GB ( singola faccia singolo strato ) a 17 GB ( doppia faccia doppio strato ); Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.7 di pag 9

8 Blu-ray Disc supporto ottico proposto dalla Sony ( 2002 ) come evoluzione del DVD per la televisione ad alta definizione. Utilizza un laser a luce blu, riesce a contenere fino a 54 GB di dati. E normalmente a doppio strato ( circa 25GB per strato ) e utilizza codec più sofisticati che permettono di aumentare il fattore di compressione. Tipi di accesso Uniforme o casuale: tipico della memoria centrale. L accesso ai dati avviene in modo diretto tramite il loro indirizzo e in un tempo costante che non dipende dalla loro posizione; Sequenziale: tipico dei nastri. I dati vengono scritti e letti uno dopo l altro in posizione contigua sul supporto; Diretto o misto: tipico dei dischi. L accesso ai dati avviene in modo diretto, ma il tempo di accesso varia a seconda della posizione corrente relativa tra dato e testina di lettura/scrittura; MEMORIA CENTRALE E DI MASSA Due parametri molto utili per qualificare i diversi tipi di dispositivi sono il costo per bit memorizzato e il tempo di accesso ( la velocità di risposta alla richiesta di trasferimento di informazioni. Il costo relativamente elevato dei dispositivi a semiconduttore, è tale da rendere troppo onerosa e quindi improponibile la realizzazione di calcolatori con grandi quantità di memoria di lavoro. Un problema ulteriore è relativo alla volatilità delle informazioni ( vengono perse quando il dispositivo viene disalimentato ). Un ampia disponibilità di memoria è particolarmente utile perché: uno spazio di indirizzamento ampio consente di utilizzare strutture dati complesse ed estese; i calcolatori usati da più utenti devono soddisfare la presenza contemporanea di vari programmi e dei relativi dati in memoria. Da un punto di vista funzionale, ogni dispositivo di memorizzazione costituisce un serbatoio di sequenze di bit ( parole ) accessibili mediante il loro indirizzo. Da un punto di vista comportamentale, esistono invece significative differenze fra memorie basate su principi fisici diversi o realizzate con diverse tecnologie e tali differenze separano in modo netto i campi applicativi delle diverse memorie. Gerarchia della memoria Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.8 di pag 9

9 Si ha una gerarchia di memoria nella quale: le informazioni a disposizione del calcolatore sono memorizzate nel dispositivo più economico, grande e lento: il CD o il nastro; una copia della parte di tali informazioni di uso quotidiano è presente nel dispositivo immediatamente più veloce e più piccolo del nastro: il disco; la parte delle informazioni quotidiane usate dai programmi in esecuzione è ricopiata anche nel successivo gradino della gerarchia, la memoria a semiconduttore lenta ed ampia; di quest ultima parte, le informazioni di uso corrente ( come le istruzioni di un ciclo di programma o gli elementi di una matrice, ecc.) sono ricopiate anche nell ultimo gradino della gerarchia: la memoria a semiconduttore veloce, ma piccola I problemi di gestione dei primi due livelli della gerarchia sono relativamente modesti: tutte le informazioni ragionevolmente necessarie nell uso del calcolatore sono presenti in unità di memoria a disco e lo scaricamento periodico di dati verso CD/nastro o il caricamento periodico dei dati da CD/nastro possono essere effettuati da operatori umani, senza necessità di prevedere meccanismi automatici. Completamente diverso è il discorso per la coppia di memorie a semiconduttore che risultano comunque rallentate dalla necessità di accedere ad una memoria di lavoro lenta e richiedono pertanto dispositivi veloci per funzionare a pieno ritmo. D altro canto, le limitate capacità dei dispositivi veloci li rendono inadatti a costituire l unico supporto l unico supporto di memoria centrale. Si introducono nell architettura del calcolatore entrambi i tipi di memorie a semiconduttori, realizzando strutture di memoria centrale con velocità paragonabili a quelle delle memorie veloci e capacità tipiche delle memorie lente. Si parla di memoria cache (nascosta). LA MEMORIA CACHE L organizzazione delle due memorie a semiconduttore è simile alla gestione della memoria virtuale. I due tipi di memorie sono considerati suddivisi in blocchi di uguale dimensione, che vengono temporaneamente ricopiati dalla memoria grande e lenta a quella piccola e veloce per fornire tempi di risposta che siano nella maggior parte dei casi quelli della memoria piccola e veloce, sfruttando le proprietà di località degli accessi. Per velocizzare ulteriormente le operazioni, l accesso a memoria grande e lenta viene iniziato in parallelo alla ricerca nella cache, prima ancora di sapere se la parola cercata esiste o meno in memoria piccola e veloce. In caso negativo, infatti, si raggiunge comunque la cella desiderata nel tempo di accesso alla memoria grande e lenta, senza rallentamenti dovuti alla presenza della cache. Alunni-Ricca G.-Scalise P.-Scalise T. classe III anno scolastico pag.9 di pag 9

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