CRITERI E STRUMENTI PER L INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI
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- Annibale Marini
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2 PER L INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI
3 Valutazione del rischio Valutazione del rischio: insieme di tutte quelle operazioni, conoscitive ed operative, che devono essere attuate per addivenire ad una stima del rischio di esposizione ai fattori di pericolo per la sicurezza e la salute del personale, in relazione allo svolgimento delle lavorazioni. Per ogni ambiente o posto di lavoro considerato sono necessarie una serie di operazioni, successive e conseguenti tra loro, che dovranno prevedere: 1.l identificazione delle sorgenti di rischio presenti nel ciclo lavorativo; 2.l individuazione dei conseguenti potenziali rischi di esposizione in relazione allo svolgimento delle lavorazioni; 3.la stima dell entità dei rischi di esposizione connessi con le situazioni di interesse prevenzionistico individuate.
4 Valutazione del rischio Tale processo di valutazione può portare, per ogni ambiente o posto di lavoro considerato, ai seguenti risultati: 1.L assenza di rischio di esposizione non sussistono problemi connessi con lo svolgimento delle lavorazioni 2.La presenza di esposizione controllata entro i limiti di accettabilità previsti dalla normativa la situazione deve essere tenuta sotto controllo periodico 3.La presenza di un rischio di esposizione necessario attuare i necessari interventi di prevenzione e protezione
5 Pericolo Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni La pericolosità è la probabilità che l evento potenzialmente dannoso accada almeno una volta in n anni
6 Pericolosità
7 Danno Lesione fisica alla persona o danneggiamento di un bene come conseguenza diretta o indiretta dell esposizione a un pericolo (diretto e tangibile) D = DP * V D: danno DP: danno potenziale (tutti i danni possibili) V: vulnerabilità (dipende dalla suscettibilità attitudine dell elemento a subire un danno potenziale e dalla capacità di far fronte)
8 Danno
9 Rischio Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione R=D*P R: rischio D: danno P: pericolosità
10 P x Rischio D
11 Rischio - esempi Esempio 1 I gradini della scala sono sconnessi R=D*P R: rischio D: danno P: pericolosità P=3 D=2 R=6
12 Rischio - esempi Esempio 2 Assenza di ponteggi a norma dotati di idonei parapetti e tavola fermapiedi R=D*P R: rischio D: danno P: pericolosità P=4 D=3 R = 12
13 Rischio - esempi Esempio 3 Assenza di protezione delle aperture lasciate nei solai R=D*P R: rischio D: danno P: pericolosità P=4 D=4 R = 16
14 Prevenzione Il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell integrità dell ambiente esterno
15 Principio di precauzione Al fine di proteggere l ambiente, gli Stati dovrebbero applicare l approccio precauzionale secondo le loro capacità. Laddove ci siano pericoli di danni seri o irreversibili all ambiente, la mancanza di evidenze scientifiche definitive non può essere usata per posporre misure efficaci e proporzionate per prevenire il degrado ambientale Art. 15 Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo, 1992
16 Etimologia: il termine mobbing è stato coniato agli inizi degli anni settanta dall'etologo Konrad Lorenz per descrivere un particolare comportamento di alcune specie animali che circondano in gruppo un proprio simile e lo assalgono rumorosamente per allontanarlo dal branco. Attenzione al genere e relazioni aziendali Mobbing è un gerundio sostantivato inglese derivato da mob dall'espressione latina mobile vulgus, che significa gentaglia (ovvero folla grande e disordinata soprattutto dedita al vandalismo e alle sommosse ). Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento o per ritorsione a seguito di comportamenti non condivisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di lavoro) o per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte o richieste immorali (sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc.) o illegali.
17 Attenzione al genere e relazioni aziendali L'attività mobbizzante può anche non essere di per sé illecita o dovendosi invece considerare la sommatoria dei singoli episodi che nel loro insieme tendono a produrre il danno nel tempo. Mobbing ambientale Mobbing gerarchico gli abusi sono commessi da superiori gerarchici della vittima sono i colleghi della vittima ad isolarla, a privarla apertamente della ordinaria collaborazione, dell'usuale dialogo e del rispetto
18 Analisi degli infortuni Numero totale di infortuni avvenuti in ciascun anno e denunciati all INAIL
19 Analisi degli infortuni Numero di infortuni mortali avvenuti in ciascun anno e denunciati all INAIL
20 Analisi degli infortuni
21 Analisi degli infortuni
22 Casi mortali per problema di sicurezza CAUSE Analisi degli infortuni
23 Casi mortali per tipo di incidente MODALITA DI ACCADIMENTO Analisi degli infortuni
24 Analisi degli infortuni
25 Valutazione dei rischi Linee guida REGIONALI Procedure per la compilazione del DVR: 1.una preliminare e, per quanto possibile, approfondita ricognizione dei rischi lavorativi; 2.le indicazioni per lo svolgimento uniforme delle tre fasi operative, che costituiscono il processo di valutazione del rischio; 3.una scheda di riepilogo delle fasi operative del processo di valutazione del rischio; 4.ricognizione dei rischi presenti nelle strutture; 5.gli schemi delle schede di rilevazione. In particolare: a) una scheda riepilogativa dei dati di identificazione della azienda, della struttura in esame b) una scheda relativa la programma di intervento conseguente ai risultati della valutazione dei Rischi c) una scheda riepilogativa dei dati della rilevazione dei Rischi da associare ad ogni ambiente di lavoro in cui riportare i risultati delle varie fasi operative della rilevazione e valutazione dei Rischi.
26 Le 3 fasi operative Valutazione dei rischi Linee guida REGIONALI I fase: identificazione delle sorgenti di rischio Breve ma accurata descrizione del ciclo lavorativo che viene condotto nell ambiente di lavoro preso in esame. Dovranno essere riportate: 1.la finalità della lavorazione o dell operazione, processo tecnologico (macchine e impianti, sostanze impiegate e/o prodotte); 2.operazioni di pulizia, manutenzione, trattamento e smaltimento rifiuti; 3.destinazione dell ambiente di lavoro (reparto di lavoro, laboratorio, studio, etc.); 4.caratteristiche strutturali dell ambiente di lavoro; 5.il numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o operazioni svolte in quell ambiente di lavoro; 6.le informazioni provenienti dalla sorveglianza sanitaria; 7.la presenza di movimentazione manuale dei carichi.
27 Le 3 fasi operative Valutazione dei rischi Linee guida REGIONALI II fase: individuazione dei rischi di esposizione Deve portare a definire se la presenza di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella fase precedente, possa comportare nello svolgimento della specifica attività un reale rischio di esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale addetto. Al riguardo si dovranno esaminare: 1.le modalità operative seguite nell espletamento dell attività (es. manuale, automatica, strumentale) ovvero dell operazione (a ciclo chiuso, in modo segregato o comunque protetto); 2.l entità delle lavorazioni in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di materiali utilizzati nell arco della giornata lavorativa;
28 Le 3 fasi operative Valutazione dei rischi Linee guida REGIONALI II fase: individuazione dei rischi di esposizione 3.l organizzazione dell attività: tempi di permanenza nell ambiente di lavoro; contemporanea presenza di altre lavorazioni; 4.la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione - protezione, previste per lo svolgimento delle lavorazioni. Vanno individuati i potenziali rischi residui che permangono tenuto conto delle modalità operative seguite, delle caratteristiche dell esposizione, delle protezioni e misure di sicurezza esistenti (schermatura, segregazione, protezioni intrinseche, cappe di aspirazione, ventilazione, isolamento, segnaletica di pericolo) nonché dagli ulteriori interventi di protezione.
29 Le 3 fasi operative Valutazione dei rischi Linee guida REGIONALI III fase: stima dei rischi da esposizione La stima del Rischio di esposizione ai fattori di pericolo residui ovvero ai rischi che permangono dall esame delle fasi precedenti (Fase I, Fase II) può essere eseguita attraverso: 1.una verifica del rispetto dell applicazione delle norme di sicurezza alle macchine durante il loro funzionamento; 2.una verifica dell accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad esame oggettivo della entità dei Rischi e della durata delle lavorazioni, delle modalità operative svolte e di tutti i fattori che influenzano le modalità e l entità dell esposizione, in analogia con i dati di condizioni di esposizione similari riscontrati nello stesso settore operativo, in considerazione di consolidate esperienze.
30 Le 3 fasi operative Valutazione dei rischi Linee guida REGIONALI III fase: stima dei rischi da esposizione 3.una verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene anche mediante acquisizione di documentazioni e certificazioni esistenti agli atti dell azienda; 4.una vera e propria "misura" dei parametri di rischio (Fattori Ambientali di Rischio) che porti ad una loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione attraverso il confronto con indici di riferimento Al termine di questa III FASE di STIMA del rischio di esposizione, sulla base dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del PROGRAMMA DI PREVENZIONE INTEGRATA (Tecnica - Organizzativa Procedurale) tali da non comportare rischi per la salute della popolazione o il deterioramento dell ambiente esterno.
31 Valutazione dei rischi Linee guida CEE
32 Valutazione soggettiva! Responsabilità! Valutazione dei rischi Linee guida CEE Diminuisce P prevenzione Diminuisce D protezione
33 Valutazione dei rischi Check list Si compila, a seconda del settore cui appartiene l attività lavorativa o l unità produttiva, una tabella dei vari rischi presenti esempio scuola
34 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
35 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Oggetto della valutazione dei rischi La valutazione di cui all articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.
36 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Criteri Criteri procedurali adottati per la valutazione dei rischi 1.consultazioni dei lavoratori, preposti, dirigenti,ecc. ; 2.identificazione dei pericoli presenti per ogni ambiente di lavoro; 3.individuazione dei lavoratori esposti e stima dell esposizione; 4.criteri di pesatura dei rischi.
37 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Contenuti Il DVR, redatto a conclusione della valutazione, deve essere munito di data certa o attestata dalla sottoscrizione del documento medesimo da parte del datore di lavoro nonché, ai soli fini della prova della data, dalla sottoscrizione del RSPP, del RLS o del RLST e del medico competente, ove nominato e contenere: a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa (semplicità, brevità e comprensibilità); b) l indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati; c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
38 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Contenuti d) l individuazione delle procedure per l attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; e) l indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio; f) l individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.
39 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Contenuti Documentazione da allegare: 1) Programma di formazione ed informazione (Allegare eventuali corsi di formazione in materia di igiene e sicurezza sul lavoro eventualmente frequentati) 2) Piano per la valutazione periodica del processo di valutazione 3) Piano di emergenza antincendio/evacuazione 4) Documentazione attestante l avvenuta consultazione di: - Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (ove già designato o eletto); - Medico Competente (ove previsto) 5) Planimetria di tutti i locali ed ambienti oggetto della valutazione completa di lay-out 6) Relazione sul numero di malattie professionali ed infortuni occorsi in azienda negli ultimi tre anni, suddivisi per gravità
40 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Indicazioni sull articolazione Prima scheda: riguarda l identificazione dell azienda o della unità produttiva, con particolare riferimento alla quantificazione degli ambienti di lavoro ed alla descrizione dell intervento realizzato e dei criteri seguiti nel processo di Valutazione dei Rischi. Seconda scheda: riporta la valutazione di Rischi residui dedotti o misurati, ed il conseguente PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTI PREVENZIONISTICI (misure di sicurezza e protezione da porre in atto, azioni di formazione e informazione da realizzare, un piano per la revisione periodica del processo di valutazione del rischio in relazione alla variazione dei cicli lavorativi o dell azione di controllo).
41 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Rischio Rischi lavorativi Rischi per la sicurezza 1) Strutture 2) Macchine 3) Impianti Elettrici 4) Sostanze pericolose 5) Incendio/esplosioni Rischi per la salute 1) Agenti Chimici 2) Agenti Fisici 3) Agenti Biologici Rischi trasversali 1) Organizzazione del lavoro 2) Fattori psicologici 3) Fattori ergonomici 4) Condizioni di lavoro difficili
42 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 1) Rischi da carenze strutturali dell ambiente di lavoro: Altezza dell ambiente Superficie dell ambiente Volume dell ambiente Illuminazione (normale e in emergenza) Pavimenti (lisci o sconnessi) Pareti (semplici o attrezzate: scaffalatura, apparecchiatura) Solai (tenuta) Soppalchi (destinazione, praticabilità, tenuta, portata) Botole (visibili e con chiusura a sicurezza) Uscite (in numero sufficiente in funzione del personale) Porte (in numero sufficiente in funzione del personale) Locali sotterranei (dimensioni, ricambi d aria) Rischi per la sicurezza 2) Rischi da carenze di sicurezza su Macchine e Apparecchiature: Protezione degli organi di avviamento Protezione degli organi di trasmissione Protezione degli organi di lavoro Protezione degli organi di comando Macchine con marchio CE. Riferimento Direttiva Macchine (89/392 CEE) Macchine prive di marchio CE. Riferimento al D.P.R. 547/55 Protezione nell uso di apparecchi di sollevamento Protezione nell uso di ascensori e montacarichi Protezione nell uso di apparecchi a pressione (bombole e circuiti) Protezione nell accesso a vasche, serbatoi, piscine e simili.
43 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 3) Rischi da carenza di Sicurezza Elettrica connessa a: Idoneità del progetto Idoneità d uso Impianti a sicurezza intrinseca in atmosfere a rischio di incendio e/o esplosione Impianti speciali a caratteristiche di ridondanza Rischi per la sicurezza 4) Rischi da manipolazione di Sostanze pericolose: Sostanze infiammabili Sostanze corrosive Sostanze comburenti Sostanze esplosive 5) Rischi da Incendio e/o Esplosione per: Presenza di materiali infiammabili d uso Presenza di depositi di materiali infiammabili (caratteristiche strutturali di ventilazione e di ricambi d aria) Carenza di sistemi antincendio Carenza di segnaletica di sicurezza
44 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 1) Agenti Chimici Rischi di esposizione connessi con l impiego di sostanze chimiche, tossiche o nocive in relazione a: ingestione; contatto cutaneo; inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto forma di: - polveri; - fumi; - nebbie; - gas; - vapori; Rischi per la salute 2) Agenti Biologici Rischi connessi con l esposizione (ingestione, contatto cutaneo, inalazione) a organismi e microrganismi patogeni o non, colture cellulari, endoparassiti umani, presenti nell ambiente a seguito di emissione e/o trattamento e manipolazione: emissione involontaria (impianto condizionamento, emissioni di polveri organiche, etc.); emissione incontrollata (impianti di depurazione delle acque, manipolazione di materiali infetti in ambiente ospedaliero, impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti ospedalieri, etc.); trattamento o manipolazione volontaria, a seguito di impiego per ricerca sperimentale in vitro o in vivo o in sede di vera e propria attività produttiva (biotecnologie).
45 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 3) Agenti Fisici Rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l organismo umano: rumore: presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo operativo e di funzionamento con propagazione dell energia sonora nell ambiente di lavoro vibrazioni: presenza di apparecchiatura e strumenti vibranti con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta ultrasuoni (Freq. >10 Khz; P > 300 Watt) radiazioni non ionizzanti: presenza di apparecchiature che impiegano radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, etc. - Sorgenti di Radio frequenze - Sorgenti di Microonde - Radiazioni Infrarosse - Radiazioni Ottica (visibile) - Radiazioni Ultraviolette - Luce Laser (visibile e ultravioletto) Rischi per la salute microclima: carenze nella climatizzazione dell ambiente per quanto attiene alla: - Temperatura - Umidità relativa - Ventilazione - Calore radiante - Condizionamento illuminazione: carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro (in relazione alla tipologia della lavorazione fine, finissima, etc.). Non osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di videoterminali. Presenza di videoterminali: - Posizionamento - Illuminotecnica - Postura - Microclima
46 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 1) Organizzazione del lavoro: processi di lavoro usuranti: per es. lavori in continuo, sistemi di turni, lavoro notturno; pianificazione degli aspetti attinenti alla sicurezza e la salute: programmi di controllo e monitoraggio; manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza; procedure adeguate per far fronte agli incidenti e a situazioni di emergenza; movimentazione manuale dei carichi; lavoro ai VDT (es. DATA ENTRY). Rischi trasversali 2) Fattori psicologici: Intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro; carenze di contributo al processo decisionale e situazioni di conflittualità; complessità delle mansioni e carenza di controllo; reattività anomala a condizioni di emergenza.
47 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 3) Fattori ergonomici: sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni; conoscenze e capacità del personale; norme di comportamento; soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette in condizioni variabili. Rischi trasversali 4) Condizioni di lavoro difficili: lavoro con animali; lavoro in atmosfere a pressione superiore o inferiore al normale; condizioni climatiche esasperate; lavoro in acqua: in superficie (es. piattaforme) e in immersione; conseguenze di variazioni ragionevolmente prevedibili dalle procedure di lavoro in condizioni di sicurezza; ergonomia delle attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro; carenza di motivazione alle esigenze di sicurezza.
48 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Rischio Chimico a) Interventi di protezione dell ambiente - cappe aspiranti; - ventilazione amb. (R/h); - aspirazioni localizzate; - lavorazioni a ciclo chiuso; - automazione Robot; - sistemi di allarme; - corretto impiego di sistemi di produzione. Misure di prevenzione c) Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro - divieto di fumare; - operazioni lontano da fiamme, da sorgenti di calore, da scintille; - formazione informazione; b) Interventi di protezione personale - etichettatura; - guanti; - scheda di sicurezza; - maschere; - segnaletica di sicurezza; - cappe di aspirazione; - servizi di sicurezza (docce - corretto impiego delle apparecchiature e di emergenza, lavaocchi, strumentazioni di laboratorio; note di intervento di primo - propipette; soccorso per le sostanze - pipettatrici automatiche; adoperate). - materiali a perdere; - disponibilità di recipienti per deposito provvisorio dei rifiuti;
49 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Rischio Fisico a) Interventi di protezione dell ambiente - controllo del microclima; - corretto funzionamento del sistema di condizionamento; - corretto funzionamento del sistema di insonorizzazione; - schermatura macchine; - controllo condizioni di emissione; - corretto funzionamento dell avvisatore di miscele infiammabili (se necessario); - corretto funzionamento dell impianto antincendio. Misure di prevenzione b) Interventi di protezione personale protettivi; - occhiali; - schermi - maschere per polveri; - cuffie insonorizzanti; - guanti; - caschi.
50 Rischio Biologico DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI a) Interventi di protezione dell ambiente - controllo dell accesso; - test periodici per verificare la corretta funzionalità delle aree di contenimento; - disinfezione (es. UV, ossido di etilene, formaldeide ecc.); - disinfestazione; - corretto funzionamento del sistema di filtrazione dell aria; - corretto impiego dei sistemi di produzione. Misure di prevenzione b) Interventi di protezione personale - maschere ed autorespiratori (se il contenimento da attuare lo richiede); - guanti; - cabine; - indumenti monouso; - cappe a flusso laminare; - docce e altri sistemi di lavaggio e disinfezione; - corretto impiego delle apparecchiature e strumentazioni di laboratorio; - propipette; - pipettatrici automatiche. c) Misure di sicurezza - organizzazione del lavoro; - segnaletica di sicurezza; - formazione-informazione; - ambienti in depressione; - aria filtrata su filtri ad alta efficienza di decontaminazione e ricambio; - sterilizzazione delle gabbie nel caso di sperimentazione in vivo ; - trattamento dei reflui e dei rifiuti.
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