Recensione LA MENTE SOCIALE

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1 Recensione LA MENTE SOCIALE Laterza, Roma-Bari, 2005 Massimo Marraffa e Cristina Meini Poco più di due anni fa veniva pubblicato per i tipi di Laterza La mente sociale di Massimo Marraffa e Cristina Meini. Il libro analizza e accetta una variante moderatamente massiva della teoria modulare della mente, e la assume per spiegare la comunicazione umana. L opera è divisa in due parti: la prima, di carattere introduttivo, presenta i concetti chiave del funzionalismo, spiegando inoltre la tesi della modularità della mente e proponendone un interpretazione liberalizzata. La seconda presenta risultati sperimentali favorevoli all ipotesi che la capacità di interpretare il comportamento di un agente in termini di stati mentali sia resa possibile da uno specifico modulo cognitivo. In essa si analizzano i rapporti tra tale modulo della psicologia ingenua e un altro modulo, deputato alla comprensione del linguaggio, in base al quale è possibile rileggere in chiave cognitiva gli studi di pragmatica della comunicazione iniziati da Grice. Scendendo a un maggior dettaglio, il primo capitolo presenta l approccio alla mente del funzionalismo computazionale: la mente è l insieme dei processi di elaborazione dell informazione, intermedi tra la stimolazione percettiva e la risposta motoria, identificabili con le computazioni di una macchina di Turing. La tesi modularista dell architettura cognitiva aggiunge a questa visione l'idea che tali processi siano organizzati in sottosistemi funzionalmente distinti. La complessità delle funzioni cognitive superiori può allora essere ricondotta all interazione di processi semplici che manipolano simboli di natura puramente sintattica. Il secondo capitolo è dedicato a un analisi della nozione di modulo. Partendo dalle sue ricerche di linguistica generativa, Chomsky identifica i moduli con la conoscenza teorica specifica di un determinato dominio da essi implementata (moduli epistemici). Secondo Fodor i moduli presentano invece anche delle caratteristiche computazionali precise, tra le quali l accessibilità limitata (i sistemi cognitivi centrali possono accedere solo alle 199

2 Humana.Mente, numero 5, Aprile 2008 rappresentazioni in uscita, non a quelle intermedie), e l incapsulamento informativo (le operazioni di un modulo si avvalgono unicamente di informazioni altamente specifiche contenute al suo interno). Essi sono inoltre selezionati geneticamente e localizzati in circuiti neurali determinati. Tale fatto li rende danneggiabili in modo selettivo, e quindi studiabili attraverso un analisi del decadimento delle funzioni cognitive in seguito a lesioni cerebrali. Gli studi di neuropsicologia non adottano tuttavia la concezione fodoriana dei moduli, rifiutandone in particolare l incapsulamento informativo. Gli autori tentano quindi di rivedere tale nozione, per mostrare come i risultati della neuropsicologia possano integrarsi in una versione liberalizzata della teoria modulare. Nel terzo capitolo vengono analizzate diverse varianti della tesi della natura modulare della mente. Sulla base di una visione olistica della cognizione centrale, Fodor restringe la modularità ai sistemi percettivi e motori, riducendo così la psicologia computazionale a una parte della più ampia psicologia cognitiva. Altri autori (Sperber 1994, Pinker 1997) estendono invece la modularità anche alla cognizione centrale. Secondo un ipotesi biologico-evoluzionista, i moduli che compongono la mente si sarebbero sviluppati nel corso dell evoluzione per risolvere problemi differenti che si ponevano ai nostri antenati del Pleistocene. La cognizione centrale può quindi essere vista come il risultato dell integrazione di moduli diversi. Se fossero completamente incapsulati, tale integrazione non sarebbe possibile: Marraffa e Meini si pongono così il problema di come la tesi dell incapsulamento informativo possa essere allentata. Introducono per questo la teoria della pertinenza di Sperber e Wilson (1986/1995). In base a tale teoria, la mente è costantemente alla ricerca di nuove informazioni sull ambiente. Dal momento che la loro elaborazione richiede risorse cognitive, i processi di pensiero si affidano normalmente a euristiche sommarie, veloci e poco dispendiose. I sistemi sono quindi incapsulati nel senso che il costo elevato da pagare per l acquisizione alcune informazioni le esclude di fatto dal processo di pensiero, nonostante, in linea di principio, esse siano comunque accessibili. La limitatezza delle risorse cognitive costringe quindi il pensiero alla creatività, caratteristica esclusa dalla caratterizzazione fodoriana dei moduli. Il quarto capitolo passa quindi ad analizzare la capacità cognitiva di attribuire stati mentali ad altri agenti. Una serie di risultati interessanti in particolare il gruppo dei cosiddetti test della falsa credenza (Baron-Cohen, Leslie, Frith 1985) - fa ritenere a molti studiosi che tale capacità sia frutto del funzionamento di un modulo mentale, accrescitivo delle conoscenze teoriche che, nel complesso, definiscono la psicologia del senso comune 200

3 Marraffa, Meini La mente sociale (ipotesi innatista della teoria della mente). Le ipotesi sulla specifica struttura e funzionamento di tale modulo sono diverse, e gli autori dedicano numerose pagine a una loro rassegna e valutazione; al di là delle differenze tecniche, essi ritengono che i risultati sperimentali costituiscano un evidenza importante a favore della teoria della teoria. Il quinto capitolo sottolinea infine il valore della facoltà metapsicologica per altre due abilità cognitive: la comunicazione e l acquisizione del linguaggio. Riguardo alla prima, Marraffa e Meini sostengono l interesse di una lettura psicologizzante della pragmatica griceana, e presentano la proposta di Sperber e Wilson. Tali autori vedono nella comprensione del significato il risultato del lavoro di un modulo cognitivo apposito, che opererebbe massimizzando il rapporto tra sforzo cognitivo e informazioni utili attese dalla comprensione di un enunciato. Viene altresì sostenuto che tale modulo è sempre attivo e utilizza informazioni che vengono elaborate dal modulo della teoria della mente. Il dibattito sull esistenza del modulo della comunicazione è comunque aperto, e Marraffa e Meini analizzano come i bambini apprendano le parole per portare argomenti a favore. Molti (per esempio Bloom, 2000) sostengono al riguardo l impossibilità di risolvere la conoscenza delle parole nella semplice associazione tra la percezione dell oggetto e l ascolto del nome corrispondente. Numerose evidenze sperimentali provano invece che la fissazione del significato dei nomi si appoggia sul riconoscimento dell oggetto d attenzione dell adulto, attraverso la condivisione del suo sguardo. La capacità di interagire con l altro in quanto individuo psicologicamente connotato sembra quindi imprescindibile per il corretto apprendimento del linguaggio; questo depone a favore della connessione tra capacità metapsicologiche e linguistiche, sebbene non costituisca una prova definitiva dell esistenza del modulo della comunicazione. In conclusione gli autori sostengono che la loro analisi della modularità permette di difendere una nozione di modulo non vacua 1 anche a livello della cognizione centrale; a conferma di questa ipotesi ricordano gli studi che hanno mostrato che anche a livello concettuale esistono meccanismi specializzati, che godono delle proprietà caratteristiche dei moduli 2, tra i quali il modulo della psicologia ingenua. Una valutazione dell opera impone tuttavia di domandarsi fino a che punto la loro argomentazione sia stringente. A tal riguardo noto lo scarso valore che è stato dato nel libro a proposte contrarie alla teoria della teoria, come l ipotesi simulazionista (Gordon 1986, Goldman 1989). La citazione di risultati sperimentali è accompagnata, tra l altro, da interpretazioni fuorvianti: è il caso 1 Pag Ibid. 201

4 Humana.Mente, numero 5, Aprile 2008 dell esperimento della fotografia datata 3, che viene utilizzato come prova parziale dell esistenza di una capacità di comprendere le rappresentazioni pubbliche indipendente dalla capacità di comprendere rappresentazioni private (come le credenze). Il risultato è valido, ma ben poco significativo senza la presenza di un risultato opposto, basato su un campione di soggetti capaci di comprendere rappresentazioni private, ma non rappresentazioni di tipo pubblico. In secondo luogo, la spiegazione evoluzionista della selezione del modulo della teoria della mente può essere accattivante, ma non deve essere sopravvalutata. I vantaggi evolutivi di una determinata abilità cognitiva non hanno valore probatorio: sono delle ipotesi che poggiano su una ricostruzione mitica della vita dei nostri antenati e come tali andrebbero considerate. Inoltre che valore ha sostenere la natura modulare della psicologia ingenua data una definizione estremamente generale della modularità? La definizione fodoriana faceva della natura sintattica dei dati uno dei suoi punti di forza; parlare di un modulo della psicologia ingenua che acquisisce dati in forma semantica richiede invece di mostrare in che modo l informazione sensoriale può acquisire tale formato. Questa domanda rimane inevasa nel testo. Il libro non porta quindi giustificazioni sufficienti ad avvalorare l esistenza di un modulo della mente. Il problema dell esistenza di un modulo corrispondente a una capacità cognitiva è ancora più grande nei confronti del modulo della comunicazione. Nell introduzione viene affermato che le inferenze pragmatiche sono il prodotto di un modulo [ ] su cui poggia la più generale capacità di fare psicologia ingenua 4. Poche prove vengono date tuttavia a sostegno della tesi e, se nelle conclusioni gli autori si augurano di aver reso l idea di quanto l area di ricerca di cui ci stiamo occupando sia promettente 5, questo è diverso dall aver mostrato evidenze significative, che non emergono dalla letteratura sperimentale. Il libro costituisce quindi una introduzione alle teorie della modularità della mente e all ipotesi della natura teorica della psicologia ingenua. Allo stesso modo delle teorie di cui si fa sostenitore, tuttavia, non riesce a fugare i dubbi di quanti non sono disposti ad abbracciarle senza prima averle vagliate attentamente. 3 Pag Pag. VI. 5 Pag Marco Fenici 202

5 Marraffa, Meini La mente sociale Bibliografia 1. Baron-Cohen, Leslie, Frith (1985) Does the autistic child have a Theory of mind?, Cognition, 21, Bloom (2000) How children learn the meaning of words, MIT, Cambridge, MA. 3. Goldman (1989) Interpretation psychologized, Mind & Language, 4, pp Gordon (1986) Folk psychology as simulation, Mind & Language 1, pp Pinker (1997) How the mind works, Norton, New York. 6. Sperber (1994) The modularity of thought and the epidemiology of representations, in Hirschfeld e Gelman (a cura di) Mapping the mind, Cambridge University Press, Cambridge. 7. Sperber e Wilson (1986/1995) Relevance: communication and cognition, Blackwell, Oxford., trad.it. della I ed (1993), La pertinenza, Anabasi, Milano. Indice Premessa Parte prima L'architettura della mente 1. La mente computazionale 1.La psicologia computazionale 1.1 L'argomento della povertà dello stimolo -1.2 Turing e il funzionalismo computazionale La teoria della visione di Marr 2.La spiegazione psicologica e la struttura della mente 2.1 L'euristica della scomposizione e della localizzazione Il funzionalismo "homuncolare" 2. La mente modulare 1.La modularità epistemica 1.1 La modularità epistemica nella linguistica generativa La modularità epistemica in psicologia dello sviluppo La fisica ingenua La matematica ingenua 2.La modularità fodoriana 2.1 L'impenetrabilità cognitiva delle illusioni percettive -2.2 La geometria ingenua -2.3 Ambiguità sintattiche Riconoscimento lessicale Altre proprietà dei moduli fodoriani 203

6 Humana.Mente, numero 5, Aprile Oltre la modularità: la proposta di Karmiloff-Smith 4.La modularità in neuropsicologia 4.1 Un esempio di dissociazione doppia: prosopoagnosici e Capgras Modularità neuropsicologica e modularità fodoriana 3. La modularità massiva 1. La mente non modulare 1.1 Fine di una scienza del pensiero? 2. L'ipotesi della modularità massiva 2.1 Pensiero quotidiano e pensiero scientifico: un'equivalenza fondata? L'argomento biologico-evoluzionistico La psicologia evoluzionistica 2.3 L'argomento della trattabilità computazionale Evoluzione senza demodularizzazione 3. Le proprietà dei moduli centrali 4. Come ricomporre un quadro frammentato Parte seconda Psicologia ingenua, interpretazione pragmatica e acquisizione del lessico 4. La psicologia ingenua 1. Natura e ontogenesi della psicologia ingenua: due scoperte 2. Natura e ontogenesi della psicologia ingenua: la teoria della teoria 2.1 La teoria della teoria costruttivista e aspecifica La teoria della teoria modularistica 3. ToMM in un'architettura modulare moderatamente massiva 4. ToMM come modulo non parametrizzato 5. Il meccanismo di monitoraggio 6. Psicologia ingenua e intelligenza machiavellica 5. Interpretazione pragmatica e acquisizione del lessico 1. Il modello del codice 2. Dal modello del codice al modello inferenziale: la pragmatica griceana 3. La teoria della pertinenza 3.1 Pertinenza e cognizione: il principio cognitivo di pertinenza Come calcolare costi e benefici Pertinenza e comunicazione: il principio comunicativo di pertinenza La procedura di comprensione guidata dalla pertinenza Implicature ed esplicature La teoria della pertinenza e il problema della selezione 204

7 Marraffa, Meini La mente sociale 4. L'interpretazione pragmatica come processo generale per dominio 5. L'interpretazione pragmatica come processo generale per dominio 6. La psicologia ingenua nell'acquisizione del lessico 6.1 Associazioni Lessico e psicologia ingenua Psicologia ingenua o analisi geometrica dello sguardo? Una visione d'insieme Bibliografia 205

8 Humana.Mente, numero 5, Aprile

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