SIFIN S.r.l. Sede in Bologna Via F.lli Cairoli, 9 Capitale Sociale Euro = Versati per Euro
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1 SIFIN S.r.l. Sede in Bologna Via F.lli Cairoli, 9 Capitale Sociale Euro = Versati per Euro Iscritta al registro delle imprese di Bologna al n R.E.A. n C.F P.I Iscritta nell Elenco Generale degli Intermediari Finanziari (Art. 106 T.U.B.) al n Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
2 Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
3 INDICE CARICHE SOCIALI E DIREZIONE GENERALE... 4 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI... 5 SCHEMI DI BILANCIO NOTA INTEGRATIVA RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE RELAZIONE DELLA SOCIETA DI REVISIONE Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
4 CARICHE SOCIALI E DIREZIONE GENERALE CARICHE SOCIALI E DIREZIONE GENERALE CONSIGLIO D AMMINISTRAZIONE Andrea Agazzi Presidente Andrea Conti Consiglieri Giulia Guandalini COLLEGIO SINDACALE Giovanni Trombetta Presidente Marco Rizzi Sindaci Effettivi Daniela Stefani Nicola Gualandi Sindaci Supplenti Marcello Tarabusi DIREZIONE GENERALE Andrea Agazzi Direttore Generale SOCIETA DI REVISIONE PricewaterhouseCoopers S.p.A. 4 Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
5 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI Signori Soci, il bilancio d'esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 riporta un utile ante imposte di 177 mila Euro (una perdita di 172 mila Euro nel 2011), dopo che la Società ha operato accantonamenti netti al fondo rischi su crediti per 407 mila Euro. La scelta, operata a partire dal secondo semestre, di adeguare al mercato il pricing praticato alla clientela core unita al proseguimento dell azione di diversificazione della clientela (non solo farmacie ma fornitori della sanità, aziende manifatturiere,...) ed all esordio sul mercato Non performing Loans ( NPL ) ha consentito a Sifin di esprimere un margine di intermediazione di mila Euro, in crescita del 43,2% rispetto al 2011 seppur in presenza di un turnover in diminuzione a causa soprattutto dell arresto dell attività di acquisto e ricessione a terzi di crediti. In relazione a quest ultima attività ed in particolare ai dettagli dell operazione intercorsa tra la BCC Inzago, Sifin S.r.l. e Sifin Factor S.r.l. e al risultato della cessione del portafoglio degli NPL da Sifin S.r.l. a Sifin Factor S.r.l., si rimanda alla Nota Integrativa. Il miglioramento di marginalità ha alimentato, in presenza di una struttura di costi sostanzialmente stabile, maggiori accantonamenti al fondo rischi su crediti, dettati più dal deterioramento del quadro macroeconomico generale che dall andamento reale dei crediti in portafoglio. Dal punto di vista della struttura patrimoniale a fronte della stabilità degli impieghi, rappresentati da crediti verso la clientela per operazioni di factoring e finanziamento, si evidenzia una diminuzione del debito bancario per mila Euro (da 49,1 milioni di Euro del 31 dicembre 2011 ai 42,5 milioni di Euro del 2012) ed una crescita di pari importo dei debiti verso la clientela stessa, a testimonianza del fatto che le anticipazioni dei crediti acquistati non avvengono più al 100% come in passato. I mezzi propri, rappresentati oltre che dal patrimonio netto, dal finanziamento Soci e dal fondo rischi su crediti ammontano a mila Euro, in crescita rispetto ai mila Euro del 2011 e pari al 17,42% dei crediti verso la clientela. Il moderato ricorso alla leva finanziaria, rappresentato da un rapporto tra il debito bancario netto ed i mezzi propri pari a 3,91, è senz altro una buon viatico per il futuro quando, con ogni speranza, il Sistema Creditizio tornerà ad erogare nuove linee di credito in quantità meno risicata. Il 2012 è stato per il nostro paese il terzo anno consecutivo di pesante crisi economica che ormai ha coinvolto tutte le componenti della società italiana, dalle famiglie alle imprese e che quindi non ha risparmiato nemmeno la clientela caratteristica di Sifin, cioè gli operatori sanitari privati, che pur per anni erano stati tra i più solidi e redditualmente performanti. Indagare le ragioni della crisi non è compito di questa relazione così come elencare i molteplici indicatori che hanno univocamente indicato lo stato recessivo del nostro sistema, dalla decrescita del PIL e dei consumi di ogni classe di beni all incremento della disoccupazione e del ricorso agli ammortizzatori sociali. Lasciando quindi alle parole del Governatore della Banca d Italia che richiameremo nel prosieguo di questa relazione le considerazioni macroeconomiche di maggior ed alto respiro, è utile porre in evidenza almeno due fenomeni che hanno condizionato l operatività aziendale. Il primo è che il maggior rendimento richiesto dal mercato ai nostri titoli del debito pubblico riflette un rating degli stessi in continuo peggioramento sin dal 1998, quando Standard & Poors tagliò la tripla A, ma oggi pericolosamente vicino alla soglia inferiore dell investment grade (il rating S&P del debito long term in Euro è dal 13 gennaio 2012 a BBB+ con outlook negativo) e quindi implica per le banche italiane, detentrici di grandi stock di questi titoli, un sempre crescente assorbimento di patrimonio e la conseguente maggior difficoltà a erogare credito ed a condurre una politica di investimenti. Non solo: la continua emissione di titoli a reddito fisso con rendimenti elevati deprime i valori dei titoli che le Banche hanno già in portafoglio appesantendo ulteriormente il loro conto economico. L effetto complessivo è quindi quello di un razionamento del credito al settore privato e un incremento della sua onerosità in termini di spread sui tassi di riferimento, come la tabella seguente evidenzia: Bilancio d esercizio al 31 dicembre
6 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI 2012 I trim II trim III trim IV trim Tasso * 5,68 5,81 6,44 6,19 Euribor 3m ** 1,26 0,78 0,51 0,22 Spread 4,42 5,03 5,93 5,97 * TEGM rilevazione Banca d Italia factoring ** Euribor 3m 365 medio trimestrale Il secondo è che un rendimento molto elevato dei titoli di Stato italiani rispetto ad altri titoli europei rende sempre meno appetibili per gli investitori altre asset class, come quella dei crediti sanitari, che per anni avevano goduto di un mercato molto prospero. In altre parole i rendimenti espressi dai titoli di Stato rendono impossibile acquistare i crediti che farmacie ed altri operatori privati vantano verso le ASL se non con sconti talmente elevati da impattare fortemente sui conti dei cedenti. Il primo fenomeno ha avuto, in termini operativi, per Sifin S.r.l. una duplice valenza. Da un lato la Società nel 2012 non è riuscita ad ampliare il numero degli Istituti finanziatori ed anzi ha sofferto le difficoltà di alcune controparti come MPS, cui la Società ricedeva i crediti sanitari e che dai primi mesi del 2012 non è stata più in grado di operare come in precedenza. Solo alla fine dell esercizio l istituto senese ha nuovamente deliberato una linea di credito per l acquisto di crediti ASL ma ciò è avvenuto al termine di un processo lungo e faticoso e con difficoltà operative ad oggi non ancora completamente superate. Dall altro la stretta creditizia sofferta dalla maggioranza degli operatori economici (in alcuni mesi del 2012 lo stock di finanziamenti concessi dalle banche alla clientela privata è diminuito anche di oltre il 5%) ha portato a Sifin il forte interesse di nuovi potenziali clienti tra aziende non del settore sanitario che pur virtuose stentano a reperire fonti di finanziamento per il circolante. In termini invece strategici il forte assorbimento patrimoniale richiesto a tutto il Sistema creditizio non ha solo limitato le possibilità delle aziende di credito di effettuare acquisizioni ma ha anche alzato il prezzo in termini di impegno patrimoniale che tali investimenti avrebbero comportato. Per questa ragione, se si eccettuano quelle dettate dalla mera esigenza di sopravvivere del soggetto acquisito e quindi effettuate a valori vili, il 2012 è stato povero di operazioni di M&A: da un lato la capacità di spesa anche dei soggetti più forti è stata continuamente erosa, dall altro il depauperarsi del rating degli attivi delle società target ha innalzato il livello di patrimonio richiesto. Per Sifin questo ha significato un sostanziale arresto delle attività volte a coinvolgere nella compagine sociale un partner industriale e quindi un focalizzarsi con rinnovato e più forte impegno alla creazione di valore per i Soci attraverso direttrici di crescita interne. Il secondo fenomeno ha comportato, invece, per Sifin S.r.l. la necessità di ripensare il proprio atteggiamento in particolare verso la clientela storica di farmacisti. Concretamente l esercizio è stato caratterizzato da una crescente disarmonia tra il valore che la clientela, sia per ragioni storiche che per un gap percettivo, assegnava ai propri crediti verso il SSN e quello che il mercato del credito, anche per i condizionamenti esposti poc anzi, riconosceva effettivamente. E stato quindi arduo spiegare alla clientela che un operatività fatta di spread molto contenuti e percentuali di anticipazione dei crediti ceduti pari al 100% non trovava ormai riscontro presso il mercato. Alcuni Istituti bancari a carattere locale, poi, hanno almeno nella prima parte dell esercizio contribuito ad alimentare questa distorsione comperando dalle farmacie crediti verso il SSN con tassi incoerenti con i rendimenti offerti dal mercato degli stessi Titoli di Stato, salvo poi ingranare violentemente la retromarcia. Ancora con riferimento ad elementi del quadro congiunturale che hanno direttamente influenzato l attività di Sifin S.r.l. è necessario ricordare che anche per il 2012 la legge di stabilità ha disposto l impossibilità di svolgere azioni esecutive nei confronti della Pubblica Amministrazione delle Regioni sottoposte a patti di stabilità/piani di rientro. 6 Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
7 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI Il tema della percezione da parte della clientela storica di Sifin S.r.l., in particolare delle farmacie, delle condizioni del mercato finanziario merita senz altro qualche approfondimento e non deve essere confuso con la richiesta, peraltro legittima, di ogni cliente di avere il miglior trattamento possibile. Se da un lato infatti è comprensibile che la clientela non colga i meccanismi per i quali, a parità di merito creditizio, negli ultimi 12 mesi si è assistito al radicale inasprimento degli spread già evidenziato dalla tabella soprastante, invece più grave è la scarsa percezione del progressivo deteriorarsi delle condizioni economiche e patrimoniali del sistema-farmacia cui fanno parte le farmacie, i distributori intermedi e le ASL. In termini operativi quanto descritto ha rappresentato per Sifin la necessità di una sempre crescente attenzione nell acquisizione di nuova clientela, di un applicazione ancor più rigorosa del processo di delibera ed ha accentuato la dinamica di crescita degli spread applicati alla clientela anche se la Società si è mossa con gradualità, penalizzando senz altro la redditività del primo semestre ma mantenendo coerenza con la filosofia aziendale di vicinanza alla propria clientela in un ottica di lungo periodo. La volontà di mantenere le anticipazioni ai farmacisti della Distina Contabile Riepilogativa ( DCR ) ed ai distributori dei crediti verso le farmacie al 100% del valore nominale si è invece riflessa nel maggior sconto praticato nell acquisto di crediti da altre categorie di clienti come le aziende industriali. Le complesse vicende che hanno interessato la farmacia, principale cliente di Sifin sia come cedente di crediti verso le ASL sia come ceduto da parte dei distributori di farmaci hanno accelerato ulteriormente le riflessioni svolte dalla Società in merito alla composizione della propria clientela ed al portafoglio dei propri attivi. Già a partire dal 2010, sulla scorta di considerazioni analoghe svolte sul mercato dei crediti sanitari, Sifin aveva cominciato ad ampliare il proprio interesse anche ad altre tipologie di aziende sulla scorta di una struttura interna sempre più professionale e capace di gestire asset diversi. Nel 2012 la società ha rivolto alla propria attenzione aglinpl, attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell esposizione e che oggi rappresentano un asset class particolarmente rilevante. Tra i NPL Sifin ha rivolto la propria attenzione a quelli espressi dal sistema creditizio, convenzionalmente chiamati sofferenze. Questa scelta è stata dettata sia da caratteristiche proprie del mercato sia dal fatto che il sistema creditizio genera crediti fortemente standardizzati e quindi facilmente acquistabili in blocchi. Dal punto di vista organizzativo il 2012 è stato caratterizzato dalla sostituzione dell ormai ventennale sistema informatico gestionale con un nuovo prodotto sviluppato da una società specializzata in software bancario. Il cambio, dettato anche dall esigenza di generare in sicurezza ed efficienza il crescente corpus di segnalazioni agli organi di Vigilanza, ha toccato la parte più profonda dell azienda mettendo in discussione l intero modus operandi di Sifin e causando quindi più di una difficoltà organizzativa. Per contro un siffatto sforzo ha consentito di migliorare i rapporti con la clientela che oggi possono accedere in tempo reale via web alla loro posizione ed ai loro documenti e consente di guardare con relativa tranquillità agli adempimenti previsti dall evoluzione della normativa. Le funzioni aziendali di vigilanza, già istituite da Sifin S.r.l. nel 2011 Risk Management, Compliance, Internal Auditing, Ufficio Reclami hanno proseguito e migliorato la reportistica di controllo, la definizione dei ruoli e delle criticità aziendali per avvicinarsi a quanto stabilito come attività di controllo dalla Banca d Italia come richiesto dalla stessa al fine di regolamentare il mercato finanziario. La società ha trovato la forza e le energie anche organizzative per compiere con le proprie risorse ed in larga autonomia da consulenti, un processo di ristrutturazione che vedrà il suo compimento nell iscrizione al nuovo albo dell Elenco Generale ex Art. 106 TUB, Sifin S.r.l., da compiersi entro il 2013, come verrà meglio definito dall atteso TUB. In data 26 aprile 2012, a seguito di quanto disposto dall art.36 del decreto Salva Italia con il quale è stato introdotto, con il nome di interlocking, il divieto di assumere o esercitare cariche tra imprese o gruppi di imprese concorrenti operanti nei mercati del credito, assicurativo e finanziario, si sono registrate le dimissioni di un Sindaco e due Amministratori della società. La norma intende definire i limiti di dette cariche in capo ad un unico soggetto al fine di evitare situazioni concorrenziali di realtà diverse. Bilancio d esercizio al 31 dicembre
8 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI Di seguito il Testo dell art: 36 di cui Banca d Italia ha in data 20/04/2012 dettato i criteri di applicazione: Tutela della concorrenza e partecipazioni personali incrociate nei mercati del credito e finanziari 1. E' vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti. 2. Ai fini del divieto di cui al comma 1, si intendono concorrenti le imprese o i gruppi di imprese tra i quali non vi sono rapporti di controllo ai sensi dell'articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287 e che operano nei medesimi mercati del prodotto e geografici. 2-bis. Nell'ipotesi di cui al comma 1, i titolari di cariche incompatibili possono optare nel termine di 90 giorni dalla nomina. Decorso inutilmente tale termine, decadono da entrambe le cariche e la decadenza e' dichiarata dagli organi competenti degli organismi interessati nei trenta giorni successivi alla scadenza del termine o alla conoscenza dell'inosservanza del divieto. In caso di inerzia, la decadenza e' dichiarata dall'autorità di vigilanza di settore competente. 2- ter. In sede di prima applicazione, il termine per esercitare l'opzione di cui al comma 2 bis, primo periodo, e' di 120 giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. In data 27 aprile 2012 la Società ha quindi cambiato la composizione dell Organo Amministrativo e di quello di Controllo senza che ciò abbia provocato alcun mutamento organizzativo. A dicembre 2012, constatato l avvenuto rodaggio del sistema di codici e procedure implementati in ossequio alla legge 231/2003 il Consiglio di Amministrazione di Sifin ha ritenuto opportuno dotare l Azienda di un Organo di Vigilanza (OdV) esterno nella persona del dottor Matteo Esquilini, Dottore Commercialista ed esperto della materia. A valle di tutte le considerazioni svolte fino ad ora è possibile esprimere un giudizio di sintesi. Con il 2012 la Società ha da un lato affrontato il suo quarto esercizio in situazioni congiunturali sfavorevoli e dall altro proseguito in tutti i processi di ristrutturazione patrimoniale e sviluppo organizzativo che trovano i loro fondamenti nelle linee guida varate dal Consiglio di Amministrazione nell estate Le ipotesi di aggregazione con altri soggetti operanti nel settore percorse nell esercizio sono state sempre approfondite quali modalità per la creazione di valore per i Soci e non come funzionali per la continuità dell azienda che, dal canto suo, anche nel 2012 ha continuato a generare cassa ed a riequilibrare il rapporto tra impieghi e fonti bancarie. Una volta verificato che le condizioni del mercato non favorivano un percorso di integrazione, la Società si è focalizzata sul proseguimento di un percorso di sviluppo autonomo, trovando nuove opportunità sul mercato NPL e raccogliendo i primi frutti reddituali del lavoro di selezione degli impieghi compiuto. Anche il lavoro di convergenza ai requisiti richiesti dalla riforma del Titolo V del TUB è continuato con rinnovato impegno ed ora si attende solo l emanazione dei decreti attuativi e della normativa di secondo livello per conoscere con esattezza tempi e modi del passaggio ad intermediario unico vigilato. Il percorso intrapreso ha incontrato il favore della clientela ma anche del sistema dei sovventori: le banche hanno accompagnato senza esitazioni il lavoro di Sifin e sono state poste le basi per un prossimo aumento delle facilitazioni creditizie. I risultati ottenuti consentono quindi agli Amministratori di guardare con ottimismo al futuro della Società seppur nella piena coscienza del fatto che la difficile congiuntura vissuta nel 2012 trascinerà i suoi effetti anche nel prossimo esercizio. 8 Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
9 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI Il quadro congiunturale ed il mercato In merito al quadro congiunturale è ormai consueto per questa relazione riprendere le parole dell intervento del Governatore di Banca d Italia, dott. Ignazio Visco, all annuale congresso a Bergamo ASSIOM FOREX del febbraio 2013: L Italia non si è ancora lasciata alle spalle gli effetti della crisi finanziaria e delle due recessioni che l hanno accompagnata. La nuova flessione dell attività economica, iniziata a metà del 2011, ha annullato il parziale recupero registrato dopo il 2009: il prodotto interno lordo è ridisceso su un livello di circa 7 punti percentuali più basso di quello precedente la crisi; in cinque anni la produzione industriale e gli investimenti fissi lordi sono scesi di quasi un quarto, il numero di occupati di oltre mezzo milione.... L economia italiana attraversa ancora tempi difficili. La lunga crisi finanziaria ha scosso profondamente mercati e istituzioni. Ha messo a dura prova la stessa unione monetaria. Le banche stanno subendo le pesanti conseguenze della doppia recessione e della crisi del debito sovrano. Hanno incontrato gravi difficoltà di raccolta, affrontato necessità di rafforzamento patrimoniale, subito una marcata compressione della redditività. La solidità delle loro condizioni di partenza, merito anche dell azione di vigilanza, ha consentito di sostenere l urto.... La politica monetaria può fare molto, ma non può da sola condurci fuori dalla crisi. I timori degli investitori si sono oggi diradati rispetto ai momenti di maggiore tensione, ma non sono certo scomparsi. Saranno determinanti la qualità delle politiche economiche nazionali, il completamento della riforma della governance economica europea verso una piena unione monetaria, bancaria, di bilancio e, in prospettiva, politica. L Italia non deve abbassare la guardia. L attenzione degli investitori internazionali continua, giustamente, a concentrarsi sulla nostra capacità di preservare l equilibrio dei conti pubblici e di perseguire, con determinazione, l innalzamento del potenziale di sviluppo. Il riemergere periodico di tensioni ci ricorda la fragilità della situazione. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi resta al di sopra dei valori coerenti con le condizioni di fondo della nostra economia. La sua ulteriore riduzione potrà facilitare la raccolta delle banche e la ripresa dell erogazione del credito all economia a condizioni più vantaggiose. Va perseguito con ancora maggiore decisione il ritorno a una crescita bilanciata e sostenuta della nostra economia. Il mantenimento dell equilibrio dei conti pubblici è la precondizione, non l ostacolo. Solo la piena attuazione di un disegno di riforma organico, certamente impegnativo, potrà garantire i necessari guadagni di competitività e con essi favorire il recupero dell occupazione. I suoi punti fondanti sono stati da tempo individuati: dobbiamo investire in conoscenza, ottenere servizi pubblici e privati di migliore qualità, contrastare l illegalità, promuovere la concorrenza. Il cammino è appena iniziato, va proseguito con convinzione, consapevoli delle responsabilità di ciascuno ma fiduciosi nelle possibilità di noi tutti. La relazione riserva ampi spazi anche all analisi del mercato del credito del nostro Paese e presenta, seppur con un livello di profondità e autorevolezza non comparabili con quella degli autori di questa relazione, considerazioni che sono un importante riscontro all analisi svolta dagli amministratori di Sifin: Negli anni scorsi le banche italiane hanno notevolmente incrementato le risorse patrimoniali, soprattutto quelle di migliore qualità (core tier 1). Dal 2007 la dotazione di queste ultime nel sistema è cresciuta, in rapporto alle attività ponderate, dal 7,1 al 10,4 per cento. Per i cinque maggiori gruppi bancari, che dal 2011 hanno raccolto sul mercato capitale di rischio per oltre 17 miliardi, il core tier 1 ratio è cresciuto in media dal 5,7 al 10,8 per cento; l indicatore si attesta all 8,8 per cento per gli altri gruppi bancari e al 13,8 per cento per le banche minori, prevalentemente di credito cooperativo. La situazione patrimoniale degli istituti minori è nel complesso adeguata. Alcuni gruppi di grandi e medie dimensioni devono ancora proseguire nel percorso di ampliamento dei mezzi propri. Il rafforzamento patrimoniale permetterà l allineamento alle regole di Basilea 3 e il rispetto degli obiettivi che saranno fissati nell ambito della valutazione del profilo di rischio complessivo delle banche. Consente di contenere la leva finanziaria senza ridurre il sostegno creditizio all economia reale. Bilancio d esercizio al 31 dicembre
10 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI Il rafforzamento è nell interesse degli azionisti: la minore rischiosità che ne deriva pone le basi per ridurre il costo del capitale e innalzare, in prospettiva, la redditività delle risorse investite. Una bassa esposizione ai rischi della finanza contribuisce anch essa a contenere il costo dei finanziamenti. Nel 2012 i guadagni in conto capitale su titoli di Stato acquistati a prezzi molto inferiori a quelli coerenti con i fondamentali della nostra economia hanno attenuato l impatto del deterioramento macroeconomico sul conto economico delle banche. L eventuale pagamento di dividendi non dovrà avvenire a valere sulle riserve patrimoniali; dovrà essere compatibile con il rispetto degli obiettivi di capitalizzazione indicati alle banche al termine dell annuale processo di revisione e valutazione prudenziale. Alla luce del protrarsi di un quadro macroeconomico e finanziario sfavorevole, si sostiene che i profitti delle banche siano elevati, soprattutto se confrontati con quelli delle imprese. Le banche, quindi, dovrebbero essere chiamate a espandere la quantità e a ridurre il costo del credito, a ridurre l entità delle commissioni, a offrire gratuitamente un ampio numero di servizi. In realtà, due recessioni nell arco di tre anni, deteriorando la qualità degli attivi bancari, hanno generato perdite su crediti che comprimono fortemente la redditività. La crisi del debito sovrano ha reso la raccolta bancaria sui mercati all ingrosso più difficile e costosa, incidendo ulteriormente sulla profittabilità della tradizionale attività creditizia. La redditività dei maggiori gruppi bancari è bassa: nei primi nove mesi dello scorso anno il rendimento del capitale e delle riserve, al netto delle poste straordinarie connesse con le svalutazioni degli avviamenti, è stato di poco superiore al 3 per cento su base annua. La dinamica modesta dei volumi intermediati e l incidenza delle perdite sui prestiti continueranno a pesare sulla profittabilità delle banche fino a quando la ripresa non si sarà consolidata. L incertezza legata alla dinamica del ciclo e all evoluzione dei mercati finanziari condizionerà tempi ed entità del recupero dei margini; questi sono comunque destinati ad attestarsi su livelli inferiori rispetto a quelli, non sostenibili, del periodo precedente la crisi. La natura imprenditoriale delle banche non è più in discussione da molti anni: i capitali non si raccolgono in assenza di una sostenibile prospettiva di remunerazione; la legittima ricerca del profitto è funzionale alla crescita. È però necessario che la redditività, oltre che sull efficienza operativa, si basi sull offerta di prodotti corrispondenti alle reali esigenze dei clienti e non sulla distribuzione di servizi costosi, inutilmente complicati e rischiosi. Per quanto riguarda il mercato, l analisi di questa relazione non può che partire da quello della distribuzione del farmaco, in cui opera tradizionalmente Sifin assistendo con prodotti di factoring sia le farmacie che i distributori intermedi. Pur senza entrare nel dettaglio di dinamiche complesse è utile rammentare che nel triennio , complici la progressiva diffusione dei farmaci generici, il contenimento della spesa sanitaria e l innalzarsi dei costi a partire da quello del personale, l utile medio ante imposte delle farmacie private ( su un totale di Fonte Federfarma 10/2012) si è contratto dall 11% del fatturato all 8%. Questo dato sintetizza una pluralità di fenomeni tra cui i più importanti sono senz altro i primi due menzionati poc anzi: 1) decrescita del prezzo medio per confezione dei farmaci venduti in farmacia. Questo riflette non solo la progressiva affermazione dei farmaci cosiddetti generici (meglio delle molecole off patent) che comunque pesano ancora solo il 7% della spesa per farmaci totale del nostro paese (dato Assogenerici 2011) ma anche l attrazione verso il basso che il prezzo dei generici ha provocato su quelli brandizzati e infine la distribuzione diretta da parte del SSN di molti farmaci dall elevato valore a confezione. La tabella seguente (distribuzione dei farmaci venduti in farmacia per classi di prezzo al pubblico - Punto Effe su dati Federfarma Servizi) mostra non solo che il prezzo medio a confezione è abbastanza basso, visto che il valore modale è tra 5 e 15, ma anche che è in continua contrazione. 10 Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2012
11 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI fino a 5 da 5 a 15 da 15 a 25,82 da 25,82 a 51,62 da 51,62 a 103,28 da 103,28 a 154,94 oltre 154, Var. 37,32% 36,04% 3,55% 45,17% 44,15% 2,31% 9,14% 10,80% (15,37)% 5,80% 6,53% (11,18)% 2,32% 2,19% 5,94% 0,18% 0,20% (10,00)% 0,07% 0,09% (22,22)% 100% 100% Questo implica per la farmacia la necessità di incrementare continuamente i volumi di vendita per mantenere i precedenti livelli di fatturato e quindi un maggior costo del personale oltre alla necessità di gestire un circolante sempre più complesso. 2) decrescita della spesa farmaceutica sia in assoluto che nella sua componente erogata attraverso le farmacie e contestuale decrescita del valore medio unitario della cosiddetta ricetta rossa, la prescrizione fatta dai medici per i farmaci a carico del SSN. L andamento della spesa nei primi mesi del 2012 conferma quanto già visto nel 2011 ed è influenzato soprattutto dal calo del valore medio delle ricette (-11,8%): vengono, cioè, erogati a carico del SSN farmaci di costo sempre più basso. Si attenua invece e la tendenza all aumento del numero delle ricette, cresciuto del +0,2%, mentre nel 2011 era stato pari al +0,6%. In alcune Regioni il numero delle ricette, nel primo quadrimestre 2012, è diminuito, probabilmente a seguito di un incremento della distribuzione diretta ovvero della distribuzione da parte delle farmacie per conto delle ASL, i cui costi sono contabilizzati separatamente. Da aprile 2012 la diminuzione del numero delle ricette appare pressoché generalizzata. Nel periodo gennaio-aprile aprile 2012 le ricette sono state oltre 201 milioni, pari a 3,34 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 370 milioni, con un aumento del +0,3% rispetto al primo quadrimestre Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 6,2 confezioni di medicinali a carico del SSN. L aumento del numero delle confezioni è leggermente maggiore rispetto a quello del numero di ricette in quanto si è assistito a un incremento, seppure ridotto, del numero medio di confezioni prescritte su ciascuna ricetta (fonte dei dati del presente paragrafo: sito Federfarma). Bilancio d esercizio al 31 dicembre
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