Santa Lucia: aspettando il Natale

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1 Santa Lucia: aspettando il Natale Con l arrivo della festa di Santa Lucia (13 dicembre) l attesa del Natale, diventava ormai frenetica. Per noi bambini di un piccolo centro sperduto della Calabria (la mia infanzia l ho trascorsa a San Pietro in Amantea), negli anni cinquanta, l attesa si concretizzava negli ultimi ritocchi al presepe con la posa del muschio appena raccolto, ma soprattutto nel trasporto di enormi trincuni fino alla piazza del paese per l allestimento dell enorme focarata della Notte Santa. Questa tradizione, diffusa allora in molti paesi e villaggi del mezzogiorno e che ricordava la notte stellata dell Avvento, durante la quale i pastori che sorvegliavano le greggi erano raccolti attorno a grandi fuochi, va ormai scomparendo. L omologazione dei comportamenti degli abitanti dei piccoli centri, con quelli delle grandi città, ha avuto delle conseguenze devastanti con l abbandono delle consuetudini e delle tradizioni. Se in una delle piazze di Amantea ci fosse una grande fontana, non accadrebbe forse che molti nostri ragazzi si tufferebbero nelle sue acque gelide, come accade a Londra per le migliaia di giovani in festa la notte di Capodanno, in quella di Trafalgar Square? D altronde ad Amantea come a Cosenza ed in altre città della Calabria non si organizzano forse concerti di musica come accade nelle grandi capitali europee? L attesa del Natale, e la Festa di Santa Lucia è la porta principale dell Avvento, non è stata forse vissuta nei nostri piccoli centri, come nelle grandi città, celebrando lo stesso rito consumistico degli acquisti di regali, cibo, abbigliamento ed altro? Ma in una società scristianizzata ed edonistica chi mai potrà rivolgere il pensiero alla Santa Martire Lucia patrona dei ciechi, degli elettricisti, degli oculisti e di Siracusa, la sua città natale? Eppure quanto è evocativo il nome Santa Lucia. Cantava Beniamino Gigli:.. Santa Lucia! Luntano 'a te, quanta malincunia! Se gira 'o munno sano, se va a cercá furtuna...

2 ma, quanno sponta 'a luna, luntano 'a Napule nun se pò stá!. "Santa Lucia luntana" (E. A. Mario), del 1919, fa riferimento al Borgo di Santa Lucia su cui sorge Santa Lucia a Mare, una delle chiese monumentali di Napoli. Come San Nicola da Bari, Santa Lucia è una delle poche sante venerata da entrambe le chiese cristiane, quella cattolica e quella ortodossa. Lucia era nata a Siracusa sul finire del III Secolo (anno 281?), secondo la tradizione, da una nobile e ricca famiglia. Il nome Lucia, che significa senz altro luce, è tipicamente cristiano, quindi cristiana era forse anche la famiglia. Lucia fu martirizzata il 13 dicembre 304 durante la persecuzione di Diocleziano. La storia del martirio ci è pervenuta in duplice versione dagli atti latini e dagli atti greci (o codice Papadopulo). Gli atti latini raccontano che la santa fu trafitta alla gola; gli atti greci dicono che fu decapitata. Per qual motivo è considerata protettrice della vista e degli occhi e la si invoca appunto come potente mediatrice nel caso di patologie legate alla vista? Qui ci soccorre solo la leggenda. Sembra che Lucia fosse corteggiata invano da un pagano che ne minacciava la verginità, alla quale si era votata. Fu condannata ad essere bruciata viva e la Santa per non vedere quello che di turpe stava accadendo si cavò gli occhi, e poi da sola, se li rimise e riprese a vedere. Ecco il motivo della iconografia, con la palma della verginità, e della sua considerazione come protettrice della vista. Paolo Orsi, il grande archeologo scopritore dei più importanti tesori di Siracusa, si imbattè nel 1894, nella Catacomba di San Giovanni, in un epigrafe del IV secolo che fa riferimento alla Santa. La vergine siracusana Lucia è spirito celeste, quando al termine del viaggio ultraterreno, nel Paradiso, Dante, su indicazione di San Bernardo, la rivede nel primo cerchio dell'empireo, accanto a San Giovanni Battista e Sant Anna, nel trionfo della Chiesa, da lei profetizzato durante il martirio.. Di contr'a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia, che non move occhio per cantare osanna; e contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna quando chinavi, a rovinar, le ciglia. (Dante Paradiso XXXII )

3 Quante chiese a lei dedicate in Italia e nel mondo cristiano! All alba del 13 dicembre, in Svezia, migliaia di bambine con una veste bianca, una candela accesa in mano e una coroncina di candele elettriche in testa, illuminano il buio inverno svedese. Una bambina che impersona Lucia, inizia le processioni seguita da damigelle e paggetti che indossano vesti bianche e cappelli con stelle dorate. Il corteo è chiuso da bambini vestiti come folletti. In un atmosfera fantastica, i bambini cantano canzoni tradizionali natalizie e illuminano l oscurità con le loro candele. Lucia e le sue damigelle donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori. Le origini delle celebrazioni di Santa Lucia, in Svezia, risalgono al tardo Medioevo. Secondo le credenze popolari, spiriti maligni e streghe volavano in giro quella notte, e la gente per paura si riuniva e vegliava contro il buio, in senso lato, dandosi forza e speranza con la bellezza e la gioia del canto prenatalizio. In Svezia è la più celebrata delle feste: in ogni angolo del Paese, nelle famiglie, in scuole, asili, uffici, ospedali, negozi, ci si riunisce per ascoltare le dolci melodie natalizie e per festeggiare la luce che illumina l inverno svedese. In Norvegia, dalle città ai più piccoli villaggi, il Natale viene annunciato dalla Festa di Santa Lucia Luciadagen, il 13 dicembre, uno dei festeggiamenti più importanti della tradizione scandinava. Secondo l'usanza, ancora molto in voga nelle famiglie norvegesi, le ragazze più giovani si vestono di un lungo bianco camice, una fascia rossa in vita e una corona di rami verdi (a volte completa di candeline accese). All'alba, la più giovane, accompagnata dai fratelli o dalle sorelle, si reca in camera dei genitori con la colazione servita in un vassoio, che principalmente consiste dei 'lussekatter', i panini di Lucia. I festeggiamenti derivano dalla tradizione popolare, legata soprattutto alla mitologia pagana, che vede il mese di dicembre come il mese del solstizio invernale e del rinnovato allungarsi delle giornate; solo recentemente è stato incorporato nella liturgia dell'avvento e della Chiesa norvegese.

4 Quella tra il 12 e il 13 dicembre è, nei paesi scandinavi, una notte magica per i bambini perché arriva Santa Lucia e porta doni e leccornie per i piccoli che si sono comportati bene con mamma e papà. Ogni bambino correrà a letto presto e aspetterà la mattina dopo per scoprire tutte le meraviglie che Santa Lucia ha portato: si tratta di un tradizione viva anche in alcune regioni italiane ed è anche usanza lasciare alla Santa ed al suo asinello del latte e dei biscotti, oltre ad un disegno o una poesia. Quest anno davanti alle colonne illuminate del Tempio di Adriano, a Roma, si è esibito il coro di Nordiska musikgymnasiet di Stoccolma, cantando delle canzoni natalizie svedesi. Per il secondo anno di seguito, l Ambasciata di Svezia ha continuato la tradizione svedese più importante dell'anno con un festeggiamento in Piazza di Pietra, giovedí 15 dicembre, con il patrocinio dell'assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale. Dopo il successo dell anno scorso, è ritornato il coro del Liceo Nordista, offrendo ai romani le tradizioni svedesi e portando il corteo di Santa Lucia con le sue damigelle ed i suoi fanciulli. Il corteo forma un semicerchio davanti al pubblico con la Lucia in mezzo e con una corona di candele in testa. L Ambasciatore di Svezia per l Italia Ruth Jacoby ha introdotto la serata. E seguita una degustazione di glögg (bibita calda speziata), pepparkakor (biscotti speziati) e lussekatter (brioche allo zafferano). La tradizione di Santa Lucia costituisce un legame speciale tra l Italia e la Svezia. Il corteo di Santa Lucia, formato da giovanette in vesti bianche e a lume di candela, canta una decina di canti tra cui la più famosa di Sankta Lucia. La canzone è basata sulla melodia del canto napoletano Sul Mare Luccica, il cui testo è stato modificato e tradotto in svedese nel Naturalmente grandi feste si celebrano a Siracusa in onore della sua santa padrona, Lucia. Il 13 dicembre scorso, come ogni anno, la statua della santa è stata portata in lenta processione, dal Duomo alla chiesa di Santa Lucia al Sepolcro; il corteo è stato seguito da una carrozza settecentesca, con personaggi in costume. In questi giorni di festa è usanza preparare piatti tipici, come gli "uccioli" e la "cuccia". In occasione dei festeggiamenti di Santa Lucia, patrona di Siracusa, dal 13 al 20 dicembre, si svolge, com'è tradizione dal 1970, la manifestazione "Lucia di Svezia e Settimana Svedese", una sorta di gemellaggio fra Siracusa e la Svezia nel nome di Santa Lucia. La manifestazione ha il fine di accostare la festività cristiana, che si celebra a Siracusa in occasione della celebrazione della santa patrona, alla tradizione svedese invitando la "Lucia di Svezia" a partecipare ai festeggiamenti della Santa, a Siracusa.

5 Nel corso della "Settimana Svedese" vengono organizzati dibattiti, mostre e Tavole Rotonde sul tema conduttore della manifestazione, che ogni anno è incentrato su un diverso argomento della cultura svedese: le scorse edizioni sono state dedicate al cinema, teatro, alla narrativa, alla poesia, alla letteratura, all'urbanistica. Anche in Svezia, dal 3 dicembre al 6 gennaio, si svolgeranno numerose iniziative collaterali legate a Santa Lucia e alla Lucia di Svezia, che rappresenta il ritorno della luce in Scandinavia. Il 20 dicembre, il corteo compie il percorso inverso e la statua, portata a spalla dai "berretti verdi" della confraternita dei falegnami, ritornerà nella cattedrale. Non tutti sanno,però, che le reliquie di Santa Lucia, protettrice degli occhi, sono conservate a Venezia, nella Chiesa dei Santi Geremia e Lucia, a pochi passi dalla stazione ferroviaria"venezia- Santa Lucia". La Santa, che conta milioni di devoti dalla Sicilia alla Svezia, riposa molto lontano dalla sua città natale. Come il corpo sia giunto nella città lagunare ai tempi del Doge Enrico Dandolo, forse da Costantinopoli, rimane un mistero. Neppure a Venezia la Santa potè riposare in pace, infatti, in un primo tempo il corpo trovò una collocazione sull'isola di San Giorgio Maggiore e successivamente in una chiesa del sestiere di Cannaregio. Nel 1300 si pensò di edificare una chiesa in onore della santa siracusana, ma cinque secoli dopo essa venne distrutta per poter costruire in quel luogo la stazione ferroviaria di Venezia, che porta il nome di Santa Lucia. Dal 1863 Santa Lucia riposa nella parrocchia di San Geremia, in un'urna di cristallo all'interno della cappella a lei dedicata. Nel 1955 il Patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, fece ricoprire il volto con una maschera d'argento. Sulla bianca curva absidale di San Geremia, che si specchia sulle acque del Canal Grande, è inciso l augurio: LUCIA VERGINE DI SIRACUSA

6 MARTIRE DI CRISTO IN QUESTO TEMPIO RIPOSA ALL ITALIA AL MONDO IMPLORI LUCE PACE Il 7 novembre 1981 l'urna fu rubata da una banda di malviventi e fortunatamente restituita alcuni mesi dopo. In quell'occasione il corpo fu identificato e autenticato come il corpo di Santa Lucia. La regione Sicilia e la città di Siracusa hanno potuto venerare le reliquie della loro santa per sette giorni nel dicembre 2004,in occasione del diciassettesimo centenario del martirio. Richieste al Patriarcato di Venezia da parte della Chiesa di Siracusa, al fine del ritorno in patria delle reliquie della Santa, sono risultate sempre vane nel corso dei secoli. Santa Lucia potrebbe oggi tornare a casa per sempre? Una possibilità, un desiderio accarezzato per secoli e secoli dai concittadini della martire, tornato alla ribalta improvvisamente con una recente notizia che arriva da Venezia. Il portavoce dell Arcidiocesi di Siracusa precisa: " Non sono un mistero i rapporti di feconda collaborazione e di reciproco rispetto che legano l Arcidiocesi di Siracusa al Patriarcato di Venezia. Rapporti tanto edificanti da aver generato già un evento straordinario: il ritorno, soltanto per qualche giorno, del corpo di Santa Lucia a Siracusa nel dicembre del 2004, in occasione delle celebrazioni per il 1700 anniversario del suo martirio. Di che meravigliarsi dunque se, a motivo di tali fraterne relazioni, ci si confronta anche su temi tanto delicati che meritano attenzione, rispetto e prudenza? Esprimiamo sincero sentimento di gratitudine e stima per la concreta sensibilità e attenzione manifestata dal Patriarcato di Venezia in merito a questa vicenda. A Santa Lucia desideriamo affidare le speranze delle nostre Chiese di Venezia e di Siracusa affinchè esse, nel mirabile sacrificio della nostra amata Patrona, trovino incoraggiamento per una testimonianza cristiana responsabile, coerente e fedele". Amantea 17 dic 2011 Dante Perri Il corpo di Santa Lucia, conservato in un'urna di cristallo nella chiesa dei SS Geremia e Lucia a Venezia